Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1950/1951
Serie C
25-02-1951 - Giornata: 23 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Mortara AC 3 - 0 (2 - 0)
RETI: 30. Dania D.[A], 39. Soffrido L.[A], 88. Arezzi G.[A]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Scarrone Secondo, Gabbiani Mario, Arezzi Giuseppe, Vitto Luigi, Pietruzzi Mario, Piccione Andrea, Guaschino Paolo, Dania Dino, Soffrido Luigi Vittorio, Savoini Giulio All.: Cargnelli Tony

Formazione avversaria
MORTARA AC: Zambelli; Calvi, Re; Mascherpa, Sala, Tacchino; Collimedaglia (II), Collimedaglia (I) Aldo, Vay, Bonelli, Ravasi. All.: Barale Oreste.

Arbitro: Menchini Lorenzo (Udine)
Note
Terreno pantanoso. Inizio gara ore 15.00

Commento
Il terreno pantanoso per la recente nevicata e le due squadre largamente rimaneggiate, hanno combinato una partita povera di tecnica e ricca di facili occasioni sprecate dall’Alessandria. Il Mortara non ha mai dato l’impressione di poter segnare. I grigi pur avendo giocato la loro peggiore partita avrebbero raccolto un bottino ben più cospicuo solo se fossero stati meno precipitosi nelle immediate vicinanze del portiere avversario. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 26 febbraio 1951) FACILE PER L'ALESSANDRIA SUPERARE IL MORTARA: 3-0 Un pareggio del Monza - L'inatteso 5-1 del Magenta a Casale I grigi avrebbero potuto battere largamente l’incompleta compagine avversaria se avessero svolto un gioco più sbrigativo anziché attardarsi in inutili palleggi fallendo inoltre parecchie occasioni a portiere battuto. Le reti sono state segnate da Dania al 30’, Soffrido al 39’ del primo tempo e Arezzi al 43’ della ripresa. («Stampa Sera», 26 febbraio 1951) Come era già stato preventivato, la squadra lomellina non ha potuto, nella difficile trasferta di Alessandria, far altro se non cercare di contenere nei limiti il risultato. L’aver perso con il solo scarto di tre reti – come se tale scarto fosse cosa da nulla, eppure, nella situazione attuale del Mortara, dopo le ultime piuttosto sonore batoste, il passivo può parere soddisfacente – l’aver perso, dunque, con il solo scarto di tre reti deve far pensare che il Mortara stia trovando la giusta carburazione perché il risultato avrebbe potuto esser ben più severo, a carico dei lomellini, se i grigi alessandrini non fossero stati tanto maldestri nell’attimo conclusivo e se nei tiri finali fossero stati un po’ più centrati. Guardando il gioco, come tecnica e capacità, come intelligenza e come coesione, infatti, l’Alessandria avrebbe potuto rimandare a casa i blu mortaresi con un passivo molto più gravoso e la sconfitta di questi ultimi avrebbe potuto assumere proporzioni ben più vistose senza che nessuno potesse meravigliarsi. Se i gol fossero stati sei o sette, chi avrebbe avuto il coraggio di gridare allo scandalo? C’era, tra le due squadre in campo, una netta differenza di classe, una così netta superiorità da parte dell’Alessandria da togliere alla gara ogni minimo dubbio circa il risultato finale. Solo incertezza poteva esserci per il numero dei gol che gli avanti in maglia grigia sarebbero stati capaci di infilare nella rete di Zambelli. Ed in questo, siamo sinceri, gli attaccanti alessandrini ci hanno un po’ deluso perché dopo aver costruito, con arte ed eleganza, piacevolissime trame di ottima fattura tecnica si perdevano, al momento conclusivo, nel solito bicchiere d’acqua finendo con il rovinare, in un solo attimo, ciò che avevano costruito in minuti interi di gioco. Da quando vi abbiamo detto già avrete capito che la vittoria dei grigi non fa una grinza e che anzi se discretamente misero, parliamo sempre il rapporto al gioco svolto, è stato il risultato finale, ciò va attribuito più a demerito degli stessi alessandrini che non ad