Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1951/1952
Serie C
02-03-1952 - Giornata: 23 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Pro Vercelli US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Borriero Pietro, Bussetti Luigi, Gabbiani Mario, Arezzi Giuseppe, Vitto Luigi, Masperi Luigi, Colombo Alfredo, Marchioro Danilo, Valentinuzzi Giorgio, Pietruzzi Mario, Savoini Giulio All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
PRO VERCELLI US: Rustico; Tiro, Vellano; Facelli, Baucè, Bolzoni; Bellomo, Malinverni, Ranghino, Boglietti, Capoletti. All.: Pedrale Mario.

Arbitro: Bilotti Ermenegildo (Ravenna)
Note
Inizio gara ore 14.30

Commento
IL VERCELLI SI DIFENDE E... MINACCIA I GRIGI: 0-0 Zero a zero e, tutto sommato, per i grigi è ancora andata abbastanza bene. La Pro Vercelli ha giocato «alla vercellese» di buona memoria, con difesa chiusa basata sull’anticipo e la decisione (a volte un po’ eccessiva) degli interventi e rapide puntate in contrattacco di uomini isolati: la tattica rinunciataria dei vercellesi (Bellomo «ala destra alla Armano», a guardia dell’interno destro grigio, il mediano destro Facelli centrosostegno effettivo e il numero 6 Baucè terzino volante) è pienamente servita ad imbrogliare le carte del gioco alessandrino. La squadra di Vitto ha accettato il gioco imposto dall’avversario e, anziché tentare di aggirare d’astuzia lo sbarramento difensivo vercellese con trame d’attacco rasoterra e tiri improvvisi da lontano, ha preferito tentare l’assalto frontale di forza. Per quasi tutto l’arco dei novanta minuti gli attaccanti alessandrini (cioè, date le circostanze, tutti tranne il portiere) hanno cozzato invano contro la muraglia mobile creata da Baucè e colleghi: tutti i palloni alti erano calamitati dalle teste dei difensori in maglia bianca, mentre nelle poche azioni con palla rasoterra l’indecisione degli attaccanti grigi – resi prudenti dalla stretta ed energica marcatura – fece mancare il bersaglio. Il portiere vercellese Rustico soltanto in poche occasioni ebbe del lavoro difficile da sbrigare e in queste circostanze se la cavò sempre bene, grazie alla notevole abilità e alla sua buona stella. Al 40’ del primo tempo il guardiano vercellese, caduto a terra dopo una mischia, si trovò in mano il pallone ribattuto verso la porta a Arezzi; al 17’ della ripresa deviò in angolo, precedendo l’intervento di Pietruzzi, un pericoloso spiovente di Masperi; al 34’ si trovò ancora miracolosamente in mano il pallone deviato di testa da Colombo: al 41’ infine deviò con un balzo prontissimo un forte tiro – l’unico in tutta la gara – di Valentinuzzi. L’Alessandria ha avuto tuttavia una discreta fortuna nella disgrazia: infatti i vercellesi – sembrerà strano ma è vero – furono in parecchie occasioni più vicini al successo che non i grigi. Nell’occasione migliore – al 16’ di gioco, un atterramento di Boglietti in area – l’arbitro Bilotti di Ravenna diede una mano alla squadra di casa portando il pallone sul limite, nelle altre successive l’ingenuità dell’ala sinistra vercellese Capoletti e la scarsa mobilità del centrattacco Ranghino permisero al portiere alessandrino Borriero di avere la meglio a tu per tu con l’avversario. L’andamento della partita ha permesso alla Pro Vercelli in blocco di fare una discreta figura, con un particolare elogio per Tiro, Baucè, Bolzoni e Facelli (con una certa riserva per quest’ultimo, eccessivamente falloso) mentre nessuno degli alessandrini ha potuto sottrarsi alla brutta figura collettiva della squadra. È stata, insomma, per l’Alessandria, una giornata… grigia. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 3 marzo 1952) DOMANI I "GRIGI" IN TRASFERTA SUL DIFFICILE CAMPO DEL SIENA Nella partita di allenamento contro l’Inter, i grigi apparvero fermi in confronto dei fuoriclasse nerazzurri, impegnati in continue scorribande lungo il campo. E si era allora considerato il differente mensile che percepiscono i giocatori di Serie A in confronto ai nostri. È venuto però il confronto coi ragazzi della Pro Vercelli, che ricevono un trattamento finanziario inferiore a quello degli alessandrini, ed abbiamo notato anche nei nuovi e modesti avversari maggior velocità e maggior impegno. Nelle nostre note di otto giorni fa, concludevamo che i grigi, col graduale miglioramento dei terreni di gioco, avrebbero dovuto spingere a fondo per evitare di essere in balia delle squadre più veloci; a breve scadenza abbiamo dovuto convincerci che i grigi non calciano la palla con immediatezza: non solo gli attaccanti, ma anche i terzini si ostinano in palleggi inutili. Di questo passo il gioco si sgretola, l’azione diventa tardiva ed anche gli avversari più modesti la fanno da padroni sul nostro campo. Speriamo comunque – con la trasferta di domani – che