Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
12-10-1947 - Giornata: 5 - Genova - Luigi Ferraris


Genoa CFC - Alessandria US 3 - 0 (1 - 0)
RETI: 43. Bergamo V. [Ge] , 52. Verdeal J. [Ge] 47. aut. Della Frera G.[A]

Alessandria US Diamante Luigi, Della Frera Giuseppe, Di Gennaro Silvio, Gallea Cesare, Tortarolo Francesco, Coscia Aristide, Soffrido Luigi Vittorio, Pietruzzi Mario, Stradella Carlo, Lushta Riza, Sotgiu Pietro All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
GENOA CFC: Castellini; Cappellini, Stellin; Cattani, Sardelli, Bergamo; Trevisani, Formentin, Brighenti (I) Renato, Verdeal, Dalla Torre. All.: Garbutt William

Arbitro: Guarda Bruno (Venezia)
Note
Rigore sbagliato: 5’ Brighenti [G, parato]. Angoli: 4-4. Spettatori: 18.000. Incasso: 4.000.000 lire. Inizio gara ore 15:30 Secondo «Tuttosport», unica fonte, il Genoa schierò Becattini in luogo di Cappellini.

Commento
Alti e bassi dell'Alessandria VANA SCHERMA DEI GRIGI E TRE A "FONDO" DEL GENOA «Con queste mie orecchie – ha raccontato poi uno dei cinquecento alessandrini scesi a Marassi – ho sentito un genovese urlare “e tirala!”. Ma non lo diceva ai suoi: si rivolgeva a Stradella e compagni che ricamavano sotto porta, ma tiravano così poco da far venire il nervoso agli stessi avversari». Benedetto attacco grigio! Ha avuto in mano, a tratti, le redini dell’incontro e se le è lasciate portar via dolcemente, come se la cosa non lo interessasse. L’Alessandria attuale è una squadra che sfugge ad una definizione. In certi momenti gioca raso terra e un attimo dopo sciorina, con candida ingenuità, certe papere da martellate in testa. Di fronte ad un avversario cosi sconcertante il Genoa ha avuto il merito di tirare diritto verso la meta e che il Cielo ci perdoni questa frase che pure rende bene l’idea. Sardelli è stato dappertutto senza un attimo di distrazione, Stellin, il terzino debuttante, ha giocato come un anziano; Verdeal, ancora a corto di fiato è stato ogni tanto abile nel brillare la sua classe, e se per Brighenti, il nuovo acquisto pagato piuttosto caro al Modena, qualcuno rimpiangeva i venti e più milioni spesi, bisogna pur riconoscere che egli ha richiamato una guardia stretta da parte della difesa grigia, alleggerendo quindi il compito dei suoi compagni dell’attacco. Concludendo, le due squadre hanno avuto lunghi tratti in cui si equivalevano, ma i rossoblù, in più, sono stati pronti nell’applicare le loro unghiate sulla carne viva dell’avversario, mentre i grigi, con la loro scherma elegante, le hanno gettate per aria. Così al primo minuto Stradella, infiltratosi solo alle spalle dello schieramento genovese, ha tirato precipitosamente e da distante mentre avrebbe potuto ancora avanzare e così pure al 5’, su uscita a valanga di Castellini, i grigi si sono impaperati fin che Sardelli è riuscito a salvare (ma non si è aiutato con le braccia?). Inutile però per gli alessandrini recriminare. È andata bene anche a loro quando al 6’ Coscia si è sostituito al portiere parando con le mani un pallone che varcava la linea fatale. Il signor Guarda alto, roseo e pignolo come un arbitro svizzero è stato pronto a indicare il penalty, ma Brighenti ha sparato in direzione di Diamante e questi, con un guizzo è riuscito a salvare la rete. La vera sirena d’allarme la si ebbe al 42’ quando ancora Brighenti, tutto solo, si lasciò venire addosso il portiere e non concluse una facile occasione. Al 43’ venne la bomba: Bergamo da distante, districandosi tra due alessandrini caduti, segnò la prima rete. Lo stesso all'inizio della ripresa indirizzò verso Diamante un pallone che, deviato da Della Frera, costrinse l’arbitro a prendere nota della seconda rete genovese. La terza la ottenne Verdeal, al 6’, e fu la conclusione