Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1954/1955
Serie B
12-06-1955 - Giornata: 34 - Verona - Marcantonio Bentegodi


Verona AC - Alessandria US 4 - 0 (2 - 0)
RETI: 38. Scaramuzzi E. [Ve] , 44. Loranzi E. [Ve] , 50. Loranzi E. [Ve] , 62. Poli L. [Ve]

Alessandria US Ravera Vincenzo, Bussetti Luigi, Bosio Bruno, Mirabelli Walter, Bagliani Giuseppe, Masperi Luigi, Traverso (I) Luigi, Perin Gastone, Lerici Roberto, Buratti Angelo, Serone Roberto All.: Robotti Luciano con D.T. Cattaneo Renato

Formazione avversaria
VERONA AC: Cardani; Begalli, Blason; Stefanini (I) Gianluigi, Franchini, Achilli; Poli, Zamperlini, Loranzi, Scaramuzzi, Lonardi. All.: Allasio Federico.

Arbitro: Jonni Cesare (Macerata)
Note
Angoli: 3-5 (1-2). Spettatori: 9.500 oppure 12.000. Giornata semicoperta ma calda nonostante un leggero vento all’inizio, terreno perfetto. Inizio gara ore 16:00.

Commento
L’atmosfera di paura, più ridicola che drammatica, regnante negli spogliatoi del Verona prima di questa gara decisiva, non aveva per fortuna raggiunto i giocatori, altrimenti essi non avrebbero conquistato questa grossa vittoria che vuol dire salvezza: essi, almeno, non avevano perduto la testa, come avevamo invece avuto l’impressione fosse capitato nel settore dirigenziale in questo caldo, troppo caldo pomeriggio. E lo stesso enorme vantaggio che l’Alessandria poteva segnare (giocare per il pareggio, con un catenaccio ferreo alle spalle) fu presto divorato dai lanciatissimi gialloblù. La tattica dei grigi si valeva di un mediocentro suppletivo come Traverso, mai schierato all’ala, nemmeno per un secondo della partita. Il Verona si trovò del resto a non soffrire molto per quello spostamento, esso stesso portato ad una disposizione redditizia, assente l’ala destra avversaria, si trovava libero quel Blason che, come battitore, teme pochi confronti in Serie B. Quanto all’attacco, i veneti dovettero faticare un po’ per trovare la strada, all’inizio sconcertati dall’uomo in più che il catenaccio concedeva ai grigi. Ma poi, con un’azione in profondità e con un tiro da lontano, si aprirono un varco incolmabile. E sullo slancio fecero il resto. In realtà le due squadre, rimaste pericolosamente sul filo del rasoio tra la B e la C fino all’ultimo secondo del campionato, non hanno offerto uno spettacolo molto gustoso; del resto, in partite del genere, è lecito accontentarsi dell’importanza della posta. Ciò non esclude che nel finale, col risultato in cassaforte, il Verona abbia saputo imbastire anche qualche azione un po’ ordinata, così come – strano a dirsi – l’Alessandria aveva saputo organizzare un paio di levigate discese collettive quando ancora stava aggrappata allo 0-0: evidentemente, il morale saldo si risolve in chiarezza, perché i grigi, quando ebbero quattro gol sul groppone, cose veramente belle non ne fecero più e finirono assolutamente dominati. Il Verona, nel complesso, è apparso superiore senza strafare, ma soltanto affidandosi al proprio coraggio e aumentando il ritmo via via che il tempo passava. Per mezz’ora, infatti, non riuscì a trovare la via della porta avversaria, pur premendo. Le azioni, impostate di preferenza dai due interni e da Achilli, si spegnevano sul piede anticipatore del terzino libero Traverso e dei suoi soci. Erano questi i momenti peggiori della partita: nemmeno l’arbitro riusciva a piacere, ora che la gara era anche per lui difficile… Il Verona, «incatenacciato», riuscì a scrollarsi di dosso una prima volta i sovrabbondanti difensori alla mezz’ora giusta: bella intesa Lonardi-Loranzi e palla a Zamperlini, allargatissimo. Una finta su Bosio e un forte tiro di «Zampa» parato per un pelo da Ravera. Cominciavano ad alzarsi al vento le vele del Verona: ed eccolo al 32’ sfiorare il gol, sia pure su una papera arbitrale: Jonni non vede un «fuori» (sbandierato, del resto, dal segnalinee) e Lonardi può centrare; tira da destra Poli e la palla forse si infilerebbe alta se Scaramuzzi, chissà perché, non la deviasse con ambo le mani sopra la traversa! Scaramuzzi si morde desolato quelle dita che salvarono