Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1942/1943
Serie B
29-11-1942 - Giornata: 9 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Udinese AC 2 - 1 (2 - 0)
RETI: 15. Lacelli F.[A], 37. Lacelli F.[A] 62. rig. Clocchiatti G. [Ud]

Alessandria US Moro Giuseppe, Bigando Giovanni, Pietrasanta Piero, Pietruzzi Mario, Viano Angelo, Pochettini Mario, Garbarino Carlo, Fibbi Arrigo, Lacelli Francesco, Foglia Mario, Orsi Franco All.: Baloncieri Adolfo

Formazione avversaria
UDINESE AC: Tonello; Barbot, Clocchiatti; Del Gronchio, Feruglio, De Stefano; Bertoli, Cozzarin, Orzan (II) Ermenegildo, Fabbro, Obuel. All.: Molnár Ferenc

Arbitro: Matucci Guglielmo (Seregno) [Caratti, Mazzoni]
Note
Angoli: 2-4. Spettatori: 2.500 Inizio gara ore 14:30

Commento
L’Alessandria (che ha giocato in maglia nera) ha chiuso in vantaggio la velocissima partita dopo avere subito nel quarto d’ora della ripresa la iniziativa e la supremazia della briosa squadra veneta. I grigi, privi di Vitto e Tossio, sono scesi in campo con Pietruzzi mediano destro e Orsi all’ala sinistra. Buona la prova di entrambi. Il giovane Orsi ha esordito in modo lusinghiero. Nel primo quarto d’ora l’Udinese sfoggia un insistente gioco radente e mostra sicurezza nel tocco della palla. L’Alessandria reagisce incerta, ma a conclusione di alcune ottime azioni imposte sulle ali riesce a mettersi in vantaggio con due reti di Lacelli: la prima al 15’ su centro di Garbarino e susseguente mischia e la seconda su perfetto passaggio volante di Orsi girato magistralmente di testa dal centroavanti alessandrino. Nella ripresa gli ospiti si sono fatti minacciosi, dopo che i grigi non erano riusciti a trarre profitto di facili occasioni per le incertezze di Lacelli e Foglia che avevano permesso a Tonello di salvare la rete. Al 17’ Orzan entra nell’area di rigore, ma la palla gli fugge avanti e Moro è pronto alla parata senonché Pochettini commette uno dei suoi inutili e deplorevoli falli, provocando il giusto rigore da parte dell’arbitro: Clocchiatti realizza con un tiro a mezza altezza di rara potenza. La partita si chiude con i bianchi all’attacco col miraggio di conseguire il pareggio. Partita incertissima sino al 90’. Dell’Alessandria si sono distinti Moro, Pietrasanta, Garbarino e Orsi. Dell’Udinese si sono fatti notare ed ammirare Barbot e Clocchiatti; Feruglio al centro ha giocato con esuberanza di fiato. Pericolosi all’attacco Obuel e Orsi. Sicuro l’arbitraggio di Matucci. Incidenti senza conseguenze a Tonello, Foglia, Lacelli, Viano e Bigando. (Andrea Canestri, «La Gazzetta dello Sport», 30 novembre 1942) Uscendo dal campo, uno dei tanti tifosi alessandrini che si era dato convegno per assistere all’incontro Alessandria-Udinese, rispondendo ad un suo amico, esclamava: «Sta’ zitto! Meno male che è finita. Se si fosse giocato ancora dieci minuti, certamente l’Udinese avrebbe pareggiato e forse vinto». Da questo semplice, chiaro e preciso giudizio di uno della folla ci siamo convinti che il nostro espresso alla fine dell’incontro non era errato, ma rispecchiava la verità. L’Udinese di oggi era un’Udinese completamente rinnovata, un’Udinese che non avevano più vista. Era l’Udinese di Coppa Italia, quando scesa a Cremona batteva i grigiorossi per uno a zero. Ma, dirà lo sportivo friulano, come mai questa rinnovata Udinese è uscita battuta dal confronto? Cerchiamo un po’ di dipanare questa matassa per arrivare alla parte dove esiste il nodo, anzi due nodi, perché uno è costituito da un errore di tattica di un mediano (tattica che, nel secondo tempo, ha cambiato) e l’altro da un fattore più importante, che spesso nel gioco è tutto: la sfortuna che l’Udinese oggi ha avuto dalla sua. Come dicevamo, la squadra