di un’azione veramente bella, tra lui e Brighenti. Poi fu accademia da una parte e tirare a campare dall’altra. Ancora una rete annullata al Genoa e molte azioni in cui gli alessandrini furono lì-lì per segnare (tra l’altro stupenda una doppia parata di Castellini su tiri di Soffrido e di Stradella). Fu a questo punto che il tifoso genovese di cui sopra si mise ad incitare i grigi. Ma lo poteva fare a cuor tranquillo. Si capiva benissimo che l'Alessandria di ieri non avrebbe potuto mai essere molto pericolosa. (Paolo Bertoldi, «Stampa Sera», 13 ottobre 1947) Due squadre, sistemiste per modo di dire, hanno dato vita ad una partita che il Genoa ha vinto meritatamente senza tuttavia concedere molto all’entusiasmo di una folla sotto pressione. Anche in questa occasione, infatti, l’attesa è andata un po’ delusa e la sofferenza fu notevole per tutto il primo tempo durante il quale il Genoa stentò ad ingranare e l’Alessandria fece del suo meglio per ostacolarne le scarse qualità positive. Furono quarantacinque minuti giuocati a lume di candela e nel corso dei quali fu sempre difficile capire le intenzioni di ventidue uomini che vanamente si cercavano e vanamente tentavano di dare una parvenza di logica al loro affannoso annaspare. Il Genoa sceso in campo con l’esordiente Stellin al posto dell’infortunato Cappellini, mise subito in evidenza la fattiva giornata dei tre difensori presi ciascuno per se stesso; ma tutt’altro che in armonia, con l’intesa richiesta e una difesa sistemista, per l’organicità delle quali è necessaria una stretta collaborazione fra terzini e portiere, collaborazione che è invece frequentemente mancata ai tre uomini in maglia rossoblù. Avvenne così frequentemente che, pur tra il grigiore in cui dibatteva l’attacco alessandrino, il Genoa si trovasse a mal partito con una frequenza niente affatto incoraggiante anche per via della mediana, nel mezzo della quale giganteggiava il solito Sardelli, ma ai cui lati Bergamo e Cattani giuocavano con una ortodossia sistemista tutt’altro che convincente. Il resto lo faceva l’attacco, specialmente per la negativa giornata di Brighenti sempre battuto di testa e sullo scatto da un Tortarolo che lo neutralizzava con una facilità sorprendente. Naturalmente tutto questo affannare del Genoa fu pane di casa per l’Alessandria fino al 43’ del primo tempo, quando capitolò la prima volta, ed esso offrì ai grigi la possibilità di non sfigurare gran che non solo perché la legge della relatività ha appunto la sua base sulle qualità dell’avversario, ma anche perché giocando con il vento alle spalle i grigi potevano controllare le azioni offensive del Genoa assai più facilmente di quanto il Genoa non potesse controllare le loro. Così si videro i terzini dell’Alessandria cavarsela piuttosto bene salvo, anche qui, frequenti malintesi con il portiere; mentre signoreggiava la mediana segnatamente in Tortarolo alle prese con il facilmente addomesticabile Brighenti e con Gallea che fu indubbiamente il numero uno della squadra. Ma l’attacco non sussisteva come unità organica e quando esso diede qualche grattacapo alle retrovie avversarie fu quasi sempre per la classe di Lushta ed il suo spunto individuale di fattura pregevole. S’iniziò subito alla garibaldina e nel giro di un minuto entrambe le difese corsero una serie di pericoli. Al 5’ si presentò al Genoa una facile occasione per andare in vantaggio e fu allorché su calcio d’angolo battuto da Trevisani a fil di palo, Coscia bloccò a terra sulla linea bianca il pericoloso pallone, provocando un rigore che Brighenti calciò (errore numero due) nel mezzo della porta, dando modo a Diamante di alzare sopra la traversa. Il colpo mancato taglio un po’ le gambe al Genoa e l’Alessandria si rifece