Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1948/1949
Serie B
31-10-1948 - Giornata: 7 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Pisa SC 0 - 2 (1 - 0)	tav.


Alessandria US Bani Sergio, Delaude Giacomo, Guaschino Paolo, Bussetti Luigi, Borgogno Angelo, Pietruzzi Mario, Sotgiu Pietro, Soffrido Luigi Vittorio, Tosi Luigi Domenico, Bassi Luigi, Tartara Giovanni All.: Flatley Albert

Formazione avversaria
Pisa Sc: Zini; Nicolini, Michelucci; Taccola, Filippelli, Bravetti; Torriani, Trapanelli, Füzér, Chiappella, Loni. All.: Szalay Pál.

Arbitro: Parpaiola Giuseppe (Padova)
Note
Infortunato: 15’ Delaude [A, spostato all’ala sinistra]. Angoli: 4-3. Inizio gara ore 15:00. Secondo «Il Nuovo Piccolo» il Pisa schierò Giorgioni in luogo di Trapanelli.

Commento
La partita è terminata cinque minuti prima del tempo regolamentare. Vi dirò in seguito il perché. Gara con inizio veloce. Schieramento pisano antisistemista, con terzino volante, tipo Salerno, Triestina, ecc., difficoltà per gli attaccanti grigi di sviluppare il loro gioco; azione dura e spesse volte fallosa dei pisani. Dopo undici minuti di gioco, Filippelli commette un fallo ai danni di Soffrido, ad una ventina di metri dalla porta di Zini. A Pietruzzi l’incarico di calciare la punizione; egli allunga in profondità, parte Bassi, previene l’uscita del portiere e segna. Non giurerei sulla regolarità di questa rete, comunque le proteste dei pisani cadevano di fronte al diniego dell’arbitro. Pochi minuti appresso gli alessandrini perdono Delaude. Il focoso terzino si scontra con un avversario e ne ha la peggio. Viene confinato all’ala e rimarrà per tutta la partita a fare da palo, rimpiazzato da Pietruzzi. Continua il gioco caotico, le occasioni non mancano al Pisa, Bani ha qualche intervento pregevole, Tosi e Soffrido indugiano troppo, Füzér si produce in qualche «a solo» di ottimo stile, ma di gioco non si può parlare. Ed il tempo termina. Fino a questo momento le cose sono andate lisce. All’inizio della ripresa si nota un buon risveglio dell’Alessandria. Ci siamo, finalmente, commenta il pubblico. Ed infatti il gioco è più sciolto, l’azione più incisiva, più rapidi gli spostamenti. Tutto questo crea noie ai pisani, serrati nella loro area. Ecco, il gol sembra maturo, si sviluppa una veloce azione tra Sotgiu e Tosi, questi entra solo in area, ha il corridoio libero, avanza, ma viene atterrato. Rigore! Macché, Parpaiola si rifugia nel comodo sistema della mezza misura e piazza la palla sulla linea. Da questa sua decisione genera la scintilla che farà più tardi esplodere la bombetta finale. Punti sul vivo i grigi attaccano con foga, il pallone danza innanzi a Zini come la libellula di notte intorno ad una lampada accesa, sta per entrare, viene respinto, riprende a volteggiare, tutto è buono per i pisani pur di difendersi. Sortita da quell’inferno la palla va a metà campo. È rincorsa da tre o quattro giocatori compreso Tartara. Questo Tartara è un ragazzo grigio che debutta come ala sinistra. Ancora inesperto: commette un fallo banale, una spinta inutile ad un avversario. Punizione da trenta metri. Tira Taccola, uno dei migliori del Pisa, la palla fila su Bani, è in suo possesso, ma gli sguscia di mano e Loni la riprende e la manda in rete (17’). Nuovo arrembaggio dei grigi sotto Zini: la lunga permanenza in area e lo stretto assedio mettono alla prova l’abilità dei difensori e dei mediani tutti serrati intorno al loro portiere e qui, si registrano i falli. Una prima volta su azione d’angolo è una mano che devia la palla, poi su tiro di Bassi una parata autentica di un difensore (Nicolini) impedisce la