Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
28-09-1947 - Giornata: 3 - Milano - San Siro


Internazionale FC - Alessandria US 6 - 0 (1 - 0)
RETI: 38. Quaresima B. [In] , 62. Quaresima B. [In] , 67. Zapirain B. [In] , 70. Quaresima B. [In] , 79. Quaresima B. [In] , 86. Zapirain B. [In]

Alessandria US Diamante Luigi, Della Frera Giuseppe, Di Gennaro Silvio, Tortarolo Francesco, Rosetta Francesco, Coscia Aristide, Sotgiu Pietro, Pietruzzi Mario, Stradella Carlo, Lushta Riza, Frugali Fabio All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
INTERNAZIONALE FC: Franzosi; Marchi, Passalacqua; Fattori, Arezzi, Campatelli; Quaresima, Achilli (I) Camillo, Lorenzi, Fiorini (I) Gustavo, Zapirain. All.: Meazza Giuseppe.

Arbitro: Vannini Giuseppe (Bologna)
Note
Espulsi: 54’ Lorenzi [I] e Rosetta [A]. Infortunato: 14’ Passalacqua [I, passato all’ala sinistra]. Spettatori: 43.000. Incasso: 9.000.000 lire. Inizio gara ore 15:30.

Commento
La folla, giusta e ingiusta, esuberante e impulsiva, oggi ha il suo idolo. No, non è Quaresima, autore di quattro reti; non è neppure l’invadente Zapirain: è Lorenzi, il nuovo centrattacco neroazzurro. È questo giovane, quasi di primo pelo, che oggi ha fatto da giocatore e palleggiatore finissimo, la punta incisiva del nuovo Inter, che ha fatto scrosciare gli applausi e inturgidire le vene del collo dei 43 mila, levati come un sol uomo a farsi sfiatare i polmoni per applaudire il sospirato «messia», giunto a registrare il carosello dell’attacco milanese. Su una partita conclusasi sul 6-0 parrebbe non ci fosse molto da dire: invece non bisogna dimenticare che per quasi tutto il primo tempo si ebbe l’impressione che l’Alessandria potesse resistere anche se i milanesi andavano battagliando con agilità e cervello sano, anche se Arezzi sapeva resistere implacabile e solido come uno sbarramento e lavorarsi i suoi uomini, anche se Lorenzi arrivava laggiù, a ridosso di Diamante con certi dribblings effervescenti che facevano trattenere il fiato ai suoi avversari e Fiorini giungeva pericolosissimo a sostenere i compagni. Volti chiari e sorridenti sugli spalti. «Abbiamo la squadra, lo squadrone» dicevano; ed ecco al 7’ Fiorini I, si palleggia con eleganza la sfera e la manda in rete. Ringoiate, o tifosi, la vostra esultanza, perché Vannini il tanto discusso e rimbrottato arbitro, ha visto bene il fuorigioco ed il gol è annullato. Non c’è tempo per il rammarico perché Lorenzi manda in visibilio. Ma ecco sopraggiungere un’altra amarezza. Passalacqua esce al 14’ in seguito ad una contusione al torace e quando rientra passa all’ala sinistra, mentre Campatelli retrocede terzino e Fiorini I si sposta a mediano e Zapirain alla mezz’ala. L’Inter gioca poggiando su dieci uomini effettivi, il che non le impedisce di comandare e al 38’ ecco la prima rete di Quaresima che intercetta un passaggio di Passalacqua e segna. Nella ripresa l’Inter rivoluziona nuovamente la compagine all’attacco. Si presenta nel seguente ordine: Passalacqua, Quaresima, Lorenzi, Fiorini I e Zapirain. Al 9’ succede il fattaccio della giornata: Lorenzi, in fuga, arriva addosso al portiere buttandosi in tuffo. Rosetta crede lo abbia colpito e si mette a fare del pugilato contro il centroattacco avversario, il quale schiva e null’altro. Ma l’arbitro espelle ambedue fra le proteste accese del pubblico. Si riprende il gioco: Quaresima segna al 16’ in seguito ad un errore di Tortarolo; Zapirain mette in rete al 21’ battendo un corner con un tiro abilmente angolato. Poi Quaresima ripete un’altra fuga al 24’ aumentando il bottino. E ancora al 33’ si sorbisce Di Gennaro e manda in rete. Ma la serie viene chiusa al 40’ con Zapirain che scarta Della Frera e manda in rete da due passi. (Piero Monti, «Corriere dello Sport», 29 settembre 1947) Sei reti di scarto sono senz’altro