Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
23-11-1947 - Giornata: 10 - Modena - Comunale


Modena FC - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 26. Romani S. [Mo]

Alessandria US Diamante Luigi, Della Frera Giuseppe, Di Gennaro Silvio, Gallea Cesare, Rosetta Francesco, Coscia Aristide, Armano Gino, Pietruzzi Mario, Lushta Riza, Albertelli Lanfranco, Sotgiu Pietro All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
MODENA FC: Corghi, Silvestri, Braglia, Menegotti, Neri, Stefanini, Romani, Cassani, Pernigo, Bertoni (I) Sergio, Fabbri G.B.. All.: Mazzoni Alfredo.

Arbitro: Cambi Mario (Livorno)
Note
Angoli: 3-4 (3-2). Spettatori: 12.000. Incasso: 2.500.000 lire. Giornata di sole, terreno soffice. Inizio gara ore 14.30

Commento
L’AVVENIMENTO DEL GIORNO: ALESSANDRIA-TORINO Circa 15 mila persone DOMANI AL “MOCCAGATTA„ Malgrado la neve forti le richieste di biglietti - Rientra Stradella - A riposo Pietruzzi - Il campo aperto alle 18 Questa prima linea fa veramente impazzire! E’ mai possibile attaccare sessanta minuti su novanta e, non riuscire a segnare'! E per di più sbagliare dei goals già fatti? A Bergamo, a Modena la stessa solfa: si perdono i punti per la m ancanza di un centro attacco, per l'angelica impostazione di gioco delle mezze ali. A Modena si doveva e si poteva vincere ed invece si è perduto. Simili occasioni non capitano spesso fuori casa ed il non approfittarne, può diventare pericoloso. Ma al di sopra di ogni considerazione sta il fatto che la prima linea grìgia deve essere in futuro ritoccata. Domani, col rientro di Stradella (centro o ala) la prima linea potrebbe forse essere più sbrigativa , se si permette a Lustha di ritornare al suo ruolo; Armano, sia nell’una che nell’altra ipotesi, potrebbe, tenere degnamente il suo posto. Sempre a giunto Sotgiù. Il resto della squadra dovrebbe essere presto fatto. Grande partita indubbiamente contro il Toro, ma attenti ai garretti, cari grìgi! Duri, dovrete essere, dal primo minuto perchè gli accademici scarponano forte e vi sono calciatori che da sei mesi attendono di rientrare. in squadra per le... carezze dei vari Ballarin, Rigamonti, Castigliano (vedi Bonci del Modena e tanti altri,) Duri, pieni di volontà, sbarazzini e con un cuore grosso cosi: bando al rispetto per i campioni, giocare a tutto fiato. Il pronostico vi chiude sulla carta, ma la casacca grìgia è altrettanto gloriosa come la gratuita e le tradizioni ritornano nei momenti più importanti. Abbiamo scommesso sulla vittoria grigia, ci accontentiamo del pareggio... domani sé vedici. Se la classe avrà il predominio sul cuore ci a uguriamo che ciò avvenga regolarmente dopo una battaglia aspramente com battuta. (Enzo Garavelli, Il Piccolo, 29/02/1947) Scialba partita giocata da squadre incomplete, priva di emotività, scadente tecnicamente; una povera cosa, insomma, accolta alla fine con sonori fischi del pubblico modenese che voleva dimostrare il suo disappunto ai giocatori canarini per l’incolore prova fornita contro l’Alessandria. In mezzo al marasma del gioco i grigi furono quelli che seppero ogni tanto far brillare nel buio della gara qualche favilla di luce; ma furono brevi momenti. Tutto ricadeva poi nella monotonia e si continuava nel tono buio così come si era incominciato. Ha vinto il Modena, la squadra cioè che meno ha meritato la vittoria e ci volle soltanto il… coraggio degli attaccanti grigi per non pareggiare almeno le sorti della gara. E un pareggio, nelle condizioni in cui si è svolta la gara, sarebbe stato equo e giusto. Chi, come me, ricorda il Modena dello scorso anno, impetuoso, brillante, continuativo, tutto fuoco e fiamme, e lo confronta con l’odierna squadra non può lontanamente immaginare il regresso fatto dalla compagine. Soltanto i terzini e Stefanini hanno saputo essere quelli di allora. Gli altri continuarono a vagare in mezzo al campo, cercando quei collegamenti che potessero offrire lo spunto a una qualche azione di attacco, ma era come girare in un labirinto, tanto che, a un certo momento, di gioco non se ne parlò più. A questo subentrarono lunghi spostamenti della palla, un ricorrere affannoso della medesima per