Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
19-10-1947 - Giornata: 6 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Livorno US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 18. Pietruzzi M.[A]

Alessandria US Diamante Luigi, Della Frera Giuseppe, Di Gennaro Silvio, Gallea Cesare, Tortarolo Francesco, Coscia Aristide, Armano Gino, Pietruzzi Mario, Stradella Carlo, Albertelli Lanfranco, Sotgiu Pietro All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
LIVORNO US: Merlo; Soldani, Lovagnini; Mannocci, Capaccioli, Picchi (I) Leo; Piana, Bimbi, Tre Re, Stua, Torriglia. All.: Magnozzi (II) Mario

Arbitro: Scotto Mario (Savona)
Note
Angoli: 4-3 (2-0). Spettatori: 8.000. Giornata autunnale, campo ottimo. Inizio gara ore 15.30

Commento
Chi credeva di trovare il Livorno accasciato sotto il peso della grave deliberazione federale che lo ha colpito si è sbagliato di grosso. La squadra, anzi, è apparsa talmente fresca, combattiva ed esuberante in qualche suo elemento, da richiedere, spesse volte, l’intervento arbitrale per smorzare certi bollori e certe tendenze ad appesantire il gioco. Senza nessuna ragione, perché la partita, come apparve dalle prime battute e man mano in seguito, era così aperta da richiedere soltanto attenzione da parte dei giocatori e non piccoli ripicchi o peggio. Comunque Scotto seppe frenare l’azione fallosa di Mannocci e di Torriglia e bastò l’energico intervento del direttore di gara per condurre tutto il gioco sui binari della legalità e regolarità. Il Livorno errò quanto credette contendere i grigi con uno schieramento ultra-difensivo. La conseguenza fu questa: la squadra labronica si difese bene, ma attaccò male. Ed il suo attacco privo di Bimbi e di Stua – sempre troppo arretrati – non seppe quasi mai rendersi pericoloso. Anche perché la difesa alessandrina, dove il gioco di Della Frera e quello di Di Gennaro si va rapidamente integrando con quello di Tortarolo, riuscì sempre a neutralizzare le poche scorribande avversarie. Le due difese furono delle squadre le parti migliori. Quella labronica, impegnata lungamente, diede una chiara dimostrazione della sua potenza e quando per una ragione qualsiasi gli avanti grigi potevano trovare la via della rete, si ergeva magnifico e preciso il portiere Merlo. Il pubblico alessandrino oggi esagerò qualche volta nella sua critica alla linea attaccante, ed infatti parecchie azioni vennero sciupate in modo banale, o per troppa insistenza nel palleggio o per mancanza nel tiro a rete, ma occorre osservare che essa si trovò ad affrontare una difesa dove Soldani e Lovagnini la fecero da padroni spalleggiati anche dal magnifico Capaccioli e dal gioco preciso di Bimbi. Con tutto questo molte furono le azioni pericolose in area livornese, e tutte condotte con una certa intesa e con la collaborazione efficace di Armano, il quale è stato con Sotgiu il migliore e il più attivo. Albertelli, che sostituiva Lushta, incominciò benissimo, ma nella ripresa si confuse con il gioco abulico della squadra. Indubbiamente dall’Alessandria ci si attendeva qualcosa di più e di meglio. La squadra è – allo stato attuale – soltanto un abbozzo di squadra. C’è molto lavoro di rifinitura da compiere, molti angoli da smussare oltre alla parte morale che ha una decisa importanza. Un buon psicologo vale, talvolta, quanto un buon allenatore. A pochi minuti dall’inizio Tre Re eludendo l’attiva sorveglianza di Tortarolo riusciva a deviare sulla sinistra ed a lasciar partire un tiro di rara potenza. La palla passava qualche centimetro dalla porta di Diamante. Ma fu l’unica azione veramente pericolosa svolta dai livornesi. L’Alessandria prese ad attaccare con tanta insistenza che, nell’area livornese, invasa da una decina di giocatori, era tutto un ribollire della palla, finché una serrata azione di Albertelli ed uno scambio con Sotgiu mise l’ala sinistra in buona posizione per il tiro. La palla calciata con violenza andava a battere contro lo spigolo della porta e rimbalzava nel groviglio di uomini asserragliati innanzi alla rete. Fu prontissimo Pietruzzi a raccoglierla e con una rovesciata parabolica mandarla nella porta indifesa perché Merlo nel tentativo della parata precedente era ancora a terra (18’). Due minuti dopo una rabbiosa controffensiva livornese sconvolgeva la difesa grigia. Tre Re calciò da pochi metri il pallone, un balzo di Diamante evitò la rete sicura. Questa fu l’unica bella e difficile parata del portiere alessandrino. Poi proseguirono nuovamente