una misura eccezionale. Logico dunque attendersi per lo meno l’apologia della squadra che tanto ben di Dio ha saputo combinare. Invece no. Anche questa volta non possiamo esaltare la squadra di Meazza, perché anche questa volta non abbiamo avuto la fortuna di vederla. Dopo le prime battute, infatti, in uno scontro con Tortarolo, Passalacqua ebbe la peggio: uscì dal campo per rientrarvi dopo circa dieci minuti in condizioni ideali per passare all’ala e fare il… morto. Il terzino, infatti, diventava ala sinistre e l’Inter assumeva uno schieramento di fortuna che arieggiava il sistema; il giuoco di squadra venne, naturalmente, a mancare. Fattori e Campatelli diventarono terzini sistemisti; Marchi centrosostegno; Arezzi e Fiorini mediani; Zapirain ed Achilli mezze ali. Al centro giocava per la prima volta il giovane Lorenzi, che in poche battute conquistava la simpatia e l’ammirazione della folla per le sue qualità di combattente e soprattutto per lo scatto veramente notevole e il senso della rete. Con siffatto schieramento l’Inter, sistemista sui generis, si batteva bene contro l’Alessandria completa nei ranghi, ma non molto meglio dell’Inter impostata per quanto riguarda il sistema. Le azioni alterne del primo tempo, ma molto ben congegnate, fruttano all’Inter, che prevale leggermente malgrado l’inutilità di Passalacqua, una rete al 37’. A conclusione di un’azione condotta in area dei grigi da Achilli, Passalacqua e Lorenzi, Quaresima, favorito da un momento d’indecisione di Diamante, altre volte così pronto e tempestivo nell’uscire, interveniva e segnava da pochi passi. Un gol di Lorenzi annullato dall’arbitro per fuori giuoco; due pali dell’Alessandria, uno di Pietruzzi, l’altro di Sotgiu. Fin qui, dunque, tutto regolare: due squadre impegnate, ma non eccessivamente brillanti. Regolare anche il punteggio. Poi venne la ripresa e tutto si capovolse. Esattamente all’8’ (Passalacqua ora era ala destra e Quaresima interno), il guizzante Lorenzi s’incuneava nell’area alessandrina e non poteva fare a meno di urtare Diamante coraggiosamente uscito dai pali a cercargli la palla sui piedi. Il portiere grigio rimaneva a terra, mentre Lorenzi si allontanava tranquillamente: Rosetta, forse credendo che il centrattacco nerazzurro avesse calciato con intenzione, lo raggiungeva e gli assestava un calcio. Nacque il solito tafferuglio con l’intervento di tutti i giocatori e dell’arbitro, il quale alla fine espelleva tanto Rosetta che Lorenzi. Forse Lorenzi, che si era limitato a difendersi, non meritava simile trattamento; per il pubblico il centrattacco era senz’altro innocente, sicché il malumore esplose: volarono con i soliti cuscini, cori di fischi e parolacce all’indirizzo dell’arbitro. Mancava praticamente Passalacqua, usciva Lorenzi, il più pericoloso attaccante: l’Inter avrebbe avuto la peggio. Sembrava logico pensare così. Invece dopo le prime battute (per fortuna dei nerazzurri e forse… dell’arbitro) non si tardò a capire che i più danneggiati erano proprio i grigi. L’Alessandria, infatti, senza il perno fin’ per smarrire del tutto la già scarsa coesione. L’incontro si basava ora sugli spunti individuali dei giuocatori e nei duelli diretti i nerazzurri, galvanizzati anche dalla pretesa ingiustizia e dalle calde esortazioni del pubblico, ebbero costantemente la meglio e giuocarono gli avversari con facilità irrisoria. Fattori, Fiorini, Campatelli, Achilli, Zapirain manovravano con calma e a loro agio; Arezzi – buon combattente seppure non ancor perfettamente a posto – si mise lui pure in luce e Quaresima diventò l’uomo di punta risolutore delle frequentissime puntate d’attacco. In porta Franzosi e nelle immediate vicinanze Marchi, vigilavano con bravura e l’Alessandria un po’ tarda nel risolvere, fra l’altro, non poté chiudere che con tre pali all’attivo