Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1946/1947
Serie A
13-10-1946 - Giornata: 4 - Napoli - Vomero


Napoli AC - Alessandria US 2 - 1 (1 - 0)
RETI: 15. rig. Busani U. [Na] , 52. Di Benedetti D. [Na] 84. Sotgiu P.[A]

Alessandria US Bodoira Alfredo, Borgogno Angelo, Rava Pietro, Bertoni (II) Elio, Arezzi Giuseppe, Tortarolo Francesco, Rampini Sergio, Borel (II) Felice Placido, Giorgino Giuseppe, Coscia Aristide, Sotgiu Pietro All.: Borel (II) Felice Placido

Formazione avversaria
NAPOLI AC: Chellini; Romagnoli (II) Italo, Berra; Pretto, Andreolo, Rosi; Busani, Di Costanzo, Di Benedetti, Verrina, Barbieri. All.: Sansone Raffaele

Arbitro: Massironi Piero (Milano)
Note
Espulso: 60’ Tortarolo [A] Angoli: 1-2 (1-0). Spettatori: 18.000. Incasso: 2.000.000 lire. Inizio gara ore 15:30 «La Gazzetta dello Sport», unica fonte, attribuisce il gol dell’Alessandria a un’autorete di Berra.

Commento
Era diretto contro gli azzurri quel coro che ha salutato l’uscita degli atleti dallo spogliatoio? La folla non ha altro mezzo per esprimere il suo broncio e se ne è servita ampiamente; ma non ha neppure il cuore di mostrarsi a lungo crucciata che già la prima volata offensiva degli atleti napoletani ha suscitato il primo clamore di incoraggiamento. Siamo del parere che non sia buona tattica per un medico di strapazzare di prima entrata l’ammalato, perché proprio di un ammalato si tratta per questo Napoli che si mostrò splendente di salute venti giorni fa al debutto e che dopo essere passato per la crisi di Modena mostra oggi i segni della ripresa. A tastarne le battute del polso e la saldezza del cuore è stata oggi l’Alessandria. Non ha guadagnato un punto finora questa squadra ma ha dato filo da torcere alla Juventus or non è molto e ne stava dando parecchio agli azzurri nel finale della partita odierna. La citiamo per prima proprio per dar peso alla diagnosi che andremo a fare della squadra partenopea. I grigi, dunque, se non hanno brillato per forza disgregatrice d’attacco, ci hanno fatto vedere cose eccellenti come impianto generale di squadra e come potenza difensiva. La squadra si articola egregiamente, si raggomitola di colpo nei momenti difficili e si stende elastica quando le vien fatto di sganciarsi dall’avversario; una squadra che si dà da fare insomma e che se per poco stai a guardarla è capace di metterti nel sacco in quattro e quattr’otto. La nostra malata se l’è cavata più che onorevolmente anche se circostanze, fortuite che diremo in appresso, hanno in un certo senso aiutato la sua prova, ma dimostrando in complesso in un lungo periodo della gara di aver meritatamente puntato al successo. Si è visto del nuovo nella squadra specialmente in difesa. E questo nuovo non è dispiaciuto. Cominciamo da Chellini. Il solo fatto di presentarsi fra i pali al posto dell’idolo Sentimenti costituiva un handicap notevole. Forse per il gran buon volere che l’anima, Chellini non ha dato peso alla circostanza ed è stata la sua flemma, la sua prontezza di scatto e la sua decisione che hanno salvato tre o quattro situazioni difficili, le poche in cui dall’arco dell’attacco grigio è scoccato il dardo minaccioso. Laureato Chellini eccoci a Romagnoli; un gran pregio della sua partita quello di non buttarsi allo sbaraglio, di non lasciarsi vincere dal temperamento. Una gara calma, puntigliosa, basata su entrate di giustezza della sua infallibile testa e di rimandi che, se non avevano il pregio della traiettoria tesa, avevano quello della precisione e della tempestività. Terza novità l’amnistia a Pretto ed il suo ritorno in squadra con una multa di cinquemila lire per infrazioni disciplinari commesse. Non più abituato al ruolo, Pretto ha trascurato l’ala e non è mai stato sulla mezzala: con il cuore e con la classe però ha supplito al fiato che gli mancava ed agli errori di posizione. Quarta novità il ritorno di Di Benedetti al centro della prima linea. Il gol di prammatica non è mancato, come si è visto. Più autorevole ci apparve al debutto, ma bisognava tener conto che egli non aveva di fronte un Arezzi ed