Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1946/1947
Serie A
06-07-1947 - Giornata: 38 - Roma - Stadio Nazionale


Roma AS - Alessandria US 0 - 2 (0 - 2)
RETI: 29. Lushta R.[A], 41. Sotgiu P.[A]

Alessandria US Diamante Luigi, Pietrasanta Piero, Rava Pietro, Arezzi Giuseppe, Tortarolo Francesco, Coscia Aristide, Rosso Angelo Triestino , Pietruzzi Mario, Stradella Carlo, Lushta Riza, Sotgiu Pietro All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
ROMA AS: Risorti; Brunella, Contin; Matteini, Salar, Andreoli; Losi, Di Paola, Amadei, Schiavetti, Krieziu. All.: Degni Giovanni

Arbitro: Sorbi Otello (Genova)
Note
Infortunato: 54’ Tortarolo [A, rientrato al 64’ all’ala destra]. Angoli: 2-6. Spettatori: 9.000. Incasso: 1.800.000 lire Inizio gara ore 16.30

Commento
Dopo appena dieci minuti di gioco pubblico, critici e giuocatori avevano capito di cosa si trattava: in campo, dal lato tecnico c’era una squadra sola, l’Alessandria. Il quadrilatero si faceva vedere anche ad occhi inesperti e soprattutto faceva sentire il peso della sua manovra veloce, perfetta, ubriacante a tutti i reparti della Roma. Arezzi, Coscia e Lushta erano i vertici classici di questo quadrilatero mentre Pietruzzi ne era il lavoratore oscuro, ma di rendimento. Tutto il resto quasi all’altezza del quadrilatero, anche se ad esclusione di Rava e Tortarolo non vi fossero nomi altisonanti. Ed è proprio tra questo resto dai nomi poco famosi che in seguito pescheremo uno dei migliori in campo: quel Pietrasanta che ci è apparso come atleta di sicuro avvenire. Sensazione dovuta ai primi dieci minuti, che veniva poi sempre più avvalorata dai fatti tecnici e tattici che si venivano verificando nel terreno. Salar preso in pieno nel vortice del quadrilatero, anche per colpa di una tattica che non si prefigge collaborazioni tra compagni e che lascia smarcati tutti gli avversari, diventava nervoso e si lasciava andare a falli banali; i laterali venivano infilati da tutte le parti; i cinque attaccanti erano quasi sempre bloccati. Rimanevano Brunella, Contin, Risorti, ma si capiva chiaramente che avrebbero finito [illeggibile] alessandrino, con qualche puntata in contropiede dei giallorossi ma niente di pericoloso per Diamante. Nella ripresa la Roma presentava Andreoli a mezzo sinistro e Schiavetti laterale. Perché questo spostamento? Pare che sia stata conseguenza di uno sfogo dell’Andreoli durante il riposo, ma non vediamo ugualmente il «perché» tecnico di una tale decisione. Primi minuti a conferma del primo tempo, poi l’episodio che doveva dare l’abbrivio ad una certa pressione della Roma: al 9’ azione Losi-Di Paola e colpo di testa del mezzo destro con parata di Diamante, ma l’azione faceva la sua vittima in Tortarolo che colpito involontariamente da una gomitata di Di Paola rimaneva a terra dolorante per aver perduto due denti. Usciva Tortarolo, Arezzi passava al suo posto, Pietruzzi retrocedeva. Leggero scompiglio alessandrino e azioni su azioni della Roma, ma senza filo logico e quindi pochi pericoli seri per Diamante, che si dimostrava attento e pronto tutte le volte che il giuoco lo chiamava in causa. Al 19’ rientrava Tortarolo e si passava a laterale destri; riprendeva tono il giuoco dei grigi [illeggibile], di possedere tutti ragazzi in grado di sviluppare una pregevole tecnica di giuoco. Un complesso che sa dare soddisfazione anche chi ne presiede le virtù tecniche. Rava, Tortarolo, Lushta, Coscia sono gli uomini di classe consacrata, ma non è forse classe quella di Arezzi? E Pietrasanta, forse trascurato nella citazione particolare? E gli altri tutti, specie quel granello di pepe che è Sotgiu? Una bella e piacevole squadra che non può piacere solo a noi sistemisti e che dovrebbe far pensare molto quelli che del sistema sono dichiarati nemici. Alla Roma è capitato quello che sempre le è capitato contro organizzazioni sistemiste; grinta e impeto si trovano imbavagliate e la Roma sparisce come unità tecnica operante. Tutto rimane affidato al caso e ormai si sa bene come il caso ami allearsi, nel calcio, con quelli che ci sanno fare di più. La fatica è finalmente terminata con una Roma ancora in Serie A! Facciamo solo un voto: che la Roma possa trovare la via per un potenziamento che mai come ieri è apparso come una necessità assoluta per la società giallorossa. (Fulvio Bernardini, «Corriere dello Sport», 7 luglio 1947) L’ultima