Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1949/1950
Serie B
25-12-1949 - Giornata: 17 - Livorno - Comunale


Livorno US - Alessandria US 4 - 1 (3 - 0)
RETI: 27. Conti (II) S. [Li] , 31. Conti (II) S. [Li] , 42. Torriglia A. [Li] , 56. Bartolini F. [Li] 48. Dania D.[A]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Vitto Luigi, Scarrone Secondo, Arezzi Giuseppe, Bagliani Giuseppe, Cipolla Manlio Italo, Grattarola Giuseppe, Dania Dino, Rawcliffe Frank, Soffrido Luigi Vittorio, Sotgiu Pietro All.: Flatley Albert con D.T. Carcano Carlo

Formazione avversaria
LIVORNO US: Merlo; Patuelli, Buzzegoli; Benini, Fommei, Bimbi; Torriglia, Orlando, Bartolini, Sifredi, Conti (II) Serafino. All.: Galluzzi Giuseppe.

Arbitro: Marchetti Armando (Milano)
Note
Spettatori: 3.000; incasso: 1.000.000 lire. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Tutto è risultato, sul campo, molto facile per il Livorno. La squadra amaranto, sebbene stanca per le partite giuocate nella settimana, ha imposto sin dai primi minuti di giuoco la propria superiorità al rassegnato avversario e solo nella ripresa, allorché i giuocatori livornesi hanno rallentato il loro ritmo di giuoco, l’incontro ha potuto assestarsi su di una relativa posizione di equilibrio. L’Alessandria ha, nel complesso, deluso. Era stata attesa a Livorno con curiosità dopo la sua franca vittoria sul Vicenza ed anche perché si sapeva che la squadra grigia poteva praticare un gioco piacevole e di buona levatura stilistica; alla prova pratica, invece, le promesse non sono state mantenute e l’Alessandria è apparsa una formazione slegata, priva di incisività e tatticamente elementare. L’attuazione del sistema da parte dei grigi è diligente, ma ispirata a concezioni ormai superate, la manovra d’assieme troppo uniforme per risultare efficace. Il dispositivo di difesa, poi, è apparso vulnerabilissimo. Se nel secondo tempo gli amaranto non avessero attenuato volontariamente il proprio slancio, gli alessandrini avrebbero subito una ben più grave punizione. L’incontro non ha offerto molte emozioni, ed anche dal punto di vista tecnico si è mantenuto su un piano di mediocrità. Nel Livorno si sono distinti Fommei, un mediocentro che registra notevoli progressi nel suo primo anno di attività nella divisione dei cadetti (Fommei è stato per Rawcliffe un avversario insuperabile), Bimbi e Bartolini. Anche Orlando attivissimo, ha dato il proprio contributo al successo comune e Conti con le due reti segnate e molti tiri falliti per poco, ha confermato le sue ben note qualità di realizzatore. I terzini e Benini hanno giuocato una onesta partita, Torriglia nell’inconsueto ruolo di estremo attaccante se l’è cavata ottimamente mettendo a segno, tra l’altro, la più spettacolare rete della giornata. Pressoché inattivo Merlo. Nell’Alessandria l’attacco, quando ha potuto mettersi in movimento, è riuscito a rendersi pericoloso, senza però trovare la decisione necessaria per tradurre sul piano pratico la sua generosa fatica. Una sola volta Dania, a conclusione di una confusa azione in area avversaria, ha saputo azzeccare il bersaglio. Nei reparti arretrati molta incertezza e molta confusione. Bagliani è stato messo in imbarazzo dalle sconcertanti evoluzioni del mobilissimo Bartolini, i terzini hanno commesso grossolani errori, Giorcelli non è apparso sicuro in più di una occasione. Due delle quattro reti del Livorno hanno pesato sulla coscienza del portiere, in giornata di scarsa vena. Utile il lavoro di Arezzi e Cipolla. Nullo o quasi l’atletico Rawcliffe. L’incontro, lealmente combattuto, non ha proposto al direttore di gara difficili problemi: comunque Marchetti lo ha condotto a termine brillantemente e con autorità. Il Livorno ha aperto la segnatura al 27’ con Conti. Una serrata manovra dell’attacco amaranto costringeva l’avversario a salvarsi in calcio d’angolo. Effettuava il tiro Conti il quale con un’abile