e sei gol all’passivo. Ad eccezione delle due reti di Zapirain scaturite una direttamente su calcio d’angolo al 21’ (tiro perfettamente angolato che batteva sul montante sinistro prima di guizzare in rete); l’altra su azione personale (fuga dal limite del campo, lotta con Della Frera, gol da pochissimi passi) ad eccezione di queste due reti, dicevamo, i gol dell’Inter vennero segnati tutti da Quaresima e tutti nell’identica misura: rapido traversone, lancio in profondità, breve lotta con l’avversario diretto (che non era mai il medesimo dati i continui spostamenti degli attaccanti nerazzurri ed il sommario marcamento dei grigi), e fuga a rete; uscita di Diamante a cui non rimaneva altra alternativa, e gol facile. Uno al 16’ su lancio di Fiorini; uno al 24’ su lancio di Zapirain; l’ultimo infine al 33’ ancora su lancio di Fiorini: passare attraverso la difesa grigia era uno scherzo. È possibile dopo ciò giudicare le squadre? Non ci sembra, perché l’Inter fu subito menomata dall’infortunio toccato a Passalacqua, e l’Alessandria perdette addirittura le staffe dopo l’espulsione di Rosetta. Nel confronto diretto comunque i nerazzurri risultarono nettamente superiori agli avversari sbandati in difesa e poco conclusivi all’attacco, dove neppure il tiratore Lushta sembrò pronto a risolvere. Anche l’arbitro, prima abbastanza sicuro, divenne incerto dopo l’espulsione dei due litiganti e infilò una lunga serie di papere. (Franco Brera, «Tuttosport», 29 settembre 1947) Attorno a San Siro una spanna d’acqua, causa lo straripamento d’una raggia. Acrobazie per raggiungere le tribune. In campo al 12’ s’è registrato l’infortunio di Passalacqua, rimasto fuori circa 5’ per rientrare all’ala sinistra; retrocedono Fiorini mediano, Campatelli terzino. Nella ripresa, in seguito a scontro Lorenzi-Diamante, questi, colpito di striscio, ha la peggio; Rosetta vede il compagno a terra e affronta Lorenzi coi pugni alzati; questi schiva due o tre colpi, poi ci sembra abbia reagito, ma la schermaglia tra… l’«aggressore» alessandrino e il nerazzurro che si difende la vedono tutti e l’arbitro interviene espellendo l’uno e l’altro, fra il clamore e le ire del pubblico e lancio di qualche cuscino. Sull’alessandrino peserà di più la mano dei giudici? È andata così. Nessuno si aspettava tante reti e in verità l’Alessandria non meritava tanto distacco, ma nel complesso il risultato dice quanta poco consistenza avessero le azioni dei grigi nel confronto della incisività di quelli nerazzurri. Ma, intendiamoci, la partita non è andata liscia e, come sopra abbiamo detto, due incidenti ne hanno falsato l’andamento. Con il primo infortunio di Passalacqua, costretto all’ala, l’Inter ha perduto una buona pedina all’attacco. Nella ripresa si presentava con Passalacqua ala destra, Achilli laterale sinistro, Campatelli terzino e il ripiego è parso migliore del primo. Le due squadre facevano scintille, la squadra era emozionante ed equilibrata e prometteva di rimanere tale per un pezzo, se un ulteriore incidente non avesse irrimediabilmente prostrato la squadra che era già in svantaggio, privandola del suo miglior difensore, sia pure in corrispondenza dell’uscita del miglior attaccante nerazzurro. Veniva così a mancare uno dei più bei numeri di spettacolo: il duello Rosetta-Lorenzi. Il pubblico aveva più volte applaudito il nuovo centravanti dell’Inter e qualcuno dopo la partita diceva giustamente, premettendo le dovute riserve, trattarsi del più bel centravanti che l’Internazionale abbia messo in campo dopo Meazza. Per le verità lo scatto, certe mosse feline, certi arresti sul terzino e portiere hanno ricordato al pubblico il Meazza dei diciotto anni. Anche Quaresima però, più fortunato e più a suo agio da centravanti (all’ala era apparso impacciato e tardo), doveva farsi onore nella ripresa