raggiungere la meta con un’azione di sorpresa; e la rete segnata fu appunto la conseguenza d’un errore di Coscia, che permise a Romani di segnare il punto della vittoria. Una rete di sorpresa scaturita quando l’Alessandria era all’attacco e sembrava volesse giungere al successo. A squinternare maggiormente il malconnesso attacco del Modena zoppicante sulla sinistra, incerto in Cassani e troppo arretrato in Bertoni ci pensò Rosetta il quale, a parte un paio di «cappelle» commesse verso la fine del primo tempo, immobilizzò Pernigo, tanto da isolarlo dal resto della linea. E questo taglio operato nel bel mezzo dell’attacco modenese fece sì che la linea perdesse ogni vitalità e cercasse di vivere soltanto nell’attesa di qualche occasione buona creata dai lunghi rimandi che terzini e mediani facevano giungere innanzi, quando riuscivano a capovolgere la situazione. Se l’Alessandria non è riuscita a uscire imbattuta dal campo modenese può recitare il mea culpa. La compagine grigia ebbe lunghi periodi di superiorità, anzi giocò quasi tutta la ripresa nell’area dei canarini, ma non riuscì mai a spuntarla con la difesa avversaria che pure non sembrava imbattibile. Gli è che mentre i reparti estremi e mediano sono a posto, l’attacco è talmente estremi e mediano sono a posto, l’attacco è talmente debole che si sfalda al minimo contatto. Un attacco di «pastafrolla» senza mordente, indeciso nel tiro con qualche suo elemento non ancora a posto, in un campionato dove occorre prontezza, decisione e forza. Stradella e Traini erano assenti. Il secondo è ancora a corto di allenamento, ma Stradella sarebbe non solo stato necessario oggi ma indispensabile. Mi sembra di scorgere in questa squadra – che ho visto giocare per due domeniche consecutive – qualche ingranaggio che stride e che si potrebbe identificare nella mancanza di una tattica di gioco meglio aderente al sistema che non tutti praticano con accortezza, ma soprattutto mi è parso di riscontrare un’errata impostazione nel gioco troppo minuto, troppo frazionato nei passaggi e troppo lento nell’esecuzione. Ci pensi a questo chi ne è responsabile, come del resto anche Mazzoni deve occuparsi e preoccuparsi del Modena, per riportarlo al livello dello scorso anno. Dopo quello che ho detto mi sembra inutile una lunga cronaca. Mi sembra anche difficile esporre le vicende d’una gara che ebbe una così esigua quantità di azioni d’attacco da poterle contare sulle dita d’una mano. Al 25’ del primo tempo il Modena segna la sua rete. Azione di Coscia, il quale, nel lodevole intento di porgere la palla a Di Gennaro, se la lascia intercettare da Romani; l’ala destra fila diritta sul gol e giunta a tre o quattro metri spara in rete con un tiro dal basso in alto. Forse Diamante non ebbe la prontezza di uscire incontro all’attaccante, comunque il punto era segnato. Dopo qualche minuto Sotgiu ripeteva l’azione di Romani, ma Corghi, con prontezza, parò neutralizzando il tiro. Nuova azione di Sotgiu-Armano; colpo di testa di questo e angolo provocato dalla parata alta di Corghi. Poi ancora un angolo di Braglia e infine un’indecisione di Rosetta provoca una mischia a pochi passi da Diamante. La palla sembra varcare la linea, quando il portiere alessandrino con una parata miracolosa riusciva a deviarla. La ripresa fu quasi tutta una prevalenza di gioco dei grigi. Belle azioni in mezzo al campo, ghirigori eleganti ma inconcludenti interrotti da lunghi rimandi degli avversari e infine un’azione di Armano che, liberatosi da due avversari, riuscirà a centrare; sulla palla irrompeva di testa Albertelli; il pareggio sembrava ottenuto, ma Corghi con un tuffo prodigioso riusciva a fermare con una mano il pallone mentre Menegotti la spingeva lontano. Tutto qui. L’arbitro Cambi, di fronte a due squadre calme e tranquille poté svolgere il suo compito con assoluta facilità. (Augusto Rangone, «Tuttosport», 24 novembre 1947) È stata veramente una brutta partita tanto che alla fine molti spettatori non si sono affatto addolorati pensando che a Modena si starà ancora circa un mese prima di rivedere del calcio: tanto, piuttosto di rivedere simili brutture! È la logica del tifoso scontento