Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1949/1950
Serie B
18-06-1950 - Giornata: 41 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - S.P.A.L. 5 - 0 (2 - 0)
RETI: 25. Dania D.[A], 43. Dania D.[A], 53. Cipolla M.[A], 83. Cipolla M.[A] 62. aut. Macchi G. [S.]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Vitto Luigi, Scarrone Secondo, Arezzi Giuseppe, Bagliani Giuseppe, Pietruzzi Mario, Dania Dino, Albertelli Lanfranco, Pernigotti Luigi, Cipolla Manlio Italo, Carelli Piero All.: Flatley Albert con D.T. Carcano Carlo

Formazione avversaria
S.P.A.L.: Bergamini; Caciagli, Varicelli; Mari, Macchi, Nesti; Trevisani (IV) Silvano, Fekete Priska, Dini, Ciccarelli, Maselli. All.: Janni Antonio.

Arbitro: Rigato Gino (Venezia)
Note
Angoli: 3-1. Spettatori: 5.000. Giornata calda ma ventilata, terreno perfetto. Inizio gara ore 17:00.

Commento
L'ALESSANDRIA CONTRO LA SPAL S'AFFERMA CLAMOROSAMENTE: 5-0 Se la squadra grigia avesse sempre giocato così, non si troverebbe ora nei guai. Non lo diciamo noi, lo diceva il pubblico sfollando il campo dopo la bella vittoria sullo Spal. Ma giocare sempre così forse non era possibile. L’Alessandria ha perduto, lo sappiamo benissimo, le sue caratteristiche di un tempo, non tiene più la palla a terra, la sua partita è un arrembaggio, la sfera traccia lunghe traiettorie alla ricerca dell’attaccante che vi si butti sopra arrancando con tutta la forza dei garretti. Questo sanno benissimo i tifosi alessandrini. Trovare in tanto impeto un minimo di coesione è difficile. Quell’andare sempre a tiraggio forzato obbliga a una certa sommarietà nella tessitura delle azioni e la palla continuamente in movimento diventa difficile da controllare. Gli avanti alessandrini si muovono come in un’atmosfera di eccitazione, sono sempre sotto pressione, mettono il piede sull’acceleratore ad ogni attacco piombando come falchi sulla difesa avversaria che è costretta a lavorare sempre in corpo a corpo. Guai fallire un intervento. La vittoria grigia è il frutto di questa trittico, di sfondamento senza soste. La differenza che esiste fra l’Alessandria in casa e quella fuori casa è questa: che la prima è spavalda, la seconda è timorosa. Fra l’Alessandria di oggi e quella che avevamo vista recentemente a Legnano correva un abisso. Quello di Legnano era un gioco bello ma denicotizzato; quello di oggi era invece vigorosamente aggressivo. Albertelli ha, forse, tecnicamente una preparazione migliore, tanto che un po’ per tendenza e un po’ per temperamento, sembra che duri fatica a seguire il ritmo a volte convulso del gioco, ma Dania, Pernigotti, Cipolla, Carelli, sebbene con stile diverso, sono tuttavia giovani che si fanno valere per la punta di aggressività che incide il loro gioco, per l’impegno, per la decisione. Ad essi vanno aggiunti i mediani, cerniera della squadra, dall’anziano Arezzi al più fine Pietruzzi e alla promessa Bagliani. Il rilievo conclusivo che viene di fare è, a nostro avviso, questo. A fine stagione la squadra grigia dà l’impressione di essere non un punto di arrivo, ma un punto di partenza, una prima base di lavoro per la formazione che dovrebbe uscirne. Cinque gol sono molti, anzi, troppi. Se non sapessimo che i rapporti di valore fra due squadre non si stabiliscono tenendo conto solamente dei palloni che entrano in rete, saremmo tratti a giudicare severamente la squadra ferrarese. Ma essa vale di più di quello che può dimostrare il risultato, mancava di tre titolari dell’attacco, e poi certe azioni le sono andate proprio di traverso. È vero però che l’incontro non le dava l’affanno; dopo il terzo gol ha capito che l’avversario la soverchiava e che non c’era più nulla da fare e allora ha cercato solo di limitare lo scarto, senza peraltro riuscirci. Squadra che andrebbe vista in altro momento per una valutazione più concreta, poiché non c’è niente di più errato di un giudizio costruito sul terreno ingannevole di una sconfitta troppo grossa. Il primo gol dei grigi è maturato al 26’ per merito di Dania che aveva raccolto una respinta corta di Bergamini su forte tiro di Arezzi. L’Alessandria fino a quel momento aveva condotto quasi costantemente il gioco, tutta piena di fervore e di estro. Dopo aver sciupato parecchie occasioni doveva toccare finalmente al giovane Dania di vincere la resistenza avversaria. Fatto il primo passo e aperta la strada il resto sembrò anche più facile. Era lo stesso Dania che al 43’ su allungo di Albertelli, sul filo del fuorigioco, piombava in area e segnava il secondo punto prevenendo l’uscita del portiere. In vantaggio di due