Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
14-09-1947 - Giornata: 1 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Juventus FC 1 - 3 (1 - 1)
RETI: 11. Frugali F.[A] 18. Sentimenti (III) V. [Ju] , 70. Arpáš J. [Ju] , 84. Arpáš J. [Ju]

Alessandria US Diamante Luigi, Della Frera Giuseppe, Di Gennaro Silvio, Pietruzzi Mario, Tortarolo Francesco, Coscia Aristide, Sotgiu Pietro, Soffrido Luigi Vittorio, Stradella Carlo, Lushta Riza, Frugali Fabio All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
JUVENTUS FC: Cavalli, Gibellino, Caprili, Depetrini, Rava, Grosso, Kincses, Arpáš, Boniperti, Sentimenti (III) Vittorio, Cergoli. All.: Cesarini Renato

Arbitro: Pera Vittorio (Firenze)
Note
Angoli: 0-4 (0-1). Spettatori: 16.000. Incasso: 4.300.000 lire. Giornata afosa, terreno nuovo, secco ed erboso. Inizio gara ore 15:30. Il «Corriere dello Sport» attribuisce la terza rete della Juventus a Sentimenti III.

Commento
IL NUOVO ATTACCO BIANCONERO FUNZIONA AD ALESSANDRIA Successo pieno della Juventus. Tre goals segnati, cinque pali, una superiorità netta. La vittoria juventina non è una sorpresa. Le poche partite pre-campionato disputate dai grigi avevano pur detto che l’Alessandria non ha, per ora, una squadra forte e che essa neppure ha raggiunto, attraverso l’affrettata preparazione, un grado di efficienza tale da permetterle di tener testa subito ad una delle vedette. D’altro canto si sapeva che la Juventus, pur mancando di titolari preziosi, già poteva contare su di una prima linea di grande rendimento ed era in grado, anche nel sestetto difensivo, di sistemarsi bene. L’incontro ha confermato quindi le previsioni, accentuando ancora le pecche dei grigi e permettendo invece ai bianconeri, specialmente in retroguardia, di far meglio di quanto era sperabile. L’Alessandria diede il meglio di se stessa nelle battute iniziali, partendo a tutta velocità, così da premere con insistenza nell’area avversaria e far maturare subito alcune occasioni mancate per precipitazione. L’offensiva portava tuttavia i grigi al successo al 10’ di gioco. Cavalli respingeva alla meno peggio un tiro secco ed improvviso di Stradella e Frugali arrivava in volata a riprendere ed a mandare in rete da pochi passi. Poteva essere il segno temuto della debolezza difensiva bianconera, invece proprio quel goal spinse la Juventus a rinsaldare le file ed a marciare alla riscossa. Entrò allora in scena l'attacco. Un attacco che ha uomini di valore, che opera con rapidità, che mira diritto allo scopo, che si vale di spostamenti, di intese, di azioni dei singoli, che muta continuamente i suoi temi, che trova spesso l’uomo smarcato da lanciare verso la rete avversaria. Un attacco che ha cinque stoccatori decisi, cinque abili palleggiatori, cinque elementi intelligenti. Questa prima linea bianconera si presentava al 14’ con un tiro di Sentimenti respinto da un palo e pareggiava al 20’ con una rete meravigliosa: Boniperti lanciava Kincses e Sentimenti ne raccoglieva il centro da una posizione difficilissima, calciava al volo e segnava nell’angolo alto sulla sinistra del portiere. Un goal tanto bello e cosi “impossibile” da strappare gli applausi alla folla. Il punto del pareggio demoralizzò l’Alessandria e diede baldanza e ardire alla Juve. Le due squadre arrivarono alla pari al riposo, ma al 26’ ancora la traversa respingeva un pallone saettato da Sentimenti, al 38’ per la terza volta la sbarra salvava Diamante su di una stangata di Cergoli, ed al 43’ era il montante destro, colpito all’interno, a ricacciare la sfera che