Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1946/1947
Serie A
25-05-1947 - Giornata: 32 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Brescia AC 2 - 2 (1 - 2)
RETI: 45. Coscia A.[A], 86. rig. Rava P.[A] 24. Quario C. [Br] , 40. Perazzolo M. [Br]

Alessandria US Bodoira Alfredo, Pietrasanta Piero, Rava Pietro, Arezzi Giuseppe, Bertoni (II) Elio, Tortarolo Francesco, Armano Gino, Pietruzzi Mario, Lushta Riza, Coscia Aristide, Rosso Angelo Triestino All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
BRESCIA AC: Sacchetti, Messora, Albini, Cadario, Gallea, Perazzolo, Rebuzzi (II) Italo, De Filippis, Bertoni Ettore, Quario, Paolini. All.: De Vecchi Renzo.

Arbitro: Dattilo Generoso (Roma)
Note
Espulso: 61’ De Filippis [B]. Infortunato: 74’ Bertoni [A]. Angoli: 9-4 oppure 8-4 (4-3). Spettatori: 11.000. Giornata calda e serena, campo ottimo. Inizio gara ore 15.30 «La Gazzetta dello Sport» e «Tuttosport» attribuisco la prima rete del Brescia a Quario, «Corriere dello Sport» e «Stampa Sera» a Rebuzzi II.

Commento
UN PARI AGGUANTATO PER LA CODA DAI GRIGI CONTRO IL BRESCIA: 2-2 È stata una partita quasi drammatica. Un gol prima approvato e poi annullato (giustamente) dall’arbitro tra violenti proteste bresciane, un giocatore espulso (De Filippis), un altro accompagnato fuori dolorante e non più rientrato in rampo (Bertoni II), battibecchi in tribuna, fischi alla squadra di casa. Una partita caratterizzata per tre quarti da furibondi attacchi alessandrini e per il resto da disperate, pericolose puntate bresciane, da un portiere (Sacchetti) in giornata superlativa e dall’altro (Bodoira) in giornata disgraziata. Detto questo, il lettore potrebbe forse pensare che l’Alessandria sia stata defraudala della vittoria dalla sfortuna più nera. No, ce ne dispiace. Il risultato, a nostro modo di vedere, è giusto, è equo. Tutt’al più l’Alessandria potrebbe prendersela… con il portiere avversario, che è stato il piccolo eroe della giornata ed ha stroncato tutte le sue speranze di vittoria. È vero, ma occorre anche dire subito che la squadra di Rava, pur dominando a lungo (lo dimostra tra l'altro il numero degli «angoli» a suo favore: 9 contro 4 al passivo), ci è apparsa lontana dalla forma di qualche mese fa. I grigi non sono più sicuri, difettano di mordente e di aggressività, a periodi splendidi allentano sbandamenti paurosi, i reparti sono slegati e qualche uomo proprio non va, a cominciare da Bodoira. Insomma il momento non è lieto per l’Alessandria, un’Alessandria che non vince da otto giornate ed è in serio pericolo ed ha fame perciò smisurata di punti. Ieri «doveva» vincere e questa necessità impellente ha creato, come sovente succede, un po’ di nervosismo fra i giocatori, i quali sono andati all’assalto della roccaforte bresciana – una roccaforte sul serio, difesa da uomini energici e battaglieri al comando del coriaceo Perazzolo – affannosamente, mancando spesse volte per precipitazione ciò che avrebbero potuto ottenere con più calma. Questo a prescindere da quanto s’è detto sopra sulla squadra. Intendiamoci, ogni partita di calcio, come ogni vicenda umana, ha il suo destino segnato. Se ieri, per esempio, come ci confidava un po’ imbronciato Rava dopo… la mischia, il destino avesse voluto che i grigi realizzassero un gol prima degli avversari, forse le cose sarebbero andate diversamente. La partita – sempre veloce con frequenti e improvvisi rovesciamenti di fronte specie nel primo tempo – è stata giocata in un’atmosfera incandescente. Gli azzurri bresciani sono subito all’attacco e Bodoira, su tiro di Bertoni, si salva in angolo. Poi è la volta dei grigi a premere