effettivo merito dei lomellini. Questi possono dirsi davvero fortunati di aver trovato un’Alessandria tanto… magnanima da non schiacciarli sotto il peso di un catastrofico risultato. L’Alessandria ha giocato una partita onesta, senza bisogno di premere sull’acceleratore perché il Mortara non è davvero la squadra che possa, oggi, aspirare a metter in difficoltà una qualsiasi compagine che abbia un certo qual grado di omogeneità e di organicità. I tecnici lomellini hanno messo in campo una prima linea rivoluzionata e nella quale esordiva un giovane e rientrava un anziano. Non sappiamo se questa prima linea fosse stata messa in campo a scopo sperimentale o solo a scopo di risparmiare qualche titolare in non perfette condizioni di forma. C’è da sperare in questa seconda ipotesi perché, nel primo caso, l’esperimento odierno sarebbe finito in un sonoro, prevedibilissimo fiasco. Vay, al centro, è mancato completamente: manca di idee, di intelligenza, di [illeggibile], incapace di comandare e di trascinare la prima linea in una qualsiasi azione degna di tale nome; Collimedaglia II, all’ala destra, non può esser nemmeno lontanamente paragonato a Zorzolo. Ravasi è stato, tra gli attaccanti, il migliore: troppo poco, solo, per sperare di metter in imbarazzo la difesa alessandrina, che non ha avuto alcuna difficoltà a contenere il gioco dei lomellini, gioco, d’altra parte, privo di sicurezza e di ordine. Calvi, altro giovane che già giocò, in prima squadra, contro il Pavia è apparso lento. Per il resto ha dimostrato di avere buoni numeri e di essere in possesso di una discreta tecnica. Certo la situazione del Mortara non è davvero rosea: con una simile squadra si può anche retrocedere. Bisogna che il Mortara si decida a raggranellare qualche forza per togliersi dalla delicata posizione attuale. Il che, giocando così, non è davvero facilissimo. (Franco Riccardi, «La Provincia Pavese», 27 febbraio 1951) DOMANI I "GRIGI" GIOCHERANNO A CASALE Rientra Albertelli - Dania al centro Domenica scorsa l’Alessandria, in una formazione come al solito infelice, perché i giocatori sono costretti a coprire ruoli inadatti, si è esibita in una partita quanto mai modesta. Fortunatamente negli ultimi minuti dell’incontro è scaturito da Arezzi il solito goal di prepotenza che ha soddisfatto i tifosi; altrimenti già aleggiava in aria un’atmosfera di disapprovazione e di fischi, sempre deplorevoli poiché non avrebbero certo giovato a rinsaldare il morale della squadra in questo periodo cruciale. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 3 marzo 1951) RISULTATI: Gallaratese-Biellese 2-1 Magenta-Casale 5-1 Monza-Lecco 2-2 Pro Vercelli-Fossanese 1-0 Rapallo-Pavia 1-1 Sanremese-Luino 4-1 Saronno-Omegna 2-0 Savona-Sestrese 1-0 Varese-Villasanta 2-0 CLASSIFICA: Monza 36; Alessandria, Gallaratese 31; Pavia, Sanremese 30; Savona 26; Saronno 25; Casale, Lecco, Varese 23; Rapallo 22; Biellese, Fossanese, Magenta 21; Villasanta 19; Pro Vercelli 17; Mortara, Sestrese 16; Omegna 15; Luino 12. *: una gara da recuperare Il punto sul campionato Al termine di una gara controversa in cui rimase in dieci uomini per l’espulsione di Soldani, il Monza pareggiò contro il Lecco. Riuscì a rosicchiare un punto la Gallaratese, come l’Alessandria, che sconfisse un’ottima Biellese che fini la gara in dieci uomini per l’espulsione di Barera. Partita scialba e povera di contenuto ma la Sanremese ottenne un’ampia vittoria contro il Luino, fanalino di coda del torneo. Con una rete segnata da Mantero il Savona batté la Sestrese. Il Saronno, di misura, sconfisse l’Omegna: match winner Paladini. Lavizzari ed Oldani, con un gol per tempo, permisero al Varese di battere il Villasanta. A un minuto dalla fine, con Rostagno, il Pavia riuscì a uscire imbattuto dal campo del Rapallo.