Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1941/1942
Serie B
16-11-1941 - Giornata: 4 - Bari - della Vittoria


Bari US - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 21. Mezzadra R. [Ba]

Alessandria US Roggero Secondo, Bigando Giovanni, Pietrasanta Piero, Ghidini Ferruccio, Vitto Luigi, Pochettini Mario, Garbarino Carlo, Fibbi Arrigo, Stradella Carlo, Foglia Mario, Rosso Angelo Triestino All.: Parodi Pasquale

Formazione avversaria
BARI US: Costagliola, Fusco, De Boni, Carlini, Mancini, Giammarco, Trevisan, Mezzadra, Maestrelli, Orlando, Fabbri (II) Camillo. All.: Kuttik Andras

Arbitro: Tonnetti Giovanni (Roma).
Note
Infortunati al 25. Giammarco [Ba], schierato all’ala sinistra, e al 65. Carlini [Ba], schierato all’ala destra Angoli: 8-4. Spettatori: 4.000 Tempo buono; terreno buono con fondo leggermente sdrucciolevole Inizio gara ore 14.30

Commento
L’incontro ha tradito le aspettative. Il gioco, inizialmente scialbo, dopo la rete realizzata da Mezzadra, si è fatto duro perché gli alessandrini, in vena di riscossa, hanno portato attacchi piuttosto decisi senza risparmiare colpi. La squadra barese, che dopo poco avere realizzato l’unica rete della giornata ha subito un primo rimaneggiamento, vedeva il crollo della mediana che perdeva un elemento valido come Giammarco, completamente o quasi inutilizzato. Da questo momento l’Alessandria ha trovato più facile la via di accesso all’estrema difesa bianco-rossa, per quanto Fusco e De Boni fossero vigili e la partita, se proprio non ha degenerato, ha perduto ogni linea tecnica e ogni impostazione di bel gioco. I piemontesi, nel corso dei 90 minuti hanno dimostrato una grande sterilità all’attacco, dove si manovra abbondantemente, ma si conclude quasi nulla ed hanno cominciato subito ad attaccare. La difesa barese respingeva senza difficoltà ed a folate mandava i propri avanti alla conquista della rete di Roggero. Su questo tono si è mantenuto tutto il primo tempo, poi nella ripresa, quando i rimaneggiamenti apportati da Kuttik alla propria formazione sono apparsi inefficaci, è stata l’Alessandria a segnare una leggera superiorità. Superiorità numerica di attacchi, ma, come si è detto più avanti, sterile nella fase conclusiva. Due o tre palloni al massimo di una certa pericolosità ha parato Costagliola; qualcuno di più Roggero. La formazione barese ha subito altri ritocchi per nuovi infortuni che si sono verificati, e così la partita si è trascinata in un quadro di nessun interesse e nel finale è diventata, anzi, piuttosto monotona. La Bari, difendendo il risultato acquisito, è riuscita a contenere tutte le azioni degli ospiti, a minacciare anche la porta alessandrina ed alla fine a farsi aggiudicare il risultato vittoriosi per 1-0. Gli uomini singolarmente non hanno detto gran che. Quattro minuti di gioco alterno nei due campi. Poi la prima minaccia alla porta alessandrina, che si conclude con un calcio d’angolo. Il primo attacco deciso alla porta l’ha portato Fabbri al 17’, ma Roggero ha sventato senza difficoltà. La reazione in campo avverso si è determinata poco dopo con maggiore efficacia. Qualche pallone è passato sibilando a lato della porta di Roggero. Al 21’ si è avuta l’azione dell’unico gol della giornata. Un passaggio di Orlandi sulla destra è raccolto da Mezzadra il quale rimette il pallone a Trevisan. L’ala avanza e poi ripassa al centro e Mezzadra, che si è già incuneato fra Pietrasanta e Pochettini, infila la rete con un colpo fortissimo. Immediata reazione alessandrina e al 22’ primo calcio d’angolo contro la Bari e due situazioni piuttosto delicate salvate da Carlini. Al 25’, Giammarco, colpito da un calcio alla coscia destra, rimane infortunato e dopo qualche minuto fuori del campo rientra per spostarsi all’ala sinistra; Fabbri passa interno sinistro e Orlandi a mediano. L’Alessandria insiste all’attacco e il gioco della Bari perde ogni efficienza per