Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1950/1951
Serie C
14-02-1951 - Giornata: 20 - Varese - Franco Ossola


Varese FC - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 3. Oldani (I) A. [Va]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Scarrone Secondo, Gabbiani Mario, Arezzi Giuseppe, Guaschino Paolo, Vitto Luigi, Dania Dino, Albertelli Lanfranco, Giraudo Franco, Pietruzzi Mario, Savoini Giulio All.: Cargnelli Tony

Formazione avversaria
VARESE FC: Zanotti; Marzoli, Campi; Ronconi, Mandich, Camotti; Destri, Oldani (I) Alberto, Lavizzari, Allosio, Meneghetti. All.: Vojak (I) Antonio.

Arbitro: Marchetti Armando (Milano)
Note
Recupero della gara rinviata il 4 febbraio 1951. Espulso al 73’ Albertelli [A]. Inizio gara ore 15:30.

Commento
RAVE SCONFITTA SUBITA DAI GRIGI A VARESE Domani altra difficile trasferta a Biella Dalla vittoria per 6-0 contro la squadra materasso del girone, l’Alessandria è andata a cadere Varese in modo pietoso. Tutti gli sportivi che hanno seguito i grigi sono tornati mortificati dal comportamento della squadra che ha giocato ad un livello inferiore alla mediocrità. Il risultato non ci ha stupiti in quanto nella partita contro l’Omegna alla nostra squadra, pur vincendo per 6-0, aveva messo in evidenza lacune gravi. Dopo il comunicato della Direzione dell’Alessandria alla nostra interrogazione per sapere su chi ricadano le responsabilità dell’indirizzo tecnico, visto che lo allenatore Cargnelli ha carta bianca ci permettiamo di rivolgergli le seguenti domande: dopo la partita col Pavia perché negli allenamenti settimanali non ha fatto disputare la solita mezz’ora di gioco tra prima e seconda squadra, inserendo nei reparti dei titolari le riserve che un giorno potranno rendersi utili? Non pare al sig. Cargnelli che cadetti stiano diventando materia per penicillina mentre giocatori notevolmente anziani palesano necessità se non di sostituzione per un rispetto che si deve a coloro che hanno dato prove di attaccamento ai colori sociali, di breve riposo almeno, in particolar modo quando si gioca in casa contro l’Omegna? In detta partita anche Albertelli, che quest’anno era apparso fra migliori nostri elementi, aveva giocato in condizioni fisiche precarie: e perché il tecnico non se ne accorge e lo pone allo sbaraglio sul campo del Varese? Dall’inizio del campionato abbiamo accennato alla mancanza del quadrilatero nella nostra squadra che non giocando il metodo applica una promiscuità indefinibile, in particolar modo sulla destra; Arezzi gioca sempre troppo in avanti, Alberelli sempre troppo indietro, entrambi in una zona neutra non per evitare spreco di energie, ma perché i due giocatori hanno tendenza il primo a spingersi all’attacco il secondo in difesa; inoltre l’uomo non è una macchina ed è suscettibile ad alti e bassi di forma e non è detto, perché uno ha giocato in serie A, che abbia l’obbligo di giocare tutte le partite di campionato senza diritto o necessità di riposo. Tra l’altro i giocatori di riserva, da quando si è iniziato il gioco del calcio, sono sempre stati addestrati tra i titolari prima di essere inseriti in squadra per il collaudo decisivo, e giocatori come Bussetti, Piccione, Benzi, Barcellona, Cresta, Streppi, ecc. avrebbero potuto maturare allenandosi tra i titolari. Procedendo di questo passo, egregio signor Cargnelli, lei sarà sempre a posto, la colpa sarà degli Albertelli, dei Pietruzzi, degli Arezzi, ecc. come si è verificato nella partita di mercoledì in cui è crollata quasi tutta la squadra: ma la colpa, siamo sinceri, non è tutta dei giocatori, perché lei sa