Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1948/1949
Serie B
01-05-1949 - Giornata: 34 - La Spezia - Alberto Picco


Spezia AC - Alessandria US 2 - 0 (1 - 0)
RETI: 11. Cadario A. [Sp] , 68. Mangini G. [Sp]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Guaschino Paolo, Bussetti Luigi, Arezzi Giuseppe, Borgogno Angelo, Gallea Cesare, Bassi Luigi, Soffrido Luigi Vittorio, Giraudo Franco, Pietruzzi Mario, Sotgiu Pietro All.: Flatley Albert

Formazione avversaria
Spezia: Fabbri; Pramaggiore, Borsato; Cadario, Mocca, Bragoni; Costa, Gambino, Baccalini, Pozzo, Mangini. All.: Macchi Alberto.

Arbitro: Coppolone Lelio (Bari)
Note
Espulso: 75’ Sotgiu [A, per ingiurie all’arbitro]. Infortunato: 79’ Pietruzzi [A]. Angoli: 7-4. Spettatori: 6.000. Leggera pioggia, terreno ottimo. Alcune cronache del lunedì riportano che il calciatore dell’Alessandria espulso fu Bassi; nei giorni successivi l’informazione viene corretta. Inizio gara ore 16:00 (16:15 effettive).

Commento
La partita odierna fra gli aquilotti e i grigi dell’Alessandria non è stata una grande partita. Le squadre, che sono entrambe in allarmante posizione in classifica, hanno iniziato la competizione col miraggio di superarsi a vicenda. Gli alessandrini iniziarono con slancio e volontà, ma gli spezzini, pur non spingendo subito a fondo presero presto l’iniziativa, se pure in maniera guardinga, ma poi si fecero animo e furono in prevalenza all’attacco. All’11 improvvisamente, con una fucilata, Cadario batte il lungo Giorcelli: fu come se la squadra piemontese avesse ricevuto una mazzata; non andò alla deriva, ma nulla più combinò di sostanzioso. Alla mezz’ora, visto che l’attacco dei bianchi (oggi in maglia neroblù) non funzionava tentarono con veloci puntate di portarsi avanti; non ci riuscirono, perché gli avanti veloci e brillanti a metà campo si lasciarono sempre superare dalla difesa spezzina nelle fasi decisive. Così si arrivò al riposo e quando le squadre ripresero il giuoco, lo Spezia buttò sulla bilancia l’argento vivo del suo entusiasmo e gli undici orsacchiotti il manto della rassegnazione. La seconda parte della partita fu tutto un monologo fra l’attacco spezzino e la difesa dei grigi e Giorcelli ebbe tanto lavoro che poté porre in rilievo le sue doti di classe e d’intuito nei calci d’angolo: fu sempre tempestivo e le sue lunghe braccia e le enormi mani attanagliavano i palloni più difficili. Egli è stato soltanto battuto da due tiri insidiosi tirati da vicino e per i quali nulla c’era da fare. Senza grinze dunque la vittoria spezzina, anche se c’è stata al 30’ del secondo tempo l’espulsione di Bassi per offesa all’arbitro e Pietruzzi al 34’ lasciava il campo perché si sentiva male; ma si era già visto che l’Alessandria non aveva l’incisività, sufficiente cuore, incisività e forza per rimontare le due reti subite. Dopo quanto ci hanno fatto oggi vedere gli undici alessandrini non è esagerato affermare che la squadra dei grigi di un tempo non è ormai che un’ombra nel ricordo. Lo Spezia con questa vittoria tira un grosso sospiro di sollievo, ma non tranquillizza nessuno. L’esperimento di Baccalini al centro dell’attacco non ha soddisfatto: forse l’emozione ha tradito il ragazzo. Alle 16:15 precise l’arbitro Coppolone di Bari che in complesso ha diretto l’incontro con sufficienza, malgrado abbia commesso qualche errore di valutazione contro lo Spezia, trilla l’inizio. Per alcuni minuti non vi sono emozioni; la mediana spezzina manda all’assalto gli uomini di punta. Al 5’ l’Alessandria è in corner: tira Costa, raccoglie Gambino, ma alza troppo il tiro. I grigi bilanciano poco dopo le azioni e Fabbri buca un pallone che finisce fuori dopo aver lentamente attraversato il lungo specchio della porta senza trovare un piede che l’allontanasse o lo infilasse in rete. Reazione immediata degli spezzini senza esito. All’11’ scaturisce improvviso il primo goal: Guaschino commette fallo su Mangini, il tiro di punizione è tirato da Costa poco oltre l’area di rigore e dà a Pozzo e questi fa partire il tiro; la palla fa carambola sulle gambe