il rimaneggiamento della mediana. Cronaca scialba per il resto del tempo. All’inizio del secondo tempo l’attacco barese è allineato così: Giammarco, Mezzadra, Maestrelli, Trevisan, Fabbri. Nella ripresa, una buona occasione si offre all’Alessandria al 3’: un lungo pallone di Rosso passa davanti a Costagliola fin quasi all’altezza della bandierina opposta, senza che nessuno riesca a toccarlo. Al 15’ Fabbri, caricato violentemente Bigando, abbandona il campo per poi ritornarvi notevolmente minorato. Poco dopo in un’azione di calcio d’angolo anche Carlini è a terra, colpito piuttosto duramente. Carlini rientra in campo e va all’ala destra, Maestrelli passa a mediano destro, Giammarco al centro. A questo punto la partita perderà sempre di più di interesse. Per il resto della gara basterebbero ad indicarne lo svolgimento i vari calci d’angolo: al 21’ contro l’Alessandria, al 27’ contro la Bari, al 34’ e al 35’ contro l’Alessandria e al 40’ ancora contro l’Alessandria. («Il Littoriale», 17 novembre 1941) Se una casistica in infortuni fosse compilata dettagliatamente anche per il calcio, la partita Bari-Alessandria avrebbe dato ieri un largo contributo. Infortuni, diciamolo subito, non di gol, come spesso sono definite le reti che si segnano di sorpresa o per errore. Infortuni di uomini, che hanno dato come conseguenza, soltanto 27 minuti di gioco regolare. Intendiamo dire che per 27 minuti una delle avversarie, la Bari, è rimasta nella sua organicità di partenza. Poi gli eventi sono cominciati a volgere in senso negativo per gli uomini di Fusco (a proposito, chi è il capitano: Mancini o Fusco?), i quali per buona fortuna avevano all’attivo un gol che se lo sono custodito gelosamente. Era Giammarco, il primo a sentire le dolci «carezze» dei piemontesi: un calcio alla coscia destra lo ha messo fuori uso. Poi, nel secondo tempo, si azzoppava Fabbri, atterrato con violenza dal solido Bigando, in area di rigore, sotto gli occhi dell’arbitro Tonnetti che forse ha chiuso le palpebre per non vedere. Infine Carlini veniva «pestato» su azione di calcio d’angolo sicché a misura che passava il tempo il numero degli infortunati cresceva sempre di più. Di conseguenza spostamenti di ruoli piuttosto frequenti che hanno tolto – giocoforza – la vera fisionomia alla squadra. Per averne una idea vi diamo le successive formazioni che mantengono sempre inalterato il trio difensivo. 27’: Carlini, Mancini, Orlando, Trevisan, Mezzadra, Maestrelli, Fabbri Giammarco; 1’ della ripresa: la stessa mediana, con Giammarco, Mezzadra, Maestrelli, Trevisan e Fabbri all’attacco; 15’: infortunio di Fabbri, nessun mutamento; 21’: Maestrelli, Mancini, Orlando, Carlini, Mezzadra, Giammarco, Trevisan, Fabbri. Negli ultimi venti minuti Trevisan e Mezzadra sono passati ad ausilio della mediana, sicché all’attacco sono rimasti i tre claudicanti: Carlini, Giammarco e Fabbri. E quando si mettevano in azione, era una spassosa parodia di calcio. Questa situazione venutasi a determinare in parte per la rudezza dell’Alessandria ed in parte per la scarsa autorità dell’arbitro, limita l’analisi dell’incontro ai 27’ iniziali, fino a quando, cioè, le due squadre sono rimaste in piena efficienza. E in questo breve lasso di tempo la Bari ha dominato, nettamente, ha reso nullo il gioco dell’avversaria, manovratrice ma scarsamente realizzatrice, ha segnato con tutte le regole dell’arte la rete della vittoria e poi ha atteso quegli eventi che hanno portato ai rimpasti a ripetizione e che hanno chiuse la parte di gioco tecnico vero e proprio. I due punti la squadra barese li ha ben meritati; anche se qualche neo affiora, ma non più come nella partita contro il Pescara; la formazione marcia con una certa regolarità. Uomini in emergenza sugli altri non se ne sono avuti, eccezion fatta per Mezzadra, che fino a quanto i ruoli non sono stati mutati ha manovrato con bella autorità e decisione. Dobbiamo