la rete altrui, ma 6’ dopo farà qualcosa di molto meglio: un’azione in profondità da Achilli a Loranzi, lo pone libero in corsa, pressoché sul limite; Scaramuzzi non esita e di forza brucia Ravera, raso terra, sulla destra. Lo stadio ancora non è placato nel suo entusiasmo e riecco in azione al 42’ Achilli, sempre prezioso: stavolta serve Stefanini tanto bene che il mediano è invitato al tiro da lontano; la palla si schianta alla base di un palo (Ravera la guardava un po’ troppo fiducioso e immobile) rimbalza su Loranzi e si arresta subito dopo… nel sacco. Due a zero. L’Alessandria tenta ora l’impossibile e allo scadere del tempo il suo pallido attacco sembra trovare un momento felice: tiro deciso di Buratti con Cardani a terra e intontito, ma la porta vuota è salvata da un volo di Begalli che di testa arriva a deviare in corner. Se ne parlerà ancora durante l’intervallo. Quando si riprende, l’Alessandria mostra di avere abbandonato il catenaccio: di Traverso ha fatto un laterale, di Mirabelli un’ala destra. E nella difesa più aperta folleggia un Lonardi in gran giornata. La ventenne aletta già dopo 20” aveva sparato alto un gran tiro di destro e ora, in pochi minuti, eccola a costruire due gol. Al 5’ un suo bel centro è appena sfiorato da Bagliani e Loranzi può entrare e sparare inesorabilmente a bersaglio, e con la semplicità di prima. E al 17’ Lonardi va a cogliere sul fondo un allungo di Scaramuzzi e lo gira abilmente al centro dove due veronesi sono su Ravera: poi precede Loranzi e insacca da tre metri. La partita finisce qui, o meglio assume una fisionomia del tutto accademica. Il Verona domina ancora meglio, ma non segna più, anche se i positivi Achilli e Zamperlini continuano a proporre e Lonardi imperversa, mentre Scaramuzzi sfodera un repertorio di finezze che non rendono molto, ma piacciono alla platea; dietro, Franchini è il miglior difensore. L’Alessandria quasi scompare, pur se si intuisce che cerca il gol della bandiera, animata da Bosio, da Traverso, da Masperi ma soprattutto da Ravera, più volte applaudito perché spesso impegnato. Ecco qualche fase citabile: al 19’ Scaramuzzi va via in finta, ma vuol dribblare anche il portiere e questo è troppo… Al 22’ Zamperlini tira secco in diagonale e Ravera devia alto in corner. Poi, al 25’ (cioè al 70’ di gioco) si ha la primissima parata di Cardani, su rasoterra di Serone. Al 33’ giunge un pallone invitante a Mirabelli (che nel secondo tempo è ala destra): eccessivo indugio, poi tiro parato da Cardani. Al 39’ Loranzi, partito solo con 15 metri di vantaggio su Bagliani, riesce a sbagliare il gol davanti al portiere. E, infine, al 42’ Bussetti, avanzato dalla retroguardia, dà a Lerici, che va libero in gol, ma si scontra con Cardani e sembra anzi trattenuto fallosamente a terra dal portiere. Comunque, ormai è finita sul serio. E infatti di lì a poco Jonni manda tutti, veronesi e alessandrini, a… impazientirsi davanti alle radio, in attesa del risultato di Brescia. Perché sarà, in definitiva, quello a chiudere partita e campionato. (Gian Mario Maletto, «La Gazzetta dello Sport», 13 giugno 1955) Sconfitti i grigi, ma i loro rivali (pure battuti) retrocedono L'ALESSANDRIA DA UNO SCONFORTO DELLO 0-4 PASSA ALLA GIOIA DELLA RAGGIUNTA SALVEZZA Sul campo del Verona i due volti dei grigi Una sconfitta bruciante, questa, per l’Alessandria, sia per il risultato (0-4) che per il giuoco, ma fortunatamente una sconfitta che non avrà conseguenze. Il Treviso, perdendo a Brescia, ha messo a posto tutto, si è affiancato al Pavia come squadra condannata, salvando gli alessandrini e gli altri dalla necessità di uno spareggio per evitare l’umiliazione di retrocedere in C. La partita di Verona però, se non lascia tracce nel futuro dei grigi, deve pur dire qualcosa all’esarchia commissariale che attualmente regge le sorti del sodalizio, deve insegnare che non si può continuare sulla strada dell’improvvisazione quotidiana, deve ricordare la necessità di rifare da capo la squadra per evitare di chiudere ogni anno il torneo col rischio della C fino alla fine. Rendiamo