parabola sorprendeva Giorcelli che riusciva solo a toccare la palla che si insaccava alle spalle. Al 31’ uno scatto di Bartolini verso l’area dei grigi veniva fermato irregolarmente da Bagliani. Batteva la punizione Conti con un tiro raso terra che superava la barriera dei difensori e lo stesso portiere gettatosi tardivamente in tuffo. Al 42’ la più bella rete della partita. Allungo di Bimbi su Bartolini, finta del centravanti su Bagliani e smistamento in profondità su Torriglia. L’ala del Livorno ingaggiava un duello in velocità con Scarrone, lo superava nettamente, entrava in area, chiamava fuori il portiere e lo batteva irrimediabilmente. Al 2’ della ripresa l’attacco alessandrino si è improvvisamente disteso in area amaranto. Dopo alcuni fortunosi interventi dei difensori la palla giungeva a Dania che segnava con un secco tiro alla sinistra di Merlo. All’11’ il Livorno ristabiliva le distanze. Azione Orlando-Torriglia e traversone dell’ala sul centro: Vitto e Bagliani entravano simultaneamente sul pallone ma lo fallivano così che Conti, intervenuto astutamente, poteva trovarsi con Bartolini dinanzi alla indifesa porta avversaria. Dopo un attimo di incertezza Bartolini si decideva a segnare. Conti, nell’occasione, non ha nascosto la propria… contrarietà. Lievi incidenti di giuoco a Torriglia ed Orlando; a metà ripresa Conti e Bartolini si scambiavano di posto. Prima dell’inizio della partita i dirigenti del Livorno hanno offerto ai propri giuocatori un pacco natalizio; una cassetta è stata pure offerta dal capitano amaranto Merlo al capitano dell’Alessandria. (Aldo Bardelli, «Tuttosport», 27 dicembre 1949) Poco pubblico all’inizio, non troppo, ma tuttavia meno esiguo alla fine; infatti, molti appassionati conciliarono il pranzo con la partita, togliendo un poco di tempo all’uno e all’altra; i puntuali servirono da informatori ai ritardatari. La gara si svolse in un clima veramente da solennità; giornata illuminata da un tiepido sole e giuoco calmo, scevro di cattiverie e di scorrettezze, quanto di meglio desiderabile. Non mancò, tuttavia, il motivo eccitante e questo fu offerto, in apertura, da due episodi che sembrano messi lì apposta dal caso per scaldare gli animi. Al 3’, infatti, una lunga «centrata» di Buzzegoli mise in difficoltà il portiere alessandrino, accecato dal sole: ne venne fuori una parata difettosa ed un pronto intervento di Orlando, il quale spinse la palla in rete, toccandola però con il braccio, per cui Marchetti, senza esitare, annullò il goal. La mano di Orlando era stata veduta nettamente; ma i tifosi accettarono il fatto compiuto con una certa riserva mentale contenente il dubbio sulla volontarietà o meno del fallo della mezz’ala. Sette minuti dopo, lo stesso Orlando inzeccò un magnifico tiro che avrebbe senz’altro raggiunto l’angolo sinistro della porta di Giorcelli se Scarrone non l’avesse deviato con la mano. «Rigore», urlò il pubblico: «no», disse (a cenni) Marcetti. La decisione dell’arbitro non trovò consenziente la folla. Era difficile stabilire se Scarrone avesse interposto a bella posta la mano oppure no; ma la difficoltà di valutazione era perfettamente uguale alla precedente (rete di Orlando); perciò il risentimento dei sostenitori amaranto non sembrò del tutto ingiustificato. Logico, quindi, che volassero fischi frammisti ed imprecazioni. Intanto, il Livorno continuava imperturbabile ad attaccare; non in forma irresistibile, con tiri lontani dal bersaglio oppure non pericolosi, ma insomma costringendo i grigi a restringersi dentro la propria area. Però il goal – quello regolare – non si vedeva ed anzi, ad un certo punto, l’Alessandria riuscì ad alleggerire la pressione amaranto passando al contrattacco. «Stai a vedere che ci fanno un brutto scherzo», commentò un trepidante tifoso. Invece, l’attacco piemontese esaurì in breve il suo fuoco di paglia concretatosi in tre azioni, una delle quali respinta