Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1950/1951
Serie C
04-03-1951 - Giornata: 24 - Casale Monferrato - Natale Palli


Casale AS - Alessandria US 3 - 0 (2 - 0)
RETI: 32. Savioni M. [Ca] , 34. Cuzzoni G. [Ca] , 70. Ferrarotti R. [Ca]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Scarrone Secondo, Gabbiani Mario, Arezzi Giuseppe, Vitto Luigi, Bussetti Luigi, Dania Dino, Albertelli Lanfranco, Guaschino Paolo, Piccione Andrea, Savoini Giulio All.: Cargnelli Tony

Formazione avversaria
CASALE AS: Angelino; Ghisio, Ferrarotti; Asiano, Di Cuonzo, Canessa; Operto (I) Giovanni, Ferraris, Cuzzoni, Gambino, Savioni. All.: Mazzucco Alberto.

Arbitro: Piemonte Erminio (Monfalcone)
Note
Inizio gara ore 15:00.

Commento
DOPO LA SCONFITTA DI CASALE NAUFRAGATE LE ULTIME SPERANZE DI RISALIRE IN SERIE B Domani al Moccagatta é di turno la Sestrese Con la sconfitta di Casale l’Alessandria ha perduto quasi definitivamente le speranze della promozione in serie B. L’umiliante fine dei grigi non ci sorprende e fin dalle prime partite di campionato avevamo messo a nudo la completa mancanza di un sistema di giuoco, la posizione a rovescio del nostro quadrilatero e la continua incongruenza nell’innesto di vari giocatori in ruoli inadatti. Ora i lettori vorrebbero che noi ci rendessimo promotori di una levata di scudi, contro i dirigenti, l’allenatore ed i giocatori. Tale desiderio non ci trova consenzienti perché crediamo che la critica deve essere fatta serenamente a priori, prima e non dopo la partita; prevenire possibilmente la crisi ed evitare gli errori; il resto rimane un semplice fatto di cronaca e poiché l’Alessandria è una Società, sono solo i soci, che ne hanno la possibilità, se lo credono opportuno, di esprimere il loro disappunto. La situazione è grave, perché durante l’annata anziché valorizzare quei giocatori che a fine d anno avrebbero potuto risanare in parte il bilancio, nel tentativo di coprire le falle della formazione gli stessi so no rimasti in ombra con un risultato tutt’altro che confortante. A Casale, dopo un quarto d’ora di bel gioco la squadra è andata alla deriva perché è subentrata la sfiducia, cosa che del resto accaduta anche ai bianco-neri nel secondo tempo sul campo del Milan di fronte alla sconfitta. Il fattore morale piega le gambe ai giocatori, e non c'è classe che tenga, la sfiducia tarpa le ali all’entusiasmo, sia ai giocatori di Serie A come a quelli di Serie C ed i grigi, con le loro formazioni astruse, non potevano superare il livello della mediocrità. A coloro i quali sono responsabili del tracollo auguriamo buon lavoro nel tentativo di salvare il salvabile. A i giocatori, questa volta non possiamo dare nessuna colpa, hanno dato quello che potevano dare, si sono sempre allenati rispettando gli ordini dell’allenatore, e qualcuno si è anche spremuto con abnegazione. (Andrea Canestri, Il Piccolo, 10/03/1951) Rispettata anche stavolta la tradizione che da molti anni vuole le casacche grigie superate dalle maglie nerostellate. L’Alessandria è stata l’ombra della bella squadra che conoscevamo e, oltre a non avere segnato, non ha costruito nessuna di quelle belle azioni che, per quanto sterili, rappresentavano almeno i segni della sua classe. L’inizio è subito favorevole al Casale che mostra un portiere per nulla emozionato dall’esordio in prima squadra e tutti gli uomini pieni di grande volontà di vittoria. Dopo mezz’ora di gioco alterno, al 32’ e al 34’ la partita si risolve con due magnifiche azioni del Casale, condotte, la prima da Gambino, Ferraris e Operto con bersaglio finale di Savioni, la seconda da Di Cuonzo, Operto e Savioni con tiro conclusivo di Cuzzoni. Nella ripresa, l’Alessandria conduce il primo quarto d’ora con decisione, ma la superiorità territoriale dei grigi non approda a nulla. Poi è ancora il Casale a riprendere le redini del gioco e