Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1949/1950
Serie B
20-11-1949 - Giornata: 11 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Fanfulla AC 2 - 0 (1 - 0)
RETI: 65. Cipolla M.[A], 83. Rawcliffe F.[A]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Scarrone Secondo, Guaschino Paolo, Arezzi Giuseppe, Vitto Luigi, Pietruzzi Mario, Dania Dino, Cipolla Manlio Italo, Rawcliffe Frank, Soffrido Luigi Vittorio, Sotgiu Pietro All.: Flatley Albert con D.T. Carcano Carlo

Formazione avversaria
FANFULLA AC: Servidati; Antozzi, Burini; Galliani, Castellazzi, Teruzzi; Cesari, Sichel (I) Luigi, Cavagnero, Bandirali (III) Mario Siro, Goldaniga. All.: Dossena Guido.

Arbitro: Guarda Bruno (Venezia)
Note
Angoli: 4-3. Spettatori: 3.500. Tempo piovoso, terreno pesante. Inizio gara ore 14:30.

Commento
I GRIGI VINCONO FANGO E FANFULLA: 2-0 Dal fango, da quel fondo melmoso che invischiava il pallone obbligandolo a giocare a rimpiattino, è nata (chi l’avrebbe mai detto!) la più divertente delle partite viste In questo campionato ad Alessandria. Divertente – intendiamoci – non per le piroette d’equilibrio o in tuffi nell'acqua delle pozzanghere esibiti in massa dagli atleti in ballo, ma proprio per la gara in sé, maschia, tirata, disputata alla brava per novanta minuti, senza che uno sbadiglio venisse a punteggiare di noia l’atmosfera carica di pioggia. I grigi ed il Fanfulla hanno cominciato a ritmo da bersagliere e, per l’intero primo tempo, finito sullo zero a zero, han tenuto un’andatura da togliersi il fiato. I bianconeri – quella squadra chiamata per l’allenamento di Milano degli azzurrabili – sono persone abituate a rapidi temi di gioco, senza sproloqui di passaggi a catena, ma gli alessandrini non si sono persi d’animo. Si sono messi sul piano dell’avversario, ed hanno contrapposto decisione a decisione, per essere alla pari dal lato agonistico; poi, piano piano, alla distanza, quando la stanchezza è arrivata a tagliare le gambe, sono emersi a piazzare le stoccate decisive: un «uno-due» al mento del rivale, che pure non è crollato. In gergo pugilistico, vittoria ai punti. In simili condizioni, con un terreno su cui il pallone ora s’impuntava testardo, ora filava sparato come un pallino, molte sono state le occasioni di goals non realizzate, ma la cosa non ha nociuto gran che, aumentando solo i numeri di emozione, incominciati prestissimo, al 7’ ed al 9’ del primo tempo, quando la difesa alessandrina spinse a terra, in area di rigore, prima Cavagnero e poi Cesari. L’arbitro Guarda (che guarda e non vede…) restò silenzioso e fu tutt’intorno un gran respiro di sollievo. Al 20’ la retroguardia grigia corse un gran pericolo a tre riprese, poi ebbe inizio il lavoro straordinario di Servidati, portiere spettacoloso, specie nelle parate alte. Si trovò pronto ad ogni appuntamento: al 28’ pescò un tiro di Dania, al 31’ volò su una fucilata di Guaschino, al 35’ ed al 41’ tagliò la strada a Rawcliffe, al 43’ disse di no ad Arezzi. Dai e dai, fu un grosso merito suo, se il fischio dell'arbitro trovò ancora le compagini sul doppio zero. La ripresa cambiò volto alla gara. L’Alessandria si buttò all'assalto e – al 20’ – raggiunse il successo: Dania centrò dalla destra e sulla palla giunsero Cipolla e Rawcliffe, liberi di controlli. Tocco della mezz’ala e palla in rete. Controffensiva bianconera, qualche cazzotto in campo, va e vieni di azioni sulle due aree di rigore. Al 38’ gran brivido per… colpa di Goldaniga che – poco ci mancò – mise lo zampino in un malinteso avversario, poi al 40’ Rawcliffe fece tornare la pace. L’inglese che, tra acqua, umido e fango, doveva sentirsi fischiare nelle orecchie il «Tipperary», tanto gli pareva d’essere tornato in patria, pasticciò un’azione con Sotgiu e, mentre tutti s'aspettavano un passaggio a Dania, smarcato, tirò all’impossibile, in uno spiraglio di venti centimetri. Servidati s’accorse tardi ed il tentativo di parata fu inutile: gli restò nelle mani solo un po’ di melma… (Gigi Boccacini, «Stampa Sera», 21 novembre 1949) Avevo lasciato il calcio sul campo del