Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1949/1950
Serie B
18-09-1949 - Giornata: 2 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Napoli AC 2 - 2 (2 - 1)
RETI: 28. Rawcliffe F.[A], 37. Rawcliffe F.[A], 68. aut. Arezzi G.[A] 10. Krieziu N. [Na]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Guaschino Paolo, Scarrone Secondo, Arezzi Giuseppe, Vitto Luigi, Pietruzzi Mario, Soffrido Luigi Vittorio, Cipolla Manlio Italo, Rawcliffe Frank, Albertelli Lanfranco, Sotgiu Pietro All.: Flatley Albert

Formazione avversaria
NAPOLI AC: Chellini; Gramaglia, Soldani; Todeschini, Vultaggio, Di Costanzo; Krieziu, Dagianti, Ragona, De Andreis, D’Alconzo. All.: Monzeglio Eraldo

Arbitro: Buratti Sandro (Milano)
Note
Spettatori: 9.000. Inizio gara ore 15:30.

Commento
RAWCLIFF PER I GRIGI PAREGGIA COL NAPOLI: 2-2 Alessandria e Napoli rappresentano in questo momento due diverse caratteristiche di gioco: i grigi vanno all’arrembaggio fidando nell’improvvisazione o nell’estro; gli azzurri basano la loro azione sul calcolo e sul passaggio dosato in profondità. Dove però le due squadre dimostrano d’andare d’accordo – almeno stando alla prova di ieri – è nel comportamento energico, nei colpi senza risparmio, e talvolta nelle scorrettezze. Ad esempio la lunga «chiacchierata» a base di sputi tra Vultaggio (che ha iniziato il… colloquio) e Rawcliffe sul finire della gara, è stato il coronamento di una serie di azioni che sono ben lontane dal vero concetto di sport. Qui, bisognerebbe fare un lungo discorso sugli arbitri e sulla necessità di reprimere ogni accenno ai falli cattivi, ma ieri Buratti non era in giornata di vena ed ha lasciato correre; lasciamo correre anche noi… L’Alessandria ha dimostrato di essere ancora a corto di preparazione. Davanti al trio difensivo, dove già ben figura Guaschino, si presenta una mediana tarda a mettersi all’opera: il gioco di tutto l’undici risente del minor rendimento a metà campo e Cipolla ed Albertelli, le due mezz’ali, troppo di frequente si trovano isolate nella manovra offensiva. Davanti a tutti sta Rawcliffe, l’inglese tanto discusso nel «clan» grigio. Ieri il britannico ha fatto due goals, uno di tecnica ed uno di potenza, palesando doti agonistiche notevoli. Sui campi fangosi e pesanti la sua mole – 85 chili – potrebbe diventare una pregevole prerogativa. Il Napoli dà l’impressione di una squadra tecnicamente più omogenea. Todeschlni, Di Costanzo, Dagianti e De Andreis rendono possibile una manovra a quadrilatero assai consistente. Breve storia dei quattro goals: segnano per primi i partenopei con Krieziu, al 10’ del primo tempo. Il pareggio alessandrino viene al 28’ per merito di Rawcliffe, che avanzando a spallate con il suo angelo custode Vultaggio, riesce ad ingannare Chellini. Il secondo goal grigio porta ancora la firma dell’inglese che fulmina in rete un pallone centrato da Soffrido (37’). Al 23’ della ripresa si ha l’ultimo punto: De Andreis calcia una punizione dal limite dell’area di rigore, la palla carambola sul piede di Arezzi e si adagia nella rete di Giorcelli: due a due. È un risultato esatto. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 19 settembre 1949) L’Alessandria non ha vinto l’incontro per un banale errore al 23’ del secondo tempo; ma diciamo subito che il Napoli non meritava di perdere. Certo non è stata una partita che ha soddisfatto i tecnici (accanto a noi era seduto Carcano, «il mago» e sovente l’abbiamo visto scuotere il capo in segno di disapprovazione). È stata una partita caotica, un incontro in cui la foga ha messo il guinzaglio al collo dei giocatori e li ha portati a spasso per novanta minuti. Se condite il tutto con gli errori e le sviste dell’arbitro Buratti, avrete un quadro esatto di questa Alessandria-Napoli giocatosi oggi al campo Moccagatta. Agonisticamente il discorso cambia. Per l’impegno e la continuità di gioco i grigi sono da elogiare in blocco. Hanno sopperito alla miglior tecnica degli avversari con una tenacia mirabile. La squadra, come blocco organico, non esiste ancora, vivendo per ora sulle individualità; comunque si sente che il gioco d’assieme non dovrebbe tardare ad arrivare. Come già abbiamo accennato, la partita si trasformò sovente in combattimento (i grigi non volevano perdere di fronte al loro pubblico, gli azzurri avevano bisogno di esca per sostenere le loro non infondate ambizioni di squadra vedetta) e non è quindi facile misurare sul metro odierno i singoli uomini. Le impressioni che daremo risentono dunque del particolare stato di animo con cui fu affrontato l’incontro. In porta Giorcelli ha sfoggiato ottimi intervento. Con lui i migliori furono le ali, Sotgiu e Soffrido (buoni palleggiatori e già a posto nello scatto) ed il centravanti Rawcliffe. L’inglese, per quanto poco servito, si è imposto per la lucidità del gioco e per la sicurezza del palleggio. È ancora grasso e manca quindi dello sprint sfondatore; ma crediamo che anche quando avrà raggiunto l’optimum fisico egli rimarrà più un coordinatore che uno sfondatore. Rawcliffe non teme i contatti duri e saprà brillare anche in trasferta. Guaschino e Scarrone, terzini, pur giocando secondo le più ortodosse regole sistemistiche, obbediscono ancora, sotto certi aspetti, ai dettami del vecchio metodo. Vogliamo dire che abusano talvolta dei rimandi forti e alti invece di appoggiare l’azione al mediano laterale od alla propria ala. Egual discorso per Vitto, centromediano di rottura. Tutti e tre devono inoltre migliorare l’anticipo. Arezzi e Pietruzzi sono i mediani dal «moto perpetuo» ma hanno la tendenza a portare la palla anziché passarla scoprendo così la mezz’ala avversaria. Negativo fu l’apporto delle mezze ali. Ma Albertelli, l’abbiamo visto giocar meglio ed il suo non è che un problema di tempo, mentre di Cipolla ci è stato detto che la prova odierna va catalogata tra gli infortuni, avendo egli contro il Catania soddisfatto. Dopo una sfuriata iniziale dei grigi, il Napoli passa all’attacco e si porta ben presto in vantaggio (10’) con un’azione Todeschini-Dagianti-Krieziu. L’albanese-argento-vivo conclude con un tiro diagonale imparabile. Insiste ancora il Napoli all’attacco, ma l’Alessandria che ha superato ormai il punto critico, incomincia a tessere le fila per quella ragnatela di passaggi che porteranno per due volte il pallone alle spalle di Chellini. Al 15’ Sotgiu sfugge a Gramaglia; il terzino vistosi superato tenta lo sgambetto, evitato però da Sotgiu che centra liberamente. Buratti però non è di questo avviso. Ferma il gioco e… fa battere una punizione contro il Napoli (con tanti saluti alla regola del vantaggio). Ancora una punizione, giusta stavolta, contro il Napoli al 24’. Batte Arezzi; tiro alto. Tre minuti dopo pareggio. Albertelli serve bene Rawcliffe. Il centravanti riceve il pallone, resiste alla carica di Vultaggio, si sposta sulla destra e segna nell’angolo opposto con un tiro rasoterra. È ancora Rawcliffe che si distingue al 36’ impostando e concludendo l’azione del secondo gol alessandrino. Dunque: Rawcliffe, a sinistra per sfuggire alla marcatura del centromediano, dà il pallone a Cipolla che lo smista subito a Soffrido. L’estrema destra centra e