Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1946/1947
Serie A
09-03-1947 - Giornata: 23 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Napoli AC 5 - 0 (1 - 0)
RETI: 27. Stradella C.[A], 59. Stradella C.[A], 66. Armano G.[A], 73. Armano G.[A], 81. Tortarolo F.[A]

Alessandria US Bodoira Alfredo, Pietrasanta Piero, Rava Pietro, Arezzi Giuseppe, Borgogno Angelo, Tortarolo Francesco, Armano Gino, Pietruzzi Mario, Stradella Carlo, Coscia Aristide, Rosso Angelo Triestino All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
NAPOLI AC: Chellini; Pretto, Berra; Di Costanzo, Pastore, Rosi; Busani, Ganelli (II) Luigi, Di Benedetti, Verrina, Santamaria. All.: Sansone Raffaele. D.T.: Sallustro (I) Attila

Arbitro: Bellè Ferruccio (Venezia)
Note
Espulsi: 60’ Rosi [N], 75’ Pretto [N] per indisciplina verso l’arbitro. Angoli: 7-5 (3-1). Spettatori: 12.000. Sole primaverile, terreno soffice più che pesante Inizio gara ore 15:30

Commento
Lo spettatore che, come il sottoscritto, non avesse visto le partite dell’Alessandria contro il Torino e la Juventus, ha capito oggi come essa abbia potuto batterle con due reti di scarto. Su quel su terreno ancora molto appiccicoso, l’Alessandria ha imposto ai… malcapitati avversari una partita che, per il ritmo superiore e l’insieme perfetto, è da considerare magistrale. La squadra è apparsa irresistibile e, su quella linea, non sappiamo quale altra possa salvarsi da una secca sconfitta ad Alessandria. Il Napoli, che pure ha una difesa scattante e un attacco duttile, ci si è provato, tenendo discretamente nel primo tempo; ma il suo «metodo» non poteva essere sufficiente contro l’azione progressiva, implacabile, dei sistemisti grigi. E nella ripresa l’attacco di questi è diventato ben presto un assedio, le reti son diventate cinque (più una annullata) e gli ospiti hanno finito per averne il capogiro, tanto che due di essi si son fatti espellere. Niente da fare, ecco la verità. Sicura nel portiere (il nostro «Pinza» sta rivivendo la sua seconda giovinezza, trovandosi come a casa sua; entra ed esce dal campo sventolando il berretto al saluto dei suoi molti ammiratori), solida negli estremi difensori (fra cui emerge sempre Rava), l’Alessandria ha avuto nel quartetto di centro un motore continuo di gioco (splendido, fra i due mediani, il Tortarolo, perfetto, fra le due mezz’ali, il Coscia). E i tre uomini di punta sono apparsi un’iradiddio. A noi, si sa, piace specialmente lo Stradella che indicammo a tempo come perfetta soluzione del problema d’attacco grigio; ma le ali non hanno brillato meno, anche se il giovane Armano è stato più ammirato dell’anziano Rosso. Un blocco ammirevole, ripetiamo; una partita magnifica. Ne siamo entusiasti. I grigi hanno esordito con una serie di attacchi condotti con bella disinvoltura ma con una certa prudenza. La squadra è ben allenata da Kovács il quale ci aveva confermato, poco prima, la giustezza della nostra opinione sulla prova negativa della squadra a Bologna. Appesantita dal terreno impossibile della domenica precedente e provata dallo sforzo compiuto contro la Juventus, l’Alessandria era trovata a Bologna su un terreno improvvisamente leggero e ne era rimasta stordita. Ora temeva ancora di non ritrovarsi ed ecco perché iniziava con prudenza. Gli azzurri del Napoli, dato il ritmo non ancora travolgente del gioco, hanno potuto così svolgere buoni contrattacchi e il taccuino ricorda infatti il primo calcio d’angolo tirato dal sempre bravo Busani a favore del Napoli, alcune buone azioni del terzetto avanzato, le rimesse a lungo metraggio del mediano Rosi, gli interventi a metà campo dei terzini (il Napoli tende a far «sistema» non appena passa all’attacco…). Ma ecco che al 27’ il giovane Armano dava un giro di vite alla velocità «strappando» il tempo e il portiere del Napoli doveva prodursi in una parata fortunosa. Un minuto dopo, Armano entrava ancora in scena, centrava, Pietruzzi deviava su Stradella il quale, sempre là… dove arriverà il pallone (e poi fare una sciocchezza farlo entrar dentro) infilava per la prima volta la rete. L’Alessandria era lanciata. Pretto svirgolava subito dopo un pallone e per poco Stradella non segnava ancora. Seguiva un nuovo traversone di Armano e un tiro di sinistro di Stradella sventato a stento dal terzino Berra. E la fine del tempo era fischiata dal precisissimo Bellè proprio mentre Armano, con una spettacolosa fuga, stava andandosene in rete. All’inizio della ripresa si aveva subito la sensazione