Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1946/1947
Serie A
22-12-1946 - Giornata: 13 - Brescia - Stadium


Brescia AC - Alessandria US 0 - 3 (0 - 1)
RETI: 36. Lushta R.[A], 82. Lushta R.[A], 88. Rosso A.[A]

Alessandria US Bodoira Alfredo, Pietrasanta Piero, Rava Pietro, Arezzi Giuseppe, Bertoni (II) Elio, Tortarolo Francesco, Armano Gino, Pietruzzi Mario, Lushta Riza, Coscia Aristide, Rosso Angelo Triestino All.: Dadone Umberto

Formazione avversaria
BRESCIA AC: Sacchetti; Albini, Paolini; Perazzolo, Cadario, Mariani; De Filippis, Bertoni (I) Sergio, Penzo, Bulgarelli, Rebuzzi (II) Italo. All.: Bánás József.

Arbitro: Pera Vittorio (Firenze)
Note
Infortunato: 60’ Penzo [B, passato all’ala sinistra]. Angoli: 5-1. Spettatori: 7.000. Tempo gelido, terreno ghiacciato Inizio gara ore 14.30

Commento
ABBIAMO PARLATO CON KOVACS Peripezie di viaggio - Un primo giudizio sulla squadra Abbiamo parlato con il dr. Kovacs, arrivato giovedì notte ad Alessandria, dopo innumeri peripezie di viaggio. Basti dire che per ben quattro volte ha intrapreso il duro cammino verso la nostra città, e sempre il suo viaggio ha dovuto subire interruzioni: interruzioni di parecchie ore, anche di interi giorni. In ultimo, dopo una lunga tappa a Vienna, è riuscito a procurarsi — non ci ha detto come — i documenti occorrenti per l’ultima parte de! suo viaggio. Ora è felicemente arrivato tra noi e gode di ottima salute. Il dr. Kovacs parla lentamente, in un italiano stentato ma comprensibilissimo: riesce sempre ad esprimere chiaramente il suo pensiero. Diventa cauto e guardingo — a ragione! — quando gli chiediamo un giudizio sulla nostra squadra. Ha assistito all’allenamento di ieri, venerdì, e tutti gli elementi gli sono parsi, sa atleticamente che tecnicamente a posto: l’unica nota critica che affiora tra le sue parole è che intende sviluppare il suo lavoro dando maggior velocità ai reparti. Ritiene senz’altro che il suo lavoro sarà facilitato da tutti i giuocatori : questa sua convinzione deriva dal fatto che tutti gli elementi della squadra hanno assunto con serietà il loro ruolo e lavorano con animo, fiducia ed entusiasmo. Gli chiediamo se ha un programma di lavoro, ma scuote la testa; sarebbe prematuro esporlo. Accetto il lavoro che mi si affida ed assumo la responsabilità — dice — di condurre la squadra attraverso questo duro campionato con onore per i giuocatori e soddisfazione per gli sportivi. Ci chiede poi di volere accennare al fatto che subito, al suo arrivo, ha avuto l'impressione di trovarsi in una grande fami già : tra gli alessandrini si trova completamente a suo agio ed è lieto di poter contare sulla collaborazione dei dirigenti, dei giuocatori e di tutti gli sportivi. Prima di allontanarci, gli chiediamo se A rezzi, che sappiamo colto da una insidiosa influenza, sarà in campo domenica. Pur con qualche riserva, ci dice che potremo contare sulla partecipazione del valoroso mediano, anche perché le sue condizioni di salute vanno migliorando rapidamente. La squadra scenderà quindi in campo domani contro il Genova, nella Vittoriosa formazione di domenica scorsa. Domani saranno di turno allo stadio Moccagatta i rossoblu del Genoa, che domenica hanno piegato la Roma con un netto 3-0. La squadra ligure attualmente ha 12 punti in Gassifica e presenta una retroguardia difficile da superare. Scorrendo i risultati dei rossoblù troviamo una sconfitta per 4-1 sul campo del Milan. E ’ questo il punteggio più Clamoroso subito e nel a graduatola delle reti figura con soie dodici reti subite, tante quante ne ha incassate il Torino. L’attacco si è risvegliato domenica in virtù del gioco brillante di Verdeal che ha fornito ai compagni numerosi palloni da rete. Sui campi avversari il Genia ha segnato una sola rete in sei partite e decisamente sul campo del verdeal è stato battuto per 2-1 . Cosa