Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1946/1947
Serie A
24-11-1946 - Giornata: 10 - Venezia - Pierluigi Penzo


Venezia AC - Alessandria US 1 - 1 (1 - 0)
RETI: 10. Renosto (II) M. [Ve] , 46. aut. Trentin A. [Ve]

Alessandria US Bodoira Alfredo, Pietrasanta Piero, Rava Pietro, Arezzi Giuseppe, Bertoni (II) Elio, Tortarolo Francesco, Sotgiu Pietro, Pietruzzi Mario, Lushta Riza, Coscia Aristide, Rosso Angelo Triestino All.: Dadone Umberto

Formazione avversaria
VENEZIA AC: Benussi; Bellesini, Di Gennaro; Sgobbi, Puppo, Trentin; Renosto (II) Mario, Novello, Pernigo, Dante, Ottino. All.: Marini Nereo.

Arbitro: Scotto Mario (Savona)
Note
Angoli: 5-3. Spettatori: 10.000 Giornata di sole tiepido, terreno umido e sdrucciolevole Inizio gara ore 14.30

Commento
La partita si è intonata al colore delle maglie della squadra ospite: mai il livello del gioco è riuscito ad elevarsi al di sopra della mediocrità, se si eccettuano i primi minuti, e il folto pubblico presente ha lasciato il campo scontento. Scontento anche per il risultato che, se ha premiato la tenacia e il valore della difesa dell’Alessandria, è stato ingiusto nei riguardi del Venezia. L’incontro si era iniziato bene per i neroverdi. Un forte tiro di Ottino era fortunosamente respinto da Rava, e ripreso dall’ala sinistra veniva respinto da Bodoira con difficoltà. Poi, dopo un breve periodo di equilibrio, veniva il gol. Pernigo riusciva a sfuggire a Bertoni – il centromediano ha vigilato strettamente il pericoloso avversario e quasi sempre lo ha neutralizzato, troppo spesso però irregolarmente – e passava a Dante: pochi passi e tiro fortissimo che Bodoira non riusciva a trattenere; interveniva Renosto, il quale inviava nella rete indifesa. All’apertura della ripresa, pareggio dell’Alessandria. Fuga di Rosso e centro. Non c’è nessuno a raccoglierlo, se non Trentin che potrebbe comodamente rinviare verso la metà campo. Preferisce invece indirizzare di testa al proprio portiere che non se l’aspettava e che, anche volendolo, non avrebbe potuto afferrare la sfera dato che Trentin l’ha proprio inviata nell’incontro tra i pali. Attacca ancora, rinfrancata dall’insperato successo, l’Alessandria per una diecina di minuti e al 14’ Benussi para a stento un tiro di Rosso. Poi il Venezia si riprende ed, eccettuate alcune azioni di contropiede, attacca costantemente fino alla fine. Vanno segnalati: un bel tiro di Pernigo al 17’, varie mischie in area alessandrina, una staffilata di Bellesini al 24’, che finisce al lato di poco, una respinta di pugno di Bodoira su tiro di punizione di Di Gennaro al 35’ e un fortissimo rasoterra di Dante al 39’ parato in tuffo da Bodoira; mentre poco prima dello scadere del tempo Rosso perde una favorevolissima occasione per segnare: riesce a sfuggire ai difensori, ma si aggiusta il pallone con le mani e l’arbitro ferma l’azione. Il Venezia, ripetiamo, ha giocato in tono minore, ma avrebbe meritato i due punti. Grande volontà all’attacco, ma parecchia confusione. La mediana, salvo Sgobbi, non ha convinto e specie Puppo è parso in nera giornata. Ottimo invece il comportamento dei due terzini e di Benussi nelle poche volte che ha dovuto seriamente impegnarsi. L’Alessandria sta faticosamente cercando di assimilare il «sistema», ma è ancora ben lontana da poter trarre sensibile vantaggio da questa tattica, anche perché l’attacco manca di incisività. (Alberto Minazzi, «Corriere dello Sport del lunedì», 25 novembre 1946) Il grigio è stato oggi il padrone del campo di Sant’Elena. Dalle maglie dell’Alessandria esso si è propagato ai 22 giuocatori e all’arbitro, divenuti così i protagonisti di una partita povera, in cui la vivacità è stata data unicamente dal sole, un bel sole quasi primaverile, che all’ultimo momento però, sentitosi a disagio, ha lasciato il posto a un fitto nebbione grigio, ultimo rimpianto per i tifosi neroverdi: «Fosse venuto dieci minuti prima – essi dicevano – il risultato sarebbe stato Venezia-Alessandria 1-1 sospeso per la nebbia». C’è stata però una bella partita. Appena fischiato l’inizio il Venezia si era lanciato in area alessandrina, giungendo dopo una breve serie di rapidi passaggi davanti alla porta di Bodoira. Nello spazio di pochi