Cergoli aveva indirizzato in porta. Il primo fatto notevole della ripresa si aveva all’8’, quando Cergoli, scattato verso la porta, veniva trattenuto nettamente e doveva lasciar la palla sulla quale arrivava di corsa Boniperti. Goal? Macché! Incredibile ma vero, per la quinta volta un montante salvava la casa alessandrina. Tuttavia la vittoria, più che maturata, era raggiunta infine con una doppietta di Arpáš. Due goals astuti, realizzati con la complicità del portiere avversario. Al 25’ Diamante usciva di fra i pali ma Arpáš lo precedeva e, di testa, segnava a porta vuota; al 38’ ancora Diamante avanzava per fronteggiare Arpáš che giungeva solo, ma era scavalcato da un tiro a parabola che mandava la palla nella rete incustodita. Tra un goal e l’altro l’Alessandria, tesa con orgasmo al contrattacco, aveva pure parecchie occasioni favorevoli, ma le mancava tutte, compresa una facilissima di Sotgiu, che sbagliava da pochi metri…, compresa una di Lustha che avrebbe fruttato il punto se Gibellino non avesse respinto sulla linea bianca. Tutti convinti, alla fine, che il successo Juventino era meritato e il malumore per la prova negativa di parecchi elementi grigi non impedì che ai bianconeri fossero riservati grandi applausi. Ora entrambe le squadre mireranno a migliorare le rispettive inquadrature. L’Alessandria ha fatto giocare ieri nelle riserve, perché ancora a corto di preparazione, Rosetta e Gallea, il primo nel ruolo di mediocentro metodista ed il secondo quale mediano laterale. Quando entreranno in formazione, miglioreranno certo l’assetto difensivo. Ieri, intanto, i migliori sono stati gli anziani Coscia, Tortarolo, Lustha, Di Gennaro e il giovane Della Frera. Ma l’attacco ha rivelato inconsistenza e mancanza di intesa. La Juventus riavrà Parola domenica prossima, Sentimenti IV e Locatelli prossimamente. E sarà senz’altro una gran bella squadra, con dovizia di buoni rincalzi. Una squadra finalmente dotata di un attacco che mena sciabolate tali da lasciare il segno. Cergoli e Kincses, veloci, scattanti, decisi nel tiro, sono piaciuti molto, e non occorre oggi ripetersi su Boniperti e Arpáš, mentre si può constatare invece che anche Sentimenti III alla mezz’ala sembra aver trovato il suo più utile impiego. Grosso e Gibellino, Rava e Caprili hanno avuto la necessaria decisione in difesa. A posto Cavalli, sicuro e ardito nelle uscite. (Luigi Cavallero, «Stampa Sera», 15 settembre 1947) Il campionato è precipitato a valanga e lo spazio non si è allargato. Sarà bene abituarci a conversazioni sintetiche, più difficili per noi che dobbiamo condensare, forse più comode per i lettori. Da Alessandria si può annunziare agli aspettanti tifosi bianconeri che la Juventus si affaccia sul campionato con una squadra positiva e interessante. I tifosi locali hanno avuto impressioni dirette: la formazione con la quale è stata affrontata la Juve non trovava tutti concordi già prima della partita: si voleva Borgogno centromediano per evitare l’arretramento della mezz’ala Pietruzzi e per rinvigorire la mediana con Tortarolo laterale; i dirigenti si dolevano a loro volta di non potere contare su Rosetta, Gallea e Armano non ancora pronti. C’era un timore reverenziale della Juventus, ma c’era ugualmente uno stadio gremito. Miracoli non se ne fanno. La squadra grigia ha dato quanto poteva per fronteggiare l’avversario: gli ha dato anche il vantaggio di errori inevitabili, di una compagine allo stato formativo. Si è visto tuttavia del gioco; anche nelle vampate della partita è rimasta integra la tendenza tecnica