Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1948/1949
Serie B
13-02-1949 - Giornata: 25 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Reggiana AC 4 - 0 (2 - 0)
RETI: 17. Giraudo F.[A], 30. Bassi L.[A], 48. Sotgiu P.[A], 75. Pietruzzi M.[A]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Cerri Felice, Scarrone Secondo, Arezzi Giuseppe, Borgogno Angelo, Gallea Cesare, Sotgiu Pietro, Soffrido Luigi Vittorio, Giraudo Franco, Pietruzzi Mario, Bassi Luigi All.: Flatley Albert

Formazione avversaria
REGGIANA AC: Martinelli; Panciroli, Giaroli; Benelli, Cortini, Borri; Tolloi, Forlani, Beghi, Ganassi, Marmiroli. All.: Arcari (IV) Bruno

Arbitro: Molon Adolfo (Verona)
Note
Spettatori: 5.000. Cielo coperto, terreno pesantissimo. Inizio gara ore 15:00.

Commento
Partita vinta facilmente dall’Alessandria che ha giocato con grande sicurezza. La Reggiana ha costantemente subito l’iniziativa dei grigi, contrattaccando rare volte con azioni volanti impostate sulle ali e sul centrattacco; contrattacchi però privi di mordente e che s’imperniavano su Tolloi che ha dato l’impressione di non potere superare mai Scarrone. Il gioco troppo maschio e pesante della Reggiana, alla fin fine, ha indispettito il pubblico. Si inizia con una folata offensiva dei grigi e con due tiri di Giraudo, l’uno fuori di poco e l’altro tempestivamente parato. Su azione di contropiede i granata registrano a loro favore l’unico calcio d’angolo del primo tempo. Al 15’ una punizione dal limite ben calciata da Arezzi, e al 16’ allungo di Scarrone a Bassi che perde e recupera la palla fuggendo quindi sulla linea di fondo; il centro misurato trova Giraudo pronto a segnare con un colpo di testa. Al 26’ è Tolloi che fugge verso il portiere grigio, lanciato da Benelli, e mette malamente fuori. Al 30’ Bassi, con azione personale si porta a distanza, reagisce e batte con un tiro trasversale basso il modesto Martinelli. Continua la pressione grigia fino alla fine del tempo, senza frutti, specialmente perché i grigi, in area di rigore reggiana, hanno da badare all’incolumità delle proprie caviglie. Subito al 3’ del secondo tempo la terza segnatura. Azione confusa, palla a Giraudo che tira; il portiere para senza presa, irrompe Sotgiu che calcia in rete. Continua la presisone grigia. Due tiri di lontano di Sotgiu e Cerri al 9’ e al 10’ sono nettamente fuori. Perde una buona occasione di segnare al 15’ Giraudo, così come perderà una buona palla al 20’ Beghi ben lanciato da Marmiroli. Al 16’ la Reggiana batte un calcio d’angolo infruttuoso. Pietruzzi al 30’ segna la quarta rete raccogliendo un pallone respinto dal portiere; il precedente tiro era stato frutto di un’intesa Sotgiu-Giraudo. Questo ultimo benché duramente ostacolato da Giaroli, aveva brillantemente cercato la rete con una girata. Angolo al 32’ contro la Reggiana, che restituisce al 40’ e al 42’. La partita langue, infiorata solamente dalle scorrettezze dei reggiani. (Carlo Isaia, «Tuttosport», 14 febbraio 1949) Grigiore completo, in campo e fuori; un grigiore che ben si addice alla monotonia di una giornata che dalle maglie degli alessandrini ha tratto lo spunto per inebriarli del sapore di una vittoria che non ammette discussioni; un grigiore che per riflesso ha piombato sempre più nel buio della graduatoria una Reggiana sorprendentemente abulica e rassegnata. Dinanzi all’eloquenza delle cifre parrebbe inutile e puerile il tentativo di portare in sede critica giustificazioni ad una sconfitta che è stata il bilancio di novanta minuti di gioco sconclusionato da parte dei granata. Tanto sconclusionato da dover dire, per amore di obiettività, che il punteggio rilevante non fa una grinza, che l’Alessandria si è conquistata più che meritatamente l’intera posta e che la