Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1945/1946
Misto B-C
23-12-1945 - Giornata: 10 - Alessandria - Comunale


Alessandria US - Pro Vercelli US 4 - 1 (1 - 0)
RETI: 43. Vitto L.[A], 67. rig. Arezzi G.[A], 76. Stradella C.[A], 90. Rampini S.[A] 86. Tieghi G. [Pr]

Alessandria US Diamante Luigi, Pietrasanta Piero, Cassano Luigi, Vitto Luigi, Arezzi Giuseppe, Rota Rotino, Rosso Angelo Triestino , Bassi Luigi, Stradella Carlo, Rampini Sergio, Frugali Fabio All.: Cattaneo Renato

Formazione avversaria
PRO VERCELLI US: Fabbri; Beretta, Testa; Oppezzo, Mocca, Pondrano; Barbero, Carasso, Tieghi, Coltella, Sarasso. All.: Bajardi (I) Luigi.

Arbitro: Limido Lorenzo (Milano)
Note
Infortunato Coltella [P], spostato nella ripresa all’ala. Giornata piovosa, terreno fangoso Inizio gara ore 14.30

Commento
Splendida partita dei grigi alessandrini che hanno dominato in velocità i bianchi vercellesi su un terreo pantanoso. Il risultato è ineccepibile; e si può dire, anzi, che diverse altre reti siano sfuggite ai grigi per precipitazione. La Pro, più leggera di peso in diversi uomini ed evidentemente sorpresa dal terreno pesante, ha cercato di arginare con ordine i continui attacchi indiavolati dei rivali, sostenuti magnificamente dal mediocentro Arezzi, certo il miglior uomo in campo, anche atleticamente (egli non è caduto una volta sola); ma è parsa superata dalla tecnica in velocità che gli attaccanti grigi sfoderavano continuamente, senza mollare nemmeno al novantesimo minuto. Si è avuto l’impressione che la Pro non fosse quella, ma un’altra migliore da rivedere; perché, se è stata dominata, non è crollata mai, ha piazzato anche il suo colpo col prestigioso Tieghi, un velocissimo e intraprendente centravanti di avvenire, e non è ricorsa mai ai surrogati del gioco scorretto. È caduta in piedi, insomma, con serietà e serenità, perché… non si può impedire talora agli avversari di essere migliori e allora bisogna anche sarà perdere. (Non sarà inutile anche rilevare che la Pro ha giocato molta parte dell’incontro ridotta praticamente a dieci uomini, perché la mezz’ala Coltella, mirabile per tecnica, è stata confinata all’ala per un incidente di gioco). L’Alessandria, per conto suo, ha dato spettacolo. Controllato col dinamico Cassano il sempre pericoloso Tieghi (guardato a vista anche da altri) e non avendo troppo disturbo dalle ali vercellesi, leggerine, ha fatto perno su Arezzi ed ha lanciato i suoi avanti all’attacco, preferendo le azioni sulla destra, dove l’ala Rosso A. si muoveva fulmineamente e con acuto senso dell’azione. Era Rampini, il mezzo sinistro, a impostare però tutte le azioni non affidate all’ala destra, e il terzetto centrale Bassi-Stradella-Rampini dava molto più lavoro di ciò che ne potessero sopportare i difensori vercellesi, fra i quali il Pondrano era sfasato. Alla ripresa, anche la sinistra, Frugali, completava il quintetto, assolutamente irresistibile; e buon per i vercellesi, ripeto, che la conclusione delle azioni venisse certe volte frustrata dalla precipitazione del tiro finale o del caso. I contrattacchi dei bianchi erano forse più ordinati, e certe azioni apparivano encomiabili; ma la lentezza e la frammentarietà delle azioni di sostegno all’attacco non permettevano il confronto con la travolgenza dei grigi. Sin dall’inizio della partita si è visto quella che sarebbe stata la caratteristica della giornata: veloci azioni alessandrine non concluse per un soffio, controbattute da reazioni calme dei vercellesi, culminanti nello scatto personale del forte Tieghi. Arezzi prendeva presto a vigoreggiare (peccato ch’egli tiri alte tutte le «punizioni») e la palla, tenuta a terra, filava in triangolazioni indovinate e penetranti. Queste triangolazioni smontano più facilmente gli avversari quando non usano sistema difensivo e i mediani laterali stanno a ballare fra ala e mezz’ala: in tali casi le ali hanno sempre via libera. Proprio quando gli alessandrini parevano calmarsi un po’, segnavano. Ciò avveniva al 43’ del primo tempo, quando Rosso (mentre il segnalinee sventolava un discutibile fuori gioco non concesso dall’arbitro Limido, ottimo in tutto l’incontro), quando Rosso, dico, centrava un bellissimo pallone; un avanti grigio sparava in porta, coglieva lo spigolo d’un montante, il pallone rientrava in campo, finiva sui piedi del mediano Vitto che con un tiro violento, da lontano, segnava imparabilmente. Nella ripresa, dopo tre calci d’angolo a favore della Pro, l’Alessandria ricominciava la danza e dopo