Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
21-09-1947 - Giornata: 2 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Vicenza AC 4 - 0 (3 - 0)
RETI: 8. Stradella C.[A], 15. Frugali F.[A], 27. Lushta R.[A], 57. Lushta R.[A]

Alessandria US Diamante Luigi, Della Frera Giuseppe, Di Gennaro Silvio, Tortarolo Francesco, Rosetta Francesco, Coscia Aristide, Sotgiu Pietro, Pietruzzi Mario, Stradella Carlo, Lushta Riza, Frugali Fabio All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
VICENZA AC: Bellotto, Parena, Sandroni, Spanevello, Grosso, Filippi, Tomasella, Conti (II) Serafino, Sperotto, Carraro, Rebuzzi (I) Pietro. All.: Spinato Pietro.

Arbitro: Pieri Riccardo Cesare (Trieste)
Note
Infortunato: 35’ Sandroni [V]. Angoli: 5-3. Spettatori: 10.000. Incasso: 2.500.000 lire. Tempo afoso. Inizio gara ore 15:30.

Commento
Quattro reti ha segnato l’Alessandria, potevano essere di più soltanto che i grigi avessero forzato un pochino; invece raggiunto, dopo mezz’ora di gioco, il punteggio di tre reti, si sono abbandonati ad un gioco accademico cercando soltanto di rendere la loro azione efficace come intesa e collaborazione tra reparti. Questo era l’ordine ricevuto e francamente non c’era bisogno di rendere ancor più faticosa una gara che il calore torrido rendeva già severa di per se stessa. L’avversario, poi, non era di tale levatura da farsi temere. La squadra vicentina scesa in campo senza Santagiuliana e Begnini ha denunciato gravi manchevolezze non soltanto di ordine tecnico ma soprattutto di ordine pratico. La sua mediana che contava due giovanissimi – Spanevello e Filippi – non riuscì quasi mai non soltanto ad ostacolare il lavoro degli attaccanti avversari ma a collaborare con i propri, i quali abbandonati a se stessi furono sempre sopraffatti dal giuoco più organico dei difensori alessandrini. Il giudizio quindi che si può esprimere sulla squadra vicentina è molto sommario ed è in rapporto a quanto dimostrò di saper fare nelle condizioni in cui oggi si è presentata al giudizio del pubblico alessandrino: una compagine incompleta, incerta nei movimenti, dove al gioco talvolta efficace della difesa ha fatto riscontro il comportamento incerto del portiere Bellotto e per di più anche minorata dall’uscita dal campo, per uno strappo muscolare, verso la fine del primo tempo, del suo mediano migliore Sandroni e quindi costretta a giocare con dieci uomini. Rimando quindi il giudizio ad altra occasione. Per contro l’Alessandria con l’innesto di Rosetta a centrosostegno ha risolto il problema della mediana. L’esordio dell’ex granata, è stato brillante. Rosetta giocando con una squadra provinciale e nel clima che la provincia offre, è riuscito a togliersi di dosso quel timore che in occasione del suo debutto lo scorso anno con i campioni d’Italia lo aveva reso emozionato ed incerto. Oggi fu sempre attento negli interventi, preciso nei passaggi, sanguisuga di Sperotto dall’inizio alla fine della gara. L’Alessandria, riconfermando la fiducia negli elementi che lottarono domenica scorsa contro la Juventus, ebbe un’idea felice perché il comportamento dei suoi giocatori seppe dare al gioco momenti di rara bellezza ed efficacia. La squadra ha ancora bisogno di lavoro, deve trovare l’accordo che il sistema impone e che qualcuno non è riuscito ad assimilare completamente, deve infine riuscire a rendere più efficienti le parti estreme del suo attacco che non riescono ad inserirsi al momento opportuno nel vivo della lotta. Queste mende, che poi non sono gravi perché tanto Frugoli quanto Sotgiu offrirono spunti di gioco