reti alla fine del primo tempo, la squadra grigia aveva già un buon margine di sicurezza; era stato un primo tempo tirato a rotta di collo, gagliardo come spinta di gioco e con non poco affanno da parte dei grigi ma avvincente per la volontà e il dominante entusiasmo. La ripresa non doveva più essere altrettanto vibrante. Un malinteso dei difensori permetteva all’8’ a Cipolla di segnare, solo davanti al portiere, il terzo gol dei grigi. Lo Spal ha capito da questo punto che il suo destino era segnato. Parecchi del suoi uomini denunciarono lo sforzo compiuto, la loro reazione si affievolì. Al 16’ un’autorete di Macchi, che aveva cercato con un colpo di testa di passare la palla al portiere, cominciò a mutare la sconfitta in un crollo. Al 38’ Cipolla su passaggio di Albertelli segnava con un tiro nell’angolo alto a sinistra la quinta rete. Il romanzo del gioco era finito. (Ettore Berra, «Stampa Sera», 19 giugno 1950) I grigi hanno risposto all’appello del presidente e degli sportivi alessandrini, che li hanno incitati clamorosamente dall’inizio alla fine, conquistando una brillante vittoria. Sin dalle prime battute si è visto ordine e disciplina nelle linee alessandrine, che pure mancavano di Rawcliffe, Soffrido e Sotgiu, i tre migliori attaccanti e tutti e tre a riposo per nuovi e vecchi infortuni. E hanno invaso l’area di rigore ferrarese, ove è emerso su tutti l’abilità e l’attività del terzino Varicelli, che ha salvato da solo innumeri situazioni pericolose. Anche il portiere Bergamini si è fatto più volte applaudire in alcuni suoi interventi spettacolosi ed audacissimi, mentre altre volte è stato estremamente fortunato, salvando la squadra da un più severo punteggio. Dopo che per una decina di minuti i grigi permangono all’attacco e premono da tutte le parti assiduamente, pare che da un istante all’altro la palla debba varcare l’estrema linea fatale; ma intervengono sempre a tempo Bergamini o Varicelli, che fanno deviare la traiettoria, mentre rai sono gli attacchi efficaci portati sotto la rete di Giorcelli, che ha dovuto difendersi da alcuni tiri pericolosi, uno dei quali salvato fortunosamente in corner. Al 35’ abbiamo la prima azione risolutiva. La palla è giocata da Arezzi, che la devia verso il centro, impegna l’estrema difesa e con un tocco irresistibile segna il primo punto. Al 43’ nuova fuga di Dania, che aveva ricevuto il pallone da Albertelli; il terzino Caciagli accorre agile sull’ala destra alessandrina e, giunto nell’estrema area, gli tira uno sgambetto. Dania, benché barcollante, riesce a riprendersi e, giocando di astuzia il portiere, che nel frattempo era uscito per tentare di salvare in extremis, segna il secondo gol. A pochi secondi dalla ripresa un tiro spettacoloso di Albertelli è deviato dal portiere in corner. Nella ripresa le sorti dell’incontro non cambiano, benché il caldo sia aumentato di intensità e lo sforzo abbia già alquanto provato i giocatori. I grigi riprendono a dominare e, dopo aver ottenuto al 4’ un terzo calcio d’angolo su azione di Pernigotti, ci fanno assistere all’8’ all’azione più entusiasmante della giornata. Cipolla, da una trentina di metri, dopo aver superato due avversari, riesce ad incunearsi tra Caciagli e Varicelli. Entrambi hanno avuto l’impressione di aver deviato la corsa all’attaccante grigio, il quale invece è riuscito a sottrarsi ai due successivi attacchi avversari. Ancora una volta Bergamini esce dai pali e ancora Cipolla, astutamente, lo supera con un tocco irresistibile, conquistando il terzo punto. La vittoria viaggia ora sulle ali dei grigi e al 17’ un tiro di Pernigotti è respinto dal palo. Cipolla segue la traiettoria della palla rimbalzata sul limite dell’area di rigore. Macchi, che supera l’alessandrino, con un colpo di testa cerca di inviare la sfera di cuoio verso il suo portiere, ma il colpo è troppo forte e la palla finisce per insaccarsi in rete: 4-0. La Spal, benché battuta sonoramente, non desiste dalla lotta. Il terzino Varicelli passa a centrattacco. Le offensive celesti assumono nuovo vigore. Fekete calcia al 20’ un calcio di punizione che per poco non sorprende Giorcelli; Maselli scocca a sua volta un secco tiro che supera di poco l’asta superiore. Infine al 29’ Ciccarelli sferra un’altra cannonata, che sibila avanti al palo. Al 38’ Scarrone commette un involontario fallo nell’area fatale, in quanto che il pallone, manovrato da Dini, gli rimbalza involontariamente sull’avambraccio, ma l’arbitro non rileva il fallo e l’azione continua. Subito dopo Cipolla, che è stato il più attivo fra gli attaccanti grigi, riesce ancora con un tiro spettacoloso da una ventina di metri ad infilare la sfera di cuoio nell’angolo alto della casa di Bergamini. Il finale della partita non ha storia: i grigi raccolgono gli applausi e le congratulazioni, bene sperando per la prossima decisiva competizione in quel di Verona. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 19 giugno 1950) Chi avesse visto oggi per la prima volta giocare l’Alessandria, e poi avesse scorso la classifica, c’era qualcosa di sbagliato. Un’Alessandria, quella di oggi, che questi sportivi avevano ormai dimenticato da lunghi mesi e dalla quale pareva follia attendersi tanto bel gioco e tanta volontà. Qualcuno potrà pensare di fronte alle cinque reti passive che la Spal sia stata a guardare, nulla di più falso. I ferraresi, anche se erano mancanti di alcuni titolari di grido, hanno tentato in tutti i modi di opporsi alla furia alessandrina, una furia che ci vedeva bene e che riusciva a combinare dei temi di gioco spesso travolgenti e pericolosamente ficcanti. Alla perfetta tenuta di Vitto, Bagliani e Scarrone, faceva riscontro l’azione preziosissima di Pietruzzi, e in ispecial modo di Arezzi. La prima linea giocava aperto, mettendo spesso in difficoltà anche un Varicelli spettacolare, un Caciagli tecnicissimo e un Bergamini magnifico. Nella Spal anche Macchi ha «tenuto» bene: il punto debole è stato l’attacco. Solo al 18’ del primo tempo, ancora sullo zero a zero, un potente tiro di Ciccarelli è stato faticosamente deviato da Giorcelli. Le reti: al 35’ Pietruzzi passa ad Arezzi, che tira; parata senza presa, e Dania insacca da due passi. Al 42’, perfetto pallone in profondità da Albertelli a Dania, che realizza. Nella ripresa, giocata forse in tono minore, all’8’ Cipolla raccoglie un allungo di Pernigotti e segna, facilitato da un malinteso fra i difensori. Al 17’ Macchi, pressato da Pernigotti, passa di testa al portiere, che era intanto uscito; la palla rotola in rete. Il gol più bello è stato quello segnato da Cipolla al 33’, con un gran tiro spettacoloso nell’angolo alto alla sinistra di Bergamini. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 19 giugno 1950) CON L'INCONTRO CON IL VERONA SI CONCLUDE IL CAMPIONATO Necessaria una afferm azione per i grigi - Viaggio gratuito per i tifosi a Verona La squadra alessandrina ha colto domenica contro lo Spal una meritata vittoria sancita da un risultato clamoroso: 5 a 0. Con tale affermazione i grigi hanno cancellato in parte il mediocre comportamento della precedente partita contro il Modena e sono usciti, momentaneamente, dalla zona delle cinque retrocedende. Il reparto d’attacco grigio, ad eccezione di Carelli che manca di velocità, ha giocato con scioltezza ed ottima intesa nelle fasi offensive con «servizi» in profondità di buona fattura. Cipolla e Albertelli hanno lavorato con continuità anche nel gioco di spola; sbrigativo Dania ed incerto Pernigotti. Nella retroguardia tra gli inesauribili Arezzi e Pietruzzi il giovane Bagliani ha fatto cose egregie confermando ottime doti di centromediano sistemista. Vitto e Scarrone, in buona forma, hanno saputo procedere con perfetta intesa coi rispettivi mediani laterali. Giorcelli ha parato in modo superbo, e questo denota che il nostro portiere ha superato il periodo di crisi. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 24 giugno 1950) RISULTATI: Arsenaltaranto-Spezia 1-0 Brescia-Salernitana 0-1 Empoli-Reggiana 2-1 Fanfulla-Pro Sesto 6-1 Modena-Verona 2-1 Napoli-Vicenza 1-0 Pisa-Legnano 1-1 Prato-Catania 0-1 Siracusa-Livorno 4-1 Udinese-Cremonese 1-0 CLASSIFICA: Udinese 60; Napoli 59; Legnano 55; Spal 53; Modena 50; Brescia 47; Spezia 46; Livorno 44; Pisa 41; Catania 40; Cremonese, Salernitana, Siracusa, Verona 39; Fanfulla, Vicenza 37; Alessandria 36; Empoli, Reggiana 35; Arsenaltaranto 32; Prato 26; Pro Sesto 13 MARCATORI 30 gol: Bertoni Et. (Brescia) 22 gol: De Vito (Spal) 20 gol: Goldaniga (Fanfulla), Micheloni (Siracusa), Puricelli E. (Legnano) 19 gol: Colombi (Spal), Darin (Udinese), Masoni F. (Cremonese), Rawcliffe (Alessandria) 18 gol Bartolini (Livorno), Quaresima (Vicenza), Scagliarini (Reggiana) 17 gol: Brighenti R. (Modena), Tavellin (Verona) 16 gol: Dalcerri (Fanfulla), Malavasi (Spezia), Molina G. (Legnano), Pozzo (Spezia) Il punto sul campionato La penultima giornata aveva consegnato all’Udinese e al Napoli la promozione in Serie A anche grazie al pareggio in cui incappò il Legnano sul campo del Pisa. Nonostante la vittoria ottenuta contro lo Spezia retrocedette in Serie C l’AresenalTaranto andando a raggiungere Prato e Pro Sesto.