Fulham, a Londra. Un prato verdissimo, ben pettinato, un sole splendente, un leggero vento che scuoteva le foglie degli alberi schierati lungo il Tamigi. L’ho ritrovato oggi ad Alessandria. Un grigio campo trasformato in pantano, un’acquerugiola sottile che infreddoliva. Ho detto «calcio» e mantengo la parola perché le condizioni del terreno forniscono un’attenuante alla scadente esibizione delle due squadre. Ed anche perché una di esse, l’Alessandria, è in evidente fase di trasformazione, sotto le cure di Carcano e Flatley che la rimodellano, mentre i fanfullini mancavano di ben quattro titolari. La partita ha dato qualche emozione ai tremilacinquecento spettatori circa, ma più che altro perché il pallone schizzava qua e là in modo impensati, cosicché da un’azione apparentemente innocua poteva scaturire il gol inaspettato. Come fasi di gioco vero, invece, ben raramente le due formazioni ci hanno mostrato qualcosa di buono; e quando s’incominciava bene si finiva subito malamente, nel fango che tratteneva la palla. Primo tempo monotono, con i grigi prevalentemente all’attacco ed il Fanfulla in prudente difesa, con le mezz’ali arretrate. Ai tre uomini di punta bianconeri era lasciato il compito dell’azione in contropiede. Ed in queste fasi si distingueva specialmente Cavagnero, un piccolo centrattacco assai veloce e che distribuisce bene di testa. Al 6’ e al 9’ due falli alessandrini in area di rigore. Sul primo, forse involontario, si poteva lasciar correre; ma il secondo era grave, da rigore. L’arbitro, con i soliti larghi gesti delle braccia li ha lasciati passare entrambi. Forse la partita avrebbe preso un diverso indirizzo: ma oggi a me domani a te, dicono i grigi ricordando il recente passato… Al 19’ un grosso pericolo per l’Alessandria: Giorcelli esce a vuoto e Guaschino, sulla linea fatale, salva un gol che pareva ormai fatto. Al 33’ Cipolla, lievemente infortunato, si scambia di posto con Sotgiu, ma al 38’ i due giocatori riprenderanno le posizioni iniziali. I grigi sono ancora nei guai; su corner Sichel devia in rete e Guaschino salva miracolosamente. Subito dopo è il Fanfulla ad essere in pericolo. Su un bel cross di Dania, Rawcliffe entra ma indugia quanto basta perché la difesa bianconera liberi. Al 40’ è ancora Dania che centra e Rawcliffe raccoglie di testa: Servidati si fa applaudire con una bellissima parata. Ultimi minuti a favore dei grigi che premono sulla difesa fanfullina, ma inutilmente. In questo tempo un corner a favore del Fanfulla, due per l’Alessandria. Ripresa più movimentata, e finalmente le azioni risolutive. Al 19’ Dania, lanciato da un allungo di Arezzi, centra e Cipolla, prevedendo il tuffo di Servidati, segna la prima rete. Il Fanfulla tenta di reagire, ma il terreno ha stroncato molti suoi giocatori. Anche Cavagnero ha perso velocità, ed ora Vitto lo controlla a dovere. Al 39’ la partita è definitivamente archiviata. Diciamo, in Italia: «sbagliando s’impara». Rawcliffe ha tradotto a modo suo in «sbagliando si segna». Infatti l’inglese, spostatosi sulla sinistra, cerca di passare il pallone a Dania, solo davanti alla porta, mentre il portiere bianconero avanza di qualche passo per intercettare. Senonché il centrattacco grigio colpisce di striscio la palla che finisce dolcemente in rete alle spalle di Servidati. Parecchi falli, in questa ripresa, a favore dell’Alessandria. Furono tutti, così come nel primo tempo, tirati da Arezzi direttamente in porta e tutti regolarmente parati da Servidati. Due corner per il Fanfulla, due per i grigi. Il secondo fu un accomodamento dell’arbitro in quanto, in realtà, si trattava di un «mani» d’un terzino bianconero. Ma, lo sapete, sui nostri campi vige la legge di compensazione. Dell’Alessandria il migliore è stato Dania (signori dirigenti, fate però mangiare di più il ragazzo). Lo seguono in graduatoria Arezzi, i terzini, Soffrido e Sotgiu, ma gli altri non sono molto staccati, ché la squadra si è dimostrata nel complesso omogenea. Rawcliffe, che ero curioso di vedere, è un buon giocatore, ma deve ancora ambientarsi, d’altra parte