Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1950/1951
Serie C
28-01-1951 - Giornata: 19 - Pavia - Comunale


Pavia AC - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 9. Serone R. [Pa]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Scarrone Secondo, Gabbiani Mario, Arezzi Giuseppe, Guaschino Paolo, Vitto Luigi, Dania Dino, Albertelli Lanfranco, Giraudo Franco, Pietruzzi Mario, Savoini Giulio All.: Cargnelli Tony

Formazione avversaria
PAVIA AC: Lombardi; Cerri, Galbiati; Castelli, Colla (I) Angelo, Braga; Gottardo, Cipolla, Serone, Buzzin, Gazzaniga. All.: Foni Alfredo.

Arbitro: Galeati Giovanni (Bologna)
Note
Infortunato al 68’ Gottardo [P], rimasto immobile all’ala. Angoli: 3-5. Spettatori: 6.000. Terreno pesante. Inizio gara ore 15:00.

Commento
Seimila spettatori sugli spalti; il presidente della Lega Nazionale, Giulini in tribuna d’onore, prima personalità fra i molti ospiti di riguardo; un arbitro, Galeati, di rango internazionale; un’attesa ansiosa ed un entusiasmo eccezionale di tanto pubblico in cui folta era la rappresentanza alessandrina (un migliaio e più di tifosi fedeli). E, contrariamente a quanto succede in casi simili, l’avvenimento non ha deluso le aspettative. Pavia-Alessandria, un incontro che ha pienamente soddisfatto, novanta minuti di gioco intenso, di spettacolo agonistico di prim’ordine; ventidue atleti tesi nell’ansia di superarsi e di conseguire il risultato positivo, una serrata, emotiva danza che ha assunto a volte aspetti drammatici, condotta comunque alla maniera forte senza tuttavia denunciare cattiverie o eccessive scorrettezze. È facile comprendere come sul piano preminentemente atletico sul quale è stato impostato l’incontro non molti siano stati gli spunti elegante, i preziosismi tecnici: vi si è volontariamente rinunciato come il terreno piuttosto pesante ben consigliava. E, come era prevedibile, il Pavia ha giocato le carte della velocità, l’Alessandria quelle della sua saldezza di complesso; scoprendo immediatamente le sue, il Pavia otteneva già al 9’ il successo. Un’azione in profondità sospinta a tutto vapore da Buzzin, Cipolla e Serone, e conclusa da quest’ultimo come si conveniva: il pallone terminava alle spalle di Giorcelli. L’occasione si riproponeva ancora nel primo tempo agli avanti pavesi, non altrimenti felici nella conclusione però, mentre i grigi parevano subire l’azione avversaria quasi a voler lasciar sfogare tanta veemenza di gioco. Ed infatti il Pavia accusò nella ripresa lo sperpero d’energie, ma il suo conseguente ripiegamento sulla linea difensiva fu giudizioso e agevolato dalla gran giornata del portiere Lombardi, che con alcune uscite provvidenziali seppe sventare molte situazioni pericolose, portate specialmente da Dania e Giraudo. Ed una volta lo salvò il palo: ma Giraudo, autore del tiro, avrebbe con più calma potuto meglio approfittare dell’occasione… Non si possono nella spettacolare contesa distinguere meriti e demeriti delle due squadre che sul campo si sono equivalse; non discuteremo perciò il risultato. Sia al Pavia che all’Alessandria il campionato può ancora offrire molte soddisfazioni, individualmente citeremo come superiori ai compagni i due portieri, Guaschino, Dania, Giraudo, Braga, Castelli, Cipolla. Ma tutti meritano plauso. E un plauso anche a Galeati, naturalmente. (Gianni Montanari, «La Gazzetta dello Sport», 29 gennaio 1951) Foni viene alzato con grande fatica (forse le ultime energie sono spese in questo sforzo da Buzzin e compagni) e portato in trionfo. Il