Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1946/1947
Serie A
29-12-1946 - Giornata: 14 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Genoa CFC 2 - 2 (1 - 0)
RETI: 25. Lushta R.[A], 59. Bertoni (II) E.[A] 48. Verdeal J. [Ge] , 61. Verderi S. [Ge]

Alessandria US Bodoira Alfredo, Pietrasanta Piero, Rava Pietro, Arezzi Giuseppe, Bertoni (II) Elio, Tortarolo Francesco, Armano Gino, Pietruzzi Mario, Lushta Riza, Coscia Aristide, Rosso Angelo Triestino All.: Dadone Umberto

Formazione avversaria
GENOA CFC: Cardani; Cappellini (II) Bruno, Becattini; Cattani, Sardelli, Bergamo; Verderi, Trevisan, Gaddoni, Verdeal, Della Torre. All.: Garbutt William.

Arbitro: Bonivento Ferruccio (Venezia)
Note
Espulso: 11’ Tortarolo [A]. Spettatori: 15.000. Incasso: 2.000.000 lire Inizio gara ore 14.30

Commento
Deve essere bene in salute in salute, l’Alessandria, se è riuscite a fare quel che ha fatto oggi! La squadra che dopo nove insuccessi consecutivi aveva infilato quattro successo – clamoroso l’ultimo, per 3 a 0 in trasferta – è riuscita, pur essendo quasi subito ridotta a dieci uomini, a sopravanzare per due volte un vigorosissimo, implacabile avversario sistemista quale il Genoa e, raggiunta, a portare in salvo una partita che le permette di staccare ancora una rivale in classifica e raggiungerne due altre che le erano dinnanzi. Questo pareggio in casa va dunque considerato ancora come un successo, il suo quinto consecutivo; né so come si potrebbe giudicare diversamente, ditelo voi. Il Genoa scalpitava negli spogliatoi, quando siamo andati a visitarlo prima della partita. Accompagnato dal suo nuovo presidente, l’olimpionico Poggi, e seguito dal fior fiore dei suoi dirigenti e dei suoi tifosi, aveva finalmente trovato un centravanti nel sempre prestigioso Gaddoni; forse per ciò appariva animato dai più allegri propositi. Entrando in campo – un campo brutto e secco, proprio del tipo ligure – aveva subito il favore del sorteggio (sole alle spalle), era accolto da quei fischi d’apertura che ancora molti tifosi persistono scioccamente ad emettere, non si sa perché, forse per aizzare gli avversari in campo, e dava senz’altro decisa battaglia, mostrando di voler essere un rapace grifone e non un mite tacchino. Il giovane orsacchiotto grigio Armano sbatteva presto il naso contro il portiere genoano – era il primo dei tre nasi contusi fra i grigi, gli altri dovevano essere quelli di Bertoni II e di Lushta – ma subito dopo gli orsi grigi di difesa dovevano adattarsi, sul limite estremo, a un salvataggio di fortuna, pronubo Bonivento è un arbitro severo, si sa, e un po’ precipitoso. Doveva poi riuscire a tener bene la partita che si presentava infocata, ma pertanto doveva deciderla con un gesto che, per essere regolamentare, non era meno grave. Si era al primo quarto d’ora, infatti, quando il mediano sinistro dell’Alessandria, Tortarolo, accecato per un colpo destro ricevuto dal suo «marcato», il mezzo destro Trevisan del Genoa, lo rincorreva e lo colpiva di mano. L’arbitro, naturalmente, vedeva solo la ritorsione, ed espelleva Tortarolo; e poiché si discuteva, l’arbitro chiamava il capitano dei grigi, Rava, perché il suo ordine fosse eseguito. Intervenuto per forza Rava (l’arbitro mostrava d’andarsene qualora non fosse ubbidito) Tortarolo usciva e l’Alessandria restava ridotta in dieci […]. Il duro intervento di Bonivento – c’è molto vento nella frase, una ventata decisiva – non valeva a placare il Genoa che non desisteva da quel suo gioco prorompente e spigoloso che tuttora permane come caratteristica di questi suoi ultimi anni. Il pubblico, naturalmente, voleva il pareggio… delle forze in campo e beccava specialmente il corrispondente mediano sinistro, Bergamo, il quale sarebbe un grande giocatore se contenesse finalmente certi suoi