i compagni non lo aiutano a dovere. L’inglese è sempre marcato e non essendo veloce gli riesce ben difficilmente di sottrarsi alla custodia. Occorre che gli altri giocatori allarghino le maglie delle difese avversarie, per mettere il loro centrattacco in condizioni di maggior libertà. Allora Rawcliffe potrà sfruttare le sue doti di controllo della palla e di tiro. Il Fanfulla ha iniziato bene, poi è calato. Mi è piaciuto Cavagnero, specie nel primo tempo, e si sono distinti pure i terzini e Sichel I. La mediana, con due riserve, ha fatto del suo meglio, ma è stato il reparto di minor efficienza. Le ali tutte e quattro, si sono troppo sovente strette al centro. L’arbitro, salvo il solito sistema di usare misure differenti per i falli in area e fuori, è stato nel complesso buono ed assai mobile. Ha diretto la partita senza lasciarla trascendere – e le condizioni del terreno, che portavano a continui urti, potevano portare su una brutta strada – ed ha preferito trattare i giocatori da buon padre di famiglia anziché da giudice severo. Ha fatto bene. (Fulvio Martinengo, «Tuttosport», 21 novembre 1949) «Tra Carcano, Flatley e… il fango ce la siamo cavata», dicevano i tifosi alessandrini all’uscita dello stadio. È certo che se il fango non è stato l’unico fattore del due a zero inflitto dall’Alessandria al Fanfulla, è stato, però, uno dei motivi fondamentali. Vi ricordate delle partite dei grigi contro il Torino e la Juventus, tre anni fa, quando l’Alessandria militava ancora nella maggior divisione? Granata e bianconeri, sommersi dal fango che s’appiccicava ai piedi e che impediva al pallone di alzarsi a un millimetro da terra, cedettero con lo stesso risultato di due a zero. Il Fanfulla si è trovato nelle stesse condizioni delle squadre torinesi: i bianconeri di Lodi correvano sin sotto la porta, tentando invano di prendere a calci il pallone e poi capitombolavano, «sciando» per 5 o 6 metri, come se stessero giocando in campo di marmellata. I grigi, invece, si trovavano perfettamente a loro agio. «Forza “lupi del fango”», gridavano i tremilacinquecento tifosi presenti. E i «lupi del fango» guizzarono come anguille tra la melma giallastra e segnarono due goals. Il Fanfulla, sin dall’inizio, aveva arretrato le due mezze ali e si era messo prudentemente in schieramento difensivo. L’Alessandria, invece, giocava alla «garibaldina» con uno sprint come mai ha avuto. Non si può certo dire che vi sia stato del gioco né in simili condizioni si possono giudicare le squadre. L’Alessandria ha vinto e ha meritato di vincere. La sua difesa con l’innesto di Vitto alla mediana funziona a dovere, ed il trio difensivo Arezzi-Vitto-Pietruzzi è il migliore possibile. L’attacco è ancora poco sciolto; qualche buona occasione viene sprecata soprattutto per difetto di posizione dei vari ruoli, ma Dania e Cipolla (che ha realizzato il primo goal) sono ragazzi che giocano con il cuore, e questo, nel gioco del calcio, è di somma importanza. Il discusso Rawcliffe non è un cattivo elemento: è un po’ lento, dribbla pochissimo, ma è un giocatore intelligente che quando ha la palla tra i piedi sa trasformarla sicuramente in goal. Forse i compagni di squadra non sono ancora riusciti a capirlo: quando Rawcliffe si sarà amalgamato con il resto dell’undici, potrà fare grandi cose. Del Fanfulla ci è piaciuto Servidati, il portiere: è sicuro e pronto e, specialmente con i palloni alti, ci sa fare a meraviglia. L’Alessandria ha vinto finalmente una partita difficile: speriamo che il morale degli alessandrini riceva da questa vittoria una spinta in alto. Domenica i grigi incontreranno l’Udinese, la capolista, e di «morale alto» ce n’è bisogno… (Pierino Novelli, «l’Unità», 22 novembre 1949) Dopo tante amarezze per le giornate toscane, l’Alessandria è tornata alla vittoria, favorita dall’inclemenza del tempo. La pioggia fitta e persistente caduta tutto il pomeriggio aveva trasformato il campo di gioco in un acquitrino degno delle risaie di «Riso amaro» e le spese le ha fatte il Fanfulla, che consciamente si è gettato fin dall’apertura delle