Reggiana ha disputato oggi una delle gare più amorfe del campionato. Questo il passivo del bilancio granata a cui può contrapporsi l’attivo delle attenuanti per i nostri colori: l’assenza di Lucchese, costretto per indisposizione dell’ultimo instante a rimanersene ai bordi del campo, e la giornata di grazia di tutti gli undici uomini in maglia grigia, i quali hanno voluto mantenere fede ad una prerogativa che sta diventando ormai tradizionale, quella di fornire le loro esibizioni più brillanti proprio nei confronti coi granata. Ricorderete tutti la gara del Mirabello di qualche mese fa, quella in cui gli atleti della paglia imposero i diritti di una impostazione di gioco nettamente superiore ed una compagine come la Reggiana che pure stava attraverso un periodo di grazia? Oggi la musica è stata bissata in tono maggiore ed il direttore d’orchestra, l’intero quintetto attaccante alessandrino, ha diretto una sinfonia in crescendo che ha finito per concludersi in una marcia trionfale. Tutto qui il carosello delle giustificazioni: e a noi sembra molto limitato. Del resto lo specchio della cronaca, fedele nella sua monotonia, può darne l’ennesima conferma. Nel numero limitato delle giustificazioni, forse, può essere annoverato anche quello riguardante le condizioni del campo di gioco, che col pantano aveva stretto un vincolo di amicizia molto fedele. Chi poteva trarre da ciò discapito maggiore se non la Reggiana, notoriamente male impostata dal lato atletico nella massima parte dei suoi atleti? E chi per contro poteva trarre più vantaggio di un’Alessandria che vanta uno schieramento di uomini fisicamente ineccepibili? Su questo Moccagatta, dunque, pesante come non mai, i giocatori in maglia grigia hanno iniziato col dettar legge fin dalle prime battute con insospettata sicurezza nelle proprie possibilità: un sistema, quello degli uomini di mister Flatley, recitato secondo i canoni più ortodossi e poggiante su un quadrilatero di uomini che hanno nome Arezzi, Gallea, Soffrido e Pietruzzi. La Reggiana invece ha offerto sin dal primo colpo d’occhio lo specchio limitato delle sue speranze e della sua tattica: difesa ad oltranza, con Ganassi sulla linea dei mediani, Forlani galoppante sulle due sponde opposte e Marmiroli a volte arretrato a volte spinto in avanti. Tattica da zero a zero, una tattica che poteva essere adottata finché le due reti sono rimaste vergini; ma considerato invece che quella di Martinelli è crollata dopo soli quindici minuti di gioco, e tenuto presente che alla mezz’ora la seconda palla era già nel sacco delle illusioni granata, perché continuare a mantenere questa svolta di gioco difensivo? Invece c’è voluta la ripresa prima che la compagine di Arcari mutasse almeno il volto delle proprie intenzioni: e soltanto allora (quanto il terzo pallone utile dell’Alessandria aveva già terminato la propria traiettoria) i giocatori reggiani si sono spinti in avanti alla ricerca, perlomeno, del punto della bandiera. Non è venuto perché ormai la partita aveva il suo volto ben delineato ed intramutabile; od anche perché Beghi si è incaricato di fallire la palla più favorevole dell’intero carosello di novanta minuti; o meglio ancora perché l’unico tiro indirizzato in rete è scoccato dal piede di Ganassi soltanto al quarantesimo minuto della ripresa. Al contrario, invece, si è fatto vivo il quarto pallone favorevole ai grigi; da lì la partita ha chiuso i battenti, perché ormai le emozioni non potevano più mutare un risultato nel suo complesso già categorico. Dal mazzo degli episodi che hanno contraddistinto la gara ne traiamo i cinque fondamentali, perché in essi è racchiuso il risultato. Cominciamo dal primo, al 17’ del primo tempo: fino ad allora la Reggiana ha subito l’attacco degli avversari