Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1949/1950
Serie B
02-10-1949 - Giornata: 4 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Brescia AC 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Giorcelli Anselmo, Arlandi Luigi, Scarrone Secondo, Arezzi Giuseppe, Guaschino Paolo, Pietruzzi Mario, Grattarola Giuseppe, Soffrido Luigi Vittorio, Rawcliffe Frank, Albertelli Lanfranco, Dania Dino All.: Flatley Albert

Formazione avversaria
BRESCIA AC: Castellini; Cappellini (II) Bruno, Paolini; Trenzani, Mariani, Simatoc; Colosio, Schiavi, Bertoni Ettore, Cozzolini, Zambelli. All.: Senkey (I) Imre

Arbitro: Zilli Bruno (Reggio nell'Emilia)
Note
Angoli: 9-3. Inizio gara ore 15:30.

Commento
Viva indignazione in città per l’ Immeritata squalifica di Rawcliffe UNA LETTERA APERTA ALLA FEDERAZIONE DAL PRESIDENTE DEI "GRIGI" E’ pervenuta alla Direzione del1 Alessandria U.S. la comunicazione del provvedimento della Lega Nazionale Italiana della F.I.G.C. che sanziona una multa di L. 15.000 alla Società e la squalifica al giocatore Rawcliffe. La Società ritiene inutile reclamare, perché finirebbe di sprecare alle diecimila lire, data l’ormai sperimentata intangibilità del Direttore di gara. E’ certo però che il provvedimento non può lasciare indifferenti gli sportivi, alessandrini e bresciani presenti alla partita di domenica 2 ottobre al «Moccagatta». Le predette sanzioni appaiono assolutamente ingiustificate ed ingiuste agli spettatori obiettivi ed onesti. Le solite imparzialità E’ da troppo tempo ormai che la nostra Società è maltrattata con provvedimenti o decisioni inique della Lega Nazionale Italiana, così come troppe volte gli arbitraggi falsano i risultati delle partite a tutto danno dell'Alessandria U.S. Domenica scorsa il pubblico — che anche in quell’occasione è stato sereno ed educato — si è limitato a disapprovare l’operato dell’arbitro quando, per la terza volta, egli non ha creduto sanzionare con la regolare punizione un grave fallo in area di rigore bresciana. Nessun incidente — nemmeno la famigerata bottiglietta vuota — ha passato il recinto — ne durante la partita ne a partita ultimata. Il giocatore Rawcliffe e’ stato strettamente vigilato e non è certo stato risparmiato dagli avversari, e se pure la sua prestanza fisica è notevole ha dovuto, ciò nonostante, sentile da vicino... il profumo dell’erba ed a fine partita ha presentato le pezze giustificative delle carezze avversarie sotto forma di lividi, che non si è certo procurati nello sforzo che quotidianamente compie per riparare la nostra lingua. La prima punizione in 9 anni di carriera sportiva Questo bravo ragazzo, conosciuta 1a immeritata punizione, ha esternato a me, con le lacrime agli occhi, il suo rincrescimento, reso ancor più amaro dalla certezza di non avere affatto demeritato, osservando che in nove anni di carriera sportiva era Snella la sua prima punizione. Punizione che ha come motivazione quella simulazione di fallo che mi sembra assolutamente nuova negli annali del calcio. Tutto questo sorpassa i limiti dell’accettabile e non vi è nulla di peggio della marchiana ingiustizia e di più controproducente, in relazione alla stima che ognuno deve avere sulla equità dei Dirigenti Federali e sulla competenza e onestà dell’arbitro, che la politica dei due pesi e delle due misure. In questo modo si falsano i risultati del Campionato perché la sorte può far trovare ad una squadra, in casa, l’arbitro di «fuori casa» e fuori casa l’arbitro di casa: il longamine od il cattivo, e i punti di classifica vanno e vengono così con un criterio che è del tutto aleatorio e certamente antisportivo. Un campanello d’allarme Continuando di questo passo si ledono gli interessi delle squadre che si battono per l’esistenza, si annullano i sacrifici dei Dirigenti che si prodigano nel solo interesse dello sport e si corre il rischio grave di portare il pubblico all’esasperazione