segnatura ed infine un terzo evidentissimo fallo fa nascere un piccolo comizio di protestanti intorno a Parpaiola il quale lascia continuare il gioco e mentre i grigi sono ancora a discutere, da metà campo parte Loni con la palla ai piedi, sorpasso Borgogno che scivola e cade, allunga a Füzér il quale tira prontissimo. La palla non è forte, batte tra spigolo e mani del portiere e si ferma cinque centimetri oltre la linea. È il secondo gol. Fischi a ripetizione. Stavolta all’arbitro. Per il campo un ribollire di ira repressa, ma nessuna intemperanza palese. Ma ecco quando mancavano cinque minuti alla fine della partita, un individuo piombato chissà come in campo, che percorre tre o quattro metri oltre la linea. Viene subito fermato dai giocatori e consegnato agli agenti che lo portano fuori. Tutto sedato in brevissimo tempo. Ma che passa nella mente di Parpaiola? Egli era ad una diecina di metri dall’energumeno, quindi assolutamente al sicuro, eppure lo vediamo scattare come un corridore podista (e pensare che fino a quel momento si era mostrato piuttosto tardo nei movimenti) infilare il corridoio del sottopassaggio e… buona notte ai suonatori. I giocatori si guardano in viso, qualcuno va ad allenare il portiere con placidi tiri, intorno al campo non c’è subbuglio – fischi sì, molti – ma tutti attendono il ritorno dell’esule. Il ritorno non avverrà. L’arbitro si è chiuso dentro. E la gente sfolla commentandone il pavido contegno e più ancora le sue strane decisioni. L’Alessandria dimostrò di avere molto fiato, ma poco gioco. È stata sfortunata, siamo d’accordo, ma nel corso dell’incontro sono balzate fuori tante discordanze e tanti stridenti contrasti da disarticolare le azioni. Il Pisa senza grandi individualità e senza grande gioco ha saputo fronteggiare gli avversari con tale e tanta decisione da frantumarne il gioco assicurandosi un prezioso risultato. Füzér, Taccola e Zini migliori di tutti. (Augusto Rangone, «Tuttosport», 1º novembre 1948) Un tifoso entrò dalla scaletta ALESSANDRIA-PISA (1-2) SOSPESA ALL'88' MINUTO Anche ieri i grigi non sono stati fortunati. Non solo, ma ora corrono il rischio di subire conseguenze ancora più gravi dei due punti persi in gara. Tutto sta a vedere quale risposta la Lega darà alla domanda: un tifoso che sbuca dalla scaletta del sottopassaggio e si avventa sull’arbitro costituisce o no un’invasione del campo? Il quesito non interessa tanto per l’esito della partita (al momento del fatto i grigi perdevano per uno a due) quanto per le eventuali sanzioni contro il pubblico alessandrino. I tifosi grigi, che hanno già dalla loro squadra ben pochi motivi di rallegrarsi, sono stati costretti ad assistere ad una difesa fin troppo energica da parte dei pisani. Comunque, non sarebbero esplosi in escandescenze riprovevoli senza il gesto dello sconsiderato, che con manovra aggirante varcò il sacro recinto degli spogliatoi e balzò irruento verso il direttore di gara. Un giocatore alessandrino fu lesto a fermare il focoso sostenitore, ma Parpaiola senza stare ad attendere altro si precipitò negli spogliatoi. Si era al 43’ e la partita terminò cosi con due minuti di anticipo. In compenso per l’arbitro le seccature sorte da essa continuarono per due ore, perché tanto egli dovette rimanere nel suo camerino in attesa del… sereno. Poi parti su una «jeep» dei carabinieri e lasciò Alessandria senza aver subito alcun danno. Ora però bisognerà vedere se anche Alessandria può dire altrettanto nei confronti dell’arbitro. La cronaca è breve. I grigi andarono in vantaggio al 10’ per merito di Bassi. Poco dopo Delaude, toccato duramente era costretto a spostarsi