Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1952/1953
Serie C
22-02-1953 - Giornata: 22 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Pavia AC 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Borriero Pietro, Bussetti Luigi, Vitto Luigi, Generani Renzo, Bagliani Giuseppe, Masperi Luigi, Tuberosa Franco, Marchioro Danilo, Testa Luciano, Tagnin Carlo, Savoini Giulio All.: Neri Giacomo

Formazione avversaria
PAVIA AC: Baggini; Cerri, Spertini; Braga, Colla (I) Angelo, Mariani; Deprati, Rosa, Lavarino, Duzioni, Pirovano (II) Enrico. All.: Brezzi Giovanni.

Arbitro: Bellè Ferruccio (Venezia)
Note
Angoli: 3-2 (2-2). Spettatori: 17.000. Incasso: 7.000.000 lire. Giornata primaverile con cielo sereno, terreno buono, sodo e liscio. Inizio gara ore 15:00.

Commento
Giornate come questa (un football veloce, pregevole, corretto, senza deviazioni tattiche del «WM», ma anzi coraggioso e ordinatissimo) sono un po’ anche un trionfo della Serie C, questa nuovissima terza categoria che dimostra la tanto chiara maniera di saper esprimere forze nuove e preparate per il futuro del calcio italiano. Pavia ed Alessandria sono arrivate al confronto diretto, che avrebbe dovuto dirimere l’ancora insoluta questione della supremazia della Serie C, al meglio della forma, anche se non con le formazioni migliori. Ed è nata una partita elaborata come poche, uno spettacolo di classe, un pomeriggio delizioso per chiunque apprezzi il calcio come deve essere fatto e non soltanto quello che porta dritto alla vittoria, magari a costo di farsi fischiare. Oggi nessun fischio ha lacerato l’aria, se non per qualche inutile fallo di Cerri, tradito, come qualche volta gli accade, dal suo stesso temperamento, ma nemmeno lui da catalogare fra i cattivi. Gol nessuno ed emozioni molte, il che forse fa poi lo stesso. Ne procurava subito di elettrizzanti l’Alessandria, con una partenza da svellere i pali della porta di Baggini, vero protagonista del primo minuto. In questi sessanta secondi doveva volare in temerari tuffi su Marchioro e Savoini e prodigarsi in diverse altre occasioni. Insistevano i grigi, acclamati come ai bei tempi (e che altro può ricordare il nobile e decaduto quadrilatero piemontese, meglio di prestazioni come questa?): al 4’ Savoini pianta Cerri, fugge e centra: tiro a parabola del centravanti Testa che batte il portiere… ma la palla va a lato. Poi una punizione dal limite (7’) trova il suo esecutore in Tagnin: palla che schiocca sulla traversa, riprende Savoini che mira alto. A metà campo, intanto, sono in lotta due fortissimi quadrilateri, cosicché a sua volta il Pavia può scrollarsi di dosso quella pressione e cercare buone basi per il suo contropiede, e questi passaggi di dominio nella zona media del campo proseguiranno per tutta la gara, come lo svolgersi di due distinti temi in una melodia. Più pericolosa, perché più ricca di estro (e di giovinezza) l’Alessandria. Baggini blocca assai bene il pallone sui piedi di Savoini, al quarto d’ora, ma subito dopo Lavarino tira proprio su Borriero da tre passi. Anzi, al 17’ Lavarino fa centro nella porta vuota, riprendendo una respinta del portiere, ma Bellè (ottimo nel complesso, se sorvoliamo su qualche poco rilevante errore) aveva già segnalato un fuori gioco di Pirovano. Savoini, in questo primo tempo, domina nel duello con Cerri (poi sarà tutto l’opposto) e nel giro di due minuti, al 23’ e al 24’, trova altrettante occasioni da gol, ma sempre staffila a lato. Il portiere pavese è sempre all’erta, ma qualche momento di ansia lo passa ogni tanto pure il suo collega piemontese, specialmente negli ultimi 10 minuti del tempo; tra l’altro al 36’ una trama Duzioni-Braga-Rosa trova l’interno assai libero in area e pronto a colpire come vuole. Rosa preferisce dare di testa e la palla va debolmente alta. Poco complimentoso Cerri al 39’ con Savoini (si grida al rigore, ma Bellè non ci sente) e infine, allo scadere del tempo il Pavia riesce a pareggiare il conto dei corners. Ci si attende una ripresa più calma, specie da parte della coraggiosa Alessandria, e si è già pronti, semmai, a giustificarla. Invece, per quanto qualche elemento come Savoini e Generani e un poco il sempre generoso Vitto, accusi la stanchezza