e agli incidenti; in questo caso la Società dichiara sin d’ora di non assumersi responsabilità, anche se sa che gli alessandrini sono per traditone pacati e freddi e preferiscono usare l’arguta stoccata piuttosto che l’arma che ferisce, come è dimostralo dall’episodio di Gagliaudo che con una vacca sconfisse il Barbarossa. Questo sfogo del mio animo amareggiato per l'ingiustizia compiuta vuole solo essere un campanello d’allarme perché in futuro le decisioni dei superiori Organi federali siano meglio aderenti a quel senso di obiettività e di serena equità che debbono presiedere ad ogni manifestazione dello sport (Andrea Canestri, Il Piccolo, 08/09/1949) TRA ALESSANDRIA E BRESCIA TANTO RUMORE PER NULLA: 0-0 Dopo un quarto d’ora, in cui, grazie all’Alessandria, fu possibile assistere a qualcosa, parente molto prossimo del bel gioco, si misero tutti d’accordo per far degenerare la partita: lo spettacolo scese di tono, gli atleti incominciarono a pestarsi l’un l’altro con bella generosità e l’arbitro Zilli, per conto suo, provvide a fare uscire dai gangheri buona parte del pubblico. Il quale pubblico (e non sempre a ragione) creò l’atmosfera, in un succedersi di fischi e di parole non decisamente da educanda. Il Brescia, intonatosi all’ambiente, colse l’occasione favorevole e, chiusosi in difesa, facendosi magari dare una timida mano dalla sorte, riuscì a portare a casa un prezioso match pari. L’Alessandria, invece, rivelò una paurosa mancanza di idee chiare sempre, in cerca di quella bacchetta magica che rimetta un po’ di ordine in tanta confusione: ottanta minuti di offensiva non bastarono infatti a dare il premio di una sola rete. I grigi sono per ora un insieme d’anziani e di «bocia» (Arlandi, Grattarola, Dania = 57 anni!) senza un filo conduttore che leghi la loro azione, spesso spontanea e volenterosa. C’è del buon materiale-uomo, che ci pare sia proprio il caso di non disprezzare: se immaginate su una barca, un rematore che voghi a 36 palate, insieme ad altri che tengano come ritmo, putacaso, 32, 30 e 20 palate, avrete un’idea in germe dell’Alessandria di oggi. Tocca a Flatley il compito difficile di creare l’armonia. Più facile sarà invece per il Brescia continuare sulla strada già tracciata: difesa e mediana robuste, attacco guizzante, impianto di gioco, fiato da vendere. Una raccomandazione al nervi: o stanno a posto o incominceranno presto a piovere le squalifiche. La cronaca è una faccenda presto sbrigata. Emozioni iniziali di Dania e Grattarola che sbagliavano d’un soffio il bersaglio; al 14’ Rawcliffe veniva sgambettato, ma Zilli restava soprappensiero; al 20’ Simatoc si buscava un calcio tremendo ed era trasportalo fuori campo, per rientrarvi dopo sei minuti. Attacchi alessandrini, tutti stretti al centro, nello spazio di un fazzoletto: quello che non sbagliavano i grigi, del resto, parava Castellini. Sul finire del primo tempo, falli multipli in area bresciana: mentre Rawcliffe faceva piazza pulita intorno a lui, c’è parso di vedere la mano di un azzurro accarezzare il pallone. Rigore, niente o non c’era l’intenzionalità, o vigeva la regola del compenso. Nella ripresa, gli stessi temi: successero mischie paurose, ma i santi del calcio tirarono una saracinesca davanti a Castellini. Finezza finale: altro sgambetto al numero nove grigio, con tuffo a pesce dei novanta chili del biondo figlio di Albione. Ma Zilli, si diceva poi, aveva già fischiato in precedenza un fuorigioco, così che, nemmeno in questa occasione, venne il rigore. (Gigi Boccacini, «Stampa Sera», 3 ottobre 1949) Lo zero a zero è stata una dura punizione per i grigi ed un regalo della sorte al Brescia che ha subito per settantacinque minuti almeno la pressione avversaria. Due fattori hanno condotto al risultato di parità: i fortunosi e fortunati salvataggi della difesa azzurra al 14’ e al 15’, ed ancora al 25’ e al 28’ del secondo tempo quando la porta di