diverse belle azioni (specie delle ali) concretava la sua superiorità con un rigore per un «mani», non del tutto volontario, del terzino vercellese Beretta: tirava Arezzi, che… non poteva alzare il pallone di tanto che non finisse sotto l’asta. Al 32’, bel centro di Frugali, testa di Rampini, testa di Stradella, gol. La Pro, senza dar segno di nervosismo, contrattaccava ancora al suo modo ondeggiante e al 41’ salvava giustamente l’onore del risultato con un bel colpo di testa di Tieghi su traversone dell’ala destra Barbero. Ma proprio allo scadere del tempo, il grigio Rampini, a conclusione della sua bellissima partita, concludeva con una quarta rete alessandrina su mischia. Una bella partita, malgrado il maltempo; in una cornice di pubblico appassionato e corretto, naturalmente esultante di aver ritrovato il suo squadrone che, se sa giocare così, e su un tale terreno, è certo il migliore della Divisione, e starebbe benissimo in Divisione A. Resterebbero molte cose a dire e ad illustrare: vi rimando al numero di giovedì prossimo, con l’effigie di tutti gli attori delle due squadre che si disputano alternativamente l’onore di comandare la classifica dei cadetti. (Carlo «Carlin» Bergoglio, «Tuttosport», 24 dicembre 1945) Cielo basso e grigio, pioggerella uggiosa e insistente, terreno fangoso con chiazze acquitrinose, tribune quasi colme e migliaia di ombrelli, folla delirante: ecco il quadro in cui si è svolta la partita. Ma che partita, amici miei! Novanta minuti di gioco a tutto vapore, senza una sosta, senza un attimo di respiro, novanta minuti di dura battaglia nella quale i ventidue atleti, incuranti del fango che li rendeva quasi irriconoscibili, hanno profuso le migliori energie. Una grande e bella partita, insomma, di quelle che fanno data negli annali calcistici regionali. Il merito va in gran parte agli alessandrini che nell’urto con i cugini vercellesi hanno dato l’esatta misura delle loro notevoli possibilità. Spinti dall’antagonismo campanilistico e sorretti dal miraggio del comando in classifica, i grigi hanno ritrovato l’ardore e l’estro dei tempi migliori. Sono partiti come se dovessero disputare una corsa di cento metri e, senza dar tregua all’avversario, hanno mantenuto un ritmo vertiginoso per quasi tutta la partita. Si è avuta così una squadra, l’Alessandria, continuamente protesa all’attacco e l’altra, la Pro Vercelli, impegnata in una strenua difesa, alternata a sprazzi da disperati tentativi di rompere il cerchio che la opprimeva. Nonostante però il netto e indiscutibile predominio della squadra del cuore, la folla alessandrina ha vissuto momento di spasimo. I grigi avevano un bello scorrazzare nell’area avversaria; avevano un bell’affannarsi a imbastire azioni su azioni, ma il gol non saltava fuori. Tutti gli attacchi si arenavano inesorabilmente davanti alla difesa vercellese e si concludevano con tiri troppo deboli o imprecisi. C’era veramente di che inquietarsi tanto più che nelle saltuarie incursioni nell’area alessandrina i vercellesi, per merito precipuo di Tieghi e Coltella, davano impressione di poter procurare qualche guaio ai rivali. Comunque i grigi continuavano a dominare. E la Pro Vercelli? Debole nella mediana, la squadra si è afflosciata in partenza e non ha mai saputo riprendersi, se non a sprazzi. Per arginare gli incessanti attacchi dei rivali, anche gli interni hanno dovuto correre in aiuto della difesa così che l’attacco ha perso la sua solita forza di penetrazione. Nei rari momenti in cui ha potuto liberarsi della pressione avversaria, il quintetto di punta ha svolto azioni chiare e incisive. Tieghi, sorvegliato da vicino, non ha fatto grandi cose. Egli è però una autentica promessa e con lui si è distinto anche l’interno Coltella, instancabile nel gioco di spola. (Giovanni Bollini, «La Gazzetta dello Sport», 25 dicembre 1945) RISULTATI: Ausonia-Piacenza 2-2 Novara-Vigevano 0-0 Savona-Biellese 1-4 Sestrese-Cuneo 2-1 Vogherese-Casale 2-1 CLASSIFICA: Alessandria 14; Pro Vercelli, Vigevano 13; Sestrese 12; Novara 11; Casale, Vogherese 10; Ausonia, Piacenza 9; Biellese 7; Savona, Cuneo 5. *: una gara da recuperare Il punto sul campionato L’Alessandria era tornata in vetta al classifica con la vittoria ottenuta sulla Pro Vercelli scavalcando proprio le bianche casacche che erano state raggiunte dal Vigevano fermato sul pareggio a Novara. Di misura la Sestrese aveva battuto il Cuneo cosi come la Vogherese si era imposta sul Casale. Poker di gol inflitto dalla Biellese sul terreno del Savona.