Rawcliffe, che si era spostato al centro, segna al volo da pochi metri. Azione bellissima. Nel secondo tempo la foga dell’Alessandria continua a tenere in scacco gli uomini di Monzeglio; ma a poco a poco gli azzurri, più classici, prendono il sopravvento. Al 22’ su un fallo battuto da D’Alconzo, Ragona raccoglie di testa e gira in porta. Il palo sostituisce Giorcelli. Brividi in tribuna e sulle gradinate. Non passa un minuto che la pressione degli azzurri frutta un’altra punizione dal limite dell’area. Quattro uomini formano la barriera. Tira De Andreis. È un tiro forte ma sbagliato (il pallone è diretto proprio contro quelle otto gambe degli alessandrini). Senonché Arezzi compie un quarto di giro su se stesso riuscendo così a deviare in porta alla sinistra di Giorcelli quell’innocente pallone. Ormai l’Alessandria risente dell’elevato ritmo di gioco precedente e «cala» a vista d’occhio. La partita intanto si scalda ancora di più. I ripicchi sono all’ordine del giorno. In campo volano alcune bottigliette. Rawcliffe e Vultaggio, non comprendendosi a parole, iniziano un serrato dialogo a base di sputi in faccia. L’arbitro è lontano… La cronaca più non registra altro. Dell’Alessandria già abbiamo detto. Il Napoli si è rivelato squadra di buona classe. Tra gli azzurri fanno spicco: Soldani sempre potente e tempestivo; Gramaglia che sopperisce con l’astuzia alla minor velocità; Todeschini e Di Costanzo infaticabile nel lavoro di spola; Krieziu ed il duo di sinistra De Andreis-D’Alconzo, autori di belle intese. Attenti alla «Stella del Sud» dunque; ma non si dimentichi l’Alessandria (che ha tutti i numeri per diventare la squadra sorpresa…). (Renato Morino, «Tuttosport», 19 settembre 1949) In margine alla partita Alessandria-Napoli LA PAROLA AL VECCHIO CAPITANO DEI "GRIGI" CARLO CARCANO Eravamo abituali a vedere sul nostro campo il vecchio capitano dei grigi soltanto quando la squadra attraversava momenti difficili. Siamo quindi rimasti stupiti di vederlo domenica scorsa in tribuna. Avvicinato per sapere qual buon vento lo aveva fatto venire fra noi, sorridendo ci rispose: "Lo scorso anno mi avete fatto soffrire le pene dell'inferno per il costante pericolo della retrocessione, quest'anno perciò ho deciso di seguire un po' più’ da vicino questi ragazzi che portano la gloriosa casacca che io ho portato onorevolmente per circa vent'anni Lieti di queste dichiarazioni, a fine partita gli abbiamo chiesto le sue impressioni sulla squadra". “Vi scriverò un articolo,, fu la sua risposta e, messosi al volante della sua 1100, ci salutò con l'aria dell'uomo poco soddisfatto. Mantenne la promessa, ed ecco quanto ha scritto per i nostri lettori: IL TIPICO GIOCO ALESSANDRINO E' UN'ALTRA COSA tanto la squadra allievi che ha giocato prima contro il Derthona, quanto la prima squadra mi hanno lasciato, dal lato tecnico, un’impressione poco buona. Qualche ottima individualità, a sprazzi anche qualche buona azione concertata tra i diversi reparti, ma scarso giuoco di squadra e cattiva impostazione del nuovo «sistema». Il lavoro materiale svolto dagli undici uomini in maglia grigia ha superato il limite del necessario, quasi tutti hanno profuso nella lotta una volontà ammirevole, ma hanno sviluppato un giuoco disordinato e privo di consistenza tecnica. Ho detto quasi tutti perché Soffrido, per esempio, è stato autore dell’unico episodio stonato verificatosi nel corso dell’incontro. Non conosco i motivi che nel secondo tempo hanno «fermato» questo giuocatore, che possiede pure scatto e intelligenza notevoli e che potrebbe perciò rendersi molto utile. Se