riusciranno a fare i liguri ario stadio Moccagatta? E’ questo è l’interrogativo che verrà risolto domani dopo che il nostro pubblico avrà tributato ai valorosi grigi un caloroso applauso per la superba vittoria conseguita a Brescia. Giovedì l’Alessandra si è allenata ad Acqui. Nell'incontro gli alessandrini hanno segnato ben nove reti, contro tre degli avversari. (Il Piccolo, 28/12/1946) A Brescia il «sistema» non gode di eccessive simpatie, specie fra i dirigenti del calcio locale; dipende, questa diffidenza, da una deficiente informazione nei confronti del «sistema» stesso? Può darsi. Comunque oggi a Brescia il «sistema» si è spiegato con un chiarissimo esempio. Uno 0 a 3 in casa propria molto raramente ha possibili giustificazioni. Lo 0 a 3 col Brescia contro l’Alessandria allo stadio non ne ha oggi nessuna. La squadra piemontese ha giocato un’intelligente partita da squadrone; è andata in vantaggio alla fine del primo tempo e al principio della ripresa, di fronte all’offensiva degli azzurri, ha fatto baluardo nella sua area senza trepidazione; poi ha ricominciato ad attaccare senza curarsi del risultato e ha segnato ancora una, due volte. Manovrava con chiarissime idee, a gioco largo, a volte ricamando i passaggi fra uomo e uomo, a volte lanciando gli attaccanti con puntate improvvise che tagliavano fuori l’intera mediana e toglievano il fiato ai due terzini. Al centro della manovra dei grigi Arezzi e Tortarolo, Pietruzzi e Coscia, i due mediani laterali e le due mezze ali; quadrilatero mobilissimo, sempre, pronto a spinger l’attacco, altrettanto pronto a ripiegare in difesa. Una molla che, compressa, si inchioda per rilanciarsi; che distesa, aveva sempre in sé la possibilità di un ultimo attacco verso la porta avversaria. I bresciani hanno subito questa manovra fin dalle prime battute dell’incontro; non riuscivano a intervenire su una palla, non riuscivano mai a inserirsi in un’azione. Solo al 36’, tuttavia, Lushta concretava questa superiorità. Albini non era riuscito a fermare Coscia a tre quarti del campo e il passaggio della mezz’ala sfilava verso il fondo; Paolini interveniva tentando la rovesciata, ma la palla, calciata malamente, finiva sui piedi del centrattacco che non aveva difficoltà a mettere in rete da pochi passi. Non una bellissima rete, se si vuole, comunque non una rete di manovra e tuttavia scaturita proprio dalla superiorità manovriera della squadra grigia. Alla ripresa si poteva pensare che l’Alessandria si sarebbe chiusa in difesa a salvaguardia di quel suo punto prezioso e i primi minuti parvero confermare questa facile previsione. Il Brescia attaccava rabbioso puntando più sulla veemenza che sul gioco. Un attacco disordinato ma insistente, senza metodo ma pericoloso. E allora Rava, che aveva giocato senza richiamare l’attenzione in tutto il primo tempo con quel suo stile sommesso ed efficace, emerse sui compagni e avversari; si impose, spazzò l’area deciso e ogni rimando era un passaggio, ogni colpo di testa l’impostazione di un tema di attacco. La sfuriata dei bresciani si esaurì e incominciò la manovra degli ospiti, una manovra ancora appena accennata in due passaggi, un suggerimento tra due uomini, uno spunto che ancora non era un attacco ma già ne conteneva le possibilità. E a mano a mano che la tessitura si infittiva, che la frase diventava discorso, il gioco si faceva serrato e le possibilità di altre segnature più frequenti. Era ancora Lushta a segnare al 37’ a conclusione di un’azione sulla destra che Rosso risolveva mandando un preciso passaggio al centro. Tiro preciso all’angolo destro, improvviso, piazzato a rete. Sei minuti dopo le parti si invertivano: era Lushta che da metà campo, portandosi la palla sui piedi fino al limite dell’area, invitava Rosso al tiro: l’ala sopraggiungendo di corsa metteva alle spalle di Sacchetti