Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1954/1955
Serie B
20-03-1955 - Giornata: 24 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Salernitana US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Lena Fausto, Bussetti Luigi, Bosio Bruno, Mirabelli Walter, Bagliani Giuseppe, Albertelli Lanfranco, Bocchio Peppino, Perin Gastone, Lerici Roberto, Marra Italo, Serone Roberto All.: Marini Nereo

Formazione avversaria
SALERNITANA US: Catarsi; Galletti, Fragni; Fanin, Raimondi, Barchiesi; Gigante, Massagrande, Ghersetich, Amicarelli, Fioravanti. All.: Saracino Mario.

Arbitro: Boati Ambrogio (Milano)
Note
Angoli: 4-1 oppure 6-1. Spettatori: 4.000 oppure 5.000. Cielo coperto e temperatura moderata, terreno regolare. Inizio gara ore 15:00.

Commento
Brutta partita quella vista oggi sul campo dei grigi. Brutta sotto tutti gli aspetti; non si può definire diversamente se si considerano la condotta, il comportamento e il gioco svolto dalle due squadre. Contro una compagine che non vanta certamente numeri irresistibili ed una posizione in classifica non proprio invidiabile, l’Alessandria non è riuscita ad andare oltre uno stiracchiato risultato di parità. Forse i grigi possono invocare a loro merito il palo colpito al 20’ da Perin nel secondo tempo, o il preteso rigore non concesso al 40’ su respinta di Fragni, o imprecare contro il salvataggio in extremis compiuto da Fanin quasi allo scadere del tempo. Tutto ciò non avrebbe per nulla modificato la scarsa vena costruttiva, il gioco fiacco e sconclusionato svolto dalla squadra per tutta la durata dell’incontro. Due o tre episodi salienti non bastano a sollevare la squadra da un’impressionante tono di mediocrità. Il reparto che maggiormente ha fatto registrare difetti di coesione, imprecisione nell’esecuzione precipitazione nella fase conclusiva, è stato l’attacco. Sperduto e lasciato troppo solo Bocchio, precipitoso Perin nonostante l’impegno e lo spirito aggressivo dimostrati, sorvegliato Lerici, lento e indeciso Marra, incerto ed impreciso Serone. La mancanza di coesione all’attacco ha provocato delle fratture di continuità anche nei collegamenti coi mediani. Albertelli si è ostinato a voler imbastire azioni ricercate rallentando la manovra; Mirabelli, meno esperto, si è limitato ad effettuare rilanci lunghi che inevitabilmente andavano a cozzare contro la difesa avversaria. In tal modo anche la difesa, che pure si è dimostrata vigorosa negli interventi, spesso si è trovata in difficoltà nel contropiede. La cronaca è costellata di continue interruzioni che l’arbitro è costretto a decretare per falli che vengono commessi da entrambe le parti. L’Alessandria beneficia di due punizioni nello spazio dei primi dieci minuti. Poi il gioco accenna a spiegarsi e su tiro di Mirabelli al 10’ Catarsi devia in angolo. Subito dopo un tiro di Perin viene deviato in angolo da Fragni. Il promettente inizio appare di buon auspicio per i grigi, ma non è che un fuoco di paglia: il gioco comincia a farsi caotico e confuso. Di fronte alla scarsa incisività dell’attacco dei grigi, la Salernitana pone un terzetto difensivo massiccio e bene organizzato. I due mediani, Fanin e Barchiesi fanno la linea di rottura e di appoggio nelle azioni di contropiede. Il gioco degli attaccanti è semplice e lineare, Ghersetich si mantiene continuamente in zona di offesa impegnando i difensori in qualunque angolo venga lanciata la palla, Amicarelli si prodiga in maniera instancabile sia nei collegamenti sia nel seguire le azioni a fondo con tiri improvvisi. Al 27’, dopo una triangolazione fra Ghersetich ed Amicarelli, quest’ultimo per poco non ottiene il successo a coronamento dell’unica bella azione vista in tutta la partita. Da questo episodio la Salernitana trova incoraggiamento per lanciarsi all’attacco. Un tiro micidiale di Raimondi dal limite per fallo concesso contro i grigi viene bloccato da Lena con bello stile. Al 38’ Amicarelli tenta la via del gol con un forte tiro da oltre venti metri, Lena non riesce a trattenere la palla e mentre Fioravanti si precipita sul portiere in tuffo l’arbitro interrompe per gioco pericoloso. Nel secondo tempo il gioco si mantiene sempre sul piano di