Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1954/1955
Serie B
03-04-1955 - Giornata: 25 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Arsenaltaranto US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 3. Smersy S.[A]

Alessandria US Lena Fausto, Bussetti Luigi, Bosio Bruno, Mirabelli Walter, Traverso (I) Luigi, Masperi Luigi, Giraudo Ernesto, Perin Gastone, Smersy Silvio, Buratti Angelo, Serone Roberto All.: Marini Nereo

Formazione avversaria
ARSENALTARANTO US: Franchin; Tagliamento, Manzella; Castignani, Bordignon, Gobatto; Castellano, Giorgis, Veglianetti, Ferrari, Stabellini. All.: Villini (II) Mario.

Arbitro: Moriconi Antonio (Roma)
Note
Angoli: 4-1. Spettatori: 4.000 oppure 5.000. Sole tiepido, terreno asciutto e in perfette condizioni. Inizio gara ore 15:30.

Commento
Quando l’arbitro Moriconi di Roma diede il segnale di cessazione delle ostilità, i quattromila spettatori che presenziavano alla partita Alessandria-Arsenaltaranto esplosero in una lunga e calorosa ovazione all’indirizzo di Smersy e Bosio, gli autori della preziosa vittoria dei grigi. La manifestazione di simpatia dei tifosi valse a premiare adeguatamente la caparbia prestazione fornita dai due atleti; il centrattacco Smersy, che fu in questi giorni l’oggetto di molte discussioni, dimostrò alla prova dei fatti di possedere eccellenti requisiti tecnici e stilistici per occupare degnamente l’importante ruolo. La sua inclusione nella formazione odierna è dovuta all’insistente richiesta degli sportivi locali che ebbero così ragione sull’ostinata opposizione dei tecnici; Smersy non venne meno alla fiducia posta in lui dagli sportivi alessandrini; profuse nella disputa energie, orgoglio e volontà, fattori che gli permisero di coronare il suo grande impegno con la realizzazione della rete della vittoria. Senza il redditizio contributo di Smersy, l’Alessandria assai difficilmente sarebbe riuscita a superare l’ostacolo tarantino. I meridionali ad onor del vero si dimostrarono più coriacei di quanto si credesse e la loro sconfitta dispese più da un malinteso iniziale tra Franchin e Tagliamento che non dal loro gioco. Mai come nella gara odierna si è visto una difesa grigia e una mediana così incerte ed imprecise. Masperi e Traverso, di solito i migliori in campo, oggi sono apparsi irriconoscibili. L’unico a salvarsi relativamente fu Mirabelli, fino al momento in cui si infortunò. Poi, per forza maggiore, anche Mirabelli crollò; ma se la mediana fu l’ombra di se stessa, la difesa non ha brillato certamente di vivida luce. In tale settore giganteggiò Bosio con i suoi interventi volanti e la sua formidabile intraprendenza, Lena e Bussetti in cattiva giornata crearono soltanto della confusione che, mercé l’assoluta mancanza di scatto e di mordente dei rossoblù, non diede grossi dispiaceri al pubblico. In quanto ai tarantini, essi hanno svolto un gioco di pregevole fattura, superiore a quello dei rivali ma limitatamente alla metà campo; in area di rigore essi sciuparono le azioni con inutili tiri a rete da posizioni sfavorevoli e con cincischiamenti inopportuni. Meglio della prima linea fu la mediana in cui emersero Castignano e Gobatto. Nella difesa il migliore fu Franchin, il quale effettuò anche parate veramente spettacolari su tiri di Smersy e Perin. L’Alessandria andava in vantaggio al 3’ in seguito ad una mischia in area rossoblù: Smersy trovava lo spiraglio giusto per collocare la palla con un bel colpo di testa nella rete di Franchin. Reagivano prontamente i tarantini e all’8’ Giorgis faceva sibilare la palla sulla traversa di Lena; quindi il gioco ristagnava a metà campo per una buona mezz’ora. Nella ripresa i meridionali prendevano le redini della partita senza tuttavia riuscire a realizzare il pareggio. Poche, in questi 45’, le azioni degne di rilievo dell’una e dell’altra squadra. (Romolo Vite, «La Gazzetta dello Sport», 4 aprile 1955) Al terzo minuto del primo tempo ALESSANDRIA-TARANTO 1-0 Terzo minuto di gioco: il pallone va dall’ala destra dei grigi Giraudo al rientrante centrattacco Smersy, questi lancia in un corridoio libero l’interno destro Perin, che tira con forza a rete; il portiere dell’Arstaranto, Franchin, respinge col corpo in uscita e Smersy, che aveva seguito la azione, di testa manda il pallone