all’ala (Pietruzzi retrocedeva terzino). Nonostante la disavventura i grigi attaccavano ancora ma la rete del Pisa veniva difesa con interventi talvolta fallaci. Al 18’ della ripresa i toscani pareggiavano con Loni. Dopo un atterraggio di Bassi e un mani di Michelucci in area (entrambi non rilevati dall’arbitro) al 42’ Füzér segnava per il Pisa la rete della vittoria. (Giovanni Camagna, «Stampa Sera», 1º novembre 1948) Condanniamo senza alcuna riserva quell’unico spettatore che, entrato forse in campo attraverso il sottopassaggio (non si è visto nessuno scavalcare la rete) ha tentato di raggiungere l’arbitro senza riuscirvi poiché prontamente trattenuto dai giocatori grigi. Ma, detto questo e fatto un elogio ai giocatori alessandrini per l’esemplare disciplina con cui hanno sempre accettato le decisioni talvolta strane dell’arbitro, è doveroso aggiungere che Parpaiola non ha certo diretto bene l’incontro. Forse era in cattiva giornata. Sta di fatto che Parpaiola non ha certo diretto bene l’incontro. Forse era in cattiva giornata. Sta di fatto che Parpaiola ha negato degli evidenti rigori ai grigi e ha sfoderato un repertorio di errati giudizi. Mancavano tre minuti alla fine e l’arbitro, nonostante avesse visto già perfettamente immobilizzato quell’unico «energumeno», pensò bene di sospendere la partita prendendo avanti tempo la via degli spogliatoi. L’Alessandria meritava di vincere, malgrado fosse stata costretta da un incidente occorso a Delaude a rivoluzionare la formazione rimandando l’infortunato terzino a far da palo in prima fila. Praticamente in dieci per quattro quinti della partita, i grigi, specie dopo il pareggio pisano, strinsero letteralmente d’assedio il portiere Zini. Angoli e mischie a ripetizione sotto la porta pisana ed era in questo periodo che per ben quattro volte i nerazzurri si salvarono commettendo grossi falli in area. Ma Parpaiola non vedeva nulla o concedeva punizioni dal limite. Poi, mentre stretto durava l’assedio, un pallone lungo arrivava al 42’ al solitario Füzér, che non aveva difficoltà a battere Bani. Ripreso il gioco, accadeva la imprevista decisione dell’arbitro. Mentre telefoniamo apprendiamo che Parpaiola ha lasciato il campo senza danni di sorta. Le reti: al 10’ del primo tempo su punizione battuta da Pietruzzi e ripresa da Bassi che insacca. Nella ripresa, al 18’, su punizione calciata da Michelucci, tiro di Taccola, parata senza presa di Bani e tiro conclusivo di Loni. Al 42’ il gol già accennato di Füzér. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 1º novembre 1948) È finita male per l’Alessandria, si capisce. L’arbitro Parpaiola, che dirigeva l’incontro, ha incominciato al 10’ a picchiare sulla prima pietra ed ha incespicato: ha concesso il goal all’Alessandria, che Bassi ha segnato in netto fuori gioco, tanto che Zini e gli altri si erano fermati. Si è accorto poi dell’errore ed ha cominciato a riparare concedendo qualche calcio di punizione da metà campo a favore del Pisa, lasciando correre due falli di mano però del tutto involontari in area pisana. Nella ripresa, poi, ha cominciato a collezionare papere, distribuendo a sinistra e a destra calci di punizione e fuorigioco contro il Pisa, spezzettando azione che con fatica, dato l’ambiente arroventato che tale partita cominciava a creare, i pisani riuscivano a impostare. Il Pisa ha raggiunto l’avversario al 18’ della ripresa; pago di questo risultato, si è chiuso in una difesa non organica e calma come abbiamo avuto occasione di ammirare a Taranto. Situazioni critiche si creavano davanti alla rete pisana, ma Zini interveniva due o tre volte con parate spettacolose che