pregevole, risaltarono nel corso della partita che, come dissi, fu interessante solo per mezz’ora del primo tempo. Il Vicenza contando forse sul valore sei suoi terzini ha adottato un mezzo sistema: marcare il contrattacco e lasciare a un mediano volante, il compito di ostacolare il gioco delle mezze ali avversarie. Tattica che non ha potuto reggere all’urto dei grigi i quali dopo aver subito un calcio d’angolo iniziale rispondevano con una sciolta avanzata che li costringeva in angolo. Su questa azione essi riuscivano a segnare la prima rete. La palla calciata da Frugali veniva ripresa da Lushta e rovesciata sulla destra dove Stradella con un tiro superbo per potenza e precisione la mandava nell’angolo opposto al portiere Bellotto (10’). Il gioco riprendeva con varietà di temi e con tale precisione di passaggi che il Vicenza non riusciva ad opporsi, sicché i grigi stazionavano a lungo in area, finché una perfetta intesa tra Sorgiu un pallone volante, un passaggio di questi a Pietruzzi con tiro verso la porta ed ecco un pronto intervento di Frugali che sospinge la palla in rete per la seconda volta. Al Vicenza si presentava un’ottima occasione di segnare, in una di quelle rare azioni che intrecciava, ma la precipitazione faceva fallire il tiro dell’ala Tomaselli. La superiorità dei grigi si accentuava concludendosi con una terza rete dovuta ad un lungo rinvio di Rosetta ripreso da Lushta che sorprendeva nettamente il portiere vicentino con un tiro improvviso (30’). Come ho detto, questo preiodo di tempo fu il più interessante della gara perché si vide non soltanto dell’ottimo giuoco da parte alessandrina, ma anche qualche energica puntata dei vicentini. Servì anche a mettere in evidenza la mobilità della mediana – Tortarolo, Rosetta e Coscia – e gli interventi tempestivi ed il gioco prettamente sistemista del giovane terzino Della Frera, nonché l’eclettica azione di Stradella e di Lushta ed il lavoro redditizio di Pietruzzi. Verso la fine usciva dal campo Sandroni e nella ripresa i vicentini giocavano in dieci uomini. Carraro retrocedeva mediano. Al 13’ Lushta, dopo un netto predominio grigio, con una serie di scarti batteva con un tiro fortissimo e per la quarta volta il portiere Bellotto. La partita da questo momento non aveva più storia. (Augusto Rangone, «Tuttosport», 22 settembre 1947) I biancorossi non hanno ripetuto la bella impresa dello scorso anno, in cui avevano riportato una significativa vittoria per due punti a zero, sull’allora sfasata compagine grigia, e la grave sconfitta odierna può trovare parte della sua giustificazione nell’assenza di Santagiuliana e nell’infortunio toccato a Sandroni. La mediana vicentina non è praticamente esistita, mancando al suo duplice compito: sorreggere la difesa e alimentare l’attacco. Questo, infatti, praticamente non è, nemmeno lui, esistito, poiché rare sono state le azioni offensive sviluppate dagli ospiti e pressoché inefficaci i tiri da vicino effettuati da Tomasella e Conti. In complesso il Vicenza non è apparso ancora in forma per fiato, addestramento e impostazione di giuoco, stilisticamente inferiore ai grigi, già pronti e pratici e risolutivi negli spunti finali. Oggi ha giocato a centro-mediano Rosetta e tutta la mediana ha funzionato a dovere, mentre l’attacco si è sbizzarrito in continui assalti alla rete di Bellotto che si è difeso brillantemente, salvando la sua porta da uno scarto ben più elevato di punti. La prima offensiva grigia parte da Tortarolo che sferra una cannonata da trenta metri sibilante a fil di palo; poi all’8’, su calcio d’angolo, tirato