esterrefatto. I bresciani non avevano potuto intervenire né la prima né la seconda volta. Questa la cronaca della gara, ma crediamo sia indispensabile aggiungere qualche parola di commento. Abbiamo detto dei due mediani laterali e e dei due interni; abbiamo accennato a Rava e una citazione a parte merita Lushta per le due reti segnate e per quella che ha dato modo di segnare a Rosso, infine per tutto il suo prezioso contributo dato alla squadra da un campo all’altro dell’incontro. Ma l’Alessandria oggi merita una citazione in blocco come complesso, come unità. Merita una citazione come gioco in genere e in particolare per tecnica ortodossa con la quale applica il sistema, per la sicurezza e chiarezza di idee in ogni azione, sia di difesa che di attacco e infine per non avere ceduto alla tentazione di fare blocco nel secondo tempo a salvaguardia del risultato del primo. Un’intelligente coraggiosa determinazione. Dei bresciani è meglio non parlarne. Simpatica la squadra dell’Alessandria, che il pubblico ha calorosamente applaudita sia alla fine del primo tempo che alla conclusione della gara. Insufficiente l’arbitraggio del signor Pera. (Antonio Morini, «Tuttosport», 23 dicembre 1946) Il successo dei grigi non fa una grinza. Esso è stato pienamente meritato per bravura di tutti i giocatori, i quali sono partiti a piena andatura e hanno retto sino all’ultimo allo sforzo estenuante del loro gioco velocissimo e arioso. Fin dalle prime azioni sono apparsi decisi nell’impostazione del gioco offensivo allo scopo evidente di impedire ai bresciani il raggiungimento di un qualsiasi vantaggio iniziale. Hanno manovrato a lungo a metà campo distinguendosi nello smarcamento, nella precisione dei passaggi e nella rapidità degli scambi. L’Alessandria nel primo tempo è stata quasi sempre all’attacco, ma bisogna credere che i suoi avanti, lavorando in sordina nei pressi di Sacchetti, tenessero in serbo le stoccate per i momenti risolutivi. Arezzi e Tortarolo lavoravano con intelligenza rifornendo le ali con palloni utilissimi e frequenti ottenendo di allargare le maglie della difesa bresciana e Lushta veniva così a trovarsi libero di raccogliere i centri di Rosso e Armano e spedirli nella porta di Sacchetti. Nella ripresa, i bresciani attaccavano in prevalenza, ma erano i grigi a segnare ancora spingendosi al contrattacco veloce e deciso dopo avere stroncate le disordinate incursioni avversarie. Salda in difesa anche per l’apporto di Bertoni II alle spalle dei terzini, l’Alessandria ha dimostrato insomma di saper giocare eccellentemente all’attacco e di essere abile nello sfruttare le occasioni favorevoli. Tre reti al passivo sono però troppe per il Brescia che, in sostanza, non ha figurato nel confronto. Si sono visti Paolini, Perazzolo e Cadario iniziare con molto impegno la partita per calare poi nella ripresa ciò che è avvenuto anche per Bulgarelli e in prima linea Penzo ha atteso invano il passaggio dosato sul quale giocare il dado delle sue non trascurabili capacità. Gli altri mostravano troppo disagio nel muoversi sulla crosta di ghiaccio che ricopriva il terreno e comunque diedero una prestazione inferiore al solito. Al 36’ Coscia porta avanti la palla e dopo esseri liberato da Albini la dirige al centro. A Paolini non riesce la rovesciata, Cadario esita e Lushta riprende rapido a due passi a sinistra e insacca in rete. Al 44’ Penzo ha la palla da Bertoni I, si trascina alle costole tre avversari, ma poi viene atterrato bruscamente e Rebuzzi, tutto solo davanti a Bodoira, trova modo di sbagliare in pieno il tiro da otto metri. Nella ripresa i portieri hanno il maggior lavoro. Ma soltanto al 37’ i grigi realizzano la seconda rete con traversone di Rosso, raccolto da Lushta che essendo libero non ha difficoltà a battere Sacchetti. Al 43’ i compiti si invertono ed è Rosso che segna la