gli attacchi grigio e Merlo diede una chiara dimostrazione della sua classe. Un tiro di Coscia, preciso e potente fu deviato in angolo: una parata di eccezione, come del resto lo furono tutte le altre. La ripresa disse che l’Alessandria si era talmente disorganizzata da lasciar credere al successo livornese, invece per le ragioni che ho accennato gli attaccanti continuarono a difendere la… sconfitta, rendendo così agevole il lavoro di Coscia e di Tortarolo ed a tratti anche quello di Gallea, non ancora completamente a posto. Ma reti non ne vennero più: l’attacco grigio disordinato, tardo ed impreciso, quello livornese sperduto ed innocuo, non riuscirono a dare fastidio ai difensori, anche se in questa prima ripresa, come lo era stato prima per l’Alessandria, il Livorno usufruiva di tre calci d’angolo. (Augusto Rangone, «Tuttosport», 20 ottobre 1947) RISVEGLIO DEI GRIGI CONTRO IL LIVORNO La venuta del Livorno, lo scorso anno, aveva segnato la rinascita dell’Alessandria che vinse clamorosamente per 4 a 1, dopo una lunga serie di sconfitte. Ieri i grigi, anche questa volta, con Armano ritornato dopo una lunga assenza, hanno rinnovato la bella impresa sostituendo Lustha indisposto, con Albertelli, giovane spigliato e intraprendente. La compagine ha marciato bene, con una mediana in cui ha emerso Gallea sempre presente nel vivo della lotta, attento e sicuro in difesa, attivissimo, instancabile nell’ordire trame offensive. Forse il punteggio avrebbe potuto essere più pingue, in relazione alle possibilità presentatesi ai cinque avanti grigi, ma è destino che essi, giunti nell’area di rigore smarriscano la capacità di saper vulnerare il bersaglio. A tratti si è rinnovata la lotta snervante sviluppata contro il Bologna, che assediato nella sua metà campo per oltre un’ora era uscito vittorioso per avere colto il successo con alcune stoccate fulminee e risolutive. Al Livorno sono mancale queste possibilità, benché Stua, in modo particolare, Tre Re e Bimbi siano stati a più riprese pericolosi. Se la vittoria dunque non è stata risonante come nella precedente edizione (allora il campo era trasformato in una palude) il successo grigio per altro ha premiato i contendenti più costanti nel martellare la roccaforte livornese difesa da quel sempre abile Merlo che ha salvato due sicuri punti con acrobatiche parale. Ed ecco qualche riga di cronaca. Tiri di Armano, Stradella e Albertelli in apertura di gioco sono preludio al successo che verrà conquistato al 18’. L’azione parte da Sotgiu che dopo una velocissima fuga scocca un tiro diagonale in corsa. Il palo respinge la sfera e Pietruzzi, fulmineo, raccoglie lanciando oltre le mani invano protese di Merlo. Rete. Nulla di notevole sino alla ripresa che è condotta a tutta velocità. I grigi rinnovano l’assalto alla porta livornese con tiri di Sotgiu, Stradella e Armano. Sul finire, Tortarolo è azzoppato ed il Livorno lancia tutti i suoi uomini all’attacco in uno sforzo disperato per raggiungere il pareggio. La saggia difesa dell’Alessandria conserva però il vantaggio. (Giovanni Camagna, «Stampa Sera», 20 ottobre 1947) È stata un po’ l’incontro di due squadre dal morale scosso. L’Alessandria non troppo sicura di sé a causa dell’attacco quasi inedito e composto da alcuni elementi menomati e con la paura di compromettere quasi irrimediabilmente con un altro eventuale insuccesso una situazione già molto grave. Il Livorno a sua volta incompleto e tuttora sotto l’impressione dei duri colpi recenti. Un inizio, quindi, guardingo da ambo le parti, ma poi scaldatisi i ferri, il gioco s’è fatto più vivace. Alla distanza gli amaranto si sono palesati forse più in fiato degli avversari riuscendo a bilanciare le sorti della ripresa chiusasi giustamente in parità. Ma l’Alessandria aveva largamente vinto nei primi 45 minuti, quando la sua superiorità era stata netta, tanto netta che se i grigi avessero segnato almeno una seconda rete nessuno avrebbe potuto trovare esagerato il punteggio. Perché l’attacco alessandrino, dietro al quale c’erano una mediana e una difesa in piena efficienza malgrado i contusi Sotgiu e Stradella e gli esordienti Armano e Albertelli ha ancora avuto numerose occasioni di segnare e tutte le ha sprecate meno una, per il dannato vizio di diluire in cento passaggi i palloni da rete. E le poche volte che gli avanti grigi si decidevano a tirare in porta, sempre Merlo aveva buon gioco perché gli era facile intuire il tiro e appostarsi di conseguenza. Anche lo scambio di posto tra Stradella e Armano a 17’ dalla fine non ha migliorato la situazione e se una certa maggior scioltezza si è notata oggi tra gli avanti, essa va segnata a merito di Albertelli che si è guadagnato i galloni con dei pronti e intelligenti tiri in porta. Anche il gol della vittoria è venuto da uno spunto efficacissimo di Albertelli il quale, spiazzata tutta la difesa livornese, porgeva un pallone d’oro a Sotgiu, libero. Questi tirava colpendo in pieno il montante alla sinistra di Merlo; riprendeva Pietruzzi che insaccava. Del Livorno ottimo Merlo e migliore Lovagnini di Soldani. Nessun incidente; al 28’ della ripresa Stradella e Armano si sono scambiati di posto. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 20 ottobre 1947) DOMANI A PESCARA I GRIGI INCONTRERNNO IL NAPOLI Il rientro di Rosetta - Gli elementi partiti per Napoli - Considerazioni sull’incontro col Livorno Dopo due sconfitte consecutive il sole è tornato a risplendere in casa dell’Alessandria sotto forma di due punti portati via ad un Livorno tutt’altro che ben disposto a lasciarsi battere. La vittoria non è stata sonante, ma la squadra grigia ha avuto momenti di bel gioco ed ha messo in luce la ripresa pronta e sicura di Di Gennaro, la conferma della solidità di Della Frera, l’ottima forma di Sotgiu e qualche buon spunto di Armano ritornato alla prima squadra ben intenzionato a non lasciarla tanto presto. Riepilogando possiamo essere tranquilli sulla difesa e sulla mediana: il rientro di Rosetta sarà prezioso e se tutto andrà regolarmente le linee arretrate dell’Alessandria daranno del filo da torcere a tutti. Per quanto riguarda l’attacco le note sono dolenti e non poco: eliminato Stradella per scarso rendimento (dopo il primo tempo era già bollito pur avendo fatto pochissimo) si affaccia il problema tonto spinoso del centravanti. La soluzione Lustha può avere carattere provvisorio perché sappiamo tutti che nel fango l’albanese non può rendere: Traini è ancora in cantiere e chissà per quanto tempo. Che cosa resta? Resta il puledrino Armano tra Lustha e Pietruzzi o Coscia, magari con Stradella all’ala destra. Altre soluzioni non vediamo anche perché andiamo verso una stagione nella quale occorrono mezzi fisici potenti. D’altra parte gli elementi a disposizione sono quelli e non si possono fare miracoli. Al massimo si potrà curare maggiormente la preparazione atletica e tecnica di alcuni giocatori che ci sembrano in regresso. Il debutto di Albertelli è stato abbastanza buono: il ragazzo ha giocato bene nella prima mezzora, alla distanza è calato perché il suo fisico non gli permette di più. Ad ogni modo ha dimostrato delle doti apprezzabili, non gli ha fatto difetto il morale e se avesse avuto la fortuna di segnare con quel magnifico tiro appena a lato avrebbe reso di più. Può migliorare, ma il fisico è insufficiente e la classe non è tale da sopperire alle deficienze di costituzione. (Enzo Garavelli, «Il Piccolo», 25 ottobre 1947) RISULTATI: Bari-Salernitana 0-0 Juventus-Triestina 0-1 Lazio-Internazionale 1-0 Lucchese-Fiorentina 1-0 Milan-Bologna 2-1 Modena-Genoa 3-2 Napoli-Vicenza 1-1 Pro Patria-Torino 0-2 Sampdoria-Atalanta 1-0 riposa: Roma CLASSIFICA: Torino 10; Milan 9; Internazionale, Juventus 8; Fiorentina, Lazio 7; Salernitana, Bari, Bologna, Genoa, Modena 6; Triestina, Atalanta, Livorno, Pro Patria, Vicenza 5; Lucchese, Alessandria 4; Roma, Sampdoria* 3; Napoli* 2. *: una gara in meno MARCATORI: 7 gol: Mazzola (Torino), Quaresima (Inter) 5 gol: Dalla Torre (Genoa), Pernigo (Modena) 4 gol: Boniperti (Juventus) 3 gol: Amadei (Roma), Bassetto (Sampdoria), Biavati (Bologna), Carapellese (Milan), Fabian (Torino), Puricelli (Milan), Turconi (Pro Patria), Zapirain (Inter) Il punto sul campionato Quarta vittoria consecutiva per il Torino capolista della Serie A che aveva espugnato il campo della Pro Patria con i gol di Mazzola e Menti. I granata avevano mantenuto un punto di vantaggio sul Milan che era riuscito, di fronte ad uno scarso pubblico, a battere il Bologna scavalcando l’Inter sconfitto dalla Lazio: decisivo il gol di Remondini. Caduta della Juventus, balbettante in difesa, che era stata sconfitta, in casa, dalla Triestina: gol della vittoria di Begni. Il decisivo gol di Conti aveva dato alla Lucchese la vittoria contro la Fiorentina. Stesso punteggio finale nella affermazione della Lazio sull'Inter. Unico 0-0 della giornata quello tra Bari e Salernitana. Secondo punto stagionale conquistato dal Napoli che aveva pareggiato con il Vicenza.