Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
05-10-1947 - Giornata: 4 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Bologna FC 0 - 2 (0 - 1)
RETI: 12. Baiocchi G. [Bo] , 90. Baiocchi G. [Bo]

Alessandria US Diamante Luigi, Della Frera Giuseppe, Di Gennaro Silvio, Gallea Cesare, Tortarolo Francesco, Coscia Aristide, Sotgiu Pietro, Pietruzzi Mario, Stradella Carlo, Lushta Riza, Frugali Fabio All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
BOLOGNA FC: Vasirani, Spadoni, Ricci, Cingolani, Sárosi (II) Béla, Marchese, Baiocchi, Cappello (IV) Gino, Arcari (IV) Bruno, Gritti, Taiti. All.: Lelovics Gyula

Arbitro: Cicardi Gino (Lecco)
Note
Angoli: 3-3. Spettatori: 11.000. Incasso: 2.300.000 lire. Tempo e campo ottimi. Inizio gara ore 15.30

Commento
I GRIGI ATTACCANO E IL BOLOGNA SEGNA I rossoblù, pure mancanti di Biavati, bene sostituito da Baiocchi, hanno vinto in virtù di un gioco duro, veloce e tenace. Essi hanno segnato di sorpresa, fulmineamente, quasi in apertura di gioco, con Baiocchi che concludeva una rapida fuga sviluppata da Cappello e da Gritti, saettando in rete nell’angolo altro, alla destra di Diamante. Punto magnifico per rapidità e precisione d’azione che metteva in orgasmo gli attaccanti grigi che già avevano più volte bersagliato la rete di Vasirani, inutilmente. Il Bologna ne approfittava per distendersi all’attacco, sorretto dal magnifico Sárosi, dominatore in campo con la sua onnipresente figura atletica. Cappello, Arcari e Taiti impegnavano sovente l’estrema difesa avversaria che reggeva magnificamente alle ondate rinnovantisi dei bolognesi. Al 20’ ancora Baiocchi effettuava un tiro obliquo da pochi passi; Diamanti benché spostato, riusciva a deviare la sfera di cuoio in angolo. Dopo la mezz’ora l’Alessandria riprendeva a dominare a metà campo, ma poi il gioco diveniva lento e per nulla incisivo in area di rigore. L’attacco grigio insisteva troppo in passaggi rendendo così più agevole il compito dei difensori rossoblù. Si registrava, tuttavia, un fulmineo rasoterra sferrato da Lushta, ma era respinto. Una cannonata di Stradella era deviata in corner e una stoccata, ancora di Lushta, finiva sulla traversa. Ad un minuto dalla fine del tempo nuova tremenda mischia sotto la rete di Vasirani; un ultimo guizzo di Lushta e la palla era in rete, ma l’arbitro annullava per precedente fallo sul portiere. La ripresa veniva giocata quasi ininterrottamente in campo bolognese e la difesa rossoblù non crollava, oltreché per la perizia e l’abilità dei propri giocatori anche per la manifesta lentezza ed indecisione degli attaccanti grigi che si sono trovati dieci, venti, trenta volte in area di rigore avversaria senza riuscire a concludere. Stradella si vedeva respinto un pallone dal palo dopo una rapida azione. Poi era il portiere che, già battuto, riusciva ancora a distendersi e ad agguantare un rotolante pallone che si avviava verso la rete. Né Lushta (Vasirani era piazzato dalla parte opposta, inerte spettatore) aveva migliore fortuna: il pallone picchiava sullo spigolo del palo e schizzava beffardo fuori. Tutto era inutile. Il pubblico cominciava a sfollare quando ad un minuto dalla fine Stradella, a pochi passi dalla rete, veniva atterrato irregolarmente, ma il fallo non veniva punito. Proprio allo scadere del tempo, Baiocchi, che già era stato fermato irregolarmente altre due volte nelle sue fughe impressionanti, giungeva a pochi metri da Diamanti; questi usciva dai pali per ostacolare l’azione risolutiva: entrambi finivano a terra mentre il pallone varcava la linea fatale. È stata, questa, la mazzata finale, l’ultima beffa della giornata che ha messo a dura prova i nervi della folla eccitata e delusa per l’immeritata sconfitta della propria squadra. Effettivamente il Bologna è apparso, come levatura tecnica e stilistica, superiore all’Alessandria. Più aitante nella struttura fisica e nei singoli atleti, il Bologna è stato nettamente più deciso e pratico, specie all’attacco, nelle azioni risolutive, mentre gli alessandrini hanno peccato ancora una volta di decisione all’attacco, pur prodigandosi fino allo stremo delle loro forze. I migliori della compagine alessandrina sono stati Della Frera, Tortarolo e Stradella. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 6 ottobre 1947) C’è stato un periodo, nel secondo tempo – approssimativamente dal ventesimo al quarantesimo minuto – che la palla è parsa stregata. Stregata, intendiamoci, per gli undicimila spettatori alessandrini che spasimavano sugli spalti e non sapevano più cosa gridare al loro giocatori. La palla era sempre lì nei pressi immediati della porta di Vasirani, sospinta e respinta da otto, dieci piedi; sembrava sempre «dentro» e non entrava mai. Si deve ammettere senz’altro che, quella di ieri, per i grigi (e più ancora per i loro tifosi) e stata una partita «irritante». Dare tutta l’anima nel gioco, sfiorare più volte il successo e vederselo sfuggire per circostanze – lo abbiamo visto – non sempre dipendenti da loro, è cosa che irrita e demoralizza. Finora abbiamo parlato di «sorte» nei confronti dell’Alessandria ed in effetti bisogna dire che i grigi non furono protetti dalla Dea fortuna. Con altrettanta sincerità, si deve però aggiungere subito che, nel complesso, l’Alessandria non è apparsa ieri quale la si attendeva. È una squadra ultra dinamica e aggressiva, una squadra che fa gioco e piace per il suo slancio generoso, ma che non «rende» quanto dovrebbe. Il Bologna ha vinto praticamente l’incontro nel primo tempo. L’allenatore Felsner, prima della partita, ci aveva detto che la squadra non era ancora a posto. Effettivamente i rossoblù sono lontani dalla forma migliore. Nel primo tempo, dunque, furono i bolognesi ad andare subito all’attacco giungendo, dopo undici minuti, a segnare per merito di Baiocchi, il veloce e scattante sostituito di Biavati. Proprio all’ultimo minuto si verificava un’azione che per poco non fruttava un gol agli alessandrini. Su tiro di punizione di Di Gennaro si accendeva una mischia dinanzi a Vasirani e da un piede all’altro il pallone finiva in rete. Ma l’arbitro aveva fischiato un attimo prima un fallo di Sotgiu sul portiere e perciò niente da fare. Altra fisionomia la ripresa. Sono i grigi ora ad attaccare e senza risparmio di energie. Sono tutti sotto la porta di Vasirani e le mischie, interrotte da isolate pericolose puntate in campo avversario degli avanti bolognesi, non si contano più. Il pubblico è tutto in piedi. Incomincia il periodo della «palla stregata». Ecco i due «pali» su fortissimi tiri di Stradella e Lushta, ecco altre cannonate degli avanti grigi. Ma la palla non passa. Il Bologna si difende disperatamente. Qualche fallo rossoblù non è notato dall’arbitro. Finché al 44’, in una ennesima fuga, Baiocchi viene a trovarsi solo davanti a Diamante. Questi gli corre incontro, ma il bolognese lo scarta e spedisce debolmente in rete. Gol. (Aldo Marsengo, «Stampa Sera», 6 ottobre 1947) Dire che la nuova sconfitta è stata un’altra dolorosa mazzata per l’Alessandria è affermare una verità lapalissiana. Sostenere invece che il risultato rispecchia l’andamento del gioco è andare completamente contro la realtà. Il Bologna ha avuto il merito di adottare la tattica che più gli si addiceva collocando fra i terzini l’attivissimo Sárosi e retrocedendo quasi costantemente alla mediana Arcari. Ed è stato poi vivacissimo nel difendere il minimo vantaggio conquistato con un tiro perfetto, ma anche fortunato, di Baiocchi. Tolto ciò non ha dimostrato di essere una squadra capace di ripetere sovente il colpo riuscito ad Alessandria, basti dire che tutte le volte – e sono state parecchie – che il suo trio di attacco ha avuto il destro di presentarsi davanti alla porta alessandrina quasi sguarnita perché tutti i grigi erano all’attacco, non ha mai saputo approfittarne. Si dirà: cosa ha mai fatto di buono la squadra grigia? Malgrado l’assenza di Rosetta, ha fatto molte cose egregie ed ha dominato per 75 minuti. Con tutto ciò il Moccagatta potrà diventare ancora terreno di conquista finché l’attacco non saprà concludere con profitto il buon lavoro costruito da tutta la compagine. Se a ciò si aggiungerà anche la sfortuna e qualche decisione, molto discutibile, dell’arbitro, non ci sarà che da aspettarsi il peggio. Oggi poi Cicardi ha, oltre il resto, annullato all’Alessandria una rete che, a detta di tutti, aveva il crisma della piena regolarità. Ma è andata così e non ci sentiamo di mortificare di più con le nostre parole i già letteralmente stroncati grigi. Preferiamo attenerci ai più salienti accenni della cronaca. Dopo azioni alterne, al 12’ di gioco Baiocchi, svincolatosi da Di Gennaro, sferra da 25 metri un forte e preciso tiro