salvavano la gara. In una azione di contropiede, il Pisa andava in vantaggio al 42’. Il pubblico protestava e faceva ressa alla rete. L’ambiente era infuocato. Nicolini entrava su Tartara e respingeva forte: sembrava che la palla andasse in fallo, ma Trapanelli partiva, ingaggiando vittoriosamente un duello con Bussetti che batteva pure in volata Guaschino. Cross al centro, Füzér era sulla palla e da fuori area, con un tiro secco a effetto, tirava forte in porta. Bani deviava la palla che batteva sul palo, rimbalzava alle sue spalle e si adagiava in rete. Altri due minuti di gioco, poi la miccia dava fuoco alle polveri: uno scalmanato entrava in campo e si dirigeva verso l’arbitro il quale, subodorando la tempesta, prendeva di corsa la via degli spogliatoi. Mancavano due minuti allo scadere del tempo; la partita doveva considerarsi interrotta. Analizzando adesso la condotta delle due squadre in campo, dobbiamo rilevare che malgrado il terreno viscido, insidioso, sotto un verdeggiante tappeto, qualche cosa le due squadre ci hanno fatto vedere ed hanno disegnato a sprazzi sul campo azioni nitide di gioco. Peccato che il Pisa non abbiamo potuto puntare sul solito rendimento di Filippelli: il centromediano ha trasfuso la sua nera giornata alla squadra che non ha potuto tirare e condurre con quella sicurezza e precisione che la gara, convulsa e infuocata, richiedeva. C’è stato poi il colpo alla rete dell’Alessandria, accordato piuttosto leggermente dall’arbitro, che ha influito sulla condotta del primo tempo ed ha gettato un po’ di nebbia e di confusione nelle idee dei neroazzurri. Nella ripresa le cose andavano meglio per i toscani. Il gioco si coordinava, le azioni si scioglievano con più facilità e per due o tre volte il bersaglio sembrava dovesse essere colpito. Ciò avveniva al 18’, dopo di che la gara si avviava alla fase finale che abbiamo descritto caratterizzata dalla generosa difesa del punto prezioso conquistato e da un attacco continuo degli alessandrini, alla ricerca disperata della vittoria. Nel campo dei giocatori, dobbiamo segnalare la gara tutta velocità e intraprendenza di Trapanelli, il migliore dei pisani, che si è prodigato in una continua e generosa spola fra l’attacco e la mediana, correndo ad un certo momento a fare man forte anche al reparto di Chiappella che, dolorante ad una caviglia, portava avanti alla meglio la partita con spirito di abnegazione. Con lui devono essere ricordati Zini, di cui abbiamo già detto all’inizio, e Nicolini, tra i migliori del Pisa. Ottima pure la gara di Taccola e Bravetti. Dell’Alessandria, squadra solida e prestante, si sono distinti Tartara, Borgogno e Sotgiu. Inutile una cronaca dettagliata. Ci limiteremo a descrivere le reti. L’Alessandria ha segnato al 19’ del primo tempo, su calcio di punizione per fallo di Chiappella. Batte Bussetti, che allunga a Bassi, in posizione di fuori gioco, il quale batte Zini. L’arbitro convalida la rete malgrado le proteste dei pisani. Il Pisa pareggia al 18’ della ripresa su calcio di punizione battuta da Nicolini. Raccoglie Taccola che spara in rete; la palla forte sfugge alla presa di Bani, Loni di corsa riprende e segna. Della rete della vittoria abbiamo già detto. (Mario Barsalo, «Il Tirreno», 1º novembre 1948) A quattro sommano i calci di rigore non concessi dall’arbitro Parpaiola di Padova all’Alessandria, nel corso della partita. È quindi logico che il pubblico si sia innervosito anche per il fatto che l’Alessandria, in vantaggio durante il primo tempo, e per parte del secondo, si è lasciata raggiungere prima, e sorpassare verso la fine, dal Pisa, ed abbia reagito, energicamente, con