della squadra a lavorare con ordine cercando sempre di ricavare il risultato dall’azione. Se gli alessandrini avessero saputo realizzare come gli attaccanti juventini la loro manovra poteva diventare la più incisiva e preoccupante; ma, in effetto, gravò – per quanto riguarda l’esito del duello – su tutta la partita la disparità di comportamento dei due attacchi: quello grigio manovriero e talvolta esitante, quello juventino svelto scattante e imperativo nella decisione. Non essendo fortissime le difese avete senz’altro così la spiegazione del risultato, al quale bisogna aggiungere ben cinque tiri della Juventus piazzati sui pali. Nel raffronto giocano anche i meriti e le qualità individuali. Mentre nell’Alessandria il solo Stradella, centravanti maturo per qualsiasi squadrone, guizzando da un settore all’altro per sfuggire a Rava, sapeva sempre mirare alla porta, nella Juventus l’intero attacco esigeva rispetto, tutti tendevano all’obiettivo con movimenti propri o collettivi: soprattutto più lesti, più potenti nel tiro. Boniperti s’è irrobustito e dà ora un efficace contributo atletico al suo gioco così fresco, vivace e intelligente. Novità di stagione Kincses e Cergoli, ma si trattava di giocatori già conosciuti e di collaudati meriti, l’ungherese specialmente; novità assoluta il cecoslovacco Arpáš. È un’autentica mezz’ala da campionato italiano, è un giocatore da area di rigore, con risorse che si rinnovano. Farà spicco in questo campionato. Oggi appariva e dispariva nei gorghi del gioco, ora sornione, ora in pena luce con zampate di classe: i due gol da lui segnati precedendo nel tempo il portiere o ingannandolo con un tocco semplice ma evidente della palla, attestano di un’esperienza di gioco e di una scaltrezza da campione. La Juventus lo ha acquistato con un anno di ritardo, avendogli preferito Vycpálek lo scorso anno; come dire che ha riparato a un errore commesso. Ora non sappiamo se l’attacco visto ad Alessandria sia il definitivo o una prima edizione: nel primo caso consiglieremmo Sentimenti III a semplificare, integrando la ritrovata potenza di tiro con un’azione più spedita e meno ricca di attardanti finte. In altri termini quello che può servire per il gioco d’ala risulta spesso superfluo per quello di interno. Accennato al lavoro di Grosso sostenuto da una chiara ispirazione tecnica, alla prudente azione di Rava in un posto che non è il suo, citato Gibellino come elemento promettente e già disciplinato dal sistema, fatto i complimenti di rito al bravo Depetrini vigilante difensore più che mediano sistemista, come la vicenda esigeva, concludo per la Juventus: col ritorno di Parola e con la difesa a pieni quadri potrebbe e dovrebbe diventare una grande squadra. Fatta quasi sulla porta d’ingresso del nuovo campionato, brilla già con quell’attacco che si farà temere da tutte le difese. Per l’Alessandria, come ho già detto, è questione di formazione; aggiungo, è anche questione di lavoro preparatorio e, perché no?, di fede, di disciplina nei tifosi come nei giocatori. Di Gennaro troverà il ritmo giusto, Della Frera mi è sembrato un ripiego – e vorrei sbagliarmi – come Soffrido; Frugali deve lavorare molto se no rimane a guardare il suo avversario diretto come ha fatto oggi per tutta la ripresa. Miracolosi momenti di gioco ha ricavato l’Alessandria da una formazione di ripiego e da uomini che un momento prima esausti, sorgevano a lottare tenacemente. Ma faccia attenzione Diamante alle sue uscite nei grovigli d’uomini: in tali casi ogni evitazione è fatale, l’intervento del portiere