mediocrità. L’Alessandria dimostra un maggiore impegno, uno slancio più deciso, ma senza migliorare il senso costruttivo del gioco. Al 20’ Lerici allunga a Perin sulla destra: l’interno destro grigio fa partire un tiro diagonale che colpisce il montante sulla destra di Catarsi. La pressione dei locali continua e al 24’ è ancora Perin ad effettuare un tiro che Catarsi blocca in tuffo. Il gioco si trascina così con fasi alterne, ma senza fatti di rilievo. Mentre si avvicina la fine, scampato il pericolo per una veloce incursione e tiro finale di Fioravanti finito fuori, l’Alessandria si butta disperatamente alla ricerca del successo e serra per alcuni minuti gli avversari nella propria area. Al 40’ mischia in area salernitana, Marra colpisce di punta, Fragni respinge con il petto, mentre la palla gli sfiora un braccio. L’arbitro non ravvisa gli estremi per concedere la massima punizione e fa proseguire. Al 43’ svanisce l’ultima speranza per i grigi: Lerici sulla destra allunga verso il centro, Mirabelli raccoglie e devia in porta, Catarsi è spiazzato, il gol sembra inevitabile, sulla linea bianca Fanin scatta come una molla prodigiosa e salva. Non c’è più speranza per i grigi. Il fischio del direttore di gara sanziona la chiusura in parità. Cielo coperto, temperatura moderata. Terreno regolare ma privo di tappeto erboso. Lievi incidenti a Serone ed a Bagliani nel primo tempo. All’11’ del secondo tempo, per uno scontro con Mirabelli, Gigante esce dal campo contuso alla caviglia sinistro; rientra zoppicante al 13’. (Adolfo Baloncieri, «La Gazzetta dello Sport», 21 marzo 1955) I granata della Salernitana sono riusciti a condurre vantaggiosamente in porto una nuova ardua impresa, in virtù del loro gioco maschio e risoluto, che li ha portati a svolgere una partita assai sostenuta specialmente nella ripresa, allorché hanno dovuto retrocedere in difesa e sostenere gli scatenati attacchi alessandrini. Costoro, peraltro, non sono apparsi nelle loro migliori condizioni, poiché hanno lottato con troppo orgasmo e sovente con troppo disordine per poter aspirare a superare il solido e strenuo baluardo degli ospiti. Il loro gioco vivace e sciolto a metà campo è apparso, nel momento di concludere, convulso e precipitoso, per cui sovente è venuta a mancare quella dosata e sperimentata perizia che sa trarre profitto dagli errori altrui e vulnerare per merito proprio la roccaforte avversaria. La lotta si è scatenata ardentissima sin dalle prime battute, in cui si è vista la Salernitana distendersi con azioni precise e volanti verso la rete di Lena. Ma i tiri in porta, quali risultanti dell’attività precedentemente svolta con tatto e abilità, sono, nel complesso, mancati. Sovente il lancio è risultato completamente errato, mentre altri palloni, più dosati e precisi, hanno trovato nel portiere alessandrino un pronto e sicuro guardiano, non facile a sormontare. Tuttavia la Salernitana ha dato a più riprese un chiaro saggio, sia in difesa come all’attacco, della sua prestanza fisica e del suo stile. La manovra della Salernitana è stata quasi sempre precisa nei passaggi, dosata negli allunghi, insidiosa nei momenti culminanti della lotta, così da giustificare pienamente la costante irresistibile marcia della squadra verso migliori posizioni in classifica. L’Alessandria, invece, non ha completamente soddisfatto, anche se si è fermamente impegnata sin dall’inizio ed ha finito l’estenuante competizione senza mai rallentare la stretta pressione. Non certo favoriti dallo strano direttore di gioco, che ha in fondo danneggiato anche gli stessi granata per alcune paradossali decisioni, pure la sorte non è stata propizia ai grigi, perché più di un pallone destinato a rete è stato deviato o salvato in condizioni eccezionali. L’ultima disavventura l’hanno subita, gli alessandrini, quando al 39’ del secondo tempo, mentre più a lungo ferveva infuocata la mischia sotto la rete di Catarsi, ben due falli sono stati compiuti e nessuna punizione è venuta a sanzionare quelle palesi sviste. Ogni stella ha il suo destino, come ogni partita ha la sua storia, ed anche questa si è conclusa con un nulla di fatto a tutto svantaggio dei pericolanti alessandrini. Così riassunta