fischi, urla e contumelie. Poi, un tifoso più scalmanato degli altri è entrato in campo ed ha aggredito l’arbitro, che ha sospesa la partita. Al fischio d’inizio, l’Alessandria è alta, e con un gioco velocissimo costringe i pisani a riserrarsi nella loro area. Al 10’, tiro di punizione dal limite dell’area pisana; tira Pietruzzi, la palla va fra difensori ed attaccanti e giunge a Bassi, che la ferma e la mette in rete. Un malaugurato incidente tocca a questo punto a Delaude, il bravo terzino alessandrino che nel breve tempo in cui ha giuocato ha fatto cose egregie, cosicché l’allenatore è costretto a rimaneggiare la formazione, passano Delaude zoppicante all’ala sinistra, spostando Sotgiu al centro dell’attacco e Pietruzzi a terzino. Tuttavia, i grigi premono con rinnovata energia, ma al 17’ Michelucci batte una punizione da metà campo; raccoglie Taccola, in area, che spara forte in porta. Bani para, ma la palla gli sfugge e Loni è pronto a raccogliere ed a mettere in rete. Al 41’ azione in contropiede, Füzér fugge, e riesce a battere Bani con facilità. È la fine per i grigi. La partita continua per qualche minuto ancora fra urla, minacce e rudezze fra i giuocatori; improvvisamente un tizio esce velocissimo dagli spogliatoi e corre agitando i pugni verso l’arbitro, che sospende la partita mentre l’energumeno viene trattenuto dai giuocatori. («Il Nuovo Piccolo» di Genova, 1º novembre 1948) DOMANI A COMO L'ALESSANDRIA Dopo la stentata vittoria sul Verona a Pavia i grigi si preparano per l'incontro di domani - Galbiati ancora in squadra - Le storia di una invasione e dell'arbitro Parpaiola I grigi in una formazione, piuttosto deboluccia, ridotti a dieci uomini per un infortunio di Delaude, indeboliti da uno schieramento poco indovinato, tartassati da un arbitraggio insufficiente hanno chiuso la partita in svantaggio e con alcuni minuti di anticipo, per la fuga del fifonissimo Parpaiola. La squadra aveva avuto alcuni buoni periodi di gioco ed aveva palesato lacune gravi all’attacco ed in difesa. La rete era stata segnata da Bassi. 5 calci di rigore sono passati impuniti; il pubblico ha dato prova di maturità sportiva sino a quando le provocazioni dell’arbitro furono tali da far perdere la pazienza a tutti. II massimo Ente Federale, accogliendo in parte il reclamo inoltrato dall’Alessandria tendente all’annullamento della partita perché sospesa ingiustificatamente al 42’ della ripresa, ha deliberato la squalifica del campo per una domenica (già scontata) ed una multa di lire trentamila. («Il Piccolo», 6 novembre 1948) RISULTATI: Como-Cremonese 1-1 Empoli-Siracusa 1-0 Lecce-Pescara 1-0 Legnano-Napoli 1-2 Pro Sesto-Seregno 3-1 Reggiana-Brescia 0-0 Salernitana-Spezia 4-1 Venezia-Arsenaltaranto 6-1 Verona-Parma 1-1 Vicenza-Spal 1-0 CLASSIFICA: Vicenza 11; Empoli 10; Como, Napoli, Reggiana 9; Cremonese, Lecce, Salernitana, Spal 8; Brescia, Pisa, Pro Sesto, Venezia 7; Legnano, Parma, Verona 6; Alessandria, Arsenaltaranto, Seregno, Siracusa, Spezia 5; Pescara 3 Il punto sul campionato Quinta vittoria stagionale per la capolista Vicenza che aveva battuto, di misura, la Spal mantenendo un punto di distacco dall’Empoli, alla quarta vittoria di fila che sempre, di misura, aveva avuto ragione del Siracusa. In terza posizione il Napoli che aveva espugnato il campo del Legnano agganciando la Reggiana che aveva pareggiato la sfida con il Brescia ed il Como che aveva chiuso, in parità, la sfida contro la Cremonese. La vittoria più ampia della giornata l'aveva ottenuta il Venezia che aveva sconfitto l’ArsenalTaranto rifilandole sei reti. In ultima posizione il Pescara battuto a Lecce.