che abbiamo vista oggi è una compagine del tutto rinnovata nello spirito e nel gioco, specie in quest’ultimo, e ce ne siamo accorti subito di questo quando Matucci ha dato inizio all’incontro, doveva installarsi anche lui nell’area dei grigi – oggi in maglia nera per non confondersi col bianco dei friulani, data la giornata… grigia – per sorvegliare le azioni degli udinesi i quali, rintuzzata la prima azione dei locali che avevano battuto il calcio d’inizio, davano inizio all’assedio della rete di Moro che, a sua volta, era aiutato da quasi tutto il complesso dei suoi compagni. L’Udinese cominciava fin dai primi minuti ad imporre la sua volontà, la sua condotta di gioco, il suo «treno». Ma, come accade spesso alle squadre che sono lanciate allo sfondamento della rete avversaria, è l’Udinese che per prima deve subire la rete. In quattordici minuti l’Alessandria solo tre volte era riuscita ad arrivare a metà campo, ma senza esito, perché Barbot e Clocchiatti, spintisi anche loro verso il centro, spazzavano inesorabilmente. Al 15’, però, gli alessandrini riescono a liberarsi dalla stretta degli ospiti. È Garbarino – il più pericoloso dei cinque attaccanti locali insieme all’esordiente Orsi – che, in una mischia sotto la porta di Moro, riesce ad impossessarsi della palla e fuggire vanamente ostacolato dapprima e ostacolato poi da Del Gronchio. L’ala destra grigia, ormai libera, scende verso la bandierina del fondo campo e giuntovi effettua un traversone che manda la palla davanti alla porta di Tonello. Quello che succede sotto la porta del bravo portiere udinese è indescrivibile: tutti i giocatori alessandrini, che nel frattempo erano scesi a dar man forte al compagno, sono sul pallone o sull’avversario. È un nero che ha la meglio sulla sfera e calcia verso Tonello, il quale non può fare altro che respingere a mani aperte. La palla ritorna nel groviglio e ricomincia la storia. Ancora un nero calcia e Tonello ancora respinge, non avendo avuto la possibilità di abbrancare il pallone perché coperto e pressato. Sulla respinta, una gamba si allunga, quella di un bianconero, per allontanare la minaccia. La sfera, sfiorata leggermente, si allontana lemme lemme. Ma ecco che Lacelli esce dal groviglio. È sulla palla. Un tocco secco. Tonello è battuto. Tutto quanto descrittovi si è svolto in pochi secondi e a circa tre metri dalla linea della porta. Rotto il ghiaccio, l’Alessandria parte in tromba. Vuol travolgere gli ospiti ma questi, con calma e precisione, rintuzzano i suoi attacchi e a poco a poco si riprendono e cominciano ad imporre, ancora una volta, la loro superiorità. Ma è su di un rovesciamento di fronte che l’Udinese subisce la seconda rete viziata, a nostro giudizio, da un errore tecnico. Infatti, è sempre Garbarino che, sfuggito a Del Gronchio, questa volta, anzi che scendere verso il fondo campo, effettua un lungo traversone alla estrema sinistra che riesce a prendere la palla solo quando quest’ultima è già uscita dalla linea di fondo. Tonello, che aveva seguito lo svolgimento dell’azione, alza il braccio per far cenno all’arbitro dell’azione irregolare, ma il direttore di gara non è dello stesso suo parere e invita a continuare. Orsi, che in verità non aveva abbandonato la palla, scende verso Tonello ma, visto il pericoloso Barbot avvicinarsi, smista subito a Lacelli che, di testa, dal basso in alto, mette in rete. Come avete potuto ben capire da queste poche note che vi descrivono la segnatura delle due reti, l’Alessandria le ha potute conseguire più per fortuna che in virtù della sua tecnica. Subito il secondo gol, l’Udinese non si smontava per nulla, anzi, tornava a farsi minacciosa pur tenendo a bada gli avversari nelle loro azioni di contropiede. Della