deve essere decisivo. E… forza grigi! Di cuore. Ora ci vorrebbe la cronaca. Eccone gli elementi essenziali. Primi momenti alessandrini, duro impegno dei difensori, due perentori interventi di Rava, ma al decimo, proprio dopo che il centromediano aveva tolto la classica castagna dal fuoco ecco l’attacco grigio rovesciarsi sull’area juventina, dopo un tiro di punizione: Sotgiu gira la palla a parabola, la manca Soffrido, la coglie Stradella e tira da destra a sinistra, Cavalli (che ha giocato una partita coi fiocchi) si allunga, devia con la mano, ma Frugali è lì. Segna. Tre tentativi successivi di Sentimenti III a coronamento di azioni tese dell’attacco juventino: para bene Diamante, respinge il palo la seconda battuta, si trova Diamante il pallone fra le mani, quando pareva fatto il gol (Sentimenti III) da quei tre passi che dividevano il tiratore dalla porta. Al quarto assaggio Sentimenti faceva breccia: bella azione a destra fra Boniperti e Kincses, spiazzamento simultaneo di tutti i difensori, centro dell’ala e deviazione a volo da parte di Sentimenti III: la palla cadeva nella porta (20’). Febbrile il gioco. Altro colpo sodo di Sentimenti sulla traversa, poi l’Alessandria che monta, fa ressa ordinata e Rava appare il perno della difesa. Momenti di Stradella. (Intermezzo: palo di Cergoli). Il tono del gioco alessandrino sale e proprio sul finire si offre a Soffrido, libero, la bella occasione: un fiacco tiro la neutralizza. Al 7’ della ripresa Arpáš viene fuori tutto solo, Della Frera cerca di tenerlo come può… sfilandogli la maglia dai calzoncini, ma l’altro resiste e mentre il portiere gli viene incontro passa con esatta misura la palla a Boniperti. Al «bum» del tiro fa eco il «bum» di un montante (che abbonamento ragazzi!) e la palla rimbalza proprio nelle braccia del portiere che stava tornando sui suoi passi. Gioco a frammenti, difese abbottonate (necessità non vuol dire legge), attacchi che si sciolgono come volo di rondini. Al 18’ sfugge il successo a Soffrido, poi Stradella impegna Cavalli. Prevalenza alessandrina, aperture insidiose della Juventus. Al 24’ gli eventi precipitano: punizione battuta da Depetrini, tocca di testa Boniperti sbuca il solito Arpáš ed esce il portiere; si gioca sul tempo, ha ragione Arpáš. Colpo di testa e palla in rete. Stradella potrebbe pareggiare, ma tarda ad aggiustarsi la palla fra i piedi, arriva Rava e tutto finisce. A solo di Arpáš, tiro violento, pungo salvatore di Diamante. Ma al 37’ ancora Arpáš di scena: è sbucato al centro per cogliere un passaggio volante di Boniperti. Corsa di Diamante e passaggio astuto oltre la testa del portiere. Roba da artista: una porta vuota e una palla che vi rotola dentro. Ed è negata da Gibellino la soddisfazione all’Alessandria di alleggerire la sconfitta: stavolta è uscito a vuoto Cavalli e il tiro di Lushta sembra destinato al bersaglio, ma ha intuito il pericolo il giovane difensore e dalla linea della porta butta lontano la palla. Caldo, grande affluenza di juventini, non un incidente. Buon arbitro Pera, anche se tanto meticoloso. (Renato Casalbore, «Tuttosport», 15 settembre 1947) La prima delusione provata dai tifosi grigi – un mare di teste bianche per gli improvvisati copricapi di carta per proteggersi dal sole incombente (30 gradi all’ombra) – è stata l’assenza di Rosetta e di Gallea, due nuovi acquisti grigi, giunti solo ieri sera in Alessandria e a corto di allenamento. Così si è dovuto collocare il giovane e inesperto Della Frera a lato di Di Gennaro, abituato questi al metodo e non a posto nel