e, con maggiore esperienza, approfittando della demoralizzazione dell’avversario, emulava l’ex empolese. Anche la mediana con Arezzi al centro e Campatelli a laterale è apparsa solida e continua nel rendimento, grazie anche al grande apporto di Fattori. Ottimi Marchi e Franzosi. Reparto per reparto quindi e ancor più individualmente l’Inter ha soddisfatto. Non però nella stessa misura nell’insieme. Come squadra c’è ancora del cammino da fare per appagare i gusti più raffinati. Contro un’Inter comunque già salda, svelta e intraprendente, che in difesa aveva trovato l’antidoto al sistema, l’Alessandria aveva tenuto bene il campo mettendo all’attivo due pali (Sotgiu e Stradella) e un maggior numero di angoli, ma dovendo sviluppare un lavoro più in funzione della difesa che dell’attacco, più a metà campo che in area avversaria. Troppo in linea il lavoro fra Lushta (ottimo) e l’attivo Pietruzzi, lavoro che doveva dirigersi in profondità per far fuggire le ali, delle quali Sotgiu è stato il migliore. Ingrato il compito di Tortarolo e Coscia nel tamponare le irruzioni nerazzurre, sui quali unitamente ai tre difensori (grande Rosetta) gravava il maggior pondo della gara. Nella ripresa l’Alessandria, via Rosetta, ha ceduto come di schianto, demoralizzata. Saltiamo a piè pari le numerose azioni degne di nota per far cenno ai sei gol. Primo (38’ del primo tempo): la palla percorre l’intera linea nerazzurra; Achilli, «Zapi», Passalacqua radente passa davanti a Lorenzi che sbaglia, irrompe Quaresima (Diamante poteva uscire, ma esitò), gol. Secondo (17’ della ripresa): su contropiede Fiorini allunga a Quaresima, Pietruzzi penultimo baluardo cade e Diamante non può più parare. Terzo (22’): tiro di Quaresima deviato a stento in corner che viene battuto da «Zapi», tiro tagliato, Diamante sfiora, palla nel sacco. Quarto (25’): azione Achilli-Fiorini, Zapirain-Quaresima, in profondità; i grigi sperano nel fuori gioco che non c’è, esce Diamante e Quaresima non perdona. Quinto (34’): Fiorini allunga a Quaresima, ripicco della palla con Di Gennaro; ha la meglio il nerazzurro che segna da otto metri. Sesto (41’): Achilli fornisce Zapirain che raccoglie a fondo campo, insiste e infila fra terzino e portiere in uno spiraglio fra Diamante e il palo. Ma che dire dei gol sventati da Diamante con prodigioso intuito? Il primo salvataggio al 27’ era venuto su azione di Zapirain e tiro da cinque metri e il secondo su un’acrobazia da torero di Lorenzi: terzino fintato, a terra, portiere attirato, ma che con la mano arriva a salvare. Pubblico in piedi: capolavoro mancato. (Luigi Grassi, «La Gazzetta dello Sport», 29 settembre 1947) ESPULSO ROSETTA L'ALESSANDRIA CROLLA Questa prima vittoria dell’Inter è andata al di là delle previsioni, ha sbalordito l’enorme folla ed ha lasciato tutti perplessi. Il punteggio è troppo torte per essere preso sul serio e difatti l’episodio che all’inizio della ripresa ha innervosito la folla è valso in definitiva a far perdere la bussola all’Alessandria, che privata di Rosetta ossia della sua cerniera-base ha risentito anche dell’eccitazione generale. Già al 17’ un tiro fortissimo di Pietruzzi schizzava sulla traversa e chissà quale piega avrebbe preso l’incontro se il goal fosse stato segnato, tanto più che l’Internazionale era rimasta praticamente con 10 uomini perché Passalacqua, contuso in un’entrata (con sospetta incrinatura al una costola) si vedeva costretto a fare da comparsa all’ala sinistra. Al 37’, però, proprio Passalacqua inerte e innocuo ma sempre controllato da Della Frera per le esigenze del sistema (due uomini perduti) riusciva a toccare il pallone mandandolo al centro, dove da una mischia confusa si faceva luce Quaresima che dal basso ficcava in rete. All’8’ della ripresa la svolta nevralgica dell’incontro: Lorenzi colpiva Diamante