e il settore di destra dell’attacco ingrani poco, i grigi cercano come prima il colpo a freddo: nei primi dieci minuti Savoini e due volte Testa sbagliano la mira e con quella l’occasione, e al 16’ riemerge Baggini; blocca prima un tiro al volo del centravanti, poi, in un’azione lampo, deve volare su un tiro di Savoini e immediatamente sulla ripresa di Tuberosa: ne nasce una mischia risolta in bene per il Pavia col portiere a terra dolorante. Non si respira un attimo: al 20’ Cerri trattiene Savoini scagliatosi in area e il fallo avviene mezzo metro dentro, ma Bellè preferisce il solito compromesso della punizione dal limite. E due minuti dopo per poco non segna il Pavia: si salva con grande bravura Borriero, su tiri di Pirovano e Braga. Al 29’ il maggiore rischio per l’Alessnadria: Deprati lancia Lavarino il cui tiro dal limite viene deviato da un difensore verso l’accorrente Dazioni; è una palla da gol, ma l’interno indugia, fino a scaricare la sua dinamite su un corridoio già chiuso. L’ultimo quarto d’ora vede un Pavia più cauto perché ormai più tranquillo, dopo una gara così condotta. Il fiato pare lo abbia conservato quasi tutto l’undici lombardo, e lo 0-0 appare già come definitivo. Il sole in faccia gioca però una parte abbastanza importante al 33’ su uno spiovente di Tagnin, che Baggini si lascia sgusciare clamorosamente fuori dalla presa: salva quasi sulla linea l’attento Cerri. Infine un gioco sempre elegante a metà campo, senza altro lavoro per i già sudatissimi portieri. Zero a zero, dunque, e parità limpida. È vero, i grigi hanno entusiasmato di più, ma sono state tali l’autorità, la positività e l’esperienza del Pavia che qualsiasi divario è colmato e livellato. Per chi, infine, ama segnarsi i nomi dei migliori sul taccuino, segnaleremo, dopo notevole imbarazzo di scelta i due portieri, Bussetti, Spertini, Bagliani, Colla, Masperi, i due laterali del Pavia, Rosa e Tagnin. Troppi? Credete, è impossibile restringere la cerchia degli eletti dopo quel po’ po’ di spettacolo. (Gian Mario Maletto, «La Gazzetta dello Sport», 24 febbraio 1953) Risvegliandosi dal torpore nel quale da anni sonnecchiava, il «Moccagatta» di Alessandria ha tenuto a battesimo il trionfo della terza serie del calcio nazionale. Aria di grande festa sportiva sul campo alessandrino. Mancavano più di due ore all’inizio e già in ogni ordine di posti dello stadio affioravano sportivi alla ricerca delle posizioni tatticamente migliori e più comode, capannelli di tifosi delle due città si disponevano a mosaico sull’anello di cemento attorno al terreno di gioco, fonti sonore inesauribili e continue di incitamento per i paladini. Il bianco anello di cemento si oscurò progressivamente e sempre più velocemente di una folla rumorosa e policroma, di uno folla inquieta che ormai viveva il complesso del grande incontro che stava per iniziare. Le basi della partitissima furono gettate nel tempo e per tempo. Nella settimana infatti dell’incontro tra la capolista granata e dell’outsider per eccellenza, l’Alessandria, si era parlato a lungo, si commentavano le prodezze delle due compagini, il loro valore, nessuno stillò però un pronostico. Si ammetteva, era giusto, che nelle due squadre ci fossero in potenza le possibilità di qualsiasi risultato. Furono cauti i critici che si sbizzarrirono di contro nel montare la partita per dipingerla nella giusta tela di confronto che assurgesse ad interesse nazionale. Nella tribuna d’onore parecchie e note personalità sportive. Dagli osservatori delle grandi squadre alle più belle firme dei quotidiani sportivi nazionali. Per il primo gusto ricorderemo Rosetta, Capelli, Rebuffo e Copernico; per il secondo il decano e notissimo Carlin. Il prologo della grande partita era recitato. Il resto restò ai giocatori delle due squadre. E se ogni cosa che era contorno e a complemento perché la partita avesse potenzialmente il meglio di quanto le abbisognava era stata fatta con dovizia di mezzi e con larghezza di vedute, la prestazione delle due squadre sul terreno di gioco fu una delle più brillanti che mai la C potesse esprimere, concordi tutti alla fine dei palpitanti novanta minuti nel riconoscere che simili dimostrazioni di gioco difficilmente si vedono