dopo avere segnato, la terza rete al 25’, su tiro di punizione effettuato con molto effetto da Ferrarotti, termina dominando nettamente gli sperduti alessandrini, anche in linea tecnica. Dei casalesi, tutti da elogiare: ottimi Di Cuonzo, Canessa, Operto e Cuzzoni. Fra gli ospiti si sono salvati Dania, Vitto e Scarrone. (Luciano De Bernardi, «La Gazzetta dello Sport», 5 marzo 1951) IL CASALE SI IMPONE ALL'ALESSANDRIA: 3-0 L’esito dell’incontro rende superfluo ogni commento; tuttavia, si può aggiungere che l’impegno ha trionfato dell’abulia, e la passione ha travolto il calcolo. Probabilmente i grigi, facendo troppo affidamento sulle tre successive sconfitte degli avversari e sull’assenza di Mornese, sono scesi in campo con eccessiva sicurezza in se stessi, rimanendone invece traditi. Già al 3’ di gioco una combinazione Ferraris-Cuzzoni parve dar scacco matto a Giorcelli; si doveva invece attendere il 32’. Palla a Ferraris, passaggio ad Operto che allunga a Savioni; questi, battendo nel tempo Giorcelli uscito di porta, insacca fra un subisso di applausi del pubblico locale. Si attende la reazione dei grigi, invece sono appena trascorsi 2’ che un’azione combinata fra Di Cuonzo, Operto, Savioni, Gambino è concretata da Cuzzoni. Al 26’ della ripresa Ferrarotti, con tiro angolato su calcio di punizione, porta a tre le reti in favore dei nerostellati. Fra il 30’ e il 35’ i grigi abbozzano infine una reazione, ma si erge dinanzi ai loro assalti una difesa insormontabile. Degli alessandrini soltanto Dania si è salvato dalla cattiva prova generale. Buona prova generale di tutti i nerostellati. (E.D.A., «Stampa Sera», 5 marzo 1951) VANNO A CATAFASCIO I GRIGI E SUBISCONO TRE RETI A ZERO L’incontro Casale-Alessandria non ha deluso l’aspettativa. Tecnicamente non ha soddisfatto che al 32’, quando è venuto il primo gol seguito al 34’ dal secondo; quando cioè il Casale, insediato all’attacco, vi si è piazzato irremovibilmente. Per il resto è stato un susseguirsi di scorribande velocissime, che facevano spesso trattenere il respiro al pubblico, ma in cui la tecnica non faceva che fugaci esibizioni. Che i grigi sperassero di vincere era provato, se non altro, dalla mobilitazione che avevano posto in opera. La loro posizione in classifica è indizio indiscutibile della loro superiorità, che avrebbe dovuto avere il sopravvento di fronte una squadra reduce da tre sconfitte, delle quali due con grave punteggio. L’Alessandria avrebbe potuto aspirare alla vittoria se durante tutta la partita avesse giocato con lo stesso ritmo iniziale. Davanti alla difesa nerostellata non ha saputo trovare invece la forza di reazione necessaria per liberarsi del blocco e puntare risolutamente alla vittoria. Lo scavalcare una difesa in gran vena fu un osso duro per l’attacco grigio. È stato come pelare un fico d’India con le mani: più lo rigiri per trovare il punto buono, più spine ti si ficcano nei polpastrelli. Un guaio: in questo guaio è incappata l’Alessandria quanto, verso il 30’ del primo tempo, il Casale iniziava il suo sfrenato attacco, insistendovi con pertinacia fino al fischio dell’arbitro Piemonte di Monfalcone, che inviava le due squadre a godersi il rituale riposo. Durante questi primi trenta minuti tanto l’uno che l’altro attacco ebbero buone occasioni per segnare. Le numerose controffensive, che permettevano, a metà campo di passare attraverso le rispettive difese, si isterilizzavano in prossimità dell’area di rigore, trovando cento intoppi. Ritrovato il ritmo, i nerostellati, al 31’, si gettavano a capofitto nell’episodio più saliente che determinava la via della vittoria. Da un groviglio di uomini che progressivamente era venuto formando davanti alla porta di Giorcelli, emergeva Savioni che, trovandosi smarcato, con un tiro secco segnava il primo dei tre gol casalesi. Non era ancora spento l’eco del tripudio dei