diagonale e Diamante, accecato dal sole, vede la palla quando essa è già in rete. Da questo momento il Bologna stringe le maglie della difesa e andrà all’attacco solo in azioni di contropiede, tutte infruttuose. Al 37’ Vasirani si salva miracolosamente da un colpo di testa di Frugali e al 45’ su fallo di Cingolani su Lushta, batte la punizione Di Gennaro. Sulla conseguente azione, Stradella segna di testa, ma Cicardi annulla il punto per preteso fallo di Frugali sul portiere. Nella ripresa l’Alessandria è sempre all’attacco, ma le è fatale l’indecisione sotto porta, al 24’ e al 25’, prima di Stradella e poi di Lushta a portiere battuto. I grigi, tutti in area avversaria nella disperata ricerca del pareggio, sono sorpresi, come spesso avviene, da un lungo rinvio che perviene a Baiocchi, liberissimo e solo. Il bolognese questa volta non può sbagliare e facilmente raddoppia il vantaggio. Poi la fine. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 6 ottobre 1947) Due a zero. I tifosi alessandrini erano sbalorditi. La squadra grigia aveva attaccato almeno ottanta minuti su novanta, aveva quasi soffocato l’avversario con una stretta che non s’era allentata mai; occasioni ne aveva create a getto continuo, due volte il palo aveva respinto tiri che già parevano in bersaglio e alla fine… ecco la vittoria dell’avversario. Il loro malumore esplose come se l’avesse acceso una miccia; e se la pigliarono con l’arbitro. Immediatamente prima del secondo goal bolognese, in uno dei tanti assalti alla rete avversaria, il centravanti alessandrino era stato atterrato in area. Ma forse diciamo male che era stato atterrato perché l’affermazione presumerebbe già una colpa. Egli poggiava la schiena contro il petto di un difensore; c’erano due pressioni contrarie che tentavano di sopraffarsi. Stradella, in quel giuoco di attriti ebbe la peggio e andò a terra. Aveva colpa il difensore bolognese? E quando un giuocatore volta la schiena all’avversario e gli si poggia contro si può ritenere che la sua azione minacci direttamente la porta? Il giudizio dell’arbitro fu di assoluzione; quello del pubblico di condanna. Il fatto… o fattaccio era avvenuto in una delle venti o trenta mischie che si erano formate davanti la porta di Vasirani. Allontanato l’attacco si profilava l’azione del secondo goal rossoblù di cui diremo più avanti. La partita finiva un minuto dopo. Si sa, l’ultimo episodio di una partita è quello che resta inchiodato nelle menti degli spettatori. E il pubblico ebbe l’impressione che dalla possibilità di un pareggio la squadra grigia fosse passata, per una sconfitta arbitrale, ad una sconfitta aggravata. Il giudizio sentimentale è qualcosa di diverso dal giudizio logico. C’è una ragione che può spiegare il risultato e quando i tifosi alessandrini, che di giuoco se ne intendono, ripenseranno alla partita, forse troveranno che la loro squadra ha giuocato un po’ con la testa nel sacco, che anche il risultato apparentemente più ingiusto ha una sua spiegazione e che bisogna non inveire contro i presenti responsabili ma piuttosto meditare e pensarci per un’altra volta. Ed ecco le spiegazioni. Il Bologna ha iniziato la partita con uno schieramento che doveva disorientare l’avversario. Quattro soli attaccanti, il centravanti sulla linea del centromediano, il mediano destro su quella dei terzini come difensore volante. A tutta prima si pensò che intendesse lanciare uno schieramento d’attacco a imbuto per risucchiare il centromediano avversario, ma presto si vide che Arcari, a cui era stato assegnato il numero 9, era non più un attaccante ma un mediano con compiti prevalentemente distruttivi. Questo schieramento toglieva al centromediano grigio un punto di appoggio per il suo gioco non solo, ma distraeva almeno uno dei due mediani laterali dalla sua funzione di collaborazione con gli avanti in quanto il Bologna giuocando con quattro attaccanti, tutti pericolosi, praticamente era per il centromediano grigio come se giuocasse con due centravanti. Una delle due mezze ali poteva essere sua; l’altra doveva essere affidata ad uno dei due laterali. La tattica tendeva evidentemente a minare l’efficienza del sistema. Nel primo tempo la funzione di guardiano era assunta da Gallea, nel secondo da Coscia, e non era che verso la fine, quanto i quattro avanti bolognesi erano effettivamente ridotti a due (Gritti scassato