sistema, così da indebolire maggiormente la difesa. La mediana ha assunto il solito schieramento senza eccessive pretese e l’attacco non è ancora addestrato con quello slancio richiesto per sviluppare pregevoli trame, ha fallito più volte al compito suo pur essendosi prodigato con zelo e costanza nel tentativo di demolire la rete juventina, che ha avuto in Cavalli un brillantissimo portiere. Rava, l’ex grigio al comando della mediana si è imposto alla distanza nel duplice ruolo, con l’astuzia e l’abilità dello sperimentato atleta, freddo calcolatore e tecnico provetto. Il pregio migliore dei bianconeri è senza dubbio l’attacco che possiede elementi di notevole valore che a tratti sono rifulsi, e in modo particolare nella ripresa, quando i torinesi hanno dominato a lungo, pervenendo al chiaro successo finale. Già al 7’ Stradella impegna duramente l’estrema difesa. Salva per un soffio Rava proprio sulla linea fatale. Quattro minuti dopo altra azione veloce degli alessandrini: Sotgiu serve in profondità Stradella, Cavalli respinge, riprende fulmineo in corsa Stradella che segna imparabilmente. Riscossa juventina: Sentimenti colpisce il palo laterale, poi si vede bloccato a terra un rotolante pallone destinato alla rete. Al 18’ azione volante di Kincses a Cergoli; questi allunga a Sentimenti che folgora in porta. Uno a uno. La Juventus a tratti sfodera gli artigli e tre tiri di Sentimenti, Cergoli e Arpáš sono salvati dai pali. Nella ripresa rinnovati alterni attacchi nei due campi. L’Alessandria tiene ancora testa degnamente ai forti avversari e non poche situazioni da gol si sviluppano nella estrema area torinese, ma è destino che nessun altro punto riesca a segnare, mentre la Juventus metodicamente, con calma e disciplina, in tutti i settori, preme ora al centro, a destra, a manca, sconcertando la difesa grigia non sempre presente nel punto della lotta. Al 25’ su tiro di Depetrini e uscita a vuoto di Diamanti, Arpáš riprende di testa il pallone e segna facilmente. Al 39’ Sentimenti avanza tutto solo, velocemente. I terzini grigi spostati non riescono a contenere l’azione avversaria. Diamanti si slancia contro il juventino, ma non ferma né questi, né blocca la sfera di cuoio, che entra comodamente nella rete incustodita. Ultimi guizzi offensivi dei grigi, senza esito. Poi la fine delle sudate ostilità, contenute, malgrado l’ardore della lotta, nella più leale cavalleria. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 15 settembre 1947) Incomplete entrambe: la Juve per squalifiche e infortuni doveva rinunciare a Magni, Angeleri, Locatelli, Sentimenti IV; l’Alessandria lasciava ancora in tribuna Rosetta e Gallea, i due recenti acquisti, non ancora acclimatati. Discorso breve, chiaro. A volte bastano poche parole a spiegare una situazione: questa volta basterebbe il risultato a mettere in luce la qualità e la possibilità della nuova Juventus. Ma forse un discorsetto ci vuole, chi non ha visto la partita, chi non ha seguito il lento maturare del successo, non può nemmeno immaginare con quanta autorità la prima fila bianconera sia passata attraverso le pur strette maglie difensive tese dai grigi sistemisti. Bisognerà infatti prima di tutto dire della squadra alessandrina, dire che gli undici atleti dalle sbiadite maglie grigie si sono battuti da leoni e che specie mediana e difesa hanno sempre fatto argine validamente. È mancato in parte l’attacco come reparto, mancato per colpa principale di Soffrido, incerto e scentrato, e anche un po’ per il gioco troppo personale di Stradella. Comunque