merito agli attuali dirigenti della loro passione per la società, ma non è possibile a pericolo evitato dimenticare come l’annata si chiuda con un bilancio troppo magro, con una situazione tecnica impressionantemente povera e di conseguenza con le finanze in deficit. Il campionato di B impone obblighi inderogabili, obblighi a cui bisogna far fronte, se si vogliono evitare brutte figure. Ieri, è inutile nasconderlo, l’Alessandria ha veramente deluso sul campo veronese. Impegnati in un confronto di eccezionale interesse, i giocatori di Cattaneo hanno fallito la prova in linea tecnica, e qui ci sarebbe poco da dire, ché le possibilità della squadra sono quelle che sono, ma hanno tradito l’aspettativa anche in linea agonistica. Non una reazione al disastro che stava succedendo in campo, non uno scatto, non un impulso per modificare il corso degli eventi. Eppure il risultato di Brescia non si conosceva ancora. Sembrava che gli uomini in grigio accettassero come un volere del destino la sempre più concreta superiorità degli avversari. Hanno giocato con un certo spirito e discreta vivacità i difensori, tatticamente chiusi nel «catenaccio» come era logico attendersi dato che la Alessandria «voleva» non perdere. Per mezz’ora buona il dispositivo d’arroccamento studiato da Cattaneo ha dato i suoi frutti: Traverso, ala fittizia, si era assunto il compito di montare la guardia a Loranzi, mentre Bagliani fungeva da terzino libero. Sembrava che tutto l’impianto dovesse reggere al non formidabile urto dei veronesi, ma al 38’ è venuto il primo goal. Una manovra rapida Achilli-Loranzi ha messo Scaramuzzi, stranamente libero da controlli, in condizione di tiro. La sua stoccata è stata precisa e la palla ha superato Ravera, buttatosi in. netto ritardo. Verona uno, Alessandria zero. Sei minuti dopo, seconda rete: Stefanini ha calciato in porta da oltre trenta metri, Ravera è rimasto fermo, evidentemente sorpreso; la palla ha colpito il montante alla destra del portiere alessandrino finendo di rimbalzo sui piedi di Loranzi: tocco secco del centravanti gialloblù e rete fatta. Poco dopo Lerici avrebbe potuto raccorciare le distanze ma ha dato prova della sua scarsa vena sbagliando un goal che sembrava già fatto. La ripresa non ha detto né poteva dire nulla di diverso. Al 5’ Loranzi ha approfittato di un marchiano errore di Bagliani per segnare la terza rete e al 16’ Poli raccogliendo un centro di Lonardi ha messo la sua firma al quarto goal. L’Alessandria pareva dominata; all’attacco assolutamente nulla, neppure quando Mirabelli è passato all’ala destra; in difesa vuoti paurosi con Bussetti in difficoltà nel controllare Lonardi, con Scaramuzzi sempre libero dalla guardia di Traverso, con Bagliani nei guai di fronte alla mobilità di Loranzi. Due tiri di Serone e cinque calci d’angolo sono il frutto della fatica alessandrina. Poco, troppo poco. Poi alla fine con l’arbitro Jonni e i giocatori veronesi acclamati dalla folla. Agli atleti gialloblù l’onore di una bella partita e di una franca vittoria, con Achilli, Zamperlini, Franchini e Lonardi, come i migliori su tutti. L’arbitro è stato abile, con autorità di comando; certo è stato favorito dalla sorte quando Scaramuzzi ha buttato alto con la mano un pallone che Poli aveva già deviato in gol. Eravamo al 30’ del primo tempo con il risultato sullo zero a zero. Avremmo voluto vedere come se la sarebbe cavata Jonni se Poli avesse segnato. La palla era stata raccolta da Achilli nettamente fuori campo e il segnalinee aveva sbandierato a lungo senza che Jonni se ne accorgesse. Di qui si può dire: un arbitro abile e fortunato. Non desideriamo ripeterci sull’Alessandria, forse è meglio dimenticare tutto. Il conquistato diritto di permanenza in B servirà di incitamento perché l’avvenire possa essere migliore del passato. Non si può proprio dire altro. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 13 giugno 1955) Il catenaccio dell’Alessandria, che sin dal fischio d’inizio aveva retrocesso Traverso quale terzino libero, ha resistito per oltre mezz’ora. I ripetuti attacchi a valanga portati dai gialloblù avevano cozzato invano sulla difesa dei grigi, che sia pure con difficoltà, si erano battuti con buone idee; ma tutto il castello creato davanti a Ravera doveva crollare al 38’, quando un ottimo passaggio di Achilli (il migliore dei ventidue) era raccolto e prontamente la palla da Loranzi era deviata verso Scaramuzzi. La mezz’ala gialloblù, con la visuale completamente aperta, non aveva difficoltà, dall’altezza del dischetto, a battere il portiere alessandrino, gettatosi in tuffo, per la verità, alquanto in ritardo. Gli ospiti abbandonavano la tattica e si buttavano all’attacco nella vana ricerca del pareggio. Ciò doveva favorire i veronesi, che al 44’ ottenevano la seconda rete. Scaramuzzi, da circa metà campo, allungava a Stefanini, il quale dal limite lasciava partire un forte raso terra, ma il palo rinviava il cuoio; prontissimo Loranzi, con calma e precisione, appostato a pochi metri, raccoglieva e spediva sulla sinistra di Ravera. Proprio in chiusura per poco i grigi non raccorciavano le distanze su tiro di Buratti respinto corto da Cardani che rimaneva a terra. La palla era deviata sulla sinistra, dove Lerici la raccoglieva e la indirizzava nella porta rimasta incustodita. Begalli, con un bellissimo intervento, di testa la mandava in calcio d’angolo. Il ritmo di gioco calava notevolmente nella ripresa. Il Verona, purtuttavia, manteneva l’iniziativa delle azioni, rotte di tanto in tanto da qualche contropiede degli ospiti. Al 5’ la terza rete per merito ancora di Loranzi, il quale, ricevuto un passaggio di Lonardi, si liberava del suo angelo custode e da pochi metri metteva in rete. Sulle ali di una chiara affermazione, i gialloblù insistevano ancora all’attacco. Al 17’ veniva la quarta rete, sortita da una serie di passaggi fra Achilli, Scaramuzzi, Lonardi e tiro conclusivo di Loranzi, che contemporaneamente si era gettato sulla palla assieme al compagno Poli. Da questo momento fino alla fine accademia del Verona con qualche tiro degli ospiti parato da Cardani. Tra i migliori in campo segnaleremo del Verona Franchini, Achilli, Scaramuzzi e Lonardi; anche tutti gli altri meritano un elogio per la bella affermazione ottenuta; dell’Alessandria, oltre a Bosio, Bagliani e Serone, si è distinto Bussetti. Impeccabile l’arbitraggio di Jonni di Macerata. Qualche lieve incidente di poco conto. (Guido Rizzetto, «Corriere dello Sport», 13 giugno 1955) MALAMENTE CONCLUSO IL CAMPIONATO 1954-55 Umiliante sconfitta dei grigi a Verona A Verona l’Alessandria, nella partita più impegnativa del campionato, dove bastava chiudere in parità, nel giorno in cui doveva verificarsi il «serrate» finale, ha con abulico comportamento dato l’impressione di essere squadra priva di combattività, irriconoscibile nei confronti di quella che aveva giocato il secondo tempo contro il Marzotto al Moccagatta, durante l’imperversare della bufera. Sul campo del Verona, anziché applicare la tattica del terzo terzino, che avrebbe dovuto agire da supporto al quadrilatero, si sono viste le mezze ali giocare di frequente dietro i mediani laterali. Gli sportivi alessandrini che avevano seguito la squadra sono rimasti mortificati del comportamento dei giocatori in maglia grigia. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 18 giugno 1955) RISULTATI: Arsenaltaranto-Monza 2-3 Brescia-Treviso 3-1 Como-Lanerossi Vicenza 3-3 Modena-Messina 1-0 Padova-Legnano 3-0 Palermo-Salernitana 1-3 Parma-Marzotto 2-1 (giocata il 9 giugno 1955) Pavia-Cagliari 2-2 Verona-Alessandria 4-0 CLASSIFICA: Lanerossi Vicenza 50; Padova 42; Legnano, Modena 40; Brescia, Como 37; Messina 36; Marzotto 35; Cagliari, Parma 33; Arsenaltaranto 32; Salernitana 31; Monza, Palermo 30; Alessandria, Verona 28; Treviso 27; Pavia 20 MARCATORI 15 gol: Motta (L.R. Vicenza) 14 gol: Fraschini (Brescia), Rebizzi (Legnano) 13 gol: Bonistalli (Padova), Fioravanti (Salernitana) 12 gol: Cabas (Modena), Marchetto (Marzotto), Santoni (Como), Stivanello (Padova) VERDETTI Promosse in serie A L.R. VICENZA e PADOVA Retrocesse in serie C TREVISO e PAVIA