e Cappello abulico) ché i due laterali poterono piantarsi alle spalle dell’attacco, senza preoccupazioni difensive, solamente tesi ad irrobustire ed arroventare l’offensiva. Ma a questo punto la squadra bolognese aveva del tutto abbandonato a se stessi i quattro avanti e formava argine al limite dell’area. Più nessun collegamento fra attacco e difesa, trenta metri di terreno libero, ma superati quei trenta metri si ergeva una difesa che possiamo dire imponente. Con un po’ più di fortuna l’Alessandria avrebbe segnato egualmente, ma bisogna dire che, tatticamente, essa non riuscì mai ad aver ragione di quella difesa manovrata dei rossoblù, una difesa condotta da uomini esperti, tanto più calmi quanto più erano nervosi gli avversari, tutti eccellenti tempisti, tutti colpitori infallibili. Ancora grande questo vecchio Bologna, e guidato da un uomo sagace! Da queste note preliminari già si delinea l’andamento della partita: l’Alessandria tutta tesa all’offensiva, con uno slancio incontrollato, un giuocare a testa bassa contro un muro; il Bologna tutto attento a distruggere ed a cogliere l’avversario di sorpresa. Bisognava vede come lavoravano quei quattro attaccanti rossoblù. Speculavano sugli errori di piazzamento, sulle respinte mal riuscite, sugli allunghi dei compagni. Non un gran giuoco, piuttosto degli scampoli di giuoco, ma scampoli di valore […]. (Ettore Berra, «Tuttosport», 6 ottobre 1947) BISOGNA RITORNARE AL METODO La sconfitta col Bologna dovuta in parte al "sistema" - Domani col Genova rimaneggiata la prima linea - Ritorna il vecchio triangolo Lustha, Coscia e Sotgiu Anche il Bologna ha mietuto al campo Moccagatta, ma prima di analizzare lo svolgimento della partita e le cause della sconfitta dobbiamo affermare che la sfortuna ha voluto influire decisamente nell’esito della contesa. Settanta minuti di attacchi incessanti, sia pure disordinati, due pali irresistibili di Stradella e Lustha quando il Bologna si difendeva come poteva e conduceva con una sola rete all’attivo, l’assenza forzata di Rosetta sono indubbiamente elementi che ribadiscono la nostra affermazione. La «scalogna» ha un’importanza decisiva in tutte le cose del mondo e in ispecial modo negli sports. Scalogna a parte, dobbiamo riconoscere che la squadra non sa applicare il sistema specialmente in difesa e che pertanto gli avversari, se veloci e scattanti come Baiocchi, possono agevolmente arrivare addosso al portiere e batterlo con irrisoria facilità. Di Gennaro ha sulla coscienza le due reti del Bologna e possiamo ringraziare l’ala destra rossoblù se i goals segnati dalla squadra petroniana sono stati soltanto due. La Lega Nazionale ha inflitto all’Alessandria la multa di 30 mila lire, di cui 10 mila per infrazione alle norme che vietano l’accesso di estranei agli spogliatoi e 20 mila lire per contegno gravemente scorretto del pubblico nei confronti dell’arbitro in occasione della partita col Bologna. (Enzo Garavelli, «Il Piccolo», 11 ottobre 1947) RISULTATI: Internazionale-Sampdoria 4-1 Juventus-Atalanta 1-0 Milan-Genoa 2-0 Modena-Livorno 3-0 Napoli-Lazio 0-0 Pro Patria-Fiorentina 1-0 Roma-Torino 1-7 Triestina-Salernitana 0-0 Vicenza-Bari 3-1 riposa: Lucchese CLASSIFICA: Juventus 8; Internazionale, Milan, Torino 6; Bologna, Fiorentina, Pro Patria 5; Bari, Genoa, Livorno, Modena, Vicenza 4; Salernitana, Atalanta, Lazio 3; Lucchese, Triestina, Alessandria, Roma 2; Napoli, Sampdoria 1. *: una gara in meno MARCATORI: 7 gol: Quaresima (Inter) 5 gol: Mazzola (Torino) 4 gol: Boniperti (Juventus), Dalla Torre (Genoa) 3 gol: Amadei (Roma), Biavati (Bologna), Carapellese (Milan), Puricelli (Milan), Turconi (Pro Patria) Il punto sul campionato Grazie ad un autentico virtuosismo tattico Boniperti aveva siglato il gol della vittoria che aveva permesso alla Juventus di mantenersi in vetta al campionato, dopo quattro giornate, vincendo il match contro l’Atalanta. Grazie ad una travolgente ripresa il Torino aveva segnato sette gol alla Roma portandosi a sei punti, a pari di Milan che con la doppietta di Carapellese aveva sconfitto il Genoa e l’Inter che aveva espugnato il campo della Sampdoria con le reti di Quaresima, doppietta, Madini e Fiumi. Nelle pèarti basse della classifica primo punto per il Napoli che era uscite indenne dalla gara giocata a Roma contro la Lazio raggiungendo cosi la Sampdoria in classifica.