un Rava. Qualche sua indecisione non infirma la gara volitiva da lui sostenuta. Accennato alle novità, diremo dei migliori e vi includeremo Berra sicuro e potente, vi includeremo Andreolo venuto fuori nella ripresa da dominatore, vi includeremo Rosi sempre a posto e battagliero ed infine Di Costanzo dal gioco fresco e arioso. Per arrivare alla marcatura il Napoli ha impiegato quindici minuti, nei quali i grigi non sono apparsi affatto succubi. Il gol è nato da un’azione di Barbieri, lanciato da Di Benedetti con abile girata. L’ala stringeva verso la rete ma veniva affrontato da Rava di faccia e rotolava a terra. Carica regolare, ma l’arbitro indicava il dischetto del rigore. Calciava Busani e la palla secca si insaccava nell’angolo a destra di Bodoira. L’Alessandria sferzata partiva a grandi folate, ma l’attacco ad una buona manovra di avvicinamento non faceva corrispondere un’adeguata capacità di sfondamento. Qualche guizzo di Borel, che doveva appannarsi del tutto nella ripresa, e molte volate di Sotgiu, il migliore della linea grigia, che Pretto lasciava correre a piacimento ma che Romagnoli fermava sempre. Sulle rovesciate di fronte dei Napoli si ergeva dalla cintola in su il mediocentro Arezzi; dietro si batteva come un gladiatore Rava, duro negli interventi ma scattante su tutto il fronte della linea (e vi abbiamo citato così i due migliori dell’Alessandria, ai quali si aggiungerà nella ripresa Bodoira per una serie di magistrali parate). Si attendeva nella ripresa con apprensione il fatale declino degli azzurri, ma era una lieta sorpresa il loro crescendo. Si può dire che tutto il secondo tempo sia stato un monologo del Napoli picchiante ad ondate sulla diga Rava, onnipresente e imbattibile. Al 7’ la seconda rete metteva al sicuro il risultato. Respinta corta di un difensore grigio, palla di Verrina al centro, colpo di testa di Di Benedetti e gol. Pochi minuti dopo, al 15’, un battibecco fra Pretto e Tortarolo si concludeva con l’espulsione del manesco alessandrino. Il Napoli premeva ma non metteva nelle sue azioni il mordente necessario a superare una difesa che si raggomitolava strettamente e nella quale Rava e Bodoira facevano scintille. Era così che nel finale la partita diventava tesa poiché al 39’ un’ennesima fuga dell’ala sinistra Sotgiu lanciato da Giorgino (Coscia era passato a mediano) si concludeva con un tiro a parabola che finiva nell’angolo della rete di Chellini. Risultato un po’ aperto perché l’Alessandria attaccava ancora alla disperata, poi il sollievo della fine. Dell’arbitro diremo che è stato incerto nella valutazione dei falli, malsicuro sui fuori gioco ed in complesso arbitro di casa. (Pio Nardacchione, «Corriere dello Sport del lunedì», 14 ottobre 1946) Vecchia Alessandria dalla maglia color della malinconia, ti abbiamo rivista dopo il fluire tante vicende (l’ultima volta, sette anni fa, t’accogliemmo in veste di gala allo scomparso stadio Ascarelli): innalza pure sugli scudi il tuo Rava, torreggiante in campo nelle situazioni più difficili, ma indugia alla strampalata decisione dell’arbitro Massironi, che ha fatto al Napoli il dono della prima rete. È stata una cantonata bella e buona. Si giostrava da un quarto d’ora; un monotono, stucchevole batti e ribatti da un settore all’altro, dopo che al 4’ Busani, solo dinanzi al portiere aveva tirato alto, suscitando una sarabanda di fischi simile a quella che aveva salutato l’ingresso in campo degli azzurri, reduci dalle due disastrose trasferte nel Nord. L’atleta più appariscente si rivelava Rava, che giocava per dieci, correndo là dove c’era da tamponare qualche falla o da schivare qualche pericolo per la sua rete. Ed era proprio Rava che si faceva incontro allo sgobbone Barbieri in fuga: rinvio del pallone, scontro inevitabile tra attaccante e difensore e l’ala sinistra azzurra finiva a gambe levate. Un intervento non certo con salamelecchi, quello di Rava, ma neppure passibile dell’estrema sanzione. Nessuna invocazione del rigore c’è stata del resto da parte degli azzurri, i quali sono anzi i primi a meravigliarsi