Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1950/1951
Serie C
10-06-1951 - Giornata: 38 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Pavia AC 2 - 1 (1 - 0)
RETI: 25. Savoini G.[A], 59. Pietruzzi M.[A] 65. Gottardo R. [Pa]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Gabbiani Mario, Scarrone Secondo, Vitto Luigi, Guaschino Paolo, Pietruzzi Mario, Dania Dino, Piccione Andrea, Giraudo Franco, Benzi Giuseppe, Savoini Giulio All.: Cargnelli Tony

Formazione avversaria
PAVIA AC: Lombardi; Cerri, Frigerio; Braga, Colla (I) Angelo, Castelli; Gottardo, Galbiati, Racman, Buzzin, Serone. All.: Barale Oreste.

Arbitro: Tassini Bruno (Verona)
Note
Inizio gara ore 16.00

Commento
ALESSANDRIA-PAVIA 2-1 I grigi andavano in vantaggio al 25’ del primo tempo con Savoini e ribadivano il successo al 4’ della ripresa con Pietruzzi. Per il Pavia ha segnato Gottardo al 20’ della ripresa. («Stampa Sera», 11 giugno 1951) CONCLUSO IL CAMPIONATO OCCORRE PENSARE AL FUTURO L’Alessandria ha chiuso il campionato con una meritata vittoria sul Pavia. Ora, mettendo in archivio l’infausta annata, si apre il periodo più arduo, quello delle decisioni sul da farsi per il futuro campionato. Speriamo che non succeda come al solito, che cioè, allo scoccare del termine di chiusura delle liste di trasferimento, non si vada affannosamente alla ricerca di giocatori e non si proceda affrettatamente alla scelta dell’allenatore, quando già i quadri delle singole squadre sono definiti. La situazione non è rosea appunto perché anche nel caso che si proceda a vendite, queste non saranno tali da poter risanare il bilancio; mentre di contro le spese da incontrare sono ingentissime. Qualche nostro giocatore è già stato provato da altre squadre e qualche elemento è stato offerto alla società alessandrina. Lasciamo ai dirigenti il compito diportare a termine, nel modo migliore, nel loro interesse ed in quello della squadra, le trattative che si rendono indispensabili in questo periodo.li commiato tra sportivi e giocatori è avvenuto senza stridori e banali sentimentalismi: e questo denota che la folla sportiva alessandrina attende sempre fiduciosa la rinascita della sfortunata squadra locale. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 16 giugno 1951) RISULTATI: Fossanese-Omegna 1-0 Magenta-Varese 4-1 Mortara-Luino 4-1 Rapallo-Casale 2-2 Sanremese-Monza 2-1 Saronno-Pro Vercelli 1-1 Savona-Gallaratese 2-1 Sestrese-Biellese 2-2 Villasanta-Lecco 1-2 CLASSIFICA: Monza 56; Sanremese 54; Pavia 53; Alessandria 48; Lecco 44; Casale 41; Gallaratese, Savona 40; Biellese 38; Rapallo, Saronno 37; Villasanta 36; Varese 35; Fossanese, Pro Vercelli 34; Magenta 33; Omegna 26; Luino, Sestrese 25; Mortara 24. IL PUNTO SUL CAMPIONATO Precedendo di una settimana la Serie A e di due la B, si è concluso domenica il campionato di Serie C. Mentre nei gironi B, C e D saranno necessarie partite di appendice per decidere la questione del primato (nel girone B tra Marzotto e Marzoli e nel D tra Foggia e Stabia) oppure quella della retrocessione (nel girone C tra Fermana e Pistoiese e nel girone B col ricupero tra Ponziana e Pro Sesto), il girone A, quello che, comprendendo squadre liguri, lombarde e piemontesi ci interessa più da vicino, in trentotto giornate di gare ha risposto a tutti gli interrogativi. Per la verità, la questione del primato e della conseguente promozione in Serie B era già decisa prima che il campionato avesse termine: alla penultima giornata infatti il Monza, avendo tre punti di vantaggio sul più immediato inseguitore, il Pavia, poteva già considerarsi campione della C e cadetto in attesa di nomina. La vittoria dei biancorossi monzesi è stata pienamente meritata. Il Monza, per il bellissimo campionato disputato lo scorso anno, si presentava di diritto tra i favoriti di questo, ed ha mantenuto le promesse. Hanno deluso invece, chi più chi meno, gli altri componenti la rosa dei favoriti al momento del via, in primo luogo la Sanremese. Questa società compie ogni anno un notevole sforzo finanziario (consentitole del resto, dalla presenza del Casinò) per formare la squadra capace sulla carta di fare il salto in Serie B, e ogni anno questa squadra, per un motivo o per l’altro non riesce nell’intento. Nel campionato scorso finì al quarto posto, senza eccessivi rimpianti, questa volta invece nella seconda poltrona e i rimpianti sono maggiori e ben giustificati. Se si pensa infatti che gli azzurri di Sanremo mantennero in casa loro un rendimento uguale a quello del Monza – 16 vittorie, 2 pareggi, 1 sconfitta – e che in trasferta persero solo tre volte (due meno dei monzesi) pareggiandovi però ben dodici volte e vincendovi solo 4, mentre ì rivali vincevano 8 volte e pareggiavano 6, le recriminazioni non sembrano fuori luogo. Se non andiamo errati infatti, oltre metà dei pareggi sanremesi all’esterno ebbero il classico risultato bianco: sarebbe bastato che gli attaccanti in maglia azzurra avessero usato almeno in minima parte quella spavalda autorità loro solita in casa perché molti pareggi si trasformassero in vittorie. Il Pavia, terzo classificato, ha avuto un buon comportamento generale, ma è crollato nel finale. Delusione invece per l’Alessandria. I grigi, scesi dalla Serie B senza variare la formazione, stentarono a ritrovarsi nell’atmosfera rovente della C. Quello che tra i cadetti era, disgrazie a parte, un discreto complesso di gioco, nella terza serie divenne una squadra lenta e compassata, costantemente temibile in casa, costantemente battibile in trasferta, una squadra di uomini esperti ed anche abili, che stentava a rincorrere gli impertinenti ragazzini del Lecco o del Saronno, meno abili ma più veloci, più combattenti. L’Alessandria fu sempre in grado di fare qualche bella figura, mai, almeno nel girone discendente, di primeggiare. Delle altre piemontesi poco da dire. Casale e Biellese, partite con ambiziosi propositi, a questi propositi vennero meno, da una parte per traversie tecniche dovute al cambio di allenatore a metà strada, dall’altra per un’errata e illogica impostazione della campagna acquisti. La Fossanese, su cui si puntavano molte speranze, deluse anch’essa: instabile nel rendimento, iniziò male, si riprese, finì salvandosi per miracolo. Un elogio pieno merita solamente la Pro Vercelli. Partita per onor di firma con una squadra di ragazzini semidilettanti, la squadra di Ardizzone e Soutschek si portò assai meglio del previsto e soltanto alcuni infortuni a giocatori sul finale, fecero dubitare fino all’ultimo della sua salvezza. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 13 giugno 1951)