pressione udinese, sopraggiunta dopo il riposo, ne sanno qualche cosa un po’ tutti i giocatori alessandrini, ma in special modo Pietrasanta e Bigando (quest’ultimo reo anche di falli grossolani pur di allontanare la minaccia) che hanno dovuto sudar le proverbiali sette camicie per fermare il quintetto attaccante friulano oggi più che mai in piena efficienza. Bisogna riconoscerlo che gli alessandrini attaccavano anche loro, quando si scrollavano un po’ dalla pressione dei friulani, e poggiando le loro azioni in special modo su Garbarino, costringevano Tonello a delle belle parate, alcune delle quali effettuate sui piedi degli avversari (quattro ne ha compiute e tutte e quattro volte è rimasto a terra perché colpito più o meno duro). Gli allievi di Baloncieri, come abbiamo detto, pur di liberarsi ricorrevano a mezzi più o meno leciti e proprio per uno di questi mezzi l’arbitro puniva con il rigore un intervento poco regolare di Pochettini su Cozzarin al 17’ della ripresa. Rigore che è stato tramutato in rete da Clocchiatti con un forte tiro. Segnata la prima rete, gli udinesi non hanno vissuto un attimo della ripresa sostando. Azioni su azioni, tiri su tiri sono le caratteristiche di tutto il quintetto attaccante ed Orzan si vide parate due sue improvvise staffilate che avevano tutta la sigla di finire in rete. Le punizioni contro i grigi non mancano, ma i «muri», le «parti molli» o qualche piede sono lì, pronti a respingere, a non concretizzare questa netta superiorità che si fa sempre più pale fino al 45’ del secondo tempo, quando Matucci manda agli spogliatoi le due squadre. In principio dicevamo che mai avevamo vista l’Udinese giocare in questo modo. Se cominciamo dalla difesa vediamo subito che Barbot e Clocchiatti hanno adottato una nuova tattica, molto redditizia. A questo aggiungasi la perfetta comprensione del portiere che raramente si è visto uscire come nelle precedenti partite. Ad una difesa perfetta, ad una difesa che oggi non ha mancato un pallone solo, ha fatto riscontro una mediana di ferro, salvo il primo tempo di Del Gronchio il quale, se avesse sorvegliato con maggior cura Garbarino, cosa che del resto ha fatto nel secondo, non gli avrebbe permesso di effettuare quelle due fughe che, alla fine dei conti, sono state quelle che hanno dato la vittoria all’Alessandria la quale non sarebbe riuscita a segnare su azione in linea. La mediana, dicevamo, si è comportata in modo egregio. Un Feruglio che ha dato tutte le sue possibilità, che ha giocato con cuore, che era su ogni palla quando si trattava di fornire l’attacco, un Feruglio dosato nei passaggi, un Feruglio che, quando si vedeva nella impossibilità di traversare al compagno più vicino perché marcato, allungava alle ali provocando lo scompiglio nella difesa grigia. A Feruglio si è accoppiato Di Stefano che, con un lavoro svolto con la massima calma e precisione, ha contribuito molto a rendere inefficiente la sua ala. Di Del Gronchio si è detto: la ripresa che ha disputata ha fatto dimenticare in parte l’errore commesso nel primo tempo. Dell’attacco, oggi, non c’è che da dir bene. Due ali prontissime, due ali che, senza tanti cincischiamenti, scendevano verso la porta avversaria coadiuvate da due mezzali che hanno svolto un lavoro da negri. In special modo Cozzarin che, con Feruglio, Tonello, Barbot e Clocchiatti, è stato il migliore uomo in campo. Orzan ha fatto del suo meglio per liberarsi dalla stretta del suo angolo custode, Viano. E non solo di questo, ma anche di Bigando, che non lo «mollava» un attimo. Due suoi potenti tiri avrebbero potuto dare, dopo il rigore, la vittoria alla squadra friulana, ma il diavolo ha voluto metterci la coda permettendo a Moro di parare tutte e