partita del campionato 1946-47 giuocatasi ieri allo Stadio è da classificare fra le più brutte di tutta la stagione. Il pubblico non ha nascosto il suo disappunto ed al fischio finale ha salutato i giocatori romani con una solenne fischiata. La folla, sempre pronta ad incitare i propri beniamini e sempre generosa nel dare il suo contributo al mantenimento della squadra, ha i suoi diritti e, primo fra tutti, quello di vedere i propri giuocatori impegnarsi a fondo. Ieri non ha visto nessun impegno, perché la nota dominante è stata la indifferenza. Solamente Risorti ha fatto del suo meglio, anche se il primo punto non è sembrato a tutti imparabile. Amadei ha tentato in più occasioni di imbrigliare i suoi compagni, ma non vi è riuscito. Ha dovuto anche lui, che è pur sempre uno dei più bei prodotti del calcio italiano, accontentarsi di fare una figura mediocre perché privato di qualsiasi aiuto. Alla cattiva giornata dei giuocatori si è aggiunta una tattica inadatta. Il continuo appoggiare il giuoco su Krieziu, marcatissimo da Arezzi, per trascurare il settore destro, dove l’intraprendente Losi era alle prese con un Rava fermo e svogliato, ha voluto dire perdere qualche possibilità per segnare. A confondere ancor più le idee c’è stato poi lo spostamento di Andreoli all’attacco, dove nulla ha saputo fare di buono. L’Alessandria pure ha giuocato una partita modesta, ma ha messo in evidenza una buona intesa fra alcuni suoi uomini. Citiamo Pietrasanta per la sua sicurezza nei rimandi, Arezzi, un vero pilastro al centro del campo, Tortarolo, un coordinatore della difesa, e gli attaccanti Lushta e Sotgiu. In sordina hanno giuocato gli altri, compresi Rava e Coscia, ed il portiere non ha avuto nulla di difficile da fare. La vittoria dell’Alessandria è pienamente meritata. Il suo giuoco è stato più vivace e più tecnico ed i suoi attacchi più numerosi. Ha avuto un quarto d’ora solo di sbandamento durante la ripresa e mentre erano in campo solo dieci uomini per l’uscita di Tortarolo. Al rientro di questi, la squadra si è ripresa e la partita è tornata nelle sue mani. I due punti sono stati segnati nel primo tempo. Al 29’, in seguito ad una rimessa dalla linea laterale la palla arriva a Sotgiu il quale si posta verso l’ala. Lushta si avvia verso il centro, raggiunto dal passaggio, e malgrado i tentativi di Brunella per impedire il tiro riesce a calciare il pallone a mezza altezza al lato opposto della porta. Il secondo punto è entrato in porta nella stessa maniera del primo, ma stavolta è stato preceduto da un calcio d’angolo, da una mischia ed infine si è avuto il tiro di Sotgiu. Questo è avvenuto al 42’, e gli ultimi tre minuti sono trascorsi senza alcun segno di riscossa romanista. Il secondo tempo è trascorso fra l’indifferenza generale. Nessun’azione degna di nota, nessun impegno da parte dei giuocatori. Ci sono stati dei momenti di giuoco fermo. Solo qualche alessandrino si è mosso fino al termine dell’incontro. Per la prossima stagione, la Roma dovrà aver risolto non pochi problemi, se vorrà riportare i suoi colori al livello voluto dalla tradizione. (Giuseppe Zanetti, «Il Messaggero», 7 luglio 1947) Una bella partita dell’Alessandria e una brutta, anzi bruttissima, gara della Roma. Quali le cause determinanti la nuova mediocre prova offerta dai giallorossi? Le solite cause, prima di tutto in assoluta e riconfermata povertà e insufficienza di molti elementi della squadra a fare del gioco degno di una compagine di Serie A. È inutile indicare oggi, sulla base, della partita con i grigi chi ha giocato male e perché. C’è tutto un campionato che, pur tenendo conto delle sfortunate vicende, parla chiaro in proposito. Per avere una squadra che valga, occorrono giocatori di classe e i giocatori di classe non si improvvisano. La Roma ne ha pochissimi e questi scompaiono nella mediocrità della squadra. Tale mediocrità è apparsa ancor più manifesta di fronte a un’Alessandria veramente in gamba. I due gol sono venuti nel primo tempo quando la Roma, che aveva qualche speranza di conquistare la posta, ha dato tutto quel che poteva dare: la sua foga. Ma gli alessandrini che manovravano sul terreno tecnico l’hanno messa fuori combattimento con due colpi ben assestati. (Enrico Vignolini, «La Gazzetta dello Sport», 7 luglio 1947) APPLAUSI AI GRIGI VINCITORI A ROMA: 0-2 Applausi ai grigi vincitori a Roma: 2-0. Un primo gol è stato