anche nelle divisioni superiori. Una grande giornata insomma, una giornata in cui tutto si è fatto al massimo e per il meglio. Una giornata che ha portato decisamente alla ribalta nazionale il valore della inedita terza serie professionale, imponendola all’attenzione di tutti. Indubbiamente le due squadre migliori della C hanno oggi dato vita ad una partita che, prevista agonisticamente intensa, ha rilevato un sapore tecnico di gioco che nessuno forse si aspettasse. Il Pavia ancora una volta rivoluzionava la formazione ed ancora una volta Brezzi si rivelava tattico perfetto trovando, come per incanto, la formazione adatta alla partita. L’allenatore granata in fatti riesumava per l’occasione il tandem di sinistra Duzioni-Pirovano, cioè il tandem che fu protagonista principe della partita di Mantova. Ed i due ancora una volta hanno risposto all’appello nel migliore dei modi, rivelandosi atti alla bisogna ed uno dei migliori reparti in campo. Per il resto i granata conservarono la formazione di sempre. L’Alessandria dopo essere stata nel dubbio se dare la maglia numero 5 al giovane Bagliani a al «consumato» ed esperto Vitto, decideva di adottare entrambi i giocatori nella formazione, dando all’anziano e sempre valido capitano alessandrino la maglia numero 3 e con essa il compito di controllare il goleador granata Deprati. Contro ogni previsione, d’altronde attendibile per il valore assoluto della posta in palio, nessuno schieramento «protettivo» (mezzosistema o catenaccio di sorta) ha pregiudicato in partenza la bella dello spettacolo per l’interesse. A viso aperto le due compagini hanno dato l’avvio all’appassionante partita, a viso aperto l’hanno chiusa, senza pause di sorta, senza responsabilità, senza pecche. A viso aperto sono usciti alla fine dei novanta minuti, certi tutti di avere giocato al meglio delle loro possibilità. Stanchi fisicamente della battaglia, esultanti in animo loro per la bellissima prova cui avevano dato vita. Agonisticamente impeccabili, tecnicamente quasi, i ventidue al bordo del campo, avviandosi verso gli spogliatoi, hanno conversato, le mani si sono intrecciate in vigorose strette, reciprocamente si sono congratulati della gara disputata. È stato uno spettacolo bellissimo, molti sugli spalti avevano gli occhi lucidi. Non fischi, non roche grida di biasimo. Un silenzio tutto commozione ha salutato i giocatori uscenti. All’esaltazione della battaglia sportiva immediatamente aveva fatto seguito il tacito riconoscimento del valore dei ventidue atleti, l’accettazione concorde e piena del risultato, giusta e perfetta risultanza dei valori in campo del volume e della bontà del gioco che le due squadre hanno espresso. La cavalleria sportiva aveva trovato un ennesimo ed intenso spettacolo, a scapito forse del tifo folcloristico, a vantaggio certo della grande causo dello sport tutto. Dicevano dirigenti e sportivi alessandrini che nel Pavia odierno avevano ammirato la miglior squadra della C che sino ad allora si era esibita al «Moccagatta», implicitamente, senza ombre di sorta, riconoscendo il valore della propria squadra. Ma questa serenità di giudizio non era artificiosa, non era la conseguenza di un ragionamento convenzionale; era l’espressione ed il sunto dello spettacolo sportivo di quello della grande massa dei tifosi accalcati nelle tribune che circondano il quadrato di gioco, la consacrazione di una delle più belle giornate di sport calcistico dell’anno. Se qualche rilievo di critica può essere fatto all’analisi dell’impostazione tecnica, più che rilievo semplice appunto e per di più temporaneo ed individualistico senza alcuna conseguenza determinante, agonisticamente l’incontro ha svettato senza tuttavia trascendere dalla prassi che regola la cavalleria sportiva, riassumendosi alla fine in una dimostrazione di gioco tale che, a parere di molti o meglio di tutti i presenti, difficilmente si recita anche sui quadri delle divisioni superiori. Il risultato di parità è giustissimo. Se i grigi alessandrini hanno, anche se lievemente, marcato una superiorità di temi offensivi, il Pavia di contro ha rilevato una difesa organica, senza balbettamenti, una difesa che senza ansie di sorta ha ribattuto le sfuriate avversarie