ostilità nel folto della mischia senza misurare le forze, sperando di cogliere quel successo iniziale che permettesse una comoda successiva condotta di gioco. Per due volte, infatti, i lodigiani sono venuti a trovarsi nella possibilità di segnare, al 7’ e al 9’ in cui Cavagnero e Cesari venivano senza complimenti atterrati in area di rigore. Comunque l’arbitro Guarda di Mestre, in entrambe le circostanze, ha… guardato senza intervenire. Sfumate così queste e poche altre sfuriate fanfulline, l’iniziativa veniva, specie nella ripresa, assunta dall’Alessandria, che, stremate le forze e le aspirazioni avversarie per il generoso e temerario comportamento iniziale, ha inflitto due secche stoccate alla rete difesa bravamente dal portiere Servidati. Qualche contuso, qualche giocatore richiamato dall’arbitro: ma nulla di grave. («Corriere dello Sport», 22 novembre 1949) DOMANI I "GRIGI" A UDINE CONTRO LA CAPOLISTA DEL TORNEO incerta la presenza in squadra di Guaschino - Carcaro sarà operato al nostro Ospedale Molti anni fa quando l’Alessandria andava a vele spiegate nella massima divisione, in occasione di qualche partita mediocre si esclamava: «Se andiamo avanti di questo passo finiremo di andare a giocare contro il Fanfulla». Oggi, purtroppo, non siamo ancora all’altezza del disprezzato Fanfulla. La partita di domenica però ha dimostrato che la squadra grigia dà segni di miglioramento e lo prova la tenuta di giuoco in tutti i 90 minuti da parte della squadra. Sopra un campo ridotto ad un acquitrino non era possibile fare del bel gioco dimodoché le azioni a triangolo imparate in queste ultime settimane sotto la guida di Carcano e di Flatley non hanno potuto avere regolare svolgimento, ma la forza di volontà di tutti i grigi è valsa a superare la velocissima compagine lodigiana. Una lode particolare a Vitto e Dania, (l’ottimo allievo di Dadone, spostato all’ala destra, ha messo in risalto doti di intelligenza non comuni e pure essendo leggero di peso affronta l’avversario con maggior decisione di qualche suo compagno ancora eccessivamente timido se anche più pesante e più anziano). Dopo la partita di domenica scorsa Carcano ha detto: «Mi pare che l’Alessandria incominci a marciare: sono abbastanza soddisfatto del gioco, che però non è ancora quello che voglio io. Ma bisogna tener conto dello stato del campo, che certamente non permetteva ricami». (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 26 novembre 1949) RISULTATI: Arsenaltaranto-Livorno 1-2 Brescia-Cremonese 1-1 Catania-Reggiana 2-4 Empoli-Siracusa 1-1 Modena-Udinese 3-1 Napoli-Salernitana 1-0 Pisa-Spezia 1-1 Spal-Pro Sesto 7-1 Verona-Legnano 5-1 Vicenza-Prato 1-1 CLASSIFICA: Udinese 17; Brescia 15; Legnano, Livorno, Napoli 14; Spal 13; Fanfulla, Pisa, Salernitana, Spezia, Verona 12; Modena, Siracusa 11; Alessandria, Cremonese, Vicenza 10; Catania, Prato, Reggiana 9; Arsenaltaranto 8; Pro Sesto 5; Empoli 3 MARCATORI 11 gol: Bertoni Et. (Brescia) 9 gol: Micheloni (Siracusa) 7 gol: Brighenti R. (Modena), Conti U. (Livorno), De Vito (Spal), Malavasi (Spezia) 6 gol: Ciccarelli (Spal), Darin (Udinese), Goldaniga (Fanfulla), Pozzan (Verona) 5 gol: Dalcerri (Fanfulla), Giorgetti (Salernitana), Puricelli E. (Legnano), Rawcliffe (Alessandria), Santagiuliana (Vicenza), Tavellin (Verona) Il punto sul campionato Dopo cinque vittorie consecutive la capolista Udinese venne battuta dal Modena andato in rete con Barbieri, Taccola e Brighenti. Non ne approfittò il Brescia che venne fermato sul pareggio dalla Cremonese: Barera e Simatoc i marcatori. Incassò una pesante sconfitta il Legnano, che venne superato dal Verona che trovò Tavellin in giornata di grazia, e fu raggiunto dal Livorno, vittorioso in casa dell’ArsenalTaranto e dal Napoli che superò, di misura, la Salernitana: di Soldani, su rigore, la rete della vittoria. Preziosa vittoria della Reggiana impegnata a Catania con Baruzzi autore di una tripletta. Netta e mai in discussione la vittoria della Spal sulla Pro Sesto. Terzo punto stagionale per l’Empoli che pareggiò il match contro il Siracusa.