pubblico è in piedi, fremente applaude a lungo e grida e chiama i suoi pupilli con i più bei vezzeggiativi. È la loro ora, è l’ora dei granata, è la loro grande vittoria che corona un ciclo di imprese veramente superbe. Ma ritorniamo indietro, senza lasciarci trascinare dall’entusiasmo, quantunque ne avremmo una voglia matta, per raccontarvi da fedeli cronisti l’andamento di quella che si amava definire alla vigilia la partita chiave. Alle 15 esatte, con mezz’ora di ritardo sul normale orario di inizio delle partite, per aspettare i tifosi alessandrini che numerosi sono scesi alla città delle cento torri, si è iniziata la partita alla presenza di un pubblico valutato a circa seimila persone. Confessiamo che nutrivamo qualche dubbio sulla perfetta efficienza dei granata, ma subito dopo i primi colpi di pallone, ci siamo dovuti ricredere: abbiamo capito che oggi il lauro non avrebbe potuto che cingere il capo dei granata. Subito al primo minuto di gioco su una punizione battuta da Castelli, Cipolla riprende il corto rimando e al volo stanga a rete, mandando la palla a sibilare appena sopra la traversa. Il Pavia si è presentato! Le trame dei granata si snodano piacevoli e veloci e mettono in serio imbarazzo la retroguardia grigia che non riesce a controllare la prima linea avversaria. Difatti, al 9’ i granata passano in vantaggio: rovesciata di Buzzin a metà campo che porta il pallone sui piedi di Cipolla, veloce la mezz’ala spedisce il medesimo nel corridoio libero dove Serone si infila con prontezza e a contratto di gomito con Guaschino elude l’uscita di Giorcelli con una precisa fucilata di sinistro che s’insacca nell’angolino basso. Gran fermento sugli spalti, mentre i giocatori in campo si contendono accanitamente la palla, ma è ancora il Pavia che si fa minaccioso e al 24’ su passaggio di Castelli, Buzzin potrebbe raddoppiare il vantaggio trovandosi quasi solo davanti al portiere, ma la palla da rete viene da questi nettamente mancata. Subito dopo però pare che l’Alessandria si svegli e riesca ad eliminare la patina di incertezza che sovrastava tutte le sue azioni; ma è solo un fuoco di paglia. Dopo una magnifica uscita di Lombardi che attanaglia il pallone sui piedi di Albertelli, è ancora il Pavia che torna piacevolmente all’attacco e presenta in svariata maniera, ma sempre con eguale pericolosità, a turno i suoi migliori uomini di punta davanti alla rete di Giorcelli che compie acrobazie per stornare le minacce. Al 36’ sembra che la prodezza di Serone venga dal medesimo bissata: sul tocco intelligente di Cipolla, per un soffio, questa volta arriva prima il portiere grigio. Al 40’ su di un improvviso rovesciamento di fronte l’Alessandria fruisce di una punizione un po’ fuori dal limite dell’area. Arezzi fa partire un vero bolide che Lombardi riesce a deviare in angolo. Sta per cade il tempo, quando Gottardo riesce ad eludere Gabbiani, ma il suo tiro troppo impreciso a causa della lunga volata non arriva a segno. Vanno al riposo le squadre, mentre in noi e nel pubblico si fa sempre più strada la certezza della vittoria finale: in questo scorcio di partita le reti potevano essere raddoppiate o triplicate, e questo sarebbe stato più giusto dato il lavoro svolto dalle opposte squadre. Subito al 1’ del secondo tempo Serone ricambia la cortesia a Cipolla inviandogli un docile pallonetto, quando la mezz’ala era completamente smarcata; tiro-saetta, ma Giorcelli in perfetto «volo d’angelo» tocca la palla nell’angolino alto e riesce a spedirla in calcio d’angolo. I grigi