Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1925/1926
1ª Divisione
28-02-1926 - Giornata: 12 - Alessandria - Campo degli Orti
Girone B


Alessandria US - Padova AC 0 - 2 (0 - 1)
RETI: 2. Busini I [Pa] , 49. Veronese [Pa]

Alessandria US Morando Clemente, Viviano Andrea, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Papa (II) Nicola, Avalle Edoardo, Cattaneo Renato, Banchero (I) Elvio, Tritz Lorincz, Tosini Oreste All.: Rangone Augusto

Formazione avversaria
PADOVA AC: Biri, Barzan, Mion, Fagiuoli, Fayenz, Girani, Busini (I) Federico, Kregar (I) Andrea, Veronese, Busini (III) Antonio, Monti (III) Feliciano. All.: Burgess Herbert

Arbitro: Vagge Giovanni Battista (Genova)
Note
Calcio di rigore sbagliato al 54. da Tritz [A - palo] Inizio ore 15,00

Commento
PADOVA – ALESSANDRIA: 2-0 (1-0) Il calvario dell’Alessandria ha avuto oggi un’altra tappa dolorosa. Tanto più dolorosa in quanto la recente vittoria sul Genoa aveva fatto nascere nell’animo dei giocatori e dei dirigenti grigi fondate speranze di nuovi successi. Ma a fugare le speranze è venuto è venuto l’immediato goal di Busini I, ribadito pochi minuti dopo da un secondo che l’arbitro ha creduto di annullare. Queste prime veementi azioni hanno messo in luce il divario di rendimento delle due squadre opposte. Il prosieguo della partita non ha mai mutato questo rapporto di valori. Sia che il Padova attaccasse, sia che si difendesse nei lunghi periodi di offensiva alessandrina, si aveva sempre l’impressione di una limpida superiorità. Giuoco trascendentale non se ne è fatto, né da una parte, né dall’altra. Si è mirato al goal con costante preoccupazione di abolire ogni inutile fronzolo. Ed un simile tipo di giuoco ha messo in pieno rilievo il vantaggio di giuocatori padovani in fatto di velocità, di scatto, di sicurezza, di calcio. Il pallone è stato quasi sempre giuocato al volo, alto, senza palleggi, con assidua tendenza a guadagnare terreno in profondità. Ed è così emersa un’altra superiorità del Padova nei confronti dell’Alessandria: il giuoco di testa. L’Alessandria non è stata battuta sul fiato; i suoi uomini hanno infatti battagliato col consueto slancio fino all’ultimo minuto della partita. Non è stata battuta da un giuoco di marca superiore; le azioni padovane erano cessate su una trama semplicissima, forse più semplice di quelle della stessa Alessandria. Non è stata battuta da un atleta superiore che si sia imposto sul campo. L’Alessandria ha dovuto abbassare bandiera, dopo una tenace e volonterosa reazione, perché ogni suo uomo era preso in velocità dal singolo avversario, e perché ciascuno degli avversari possedeva maggiori risorse di tecnica individuale nel giuocare il pallone. Date queste premesse può riuscire inesplicabile che la vittoria del Padova sia stata contenuta in termini onorevoli e che anzi la cronaca della partita registri buoni periodi di offensiva alessandrina. Il merito di questo equilibrio tattico di azioni spetta al tenace lavoro si qualche grigio che si è prodigato con vera abnegazione per arginare l’incombente disastro. Gandini e Papa II, tra i mediani, i terzini e particolarmente Costa, Tritz in prima fila hanno fornito un lavoro da negro: non riuscivano a costruire un solido impianto di giuoco, ma rompevano, ricacciavano, imbrigliavano il ritmo travolgente del giuoco padovano. Più calmo e meno prodigo di energia, Avalle è stato il più preciso degli attaccanti alessandrini ed i suoi traversoni hanno dato vita alle azioni più pericolose per la rete di Biri. Nella squadra padovana ciascuno al suo posto è stato all’altezza del compito affidatogli. E sopratutto è emersa nel complesso del giuoco una meravigliosa unità di stile, L’equilibrio dei valori, e l’asservimento di tutti alla medesima tattica fanno sì che la squadra appaia fusa come un blocco unico. Il giuoco alto e largo praticato oggi dal Padova resta redditizio ed elegante. Una