della propria squadra. E dire che dopo un mese di astinenza il pubblico oggi era ben desideroso di vedere all’opera la propria squadra e magari di salutare anche un franco successo. Il successo c’è stato, ma piuttosto mingherlino e stiracchiato. Alla vigilia era nota l’assenza di Malinverni per una distorsione alla caviglia. Fu giocoforza per Mazzoni spostare Menegotti mediano destro, far rimanere Stefanini mediano sinistro, mentre si preventivava già il rientro di Cassani dopo un lungo periodo di riposo. Diremo subito francamente che il rientro di Cassani è stata una mossa sbagliata perché Cassani è un uomo sul quale oggi il Modena non può contare. Aggiungiamo a ciò la brutta giornata di Neri, il rendimento saltuario di Menegotti e l’arretramento continuo delle mezze ali e abbiamo il vero significato del successo odierno. All’attacco esistevano soltanto tre uomini: Fabbri, Pernigo e Romani (per meglio dire soltanto gli ultimi due). L’Alessandria dal canto suo si era presentata in una formazione un po’ inedita. Ciò non pertanto la squadra non faceva nessuna paura e lo si vide subito dal modo in cui si distendeva: gioco chiaro, ma poco consistente. Vittoria facile per il Modena sembrava all’inizio. Vittoria stiracchiata è stata alla fine. La cronaca ci direbbe tante cose. Inutile enumerarle tutte. Diciamo subito che il Modena ha avuto diverse occasione per segnare, ma un po’ per sfortuna, un po’ per caso, il pallone non è entrato in rete. Dal canto suo l’Alessandria pure ha avuto qualche bella azione, ma non c’è nella squadra l’uomo che abbia la sensazione esatta di poter segnare un gol. Una cosa rimarchevole della difesa alessandrina dove ha emerso il centro-mediano sistemista Rosetta, il quale ha francobollato continuamente l’uomo più pericoloso del Modena e il migliore in campo: Pernigo. Dal marasma generale modenese oltre Pernigo si sono salvati i due terzini e il portiere. Dell’Alessandria non sapremmo dire quale il migliore e quale il peggiore; forse Rosetta, ma certamente tutta la squadra è in condizioni non troppo perfette di rendimento. Il gol è stato segnato al 26’: Pernigo lanciava Romani dopo essersi brillantemente liberato prima di Coscia e poi di Gallea. Romani lanciatissimo, andava verso la porta; invano Diamante usciva, perché il pallone andava ad adagiarsi in fondo alla rete. Nella ripresa Romani si è mangiato due volte occasioni da rete e poi anche Pernigo ha avuto un’occasione ottima, ma la prontezza di Rosetta ha salvato sulla linea. Verso la fine una fuga di Sotgiu poteva pareggiare le sorti dell’incontro, ma la prontezza di Menegotti ha liberato il pallone sulla linea della porta a portiere battuto. (Franco Barbosi, «Corriere dello Sport», 24 novembre 1947) Si potrebbe anche affermare che il lungo riposo a cui è stato costretto il Modena dalla partita di Vienna ha forse più nociuto che giovato. Certo è che oggi non si è visto, nel poverissimo costrutto tecnico, senza brio e senza calore, quel Modena che siamo abituati ad ammirare. Oggi la squadra canarina, sia pure rimaneggiata, ha vissuto sulla magra rendita di una rete scaturita al 25’ del primo tempo da una palla «tagliata» da Pernigo a Romani e da questi calciata a bersaglio. Inizio promettente con un’improvvisa triangolazione Cassani-Bertani (tiro)-Pernigo (intervento sulla traiettoria e angolo); è stata purtroppo una vana lusinga che l’unica rete non ha compensato. Nemmeno le stesse belle occasioni scaturite numerose nel primo tempo, dopo il successo, a favore dei gialli, come quelle al 35’ e al 44’ con Bertoni e Pernigo protagonisti, nemmeno lo «scossone» alla traversa ad opera di Romani con intervento di testa, con un bel colpo allo scadere del tempo, hanno dato la sensazione di un Modena all’altezza dei suoi giorni migliori e pari alla sua fama. Fortunatamente (per i gialli, si intende) l’Alessandria ha giocato peggio e ha sbagliato, sempre nel primo tempo, con Sotgiu (tuffo di Corghi) e con Coscia che di testa inviava alto, su esecuzione di un calcio d’angolo uscito da un «campanile» di Armano. Fortuna, ripetiamo, che quando l’Alessandria, nella ripresa, con aria sorniona si è fatta sotto approfittando