incominciano da questo momento a farsi luce meglio di prima e a portare più consistenti attacchi a Lombardi che tra l’altro però se la cava magnificamente. Al 16’ sembra che il pareggio sia cosa fatta; ma il palo respinge il tiro di Giraudo che si era trovato in posizione adatta per segnata a causa di un difettoso rimando di Lombardi. Qualche minuto dopo Gottardo a causa di una fallosa entrata di Guaschino deve lasciare il campo e vi rientrerà completamente inutilizzabile al 23’. Ora il Pavia lascia la tattica offensiva e si asserraglia in difesa, ordinatamente però, per cercare di portare in porto il risultato conseguito, non tralasciando però ogni qual volta capiti l’occasione di rovesciare completamente il fronte e portarsi in massa all’attacco. Ed ha buon gioco anche con questa tattica. Da segnalare prima che termina la partita un magnifico «a solo» di Buzzin che fa sibilare il pallone appena sopra la traversa della rete degli alessandrini e un tiro di Savoini che manca nettamente il bersaglio da una posizione favorevolissima. Poi la fine e le scene che vi abbiamo descritto in apertura. A voler mettere un voto in un’ipotetica pagella sarebbe un compito assai difficile: proprio non sapremmo se premiare di più lo sgobbone Braga, l’irruente Buzzin, i potenti Colla e Cerri o i giocatori dal tocco sapiente quali Cipolla e Serone, o lo sgaiattolare di Gottardo; tutti si meritano un «lodevole», da Gazzaniga sacrificato all’ala sinistra a Lombardi, palla di gomma! L’Alessandria aveva in giornata non felice qualche ottimo elemento, tuttavia ha egualmente mostrato il suo reale volto di squadra da primato. Di essa vanno citati in modo particolare il portiere Giorcelli, Guaschino, Vitto, Dania. Ha diretto magnificamente l’incontro, in quanto a valutare falli, ma ha lasciato un po’ troppo correre sul gioco, l’arbitro Galeati. (Carlo Tagliasacchi, «La Provincia Pavese», 30 gennaio 1951) PAVIA-ALESSANDRIA 1-0 Partita magnifica per combattività e contenuto tecnico, benché a tratti si sia giocato con irruenza eccessiva. Partiti fortissimo, i pavesi pervengono al successo al 9’ per merito del centrattacco Serone che, imbeccato da Cipolla, pianta in asso Guaschino e segna magistralmente. Vano è lo sforzo dei grigi per pareggiare e dei granata di Pavia per aumentare il vantaggio. La partita vivrà di episodi emozionanti, tra i quali un palo di Giraudo, ma non cambierà volto. Buoni tutti i pavesi; tra i grigi Giorcelli, Guaschino e Dania sono stati i migliori. («Stampa Sera», 29 gennaio 1951) LA SCONIFTTA DI PAVIA Di chi la colpa? L’Alessandria sta puerilmente rinunciando alla possibilità di risalire in Serie B - Pronostico incerto per la trasferta a Varese Oltre duemila alessandrini hanno seguito la squadra grigia nella trasferta di Pavia e sono tornati disillusi dal comportamento della squadra. I commenti sono stati aspri, ma nel dolore della sconfitta i nostri sportivi non sono riusciti a comprendere il perché del tracollo. La squadra, che la domenica precedente aveva dato prova di aver raggiunto una inquadratura atta a travolgere le più ferree difese, si è comportata puerilmente di fronte alla volonterosa ma modesta compagine pavese. Diremo subito che l’allenatore dei grigi ha iniziato il campionato molto male inserendo Dania all’ala sinistra, ed ha finito il girone d’andata ancora peggio. Dopo la felice prova contro la Gallaratese siamo andati a Pavia convinti di vedere lo stesso schieramento dei reparti, ma con nostra dolorosa sorpresa abbiamo subito riscontrato che gli