impulsi di purosangue. E, per un duro arresto al mite Lushta o per un disinvolto… furto di palla al poderoso Bertoni, protestava. Bonivento pareva ripensare alla gravità della sua decisione e rimediare con qualche contentino ai grigi; ma questi premevano validamente senza bisogno di indulgenze tardive e già Arezzi, che pur aveva non poco da fare a contenere il virtuoso Verdeal – un finissimo giocatore costui – aveva tirato in porta, già al 24’ il Genoa era chiuso in angolo, finché al 26’, su calcio di punizione dell’ottimo perno grigio Bertoni II, l’ala Rosso mandava di testa il pallone contro il palo e Lushta, riprendendolo, segnava. L’Alessandria, anche ridotta in dieci, imponeva dunque il suo gioco contro un vivacissimo Genoa; e ciò era stupefacente. Era stupefacente perché il Genoa non perdeva occasione per contrattaccare e, mentre Bertoni II si doleva per una distorsione al braccio in seguito a una casuale caduta in area, il centravanti genoano Gaddoni assaggiava il portiere con un tiro debole ma insidioso, lo provava più seriamente poco dopo su una nitida fuga, mentre Trevisan, ormai abbastanza libero, si faceva pericolo quanto mai. Ma i mediani superstiti dell’Alessandria tenevano bene, Rava appariva sicuro, le mezze ali lavoravano sodo; e la propulsione in avanti dei grigi non si arrestava, culminando anzi in una stretta che al 40’ fruttava un nuovo calcio d’angolo per i grigi. E solo verso la fine del tempo una splendida azione di Verdeal minacciava ancora la porta alessandrina. Era tuttavia un prodigio. Dico che il Genoa attuale non è squadra da essere sballottata da un’altra ridotta in dieci. E alla ripresa si aveva subito il senso della realtà. Al 3’ l’ala genoana Dalla Torre dà a Gaddoni che passa a Verdeal il quale fulmina la rete di Bodoira, con un tiro dal basso in alto: è il pareggio. Reagisce l’Alessandria, ma ora si scompone. Arretra tutt’e due le mezz’ali, perde di vista il sistema, è troppo nuova a codeste situazioni per fronteggiarle con tecnica acconcia e freddamente. Riesce ad avvicinare ancora la porta del Genoa, sotto cui Rosso spreca un bel centro di Lushta, sotto cui i tre superstiti all’attacco si danno ad azioni confuse; ma all’8’ un imperioso tiro di Trevisan costringe Bodoira ad una grande parata. Il Genoa e là, e insiste, con un gioco cocciuto che ha il solo torto di essere alto (caratteristica di tutta la partita). Ma ecco che l’Orso grigio dà ancora la sua unghiati di fiera indomabile: al 13’, il bravissimo mediocentro Bertoni II, in un calcio di punizione da almeno venticinque metri, infila direttamente la porta del Genoa con un tiro senza parabola, fisso come una fucilata. L’Alessandria è nuovamente in vantaggio quando, tre minuti dopo il Grifone dice che… ciò non può essere e su corner infila, con un colpo di testa dell’ala Verderi, il suo secondo pallone. Siamo 2 a 2, la partita sembra dunque riaperta e l’Alessandria appare in pericolo, poiché il marcamento non ha più nulla di razionale. Ma la partita, tiratissima sin qui, fa ormai le sue vittime, da una parte e dall’altra; e se il Genoa strappa una punizione dal limite dell’area fatale, Trevisan è troppo stanco per tirar forte; e se l’Alessandria riesce a dare al vivace e onnipresente Armano il pallone della vittoria – uno di quei palloni alla Piola, palla che saltella e il tiratore che si rivolge a calciarla in rete – anche il giovane cocco della compagnia grigia ha scorrazzato troppo per permettersi ancora la forza e la precisione in un tiro simile. E verso la fine tutti paiono rassegnarsi al nullo, la partita smuore per essere stata troppo viva. Un’Alessandria non ancora abbastanza esperta nella nuova tattica di gioco per fronteggiare con saggezza una situazione insolita, e ancora troppo indietro in classifica per permettersi il lusso di