sulla porta di Sacchetti; in una mischia nell’area, Cadario compie un fallo di mano, il pubblico reclama, ma l’arbitro non rileva e si tira avanti. Si giunse così (al 24’) al primo gol degli ospiti: su calcio di punizione di Gallea dal limite dell’area riprende Rebuzzi II, il quale tira debolmente in porta, Bodoira è sorpreso e si lascia sfuggire il pallone che entra in rete. La reazione dell’Alessandria è immediata e decisa, ma senza frutto. Al 40’ ecco la seconda rete bresciana. L’instancabile Perazzolo riceve la palla da Bertoni e al volo spara da 20 metri in porta. Bel gol. Rovesciamento di fronte: quattro minuti dopo Rosso, dal fondo campo, serve magnificamente Coscia che, da pochi passi, segna mentre il portiere è fuori dei pali. Nella ripresa i grigi si presentano con qualche spostamento: Bertoni è centravanti, Lushta mezz’ala sinistra, Tortarolo centromediano e Coscia mediano sinistro. Le cose sembrano andar meglio; Sacchetti infatti passa parecchi brutti momenti. Ma al 14’ si verifica il fatto che innervosiva ancor più i giocatori, già eccitati dall’ambiente. Rebuzzi II, in netto fuori gioco, segna e l’arbitro convalida il punto, fra le vivaci proteste dei grigi. Dattilo ci pensa un po’, poi va ad interpellare il segnalinee, il quale conferma quanto han visto tutti. Niente gol dunque e bresciani su tutte le furie. De Filippis anzi esagera nelle sue proteste presso l’arbitro, tanto che questi lo spedisce diritto agli spogliatoi. Si riprende. I grigi sono ora tutti all’assalto. Il povero Sacchetti è bersagliato di continuo, ma si salva a meraviglia. Niente da fare. Al 30’ Bertoni II, dolorante per una gomitata ricevuta in pieno petto da Paolini (pare si tratti di incrinazione costale) esce dal campo. Armano va al suo posto e al 41’ serve un bel pallone a Lushta che, sparando, provoca una mischia. Nella confusione l’arbitro rileva ad un tratto un fallo di mano di Messora. Rigore. Tira Rava, Sacchetti è battuto, finalmente. Poi la fine. (Aldo Marsengo, «Stampa Sera», 26 maggio 1947) Al mattino c’era stata messa e benedizione sul campo dell’Alessandria: anche questo era un coefficiente che faceva sperare nella vittoria dei grigi, che non vincono più dal lontano 16 marzo; ma le cose non sono andate per il verso sperato malgrado parecchi uomini alessandrini, e soprattutto Arezzi, Tortarolo e Lushta, abbiano lottato con abnegazione. Le prestazioni dei migliori non hanno però potuto annullare le gravi falle rappresentate da Bodoira e da Bertoni II. A questo occorre aggiungere che Dattilo al 22’ del primo tempo, quando le squadre erano ancora sullo 0 a 0, ha negato all’Alessandria un evidentissimo rigore per una vera parata effettuata da Messora sostituitosi al giù battuto Sacchetti. È così spiegato il mancato successo grigio. Con due gol al passivo l’Alessandria ha avuto il merito di non perdere del tutto la testa e ha, seppure caoticamente, dominato l’avversario. Ma contro tutti i grigi si è allora levato Sacchetti, il migliore dei bresciani e forse il migliore uomo in campo. Per battere Sacchetti, Rosso e Coscia hanno dovuto letteralmente portare il pallone in porta e poi c’è un rigore tirato imparabilmente da Rava. Dattilo non era certamente in una delle sue migliori giornate: a parte il rigore negato, egli aveva già concesso un terzo gol ai bresciani, segnato su azione di contropiede al 12’ della ripresa da Quario in netto fuori gioco; proteste alessandrine, parere chiesto al segnalinee e Dattilo ritorna sulla propria decisione annullando. Adesso sono i bresciani che si fanno attorno a lui, ma presto il gioco riprende ed è qui che De Filippis, il più indispettito, viene