che l’Alessandria stava ancora crescendo. Il Napoli era presto assediato nella sua area e Bellè doveva dare una curiosa punizione a due calci in area di rigore napoletana, per un visto abbraccio delle irrequiete gambe di Armano, per non arrivare alla conseguenza logica del rigore. Ma al 14’ il nuovo gol era più che maturo. Per un fallo su Rosso, Tortarolo batteva una punizione oltre l’angolo dell’area, Berra e Pietruzzi saltavano sul pallone che veniva deviato su Stradella che, di sinistro, fulminava in rete. Qui il Napoli protestava per il fuorigioco di Stradella; ma a parte che a noi non è parso tale, abbiamo avuto la sensazione precisa che il pallone venisse dalla testa di Berra (del resto il miglior uomo del Napoli). Il mediano Rosi – che fino a quel punto avevamo ammirato – diceva… la sua opinione all’arbitro e questi lo espelleva. Pareva farsi nervosa la partita, ma il fatto è che l’Alessandria era davvero irresistibile. Armano, al 20’, dribblava da solo tre avversari e metteva in rete il terzo pallone, mandando il pubblico in visibilio. E sette minuti dopo, mentre la difesa azzurra si sfaldava, ancora Armano raccoglieva un centro per infilare di sinistro il quarto pallone. Il nervosismo degli ospiti aumentava e Pretto, al 30’, per dir qualcosa di… veneziano all’arbitro Bellè (che dicono di Venezia, mentre è di Treviso e abita da anni a Borgotaro in Emilia) lo mandava a tener compagnia a Rosi. Non aveva bisogno di tanto l’Alessandria per continuare a macinare: al 36’, su calcio d’angolo tirato da Arezzi, Tortarolo segnava la quinta rete della giornata mentre la sesta, al 39’, ancora dell’attivissimo Stradella, veniva annullata. Lamentava dopo la partita l’ottimo Sallustro I, accompagnatore degli azzurri, l’insolita e dannosa indisciplina di alcuni suoi giocatori in campo. Sallustro I è uno sportivo di razza ed aveva ragione. Il Napoli apparve una squadra viva e forte fin che non si disunì per protestare contro l’arbitro che è, notoriamente, uno dei nostri migliori e che, a nostro parere, arbitrò bene. Peccato. Son piaciuti, fra gli azzurri, Berra, il giovane Santamaria, e tutti gli avanti, benché non potendo essere sostenuti con continuità dai retrostanti, severamente impegnati dai sistematici attacchi dei grigi in stato di grazia. (Carlo «Carlin» Bergoglio, «Tuttosport», 10 marzo 1947) Nulla da eccepire sul vistoso successo alessandrino nato e sviluppatosi fino a proporzioni fuori del comune prima per merito dei napoletani. L’Alessandria all’inizio è apparsa in giornata poco brillante e per tutto il primo tempo ha stentato a trovarsi. Il Napoli ha tentato per tutti i primi quarantacinque minuti di approfittare di ciò e non ha mancato di creare seri grattacapi alla difesa alessandrina, che è stata però sempre pronta a sventare tutte le minacce, in ciò agevolata anche dalla imprecisione degli attaccanti avversari. Hanno avuto il torto gli azzurri napoletani di perdere un po’ le staffe dopo il primo gol di Stradella e anche questo ha permesso all’Alessandria di arrivare indenne al riposo. Altra musica invece nella ripresa: pur giocando contro sole, i grigi hanno subito preso le redini, per tenerle saldamente e brillantemente fino alla fine, di fronte a un Napoli che andava sfaldandosi sotto i continui attacchi avversari, tradito dai nervi. I più eccitati si sono fatti espellere e così prima Rosi e poi Pretto hanno dovuto raggiungere in anticipo gli spogliatoi. Ma le due espulsioni non possono intaccare il risultato, che era ormai già fissato. La partita ha avuto due fasi ben distinte: primo tempo equilibrato, che avrebbe potuto finire benissimo a reti inviolate; una ripresa tutta di marca alessandrina, malgrado i quattro angoli ottenuti dai napoletani quando la squadra locale aveva rallentato il ritmo a successo largamente assicurato. Agli alessandrini deve dunque essere riconosciuto il merito di un gioco brillantissimo nel secondo tempo, mentre ai napoletani va dato ampio elogio di strenui lottatori, ma rassegnati e sempre in cerca del gol della bandiera, anche a ranghi ridotti. Del Napoli hanno fatto spicco il gioco di Verrina, certamente il migliore in maglia azzurra, la strenua resistenza dei terzini, anche se un po’ troppo spericolati, la caparbietà di Busani, però troppo impreciso nel tiro conclusivo, e alcune brillanti parate di Chellini, che non ha peccati da rimproverarsi. Il migliore uomo in campo è stato certamente il giovane Armano che la difesa azzurra ha sballottato a tutto