ma ha resistito; ora invece accusa la botta, quella che manda a carte quarantotto tutta la sua tattica difensiva; si tratta di una fuga veloce di Bassi che, piantato in asso il suo angelo custode e giunto all’estremità del campo, crossa con cronometrica precisione: sulla sfera si precipita di testa il liberissimo Giraudo che prevenendo l’uscita di Martinelli insacca di precisione; ed uno. Secondo episodio alla mezz’ora di gioco: rapido scambio sulla sinistra dei grigi, allungo del centroavanti, palla a Bassi che stringe verso la porta e mentre solo Marmiroli è rimasto a contenere due uomini, tiro fulmineo rasente il palo; Martinelli è battuto per la seconda volta, la Reggiana piega le ginocchia. Terzo minuto della ripresa: l’azione degli alessandrini parte dall’inesauribile Arezzi, la sfera si sposta verso Pietruzzi che da distanza buona sferra un tiro micidiale; Martinelli non può far altro che respingere la staffilata la quale viene agevolmente raccolta da Bassi e gettata in fondo alla rete. Per la Reggiana è proprio la condanna… Poi al 22’ l’occasione d’oro della Reggiana mandata nel regno delle cose perdute; slittamento improvviso di Cerri e la palla scivola sul piede di Beghi, ormai liberissimo: due passi innanzi a portata buona, poi, mentre Giorcelli fa cenno ad uscire dai pali, tiro saettante; niente da fare, la sfera termina oltre la linea di fondo. Al 31’ della ripresa, chiusura delle segnature; altra azione al fulmicotone del velocissimo quintetto avversario ed altro colpo folgorante di Sotgiu da buona punizione: tuffo di Martinelli, pallone prima contro il palo e poi sul piede di Pietruzzi ed infine in fondo al sacco; è il collasso. Qui i cardini della partita; attorno ad essa qualche spunto secondario ma degno di rilievo: un tiro di Tolloi verso Giorcelli al 14’ del primo tempo che ha fruttato uno dei pochi angoli per la Reggiana; due colpi di Ganassi e di Forlani al 16’ ed al 18’ della ripresa terminati troppo alti; una magnifica parata di Martinelli al 21’ su staffilata di Giraudo da pochi metri; due salvataggi di Borri pressoché consecutivi al 28’ ed al 29’ ed infine l’ultimo calcio d’angolo pei granata al 43’ in seguito ad un’azione personale di Beghi che, dopo essersi giocata la difesa, si fa soffiare la sfera proprio al momento del tiro. L’elenco delle segnalazioni di merito si esaurisce molto presto: pochi sono stati i raggi di sole nel grigio della giornata, perché nessun reparto ha legato alla perfezione ed ogni linea ha avuto più di uno scricchiolio. Martinelli, Giaroli e Panciroli (particolarmente quest’ultimo) hanno fatto tutto il possibile per contenere le incessanti offensive dei locali ma la loro prestazione è stata inferiore al solito; Benelli ha risentito del disagio generale e Cortini, più combattivo nel secondo tempo, è stato preso nella prima parte nel gioco del quadrilatero avversario. All’attacco sono mancate le pedine conclusive perché ali e centravanti non hanno mai portato il pericolo nelle zone proibite dell’area dei grigi, da ciò l’impossibilità di poter concretare. Pochi nomi quindi rimangono per le menzioni di turno: Borri, Forlani e Ganassi. Il taurino ligure è stato forse il miglior atleta in campo: a contatto con l’uomo più pericoloso (Sotgiu) ha finito per annullarne ogni velleità e si è spinto più volte al centro dell’area di rigore per risolvere situazioni preoccupanti; i due interni, dal canto loro, hanno spremuto fino l’ultima stilla di sudore in un incessante andirivieni nei due opposti settori. Peccato solo che tanti palloni distribuiti in particolare da Forlani siano stati resi nulli dalla abulicità dei rimanenti compagni di linea. Giornata da dimenticare pretesto, in complesso, questa che ha portato in dono alla Reggiana il fanalino di