da Frugali, Stradella raccoglie al volo e saetta imparabilmente in rete. L’Alessandria continua a premere da tutti i lati e al 16’ un’irresistibile azione sviluppata da Pietruzzi, Sotgiu, Stradella è conclusa da Frugali che segna il secondo punto. Al 20’ si ha il primo tiro in rete di Tomasella, che converge verso il centro, ma il pallone finisce a lato. Al 29’ altra offensiva grigia e Lushta con una cannonata da venti metri sorprende Bellotto e segna il terzo gol. Nella ripresa riprende l’assedio alla rete del Vicenza che non disarma malgrado il caldo intenso, l’infortunio di Sandroni e lo scarto elevato dei punti che la separa dall’avversario. Tuttavia al 13’ Lushta segna il quarto punto per i grigi, con una stoccata perfetta. Si ha poi una fuga di Rebuzzi e Conti che mette lo scompiglio nella difesa grigia, spostata troppo in avanti. È un’azione pregevole, ma il tiro di Conti finisce al lato. Poi è Sperotto che imbecca Tomasella con un dosato pallone, ma l’ala destra vicentina, duramente fiancheggiata da Dalla Frera, calcia fuori. Al 29’ altra cannonata obliqua di Sotgiu a fil di palo; Bellotto, con un balzo felino devia in corner. All’ultimo minuto è ancora Sotgiu che sferra un tiro rasoterra che colpisce il palo e la palla finisce fuori. Anche Tortarolo e Stradella sono stati toccati duramente. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 22 settembre 1947) IL VICENZA BATTUTO PER 4-0 AD ALESSANDRIA Alessandria ha ritrovato la sua squadra. L’ha festeggiata con i mortaretti di quattro goals segnati in uno stile indiscutibile. E l’ha accompagnata con applausi per tutti i novanta minuti di una partita che ha visto un solo undici in campo: quello grigio. Il Vicenza ha le sue attenuanti: si chiamano Santagiuliana e Begnini, che mancavano ed avevano costretto i tecnici biancorossi a far debuttare Spanevello e Tomasella. Si chiamano Sandroni, infortunato e costretto ad uscire dal campo. Si chiamano infine «mezzo metodo», ma questa è una scusante che non scusa molto. Lo schieramento con i numeri 2, 3 e 6 sulla linea dei terzini ha le stesse caratteristiche del sistema vero e proprio ed in compenso sbilancia la squadra in diagonale, togliendone i pregi all’attacco. Tanto vale allora passare decisamente col sistema, oppure rimanere ancorati alle regole antiche. Lo schierarsi con uno stile né carne né pesce non ha giovato molto, anche se si può pensare che nel caso specifico questo accorgimento sia stato suggerito dall’intenzione di sfruttare al massimo il gioco di Grosso. Si ricorderà che questo terzino è stato corteggiato a lungo dalla Juventus, poi all’ultimo minuto non se ne è fatto più niente. Ieri l’aitante difensore ha giocato una sicura partita ed in mezzo alla sua squadra è stato il migliore, ma questo non vuol dir molto, come non significa granché lo scettro del monocolo nel regno dei ciechi. In sostanza il Vicenza è apparso una squadra tutt’altro che eccezionale, ma bisogna dire che ieri i grigi hanno giganteggiato. Le trame dell’attacco ricordavano di frequente le frasi più classiche di «gioco all’alessandrina»: palla a terra, passaggi precisi, lavoro sgobbone delle mezze ali. Stradella, il tanto vituperato Stradella, ha segnato una bella rete in apertura di gioco ed ha guidato delle azioni snelle e pericolose. Pietruzzi è stato infaticabile. Lustha firmava ogni suo intervento con una sola parola: classe. Un piacere a vederla, la difesa. Diamante ha avuto pochi interventi, ma si è fatto notare per i suoi lunghissimi rimandi alla Sentimenti IV, Della Frera e specialmente Di Gennaro sono in