della lentezza avversaria, ha avuto solo pochi attaccanti pericolosi e fra questi per primo Albertelli. L’unica azione importante del finale di gara si aveva al 37’ ed era a favore dell’Alessandria che, con Albertelli, impegnava di testa Corghi pronto miracolosamente a salvare. Romani e Pernigo vanno citati fra i modenesi come i più intraprendenti e l’arbitro Cambi merita una parola di lode. All’ultimo momento Kovács ha preferito Albertelli a Tosi. Il Modena, come è noto, doveva rinunciare a Malinverni. Nessun incidente. (Mario Morselli, «La Gazzetta dello Sport», 24 novembre 1947) L'ALESSANDRIA A MODENA HA SFIORATO IL PAREGGIO: 0-1 Poche trame belle di gioco si sono viste nell’incontro al nostro stadio che opponeva i modenesi agli alessandrini. È da rilevare che i «canarini» hanno giocato una partita delle più grigie, tanto grigia da fare impallidire il colore delle maglie che rivestivano gli avversari. Si potrebbe forse pensare come causa alla mancanza di Malinverni, ma riteniamo che le cose non sarebbero poi andate tanto meglio se anche il mediano della nazionale avesse giocato. Non si è visto che qualche rara, disordinata azione ed è stato precisamente solo in una di queste nel primo tempo che i gialloblù. occasionalmente, hanno potuto segnare la rete della vittoria. Si è salvata solamente la difesa con Silvestri, mentre mediani e attacco, tolti Pernigo e Romani, sono stati mediocri. L’Alessandria per contro ha giocato un’ottima partita ed avrebbe anche potuto terminare sormontando lo svantaggio se tra gli uomini di punta vi fosse stata più decisione e precisione nel tiro a rete. Le buone occasioni per segnare sono state parecchie. Le azioni, ben imbastite e spesso pericolose, sono quasi sempre partite dalla salda mediana imperniata su Rosetta. I grigi iniziano il loro giuoco con un tono assai vigoroso, tanto che ottengono subito due punizioni. Poi sono i modenesi che al 10’ costringono i grigi in angolo. Pernigo riesce quindi a sfuggire ai terzini alessandrini e con tiro fortissimo impegna Diamante che salva in angolo. L’Alessandria, al 18’, ripassa all’attacco e Gallea costringe il portiere modenese ad una parata veramente miracolosa. Al 25’ il gol modenese: dal centro del campo Pernigo lancia la palla a Romani, questi fugge velocemente, giocandosi la difesa, e con tiro deciso sorprende Diamante. Al 30’ Sotgiu sfugge solo, tiro e palata difficilissima di Corghi che qualche minuto dopo deve ancora salvarsi in angolo per un tiro insidioso di Lustha. Un palo di Romani al 41’ e poi la fine del primo tempo. Nella ripresa i modenesi, poco o nulla pericolosi, si chiudono in un giuoco strettamente difensivo. I grigi naturalmente ne approfittano, ma le loro belle puntate devono spegnersi sempre contro il baluardo difensivo. Con tutto ciò al 12’ un magistrale colpo di testa di Lushta per poco non va a buon segno. (C.F., «Stampa Sera», 24 novembre 1947) RISULTATI: Atalanta-Salernitana 0-0 Fiorentina-Bologna 1-1 Internazionale-Genoa 1-0 Juventus-Livorno 6-1 Lucchese-Bari 1-0 Napoli-Pro Patria 1-0 Roma-Milan 1-4 Sampdoria-Torino 0-1 Triestina-Lazio 2-1 riposa: Vicenza CLASSIFICA: Milan, Torino 15; Juventus 13; Internazionale 12; Bologna, Fiorentina 11; Modena, Triestina, Genoa, Salernitana 10; Bari, Alessandria, Livorno, Pro Patria 9; Roma, Vicenza, Lazio 8; Lucchese, Atalanta 7; Napoli* 6; Sampdoria* 5. una partita in meno MARCATORI: 8 gol: Boniperti (Juventus), Mazzola (Torino), Quaresima (Inter) 6 gol: Amadei (Roma), Bassetto (Sampdoria), Lorenzi (Inter), Pernigo (Modena) 5 gol: Brighenti (Genoa), Cappello (Bologna), Carapellese (Milan), Dalla Torre (Genoa), Loik (Torino), Puricelli (Milan), Tieghi (Livorno), Turconi (Pro Patria), Zapirain (Inter) Il punto sul campionato Un calcio di rigore di Menti aveva permesso al Torino di espugnare il campo della Sampdoria e di mantenere la vetta della classifica assieme al Milan che aveva rifilato quattro gol alla Roma grazie alla doppietta di Degano, Puricelli e Carapellese. La Juventus, priva di alcuni titolari, terza in classsifica, aveva rifilato sei gol al Livorno. Di misura l’Inter aveva avuto la meglio sul Genoa con l’autogol di Cappellini.