di Guaschino e finisce sul piede di Cadario che mette inesorabilmente in rete da un metro. Poi, azioni alterne e al 15’ la porta spezzina corre il più serio pericolo: su azione di contropiede Sotgiu dà a Bassi che prontamente tira da breve distanza, ma la palla è troppo alta, lambisce la traversa e va fuori. Qualche puntata spezzina, ma il giuoco è in prevalenza equilibrato. Si riattacca con cielo buio e con pioggia che sgrana un breve rosario. Lo Spezia ora spinge a fondo per consolidare il vantaggio; mischia su mischia davanti a Giorcelli, che sa risolverle con tempestivi interventi; ma al 23’ Baccalini porge da metà campo a Bragoni che dà di precisione a Mangini, il quale in piena corsa spara in rete da un metro. L’Alessandria accusa il nuovo colpo, si scompone, s’innervosisce e nulla più combina di bene. Bassi gratifica l’arbitro di insulti e questo lo espelle; Pietruzzi lo segue poco dopo perché indisposto. Nel finale, l’applauso fragoroso del pubblico si perde nel cielo plumbeo, mentre gli atleti dalle maglie grigie lasciano il campo tristemente. (Luigi Lasagna, «Il Nuovo Piccolo» di Genova, 2 maggio 1949) Mangini al 23’ della ripresa ha girato in rete una palla lavorata in precedenza da Baccalini. L’Alessandria ha accusato nettamente il colpo e ha trasformato il proprio gioco sul paino dell’improvvisazione. Poi è stato espulso l’innervosito Sotgiu, al 29’, per un battibecco con l’arbitro; poi è stata privata di Pietruzzi per un infortunio e così le è stato impossibile rimediare a due reti di passivo. Strana impressione hanno lasciato i grigi. Sembrarono in grado di poter arrivare lontano, tanto era piacevole il loro scendere, chiari i loro contropiedi e rapide le intese. Soffrido e Pietuzzi erano ovunque attivissimi, sia in difesa che all’offesa, e costituivano, con Giraudo, un trio pericolosissimo; Borgogno aveva facile lavoro con l’acerbo Baccalini, sfruttato malamente in un posto non suo; gli altri sapevano destreggiarsi in un gioco che appariva accorto nella copertura e rapido all’attacco. Eppure, questa squadra, che non dava affatto l’impressione di essere l’ultima venuta, non è riuscita a tenere a freno lo Spezia e ha dovuto accettare la sconfitta. Fra tutte le ragioni che si potranno avanzare per spiegare il fatto una prevale: Mocca. Il biondo vercellese oggi aveva il gusto della lotta, è stato un bello spettacolo il suo duello con il bravo Giraudo, e i grigi che avevano iniziato mettendo alla frusta il loro centravanti, hanno presto capito che lì era partita persa. Una gara attenta, efficace e anche corretta quella di Mocca: decisiva, diremo. Il gioco spezzino è ormai quello vecchio, improvvisazione, volontà e, diluita nei novanta minuti, qualche pregevole cosa che sorge per l’impulso della generosità di Gambino e dalla buona vena di Costa, Pozzo e Cadario. Anche oggi l’usuale schema è stato ripetuto, con la ricerca da parte degli attaccanti del tiro «briscola» per decidere tutto, e così è stato. Gioco a parte, stasera a Spezia si è contenti: estremamente pratici oramai, si contano solo i punti della classifica, che ora sono trentuno, ed è quasi autorizzato un mezzo respiro. Rapida la cronaca. Presentazione alessandrina all’inizio: tocchi rapidi e scambi veloci; maturano così un paio di azioni che mettono in luce Giraudo in un tiro di poco fuori. Un corner dello Spezia al 5’; poi ancora qualche attacco alessandrino condotto dal mobile Pietruzzi. All’11’ lo Spezia va in vantaggio. Una punizione dal limite va da Costa a Cadario e questi con un poderosissimo tiro da entro l’area mette sotto la traversa. La risposta grigia è affidata a Giraudo, che cerca con la potenza di eludere Mocca: nulla da fare; e quando il centro apre sulle ali, Borsato e Pramaggiore si fanno valere. Bella apertura spezzina nella ripresa e tiro di Costa al 1’ e tre pregevoli azioni di Gambino e Pozzo, il cui tiro va a colpire il montante destro, mentre Giorcelli ci era apparso battuto. Fino qui attacca lo Spezia, poi al 6’ riparte l’Alessandria decisissima, ma non riesce a creare eccessive difficoltà a Fabbri, e