tifosi casalesi, ed ecco che Gambino, in vena di estrosità di gioco e sostenuto fieramente da grande spirito agonistico, pur stretto da vicino da un paio di avversari, riusciva ad allungare la palla ad Operto. Questi, a sua volta ostacolato, la restituiva a Gambino che passava a Cuzzoni il quale, pronto, la metteva nella rete di Giorcelli. La successiva reazione dei grigi non riusciva a mutare la fisionomia del gioco; parecchi furono i loro tiri a distanze variabili, che trovarno sempre Angelino piazzato, giovane e promettente riserva che sostituiva Mornese colpito da squalifica («Angelino, – gridava il pubblico – sei tutti noi!»). La ripresa doveva avere un’altra fisionomia. L’Alessandria, decisa a tentare il pareggio, dava vita ad un gioco più spigliato, impostando prevalentemente azioni sul terzetto centrale. La partita saliva di tono, l’azione dei grigi con sempre maggiore incisività, costringeva il Casale ad accentuare la sua reazione, resa inevitabile dal pericolo di vedere intaccato il vantaggio. Così i tiri dei grigi venivano parati da Angelino, mentre altri passavano oltre la linea di fondo, a destra e sinistra della porta. In questo alternarsi di dominio, una punizione battuta da Ferrarotti portava al 26’ a tre i punti del Casale. Ormai non c’era più nulla da fare per l’Alessandria: i tifosi, venuti a sostenere i grigi, non fiatavano più. La porta di Giorcelli, dieci volte in pericolo, dieci volte veniva salvata dalla decisione dei terzini che sparavano le ultime cartucce; e poi il fischio dell’arbitro e l’urlo della folla che applaudiva i vincitori. Il successo ha segnato la fine d’una crisi che costì gli insuccessi di Monza, Varese e Magenta? Speriamolo: Crisi dissipata domenica per un impulso di buona volontà e di altrettanto impegno. Gambino a più riprese ha soggiogato la personalità dei grigi. Il quintetto: Ferrarotti, Ghisio, Asiano, Di Cuonzo e Canessa è prevalso nella difesa ogni volta che i grigi premevano. L’attacco non ha mai arruffato, anche quando le azioni sotto la rete si aggrovigliavano, anche quando la matricola Angelino con i pungi buttava via i subdoli spioventi dei calci d’angolo battuti dai grigi. Insomma i tre reparti nerostellati si sono messi all’unisono; con il ritorno di Colombari questi reparti troveranno l’esatto bilanciamento dei loro meriti. L’arbitro Piemonte ha avuto il suo da fare. Una faida di comuni, capirete, e che razza di faida! Il suo arbitraggio è piaciuto, anche se gli alessandirni gli tengono il broncio per aver fatto – essi dicono – lo gnorri su un paio di falli a ridosso della linea dell’area di Angelino, Non ha fischiato perché non gli sono parsi gravi. (Car, «Il Monferrato», 10 marzo 1951) RISULTATI: [21ª giornata] Pro Vercelli-Biellese 1-1 (giocata il 28 febbraio 1951) [24ª giornata] Biellese-Varese 2-1 Fossanese-Saronno 1-0 Luino-Rapallo 2-2 Mortara-Magenta 1-0 Omegna-Sanremese 1-1 Pavia-Lecco 1-0 Pro Vercelli-Gallaratese 2-1 Savona-Villasanta 3-1 Sestrese-Monza 0-3 CLASSIFICA: Monza 38; Pavia 32; Alessandria, Gallaratese, Sanremese 31; Savona 28; Casale, Saronno 25; Biellese 24; Fossanese, Lecco, Rapallo, Varese 23; Magenta 21; Pro Vercelli 20; Villasanta 19; Mortara 18; Omegna, Sestrese 16; Luino 13. Il punto sul campionato La sconfitta dell'Alessandria nel derby con il Casale rimescola le carte per la lotta promozione. Il Monza continua la sua marcia e vincendo a Sestri porta a quattro il vantaggio sulla seconda che, adesso è diventata il Pavia, capace di superare con uno striminzito 1-0 il Lecco. In coda a parte il Luino, che ha probabilmente sprecato la sua ultima chance di salvezza con il 2-2 di Rapallo, la lotta è quanto mai aperta con numerose squadre un fila indiana. Importante sotto questo aspetto il successo del Mortara sul Magenta risultato che impedisce ai magentini di allontanarsi in maniera decisa dalla zona calda.