secondi alcuni secchi tiri impegnavano il portiere e il paletto destro. Ma era una falsa partenza. Il giuoco se ne veniva subito a metà campo, dove a condurre una danza lenta e confusa erano i grigi. Il loro attacco si muoveva con una certa agilità; spesso manovrava anche con abilità, ma si fermava in area di rigore. I terzini neroverdi avevano modo qui di liberarsi con facilità senza disturbare Benussi, che è stato chiamato al lavoro poche volte. Meno organico, invece, era oggi l’attacco veneziano, i cui ingranaggi stridevano di continuo. A non farlo andare naturalmente contribuiva la difesa grigia, che al quadrato Rava accoppiava il mediocentro Bertoni II, falloso sì, ma sviluppante un gioco di rilevante pregio demolitore. Neutralizzati in tal modo Pernigo e Renosto, sarebbe stato opportuno imperniare l’offensiva su Ottino, ma così non fece il Venezia. L’attacco neroverde, però, pur essendo meno attivo di quello alessandrino, era molto più pericoloso, perché le sue azioni arrivavano spesso fino a Bodoira e solo l’intervento in extremis dei terzini ha potuto salvare situazioni disperate. La rete veneziana non è stata molto bella: l’ha segnata Renosto II all’11’ del primo tempo raccogliendo un pallone malamente respinto da Bodoira su tiro di Ottino. Quella alessandrina è stata addirittura un infortunio della difesa veneziana. Essa è venuta all’apertura del secondo tempo. Ricevuto un allungo da Tortarolo, l’ala sinistra grigia tentava un passaggio a Sotgiu, sopraggiungente. Trentin intercettava di testa e, intendendo passare il pallone al portiere, segnava invece una rete spettacolare. Il secondo tempo è stato un po’ più veloce, ma sempre caratterizzato dalla mancanza di idee e dal disordine. Tutti hanno perduto qualche cosa: il Venezia la testa, l’Alessandria le staffe e Scotto il controllo della partita che, da poco interessante, è divenuta d’allora urtante per gli spettatori. E si è chiusa nella stessa atmosfera in cui era vissuta, con un falso gol annullato di Lushta, la cui mano truffaldina aveva accompagnato il pallone in rete. (Antonio Levorato, «La Gazzetta dello Sport», 25 novembre 1946) L’Alessandria era attesa alla prova a Venezia con una certa curiosità e anche con un po’ di preoccupazione. Si sapeva delle sue ultime esibizioni e del chiaro miglioramento da essa denunciato nel gioco complessivo della compagine e si temeva la sua riscossa. Ed ecco il Venezia costretto a cedere agli ospiti un punto. L’Alessandria non è parsa una grande squadra e forse nemmeno tanto prossima a diventarlo. Ma s’è battuta bene. La difesa fortissima in Bodoira ed in Rava segna spesso disco verde sulla destra. Bertoni II è sul centravanti avversario una mitraglia; Tortorolo del mediano sistemista ha anche il tiro violento e pericoloso. L’attacco è meno forte degli altri reparti e forse non avrebbe oggi segnato contro la difesa veneziana se non aiutato dall’infortunio di Trentin. Hanno manovrato per lungo tempo, specie nel primo tempo, gli avanti oltre metà campo (e Coscia ha fatto sfoggio del suo repertorio di finezze) ma giunti ai ferri corti con il duo Bellesini-Di Gennaro poco hanno concluso di notevole, tanto che Benussi è stato rarissime volte impegnato severamente. Concludendo, si deve dire i grigi hanno meritato il prezioso punto incamerato. Messi fuori discussione l’estrema difesa e Sgobbi, appunti si potrebbero fare per la prova odierna un po’ su tutti gli altri atleti locali: da Puppo, stranamente lento e sfocato, a Dante e Novello imprecisi e nebulosi ed a Pernigo completamente neutralizzato dalla guardia di Bertoni. Ottino ha iniziato bene. Già al 1’ si è trovato a tu per tu con la rete. Un suo primo tiro violento è stato respinto dal petto di Rava e la replica venuta immediatamente è stata presa in maniera fortunosa da Bodoira. Poi si è spento. A Renosto II va il merito della rete ottenuta. Il pallone, al 10’, è stato portato su da Pernigo che, avuta via libera da una mancata rovesciata di Bertoni II, ha messo in moto Dante spostato sull’estrema sinistra. Il centro del mezzo sinistro veneziano, violento e preciso, ha potuto essere solamente smorzato e deviato da Bodoira. Sul pallone saltellante a due passi dalla rete incustodita è