l’aria del mare risvegli i grigi dal loro torpore. […] Brutto spettacolo quello di domenica, per noi alessandrini. Senza giustificazioni la scialba prova dei grigi, molti dei quali al di sotto di qualche linea del rendimento normale o fin qui prestato. Le righe che seguono non vogliono essere di giustificazione: e quand’esse lo dovessero apparire, il lettore è pregato caldamente di riandare alla premessa. Quando i grigi trovano in area di rigore avversaria otto, nove avversari a far barriera, si ammosciano, perdono il filo del discorso, farfugliano, tendono i nervi e, conseguenza di ciò, smarriscono con la calma il senso del gioco. D’accordo che, posti due avversari in ogni metro quadro d’area di rigore, è impossibile la manovra. Infatti là, dove arriva la palla, i due si fanno almeno tre, e allora occorre tentare lo spiovente, il tiro da lontano, la «cacciata» che sovente avviene col «liscio» del difensore che inganna il proprio portiere. Tutto ciò domenica non è avvenuto, soprattutto perché i tiri a rete – se non andiamo errati – furono tre, in novanta minuti. Ed a minaccia della rete fu più sovente Pietruzzi – insolito a ciò —che non i frombolieri abituali. Brutta partita, abbiamo scritto sopra. Che ha dato modo a molti, a troppi, di dire la loro, con la convinzione di azzeccarla appieno. Nemici spregiudicati dei «tecnici» che avrebbero fatto e avrebbero detto, molto sottovoce noi facciamo una considerazione, maturata non dall’incontro di domenica, ma da tempo. Eccola: l’asserragliamento in area di rigore può avere fine solo quando l’arbitro usi un metro di severità eccezionale. Quel batti e ribatti è la rovina del calcio italiano: l’arbitro «dirige» la partita, ci è stato detto. La diriga in modo da farla «giocare». Diversamente dovremo giungere al punteggio, come per il pugilato. La «Pro» s’è difesa bene, anche se con qualche durezza: ma se i grigi avessero «giocato bene» sarebbero anche passati. Per noi però non è ammissibile che il direttore di gara si limiti ad ammonire tre, quattro volte un giocatore, che per tre, quattro volte si giustifica a perdifiato con lui. Faccia in modo che «si giochi». L’arbitro deve dirigere l’incontro, lo deve andare e guidare. Se non arriviamo a ciò… perderemo a Bruxelles tutte le volte che ci andremo… Ma il discorso è andato troppo lontano, soprattutto per questa nostra povera «specola» scritta in corsivo… provinciale! Due righe per il pubblico. Amareggiato, disgustato, non sapeva più con chi prendersela: così, in tutte le partite stregate e che, lungo il cammino di un campionato, fanno incespicare, inesorabilmente. Dire che il pubblico avrebbe dovuto incoraggiare, è forse pretendere troppo! Dire di non inveire, ci pare cosa più esatta. Soprattutto quando ci si accorge che i nervi dei giocatori del cuore già sono tesi ed esasperati per quello che si vuole e non si riesce ad ottenere. Per demerito proprio o per virtù altrui. Il punto perso – che va aggiunto a quello con la Gallaratese – avrà molto peso. Alla squadra il compito di riprenderselo fuori casa. Compito assai duro per domani, specialmente ora che il Savona è lanciato da una serie di impreveduti successi, anche se fortunosi. I grigi abbisognano di cure e… soprattutto di Albertelli che, ahinoi!, anche domani farà da spettatore. (Andrea Canestri-Ukri, «Il Piccolo», 8 marzo 1952) RISULTATI: [19ª giornata, 24 febbraio 1952] Casale-Sanremese 1-1 Gallaratese-Fossanese 0-0 Lecco-Pavia 2-2 Ponte San Pietro-Savona 0-1 Seregno-Varese 2-1 Vigevano-Crema 1-1 [23ª giornata] Biellese-Casale 3-1 Fossanese-Seregno 2-0 Gallaratese-Pavia 1-2 Lecco-Savona 2-2 Ponte San Pietro-Varese 0-0 Rivarolese-Crema 2-0 Sanremese-Aosta 4-1 Vigevano-Saronno 1-0 CLASSIFICA: Vigevano 37; Pavia 33; Alessandria 32; Sanremese 31; Rivarolese 30; Lecco 28; Fossanese 27; Ponte San Pietro, Savona 25; Crema 22; Casale, Pro Vercelli 19; Saronno 16; Biellese 15; Aosta, Seregno, Varese 14; Gallaratese 13 Il punto sul campionato In settimana si erano disputate le sei gare che non si erano giocate nella diciannovesima giornata di campionato. La ventitreesima giornata di campionato aveva confermato il primo posto per il Vigevano che aveva sconfitto, di misura, il Saronno, con il gol di Buzzin, ma il Pavia aveva tenuto il passo, restando a quattro punti dalla vetta per via della vittoria contro la Gallaratese, in trasferta. Al 13’ l’Aosta era costretta a giocare con l’uomo in meno spianando la strada alla Sanremese che aveva conquistato la vittoria con Celani, doppietta, Rao e Bottoni. Al termine di una partita in cui si era perso il conto dei legni colpiti la Biellese aveva sconfitto il Casale. Quattro gol e livello di gioco elevato nel pareggio tra Lecco e Savona. Streri e Francone, con i loro gol, avevano permesso alla Fossanese di superare il Seregno.