rischiare il punto in classifica; ma buona in difesa, con un Bodoira sempre valido, un Rava che sa cavarsela benissimo anche col suolo destro quando ha avuto un malanno al suo formidabile sinistro, ed Pietrasanta in complesso attento e redditizio; un’Alessandria forte con quel bravissimo Bertoni II centromediano e quell’Arezzi che è pur sempre ammirevole; un’Alessandria tuttora intraprendente e pericolosa all’attacco, anche se preoccupata in difesa (lavoro da negri delle mezz’ali Coscia e Pietruzzi), poiché Lushta è oggi il miglior Lushta che conosciamo, Armano una promessa che ha bisogno solo d’un allenatore che gl’insegni a saltare ed a tenere la posizione (oltreché a giocar molto per imparare le malizie del mestiere, quelle malizie che sarebbero del resto mostruose in un diciannovenne) e Rosso un’ala un po’ debole fisicamente ma astuta e pronta a risolvere le situazioni in area. L’Alessandria non deve lasciarsi scappare Ellena, ora finalmente guarito… dal tifo di Diano Marina; e deve ancora studiare il sistema. Speriamo che il nuovo allenatore arrivato, Kovács, sia in grado di aiutarla. Quanto al Genoa… esso sarà un duro avversario per il Torino, domenica prossima. Sul suo campo dev’essere fortissimo. Cardani, Cappellini e Beccatini (questi forse l’unico ligure, una palla di gomma) sono degli onesti giocatori; ma i mediani sono tutti ottimi, dall’inesauribile Cattani al saettante Sardelli, al fortissimo Bergamo. Da tempo il Genoa non aveva dei mediani così ben disposti e pronti, sono essi il segreto della difesa ottima del Genoa. All’attacco Gaddoni se non lo marchi segna, se lo marchi troppo vien fuori Verdeal che è un asso, dico. Trevisan lavora sodo – fin troppo, talora – e le ali sono sufficientemente pericolose. Anche il Genoa è in crescendo, e mi par di essere uscito da una battaglia di galli. Forse il sistema è una faccenda più tranquilla e più fluida: ecco tutto. (Carlo «Carlin» Bergoglio, «Tuttosport», 30 dicembre 1946) Il pubblico imponente ha sfilato a partita ultimata un po’ imbronciato non per la prova fornita dai suoi beniamini che hanno brillato, quanto per l’infelice arbitraggio. L’Alessandria infatti nettamente superiore al Genoa sia per quantità che per qualità di gioco, è stata costretta a dividere la posta in quanto l’arbitro con eccessiva leggerezza mandava al 15’ del primo tempo Tortarolo agli spogliatoi perché colpevole di avere reagito ad una marchiana scorrettezza di un rossoblù. Il gesto del mediano grigio è stato indubbiamente deplorevole ma non meritava la severa sanzione a meno che l’arbitro avesse espulso entrambi i colpevoli. Questo inaspettato colpo di scena è valso a mettere l’orgasmo in corpo agli atleti i quali senza parsimonia si scambiarono dispetti e scorrettezze. Abbiamo visto così il valoroso Lushta lavorare intensamente, bene coadiuvato dai compagni di linea, mentre la mediana bene sorretta da Bertoni e Arezzi forniva palloni su palloni agli attaccanti. Il meraviglioso lavoro costruttivo dei grigi veniva però quasi sempre distrutto dalla difesa rossoblù dove Cappellini e Beccatini formarono una barriera solidissima e mobilissima. Anche la retroguardia alessandrina ha svolto un lavoro egregio e le due reti subite non le sono affatto imputabili. Rava e Pietrasanta hanno infranto tutte le azioni pericolose create da Verdeal e Gaddoni in collaborazione con Della Torre in area grigia, senza indecisione, dimostrando ancora una volta di essere meritevoli del più vivo elogio. La partita complessivamente non è stata bella e non ha soddisfatto in seguito al gioco pesante scaturito fino dall’inizio. Appena dato il via il Genoa parte all’attacco ma la sua azione si infrange sui piedi di Rava. L’Alessandria reagisce immediatamente e porta la minaccia nelle vicinanze della casa di Cardani. Siamo al 