sola menda in mezzo a tante cose buone: una certa deficienza nel tiro in porta da parte degli avanti. Vagge della fratellanza Sestrese ha saputo contenere il gioco nei limiti della cavalleria. Il contegno del pubblico si è conservato di una correttezza esemplare. Le velocissime fasi della partita. Già al 2.o minuto Busini I approfitta di un largo passaggio per fuggire tutto solo, da una posizione che sfiora i limiti del fuori giuoco. Stringe sul goal e spara da venti metri. Morando tocca la palla, ma non l’arresta, sì che schizza in rete. La riscossa dell’Alessandria è immediata e si svolge con un’accanita ed eterna mischia sotto la rete di Biri. Un corner, parecchi tiri, scontri e ripicchi non danno frutto concreto. All 11.o minuto il Padova ottiene il più bel goal della giornata, per un traversone di Busini I raccolto da Gregar. Ma l’arbitro annulla perché pare che la palla fosse uscita dalla linea di fondo prima che l’ala operasse il traversone. Da questo momento il Padova chiama in difesa Monti III, che disimpegna molto bene il suo ruolo di collegamento con l’attacco. L’Alessandria può così mantenersi a lungo all’offensiva, senza peraltro potersi rendere veramente pericolosa perché la fortissima linea mediana del Padova tiene bene e la coppia Barzan – Mion è insuperabile. Le sgroppate padovane sono forse più insidiose. Ma Costa e Viviano rompono e rimandano. Un corner per parte e, al 30.o, un forte tiro di Veronesi e Morando para molto bene. Le prime azioni della ripresa sono ancora a favore dell’Alessandria, ma al 4’ Gregar fugge tra i terzini: raggiunto butta a sinistra, dove Veronesi sopraggiunge in corsa e segna imparabilmente. Si inizia il periodo più stringente con offensiva alessandrina. Barzan e Mion sono costretti a lavorare duro per respingere di testa i palloni che da ogni parte spiovono nella loro area. Al 7’ e all’8’ corner contro Padova. Al 9’ una confusa azione tra Barzan e Tritz procura un calcio di rigore. Lo tira il fulvo ungherese, ma piglia il palo; la palla rimbalza e viene allontanata. Si notano ancora tiri di Tritz e di Tosini su centri di Avalle che schiva bene le cariche avversarie e che poco dopo, su un tiro impreciso di Tosini compie un tuffo fantastico, lussandosi un dito. Verso il 20’ minuto il Padova ristabilisce l’equilibrio della azioni e fino al termine è un alternarsi di assalti sempre più veloci e sempre meno precisi alle due porte. Un corner per parte e parecchi tiri fuori. Al 29’ è Gandini che sciupa un magnifico passaggio di Avalle sparando lato; al 36. Gregar lo imita dopo essere giunto tutto solo a pochi metri dalla porta alessandrina. Morando e Biri hanno peraltro modo di farsi applaudire con sicure parate. (La Gazzetta dello Sport – m.z. [Mario Zappa]) PADOVA VINCE AD ALESSANDRIA La squadra padovana si è dimostrata degna del successo conquistato dopo una lotta tenace, condotta con chiaro criterio e con uno slancio combattivo non comune. Difesa ed attacco hanno funzionato egregiamente senza gravi pecche o indecisioni, mentre la squadra alessandrina, che pure era riuscito domenica scorsa a sconfiggere il Genoa, ha sciupato una quantità notevole di propizie occasioni per l'eccessiva preoccupazione e per la deficiente azione penetrativa degli attaccanti. Persino un calcio di rigore e stato mandato a vuoto da Tritz che non ha brillato come al solito. Del resto, l'intera squadra alessandrina non si è mai ritrovata, I padovani, liberatisi vantaggiosamente dall'incalzare furioso delle azioni degli alessandrini, sono presto passati al comando della lotta, cogliendo subito II premio della loro fatica. I punti sono stati segnati da Busini 1° al 2° minuto del primo tempo e da Veronese al 5° della ripresa. Entrambi i goals sono dovuti a due fortunate fughe degli attaccanti. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio) PADOVA B. ALESSANDRIA (2-0) La squadra grigia, che pure ha giocato nella identica vittoriosa formazione di domenica scorsa, e apparsa l'ombra di sé stessa. Ha avuto, è vero, dei momenti felici e propizi, ma nel complesso essa è apparsa nettamente inferiore al Padova. I biancorossi invece sono apparsi subito più battaglieri nelle loro sbrigliate incursioni sotto la rete di Morando e certo non hanno sciupate le loro energie in vani palleggi o in tentativi inutili, mirando esclusivamente al risultato. Fischiato l'inizio i grigi scorrazzano da un capo all'altro senza concludere, mentre al 3.o minuto in una felice fuga di Busini I questi, superata la difesa, scaraventa un forte pallone che Morando si lascia sfuggire in fondo alla rete. Al 6.o il Padova è in corner, respinto col pugno da Biri che deve difendersi in seguito da altri tiri effettuati dai grigi non eccessivamente pericolosi. I bianco-rossi sono ancora in corner minuto al 29.o ed al 35.o minuto senza esito alcuno; gli alessandrini, animati dagli spettatori, insistono nell'attacco. Nella ripresa, dopo un periodo di predominio alessandrino che mette al lavoro la difesa patavina in una nuova fuga di Gregar, questi, superati i terzini giocanti a ridosso dei loro forwards, giunge facilmente nell'area di rigore alessandrina; quindi allunga a Veronese sopraggiunto veloce che non ha difficoltà di battere per la seconda volta Morando. 1 grigi ritornano ancora alla carica ed al nono minuto Tritz è travolto da due avversari a pochi passi da Biri: calcio di punizione: lo tira lo stesso Tritz che si vede respinto il pallone dal palo. L'Alessandria attacca ancora ma Biri, Barzan, Girani spezzano sempre irrevocabilmente ogni nuova minaccia, Cosi sopraggiunge la fine che trova vincente la squadra padovana per due goals a zero. Arbitro Vagge dell'Andrea Doria. (La Stampa) A.C. PADOVA BATTE U.S. ALESSANDRIA 2 A 0 Nessuna attenuante possono trovare i grigi che non hanno dato l‘impressione di poter concludere sopra tutto per l’imprecisione del loro tiro centrale d’attacco. Invece i padovani nelle loro rare ma ordinate azioni han messo costantemente in pericolo la rete di Morando. Del Padova sono emersi il portiere ungherese Birri e il terzino Barzan, Ottima la linea mediana mentre l’attacco ha giuocato di perfetta intesa. L’arbitro Vagge è stato preciso ed impeccabile. Segna per primo il Padova al 3° minuto dall’inizio con Busini I. Un goal di Gregar all’11° minuto viene annullato per fuori giuoco. L’Alessandria reagisce e il portiere padovano è impegnato severamente. Al 4° minuto della ripresa Veronese raccogliendo il pallone centrato da Gregar segna il secondo goal. La sconfitta pesa ormai sulle spalle dei grigi che però assediano la porta padovana sempre però respinti dalla difesa avversaria. Il calcio di rigore tirato da Tritz a 10 minuti dalla fine batte nei pali. Birri si salva ancora ripetutamente da minacciosi attacchi e la fine vede ancora i grigi protesi nel loro inutile sforzo. (Il Calcio (Genova) del 6 marzo 1926 - Vice) UNA DOLOROSA SCONFITTA La sconfitta inflittaci dai bianco-rossi padovani ha spento di colpo l’entusiasmo e le speranze che la vittoria e la buona prova contro il Genoa ci aveva fatto rinascere. Quando si perde una partita sbucano fuori tutti i difetti e le deficienze che solo la vittoria sa coprire sotto l’incantesimo del trionfo. La squadra concittadina ha perso perché è stata inferiore all’avversaria; inferiore come tecnica, velocità, resistenza e tattica. L’Alessandria di fronte alla vivacità sorprendente degli avversari non è riuscita a trovare l’impostazione perfetta del gioco. I spostamenti repentini dei bianco rossi trovarono i grigi tardivi tanto nella difesa come nell’offesa, la linea di sostegno rimaneva scompaginata in un disorientamento costante dovendo subire la tattica degli avversari. Gli attaccanti per conto loro lenti ed indecisi si persero in un giuoco farraginoso, peccando per deficienza di tiro in