terza rete su azione condotta da Lushta. Terreno gelato, duro e sdrucciolevole, tempo sereno e freddo intenso. Messora, contusosi a Venezia, è stato sostituito da Albini. Penzo, contuso in uno scontro con un terzino, è passato all’ala sinistra e Rebuzzi al centro un quarto d’ora dall’inizio della ripresa. (Amleto Maroggi, «La Gazzetta dello Sport», 23 dicembre 1946) Un risultato che pare fatto apposta per battere il più ostinato compilatore di pronostici. Non stropicciatevi gli occhi. L’Alessandria è usciva dallo stadio bresciano con il carniere ben gonfio. Vittoria chiara, franca, gagliarda, che non presta il fianco per la squadra battuta ai «se» recriminativi. Il risultato ne dà ampia conferma. Tre gol a zero e tutti scaturiti da azioni nitide e semplici. Occorre citarli in blocco gli undici atleti vittoriosi ed accumularli in un collettivo battimani con particolare riguardo ad Armeno, Lushta e Rosso. L’undici bresciano di fronte agli alessandrini è apparso lento, impacciato, slegato. Dal grigiore si sono salvati a mala pena Bertoni, Mariani ed Albini. Sacchetti, poveraccio, non ha potuto fare nulla sui tre palloni piovuti nella sua rete. Saltiamo a piè pari la cronaca dei primi 35 minuti di gioco ed eccoci alla prima rete alessandrina. I grigi gravitano da un po’ nell’area avversaria; Albini cerca di respingere un pallone che pare innocuo e ci riesce assai male. Paolini tenta la rovesciata che gli fa buca e allora Lushta riprende e da due passi butta il pallone nell’angolino sinistro di Sacchetti. Verso lo scadere del tempo Penso, lanciato da Bertoni, galoppa vanamente verso la rete, incespica e il pallone finisce a De Filippis, che dà a Rebuzzi; da un metro dalla porta l’ala sinistra fra schizzare il pallone alto e lontano. Il Brescia tenta di scuotersi e Bertoni e Bulgarelli, rispettivamente al 1’ e al 10’ impegnano Bodoira che se la cava brillantemente. Il secondo gol alessandrino si registra al 37’: Lushta e Rosso si scambiano di ruolo in velocità e piombano in area, qui giunti riprendono la loro normale posizione e Rosso fa spiovere davanti a Sacchetti un pallone corto e dosato; il centrattacco riprende al volo e infila senza esitazione. I tifosi bresciani si avviano già a nugoli verso le uscite quando Lushta, liberatosi caparbiamente di Albini, smista a Rosso sfuggito a Paolini. Tiro a mezza altezza, senza pietà. («Corriere dello Sport del lunedì», 23 dicembre 1946) RISULTATI: Atalanta-Vicenza 1-1 Genoa-Roma 3-0 Internazionale-Bari 3-1 Lazio-Milan 1-1 Livorno-Triestina 3-0 Modena-Juventus 1-0 Napoli-Bologna 2-0 Torino-Fiorentina 7-2 Venezia-Sampdoria 0-2 (a tavolino per invasione di campo) CLASSIFICA: Torino 20; Juventus 19; Modena 18; Bologna, Sampdoria 17; Bari 15; Milan, Roma 14; Livorno, Napoli 13; Fiorentina, Genoa 12; Vicenza 11; Brescia, Internazionale, Lazio 10; Alessandria, Atalanta 9; Venezia 8; Triestina 7. *: una gara da recuperare MARCATORI 10 gol: Baldini (Sampdoria) 9 gol: Amadei (Roma) 8 gol: Gabetto (Torino), Mazzola (Torino) 7 gol: Dalla Torre (Genoa), Piola (Juventus), Puccinelli (Lazio), Raccis (Livorno) 6 gol: Astorri (Juventus), Candiani (Juventus), Carapellese (Milan), Ossola (Torino), Puricelli (Milan) Il punto sul campionato Netta e meritata la vittoria del Torino sulla Fiorentina che aveva scavalcato in classifica la Juventus sconfitta in casa del Modena, decisivo gol di Bonci II terzo in classifica: decisivo il gol di Bonci. La partita Venezia-Sampdoria era stata sospesa al 63’ per invasione di campo sul punteggio di 0-1: risultato poi omologato a tavolino era stato lo 0-2. Battuta d’arresto del Bologna sul campo del Napoli con i gol di Barbieri e Di Benedetti. Un Della Torre in gran spolvero aveva consentito al Genoa di superare la Roma. Prima Koenig e poi Annovazzi, con i loro gol, avevano fissato il punteggio di Lazio-Milan sull'1-1.