sotto. Cercò l’iniziativa, cercò l’armonia, cercò il gol ma non trovò lo spiraglio fin quando – 18’ – una bella azione in linea mise Stradella nelle condizioni migliori per realizzare il successo, sciupato però dal tiro troppo alto. Al 43’ il Genoa andò in vantaggio. L’origine del successo fu un centro dalla sinistra di Verdeal, raccolto da Formentin, respinto da Gallea, ripreso da Bergamo che scaraventò in rete sorprendendo il coperto Diamante con un tiro basso nell’angolo sinistro della sua parte. Il Genoa pur giocando controvento era riuscito a pervenire al successo; bissò il primo gol quando la ripresa aveva appena due minuti di esistenza; ma non fu merito suo: il pallone porto da Verdeal a Formentin e da questi alzato a Brighenti, piovve tra il centrattacco rossoblù e Della Frera che nel tentativo di togliersi la palla la mandò invece a spiovere nella rete del sorpreso Diamante spostato nell’angolo opposto. Sei minuti dopo l’Alessandria non aveva già più nulla da sperare. Un lungo centro di Cattani andava a Brighenti che lanciava a Verdeal oltre Tortarolo fra gli accorrenti terzini grigi, uno dei quali tentò il salvataggio disperato trattenendolo per la maglia; ma Verdeal resistette al tentativo, avanzò di qualche passo e collocò il pallone nella rete di Diamante, fattoglisi inutilmente incontro. (Luigi Caserza, «Tuttosport», 13 ottobre 1947) Non si può proprio dire che il risultato risponda all’andamento della partita. Nel primo tempo, il Genoa ha giocato schiettamente male, accumulando errori su errori e sbagliando perfino un rigore; ma, in compenso, i rossoblù hanno chiuso con una rete di vantaggio. La partita si è risolta nelle prime battute del secondo tempo, quando il terzino grigio Della Frera provocava un autogol a danno della propria squadra. Sul due a zero, il Genoa, ha preso allora a migliorare il proprio gioco e, poco dopo, Verdeal sanzionava definitivamente le sorti della gara. Da questo momento, si è rivisto il Genoa delle prime giornate di campionato, il Genoa forte, sicuro e battagliero anche se oggi qualche uomo è mancato al suo compito dal principio alla fine. Ma amor di verità vuole che si dica che l’Alessandria non meritava una sconfitta così netta. Nel primo tempo i grigi hanno condotto in prevalenza, svolgendo un gioco costruttivo e veloce; essi erano sempre i più pronti sulla palla. Peccato che l’Alessandria non sappia realizzare: oggi le cose avrebbero potuto mettersi diversamente se nel primo tempo gli attaccanti grigi, che costruivano bene le loro azioni e le portavano nitidamente fino in area di rigore, fossero riusciti a battere Castellini che ha oggi rimpiazzato – e forse definitivamente – Sacchetti alla guardia della rete. Comunque il risultato è quello che è. Il Genoa, in fin dei conti, ha fatto pesare la maggiore superiorità di classe ed il fattore campo ed ha finito col vincere nettamente. Non tutti, in campo rossoblù, hanno soddisfatto; i migliori in ordine assoluto sono stati Formentin, Sardelli e il portiere Castellini; poi, nel secondo tempo, è venuto in luce Verdeal e allora tutto l’attacco genoano ha giocato splendidamente a eccezione di Brighenti che ha avuto una nerissima giornata. Anche Dalla Torre è stato in ombra per tutta la partita. Ottimo, invece, il secondo tempo di Stellin, dopo che i primi 45’ lo avevano visto piuttosto incerto ed emozionato. Sicura la partita di Cappellini, Cattani, Bergamo e Trevisani. In campo grigio, la palma dei migliori spetta a Gallea, Tortarolo e Coscia che hanno comandato l’incontro nel primo tempo quasi a loro piacimento e non hanno mai ceduto un istante. La difesa non è sembrata sempre sicura nella coppia dei terzini; specialmente Di Gennaro è parso non piegarsi con sicurezza alle esigenze del «sistema». L’attacco lavora bene: è veloce e intraprendente, ma manca di decisione e precisione nel tiro finale. Stradella, che era il più pericoloso dei cinque, è stato inesorabilmente marcato da Sardelli e non ha potuto farsi luce. Buona la prova di Sotgiu che, sul campo che lo vide mettere le ali, trova sempre delle giornate sorprendenti. La partita avrebbe potuto decidersi fin dalle prime battute di gioco: al 5’, infatti, l’Alessandria ripiegava in angolo; sul tiro di Trevisani entrava di testa Formentin e la palla veniva arrestata sulla linea della rete da un amoroso abbraccio di Coscia. L’arbitro decretava senza esitazione il rigore che però Brighenti calciava quasi in pieno su Diamante cosicché il portiere alessandrino poteva deviare il bolide in calcio d’angolo. Poi gradatamente l’Alessandria si faceva luce e dominava a lungo con azioni piacenti e nitide, per altro poco incisive. Il Genoa brillava per la sua insufficienza e minacciava di andare alla deriva. Soltanto la sicurezza di Castellini e le entrate a tempo di Sardelli impedivano ai grigi di andare in vantaggio. Verso la fine del tempo, il Genoa si portava decisamente all’attacco e, dopo un calcio di punizione ottenuto in suo favore, andava in vantaggio su un’azione partita da Bergamo, proseguita da Verdeal e conclusa dallo stesso Bergamo, il quale improvvisamente da oltre quindici metri, sferrava un tiro basso che finiva nell’angolo opposto a quello guardato da Diamanti. All’inizio della ripresa Della Frera, per rompere un’azione Bergamo-Brighenti, spediva addirittura la palla nella propria porta. Sei minuti dopo, un bel passaggio di Brighenti metteva Verdeal in condizioni di segnare facilmente la terza rete. Alcuni contrattacchi dei grigi non avevano risultato per le belle parate di Castellini, il quale, al 31’, si produceva in una doppia parata su tiri successivi di Sotgiu e di Soffrido. Gli ultimi dieci minuti vedevano il Genoa giocare in bellezza ed ottenere una quarta rete con Dalla Torre, rete tuttavia annullata dall’arbitro. (Renzo Bidone, «Corriere dello Sport», 13 ottobre 1947) Tre a zero, più un rigore sacrificato sull’altare della prepotenza cieca, più un goal annullato per motivi evanescenti, ancorché insindacabili: questo il bilancio. Eppure il Genoa non ha dato il meglio di sé stesso, denunciando anzi parecchia ruggine nelle giunture e un non so che di posticcio nel suo gioco di manovra. Pare esservi al fondo delle prestazioni rossoblù un certo squilibrio che mette a nudo alti e bassi sconcertanti. E di fronte ad un Formentin che diventa maiuscolo a vista d’occhio, gara per gara, fino ad essere classificato sino ad oggi il miglior uomo, di fronte ad un Sardelli che diminuisce mai, altri atleti quali Cattani e lo stesso Brighenti stentano ad inserirsi agevolmente e proficuamente nell’ingranaggio così da spezzare alle volte quasi in tronchi monchi lo sviluppo delle azioni. Con questo non si vuol dire che la vittoria genoana sia derivata da una serie di colpi gobbi, ma i grigi non meritavano così crudele umiliazione, non fosse altro che per il bel gioco messo in vetrina per buona parte della gara. Essi non hanno mai piegato le ginocchia e ci vollero un paio di eccezionali parate di Castellini per evitare che anche la rete del Genoa capitolasse. Rapida, tambureggiante partenza del Genoa che costringe l’Alessandria a rifugiarsi in angolo al 5’ di gioco. Nella mischia la palla arriva a Diamante che non riesce a trattenerla. Lì vicino c’è un rossoblù pronto a spedirla a domicilio. Ma Coscia si sostituisce al portiere e para in tuffo. Rigore. Una stangatona di Brighenti al centro della rete e Diamante non ha che da alzare il bolide sulla traversa. Prima dello scadere del tempo Bergamo, in mischia, trova uno spiraglio