benissimo che quest’anno hanno dimostrato attaccamento ai colori sociali e serietà negli allenamenti. Cerchi quindi di rivedere il sistema di schieramento della squadra e poiché è già considerevole il lavoro di preparazione di tutti i giocatori alle sue dipendenze, cerchi di ottenere la cooperazione, sincera, cordiale di ex giocatori dell’Alessandria che potrebbero essere A valle, Savoiardo, Cattaneo, Gandini, Banchero, Cornara, ecc. i quali potrebbero formare una commissione tecnica di grande utilità, perché conoscono il nostro gioco, il temperamento degli atleti, i pregi ed i difetti, più di quanto potrebbe fare un ottimo allenatore nuovo alle caratteristiche del calcio alessandrino. (Andrea Canestri, Il Piccolo, 17/02/1951) Non è dunque dato all’Alessandria di poter metter piede in Lombardia senza riceverne un potente pestone. È capitato ai grigi di perdere a Saronno, a Lecco, a Pavia ed ora a Varese. Forse è il doveroso aiuto che gli amici di Lombardia porgono alle tre squadre corregionali (Monza, Pavia e Gallaratese) che lottano per il primato. Perciò chi stamane aveva pubblicamente detto che per l’Alessandria la vittoria a Varese sarebbe stata unicamente questione di volontà, ha perlomeno mancato di memoria. Senza contare che è sempre pericolosissimo il misurar le squadre secondo la loro classifica. Che la partita di oggi abbia dato ragione alla bellissima seconda posizione dei grigi, è vero. Ma è altrettanto vero che un Varese come quello di oggi non meritava quella posizione di coda in cui era rimasto sino a tre giorni fa, né merita la posizione di centro cui è ora approdato: merita addirittura qualcosa di più. Un Varese magnifico, quale nemmeno se lo sognavano i dirigenti e i giocatori di Monza, Pavia e Gallaratese, qui al completo per far tifo. Il miglior Varese dall’inizio del campionato ad oggi. È apparsa in chiaro ieri la straordinaria differenza fra il complesso biancorosso visto ad esempio contro il Monza e questo. Non più undici uomini in balia del loro individualismo, ma una formazione compatta, atleticamente preparatissima, prima nell’anticipo e sulla palla lanciata, dimentica delle crisi di forma che aprono i vuoti più paurosi. È stato appunto nella velocità il «pollice verso» per la compagine dell’Alessandria. Il classicismo dei grigi si è trovato ancora una volta a disagio contro le sciabolate in profondità, le azioni travolgenti, il brio dei varesini. Non importa se i piemontesi si sono trovati contro una squadra ben meno fisicamente pesante e assolutamente corretta, cioè se sono stati invitati a far gioco: era appunto il gioco, inteso come velocità, ciò che creava il divario. La velocità e la semplicità. Il Varese sembrava oggi odiare le cose inutili; l’Alessandria è invece spesso ricaduta nell’esasperazione del classicismo, e si è invischiata da sola. L’esame dei singoli è cosa pressoché inutile, poiché – pur senza aver fatto nomi – è intuibile dai concetti generali della partita che non negli uomini (quasi tutti eccellentemente prodigatisi), bensì nel gioco risiedeva il «quid» che ha distinto vinti e vincitori. Il miglior uomo dell’Alessandria è stato Dania, ma Albertelli, Arezzi, Vitto, Guaschino e Gabbiani han fatto quando era possibile fare. Nel Varese ha trionfato l’assieme in cui si fondevano i veri prodigi di una mediana generosissima e di due terzini fini quanto potenti. Il leggero attacco biancorosso ha girato a dovere, però con lacune intermittenti in Lavizzari e Alloisio. Il Varese ha iniziato al galoppo, Le sue rapide discese portavano colpi secchi al muraglione avversario, fin che al 3’ giunse il primo