netto miglioramento. Autoritari e precisi Coscia e Tortarolo. Infine al centro della mediana ha debuttato Rosetta; se l’è cavata con tranquilla sicurezza. Da Novara e da Torino erano venuti parecchi amici a seguire con trepidazione la prima partita di questo strano giocatore apparentemente freddo ed invece molto sensibile, apparentemente impacciato ed invece lineare e preciso. Rosetta stesso ci diceva prima dell’incontro: «Devo giocar bene… devo…», ma si leggeva negli occhi la preoccupazione di non sfigurare. Un intervento acrobatico, di quelli che sono la sua specialità, l’ha subito rinfrancato. Altre precise entrate hanno fatto seguito e Rosetta è stato promosso a pieni voti. Che la giornata doveva andar bene si è visto subito. Dopo un paio di sgroppate dei due attacchi all’8’, su calcio d’angolo, Stradella colpiva la palla di mezzo volo e la insaccava imparabilmente: bel tiro e bel goal. Insistendo nello slancio, gli alessandrini segnavano altre due reti, con Frugali al 16’, dopo un’entusiasmante serie di passaggi Stradella-Sotgiu-Pietruzzi e con Lustha al 28’. Secondo il suo stile il mezzo sinistro grigio si «beveva» un paio di avversari e quindi lasciava partire la stangata decisiva. Verso la mezz’ora di gioco capitava a Sandroni una distorsione al ginocchio che riduceva ancor più l’efficienza dei vicentini. Il caldo opprimente incominciava a penare ed ancor più si faceva sentire nella ripresa, quando dalle due parti non si insisteva più nell’accanimento. Era ancora l’Alessandria a segnare una rete (con Lustha, che ripeteva l’azione ed il goal del primo tempo). Niente da stupirsi quindi se i tifosi grigi si fregavano allegramente le mani alla fine dell’incontro. E qualcuno mormorava: «Per di più domenica prossima avremo anche Martelli…». Pareva l’autentica immagine del cuor-contento. (Paolo Bertoldi, «Stampa Sera», 22 settembre 1947) Sole e grande caldo. È incompleto il Vicenza che ha fatto esordire in A Spanevello e Tomasella. Al 24’ del primo tempo esce Sandroni per 2’; lo stesso abbandona il campo al 35’ per una distorsione al ginocchio in seguito a scontro con Coscia. Carraro retrocede a mediano. Nella ripresa Tortarolo e Stradella per incidenti stanno fuori campo il primo 5’ e il secondo 8’. È un peccato che lo spazio non permetta di parlare ampiamente dell’Alessandria e del suo gioco. Basti dire che la superiorità dei grigi non è espressa tutta dal punteggio, anche se vistoso, perché se un appunto si può muovere oggi ad essa è ancora quello di non saper sfruttare tutti i palloni da rete. Nel tessere l’elogio dell’Alessandria bisogna tener presente il grande apporto dato da Rosetta il quale al suo esordio in grigio come mediocentro sistemista, ha fornito un’ottima prestazione. Molto migliorato il gioco di Di Gennaro e confermato il valore di Della Frera. Ma nel giudicare la squadra grigia occorre ancora andar cauti. L’incompletezza sin dalla partenza del Vicenza e l’incidente toccato a Sandroni hanno agevolato il compito dei grigi. I grigi hanno iniziato baldanzosamente e già all’8’ su angolo Stradella riprende un pallone sfiorato da Lushta e batte Bellotto. Al 15’ Stradella riprende un pallone sfiorato da Lushta e batte Bellotto. Al 15’ Stradella ancora si produce in un brillante a solo. Quindi passa a Sotgiu, da questi a Pietruzzi e Frugali che insacca. Magnifico. Al 24’ la terza rete di Lushta. Nella ripresa sono sempre i grigi che menano la danza. Dopo numerose azioni mancate, su attacco Frugali-Stradella-Lushta quest’ultimo chiude la segnatura. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 22 settembre 1947) DAL SUCCESSO CONTRO IL VICENZA ALLA PARTITA CON L'INTER Martelli non sarà “ grigio,, - Traini si avvicina - Domani formazione immutata Facce sorridenti all’uscita dal campo domenica scorsa, liete visioni, propositi ottimistici. Ci siamo, dunque, l’atmosfera è creata, non resta che migliorare con caparbietà e serietà d’intenti. La squadra ha filato bene, pur tenendo conto della modesta levatura dell’avversario, della sua formazione di ripiego; la tecnica alessandrina è affiorata per lunghi tratti, molti atleti sono già in perfetta efficienza, gli altri, ultimi arrivati, fanno progressi. Interessante il debutto di Rosetta quale terzino di centro sistemista. Questo ragazzo ha doti non comuni: calmo, tecnico, duro e forte cerne un macigno. Ha il senso della posizione, la visuale esatta del gioco. Tra qualche settimana, a posto con il fiato, sarà una colonna della squadra. Della Frera ha confermato la buona impressione suscitata contro la Juventus: non si può ancora affermare sia un asso, ha qualche difetto, ma tutto ci autorizza a sperare nel meglio. Vicino a lui Di Gennaro, dopo un quarto d’ora nero, ha dimostrato numeri sufficienti per dare ogni garanzia. Degli altri acquisti resta Frugali: un tono sopra la precedente esibizione, ma non ancora a posto. I vecchi «grigi» in forma: sopra tutti Pietruzzi, il tanto criticato Pietruzzi, il «monumento nazionale» come lo definiva puerilmente un giornale locale. Bravo Mario, hai fatto vedere a tutti come si gioca al calcio, come si stoppa la palla, come si passa. La squadra c’è, forte, nettamente superiore a quella dell’anno scorso per snellezza, velocità, manovra. Quando i sostegni laterali avranno assimilato bene il sistema, sarebbe ora, e avranno imparato ad inserirsi alla manovra d’attacco, il congegno della squadra potrà funzionare a dovere, sempre che Stradella dia un rendimento continuo (mezz’ora da campione domenica scorsa, poi… nebbia), e il tandem Lustha-Frugali fili come filava quello Lustha-Sotgiu delle ultime partite dello scorso campionato. Il quale Sotgiu è migliorato assai, è pericoloso, un assillo costante per la difesa avversaria. Centri il tiro e sarà un’ala a posto. (Enzo Garavelli, «Il Piccolo», 27 settembre 1947) RISULTATI: Atalanta-Internazionale 1-1 Bari-Torino 1-0 Genoa-Napoli 3-2 Juventus-Sampdoria 4-1 Lucchese-Bologna 1-0 Milan-Pro Patria 4-2 Modena-Fiorentina 1-1 Roma-Livorno 1-0 Salernitana-Lazio 2-0 riposa: Triestina CLASSIFICA: Genoa, Juventus, Milan 4; Atalanta, Fiorentina 3; Salernitana, Alessandria, Bari, Internazionale, Livorno, Lucchese, Modena, Roma, Torino 2; Triestina, Bologna, Pro Patria, Sampdoria 1; Lazio, Napoli, Vicenza 0. *: una gara in meno MARCATORI 3 gol: Dalla Torre (Genoa), Puricelli (Milan) 2 gol: Arpas (Juventus), Biavati (Bologna), Brighenti (Genoa), Frugali (Alessandria), Lushta (Alessandria), Morisco (Salernitana), Turconi (Pro Patria) Il punto sul campionato Dopo due giornate di campionato erano state tre le formazioni: la Juventus, autrice di una vittoria sonante contro la Sampdoria con le reti di Caprili, Cergoni, Depetrini e Boniperti, il Genoa che, al termine di una gara palpitante aveva avuto la meglio sul Napoli con le reti di Bergamo e doppietta Dalla Torre e il Milan che aveva avuto la meglio sulla Pro Patria: in gol Puricelli, doppietta, Annovazzi, e Degano. Il risultato a sorpresa della giornata era stato lo stop del Torino sconfitto a Bari dalla rete di Tavellin. Otto vittorie ottenute dalle squadre che disputavano le loro sfide in casa e due pareggi, nessun successo ottenuto in trasferta.