Mocca sopra tutti domina. Un’intelligente azione di Baccalini al 39’ offre a Costa un tiro da rete, ma l’ala sciupa mandando alto. Al 23’ siamo sul 2 a 0 per opera di Mangini. L’Alessandria cede, e poi vengono l’espulsione di Sotgiu e l’infortunio di Pietruzzi. Tutto il suo finale è per l’onore di firma. Comunque, al 44’ gli ospiti per poco non riescono ad accorciare le distanze. Una palla, portata sotto da Arezzi, va a Soffrido che la gira lesto a Giraudo: sul tiro del centravanti Fabbri riesce a salvare in angolo. (Alfredo Botti, «Tuttosport», 2 maggio 1949) Mangini, al 23’ della ripresa, aveva girato a rete una palla lavorata in precedenza da Baccalini, mettendo sul 2 a 0 il risultato. Le partite si danno vinte solo al 90’. Invece l’Alessandria accusò qui nettamente il colpo e disunì il proprio giuoco portandolo anch’essa sul piano dell’improvvisazione. Poi ebbe espulso l’innervosito Sotgiu al 29’ per un battibecco con l’arbitro; poi si vide privata di Pietruzzi per un infortunio che nessuno ravvisò e terminò la gara con nove uomini ancora pieni di puntiglio ma logicamente pochi per rimediare al forte passivo. Strana l’impressione l’asciata dai grigi: a tratti parvero in grado di poter arrivare lontani tanto era pregevole il loro scendere, chiari i loro concetti e rapida l’esecuzione. Soffrido e Pietruzzi non c’era da faticare a cercarli: erano sempre lì, attivissimi attorno alla palla, sia in difesa che all’offesa, e costituivano con Giraudo un trio pericolosissimo. Borgogno aveva in difesa una facile gioco contro l’acerbo Baccalini, sfruttato malamente in un posto non suo, e gli altri sapevano inserirsi in un giuoco che appariva accorto in difesa e rapido all’attacco. Eppure, questa squadra, che non dava affatto l’impressione di essere l’ultima venuta, non è riuscita a tenere a freno lo Spezia. Fra tutte le ragioni che si potranno avanzare una prevale: Mocca. Il biondo vercellese oggi aveva il gusto della lotta; è stato un bello spettacolo il suo duello con il bravo Giraudo ed i grigi, che avevano appunto iniziato mettendo alla frusta il loro centroavanti, hanno presto capito che lì era partita persa. Una gara attenta, efficace ed anche corretta, quella di Mocca: decisiva, insomma. Il giuoco spezzino è ormai cosa vecchia: improvvisazioni, volontà e, diluita nei 90 minuti, qualche pregevole azione che sorge di rito sotto l’impulso della fantasia di Gambino o della buona vena di Costa, Pozzo, Cadario. Anche oggi l’usuale scambio è stato rispettato; si è come al solito fidato nella buona stella che desse agli attaccanti il tiro «briscola» per decidere tutto, e così è stato. Giuoco a parte, stasera alla Spezia si è contenti: estremamente pratici, si contano i punti della classifica che sono ora 31. È quindi autorizzato un mezzo respiro. Rapida la cronaca. Presentazione alessandrina all’inizio: tocchi rapidi e scambi veloci; maturano così un paio di azioni che danno rilievo a Giraudo in un tiro di testa di poco fuori. Un angolo conquistato dallo Spezia al 5’ e poi ancora qualche attacco alessandrino condotto dal mobile Pietruzzi. All’11’, lo Spezia va in vantaggio. Una punizione dal limite va da Costa a Cadario e questi, con un poderosissimo tiro, mette sotto la traversa. La risposta dei grigi è affidata a Giraudo, che cerca con la potenza di eludere Mocca: nulla da fare, e quando il centro apre sulle ali, Borsato e Pramaggiore si fanno valere. Un’altra azione alessandrina, al 25’, culmina in un gran tiro di Soffrido che va fuori di poco; incursione di Pietruzzi al 28’ risolta in extremis da Mocca. È chiaro che l’Alessandria cerca il pareggio. Al 30’ un tiro di Gambino (fuori), al 36’ e al 43’ angoli contro l’Alessandria; è lo Spezia che risale, ma si termina sull’1 a 0. Bella apertura spezzina e tiro fiacco di Costa al 3’; altra pregevole azione Gambino-Pozzo-Gambino ed il tiro di quest’ultimo va a battere sul montante di destra, mentre Giorcelli tutto disteso nel tuffo era parso battuto. Fin qui ha diretto lo Spezia; poi, al 6’, riparte l’Alessandria velocissima, ma non riesce a creare eccessive