due i tiri in extremis. Forse, in verità, nell’attacco manca un po’ di precisione nel tiro a rete. Sarà questo, a parer nostro, l’unico difetto di cui sono pervasi i cinque uomini. Ma siamo certi che con l’intesa – speriamo che duri – di oggi anche questa verrà. Ed allora… staremo a vedere. (Franco Gagliano, «Il Popolo del Friuli», 1º dicembre 1942) ALESSANDRIA-UDINESE 2-1 Incontro molto vivace, specialmente nella ripresa quando l’Udinese, intravista la possibilità di giungere al pareggio, ha pressato gli alessandrini nella loro area senza tuttavia raggiungere lo scopo. Al 16’ Lacelli segnava la prima rete a conclusione di una magnifica azione di una magnifica azione di Garbarino. Al 38’ nuovo centro di Garbarino raccolto in corsa da Lacelli, il quale si spostava verso sinistra e metteva imparabilmente in rete. Nella ripresa, l’Udinese, dopo aver subito qualche minuto di predominio dei grigi, passava all’attacco e al 18’ segnava il punto della bandiera su calcio di rigore realizzato da Orzan. («La Stampa», 30 novembre 1942) SPORT L’Alessandria a Siena La partita contro la volitiva squadra di Orzan è stata più difficile del previsto in relazione all’assenza di Vitto che nelle precedenti partite si era palesato il miglior esponente della nostra linea di sostegno. Veloce e intraprendente, la squadra ospite ha incominciato a lavorare a passaggi radenti in modo da tenere le redini delle azioni. Gradatamente i grigi si sono ripresi aprendo il gioco sulle ali dove oltre a Garbarino anche l’esordiente Orsi ha dimostrato di non essere inferiore a Maccarino e Tossio. Le azioni sulle estreme portarono alla marcatura di due reti per merito di Lacelli; la prima in seguito a ripetuto attacco e tiri verso la porta avversaria. Nella seconda azione Garbarino con un centro a parabola mandava la palla ad Orsi che, evitato Barbot, la ritornava al centro permettendo a Lacelli di girare in rete con maestria. Nella ripresa l’Udinese, fermamente intenzionata di accorciare le distanze, portava attacchi pericolosi alla porta sempre abilmente difesa dal bravo Moro, sceso in canino ferito al viso, per un infortunio toccatogli il giorno prima. Al 17’ Orzan, entrato in area di rigore per un’azione per nulla pericolosa. veniva travolto irregolarmente da Pochettini e ne seguiva il rigore realizzato da Clocchiatti con un tiro imparabile. Ci spiace segnalare l’inutilità del fallo di Pochettini che ha messo in serio pericolo la partita. Si sono distinti Pietrasanta e Bigando; incerta la mediana; fuori mira Foglia che ha cercato di segnare una rete di prepotenza con un tiro fortissimo appena alto sui pali; redditizio Fibbi quando ha incominciato a far giocare la propria ala; Lacelli risolve bene nell’area di rigore, manca ancora di sicurezza e decisione nell’azione preparatoria; una promessa Orsi. Pietruzzi come mediano laterale, non era al suo posto ma non si è distaccato mollo dal rendimento di Pochettini. Viano con 2 mediani piuttosto lenti ha dovuto facchinare oltre misura. («Il Piccolo», 5 dicembre 1942) RISULTATI: Brescia-Palermo 2-1 Fanfulla-Anconitana 5-1 Modena-Siena 5-2 Napoli-Padova 0-0 Novara-Cremonese 4-0 Pisa-Pescara 3-1 Pro Patria-Savona 4-0 Spezia-MATER 1-1 CLASSIFICA: Spezia 14; Pro Patria 13; Anconitana, Napoli 12; Brescia, Padova 11; Alessandria, Modena, Pisa 10; Cremonese 9; Fanfulla, Novara 8; Savona 7; MATER, Palermo, Udinese 6; Siena 5; Pescara 4 Il punto sul campionato La Pro Patria va su NUOVO PAREGGIO DELLO SPEZIA - NAPOLI E PADOVA NON RIESCONO A SUPERARSI La Pro Patria ha sostituito la Anconitana al secondo posto della classifica, insediandosi ad un solo punto dalla vedetta, che ancora una volta, ieri, è stata protagonista di una prova incerta riuscendo appena