calcio d’angolo. Lo batteva Meneghetti, e Oldani di testa deviava a rete un pallone con traiettoria tesa. Giorcelli poteva toccare la sfera, alzandola sensibilmente, ma non quanto bastasse per rimandarla in corner: così il proiettile finiva in gol. Centottanta secondi: gioco fatto. Reazione dell’Alessandria, appoggiata dalla mediana. Tra i vuoti si infilavano però i contropiede biancorossi, e al 7’ Destri precedeva Giorcelli uscito in tuffo, ma sparava fuori. Con un gioco minuziosamente elaborato l’Alessandria tentava di reagire alle elettrizzate azioni del Varese: al 14’, riprendendo una punizione di Arezzi, respinta, Scarrone colpiva con un lungo spiovente la traversa. Ma Zanotti era lì pronto. Occasionissima al 18’: Giraudo solo in area saettava a lato. Al 23’ tocca a Pietruzzi, da venti metri: tiro che sorprende il portiere, ma pallone fuori centro. In tutto ciò è condensata la smania del pareggio. Il Varese lotta con più calma, ma fallisce lui pure le sue occasioni. L’ultima del primo tempo è però ancora dei grigi, centra Dania verso Giraudo, ma prima di tutti arriva con un gran balzo Mandich, che salva. Ripresa. Nemmeno un minuto e Oldani – fuggito solissimo – batte Giorcelli: traversa che rimbomba per la gran legnata. Niente secondo gol. Il Varese spara le ultime cartucce prima di tirarsi in difesa: al 16’ Lavizzari (testa) fa volare Giorcelli, e sulla respinta parte Albertelli che mette fuori un buon pallone. L’Alessandria attacca disperatamente; al 22’ Giraudo centra, gran testata di Savoini, Zanotti para. Immediata risposta: Giorcelli para a stento su Lavizzari. La bellissima partita oscilla insomma tra il 2-0 e l’1-1. Al 28’ un po’ di giallo: calcione a freddo di Albertelli (persa proprio la testa!) a Campi, Marchetti è lì: espulsione sacrosanta. L’Alessandria in dieci non perde lena: tiro alto di Giraudo al 30’, idem di Savoini al 35’ (ma poco prima Lavizzari aveva sprecato un’occasione aurea). Al 38’ l’ultimo capitoletto della cronaca: Destri attira fuori Giorcelli, ma il portiere la trattiene. Rigore? Marchetti pensa di no, perché la palla sembrava già in gol, invece questa va a lato, ed è troppo tardi per fischiare. Vero infortunio per un magnifico arbitraggio. Infine l’Alessandria cerca di battere le scorciatoie della «zona Cesarini». Invano, come intuito dal sensazionale risultato. (Gian Mario Maletto, «La Gazzetta dello Sport», 15 febbraio 1951) Il Varese, con una rete di Oldani, segnata al 3’, ha battuto oggi l’Alessandria sulla partita di ricupero. Tuttavia il Varese ha vinto meritatamente: la sua superiorità è spiccata in tutta la partita. Sul risultato ha influito soprattutto il differente rendimento complessivo delle mediane: nei locali, infatti, Ronconi, Mandich e Comotti sono stati tra i migliori. I grigi, per l’incertezza della loro difesa, escluso Giorcelli ottimo come sempre, hanno giocato una partita scialba; anche l’attacco, nonostante l’impegno di Giraudo, Dania e Albertelli non ha «girato» troppo. Albertelli, per un fallo su Campi, veniva espulso al 28’ del secondo tempo. Ed ecco qualche cenno di cronaca: come abbiamo detto, il Varese entrava subito in vantaggio, segnando con Oldani il quale, entrato di testa su un tiro d’angolo precedeva Guaschino e metteva in rete, nonostante il tuffo acrobatico di Giorcelli. («l’Unità», 15 febbraio 1951) CLASSIFICA: Monza 33; Alessandria, Gallaratese, Sanremese 28; Pavia 27; Casale, Saronno, Savona 23; Rapallo 21; Biellese, Lecco 20; Fossanese, Varese 19; Magenta 18; Villasanta 17; Mortara 16; Pro Vercelli, Sestrese 15; Omegna 14; Luino 11. *: una gara da recuperare.