stato pronto Renosto II che l’ha messo nel bersaglio. Per il resto del primo tempo i grigi hanno marcato per attacchi poco convinti una leggera supremazia. I due unici tiri a rete se li sono aggiudicati Bertoni II e Arezzi rispettivamente al 40’ ed al 42’. Le risposte di Benussi sono state, in entrambi i casi, impeccabili. Non abbiamo ancora detto, ma era dato a intenderlo dai brevi accenni fatti sulla prestazione delle due squadre, che il gioco è stato nel primo tempo di rilievo tecnico assai scarso e di vivacità relativa: un gioco senza pretese e senza voli, spezzettato sovente da un arbitraggio rigoroso più che pignolesco. Nella ripresa la matassa della manovra si è fatta ancor più arruffata e sul finire, al ripiegare degli ospiti in una difesa ad oltranza nella propria area, ogni trama è cessata per dar luogo ad una serie di mischie rimaste tutte senza risultato. Gli ospiti hanno riequilibrato le sorti in apertura del secondo tempo: Rosso a conclusione di una veloce discesa ha mandato al centro un pallone non molto pericoloso. Trentin, nell’intento di passare al proprio portiere, l’ha inviato di testa direttamente in rete. Al 13’ per poco i grigi non hanno acciuffato la vittoria: Sotgiu ha scaraventato su Benussi un pallone ricevuto da Rosso. Sfuggita alla presa del guardiano neroverde, la sfera è stata allontanata sulla linea da Di Gennaro. Per il rimanente del tempo, la partita non ha avuto storia. I lagunari si sono portati all’attacco e sovente hanno fatto massa davanti a Bodoira, ma non sono riusciti a passare. Alcuni tiri di punizione di Dante e di Ottino sono stati preda delle tenaglie del guardiano grigio, altri sono usciti di poco. In chiusura Lushta ha segnato per gli ospiti, ma c’era un fallo di mano e forse anche un fuori gioco. («Tuttosport», 25 novembre 1946) Il pareggio di Venezia ha rinfrancato la squadra grigia UN PAREGGIO PREZIOSO SUL CAMPO DEL VENEZIA 1-1 La buona prova fornita dall’Alessandria contro la Sampdoria è stata confermata nella trasferta di Venezia dove i grigi sono riusciti a lasciare imbattuti il difficile campo di Sant’Elena, mentre altre squadre di forte levatura, come il Torino, il Genova e la Fiorentina, avevano dovuto piegare bandiera. Chiuso il primo tempo con una rete di svantaggio provocata da una difettosa parata a terra di Bodoira, i grigi, al primo minuto della ripresa in seguito a preciso centro di Rosso hanno fruito di un’autorete di Trentin il quale, nel tentativo di precedere Lushta e Sotgiu giungeva di testa sulla palla, proprio sulla linea della porta, proiettandola in rete. Nel primo tempo l’Alessandria, dopo la rete dei veneziani, ha giocato prevalentemente all’attacco dimostrando perfetta intesa tra mediana ed attacco. Il reparto avanzato manca ancora di decisione nel tiro a rete. Accompagnatori della squadra a Venezia erano Rigoni, Savojardo e Dadone; le riserve, Rampini e Bassi. («Il Piccolo», 30 novembre 1946) RISULTATI: Atalanta-Genoa 1-0 Brescia-Fiorentina 1-0 Internazionale-Roma 0-0 Juventus-Triestina 4-0 Lazio-Napoli 2-1 Livorno-Bologna 1-1 Modena-Milan 2-1 Sampdoria-Bari 6-1 Vicenza-Torino 0-3 CLASSIFICA: Bologna, Juventus 16; Torino 15; Modena 13; Sampdoria 12; Bari, Livorno, Roma 11; Napoli, Vicenza 10; Milan, Lazio 9; Atalanta, Fiorentina, Genoa, Internazionale, Venezia 8; Brescia 7; Triestina 5; Alessandria 3. *: una gara da recuperare MARCATORI 9 gol: Amadei (Roma) 8 gol: Baldini (Sampdoria) 7 gol: Piola (Juventus), Puccinelli (Lazio) 6 gol: Astorri (Juventus), Candiani (Juventus), Mazzola (Torino) 5 gol: Bertoni I (Brescia), De Andreis (Lazio), Puricelli (Milan), Rebuzzi I (Vicenza) Il punto sul campionato La capolista Bologna era stata fermata sul pareggio dal Livorno facendosi raggiungere dalla Juventus che aveva nettamente battuto la Triestina. Quinta vittoria consecutiva del Torino, distanziata di una lunghezza dalla vetta, che aveva espugnato il campo del Vicenza con i gol di Gabetto, Mazzola e Ossola. Il gol di Zecca a pochi minuti dalla fine aveva consentito al Modena di battere il Milan in rimonta. Sei sono state le reti con cui la Sampdoria aveva sconfitto il Bari. L’Atalanta aveva, di misura, sconfitto il Genoa cosi come il Brescia aveva battuto la Fiorentina.