Castellini è apparsa stregata e il pallone ha trovato gambe, pali, schiene e braccia sul suo cammino e la troppo personale valutazione dei falli in area di rigore da parte dell’arbitro. Già nel primo tempo Rawcliffe era atterrato, palla al piede, in area; può darsi che Zilli abbia ritenuto la caduta accidentale, certo che non ha neppure visto un netto mani in area di rigore da parte di un terzino azzurro. Ma quando al 36’ del secondo tempo ancora Rawcliffe fu messo a terra ad un metro dalla rete azzurra, c’erano tutti i crismi per il penalty. Pare che Zilli abbia intravisto un fuori giuoco – peraltro non fischiato – e quindi abbia voluto compensare l’errore non concedendo la massima punizione. Ma il pubblico era giustamente irritato contro il direttore della partita, e solo la notizia che la Juventus stava vincendo a Milano attutì il malumore alla chiusura dell’incontro. L’Alessandria, in formazione rimaneggiata, esordì con ottime azioni d’attacco e parve per una quindicina di minuti che la partita fosse avviata sul binario del successo; il Brescia appariva svogliato e se allora i grigi avessero saputo approfittarne, le cose avrebbero preso un’altra piega. Per quattordici minuti l’Alessandria attaccò in prevalenza senza riuscire a concludere perché il lavoro delle mezze ali non era sufficiente ed Arezzi volle tenere per sé qualche pallone prezioso. Poi dal 29’ al 35’ passò al contrattacco il Brescia, pericoloso soprattutto con Bertoni. Il primo tempo finì con un nulla di fatto se pur con netta prevalenza alessandrina. Anche nella ripresa furono i grigi i più attivi; abbiamo detto della fortunosa inviolabilità della rete bresciana, ma bisogna riconoscere che gli azzurri si adattarono ad un giuoco di economia e di controllo degli avversari, traguardo il pareggio, e Castellini, Mariani, Paolini e Cappellini svolsero magistralmente il loro lavoro. Le azioni dell’Alessandria ebbero come unico risultato nove calci d’angolo ma non ne uscì il tiro utile. Anzi sul finire della partita furono i bresciani a fruire di tre corner. Fra i debuttanti Arlandi se l’è cavata bene, meglio nel primo tempo; Dania ha giuocato onestamente, mentre Guaschino nel ruolo numero cinque ha tenuto ottimamente il campo, particolarmente come atleta di rottura, favorito dalla sistemazione difensiva del Brescia. In apertura le riserve grigie hanno battuto l’Unione Sportiva Serravallese per 3 a 0. (Carlo Isaia, «Tuttosport», 3 ottobre 1949). RISULTATI: Arsenaltaranto-Vicenza 2-1 Catania-Legnano 0-0 Empoli-Verona 0-1 Livorno-Fanfulla 1-0 Modena-Siracusa 4-0 Prato-Reggiana 1-0 Pisa-Pro Sesto sospesa sull’1-0 per impraticabilità del campo Spal-Cremonese 3-0 Salernitana-Spezia 5-0 Udinese-Napoli 3-2 CLASSIFICA: Legnano, Udinese, Verona 7; Brescia, Livorno 6; Cremonese, Napoli, Spal 5; Alessandria, Arsenaltaranto, Fanfulla, Salernitana, Siracusa, Vicenza 4; Pisa, Catania, Modena 3; Prato, Reggiana 2; Spezia 1; Pro Sesto, Empoli 0 MARCATORI 4 gol: Bertoni Et. (Brescia), Brighenti R. (Modena), De Vito (Spal), Pozzan (Verona) 3 gol: Conti Gi. (Verona), Dalcerri (Fanfulla), Darin (Udinese), Grillone (Pisa), Krieziu (Napoli), Mele (Siracusa), Rawcliffe (Alessandria), Toncelli (Arsenaltaranto), Trapanelli (Pisa), Zambelli (Brescia) Il punto sul campionato Vi erano tre formazioni in vetta al campionato di Serie B dopo quattro giornate: il Legnano, fermato sul pareggio dal Catania, l’Udinese che ottenne la vittoria contro il Napoli al termine di una gara palpitante e il Verona che, con il decisivo gol di Conti, vinse sul terreno dell’Empoli. Prima vittoria stagionale per il Prato che sconfisse, di misura, la Reggiana cosi come il Modena che riuscì a segnare quattro gol al Siracusa. Alle spalle del trio di testa ci furono Livorno e Brescia. I toscani, ottennero la seconda vittoria stagionale, sul Fanfulla. Le rondinelle pareggiarono ad Alessandria. A quota zero punti Empoli e Pro Sesto.