ad adagiarsi nella porta incustodita. Questo episodio, con il quale l’Alessandria ha fulmineamente iniziato la sua partita con l’undici pugliese, racchiude in sé tutto il significato della gara, che ha avuto il suo motivo dominante nel ritorno del tanto discusso Smersy. Questo estroso giocatore, al quale nessuno – noi compresi – aveva risparmiato critiche, è sceso in campo con il preciso intento polemico di convincere tutti del suo valore. Bisogna riconoscere che, almeno per quanto riguarda la sua prontezza nel risolvere la gara, il robusto centravanti ha vinto la sua battaglia. Quanto di buono si è visto nel comportamento dell’attacco alessandrino porta la sua sigla e, anche se ad un inizio ad altissimo ritmo non ha corrisposto una continua azione in tutta la partita, si deve ammettere che il rientro di Smersy è stato una delle poche note positive di questa stentata vittoria alessandrina. I grigi infatti hanno praticamente limitato a pochi episodi la loro superiorità sugli avversari, che hanno esercitato per lunghi periodi un’accanita pressione alla ricerca del pareggio, non riuscendovi per la prontezza di Lena e Bosio, i migliori della squadra insieme al già citato Smersy e a Mirabelli. Si deve tuttavia tenere conto della formazione di fortuna con la quale l’Alessandria è stata costretta ad affrontare l’Arstaranto. Alle assenze scontate di Lerici influenzato e di Albertelli, bisognoso di riposo, si sotto aggiunte infatti quelle di Marra, costretto a rimanere in tribuna dalle conseguenze di un’emorragia nasale, e di Bocchio, a cui le autorità militari avevano negato il permesso di giocare. Nonostante l’encomiabile prodigarsi di Giraudo in un ruolo non suo e l’instancabile correre di Buratti in difesa e in offesa, la mancanza di Bocchio e di Marra è stata assai sentita. Smersy, che aveva iniziato in modo assai promettente, con l’appoggio di un regista del valore di Marra e di un’ala da contropiede come Bocchio, avrebbe potuto approfittare dello sbandamento verificatosi nelle file avversarie subito dopo il goal, per dare al risultato positivo una forma più evidente. Invece la vampata iniziale di gioco si è presto spenta, Smersy è stato lasciato solo o quasi a lottare contro una difesa dura e decisa e l’Arsenaltaranto ha potuto rinfrancarsi e lottare da pari a pari con i grigi, tenendo gli spettatori con il fiato sospeso fino all’ultimo minuto. Gli attaccanti alessandrini hanno perso occasioni favorevoli al 21’ con Serone su azione di Mirabelli e Smersy, al 30’ con Perin, ancora lanciato da Smersy, all’inizio della ripresa con Giraudo, che ha fallito di pochi centimetri il bersaglio con un magnifico tiro a volo su traversone del centrattacco. All’8’ del secondo tempo l’anziano Stabellini – il migliore tra i pugliesi insieme a Castignani, Ferrari e Bordignon – lanciato in zona vuota da un esatto passaggio dell’altra mezzala, ha tirato alto da posizione favorevole. Al 20’ l’occasione si è ripresentata all’ala destra Castellano, ma un «placcaggio» alla disperata di Bosio, fortunatamente ben fuori dell’area di rigore, ha evitato guaì maggiori alla rete alessandrina. A circa un quarto d’ora dalla fine Franchin, deviando in angolo una cannonata di Buratti su azione di Smersy e Serone, ha evitato un serio pericolo per la rete tarantina, mentre al 40’ Masperi, dopo un veloce scambio con Serone, ha mandato il pallone a colpire lo spigolo del palo destro e di qui sul fondo. Ad un minuto dalla fine Franchin, gettandosi prontamente sui piedi di Smersy, ha bloccato definitivamente il risultato sull’1-0. Risultato esatto che premia i grigi, ma non umilia i rossoblù pugliesi, i quali in complesso hanno dimostrato di valere quanto i vincitori. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 4 aprile 1955) Commento di Carlo Carcano alla partita Alessandria-Taranto DOMANI I GRIGI IN TRASFERTA A TARANTO Non vedevo giocare l’Alessandria da qualche anno, perciò le mie supposizioni e più ancora i miei calcoli sulle sue possibilità di rimanere fuori zona di retrocessione, le avevo fatte basandomi sui resoconti settimanali dei giornali sportivi. Ne avevo ricavata quasi sempre una impressione piuttosto ottimistica, supponevo che in diverse partite la sfortuna avesse determinato la sconfitta, e non pensavo ad una poco consistente forza della squadra. Assistendo alla partita di domenica scorsa contro l’Arsenaltaranto dovetti sensibilmente moderare il mio ottimismo, che ha lasciato il posto al dubbio: temo si dovrà lottare a denti stretti sino al 90’ dell’ultima partita. Lo sportivo, leggendomi, si premurerà di fare i debiti scongiuri ed io, che ho espresso il dubbio, mi affretto a fare altrettanto! Se si toglie la buona volontà e l’impegno profuso nella gara da tutti i giocatori, poche sono le cose buone rimarcate. Individualmente, qualcuno si e salvato: come squadra, buio pesto. Elencare quali – a parer mio – sono le cause di questo poco soddisfacente gioco di squadra, in questo particolare delicato momento, non ritengo opportuno, perché servirebbe solo ad offuscare le idee di coloro che hanno dirette responsabilità. Mi limiterò a dire che non si dovrebbe sprecare altro tempo alla ricerca di una migliore formazione: si dovrebbe invece procurare, con gli elementi a disposizione, di ottenere un miglior gioco di squadra, con particolare attenzione alla linea d’attacco. Ascoltando le diverse opinioni degli sportivi alessandrini sul reale valore di Smersy, si rimane sbalorditi. Gli «anti-Smersy» parlano di giocatore privo delle più elementari doti tecniche, elemento strambo in tutte le manifestazioni delia vita, e non lo vorrebbero in squadra. I sostenitori dicono invece che, di giocatori in possesso delle ottime qualità tecniche che possiede il loro beniamino, non ve ne sono. Chi ha ragione? A parer mio, esagerano gli uni e gli altri: dire che Smersy è privo delle più elementari qualità tecniche, è ingiusto e credo che anche coloro che sostenevano ciò, dopo la partita di domenica, si siano ricreduti: considerare Smersy un fuoriclasse – come dicono i sostenitori – è altrettanto esagerato. Come sempre, anche in questo stridente contrasto di opinioni, la ragione sta nel mezzo! Trattandosi di elemento che conosco molto bene per averlo seguito in particolar modo in questi ultimi anni, non temo di errare nell’esprimere il mio giudizio. Smersy possiede buone qualità tecniche, che non sviluppa però con la necessaria continuità: passa da una prestazione ottima ad una deludente; non è un ragionatore quando gioca, è un puledro lasciato senza redini libero su un campo. Il suo gioco è tutto impeto e volontà: affronta le situazioni che gli si presentano come un torero affronta l’espada, col solo miraggio della rete avversaria, e quindi sciupa ottime occasioni che con maggior ponderatezza potrebbero risolversi favorevolmente per i suoi colori, possiede qualità positive ma ne possiede anche molte negative. Dato il temperamento, i suoi difetti non sono facilmente correggibili, però si potrebbe ricavarne maggiore rendimento concedendogli fiducia, dimostrandogli benevolenza e aiutandolo a correggersi con consigli pratici. È un elemento da guidare con una zolla di zucchero in una mano e la frusta nell’altra. Domenica ha fatto cose ottime, e penso ne possa fare anche di migliori in futuro. (Carlo Carcano, «Il Piccolo», 9 aprile 1955) RISULTATI: [22ª giornata, 28 marzo 1955] Marzotto-Lanerossi Vicenza 0-1 Parma-Modena 0-0 [25ª giornata, 3 aprile 1955] Cagliari-Lanerossi Vicenza 1-0 Como-Verona 2-0 Legnano-Modena 2-1 Marzotto-Brescia 5-1 Messina-Parma 1-2 Palermo-Padova 0-2 Pavia-Treviso 1-1 Salernitana-Monza 2-0 CLASSIFICA: Lanerossi Vicenza 38; Padova 31; Como, Legnano 29; Modena 28; Messina 27; Marzotto, Parma 25; Arsenaltaranto, Salernitana 24; Brescia, Cagliari 23; Alessandria, Monza 22; Palermo 21; Pavia, Treviso 20; Verona 19 MARCATORI 12 gol: Rebizzi (Legnano), Stivanello (Padova) 10 gol: Fioravanti (Salernitana), Motta (L.R. Vicenza), Santoni (Como) 9 gol: Bonistalli (Padova), Fraschini (Brescia), Marchetto (Marzotto) Il punto sul campionato Quarta sconfitta stagionale per la capolista Vicenza che aveva permesso il match di Cagliari: decisivo, per i sardi, il rigore realizzato da Santagostino. Staccato di sette lunghezze dalla vetta della classifica il Padova che aveva espugnato il campo del Palermo: a segno Bonistalli e Chiumento. Como e Legnano avevano continuato a mantenere, in coabitazione, il terzo posto in graduatoria grazie alle vittorie ottenute rispettivamente contro Verona e Modena. Colpo del Parma che aveva espugnato Messina.