da… Rawcliffe, una da Benini e l’altra da Merlo (angolo). Ed al 28’ gli amaranto, tornati in avanti con Orlando, Conti e Bartolini, egregiamente appoggiati dai due ottimi laterali Bimbi e Benini, passarono in vantaggio. Conti, su calcio d’angolo, spedì la palla ad effetto sulla linea della porta: Giorcelli, retrocedendo, altro non poté che ribadire il cuoio in rete. Due minuti dopo, si ebbe il secondo goal, esso pure attribuibile a Conti malgrado che il tiro da «punizione» di questi fosse stato leggermente deviato da un componente la «barriera». Ed al 42’, la più bella azione della giornata, coronata da un goal perfetto: Benini «fermò» Soffrido ed allungò preciso a Bartolini, il quale smistò rapidamente sulla destra. Torriglia lottò con Scarrone, lo superò nello scatto, giunse vicino al portiere e segnò con un tocco leggero ed astuto. L’Alessandria accorciò le distanze al 3’ della ripresa con un tiro preciso di Dania, servito da Sotgiu, ed al 12’ Bartolini mise a segno la quarta rete degli amaranto, a coronamento di una apprezzabile trama iniziata da Torriglia e Conti. Fino al termine, il Livorno rimane padrone del campo, anche se non riuscì ulteriormente a passare. Dopo la disgraziata – come andamento e come risultato – prova di Prato, l’Alessandria apparve l’avversario ideale per il Livorno in cerca di una pronta iniezione di fiducia. Scarsamente dotata di giocatori di valore e scesa all’Ardenza rassegnata alla sconfitta, la squadra grigia non riuscì infatti a recare disturbi seri alle retrovie amaranto, permettendo ai locali di dominare a piacimento durante quasi l’intera durata dell’incontro. Gli uomini di Galluzzi stentarono un poco a trovare la buona intesa, ma è innegabile che riuscirono talvolta a strappare l’applauso in alcuni spunti piacevoli, durante i quali si vide – finalmente – correre la palla invece dei giuocatori. Non tutti i goal recarono la sigla della perfezione e furono piuttosto conseguenza di errori della difesa grigia che coronamento di serrate manovre di attacco. Però, altre reti avrebbero potuto benissimo aggiungersi alle quattro. In sostanza, senza disputare un incontro trascendentale, e denunciando nel complesso di non essere ancora perfettamente a posto, il Livorno assicurò i propri sostenitori, dando loro la certezza che la squadra è attualmente superiore al valore medio delle compagini di Serie B. Patuelli e Buzzegoli si trovarono in alcune occasioni in difficoltà sul confronto diretto con le ali; nel complesso, tuttavia, dettero un buon apporto al giuoco, ricorrendo magari ai canoni metodistici con potenti rinvii di alleggerimento. Ottimamente si comportò la mediana. Fommei annullò completamente Rawcliffe, precedendolo sistematicamente anche nei palloni alti malgrado la maggiore prestanza dell’inglese. Bimbi e Benini, il primo ammirevole soprattutto per la tempestività con la quale riesce a fermare gli avversari in fase di attacco e quindi a rovesciare la situazione provocando l’imbarazzo delle opposte retrovie, il secondo per l’eleganza di stile, la agilità e l’intuito con i quali si proietta immediatamente alle spalle degli avanti, rifornendoli ed appoggiandoli nelle azioni offensive; Bimbi e Benini, ripetiamo, costituiscono, anche per la continuità di rendimento, il punto di maggiore forza e sicurezza dell’intera compagine. Domenica avemmo ad ogni modo il piacere di rilevare qualcosa di positivo anche nell’attacco, nel quale Orlando è il tessitore ed il regista. Bartolini, infatti, sbrigativo e veloce, niente affatto confusionario, specialmente quando per i continui scambi di ruolo con Conti si trovò spostato sulla sinistra, funzionò da mezzo interno e mandò a più riprese palloni difficili verso il centro del campo. Conti, per intelligente distribuzione delle proprie energie, si impegna soltanto sui palloni che ritiene utili o recuperabili; difficilmente, quando parte di scatto (e lo fa di rado), non raggiunge la