difficoltà per Fabbri. Una intelligente azione di Baccalini al 19’ dà a Costa un tiro da rete, ma l’ala sciupa mandando alto e quindi, al 23’, siamo al 2 a 0 per opera di Mangini. Collasso alessandrino e cinque minuti di lavoro buono per Gambino. L’Alessandria ha ceduto. L’espulsione di Sotgiu e l’infortunio di Pietruzzi dà al loro finale il carattere dell’«onor di firma». Comunque, al 44’, la… pattuglia ospite, per poco, non riesce ad accorciare le distanze: una palla è portata sotto da Arezzi, va a Soffrido che la cede a Giraudo; sul tiro del centro, Fabbri riesce a salvare in angolo. (Alfredo Botti, «Il Tirreno», 2 maggio 1949) Erano in grembo a questa partita le ultime speranze dello Spezia, ma c’erano frammiste anche quelle dell’Alessandria e il tutto costituiva perciò un groviglio di fili ad alta tensione. Si può capire così l’orgasmo dei contendenti. Il primo gol dello Spezia venne dopo 11’ di gioco, ma non fu affatto decisivo. Era difficile scollare i grigi dal loro programma di pareggio. Sotto la mazzata di Cadario gli alessandrini si ripresero subito e la gara ricominciò serrata. Nella ripresa lo Spezia è partito come se la gara incominciasse allora e i grigi dovettero subire un vero assedio. Non successe nulla perché vi erano molte intenzioni negli aquilotti, ma anche molto orgasmo. Al 23’ fu davvero finita per i grigi, perché Mangini, oggi l’uomo più in palla dei ventidue in campo, chiuse virtualmente la partita. In fondo, il drammatico finale dei grigi lanciati all’attacco più per spirito di bandiera che per convinzione. Qualche scontro duro e Bassi al 30’ paga lo scotto per tutti con l’espulsione. Quattro minuti dopo Pietruzzi, infortunatosi, lo raggiunge. Due incidenti, comunque, che non aggiungono e non tolgono nulla all’incontro. Ormai la situazione era ben definitiva. (Marco Carpena, «La Gazzetta dello Sport», 2 maggio 1949) BATTUTI I GRIGI A LA SPEZIA: 0-2 La reazione dell’Alessandria alla pressoché continua offensiva dello Spezia, è stata sporadica e priva quasi sempre di pericolosità. Le due reti sono state segnate una per tempo, la prima da Cadario all’11’ del primo tempo, la seconda da Mangini al 23’ della ripresa. Bassi è stato espulso per scorrettezze. («Stampa Sera», 2 maggio 1949) NOVITA' DEI GRIGI NELLA FORMAZIONE CONTRO IL VENEZIA Forse Dania all'estrema sinistra - Cerri e Pietruzzi indisposti Nel nido degli aquilotti spezzini l’Alessandria, dopo aver dato l’impressione di poter passare, si è trovata menomata per una contusione riportata da Pietruzzi e per l’espulsione di Sotgiu. Chi ha assistito alla partita ci ha assicurato che il giuoco era notevolmente più chiaro e penetrante, mentre la difesa ha avuto periodi di incertezza. Del senno di poi son piene le fosse, ma a nostro avviso, in seguito all’assenza dei due terzini contusi, Cerri e Di Gennaro, dovendo affrontare una partita in campo nemico sarebbe stato più logico retrocedere Borgogno a terzino spostando Gallea a centrosostegno. Buone trame sono state intessute dal trio centrale senza però eccellere nella decisione di tiro nell’area avversaria. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 7 maggio 1949) RISULTATI: Cremonese-Pisa 1-0 Empoli-Pescara 2-2 Lecce-Spal 1-1 Legnano-Seregno 2-2 Napoli-Pro Sesto 2-0 Reggiana-Arsenaltaranto 4-0 Salernitana-Parma 2-0 Siracusa-Como 2-1 Venezia-Verona 3-1 Vicenza-Brescia 3-0 CLASSIFICA: Como 50; Vicenza 42; Venezia 41; Napoli, Salernitana 38; Brescia, Cremonese, Siracusa 36; Empoli, Pro Sesto 35; Verona 34; Pisa, Spal 33; Legnano, Spezia 31; Alessandria, Seregno 30; Arsenaltaranto 29; Lecce, Pescara 28; Parma, Reggiana 27 Il punto sul campionato Il Como, capolista, era incappato nella quarta sconfitta stagionale sul campo del Siracusa. Ne aveva approfittato il Vicenza che aveva sconfitto, con tre reti segnate, il Brescia. I veneti avevano un punto in più sul Venezia che aveva battuto il Verona. Importante vittoria della Reggiana sull’ArsenalTaranto che aveva permesso ai granata di abbandonare l’ultimo posto in graduatoria raggiungendo il Parma sconfitta a Salerno.