goal. L’azione dei forward grigi nasceva a metà campo e procedeva bene fino a pochi passi dalla rete avversaria dove, invece di concretarsi, sfumava. L’errore della squadra concittadina è stato in special modo quello di insistere nel giuoco alto dove i padovani si addimostrarono maestri. Lo spostamento di Gandini tra gli avanti è valso a rilevare Tosini come ottimo mediano e nulla più. Ci sembra che lo spostamento più redditizio sia quello di portare Tritz sulla destra perché l’ungherese non sa calciare di sinistro e se sovente si perde in palleggi insistenti è perché trovasi a disagio nel calciare. Tritz è un giocatore astuto che sa collegare i compagni di linea ed il suo gioco oggi è quello di servire i compagni, i quali dovrebbero sostenere il ruolo di cannonieri. Ma se Cattaneo qualche volta si decide e saetta in porta, Banchero è lento e non riesce ad effettuare quei tiri che un giorno lo rendevano pericoloso. Un altro difetto della squadra concittadina è quello di non voler sfruttare i benefici del nuovo regolamento sul fuori giuoco. Le ali invece di praticare la solita centrata dovrebbero in diverse occasioni convergere e tirare sul goal. Avalle, usando la stessa tecnica di Busini avrebbe domenica con probabilità violato la rete di Biri. Ad Avalle non manca la potenza di tiro. In queste condizioni l’Alessandria s’è trovata fuori luogo, farraginosa ed indecisa, non riuscendo a concretare in suo favore dei buoni periodi di superiorità. I giuocatori si sono battuti con impegno, senza però riuscire a contenere le puntate astute degli indiavolati compagni di Girani. (Lo Sport di Alessandria e Provincia del 4 marzo 1926) NEL CAMPO DEL FOOT-BALL LA SCONFITTA DI DOMENICA La tradizione ancora una volta si è avverata. La vittoria è arrisa nuovamente al Padova: dopo una lotta disperata in cui non sono valsi gli sforzi dei grigi protesi tutti all’attacco alla ricerca dei due punti indispensabili alla vita della nostra Alessandria sportiva. Il capitombolo è venuto a dare il colpo fatale alla sorte della squadra grigia. Sono ormai designate le squadre che dovranno discendere di un gradino la scala dei valori calcistici. Fra queste possiamo contare anche l’Alessandria giacché colla sconfitta di domenica avrebbe perduto ogni speranza di risalire. La partita di domenica è stata per i grigi una duplice disfatta: battuti sul campo dalla maggior tecnica e velocità degli avversari e battuti moralmente per l’allontanamento di un sogno ritenuto molto vicino. La grave sconfitta si due goals a zero non ha bisogno di essere troppo illustrata. È vero che i grigi per deu terzi della partita hanno dominato gli avversari in modo netto, ma dalle loro azioni sconclusionate e troppo precipitate alla ricerca disperata del goal, non scaturiva mai un tiro preciso e pericoloso che desse l’impressione di concludersi favorevolmente. I padovani, invece, sicurissimi in difesa, nei pochi attacchi che portarono alla rete di Morando si resero sempre pericolosissimi portando a termine due azioni dovute esclusivamente alla velocità delle due ali. È appunto in questo campo che i grigi son ostati sopraffatti. Però la squadra grigia con meno sfortuna (persino un calcio di rigore è stato respinto dal palo) avrebbe potuto pareggiare benissimo, specialmente nella prima mezz’ora del secondo tempo in cui la rete di Biri è stata letteralmente bombardata. È stata solo la bravura del portiere padovano in ottima giornata, ad annullare ogni pericolo grigio. (Il Piccolo del 8 marzo 1926 – T.P.) IL PADOVA VINCE AD ALESSANDRIA Il pubblico delle grandi occasioni che non aveva dimenticato le belle partite precedenti fra le due forti squadre ha stipato ogni ordine di posti per assistere a questo interessantissimo incontro per il quale era vivissima l’attesa. Le previsioni della vigilia quantunque si sapesse che il Padova attraversava un periodo di piena efficienza, erano favorevoli ai grigi