coda. Ed ora? Non rimane che risalire la corrente, gradito su gradino, attaccati all’ultima speranza. E per far ciò bisogna cominciare subito. (Laerte Guidetti, «Reggio Democratica», 14 febbraio 1949) L’Alessandria ha praticamente dominato dal principio alla fine dell’incontro. La Reggiana non si è mai dimostrata pericolosa ed il suo gioco in difesa si è svolto in modo insufficiente e non ha servito a rintuzzare gli attacchi condotti dagli alessandrini, i quali per ben quattro volte hanno violato la rete difesa da Martinelli. Ha iniziato l’Alessandria a grande andatura e subito dopo l’inizio ottiene due calci d’angolo, al 5’ e al 6’. La superiorità dei grigi si è concretata con una rete segnata da Giraudo al 17’ di testa ed è stata consolidata al 30’ con un’altra magnifica rete di Bassi che con azione personale è pervenuto al successo con un magnifico tiro che ha nettamente battuto il portiere reggiano. Nel secondo tempo ancora Sotgiu aumenta il vantaggio per l’Alessandria al 3’. Poi dopo parecchie azioni sbagliate dagli avanti grigi la Reggiana è riuscita a sfiorare la possibilità di segnare il punto dell’onore con Galassi che ha tirato a lato quando già Giorcelli era inutilmente uscito dai pali per salvarsi dalla minaccia portata alla sua rete. Al 30’ Pietruzzi, raccolto un passaggio di Sotgiu, ha segnato imparabilmente il quarto goal della giornata. Fra i migliori in campo, Martinelli, Panciroli, Beghi, Marmiroli e Forlani della Reggiana; Scarrone, Arezzi, Gallea, Sotgiu, Giraudo, Bassi dell’Alessandria. Terreno piuttosto pesante per la pioggia frammista a neve caduta nella nottata. («Il Nuovo Piccolo» di Genova, 14 febbraio 1949) Subito all’apertura delle ostilità, Giraudo impegna Martinelli con un tiro fortissimo a fil di palo; quindi la Reggiana subisce due calci d’angolo ed una punizione nell’area di rigore e due calci senza conseguenze. Al 17’ azione volante iniziata da Gallea, sviluppata da Bassi e conclusa da Giraudo che segna al volo a porta libera per l’uscita a vuoto dai pali di Martinelli. Al 29’ un magnifico tiro diagonale di Tolloi in piena corsa dopo aver superato due avversari: il pallone sfiora l’asta superiore della casa di Giorcelli. Un minuto dopo è la volta di Bassi che si libera di due avversari dopo una fuga impressionante, converge verso il centro e segna il secondo punto. Nella ripresa, al 3’, Arezzi allunga la palla a Bassi che sferra il tiro; respinge debolmente Martinelli, interviene fulmineo Sotgiu che supera Giaroli e segna il terzo gol. Al 21’ la rete alessandrina corre un serio pericolo per un’azione individuale di Beghi che supera Cerri, piazzato a metà campo per nutrire l’azione dei propri compagni; giunge velocissimo a pochi passi da Giorcelli. Questi esce di porta per ostacolare l’azione risolutiva dell’avversario che scocca il tiro e fallisce il bersaglio a rete incustodita. Al 30’ l’ultimo gol della giornata: azione elettrizzante sotto la porta di Martinelli; la palla è manovrata da Gallea, Sotgiu, quindi Giraudo il cui tiro è respinto dal portiere, ma Pietruzzi piomba fulmineo sulla sfera di cuoio ed ottiene il quarto punto. Gli ultimi cinque minuti sono di prevalente marca granata che non rinuncia alla lotta, né desiste dalla possibilità di segnare il punto della bandiera: gli assalti reggiana si ripetono accaniti e decisi. Giorcelli si salva una prima volta in corner, altre due volte blocca in alto e a terra due difficili palloni; quindi un altro corner è battuto contro i grigi, cui consegue una intricata mischi nell’estrema area alessandrina. Ma la Reggiana non passa e sul punteggio predetto l’arbitro chiude le ostilità tra l’esultanza del pubblico numeroso. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 14 febbraio 1949) A parte il risultato concretatosi nell’ormai abituale, vistoso punteggio casalingo, e a parte la prestazione maiuscola di alcuni uomini (prima fra tutti Giraudo e Scarrone), l’Alessandria non ha giocato oggi sul ritmo delle ultime partite. Ha dominato a piacimento, ha trovato una svelta ala sinistra in Bassi, ha creato numerose azioni da rete, ma non ha dimostrato la solita intesa tra reparto e reparto, la solita scioltezza di gioco. Troppe preziosità in Pietruzzi, troppo freddi Gallea e Soffrido, ancora poco sistemista Cerri. Piccoli neri, forse, ma che possono diventare grossi difetti. Contro la Reggiana, che è apparsa piuttosto debole in tutti i reparti, la vittoria non poteva mancare e Giorcelli, impegnato soltanto nell’ultima parte dell’incontro, ha compiuto l’unica parata difficile su colpo di testa all’indietro di Cerri. Solo una volta gli emiliani hanno avuto occasione di segnare ed è stato al 21’ della ripresa, quando Begni ha mandato a lato a porta vuota. Contro questa unica occasione degli avversari, i grigi ne hanno sprecate parecchie o per precipitazione o per eccessivi personalismi. Ecco le reti: al 17’ Gallea dà a Barsi, che centra alla perfezione: riprende Giraudo che di testa segna. Alla mezz’ora invece Bassi che, avuta la palla da Giraudo, stringe al centro e batte Martinelli. Al 3’ della ripresa Arezzi lancia Bassi, che imbecca Giraudo: tiro violento del centravanti grigio che Martinelli para, ma la palla gli sfugge e Sotgiu da due passi insacca. Al 30’ Gallea a Sotgiu, a Giraudo che mette sul piede di Pietruzzi: tiro del mezzo sinistro e anche la quarta rete è fatta. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 14 febbraio 1949) DOMANI I GRIGI A BRESCIA Formazione solita - Allenamento radio diretto - Sempre Bassi all’ala Nella partita con la Reggiana, l’Alessandria ha ripreso la irresistibile andatura dei «rullo compressore» con una somma di 20 reti in 4 partite giocate al Moccagatta. La squadra emiliana si è difesa strenuamente ed anche con qualche rudezza da parte di Borri e compagni, ma la superiorità di gioco dei nostri non ha durato fatica ad infilare quattro reti nel sacco del volonteroso difensore avversario. Buone le prove di Giraudo, animatore e collegatore instancabile; tra i mediani in buona ripresa Arezzi che ha svolto, tra l’altro, un redditizio giuoco di testa. Borgogno è il giuocatore più regolare e continua ad essere la colonna della dorsale; più mobile Cerri, mentre Scarrone fa passi giganteschi per intuizione di giuoco e precisione negli interventi. Complessivamente la squadra ingrana e raccoglie i frutti di una buona impostazione di giuoco. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 19 febbraio 1949) RISULTATI: Arsenaltaranto-Verona 2-1 Cremonese-Venezia 1-2 Lecce-Vicenza 4-1 Legnano-Empoli 1-0 Parma-Como 0-0 Pescara-Brescia 0-0 Pisa-Siracusa 6-2 Seregno-Salernitana 2-1 Spal-Pro Sesto 0-0 Spezia-Napoli 2-0 CLASSIFICA: Como 38; Vicenza 35; Venezia 31; Cremonese 30; Empoli, Napoli, Pisa 27; Salernitana, Verona 26; Brescia, Siracusa, Spal 25; Alessandria, Spezia 23; Legnano 22; Arsenaltaranto, Lecce 21; Pro Sesto, Parma 20; Pescara, Seregno 19; Reggiana 18. *: una gara da recuperare Il punto sul campionato Nella venticinquesima giornatavi era stato il pareggio della capolista Como in casa del Parma e, soprattutto, dalla sconfitta, pesante, in cui era incappato il Vicenza in casa del Lecce che aveva abbandonato l’ultimo posto in classifica, scavalcando la Reggiana, sconfitta ad Alessandria. Ne aveva approfittato il Venezia che, espugnando Cremona, aveva scavalcato i grigiorossi portandosi al terzo posto. In chiave salvezza importante vittoria ottenuta dal Seregno sulla Salernitana che avevaa permesso ai lombardi di raggiungere in classifica Pescara e Lecce.