è giusta la critica riguardante lo scarso giuoco di squadra e il modesto comportamento tecnico generale, è anche giusto però elogiare lo spirito combattivo di ognuno, ed in particolare quello ammirevole di Arezzi, qualità questa che lascia fortemente sperare sul comportamento futuro della squadra. Il materiale è buono, occorre solo correggere i difetti di ognuno per creare un complesso armonicamente e tecnicamente migliore, che non faccia rimpiangere troppo i campioni grigi che vestirono la maglia azzurra. Sarò forse giudicato troppo esigente, ma devo dichiararvi che in Alessandria si è sempre giuocato meglio. I vecchi sportivi grigi, coloro che hanno vissuto il periodo d’oro del calcio alessandrino, nell’epoca cioè in cui sono cresciuti i Baloncieri, i Ferrari, i Banchero, i Cattaneo, i Viviano, i Morando e via via fino ai Coscia e a qualche altro della nuova generazione, saranno usciti dal campo pensando, come, ho fatto io, a quell’epoca. Molti sono i fattori che hanno determinato la lenta ma chiara, costante decadenza tecnica in atto, non ultima l’attuale modo di concepire lo sport nei giovani. Abituati a leggere ogni anno il nome di qualche allievo grigio che prendeva il volo diretto in una delle Società maggiori dove… il «grano» è più alto, e la vita più comoda, assistevamo, con doloroso senso di rimpianto, alla scomparsa del rinomato allevamento alessandrino e non riuscivamo a capire il perché un paese, dove i giuocatori nascono come ad Alba nascono i tartufi, non producesse più elementi da sguinzagliare per tutte le città d’Italia. Il periodo bellico ha certamente influito negativamente sul… raccolto. Adagio adagio però, e principalmente per merito del buon Dadone, i giovani vennero inquadrati ancora, e già si nota una sicura ripresa del tradizionale allevamento. Un nome quest’anno è finalmente uscito: Tortonese. Si riprende a creare giuocatori nuovi, ma si deve amaramente constatare che è diminuita di molto la tonalità tecnica del giuoco. Il tipico giuoco dei Baloncieri e dei Ferrari è scomparso. Eppure il materiale esiste, e direi anche atleticamente migliore. Il giocatore più discusso: Rawcliffe. Non erano trascorsi che pochi giorni dal suo arrivo in Alessandria che già si discuteva in disparati modi il possibile suo rendimento. Qualche gruppo di «tifosi» lo giudica un «bidone», qualche altro gli attribuisce qualità non comuni. A me sembra che esagerino gli uni e gli altri. Vi dirò subito che a questo simpatico ragazzone di… inglese non ho riscontrato nulla. Infatti non sono inglesi i suoi lineamenti, non è inglese il suo modo di correre, non inglese la sua padronanza sul pallone, non è inglese la sua autorità quando si trova a contatto con un avversario, e non sono stati infine inglesi alcuni suoi atti nei confronti dello scorretto suo avversario: il n. 5. La sua corsa è pesante e faticosa, possiede un discreto senso della posizione, è preciso nello smistare al primo colpo il pallone al compagno meglio piazzato, ed i suoi riflessi sono pronti e molto chiari. Il suo modo rapido di smistare il pallone però, a parte la quasi sempre perfetta esecuzione, lascia sospettare che si sia perfezionato in tale senso, solo perché gli riesce difficile controllare la palla portandola avanti in piena corsa tra i piedi. Coloro che hanno assistito alla partita contro il Napoli, si saranno accorti che non ha mai tentato di imbastire un’azione individuale, palla al piede, scartando in corsa qualche avversario per poi concludere con un preciso passaggio o con un potente tiro a rete di cui dicono sia capace. A contatto con