ricordare però l’accenno a ritornare in forma di Fusco, la buona prestazione di Giammarco e la generosa partita di De Boni. L’Alessandria ha in Bigando e Garbarino le sole individualità che si contraddistinguono; il resto della squadra marcia velocemente ma conclude poco. Come cronaca diremo che l’Alessandria all’11’ e al 15’ va in angolo, al 21’ subisce il gol su azione Orlando-Mezzadra-Trevisan-Mezzadra; al 41’ calcio d’angolo contro la Bari ed infine la stessa punizione contro gli ospiti al 26’ minuto. Per il resto la cronaca non ha ragione di essere continuata. (Paolo Magrone, «La Gazzetta del Mezzogiorno», 17 novembre 1941) LA SCONFITTA DI BARI Il risultato di Bari è stato giudicato una onorevole sconfitta ma in realtà deve ritenersi una partita negativa della squadra grigia. La compagine avversaria con due uomini infortunati ha dovuto rimaneggiare i reparti e subire per un’ora abbondante la netta quanto infruttuosa superiorità alessandrina. Il mancato successo degli uomini di Parodi, a detta dello stesso Parodi, va ricercata nella mancanza di decisione nel tiro a rete dei nostri attaccanti. Foglia toccato duro all’inizio della partita ha giocato con prudenza ed anche Garbarino non è stato «spumeggiante»; buon lavoratore Fibbi; marcatissimo Stradella; in netta ripresa Rosso che è stato il migliore del reparto. Il sestetto di retroguardia ha giocato, in blocco, con bravura e la rete della vittoria barese è scaturita da una mischia e tiro di punta imparabile. Occorre considerare che i difensori del Bari hanno difeso la propria area di rigore giocando con impeto che incuteva paura ma gli avanti grigi, per due volte, a porta vuota, hanno fallito il bersaglio inspiegabilmente (Rosso e Foglia). («Il Piccolo», 22 novembre 1941) RISULTATI: Fiumana-Reggiana 1-1 Lucchese-Pisa 3-4 Novara-Fanfulla 1-1 Prato-Pro Patria 1-0 Savona-Spezia 1-1 Siena-Brescia 1-0 Udinese-Padova 1-0 Vicenza-Pescara 2-0 CLASSIFICA: Fanfulla, Vicenza 7; Brescia 6; Alessandria, Bari, Novara, Prato, Udinese 5; Reggiana 4; Padova, Pescara, Pisa, Savona, Spezia 3; Siena, Fiumana, Pro Patria 2; Lucchese 0. *: una gara da recuperare IL PUNTO SUL CAMPIONATO Il manipolo delle squadre imbattute, che sabato erano ancora quattro, si è ridotto, con le sconfitte subite dal Brescia a Siena e dall’Alessandria a Bari, a due sole: Vicenza e Fanfulla, le due unità in testa alla classifica. La squadra lodigiana ha saputo resistere alle folate del Novara dopo averlo a sua volta seriamente impegnato; certo, dall’undici di Rigotti, dopo la disavventura bresciana, c’era da attendersi qualcosa di più. Il Vicenza ha colto una nuova brillante vittoria sul tenace Pescara: se continua così, dove andrà a finire la squadra della città del Palladio, partita senza troppe pretese? Contro il Brescia il Siena ha ritrovato l’antico vigore combattivo; onorevole prova quella dell’Alessandria sul lontano e pericoloso campo di Bari. Una delusione il Savona, che ha dovuto dividere la posta con il tenacissimo Spezia; anche per la squadra di Orth, valgono le osservazioni fatte per il Novara: il male sta all’attacco e va prontamente curato. Idem per il Padova, fermato sul terreno di Udine: sembra uno squadrone l’undici affidato alle cure di Banas, e finora, se si eccettua l’iniziale vittoria contro il Bari, ha dato delusioni su delusioni ai suoi sostenitori. L’Udinese, col rientro di D’Odorico, sembra aver trovata l’antica vena. Le reclute si battono accanitamente: la Pro Patria è caduta nel trabocchetto sul terreno di Prato, la Reggiana è stata costretta alla divisione dei punti sul campo fiumano. Lo sfortunato Pisa ha trovato la rinascita a Lucca battendo la squadra locale nel corso di una strana partita. Però queste squadre toscane non ci paiono quest’anno all’altezza della tradizione! Se si eccettua il Prato, le altre vivacchiano alla giornata, senza convincere granché. (Mar., «Stampa Sera», 17 novembre 1941)