colpo su colpo, senza battere ciglio, senza affanno, senza tentennamenti, rifuggendo di proposito dallo spettacolare intervento per garantire in ogni momento maggiore sicurezza di reparto. Da Baggini autore di interventi che alcune volte hanno fatto gridare al miracolo, a Cerri che ha impastoiato il pur guizzate e positivo Savoini, da Spertini meraviglioso terzino sistemista, a Colla, la cui partita è stata un capolavoro di accortezza di volontà, ai due mediani inesauribili motori che hanno girato a pieno regime senza pause, suggeritori di pericolose offensive; il sestetto ha indubbiamente il merito, primo ed assoluto del risultato positivo conseguito dai capolista pavesi sul difficilissimo terreno alessandrino. Rinnovato per tre quinti, l’attacco granata è stato il degno e migliore completamento del sestetto arretrato. Bellissima la prova di Lavarino, specie nei primi quarantacinque minuti. Mobilissimo, il centravanti pavese ha obbligato ad un vero e proprio tour de force Bagliani, il diretto avversario, che spesso è stato superato dall’accorto tocco o dallo spiazzamento del pavese. Ha segnato inoltre un goal Lavarino, goal che Bellè ha annullato per cause oscure. C’è chi afferma per fuori gioco, d’altronde inesistente dato che la respinta di Borriero aveva rimesso in gioco tutti. C’è chi dice per carica al portiere, ed ancora si dubita perché dalla respinta al tiro di Lavarino che doveva terminare in rete sono intercorsi più di una quindicina di secondi, il tempo necessario perché il pallone arrivasse al centravanti, che doveva stopparlo per calciarlo poi in rete. Tanto scatto e spostamenti Pirovano, l’unica ala sinistra che ha il Pavia, ha portato a spasso il pur bravo Bussetti, ha dato l’avvio a non poche azioni pericolose, ha dato un valido aiuto alla difesa quando la necessità lo richiedeva. Deprati, sorvegliato speciale, ha errato quando ha voluto incunearsi al centro dell’attacco, trovandosi sempre e fatalmente chiuso in un corridoio ermetico, ha invece entusiasmato quando la sua azione chiamava alla collaborazione questo o quel compagno di linea. Positivi i due interni e come continuità di gioco e come valore. Ad un Duzioni inesauribile trascinatore e gladiatore invitto di tanti e tanti duelli, stoccatore inoltre di rara potenza e pericoloso, ha fatto riscontro un Rosa, brillantissimo e continuo, forse precipitoso in alcune occasioni favorevolissime, ma vera spina nel cuore della mediana avversaria. Dei grigi tutti meritano un accenno particolare anche se l’attacco è stato superiore ai reparti arretrati. Con un Tagnin internodi classe indubbia, il quintetto di punta grigio ha giostrato con continuità e con una pericolosità che hanno impegnato Braga e compagni allo spasimo, non arrivando allo scopo per la grandissima prestazione dei difensori pavesi. Forte nella tamponatura Generani ha peccato nell’inserirsi nelle manovre di attacco anche perché Duzioni lo ha sottoposto ad un massacrante lavoro. Masperi, spesso in posizione avanzata e spalla di Tagnin che cercava spazio continuamente, ha finito per lo sfiancarsi al quarto d’ora della ripresa per i continui e precipitosi retours cui Rosa lo obbligava. Bagliani, dopo che nel primo tempo aveva dovuto prodigarsi al massimo per chiudere Lavorino, e in questo non era riuscito, nella ripresa si vedeva alleviare il compito dalle menomate condizioni fisiche del centravanti pavese che risentiva di un fortissimo colpo al naso. Sempre in gamba Vitto anche se il suo avversario odierno aveva nome Deprati, e volenteroso e senza responsabilità Bussetti che aveva il compito di controllare un guizzante ed imprendibile Pirovano. Borriero, battuto una volta da Lavarino, per il resto ha lavorato senza colpe. La cronaca è intensa, ricca di momenti appassionati che hanno tenuto la partita su di un binario di interesse continuo per tutto l’arco dei novanta minuti. Fischio di Bellè ed inizio da parte dei grigi di una sarabanda che si protrarrà per parecchi minuti, dando l’impressione anche di un possibile andare in vantaggio dei padroni di casa. Senza arroccarsi, la difesa granata risolve le criticissime situazioni che si susseguono via via più intensamente per arrivare al culmine al 5’, quando Testa in