6’ e Lushta ricevuta la palla da Arezzi di testa la gira in porta. Il guardiano rossoblù con uno scatto felino riesce ad afferrarla prima che oltrepassi il limite fatale. Altra discesa in linea: Verdeal, Gaddoni, Della Torre, ma l’intervento di Bertoni, oggi in magnifica giornata, sventa l’insidia. Al 15’ una pericolosa mischia si forma in area ligure; un groviglio di uomini si contende la palla che passa da un piede all’altro, quindi la sfera schizza fuori dal campo dopo avere sfiorato i pali di Cardani. In questo frangente Tortarolo viene duramente colpito al basso ventre da un rossoblù; il grigio non esita a reagire e l’arbitro senza tanti preamboli lo espelle dal campo. Benché in dieci uomini i grigi si insediano nell’area degli ospiti che sono costretti al 17’, 18’ e 24’ a salvarsi in angolo. La pressione grigia non accenna a diminuire. Al 25’ la palla colpita di testa da Coscia batte sul palo della porta genovese e rimbalza in campo. Il centroattacco grigio prontamente la raccoglie e la colloca in fondo alla rete. Questo gol serve a smorzare alquanto gli spiriti in ebollizione della folla. Le azioni si alternano e poi a metà campo. Il coriaceo genoa tenta con ogni mezzo la via del pareggio per cui appoggia tutto sul prestigioso Verdeal. La tattica dei liguri non dà buoni frutti in quanto il sagace Arezzi non abbandona un solo istante l’insidioso interno sinistro ligure. Nella ripresa l’Alessandria tarda a mettersi in moto. Ne approfittano i liguri per ristabilire l’equilibrio della gara. Infatti al 3’ Verdeal con una meravigliosa azione personale batte Bodoira. Il gioco si appesantisce maggiormente e di quando in quando si vedono giocatori di una e dell’altra parte a terra doloranti. L’arbitro dimostra chiaramente di non essere il padrone della situazione, comunque tra fischi, urla e proteste il gioco continua e l’Alessandria, dotata di una inesauribile volontà, tiene il comando della gara. Coscia e Rosso si prodigano incessantemente per raggiungere la vittoria. Al 14’ su calcio di punizione Bertoni segna la seconda rete grigia. Il successo è però di breve durata poiché al 16’ Verdeal per scartare l’intervento di Pietrasanta allunga la palla in avanti che esce dal campo. L’arbitro nonostante le vivissime proteste del pubblico concede un calcio d’angolo che Verderi trasforma in gol. Una rete-beffa. La gara riprende più veemente. I grigi si lanciano a tutta forza nella lotta per cercare di agguantare la vittoria, ma inutilmente. Al 36’ è Armano che per la troppa precipitazione di calciare sbaglia una facilissima occasione. Ancora qualche sporadica incursione rossoblù in area grigia, quindi altre insidie alessandrine alla porta di Cardani, ma ogni loro sforzo è vano perché l’arbitro fischia la fine di questa stranissima e movimentata gara. (Romolo Vite, «La Gazzetta dello Sport», 30 dicembre 1946) Si è cominciato, si può dire, con un incidente. Sotto la rete di Cardani si sviluppava una mischia: Trevisan sferrava un calcio, non intenzionale, al basso ventre di Tortarolo, che accennava con la mano a reagire. Immediata espulsione del mediano alessandrino. La compagine alessandrina doveva così essere rimaneggiata perché Pietruzzi retrocedeva a mediano. La lotta ha assunto, così, un tono ancora più vivace e sostenuto. Dopo due calci d’angolo a favore dei grigi, le azioni, sempre velocissime malgrado l’asprezza del terreno, si rovesciavano sotto la rete alessandrina. Immediata reazione dei grigi: al 26’, ecco il primo punto alessandrino. Passaggio diagonale di Bertoni a Rosso, che tira fulmineo, il pallone batte lo spigolo interno del palo e ritorna in campo. Ripresa al volo di Lushta, che segna. Poco dopo, Bertoni è a terra, Arezzi è azzoppato e Rava, per uno strappo muscolare, non può più calciare col piede sinistro. L’attacco