spiano, ma inutilmente: ottimi Rosso, Stradella, Rava, Arezzi e Pietrasanta che sono stati i più continui tra i grigi, mentre Tortarolo, Coscia e Borgogno hanno alternato momenti ottimi a leggeri sbandamenti: Pietruzzi pare invece ricaduto nel vecchio difetto di trattenere troppo la palla e Bodoira non ha avuto lavoro difficile da sbrigare. Autoritario e preciso l’arbitro Bellè, che però ha fatto di tutto per non applicare la massima punizione. Si arriva, con azioni alterne, al 27’: angolo contro il Napoli, palla ripresa di testa da Coscia, Di Costanzo rinvia corto sul petto di Stradella che segna. Gli azzurri accusano il colpo, ma si riprendono presto e partono a folate irruenti. In apertura della ripresa un angolo contro l’Alessandria sarà l’unico guizzo dei partenopei. Per 30’ il gioco si svolgerà poi davanti a una porta sola coi terzini grigi oltre la metà campo. Al 6’ un doppio fallo su Armano in area viene convertito in una punizione a due calci, infruttuosa. Al 9’ e all’11’ è ancora Armano che guadagna un angolo e manda un dosato pallone a danzare sulla traversa. Al 14’ punizione battuta da Tortarolo, riprende Stradella che segna. Gli azzurri protestano violentemente reclamando l’inesistente fuori gioco dello stesso Stradella. Il più intemperante è Rosi che viene espulso. Retrocede Santamaria, mentre l’Alessandria insiste con ottime azioni all’attacco. Al 21’ pallone lungo da Arezzi ad Armano che, superati Santamaria e Berra, batte per la terza volta Chellini. I grigi rallentano e il Napoli può mandare Busani a molestare Bodoira e mettere all’attivo un angolo. Al 29’ però è ancora Armano che, raccolto un traversone di Rosso, segna la quarta rete. Al 30’ espulsione di Pretto per frasi poco riguardose all’arbitro. Al 36’ ultima segnatura valida a opera di Tortarolo su azione di calcio d’angolo. Ci sarebbe stato un sesto gol marcato da Stradella al 39’ ma Belle annulla per un molto dubbio fuori gioco. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 10 marzo 1947) DI TURNO IL BARI AL MOCCAGATTA La clamorosa vittoria sul Napoli di buon auspicio - Formazione immutata - Differito ad un’altra domenica il rientro di Bertoni La squadra partenopea era scesa al campo Moccagatta con l’eccessiva fiducia di incasellare i due punti in seguito alla pessima prova fornita dai grigi sul terreno bolognese e questa sicurezza ha provocato uno smisurato nervosismo nei giocatori ospiti allorquando l’undici grigio ha incominciato a realizzare la sua superiorità con le reti di Stradella. Perduta la calma la squadra napoletana ha finito di trovarsi ridotta prima a dieci e poi a nove uomini ed alla mercé dei grigi. L’Alessandria ha tardato a sorpassare la linea bianca della casa di Chellini, ma al termine del 90’ ben cinque reti erano state segnate rispettivamente da Stradella (2), Armano (2), e Tortarolo. La squadra in blocco merita il più vivo elogio; solo Pietruzzi, sceso in campo indisposto, ha avuto qualche periodo di minor rendimento. Armano ha confermato la sua grande volontà di distinguersi ed ha realizzato due superbe reti, scoccate però, come nella partita contro il Livorno, dalla posizione di interno destro. («Il Piccolo», 15 marzo 1947) RISULTATI: Atalanta-Livorno 3-1 Brescia-Internazionale 2-2 Fiorentina-Juventus 2-1 Genoa-Bologna 3-0 Milan-Sampdoria 1-0 Modena-Lazio 2-1 Roma-Triestina 4-1 Torino-Venezia 2-0 Vicenza-Bari 1-0 CLASSIFICA: Torino 35; Juventus, Modena 32; Milan 31; Bari 27; Napoli 26; Bologna 25; Livorno, Sampdoria 23; Genoa, Roma 22; Alessandria, Vicenza 21; Atalanta, Internazionale 20; Fiorentina, Lazio 19; Venezia 16; Brescia 15; Triestina 11 MARCATORI 14 gol: Mazzola (Torino), Puricelli (Milan) 13 gol: Astorri (Juventus) 12 gol: Baldini (Sampdoria), Verdeal (Genoa) 11 gol: Carapellese (Milan), Dalla Torre (Genoa) 10 gol: Amadei (Roma), Gabetto (Torino), Puccinelli (Lazio) Il punto sul campionato Con i gol di Menti e Ferraris il Torino era ritornato alla vittoria confermandosi in vetta alla classifica del torneo di Serie A incrementando il proprio vantaggio sulla Juventus che era stata sconfitta sul campo della Fiorentina: decisiva la rete di Badiali. I bianconeri erano stati raggiunti dal Modena che ava avuto la meglio, di misura, sulla Lazio: decisiva la rete di Romani. Un gol di Puricelli aveva dato al Milan la vittoria contro la Sampdoria. Con lo stesso identico punteggio il Vicenza aveva battuto il Bari: gol della vittoria di Carraro. Tre gol inflitti dall’Atalanta ai danni del Livorno.