posizione favorevolissima manda a lato anche perché il pronto proiettarsi di Baggini gli toglie l’attimo della freddezza per piazzare il colpo preciso. Non è questo il solo pericolo corso dal Pavia in questo travolgente inizio alessandrino. Al 1’ uno scambio Marchioro-Testa è brillantemente risolto da Baggini con una pronta e coraggiosa uscita che si risolve con una parata in due tempi del portiere pavese. Non è ancora scaduto il secondo minuto che Baggini deve ancora uscire a valanga su Marchioro liberato da un accorto lancio di Generani. Al 4’ il primo tema offensivo pavese: su rimessa laterale dello specialista Duzioni, Bagliani deve esibirsi in un’acrobatica rovesciata per prevenire Lavarino. Sul contropiede apre Testa sulla sinistra ed il tiro finale di Savoini sibila a lato di poco; al 5’ su tiro di Testa difettosa parata di Baggini e calcio d’angolo. È Rosa a sbrigare allontanando il tiro dalla bandierina. All’8’ Tagnin su punizione accordata per fallo di Colla scuote la traversa. Scema progressivamente il ritmo sostenutissimo iniziale dei grigi, avendo il Pavia serrato maggiormente la difesa con un più rigido marcamento. Al 10’ una combinazione Lavarino-Pirovano-Rosa-Deprati è intercettata da Masperi su Braga. All’11’ è Spertini a stroncare sulla sinistra uno spunto di Savoini partito su errato passaggio di Cerri. Al 10’ scambio Deprati-Rosa girato al volo da Lavarino. Bersaglio fallito. Il gioco dei granata riprende gradatamente quota e si ha ora un maggior equilibrio di azioni. Al 14’ scambio Duzioni-Braga, sul cross Deprati manca di un soffio. Al 16’ ancora Baggini deve esibirsi in una bellissima parata sui piedi dell’irrompente Savoini. Al 17’ la rete di Lavarino annullata: su cross di Braga mischia risolta da Borriero con una respinta di pugno. Al limite raccoglie Lavarino. Stop e tiro del centravanti granata che fa bersaglio. Fischio di Bellè che annulla. Perché? Al 20’ un tiro alto di Duzioni. Al 22’ è Deprati a far saltare la difesa avversaria bruciando sullo scatto Vitto. Cross e intervento fortunoso di Bussetti che riesce a prevenire Pirovano, colpendo di testa in tuffo. Al 24’ replica di Savoini con un tiro che sbuccia la traversa. Al 26’ è Spertini a mettere a lato su Testa. Al 28’ violento tiro di Masperi dal limite che sfugge a Baggini e va in corner. Al 30’ affondo di Duzioni che tira fortissimo da una ventina di metri. Para Borriero. Sul rilancio del portiere tiro di Testa alto sulla traversa. Senza respiro il gioco si svolge su di un metro velocissimo con alterne azioni. Al 34’ per un fallo di Vitto su Deprati, Braga obbliga Borriero a deviare di pugno in calcio d’angolo. Al 36’ scambio Mariani-Lavarino-Duzioni-Braga. Crossa dalla destra del mediano, Rosa tutto solo dà di testa mandando sul fondo, quando poteva fermare e tirare con maggior sicurezza di successo. Al 38’ la fortuna salva la porta di Borriero: scambio Lavarino-Pirovano che tira decisamente a rete, a ribattere è Deprati che accidentalmente si trova sulla traiettoria. Su calcio d’angolo battuto dal Pavia si chiude il primo tempo. Alla ripresa del gioco è ancora l’Alessandria a dare il «la» con un’azione in linea che Colla risolve mandando a lato. Un minuto dopo è Spertini a liberare su Tuberosa. Al 4’ una punizione di Savoini dal limite va a lato di pochissimo. Al 6’ su punizione di Braga girata al volo di Rosa il cui tiro ad effetto inganna Borriero ed esce lambendo il palo opposto. Al 7’ proietto di Duzioni che Borriero brillantemente para in tuffo. All’8’ pericolo per la rete granata. Ancora una volta Spertini allontana la minaccia. Al 17’ Baggini si esibisce in doppia parata ribattendo due tiri consecutivi di Marchioro a Tuberosa. Al 22’ bellissima azione Rosa-Pirovano e sventola dell’ala granata che Borriero respinge di pugno. Ancora Pirovano rimette al centro dove irrompe Braga il cui tira capita tra le mani di Borriero fortunosamente sulla traiettoria. Al 26’ è Vitto a fare appello a tutte le sue capacità per liberare sullo scatenato Deprati. Al 29’ critica situazione per l’Alessandria: Braga-Rosa-Deprati, il cui cross è violentemente deviato verso la rete da Lavarino. Le gambe di Bagliani rinviano. Riprende e tira fortissimo Duzioni che vede il tiro