inviato agli spogliatoi. La partita è stata tutta giocata sotto il segno dell’orgasmo ed il bel gioco ha fatto rare apparizioni, però l’Alessandria ha avuto dei momenti felici ed ha imbastito parecchie azioni, chiuse con tiri potenti e insidiosi, tutti parati egregiamente da Sacchetti. Nella ripresa l’Alessandria modificava tutto lo schieramento: Bertoni centroattacco, Tortarolo centromediano, Coscia mediano sinistro. Più tardi Bertoni ala destra e Armano al centro, poi ancora Bertoni ala sinistra e Rosso ala destra. Bertoni esce poi definitivamente al 28’ della ripresa; De Filippis espulso al 13’ della ripresa. Ecco qualche riga di cronaca: dopo un angolo contro l’Alessandria i grigi cominciano ad ingranare. Al 6’ il citato netto mani, in area, di Messora che Dattilo lascia correre, come lascerà correre al 22’ la già accennata parata effettuata dallo stesso Messora. Al 23’, su punizione battuta da Bertoni E., riprende Quario, che segna su grave errore di Bodoira. Al 40’ secondo punto bresciano: Perazzolo, liberatosi, tira da circa trenta metri e Bodoira commette il suo secondo sbaglio. Al 45’, su azione Rosso-Coscia, quest’ultimo segna da un metro. La ripresa, salvo qualche rara fuga bresciana, è tutta un monologo alessandrino, ma Sacchetti para il possibile e l’impossibile. Finalmente al 41’ Dattilo si decide a concedere un rigore e Rava può così pareggiare. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 26 maggio 1947) Troppo lungo sarebbe raccontare le vicende di questa partita, che ebbe momenti di drammaticità creati dalle sue stesse vicende, dal susseguirsi continuo di episodi di ogni genere che hanno a volta a volta deluso entusiasmato depresso gli uni e gli altri per terminare poi con un pareggio che se è stato accolto con sollievo dagli alessandrini ha invece rattristato i bresciani che se la presero con l’arbitro per l’inefficienza dimostrata nel dirigere l’incontro. Racconterò con brevità le vicende della gara, che ebbe due opposti difensore: debole il primo (Bodoira), gigantesco l’altro (Sacchetti). Complessivamente quattro tiri contro Bodoira: risultato due gol validi ed uno annullato, diecine e diecine di tiri contro Sacchetti: due reti imparabili. Bodoira aveva aperto la serie con una prima magnifica parata su tiro a volo di Bertoni E.; quindi si iniziava una lunga serie di attacchi alessandrini senza giungere al successo. Un tiro di Arezzi, un altro violento pallone di Tortarolo respinto da Sacchetti con una grande parata, un calcio d’angolo contro i grigi, la sensazione della rete quando Arezzi, Lushta e Pietruzzi giunsero nei pressi di Sacchetti, tutto questo avveniva nei primi venti minuti di gioco, poi il Brescia, che adottava, chissà perché, uno schieramento difensivo, si trovò in vantaggio verso la mezz’ora quando Quario accogliendo una punizione da trenta metri battuta da Gallea lasciò andare un tiro verso Bodoira. Tiro non forte e nemmeno difficile. Il portiere grigio seguì l’azione della palla convinto che questa andasse fuori, invece picchiò contro il palo, rimbalzò sul petto del difensore e quindi in rete. Immaginate il disappunto dei giocatori alessandrini, e l’entusiasmo dei bresciani i quali insistendo nel loro gioco animoso ed approfittando di una serie di incertezze dei difensori create dal fatto sopra accennato potevano aumentare il punteggio con Perazzolo che avanzando, senza essere ostacolato, giungeva ad una quindicina di metri da Bodoira. Il tiro non forte e non difficile sgusciava dalle mani del portiere ed andava a finire in rete. Quando stava per scoccare il tempo una brillante manovra di Lushta, Rosso e Coscia mandava la palla