genovese è ora in piena efficienza, favorito anche da questi infortuni alessandrini, e risulta sovente lento, impreciso, prolisso nei passaggi rasoterra. Trevisan e Gaddoni effettuano due tiri spioventi bloccati al volo da Bodoira. Al 33’ un calcio di punizione dal limite dell’area di rigore alessandrina dà modo a Trevisan di piazzare un tiro trasversale, che non dà esito. Nella ripresa, il Genoa assume subito il comando delle azioni, e segna con una fulmina puntata. Rapido passaggio di Della Torre a Gaddoni, e questi a Verdeal che, al volo, manda in rete. Ed ecco, al 13’, il secondo punto per i grigi, che beneficiano di un calcio di punizione: Bertoni effettua il tiro quasi raso terra nell’angolo sinistro del portiere, che nulla può fare. Ma l’entusiasmo si smorza subito, allorché, inseguito all’ultimo calcio di punizione, succede una mischia sotto la rete di Bodoira, e Verderi segna la seconda rete nell’angolo destro. Null’altro di notevole. («Corriere dello Sport del lunedì», 30 dicembre 1946) IL GENOA E L'ARBITRO PAREGGIANO CON I GRIGI Pronostico incerto per la partita di domani - La squadra alessandrina scenderà in campo al completo La partita col Genova si è chiusa con risultato pari 2-2, e per l’Alessandria può considerarsi un successo perché conseguito con solo dieci uomini di fronte alla combattiva e rude compagine genoana. Per due volte, pure in condizioni di inferiorità, la squadra grigia è riuscita a mettersi in vantaggio dominando complessivamente durante la combattuta contesa; per due volte i grifoni rosso-blu hanno ristabilito la parità, la seconda volta in seguito ad un calcio di punizione inesistente e ad una difettosa parata di Bodoira. L’espulsione del mediano grigio Tortarolo, reo di aver agito istintivamente ad un duro calcio ricevuto al basso ventre dal giocatore avversario Trevisan, ha messo la squadra grigia in condizioni di inferiorità ed a ranghi rimaneggiati. Le reti dell’Alessandria sono state segnate da Lushta e Bertoni: per la cronaca riportiamo il nome dell’arbitro Bonivento, il quale ha ripreso, domenica, malauguratamente la sua attività dopo uno sciopero di quattro domeniche in segno di protesta perché il giocatore della Sampdoria, Zorzi, da lui squalificato per avergli somministrato un sonoro ceffone era stato susseguentemente amnistiato. Perché Bonivento non è stato inviato a dirigere la partita Modena-Sampdoria? («Il Piccolo», 4 gennaio 1947) RISULTATI: Atalanta-Torino 0-3 Bologna-Milan 1-2 Internazionale-Napoli 2-3 Juventus-Brescia 1-0 Livorno-Venezia 0-0 Roma-Fiorentina 2-0 Sampdoria-Modena 0-2 Triestina-Bari 0-1 Vicenza-Lazio 1-2 CLASSIFICA: Torino 22; Juventus 21; Modena 20; Bari, Bologna, Sampdoria 17; Milan, Roma 16; Napoli 15; Livorno 14; Genoa 13; Fiorentina, Lazio 12; Vicenza 11; Alessandria, Brescia, Internazionale 10; Atalanta, Venezia 9; Triestina 7. *: una gara da recuperare MARCATORI 10 gol: Amadei (Roma), Baldini (Sampdoria), Mazzola (Torino) 8 gol: Gabetto (Torino), Puccinelli (Lazio) 7 gol: Busani U. (Napoli), Candiani (Juventus), Dalla Torre (Genoa), Ossola (Torino), Piola (Juventus), Raccis (Livorno) 6 gol: Astorri (Juventus), Carapellese (Milan), De Andreis (Lazio), Del Medico (Modena), Puricelli (Milan) Il punto sul campionato La doppietta di Mazzola e il gol di Ossola avevano dato al Torino la vittoria in casa dell’Atalanta mantenendo un punto di vantaggio sulla Juventus che aveva, di misura, battuto il Brescia: gol di Candiani. La doppietta di Del Medico aveva dato al Modena, terzo in classifica, il successo sul campo della Sampdoria. Caduta casalinga del Bologna per mano del Milan andata in rete con Tosolini e Annovazzi. Un rete di Cavone aveva dato al Bari la vittoria in quel di Bologna. I gol di Amadei e Ferrari avevano dato alla Roma la vittoria contro la Fiorentina.