incocciare il corpo dell’accorrente Bussetti. Ormai l’andamento della partita lascia prevedere un nulla di fatto, evidentissima ed equa espressione dell’equilibrio di gioco esistente tra le due squadre. Al 30’ su cross di Duzioni dalla sinistra testa di Lavarino e palla che rotola sul fondo a poca distanza dal palo. Al 32’ è Mariani ad intervenire sul lanciatissimo Savoini. Ad ogni affondo dall’una squadra immediata è la risposta dell’altra, con le due difese opposte che riescono sempre a scongiurare il pericolo. E su tiro alto di Duzioni si chiude la bellissima partita. (Antonio Cavallotti, «La Provincia Pavese», 24 febbraio 1953) SERRATA CONTESA SENZA RETI TRA ALESSANDRIA E PAVIA Giusto pareggio nell’incontro di andata a Pavia, giustissima divisione dei punti nella gara di ritorno ad Alessandria. Il bilancio delle partite tra i grigi piemontesi e i granata lombardi si è chiuso per questa stagione in perfetto equilibrio ed ha riconfermato nelle due squadre viste ieri le due migliori della Serie C. L’avvenimento ha richiamato allo stadio Moccagatta una folla da primato: tra paganti e «portoghesi» poco meno di quindicimila persone hanno affollato ieri le gradinate e le tribune del campo alessandrino, fruttando un incasso di quasi cinque milioni. Gli spettatori poi sono usciti tutti soddisfatti, tanto ì sostenitori delle due compagini (da Pavia erano giunti quindici pullman circa trecento macchine private) quanto gli «osservatori» mandati in giro di ispezione per la prossima campagna acquisti dalle società delle serie maggiori: Copernico e Cappelli per il Torino, Rosetta per la Juventus, Rebuffo per la Sampdoria, mentre si diceva che fossero presenti in incognito anche emissari del Genoa e del Milan. Le due avversarie si sono date cavallerescamente battaglia in una contesa serratissima e tirata senza soste per tutti i novanta minuti. L’Alessandria ha attaccato più a lungo, ha colpito un palo, si è vista negare un evidente «rigore», ha avuto insomma più occasioni per raggiungere il successo, ma non vi è riuscita; il Pavia ha segnato, per la verità, una rete per merito del centrattacco Lavarino ma l’arbitro Bellè ha annullato per un fuorigioco che, francamente, dalla tribuna nessuno ha potuto vedere. Da questa sintesi della gara si può comprendere chiaramente come anche un risultato diverso dal pareggio avrebbe potuto verificarsi senza far gridare allo scandalo. Tuttavia – ripetiamo – la divisione dei punti ha accontentato tutti e lo spettacolo offerto dalle due squadre ha soddisfatto specialmente gli «osservatori» che hanno visto all’opera elementi giovani e di valore come Testa, Tagnin, Masperi e Borriero da parte alessandrina e Duzioni, Deprati e Lavarino da parte pavese. Nella partita svoltasi in ottobre a Pavia, era stata la mediana alessandrina a decidere il risultato, ergendosi come protagonista dell’incontro e sbarrando tutte le vie dell’offensiva all’attacco lombardo. Stavolta le parti si sono invertite ed è toccato al formidabile trio Braga-Colla-Mariani – due esperti anziani a fianco di un giovane esuberante torello – il compito di frenare le iniziative dell’attacco grigio. Il lavoro della difesa lombarda – nella quale anche i due terzini Cerri e Spertini e il portiere Baggìni hanno operato senza pecche – è stato in parte facilitato dall’incompleta inquadratura della prima linea alessandrina. Mancava ancora Mazzucco (e quale peso abbia questa assenza lo si è potuto facilmente constatare nelle ultime domeniche) mentre i tecnici grigi avevano preferito per il ruolo di ala destra il tecnico Tuberosa al meno preciso Bey. La scelta si rivelò subito errata e forse questo sbaglio valse a determinare il rendimento inferiore al previsto di tutto il reparto: Tuberosa, che usa di preferenza il piede sinistro, soltanto nel secondo tempo riuscì ad inserirsi nel gioco dei compagni e fallì comunque la prova in quelle fasi decisive nelle quali forse la presenza del puntiglioso Bey sarebbe stata più efficace. Testa, controllato spietatamente da Colla, non ha potuto brillare molto e così dicasi di Savoini che ha avuto un durissimo guardiano in Cerri, mentre in Marchioro la quantità rilevante del lavoro svolto è andata a detrimento della qualità. Soltanto