nella rete bresciana, Sacchetti era battuto da pochi metri. Nella ripresa, per un improvviso malore di Bertoni II in seguito a colpo ricevuto allo stomaco, l’Alessandria modificava il suo schieramento che in seguito cambiava ancora specie all’attacco fermo restando Tortarolo centromediano. Primi minuti di gioco alterno, l’Alessandria più pericolosa, il Brescia più cauto e prudente. Approfittando di un fuori gioco non rilevato da Dattilo, De Filippis se ne andava tutto solo su Bodoira, e mentre i giocatori alessandrini si fermavano, egli tirava a rete segnando nell’angolo basso. L’arbitro convalidava il punto tra l’entusiasmo dei bresciani, ma in seguito alle proteste degli alessandrini basate sulle indicazioni del segnalinee, interrogava il collega e recedeva dalle sue delibere annullando la rete. Figuratevi le proteste dei bresciani, proteste che costrinsero dopo qualche minuto all’espulsione di De Filippis (15’). Da questo momento la gara ebbe una sola fisionomia. Squadra alessandrina contro portiere bresciano. E qui la bravura del difensore si palesò appieno. Tiri alti e bassi, insidiosi e violenti, calci d’angolo a ripetizione, salti prodigiosi, tutto un repertorio di acrobazie. La serie degli attacchi alessandrini creava mischie continue e per una di queste, Dattilo riscontrò gli estremi del rigore che Rava trasformò nella rete del pareggio (40’). Questa la partita che lasciò la bocca amara al Brescia che fino all’ultimo credeva portarsi via un successo che la bravura della sua difesa poteva legittimare. Ma restò per me inesplicabile la tattica di gioco adottata, tattica che può trovare giustificazioni nelle squadre ormai e con lui i terzini, mentre gli attaccanti erano quasi sempre lontani dall’area avversaria e troppo preoccupati di prestar man forte alla difesa. Che dire dell’Alessandria? Essa ebbe in suo estremo difensore in nera giornata. Bodoira, diede altre volte prove indubbie del suo valore, oggi però si lasciò inesplicabilmente sorprendere da due tiri che qualunque portiere avrebbe parato. Il buon «Pinza» aveva le lacrime agli occhi! La compagine grigia giocò a tratti assai bene, sei uomini si staccarono da tutti per l’acre volontà impressa nella lotta. Cito i nomi: Rava, Pietrasanta, Tortarolo, Lushta, Coscia e Arezzi. A venti minuti dalla fine usciva dal campo anche Bertoni II e l’Alessandria pure giocando con dieci uomini sapeva mantenere la pressione, che ho accennato, e che non venne concretata per l’agile difesa del portiere. Alla fine della gara i bresciani imprecavano contro Dattilo reo di avere prima concesso e poi annullato una rete. Dattilo, distante dall’azione non rilevò il fuori gioco di De Filippis, ed era naturale che convalidasse il gol, ma quando, reso edotto dal segnalinee della svista, non ci pensò un solo istante per annullare la decisione primitiva. E fu questo un atto meritevole di elogio. (Augusto Rangone, «Tuttosport», 26 maggio 1947) Partita infuocata. Ancora una volta è venuto meno il quartetto attaccante, che pur sfoggiando una persistente attività, non è riuscito a concludere, anche per la spettacolosa giornata di Sacchetti. Il bravo portiere bresciano è stato con Perazzolo, il migliore uomo in campo; mentre nel settore opposto Bodoira si è lasciato sorprendere dai tiri avversari, e almeno uno dei due punti subiti poteva essere evitato. In sostanza si sono ripetuti anche oggi i soliti difetti dei nostri attaccanti che, giunti in area di rigore, hanno prevalentemente insistito nel pareggio. Il Brescia si è battuto con volontà, decisione e slancio ammirevoli, e l’esito pari, sebbene gli azzurri abbiano subito la prevalenza dei