palla prima dell’avversario. Il pubblico sembra cominciare a capire il giuoco del pisano e, ad ogni buon conto, sa apprezzarne la ancora valida «castagna». Torriglia fu un poco trascurato dai compagni; ma specialmente nel primo tempo, tanto nella travolgente azione del suo goal, originato da un perfetto smistamento di Bartolini, quanto nel puntiglio insolito nelle ali, con cui rincorse ed ostacolò Cipolla, dette un saggio delle proprie capacità tale da convincere il pubblico che egli non è un elemento da lasciare negli spogliatoi. Molto volenteroso Sifredi, ma ancora lontano dalla linea di rendimento che gli appassionati desideravano. Merlo fu a lungo disoccupato e non ebbe nessuna colpa nel goal di Dania, assolutamente imparabile. L’arbitraggio di Marchetti fu, nel complesso, buono; sempre che si escludano i due dubbi amletici in cui mise il pubblico nei primi minuti di gioco. (Renzo Antoni, «Il Tirreno», 27 dicembre 1949) La partita, tecnicamente modesta, si è risolta in una facile vittoria degli amaranto. Soltanto il primo tempo, condotto a buona andatura dai locali ha offerto qualche spunto interessante. La prima rete scaturiva da un corner: la palla, calciata con effetto da Conti, si insaccava direttamente in porta. Il secondo gol veniva marcato sempre da Conti su punizione. Il terzo invece era frutto di azione manovrata: Bimbi passava a Bartolini, finta del centravanti e pallone a Torriglia che infilava con facilità. Il punto segnato dai grigi al 2’ della ripresa con Dania non allarmava i padroni di casa che all’11’ con Bartolini ristabilivano le distanze. Del Livorno buona la prova di tutti gli atleti, compresa quella di Torriglia nell’inconsueto ruolo di ala. L’Alessandria ha evidentemente risentito dell’assenza di Guaschino e Pietruzzi. Ancora troppo acerbo Bagliani. (Pier Luigi Del Cittadino, «La Gazzetta dello Sport», 26 dicembre 1949) SVEGLIA, “GRIGI,,! Di scena il Legnano domani al Moccagatta Il juventino Gibellino ai grigi? Pietruzzi e Guaschino ancora a riposo - In squadra Albertelli e Bagliani Anche da Livorno l’Alessandria è tornata largamente battuta dopo una prova giocata al di sotto della mediocrità. La débâcle dei grigi è stata provocata dalla pessima giornata di Giorcelli che, accecato dal sole, si è lasciato sorprendere dai primi tre tiri degli avanti amaranto. Trovatasi in condizioni di inferiorità la nostra squadra non è riuscita a reagire e chi ha tenuto degnamente il posto nel marasma della scricchiolante difesa è stato Bagliani, il quale ha esordito egregiamente. Anche Cipolla, nel ruolo di mediano laterale, si è trovato a suo agio ed ha giocato con grande rendimento. Grattarola come ala destra è mancato alla fiducia ripostagli dai dirigenti. Purtroppo, Giorcelli, che aveva salvato la partita di Udine, ha provocato la sconfitta sul campo del Livorno. Sarà bene che i nostri giovani non si illudano eccessivamente e non si atteggino a fuoriclasse. Per la platea c’è tempo a iosa per le nostre promesse, altrimenti il crollo può nuocere alla carriera dei giocatori. Quest’anno, elementi come Grattarola, Giorcelli, Corradini, Scarrone, Guaschino, Gay sono andati in regresso; solo Dania, taciturno e modesto, si è meritato i galloni e sta facendo le ossa nella prima squadra. Bagliani speriamo riesca a trarre profitto da tale esempio. I giovani debbono capire che molte volte è il sole che acceca gli occhi e provoca cattive sorprese, ma sovente è la luce troppo radiosa di un successo affrettatamente raggiunto, ad abbagliare la vista. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 31 dicembre 1949) Tempo da primavera e golas da... nevicata L'INATTESO SOLE DI LIVORNO HA SCOTTATO L'ALESSANDRIA: 4-1 All'Ardenza, proprio il giorno di Natale, con un tempo meraviglioso, nell'incanto, di un sole di primavera, era praticamente impossibile pensare con una certa serietà a un incontro per il campionato di calcio. Le gradinate erano quasi vuote, che pochissimi avevano avuto il coraggio di lasciare casa e famiglia e percorrere a piedi i numerosi seppur pittoreschi chilometri che separano il campo dalla città; entravano, i tifosissimi, nello stadio con negli occhi la visione serena, del mare calmo come l'olio; trovavano un terreno verde come un praticello da scampagnata; no, l'ambiente, in maniera tassativa non era il quadro ideale per una lotta tirata dal primo al novantesimo minuto; invitava, se mal, a digerire con tutta calma un pranzo tradizionale. I giocatori dovettero pensarla dal più al meno allo stesso modo e sbucarono dal sottopassaggio degli spogliatoi a piccolissimo trotto, quasi con un'aria rassegnata; che scherzi; campionato birbone! L'Alessandria vinse il campo e scelse — chissà perché — di giocare contro sole. La decisione di per sé innocua, doveva avere poi le sue conseguenze, a dire il vero non troppo allegre, per i grigi. Ma andiamo con calma e partiamo anche noi dal principio. Non appena Marchetti ebbe dato il « Signori, a voi! », il destino volle dare la spinta alle emozioni, fallendo però miseramente il suo scopo. Buzzegoli, da metà campo, fece cadere uno spiovente davanti alla rete di Giorcelli che, abbagliato dal sole (incominciavano i guai della olioterapia) combinava un solenne pasticcio per acchiappare il pallone. Orlando che stazionava il vicino, entrò deciso ma — l'incauto — non seppe resistere alla tentazione e forse per legge di compenso al mancato intervento del portiere, toccò inequivocabilmente di mano segnando un gol giustamente annullato. Il fallo era stato tanto evidente, che nessuno apri il becco a protestare: il solicello cuoceva gli animi a bagnomaria nella beatitudine. Il Livorno non si dava troppo da fare e' tuttavia il suo giuoco aveva un certo carattere di omogeneità: le azioni di attacco amaranto trovavano la difesa del grigi spesso annaspante nel vuoto e il brivido del gol volò più volte nell'aria nel primo quarto d'ora. Pur meritando nel complesso di segnare gli amaranto si fecero aiutare dalla fortuna difetto delle idee poco chiare e a suo beniamino della mancanza di decisione, fecero che Conti. L'anziano attaccante infatti, al 29° tirava un calcio d'angolo a effetto, di ottima fattura; Giorcelli saltò, si trovò il sole negli occhi e il pallone, carambolando sulle sue mani, entrò beffardo in rete. Gol numero 1; disappunto grigio, quattro applausi, gol numero 2. Fu ancora Conti a calciare una punizione Verso la porta alessandrina e fu di nuovo la Dea bendata a far sfiorare la saetta da uno dei giocatori schierati: un soffio ma fu spiazzato e non poté evitare il nuovo disastro. Si capi che il sipario poteva essere chiuso senza tema di ingiustizie: le qualità di reazione della squadra che perdeva erano ieri troppo limitate e da altra parte la compagine in vantaggio aveva ormai trovato il ritmo giusto. Occorreva vivacchiare e il Livorno andava al trotto: il passo giusto fra il sonno, che sarebbe stato magari dannoso, e il galoppo, proprio, fuori luogo. Con questa condotta i livornesi raggiunsero il terzo successo al 42' mentre l’Alessandria premeva purtroppo con l’ormai vecchio difetto delle idee poco chiare e della mancanza di decisione Benini passò a Bertolini che lanciò a sua volta sulla destra Torriglia. L’ala fece tutto da sola, evitò Scarrone, lo lasciò in asso fece uscire Giorcelli e lo battè senza remissione. Il punteggio era pesante ed esagerava persino nel dare ragione al piu’ forte. La ripresa sembrò da principio voler render giustizia ai grigi, dal momento che Dania al 3' raccorciò le distanze. Ma le illusioni (quante speranze in quel forza Alessandria, che un marinalo tutto solo sulle gradinate si affannava a urlare!) durarono pochino: c'era la squadra intera che non aveva il coraggio di insistere. L'attacco non riusciva a concludere e la difesa non dava l'aria di essere troppo sicura: un motore con qualche cosa