sino all’ultimo i grigi sono rimasti in piedi, e se ci sono elogi questi devono andare proprio al sestetto difensivo, alla mediana in modo speciale. Da qui il maggior merito della prima fila vestita in bianconero. Tutto il discorso dovrebbe essere impostato su questa meravigliosa prima fila juventina, ma seguendo il filo della partita troviamo al 10’ il gol dell’Alessandria. I grigi hanno attaccato inizialmente a sfuriate e i due giovani terzini nuovi della Juve si sono lasciati sorprendere. Nato, questo primo gol, da una punizione battuta da Coscia; Caprili non sta appiccicato all’ala e Sotgiu ricevendo la palla la rimette al centro comodamente. La tocca Soffrido e arriva a Stradella che tira. Cavalli para a terra ma non riesce a fermarla, Frugali, arrivato in corsa senza la stretta guardia dell’altro terzino, mette di prepotenza nel sacco della rete. Hanno sbagliato entrambi i due esordienti. Poi si riprenderanno benissimo e specialmente Caprili avrà degli spunti veramente felici. Rava, in mezzo ai due, senza staccarsi mai dalla linea difensiva, sarà di esempio con la sua calma e la sua sicurezza, in fondo il terzetto arriverà a petto fuori. Torniamo all’attacco, andiamo avanti con discorso rapido nella prima fila. Seguitela nell’azione del pareggio. Parte da metà campo, dal piede di Arpáš che allunga verso Boniperti sulla destra. Finta e scatto del centravanti, qualche passo con la palla al piede, poi allungo all’ala. Il biondo Kincses parte, arriva sino a fondo campo, poi centra alto. Dall’altra parte Sentimenti raccoglie al volo e, di sinistro – sempre alto a parabola – fa cadere la palla nell’angolo opposto. Tutti sorpresi, tutti meravigliati, c’è nello stadio gremitissimo, un attimo di silenzio, poi scoppia l’applauso fragoroso (hanno di certo applaudito anche gli alessandrini). Sintetizziamo il resto. Ci sono quattro pali colpiti in pieno, due su tiri di Sentimenti e due su staffilate di Cergoli, e almeno tre volte Diamante era ormai battuto. Il quinto verrà colpito nella ripresa a porta vuota su tiro di Boniperti. Da notare che la palla, battendo in pieno contro un montante, è rimbalzata tra le braccia del portiere fermo al limite dell’area di rigore. Da mordersi le unghie. Dopo l’ultimo palo gli altri due gol. Al 24’ punizione battuta da Depetrini, palla ripresa da Boniperti che alza di testa, Diamante esce incontro alla sfera cadente e non s’accorge che quel furbone di un Arpáš arriva in velocità e lo batte sul tempo. Un tocco di testa, palla sopra la testa che finisce dentro. Ancora un gran tiro di Arpáš e un gran volo di Diamante che devia di pugno in angolo, poi al 39’ Boniperti gira al volo verso il centro la palla del terzo gol. La raggiunge prontissimo il solito Arpáš, fa una corsetta, invita Diamante all’uscita, alza il cuoio sopra la testa del portiere e sullo slancio va a riprenderlo oltre l’avversario per accompagnarlo in rete. Alla Meazza: stoffa di gran campione. Ed è il suggello splendido alla meravigliosa partita di tutto un reparto d’attacco. Ora non resta che attendere la Juventus al gran completo. Cosa potrà fare con una prima fila di tale capacità? (Nino Oppio, «La Gazzetta dello Sport», 15 settembre 1947) PERCHE' I GRIGI SONO STATI BATTUTI? Lo svolgimento del tema può sembrare infantile, siamo d’accordo, e può riassumersi così: la Juventus, pur largamente incompleta è un autentico squadrone e quando sarà perfettamente a punto renderà la vita difficile anche al Torino. Ma noi crediamo che le ragioni della sconfitta dei grigi debbano anche ricercarsi altrove. Per