ordini di scuderia erano stati dati diversamente; infatti, Pietruzzi non era più interno sinistro ma bensì quarto mediano e Vitto giocava nel ruolo di terzino volante; sarebbe come dire un mezzo sistema per battere il sistema. Ne è venuto fuori un aborto perché, se sulla sinistra Vitto e Pietruzzi giocavano a ridosso, sulla destra Albertelli per la sua tendenza a giocare arretrato non era mai in linea con Dania e sostava nella zona intermedia; per giunta Arezzi, che ha tendenza a spostarsi in avanti, era sempre sulla stessa linea di Albertelli. I lati del quadrilatero erano scomparsi. Si è avuto quindi un attacco ridotto a tre uomini; Savoini doveva fare da ala e mezz’ala; Dania, mancandogli l’interno destro portava la palla al centro, e Giraudo, venutogli a mancare il rifornimento da parte di Pietruzzi, ha giuocato confusamente, cioè correndo in lungo e in largo senza impostazione di trama di gioco, e nella volontà di strafare ha tolto prima a Pietruzzi poi a Guaschino due palloni da rete, con falli di mano che stanno a dimostrare come nel momento decisivo i riflessi non erano a posto. Con una simile impostazione c’è da meravigliarsi che il Pavia non abbia segnato tre reti come le aveva segnate il Sanremo. Nel secondo tempo l’Alessandria è passata all’attacco, ma la rete di svantaggio aveva provocato orgasmo nei nostri giocatori, a tutto discapito dell’azione ordinata e conclusiva. La difesa ha giocato con bravura, Giorcelli ha parato un tiro di Cipolla nell’angolino alto, con un volo in due tempi, di perfetta percezione ed ha tolto dai piedi dell’interno sinistro avversario una palla con un tuffo temerario. Anche Scarrone e Gabbiani hanno giocato forte. Sarebbe assurdo scaricale la colpa su questo o quel giocatore, mentre si rende indir pensabile seguire quel concetto tecnico che si addice alla nostra squadra ed innanzitutto sarebbe cosa molto opportuna che la direzione dell’Alessandria rendesse edotta la massa degli sportivi sul modo con cui si procede alla formazione della squadra, perché le voci sono diverse e non sarebbe giusto incolpare Tizio la colpa è di Caio. Chi decide la formazione della squadra? Ci sono consulenti tecnici con voce in capitolo o solo sull’allenatore ricadono le responsabilità? Qui si sta rinunciando puerilmente alle possibilità di risalire in Serie B, ed è giusto che in tempo debito si sappia a chi dovremo dire grazie. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 3 febbraio 1950) RISULTATI: Biellese-Sestrese 4-0 Casale-Rapallo 2-1 Gallaratese-Savona 1-1 Lecco-Villasanta 3-0 Luino-Mortara 1-0 Monza-Sanremese 2-1 Omegna-Fossanese rinviata per impraticabilità del campo Pro Vercelli-Saronno 1-1 Varese-Magenta 2-1 CLASSIFICA: Monza 30; Alessandria, Gallaratese 26; Pavia, Sanremese 25; Casale, Saronno 21; Biellese, Lecco, Savona 19; Rapallo 17; Magenta, Mortara, Villasanta 16; Fossanese, Pro Vercelli, Varese 15; Omegna 14; Sestrese 13; Luino 10. *: una gara da recuperare Il punto sul campionato Il Monza, vittorioso sulla Sanremese conquistò il titolo di campione d'inverno. La Gallaratese pareggiò contro il Savona rimanendo a quattro punti dalla vetta ma agganciando l’Alessandria che perse il confronto in casa del Pavia. Su un terreno pantanoso, per la pioggia insistente, il Casale riuscì a superare il Rapallo. Poker di reti della Biellese alla mal capitata Sestrese. Il risultato più sorprendente della giornata vide il Luino, ultimo, vincere contro il Mortara. La gara tra Omegna e Fossanese venne rinviata per impraticabilità del campo.