allorché Massironi indica il dischetto fatale, tra il giusto disappunto dei grigi e specialmente di Rava. Effettua il tiro, con scarsa convinzione, Busani: è un raso terra che Bodoira, il quale si riabiliterà in seguito con una serie di pregevoli bloccate, non riesce a neutralizzare. Silenzio glaciale nel campo: tutti intuiscono che si è trattato di un grazioso cadeau dell’arbitro. L’Alessandria è scattata allora all’attacco ed Arezzi sfiorava il pareggio al 21’ con una frecciata che il fortunoso Chellini riusciva a sviare; di lì a 3’ un’altra brillante azione culminava in un tiro di Tortarolo, che sorvolava di poco la traversa. Poi Borel II batteva due consecutivi calci d’angolo infruttuosi e Bodoira si faceva applaudire, esibendosi in un fulmineo tuffo per attanagliare un violento ed improvviso tiro di Di Costanzo. A pochi minuti dalla fine del primo tempo Sotgiu sta per infilare la porta napoletana, ma ecco un nuovo spettacoloso intervento di Chellini, che ha debuttato oggi con bravura in maglia azzurra. Segue una sfuriata del Napoli, ma un goal di Di Benedetti non trova convalida, perché l’arbitro aveva già fischiato la posizione irregolare di Barbieri. Vi abbiamo così enumerato le uniche fasi salienti dei primi 45’ di un gioco di levatura tecnica mediocre anziché no. Evidentemente, il Napoli non voleva ripetere l’errore commesso a Brescia e Modena, sfiancandosi nel primo tempo per poi crollare alla distanza. Sta di fatto che all’inizio della ripresa esso è partito con veemenza all’offensiva, costringendo gli uomini di Borel II a raggomitolarsi nella propria area. Ma al 6’ una forte respinta di Borgogno è intercettata da Di Benedetti che segna. Poco da aggiungere, se non l’espulsione al 16’ di Tortarolo e al 39’ il gol di Sotgiu. (Domenico Farina, «Tuttosport», 14 ottobre 1946) Non può destare meraviglia – almeno sulla scorta di quanto si è potuto constatare oggi – che l’Alessandria continui a collezionare sconfitte. Innanzi tutto nuoce ai grigi il continuo variare della formazione, rimedio solitamente peggiore del male, in quanto ritarda il processo di fusione di quella impostazione di giuoco sano e organico che cono i soli mezzi idonei a valorizzare la somma senza dubbio cospicua delle buone individualità di cui dispone la squadra. Poi delle illustri firme calcistiche che i grigi si erano accaparrati per il presente campionato Lushta oggi non è stata fatto scendere in campo e soltanto Rava (che ha giganteggiato in difesa) e il vecchio e tuttora valido Bodoira hanno tenuto fede all’aspettativa. Sia Borel sia Coscia, dai quali si attendeva una efficace propulsione della prima linea, sono apparsi invece lontani all’ammirato rendimento dei tempi aurei e lo stesso Tortarolo (che si faceva espellere al 15’ della ripresa) non ha figurato gran che. Non hanno certo difettato di impegno i grigi, tant’è vero che, ridotti in dieci uomini e con due gol al passivo, hanno sul finire non solo raccorciato la distanza, ma messo anche la febbre addosso agli avversari; ma le loro azioni si sono snodate quasi sempre senza nesso e organicità e assolutamente prive di mordente nelle fasi estreme. Non a credere che nel campo opposto la cifra di gioco si sia innalzata ad auree vette… Gli azzurri hanno meritato il successo per la loro netta prevalenza offensiva, ma hanno fatto a gara con gli avversari per rendere complicate le cose semplici e a produrre quindi uno stucchevole arruffio di gioco. Il Napoli piuttosto continua a non stare bene in salute. A Brescia e a Modena, a parte che tutta la squadra non era riuscita a tener la distanza, erano stati gli uomini di difesa a fare cilecca. Oggi c’è stato un confortevole progresso in fatto di durata ma le note più sgradite sono emerse al riguardo della lprima linea mai vista così slegata e confusionaria e pavida all’atto di concludere. Insomma non è stata una partita piacevole, degna cioè dell’eccezionale afflusso di pubblico che ha letteralmente stipato ogni ordine di posti. Bisogna anche dire che l’Alessandria si è vista schierata di fronte già alle prime battute la