esempio nell’errata formazione della squadra. Ci permettiamo di fare questa affermazione perché non riusciamo a spiegarci l’inclusione di Soffrido, l’esclusione di Rosetta. Il primo è mancato in pieno, il secondo avrebbe potuto giocare centrosostegno permettendo a Tortarolo di occupare il suo posto naturale e a Pietruzzi di portare valido aiuto all’attacco. Un’altra ragione della sconfitta la ricerchiamo nell’oscura partita di Lushta. La mancanza del suo apporto normale alla squadra ha fatto sì che gli sforzi di Coscia, ottimo specialmente nel primo tempo, per legare il reparto sinistro sono risultati vani. Inoltre Frugali che nel primo tempo si è prodigato, è scomparso nella ripresa. Questo ragazzo che sa trattare tanto bene la palla non ha il temperamento del giocatore di calcio. Pallido, emozionato, con i denti serrati non riesce a trovare quello spirito agonistico indispensabile. Potremmo errare, ma se si comporta così timidamente contro un terzino di C (Gibellino) che cosa potrà rendere contro i cannoni della A? Ottimo il debutto di Della Frera: per nulla emozionato, irruente, deciso. Non ha un calcio molto potente forse perché non colpisce la palla a regola d’arte, ma è una sicurezza anche se l’illustre Casalbore scrive che è un ripiego. Insomma i grigi hanno perduto contro la Juventus, contro i competitori diretti dei campioni d’Italia. Hanno fatto meglio del colosso sampdoriano contro la modesta Triestina. Pertanto non v’è da recriminare, ma da mettere in campo la squadra più forte, cercando di perfezionare sempre di più l’applicazione del sistema che, per ora, è latitante. E il pubblico non si disanimi, continui a sostenere la sua squadra; le novità negli acquisti non sono finite e quest’anno la classifica finale potrebbe anche riservare liete sorprese se tutto sarà fatto con competenza e amore. Il Vicenza potrà essere domani un ottimo banco di prova: superare questo ostacolo vorrebbe dire spiccare il volo verso mete più alte. In bocca al lupo, grigi! (Enzo Garavelli, «Il Piccolo», 20 settembre 1947) RISULTATI: Atalanta-Bari 3-1 Bologna-Pro Patria 2-2 Fiorentina-Roma 1-0 [sul campo neutro di Siena] Internazionale-Modena 1-1 Lazio-Milan 1-2 Livorno-Vicenza 2-0 Lucchese-Genoa 0-3 Sampdoria-Triestina 2-2 Torino-Napoli 4-0 riposa: Salernitana CLASSIFICA: Atalanta, Fiorentina, Genoa, Juventus, Livorno, Milan, Torino 2; Bologna, Internazionale, Modena, Pro Patria, Sampdoria, Triestina 1; Salernitana, Alessandria, Bari, Lazio, Lucchese, Napoli, Roma, Vicenza 0 : una gara in meno MARCATORI: 2 gol: Arpas (Juventus), Biavati (Bologna), Brighenti (Genoa) 1 gol: Astorri (Atalanta), Bello (Sampdoria), Bertolucci (Pro Patria), Bimbi (Livorno), Bortoletto (Fiorentina), Calichio (Sampdoria), Carapellese (Milan), Dalla Torre (Genoa), De Andreis (Lazio), Ferraris (Torino), Frugali (Alessandria), Gabetto (Torino), Korostelev (Atalanta), Mazzola (Torino), Menti (Torino), Mlacher (Triestina), Neri G. (Inter), Pernigo (Modena), Picchi (Livorno), Puricelli (Milan), Schiavi (Atalanta), Sentimenti V. (Juventus), Tontodonati (Bari), Tosolini (Triestina), Turconi (Pro Patria) Il punto sul campionato La prima giornata di campionato ha regalato emozioni, gol e spettacolo ai tifosi che erano accorsi negli stadi a sostenere la propria squadra. Sono state sette le squadre che avevano ottenuto la vittoria, di queste tre giocavano in trasferta e due sono state le sfide terminate in parità. Il maggior scarto di reti si è avuta nel successo del Torino contro il Napoli con i gol di Mazzola, Gabetto, Menti e Ferraris.