segnato al 28’ da Lushta il quale con un tocco perfetto ha inviato la palla ricevuta da Sotgiu alla sinistra di Risorti. Lo scacco determinava qualche animosità in alcuni romanisti e naturalmente il giuoco ne risultava alquanto appesantito. Al 30’ Pietruzzi era colpito malamente all’addome da Salar, tanto da dover essere trasportato a braccia fuori dal campo dove rimase per qualche minuto. Ciò nonostante la superiorità alessandrina non diminuiva affatto e anzi al 41’ si concretava nel secondo punto realizzato con un forte tiro a mezza altezza da Sotgiu, incaricatosi di risolvere una mischia provocata dal precedente calcio d’angolo. Della ripresa ben poco da dire. Ancora predominio alessandrino e ancora sbandamento nelle file romanista. Al 9’ Tortarolo era atterrato bruscamente e usciva per dieci minuti. Qualche occasione mancata da Stradella, qualche velleità rientrata di Amadei e poi la fine che ha colto l’Alessandria intenta a ricamare sul tappeto verde dinanzi a Risorti. I tifosi giallorossi, immusoniti, gridavano «dimissioni!» al presidente della società. Poi si diedero ad applaudire i grigi che, in mezzo al campo, si abbracciavano per la gioia di aver chiuso in bellezza la stagione. («Stampa Sera», 7 luglio 1947) PROPONIAMO UNA SQUADRA IN GAMBA PER LA PROSSIMA STAGIONE Vendite e acquisti - il caso Rava - La squadra proposta - Economica, senza grandi nomi, ma in grado di dare soddisfazioni E’ così anche questo interminabile campionato ili calcio è finito! I tifosi sono senza lavoro, le loro ugole hanno ben diritto ili riposare dopo tanti mesi di sforzi, gli atleti vanno a ritemprare i muscoli In attesa di trasferimenti o reingaggi vantaggiosi. Coloro che non trovano invece pace e tranquillità sono i dirigenti i quali, dopo aver tribolato e sofferto per circa dieci mesi A si mantengono in piena attività per rinnovare e rinforzare (o indebolire) la squadra a loro affidata. Lavoro improbo davvero, difficile delicato. Si tratta di una vera corsa il inseguimento, di un lavoro di diplomatico e astuto a suon di milioni sotto lo sguardo dei tifosi che vorrebbero avere la squadra più forte senza tener conto del prezzo attuale dei' giocatori appena mediocri. L’Alessandria si è assicurata tre giovani di valore, fino a questo momento: Bani, Della Frera, Traini. Vi sono trattative in corso per qualche asso (Magni, Astorri, Marteli, Frugali), ma finora nulla di concreto appunto per le richieste folli delle società interpellate. In questi giorni si è creato un caso Rava: La Juventus lo vorrebbe, ma offre pochi centesimi... (cinque milioni), l’Alessandria ha chiesto qualche scudo... (venti milioni). La faccenda sembra insanabile, d’altra parte Rava non pare sia disposto a rimanere tra noi, a meno che (peniamo) non gli si paghi ««reingaggio che corrisponda alla percentuale dei trapasso sulla base della richiesta dell’Alessandria. «ai posteri» l'ardua sentenza». Chi vivrà vedrà. Si dice siano sta ti fatti approcci con Cassano, il risultato non ci è ancora pervenuto. Tutto qui, per ora, ma al fuoco v’è molta carne. Anche per l’allenatore ci si muove non poco: fallito l’attacco a Sperone, si riparla di Kvovacs (che ha sparato forte) e noi modestamente pensiamo se non sarebbe il caso di intavolare trattative con Kuric in forza al Bari, il migliore allenatore che si trovi oggi in Italia. Comunque dobbiamo avere fiducia nella commissione addetta agli acquisti e alle cessioni: i signori Roncali, Lanzavecchia, Viviano sanno quello che devono fare, sono delle persone disinteressate, amano la squadra «grigia» (Egi, Il Piccolo, 12/07/1947) RISULTATI: Bari-Genoa 2-0 Bologna-Fiorentina 1-1 Brescia-Atalanta 4-1 Juventus-Lazio 3-3 Milan-Napoli 4-2 Modena-Torino 2-4 Sampdoria-Internazionale 1-5 Triestina-Venezia 2-0 Vicenza-Livorno 5-2 CLASSIFICA: Torino 63; Juventus 53; Modena 51; Milan 50; Bologna, Vicenza 39; Atalanta, Napoli 37; Bari 38; Genoa, Internazionale, Lazio, Sampdoria 36; Alessandria 35; Livorno, Roma 33; Fiorentina 32; Brescia 31; Venezia 27; Triestina 18. MARCATORI 29 gol: Mazzola (Torino) 21 gol: Puricelli (Milan) 20 gol: Carapellese (Milan) 19 gol: Gabetto (Torino) 18 gol: Baldini (Sampdoria) 17 gol: Astorri (Juventus), Raccis (Livorno) VERDETTI: Torino Campione d'Italia 1946-1947; Brescia e Venezia retrocesse in Serie B; Triestina retrocessa e successivamente riammessa nel massimo campionato per benemerenze sportive