Tagnin ha operato con la consueta chiarezza, risultando il migliore della sua squadra dopo Masperi, Vitto e Borriero, ma i suoi pochi tiri a rete non hanno avuto fortuna e i suoi suggerimenti raramente sono stati raccolti dal compagni. La cronaca. Al fischio iniziale dell’arbitro Bellè l’Alessandria parte «in quarta». Non sono ancora passati due minuti e già Baggini ha dovuto salvare due difficili situazioni: nella prima, Testa lanciato da Generani, è preceduto per un soffio dall’ardito tuffo del portiere pavese, nella seconda Baggini evita un secondo pericolo portato da Tagnin. Al 3’ Marchioro spreca una buona occasione sfuggendo alla responsabilità del tiro conclusivo, al 6’ una puntata di Testa su centro di Savoini finisce a lato di centimetri. Un minuto dopo ancora su azione Savoini-Testa ha la meglio per un attimo il bravissimo Baggini. All’8’ per un mani di Cerri, Tagnin tira una punizione dal limite dell’area e colpisce la traversa a portiere battuto, riprende Marchioro e spedisce alto. Poi la folata alessandrina a poco a poco si spegne e il gioco si fa equilibrato. Baggini e Borriero gareggiano nel compiere ardite parate, al 18’ si ha l’azione della rete di Lavarino annullata, al 39’ Savoini è mandato lungo e disteso da Cerri a due metri dal portiere e l’arbitro nega l’evidentissimo penalty. Al termine dei primi quarantacinque minuti si ha l’impressione che l’Alessandria abbia speso buona parte delle sue energie e che si prepari per il secondo tempo l’offensiva del Pavia. Viceversa le due squadre si mantengono in equilibrio anche nella ripresa. Ai tiri di Deprati, Lavarino e Duzioni parati da Borriero l’Alessandria risponde con le azioni fallite, per pochi centimetri, di Testa e Savoini. Al 17’ un gran tiro al volo di Testa è parato da Baggini; un minuto dopo lo stesso portiere pavese respinge di pugno un traversone di Savoini e sventa successivamente anche la ribattuta di Tuberosa. Al 20’ una punizione dal limite di Tagnin è respinta di testa da Cerri sulla linea della porta. Al 21’, al 22’ e al 30’ la porta alessandrina corre gravi pericoli su tiri di Pirovano, Braga e Lavarino, ma due parate di Borriero e una fortunata deviazione di una schiena evitano dispiaceri ai grigi. Tre minuti dopo un tiro di Tagnin sfugge alla presa di Baggini e ancora Cerri allontana la minaccia all’ultimo istante. Nell’ultimo quarto d’ora l’Alessandria si getta ancora all’attacco ma l’esperta difesa pavese controlla ogni offensiva e la gara si conclude tra gli applausi, con il punteggio di partenza. Per dirigere la partita è stato chiamato un principe del fischietto, Bellè, il quale ha arbitrato con noncuranza. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 23 febbraio 1953) NEL GIRO DI QUATTRO GIORNI I grigi in trasferta a Regolo Emilia e Piacenza Bravi, bravissimi: grigi, alessandrini e granata pavesi! Lo spettacolo di sport offerto domenica rimarrà memorabile in quanti lo sport amano come manifestazione di dedizione, di cavalleria, di entusiasmo. Risultati positivi questi, che i giornali tutti hanno pur messo in grande risalto. La cornice di pubblico è stata degna dell’incontro. Domani, al «Moccagatta», non si registrava una tale affluenza e ciò dà l’esatto senso di quanto oggi valgano e l’una e l’altra delle contendenti. Tutti risultati positivi che il gracchiare di pochi menatori di zizzania non intaccano né sfiorano. E non sarà questa certamente l’occasione eccezionale in cui essi potranno far giungere la loro manifestazione sonora al cielo… Festa dello sport calcistico è stata quella di domenica, e ci duole che essa non sia stata intesa da tutti quanti hanno avuto la ventura di parteciparvi. Soprattutto – e questo ha gran valore per i sostenitori alessandrini – perché la paventata crisi dei grigi non ha più ragione di essere. Ed invero di ciò eravamo preoccupati perché non si ritrovavano più il ritmo, la dosatura. Ma domenica abbiamo ritrovata la squadra. Fresca, esuberante, troppo giovane, diremmo, opposta alla più guardinga e massiccia avversaria che, a detta dei propri sostenitori, ha disputato uno dei suoi migliori incontri. Degni, dunque, i due «undici», di occupare le posizioni attuali di classifica. Posizioni che, a meno di un catastrofico «sonno», di una letargia malefica, dovrebbero conservare sino al termine di questa stupenda Serie C. Molto bene ha fatto il C.D. dell’Alessandria U.S. a tributare un elogio alla squadra per il suo comportamento, ed a premiare la rosa dei titolari. Ideale spada lucente che taglia nodi gordiani che potrebbero tornare deleteri. La squadra ha necessità di schiettezza e serenità attorno ad essa, soprattutto in questo momento. Gli incontri — tre in otto giorni (Reggio Emilia domani, Piacenza mercoledì e Molfetta domenica 8) – sono quanto mai impegnativi e determinanti. Che i grigi abbiano a mantenere il ritmo, la decisione, la volontà messa in mostra domenica… Non tutti gli avversari sono il Pavia, primo della classe… Forza, forza grigi! Qualcuno ha da schiattare! […] Il risultato pari col Pavia ha provocato più scalpore di una sonora sconfitta, mentre la critica doveva restare su un piano costruttivo e considerare che la sostituzione di Bey era stata disposta onde evitare che tra i giocatori grigi si inizi un andazzo poco consigliabile per un atleta. Tuberosa non ha latto grandi cose anche perché tutto il reparto destro aveva idee poco chiare, ed e doveroso ricordare che anche Guasconi, nel girone di andata, contro il Pavia, con a lato Marchioro, posto di fronte a Burini giocò una partita senza rifulgere, ed è poi stato posto in dimenticatoio troppo in fretta. Con o senza Bey, la nostra squadra ha svolto un gioco notevolmente superiore a quello disputato nel girone di andata, anche con elementi che da qualche… mese, sono poco in forma. Contro il Pavia ci voleva… Delaude, e forse Bey, per le sue doti di combattente, sarebbe stato spedito negli spogliatoi dopo pochi minuti, anche perché l’arbitro Bellè tollera solo coloro che spingono a tergo in area di rigore, strappando le maglie grigie, ma non i calci di ripicco, anche se dati con diritto in restituzione. Allora forse avremmo scritto che era meglio Tuberosa, più calmo, più tecnico, eccetera. Ciò che occorre rilevare è che necessita preparare individualmente gli elementi di rincalzo, come fanno gli allenatori di Serie A. Toniolo, Motto, Gamaleri, Guasconi e Rebecchi hanno bisogno di una impostazione nel gioco, secondo il sistema seguito da Stürmer o da Brezzi con Duzioni. Tra noi è subentrata la regola di non sostituire alcun giocatore, se la squadra non perde, e si finisce di rendere sfiduciati tutti gli uomini di riserva. Abbiamo detto che è pericoloso attendere la sconfitta per provvedere, e lo dimostra il recente risultato pari. Bisogna evitare ogni screzio che possa incrinare l’armonia del «clan» grigio. Su «Tuttosport» di giovedì il collega Carlo Isaia auspica che venga soppressa la partita di allenamento del giovedì e che venga intensificata la preparazione atletica. Noi invece proporremmo di sopprimere gli esercizi atletici al giovedì e di disputare in detta giornata due tempi e non uno di allenamento. È giocando che si vede se un elemento od un reparto completo sono giù di forma, ed è il confronto con le riserve che mette in viva luce le eventuali possibilità dei rincalzi. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 28 febbraio 1953) RISULTATI: [17ª giornata] Vigevano-Sanremese 1-3 (giocata il 18 febbraio 1953) [22ª giornata] Arsenaltaranto-Piacenza 1-1 Empoli-Sambenedettese 1-0 Lecce-Livorno 0-0 Pisa-Molfetta 2-0 Reggiana-Mantova 0-0 Sanremese-Parma 2-1 Venezia-Stabia rinviata per nebbia Vigevano-Maglie 0-0 CLASSIFICA: Pavia 34; Alessandria* 30; Arsenaltaranto 26; Livorno, Parma 25; Empoli 24; Piacenza* 23; Maglie, Pisa 22; Sanremese 21; Lecce, Mantova 20; Venezia*, Molfetta 19; Reggiana 17; Sambenedettese 15; Stabia, Vigevano 13. : una gara da recuperare **: due gare da recuperare Il punto sul campionato Nello scontro diretto tra prima e seconda della classifica, Pavia e Alessandria, avevano terminato la gara in parità. Era terminata con un nulla di fatto la gara dell’ArsenalTaranto fermata dal Piacenza. Di misura l’Empoli aveva battuto la Sambenedettese e la Sanremese con il Parma. Il Pisa aveva avuto ragione del Molfetta. Rinviata per nebbia Venezia-Stabia. In settimana si era disputato il recupero tra Vigevano e Sanremese terminato con il successo della squadra ospite.