grigi, non li ha appagati, perché si sono visti negare un punto già concesso dall’arbitro e da essi ritenuto regolare. Il Brescia subisce per il primo quarto d’ora un’incessante minaccia alla sua rete. In un improvviso capovolgimento d’azione, al 24’, su punizione Rebuzzi II al volo segna. Al 40’, tiro lungo e fortissimo di Perazzolo, che sorprende ancora Bodoira: il secondo punto bresciano è così ottenuto. Un minuto dal riposo, Coscia segna su passaggio di Rosso. Nella ripresa il Brescia gioca costantemente in difesa; nell’Alessandria, Bertoni II è passato a centro-attacco, Tortarolo centromediano, Coscia laterale sinistro, Lushta mezz’ala sinistra. Al 14’, in una lunga respinta di Albini, la palla viaggia, manovrata da Rebuzzi, e questi segna il terzo gol. Protestano gli alessandrini, forti anche del giudizio del segnalinee, che aveva a lungo sbandierato il «fuori giuoco» di Bertoni E. e di Rebuzzi II. L’arbitro interroga il collega e il punto viene negato, tra le proteste vivissime dei bresciani. Due minuti dopo De Filippis è espulso per scorrettezze. Al 29’ Bertoni II, duramente colpito, esce per non più rientrare. Al 41’, in una nuova arruffata mischia sotto Sacchetti, il terzino Messora commette un fallo di mano, che l’arbitro punisce con il calcio di rigore, trasformato da Rava. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport del lunedì», 26 maggio 1947) CAMBIAMENTI NELLA FORMAZIONE PER L'INCONTRO COL GENOVA Le redini della squadra Kovacs - Non dimissionaria la Commissione tecnica - Coscia mediano. Gorolno al centra e Clamanti in pan Purtroppo il nostro avvertimento ai giuocatori partiti per Voltaggio sabato scorso non è servito ad incanalare i tecnici dell’Alessandria sulla via maestra della logica e lo schieramento dei reparti ha presentato elementi fuori forma da varie settimane. Si è avuto quindi un risultato più che modesto alle spese di una squadra già destinata alla retrocessione. Il Brescia realizzando due reti per l’insufficiente grado di forma dell’anziano Bodoira, è stato raggiunto a due minuti dalla fine su calcio di rigore. L’Alessandria, dopo il colpo di frusta di domenica, correrà ai ripari lasciando a riposo Bodoira, inserendo Diamante, Giorgino e Sotgiu che sui campi liguri gioca con dimesticatezza. («Il Piccolo», 31 maggio 1947) RISULTATI: Bari-Internazionale 1-2 Bologna-Napoli 3-0 Fiorentina-Torino 0-4 Juventus-Modena 1-0 Milan-Lazio 0-0 Roma-Genoa 0-1 Sampdoria-Venezia 3-1 Triestina-Livorno 0-3 Vicenza-Atalanta 0-1 CLASSIFICA: Torino 52; Juventus 46; Modena 45; Milan 43; Bologna, Sampdoria 34; Atalanta, Bari 33; Napoli 32; Livorno 30; Genoa, Internazionale, Lazio, Vicenza 29; Alessandria 27; Roma 26; Fiorentina, Venezia 25; Brescia 23; Triestina 16 MARCATORI 21 gol: Mazzola (Torino) 17 gol: Puricelli (Milan) 16 gol: Astorri (Juventus), Baldini (Sampdoria), Gabetto (Torino) 15 gol: Dalla Torre (Genoa), Raccis (Livorno) 14 gol: Carapellese (Milan), Korostelev (Juventus) 13 gol: Candiani (Juventus) Il punto sul campionato Il Torino aveva inflitto quattro gol al Fiorentina confermandosi sempre più padrona della Serie A. Lo scontro tra le seconde della classifica aveva premiato la Juventus che aveva sconfitto il Modena: decisivo il gol di Piola. Il Milan, quarto in classifica, era stato fermato, in casa, sul pari, dalla Lazio. Erano stati tre i gol inflitti dalla Sampdoria al Venezia cosi come quelli con cui il Livorno aveva trionfato in casa della Triestina, sempre più ultima in classifica. Importante successo dell’Atalanta in casa del Vicenza con il decisivo gol di Kincses. Una rete di Macri aveva dato il successo al Genoa in casa della Roma.