fuori posto: ogni tanto dal pieno regime saltava fuori la ricetta del pezzo mal registrato. E andò a finire, al 12', che un malinteso clamoroso fece balbettare mezza retroguardia grigia su un innocuo pallone che venne a rotolare la ove Bartolini e Conti piombarono come due falchetti a dare il colpo decisivo. L'onore toccò al centravanti, cosa questa che disgustò con una certa evidenza l'ala sinistra, che ieri si vide in spirito di cannoniere scelto. Finirono qui le reti e la gara rotolò verso il fischio finale tra qualche urlaccio del pubblico. Dato che erano venuti, gli spettatori volevano almeno vedere un subisso di reti.... La gara tecnicamente ha detto beh poco. L'Alessandria era forse troppo rassegnata alla sconfitta e ha lasciato negli spogliatoi la volontà di una lotta... all'ultimo sangue. La sfortuna è venuta a darle una mano, si che tre delle quattro reti subite, possono essere chiamate, a ragione, brutti scherzi della sorte; ma pur tuttavia la compagine non ha girato a dovere, senza azione di insieme, senza sprazzi individuali di una certa portata. Le assenze di Guaschino e di Pietruzzi si sono fatte sentire anche se Bagliani, esordiente di 17 anni, ha tenuto a bada. Negli spogliatoi — a gara finita — Carcano, squadrando il muso generale, si è messo a ridere: “Coraggio, ragazzi, è andata cosi! Adesso pensiamo che è Natale!”. In fin dei conti aveva ragione lui... Per il Livorno il discorso è diverso. Punta al balzo in serie A senza farne mistero ed ha qualche elemento decisamente superiore. Bimbi va bene. Bartolini è un Lorenzo in sedicesimo, Fommei un medio-centro tecnico e combattivo. Un collega livornese, sostenendo, la sua tesi, ci diceva ieri sera: «Non credi? Il Livorno si merita di tornare in A. Se non altro — aggiungeva sorridendo — per questo bel cielo azzurro e per questo stadio degni l'uno e l'altro ospitare i cannoni del calcio italiano!». Sembrava aver ragione anche lui. Ma ieri era Natale e tutto pareva diverso: meno amara la sconfitta per i grigi, più inebriante la vittoria per il Livorno (La Stampa Sera, 26/12/1949) RISULTATI: [12ª giornata] Prato-Livorno 4-3 (giocata il 22 dicembre 1949) [17ª giornata] Catania-Udinese 1-1 Cremonese-Spezia 2-0 Empoli-Arsenaltaranto 2-1 Legnano-Pro Sesto 3-0 (giocata il 24 dicembre 1949) Prato-Fanfulla 2-2 Reggiana-Pisa 2-1 Salernitana-Siracusa 4-1 (giocata il 24 dicembre 1949) Spal-Modena 0-0 (giocata il 26 dicembre 1949) Verona-Napoli 0-1 (giocata il 26 dicembre 1949) Vicenza-Brescia 0-0 CLASSIFICA: Udinese 25; Brescia 24; Livorno 23; Legnano 22; Napoli, Spal 21; Modena, Pisa, Spezia 19; Cremonese, Salernitana 17; Fanfulla, Reggiana, Verona 16; Alessandria, Siracusa 15; Vicenza 14; Catania, Prato 13; Arsenaltaranto, Empoli 11; Pro Sesto 7 MARCATORI 14 gol Bertoni Et. (Brescia) 11 gol Conti U. (Livorno) 10 gol Brighenti R. (Modena), Colosio (Brescia), De Vito (Spal), Goldaniga (Fanfulla), Malavasi (Spezia), Micheloni (Siracusa), Rawcliffe (Alessandria) 9 gol: Darin (Udinese) 8 gol: Ciccarelli (Spal), Giorgetti (Salernitana), Masoni F. (Cremonese) 7 gol: Molina G. (Legnano), Parvis (Prato), Pozzan (Verona), Pozzo (Spezia), Scagliarini (Reggiana), Tavellin (Verona) Il punto sul campionato Le prime due squadre della classifica, Udinese e Brescia, pareggiarono i loro rispettivi match, con il Catania e il Vicenza. Le rondinelle videro il minaccioso avvicinamento del Livorno, alla terza vittoria consecutiva, che sconfisse l’Alessandria. I granata ebbero un punto di vantaggio sul Legnano che batté la Pro Sesto con i gol di Pravisano, Molina e Mozzambani. Importante vittoria del Napoli che espugnò Verona con Dagianti. Poker della Salernitana sul Siracusa: mattatore della gara Giorgetti, autore di una doppietta. Preziosa vittoria, in chiave salvezza, dell’Empoli sull’ArsenalTaranto grazie alla decisiva rete di Calichio. In ultima posizione la Pro Sesto che subì una pesante lezione dal Legnano.