l’avversario, nei colpi di testa, ha quasi sempre la peggio. Purtroppo però se penso al suo connazionale Smith venuto in Alessandria ai miei tempi, devo concludere che il distacco esistente fra i due è certamente incolmabile anche se si riuscirà a fargli perdere una diecina di chili che ha di troppo. Lo stato fisico di questo giuocatore mi fa ricordare il grande Monti appena giunto in Italia: dopo circa un mese di prove e riprove la Direzione della Juve aveva ventilato il proposito di rispedirlo in America perché lo considerava ormai finito, come del resto lo avevano considerato i dirigenti della sua Società americana. Fui proprio io a consigliare i dirigenti a soprassedere, chiedendo che mi consentissero il tentativo di rimetterlo fisicamente a posto. Una simile responsabilità avevo assunta solo perché mi trovavo di fronte ad un serio professionista ed ad un elemento che era stato un grandissimo giuocatore dotato di una non comune volontà. Lo feci lavorare sodo, corredai il lavoro al campo con bagni di luce e massaggi, ed egli uniformò la sua vita al raggiungimento dello scopo. In circa 35 giorni perse ben 11 chili e poté perciò incominciare a dare la dimostrazione pratica del suo valore. Potrà anche il Rawcliffe ottenere questo risultato? Ne avrà la costanza? Ed avrà poi le qualità tecniche per migliorare sensibilmente il suo attuale giuoco? Rispondere a questi interrogativi è come giuocare al Totocalcio. (Carlo Carcano, «Il Piccolo», 24 settembre 1949) Il voto degli sportivi alessandrini NON PERDERE DOMANI A REGGIO Il risultato pari conseguito dal Napoli al Moccagatta deve far capire ai nostri tecnici che la squadra non è a posto, le mezze ali non controllano i mediani avversari ed i nostri mediani, anziché mettersi alle calcagna delle mezze ali avversarie, giuocano un sistema metodista. Di conseguenza il quadrilatero non funziona e nella nostra area di rigore le azioni si arruffano a tutto vantaggio dell’avversario. La notevole forza di volontà dei nostri giocatori e in particolar modo la caparbietà di Rawcliffe è valsa a ristabilire la parità e passare in vantaggio su azione manovrata. Il pessimo contegno dell’arbitro e la fortuna hanno aiutato il Napoli a portar via dal nostro campo un prezioso punto. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 24 settembre 1949) RISULTATI: Arsenaltaranto-Fanfulla 0-2 Empoli-Cremonese 0-2 (a tavolino per tesseramenti irregolari; 1-0 sul campo) Livorno-Catania 1-0 Modena-Brescia 0-1 Pro Sesto-Verona 2-3 Salernitana-Pisa 1-1 Spal-Udinese 1-1 Siracusa-Prato 5-0 Spezia-Legnano 2-4 Vicenza-Reggiana 2-1 CLASSIFICA: Legnano, Siracusa 4; Alessandria, Brescia, Cremonese, Livorno, Napoli, Spal, Udinese, Verona, Vicenza 3; Arsenaltaranto, Fanfulla, Pisa, Salernitana 2; Spezia 1; Catania, Empoli, Modena, Prato, Pro Sesto, Reggiana 0 MARCATORI 3 gol: De Vito (Spal), Mele (Siracusa) 2 gol: Bertolucci (Legnano), Bertoni Et. (Brescia), Dalcerri (Fanfulla), Darin (Udinese), De Andreis (Napoli), De Lazzari (Verona), Krieziu (Napoli), Malavasi (Spezia), Pozzan (Verona), Rawcliffe (Alessandria), Santagiuliana (Vicenza), Toncelli (Arsenaltaranto), Trapanelli (Pisa) Il punto sul campionato Al termine della seconda giornata di campionato furono due le squadre al vertice del campionato di Serie B: il Siracusa che rifilò cinque reti al Prato, che ebbe la peggior difesa del torneo con otto reti subite, tripletta di Mele e il Legnano che andò a vincere a Spezia con le reti di Bertolucci, doppietta, Molina e Manzardo. Furono sei le compagini ancora a secco di punti. Senza reti realizzate vi fu il Modena.