uscitogli incontro alla disperata e mentre il portiere rimaneva a terra esanime – riavutosi però quasi subito – Rosetta non poteva fare a meno di scagliarsi sul centro avanti nero-azzurro. Intervento dell’arbitro ed espulsione salomonica di entrambi. Cinque goals entravano uno dopo l’altro nella porta dei grigi: al 10’ con Quaresima, al 20’ con Zapirain, al 23’ ed al 33’ ancora con Quaresima e al 38’ con Zapirain. Sul finire un tiro poderoso di Stradella a portiere battuto veniva respinto dal palo. Tre pali potevano ridurre lo scarto; ma il sunto dell'incontro illustra come le sorti siano precipitate dopo l’espulsione di Rosetta e Lorenzi. (F.O., «Stampa Sera», 29 settembre 1947) CHIUSA LA PARENTESI DI MILANO I "GRIGI" SI PREPARANO AL BOLOGNA In sostanza, metodo o sistema? - Corno è o a dota la squadra contro l'Inter — L-a squalifica di Rosetta - Domani al Moccagatta il Bologna Sono note le cause che hanno provocato il disastro di domenica scorsa a Milano: i grigi, contro un’Inter ridotta a dieci uomini per una contusione di Passalacqua, agli attacchi nerazzurri rispondevano con contrattacchi discreti. Occasioni da goal ve ne furono, ma la cattiva giornata di Stradella e Frugali, la poca mobilità di Lustha, l’imprecisione nel tiro di Sotgiu non permisero alcuna segnatura. Venne il primo goal di Quaresima, indi la fine del primo tempo. La nostra impressione nell’intervallo era più di dubbio che di sicurezza perché ci sembrava che diversi giocatori fossero già scoppiati per lo sforzo sostenuto. Il fattaccio-Rosetta tramutò il dubbio in certezza: la squadra si sfasciò di colpo e fini alla mercé dei nerazzurri. E qui occorre fare una domanda all’allenatore: espulso Rosetta si trattava di sostituirlo. Perché proprio con Tortarolo che era il più scoppiato (si vedeva dalla tribuna) e per di più, ci dicono, non stava bene, anziché con Pietruzzi, il più efficiente, o con Coscia? Si vide subito il risultato: Tortarolo non si reggeva in piedi letteralmente e Quaresima segnò altre tre reti scorrazzando comodamente dinanzi a Diamante. Tutto era a catafascio, non parliamo di sistema, per carità: Di Gennaro perse la bussola, Della Frera si imbambolò e l’Alessandria incassò sei reti. (Enzo Garavelli, «Il Piccolo», 4 ottobre 1947) RISULTATI: Bari-Roma 2-1 Bologna-Atalanta 3-1 Fiorentina-Milan 2-1 Genoa-Juventus 2-3 Lazio-Modena 1-0 Livorno-Triestina 2-1 Pro Patria-Sampdoria 1-0 Torino-Lucchese 6-0 Vicenza-Salernitana 2-0 riposa: Napoli CLASSIFICA: Juventus 6; Fiorentina 5; Bari, Genoa, Internazionale, Livorno, Milan, Torino 4; Atalanta, Bologna, Pro Patria 3; Salernitana, Alessandria, Lazio, Lucchese, Modena, Roma, Vicenza 2; Triestina, Sampdoria 1; Napoli* 0. *: una gara in meno MARCATORI: 5 gol: Quaresima (Inter) 4 gol: Dalla Torre (Genoa) 3 gol: Biavati (Bologna), Boniperti (Juventus), Puricelli (Milan), Turconi (Pro Patria) 2 gol: Amadei (Roma), Annovazzi (Milan), Arpas (Juventus), Astorri (Atalanta), Brighenti (Genoa), Frugali (Alessandria), Gabetto (Torino), Loik (Torino), Lushta (Alessandria), Mazzola (Torino), Morisco (Salernitana), Tontodonati (Bari), Zapirain (Inter) Il punto sul campionato Al termine di una lotta accanita da cima a fondo, con il risultato incerto fino all’ultimo minuto, la Juventus era uscita vincitrice dalla sfida contro il Genoa mantenendosi a punteggio pieno in vetta alla classifica di Serie A con un punto di vantaggio sulla Fiorentina che era riuscita ad imporsi sul Milan con i gol di Marchetti e Suppi. Era tornato al successo il Torino che aveva nettamente battuto la Lucchese con la doppietta di Loik, Mazzola, Gabetto, Ballerin e Castigliano. Il Livorno, di misura si era aggiudicato la sfida contro la Triestina cosi come il Bari opposto alla Roma. In ultima posizione il Napoli che non era sceso in campo per via del turno di riposo.