la competizione nelle sue linee generali, ben poco la cronaca particolareggiata ha da dire. Ricorderemo tuttavia una cannonata di Mirabelli al 10’ del primo tempo; due magnifici interventi di Catarsi prima su azione di Perin, poi su calcio d’angolo; un tiro di Albertelli sfiorante un palo; una cannonata di Massagrande che da pochi passi ha fallito il bersaglio. Nella ripresa, a netto favore dei grigi, di notevole vi è stato ancora un tiro di Massagrande a lato del palo, poi un tiro fortissimo di Perin su passaggio di Bocchio respinto dall’ala orizzontale, un altro tiro di Perin fermato sulla linea fatale dal portiere e quindi ancora, al 42’, sull’ultimo calcio d’angolo contro la Salernitana, un prodigioso intervento di Fanin, anche qui mentre il pallone stava per rotolare in rete su azione di Marra. Su queste sfortunate azioni a ripetizione si sono spente le ultime ostilità fra il tripudio dei giocatori salernitani, che ancora una volta hanno saputo contenere l’ardore avversario e uscire intatti dalla infuocata contesa. Giornata grigia, leggermente ventilata. Terreno solido e brullo. Gioco duro e sostenuto nei due campi con numerosi scontri e contusi: Serone al 23’ del primo tempo, Gigante al 10’ del secondo, Bagliani, Mirabelli e, infine, Massagrande, che è finito all’ala destra zoppicante e completamente inutilizzabile. Numerosi falli anche in area di rigore, non sempre rilevati o giustamente distribuiti dall’arbitro, da determinare vivaci proteste da parte dei giocatori e soprattutto del pubblico. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 21 marzo 1955) Alessandria: mezza delusione VANI GLI ATTACCHI DEI GRIGI CONTRO LA SALERNITANA: 0-0 molte occasioni sciupate e un tiro di Perin sul palo L’Alessandria si è battuta con la consueta generosità, ha stretto d’assedio la porta della Salernitana senza darsi per vinta sino all’ultimo istante, ma alcuni suoi attaccanti in giornata negativa non hanno avuto nei momenti conclusivi la chiarezza di idee e la prontezza di esecuzione necessarie per piegare la resistenza di una difesa solida e sbrigativa come quella granata. Quanto di buono si è visto nelle tenaci offensive alessandrine lo si deve alle mezze ali Perin e Marra. Non vi sono state pause nel ritmo di questi due atleti, che hanno cercato senza soste di «legare» il gioco della prima linea, creando essi stessi i più gravi pericoli per la rete salernitana. Non è bastato però il loro apporto (e quello sempre efficace dei laterali Mirabelli ed Albertelli) per dare il tono ad una linea d’attacco fuori fase. L’ingenuità di Bocchio, che mai si è assunto la responsabilità del tiro, la lentezza di Lerici, sempre battuto negli scontri diretti con il centromediano Raimondi, ed il comportamento a volte strano di Serone, che indugiava frequentemente in posizione arretrata, hanno impedito che il lodevole lavoro di Perin e Marra giungesse a frutto. Si aggiunga a questo il fatto che nelle linee arretrate l’assenza del centromediano Traverso è stata sentita più del previsto perché Bagliani, alle prese con un avversario alto di statura e pronto nello scatto come l’ex fiorentino Ghersetich, si è trovato più volte a disagio ed i suoi rimandi non sono stati sempre efficaci e precisi. A parziale attenuante della prova deludente dei grigi va comunque detto che la Salernitana è apparsa un undici ben più temibile di quanto ci si attendesse. La squadra granata, dopo un disastroso girone di andata si è magnificamente ripresa ed è in serie positiva ormai da dieci domeniche (e con il pareggio di ieri, undici). Si tratta di un complesso preparato alla perfezione dal punto di vista atletico, pronto nell’anticipo, deciso negli scontri con gli avversari senza apparire volutamente scorretto. Ad Alessandria i granata campani si sono difesi ordinatamente senza ricorrere a tattiche rinunciatarie. Il pareggio conquistato appare quindi un premio legittimo alla loro convincente prestazione e soprattutto alla brillante prova del portiere Catarsi, dei terzini Galletti e Fragni, del laterale destro Fanin e dell’interno sinistro Massagrande, gli uomini più positivi in un complesso armonico per il quale la strada della salvezza non dovrebbe essere molto