che domenica scorsa erano riusciti a battere sul campo degli Orti il massiccio Genoa. Invece i bianco-rossi padovani hanno sconvolto ogni pronostico e hanno dato prova di meritare quella vittoria che invano gli alessandrini hanno tentato di impedire. L’Alessandria che, per la verità, non ha giocato peggio di domenica scorsa, è scesa in campo nella stessa formazione della partita contro il Genoa. Gandini è stato molto attivo ma il centro sostengo padovano lo ha superato in fiato, in tecnica e in stile. Gli altri sono stati un po’ inferiori a sé stessi ma non hanno giocato male. Contro qualunque altra squadra avrebbero potuto conseguire il successo. Invece oggi il Padova, in ottima giornata si è imposto e alla distanza ha saputo battere i forti atleti in maglia grigia. (Fonosport “Le Venezie Sportive”) RISULTATI: Cremonese – Milan 1-0 Genoa – Reggiana 3-0 Mantova – Livorno 0-2 Parma – Juventus 0-3 Sampierdarenese – Pro Vercelli 1-0 CLASSIFICA: Juventus+ p. 22, Cremonese 18, Pro Vercelli, Genoa 15, Sampierdarenese+ 14, Padova 13, Milan, Livorno 10, Alessandria 9, Reggiana 8, Mantova, Parma 6. + = una gara in più MARCATORI: 17 reti: Pastore (Juventus), 15: Hirzer (Juventus), 10: Muller (Milan), Gardini (Pro Vercelli), 8: Bodini (I) (Cremonese), Jeszmas (Cremonese), 7: Tritz (Alessandria), Alberti (Genoa), Catto (Genoa), Magnozzi (Livorno), Busini (III) (Padova), Kregar (I) (Padova), Il punto sul campionato Nel girone B si sono verificate diverse sorprese rappresentate specialmente dalle vittorie del Livorno a Mantova; e del Padova ad Alessandria. Notevole poi il nuovo insuccesso imposto alla Pro Vercelli per opera della Sampierdarenese e la bella difesa del Milan che a Cremona ha ceduto per un solo goal riconfermando l'ottimo suo ritorno dovuto certo a cause più morali che materiali. Il Livorno che fuori dal suo campo aveva sempre perduto e perduto forte ad eccezione di Alessandria dove un solo goal aveva caratterizzato la sua sconfitta, ha vinto per ben due goals sul campo avversario del Mantova. Un risultato sorprendente che può salvare i livornesi dalla retrocessione. Ora mentre il Milan ritorna a otto punti per l'annullamento della sua vittoria appunto contro il Livorno, questo approfittando anche dell’arresto dell'Alessandria, passa dal terz'ultimo al settimo posto. Il Padova ha voluto, vincendo ad Alessandria - i grigi hanno avuto sempre poca fortuna contro i padovani - confermare subito la bellissima partita disputata contro i vercellesi che pure hanno confermato, perdendo a Sampierdarena, il loro notevole abbassamento di forma e di rendimento. Il Genoa li ha già raggiunti ed ormai per i bianchi di Vercelli ogni speranza sembra perduta. La Juventus in campo avversario e il Genoa in campo proprio hanno dominato il Parma e la Reggiana. La Juventus ormai non può più essere fermata nella suo marcia vittoriosa. E la Cremonese vincendo stentatamente il Milan, quello stesso che aveva largamente dominato all'inizio del campionato, e in campo avversario, comincia a dare qualche segno di stanchezza? Per l'interesse della lotta bisogna augurarsi di no e che la scarsa vittoria sia dovuta più al ritornato valore del Milan che al ribasso di forma dei cremonesi. (Corriere della Sera – edizione del pomeriggio)

Girone B

Alessandria US - Padova AC 0 - 2 (0 - 1)

RETI:

2. Busini I [Pa] , 49. Veronese [Pa]

Alessandria US

Morando Clemente, Viviano Andrea, Costa Felice, Lauro Armando, Gandini Giuseppe, Papa (II) Nicola, Avalle Edoardo, Cattaneo Renato, Banchero (I) Elvio, Tritz Lorincz, Tosini Oreste

All.: Rangone Augusto

Formazione avversaria

PADOVA AC: Biri, Barzan, Mion, Fagiuoli, Fayenz, Girani, Busini (I) Federico, Kregar (I) Andrea, Veronese, Busini (III) Antonio, Monti (III) Feliciano. All.: Burgess Herbert

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Alessandria US

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