a pareggiare, in casa propria, di fronte alla modesta Mater. Sono questi 1 due dati sallenti della nona giornata del torneo dei cadetti; ad essi potremmo aggiungere la secca sconfitta subita dall'Anconitana sul terreno del Fanfulla, sconfitta che stupisce dopo le brillanti precedenti prestazioni della squadra marchigiana che, tra l'altro, da ben sette domeniche non perdeva più. Del resto, ecco il tabellone completo dei risultati di ieri: PisaPescara 3-1; Pro Patria-Savona 4-0; Novara-Cremonese 4-0; Alessandria-Udinese 2-1; Modena-Siena 5-2; Brescia-Palermo 2-1; Fanfulla-Anconitana 5-1; Spezia-Mater 1-1; Napoli-Padova 0-0. Da notare l'elevato numero dei gol (33) 11 massimo finora registrato. La classifica, almeno per le prime posizioni, risulta la seguente: Spezia p. 14; P. Patria 13; Anconitana e Napoli 12; Padova e Brescia 11; Alessandria, Pisa e Modena 10. La vera squadra del ri orno, dunque, appare la Pro Patria la quale ieri ha realizzato il suo sesto risultato positivo consecutivo, battendo nettamente lo sbandato Savona. L'undici allenato da Rigotti fa veramente stravedere; 1 solo Modena, finora, è riuscito a batterlo, ma In compenso 1 i tigrotti» hanno tenuto a rispetto squadre come il Brescia, il Napoli, il Pisa. Effettivamente Rigotti ha saputo fare della sua compagine, debitamente rinforzata all'inizio di stagione, un'insieme omogeneo e volitivo, animato da un alto spirito di corpo e sfoggiante un gioco piacevole e redditizio. Il suo maggior pregio è quello della regolarità, che e’ proprio in virtu’ di essa, senza colpi di gran classe, che l’undici bustese ha saputo farsi strada fino a minacciare ora seriamente la vetta della classifica. La quale vedetta, nemmeno a farlo apposta, da due domeniche dà evidenti segni di non filare più sicura e spedita come un tempo. C'è qualcosa che non va nella brillante squadra di Barbieri o si tratta dì un temporaneo annebbiamento di forma? Forse si tratta dell'una e dell'altra cosa. Il fatto è che il comportamento dello Spezia preoccupa; otto giorni or sono non riusciva, in casa, a superare il Fanfulla, squadra notoriamente non irresistibile; ieri, sempre sul terreno amico, dopo aver subito una rete dalla Mater nella ripresa, perveniva a pareggiare ma non a battere l'avversaria, pur dominando come numero di azioni offensive. Che ne è della sua famosa linea di cannonieri, detentrice del primato delle reti segnate? Una risposta definitiva, agli interrogativi che si affacciano sullo strano comportamento dello Spezia l'avremo forse domenica prossima andando la capolista a render visita al Padova. Non meno inspiegabile il comportamento dell’Anconitana che ieri ha incassato dal Fanfulla cinque gol, segnandone uno solo su infortunio (autorete di Edelli) della difesa lodigiana. Si tratta anche qui di un improvviso rilassamento di forma? Collegando il risultato con il pareggio sul campo spezzino di domenica scorsa, ci viene il sospetto che il vero motivo della inaspettata batosta anconitana debba ricercarsi... nella non meno inattesa rinascita del Fanfulla. Che anche la compagine allenata da Munerati voglia far sbalordire, come l'Anconitana prima e la Pro Patria ora? Nel quadro della giornata spiccano pure lo 0-0 di Napoli-Padova (un risultato equo in fin del conti che dice più la forza del Padova che della unità partenopea) e i risultati ottenuti dal Novara e dall'Alessandria rispettivamente contro la Cremonese e l'Udinese. Le due squadre piemontesi, a quanto pare, camminano e «tengono» notevole la ripresa degli azzurri novaresi dopo la battuta d'arresto di Savona. Il Brescia non ha convinto nemmeno contro il Palermo; attenta che domenica prossima l'avrà da fare con l'enigmatico Fanfulla. (La Stampa - Mar, 30/11/1942)