e insacca nell’angolo basso a sinistra di Diamante. È appena ricominciato il gioco che Bergamo traversa a lunga parabola: Della Frera, nel tentativo vano di respingere, devia in rete. Al 6’ su scambio Brighenti-Verdeal questi sguscia tra le maglie della difesa grigia e segna imparabilmente. Partita filata liscia senza incidenti; ha esordito in Serie A Stellin. (Aldo Merlo, «La Gazzetta dello Sport», 13 ottobre 1947) ATTENDIAMO LA RISCOSSA DEI "GRIGI" DOMANI CONTRO IL LIVORNO Avevamo scritto nel nostro articolo precedente che la sfortuna si stava accanendo contro l’Alessandria e francamente anche a Genova la dea bendata non è stata benigna con i «grigi». Infatti il primo goal del Genoa è stato segnato all’ultimo minuto del primo tempo dopo quarantacinque minuti di gioco alterno, dopo che l’Alessandria con azioni a metà campo veramente piacevoli, aveva più volte sfiorato il successo. In apertura del secondo tempo venne l’autogoal di Della Frera: la squadra grigia non trovò necessariamente la forza di reagire e quando lo fece gli attaccanti dimostrarono ancora una volta la loro deficienza nel tiro a rete. Contro un Genoa addomesticato e ben disposto a lasciarsi battere il non essere riusciti a segnare è indice di un pauroso regresso degli avanti. Lustha, ad esempio che ha un tiro preciso e forte, sembra abbia la «dribblingmania» (parola creata in questo momento…!) e perde la nozione del gioco di squadra, non vede i compagni smarcati. Non esitiamo ad affermare che l’ottanta per cento delle azioni offensive muoiono sul piede di Lustha. Gli altri chi più chi meno, pur giocando discretamente non hanno il mordente e la cattiveria necessaria per fare gli attaccanti. E allora? Cari lettori, il male è grave, forse inguaribile perché i rincalzi non sono certamente superiori ai titolari. Si tratta dì cominciare daccapo il sistema di allenamento e cercare di costringere gli avanti con l’esempio, con la scuola pratica e tecnica, ad essere più aggressivi, a tirare da qualsiasi posizione. La mediana è a posto e con il rientro di Rosetta resta da risolvere il problema dell’half destro. Gallea, Tortarolo? Gallea al centro. Rosetta terzino? Sono problemi gravi, urgenti che devono essere affrontati con decisione e tempestività. (Enzo Garavelli, «Il Piccolo», 18 ottobre 1947) RISULTATI: Atalanta-Modena 2-1 Bologna-Roma 2-2 Fiorentina-Napoli 1-0 Internazionale-Juventus 4-2 Lazio-Pro Patria 1-0 Livorno-Milan 1-1 Salernitana-Lucchese 5-2 Torino-Vicenza 2-0 Triestina-Bari 1-1 riposa: Sampdoria CLASSIFICA: Internazionale, Juventus, Torino 8; Fiorentina, Milan 7; Bologna, Genoa 6; Salernitana, Atalanta, Bari, Lazio, Livorno, Pro Patria 5; Modena, Vicenza 4; Triestina, Roma 3; Lucchese, Alessandria 2; Napoli, Sampdoria* 1. *: una gara in meno MARCATORI: 7 gol: Quaresima (Inter) 6 gol: Mazzola (Torino) 4 gol: Boniperti (Juventus), Dalla Torre (Genoa) 3 gol Amadei (Roma), Biavati (Bologna), Carapellese (Milan), Fabian (Torino), Pernigo (Modena), Puricelli (Milan), Turconi (Pro Patria), Zapirain (Inter) Il punto sul campionato Il Torino, con una buona esibizione di gioco e momenti tecnicamente pregievoli, aveva piegato la resistenza del Vicenza raggiungendo in vetta alla classifica l’Inter che sconfisse la Juventus nello scontro piu’ importante della giornata: per i nerazzurri andarono in rete Lorenzi, doppietta, Zapirain e Campatelli. Di misura, la Fiorentina aveva battuto il Napoli, ultimo in classifica al parin del Napoli,con il gol decisivo di Galassi agguantando il Milan fermato sul pareggio in casa del Livorno. Quattro reti e spettacolo nel match tra Bologna e Roma. Cinquina inflitta dalla Salernitana alla Lucchese. Fabbri e Korostelev avevano dato all'Atalanta i gol vittoria nella sfida con il Modena.