malasorte profilataglisi sotto forma di un arbitraggio modesto e impreciso parecchio. Infatti al 15’ Barbieri lanciato da Di Benedetti convergeva a gran carriera verso Bodoira quando gli si faceva incontro Rava che frantumava l’insidia con un intervento piuttosto maschio ma non tale da richiedere (almeno a noi e anche al pubblico onesto e cavalleresco e parso così) la massima sanzione. Barbieri, frenato sullo slancio, finiva a terra e Massironi decretava il rigore trasformato da Busani. I grigi protestavano piuttosto energicamente e finivano come è facile immaginare per accrescere il disordine del loro gioco. Al 6’ della ripresa Di Benedetti consolidava il successo del Napoli con un ineccepibile gol e i grigi sembravano andare alla deriva. Poco più tardi nuovo colpo di maglio: un intervento piuttosto energico di Pretto mandava in bestia Tortarolo che reagiva con un pugno. Risultato: l’Alessandria in dieci uomini. Il posto veniva assunto da Coscia, Borel si spostava all’estrema destra e Rampini assumeva il ruolo di interno sinistro. Il Napoli però non sapeva trarre profitto dal palese collasso dell’antagonista: premeva, premeva senza riuscire a concludere. Solo dopo mezz’ora dalla ripresa i grigi seppero far forza su sé stessi e vi riuscivano facilmente perché mediani e interni azzurri accusavano a loro volta un periodo di pauroso sbandamento. Fu così che al 39’ Sotgiu poté spedire un tiro verso la rete partenopea, tiro che forse sarebbe terminato a lato se la palla non avesse malauguratamente sfiorato la fronte di Berra. Il finale fu comunque di marca azzurra. Per quanto riguarda i singoli Di Benedetti, Chellini, Romagnoli, Berra e Andreolo (anche se questi attenuò il ritmo del proprio gioco alla distanza) fra gli azzurri e Bodoira, Rava, Arezzi, Bertoni e Sotgiu fra i grigi, trovarono modo di farsi notare maggiormente. (Arturo Collana, «La Gazzetta dello Sport», 14 ottobre 1946) I "GRIGI" NEL SUD Ancora una volta i grigi non hanno avuto fortuna e sul campo partenopeo sono usciti battuti per 2-1 subendo un calcio di rigore al 15’ del primo tempo tramutato in rete da Busani. La massima punizione decretata dall’arbitro è stata criticata anche dagli sportivi napoletani. Nella ripresa i grigi, ridotti a dieci uomini per l’espulsione dal campo di Tortarolo, hanno costretto la difesa avversaria ad intervenire di fortuna. Tiri di Giorgino, Arezzi, Borel e Sotgiu hanno seriamente impegnato il bravo portiere Chellini. Nel secondo tempo le squadre segnarono una rete per parte, al 6’ gli ospitanti ed al 35’ Sotgiu per i grigi. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 19 ottobre 1946) RISULTATI: Bari-Vicenza 1-0 Bologna-Genoa 0-0 Internazionale-Brescia 1-1 Juventus-Fiorentina 3-1 Lazio-Modena 1-2 Livorno-Atalanta 0-0 Sampdoria-Milan 2-1 Triestina-Roma 0-2 (sul campo neutro di Udine) Venezia-Torino 1-0 CLASSIFICA: Bologna, Juventus 7; Modena, Roma 6; Bari, Sampdoria 5; Atalanta, Brescia, Genoa, Livorno, Napoli, Torino, Venezia, Vicenza 4; Internazionale 3; Triestina, Fiorentina, Lazio 2; Milan 1; Alessandria 0. *: una gara da recuperare MARCATORI 5 gol: Amadei (Roma) 4 gol: Astorri (Juventus), Baldini (Sampdoria), Candiani (Juventus) 3 gol: Del Medico (Modena), Di Benedetti (Napoli), Puccinelli (Lazio), Rebuzzi I (Vicenza) Il punto sul campionato Il primo stop stagionale, anche se era terminata in parità la gara con il Genoa, era costato al Bologna il primato solitario in classifica in quanto i felsinei si erano fatti raggiungere dalla Juventus che aveva sconfitto la Fiorentina, in rimonta, con i gol di Sentimenti e la doppietta di Candiani. In terza posizione il Modena che era riuscita ad espugnare il terreno della Lazio con le reti di Zecca e Romani e la Roma che era passata vincitrice sul campo della Triestina, con la doppietta di Losi. Un rigore siglato da Tontodonati aveva dato al Bari la vittoria contro il Vicenza. Caduta del Torino sul campo del Venezia grazie alla decisiva rete di Zambelli. Importante vittoria della Sampdoria sul Milan: decisiva la doppietta di Baldini per i blucerchiati.