difficile. Dopo aver spiegato perché i grigi non hanno meritato di vincere con la Salernitana, diciamo ora come avrebbero potuto imporsi ugualmente. In ogni partita si presenta una o più occasioni nelle quali l’intervento dell’arbitro appare decisivo nel determinare il risultato. Questa occasione si è presentata ieri all’Alessandria a sei minuti dalla fine: Marra, lanciato da Perin, ha tirato con forza a rete e il braccio del centrosostegno granata Raimondi ha deviato nettamente il pallone quando il portiere era ormai fuori causa. È difficile dire se l’infrazione commessa sia stata o meno volontaria. L’arbitro Boati di Milano, che già in precedenza si era fatto criticare per la sua mancanza di polso, questa volta non mancò di energia nel negare ai grigi il calcio di rigore. Un coro di fischi accompagnò la mancata concessione del penalty, dalla quale venne sanzionato lo 0-0. È questa una delle poche occasioni in cui i grigi sono apparsi vicini a segnare, poiché la cronaca è povera di spunti notevoli. Nel primo tempo l’Alessandria ha infatti premuto con insistenza ma il portiere avversario si è sempre salvato con sicurezza dalle rare minacce portate da Perin e Marra, mentre nella ripresa – con la Salernitana praticamente ridotta in dieci per uno strappo muscolare all’ala destra Gigante – Perin ha colpito un palo a portiere battuto al 20’. Al 24’ e al 35’ Catarsi ha detto di no con due grandi parate a due tiri di Perin e di Lerici, mentre al 43’, dopo il rigore negato, Fanin ha salvato di testa a porta vuota su tiro del solito Marra. In conclusione, una buona occasione persa dai grigi per ottenere un successo prezioso ai fini della lotta per la salvezza. Il punto perso con la Salernitana, diretta rivale nella disperata battaglia per non retrocedere, conta doppio: non sarà facile recuperarlo. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 21 marzo 1955) DOMANI, ORE 15, AL “MOCCAGATTA,, Incontro amichevole ALESSANDRIA-INTER La partita con la Salernitana non è servita a rimettere la squadra grigia sulla strada della salvezza, perché un punto in casa perso con dirette avversarie in un finale di campionato, può essere decisivo agli effetti della classifica. Avevamo accennato ripetutamente alle condizioni del terreno ed infatti, scomparso il fondo fangoso ed appiccicaticcio, l’Alessandria si è trovata a dover manovrare in velocità su un campo in cui il rimbalzo della palla trovava i salernitani più pronti a tale, tattica di gioco: l’errore dei nostri giocatori è stato quello di subire l’iniziativa avversaria, senza tentare il gioco rasoterra, di modo che la quadrata retroguardia del Salerno ha avuto buon gioco a raggiungere la sua undicesima partita senza sconfitte. Del nostro attacco, non si può dire bene: movimenti lenti, passaggi imprecisi e – per qualcuno – eccessivo timore dell’avversario. Aggiungiamo alla modesta levatura tecnica della partita il pessimo arbitraggio, che ha negato non uno, ma due calci di rigore ai grigi. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 26 marzo 1955) RISULTATI: Brescia-Como 0-0 Marzotto-Legnano 2-1 Messina-Padova 2-0 Modena-Pavia 3-0 Monza-Cagliari 1-0 (giocata il 19 marzo 1955) Parma-Arsenaltaranto 0-0 (giocata il 19 marzo 1955) Treviso-Lanerossi Vicenza 0-2 Verona-Palermo 3-1 CLASSIFICA: Lanerossi Vicenza* 36; Padova 29; Modena, Como, Legnano, Messina 27; Arsenaltaranto 24; Marzotto, Brescia 23; Parma, Monza, Salernitana 22; Cagliari, Palermo 21; Alessandria 20; Pavia, Treviso, Verona 19. : una gara da recuperare MARCATORI 12 gol: Rebizzi (Legnano), Stivanello (Padova) 10 gol: Fioravanti (Salernitana), Motta (L.R. Vicenza) 9 gol: Santoni (Como) 8 gol: Bertoni (Pavia), Bonistalli (Padova), Brach (Messina), Cabas (Modena), Fraschini (Brescia), Marchetto (Marzotto) Il punto sul campionato La capolista Vicenza era passata in maniera autorevole sul campo del Treviso, unico successo esterno della giornata, consolidando, sempre piu’, il primato in classifica con i gol di Motta e Campagnoli portando a sette i punti di vantaggio sul Padova che era caduta sul campo del Messina. Sono state tre le reti che il Modena aveva inflitto al Pavia con i gol di Scarascia, Robotti e Ponzoni.