Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
28-12-1947 - Giornata: 14 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Salernitana US 3 - 0 (3 - 0)
RETI: 24. Coscia A.[A], 39. rig. Coscia A.[A], 41. Sotgiu P.[A]

Alessandria US Diamante Luigi, Della Frera Giuseppe, Tortarolo Francesco, Gallea Cesare, Rosetta Francesco, Coscia Aristide, Armano Gino, Lushta Riza, Stradella Carlo, Pietruzzi Mario, Sotgiu Pietro All.: Dadone Umberto

Formazione avversaria
SALERNITANA US: Masci; Rispoli, Iacovazzo; Dagianti, Buzzegoli, Tori, Morisco, Vaschetto, Benedetti, Margiotta, Onorato. All.: Viani Giuseppe Ferruccio.

Arbitro: Bergomi Bruno (Milano)
Note
Angoli: 3-2 (0-0). Spettatori: 10.000. Giornata mite, terreno pesante e fangoso, in alcuni punti gelato Inizio gara ore 14.30

Commento
INIZIATO BEN E L’ANNO PER I “GRIGI,, Due partite sette reti Martedì a Busto Arsizio, formazione immutata - Sperano i tifosi in un buon risultato Due partite, quattro punti, sette reti all’attivo, nessuna al passivo! Ecco il lieto bilancio che attendevamo dopo tante prove sfortunate. L’Alessandria di questo memento è veramente una squadra completa: forte nell’estrema difesa possiede una mediana di ferro imperniata su quel Reset a che migliora di domenica in domenica e con Gallea che dà tono a tutta la squadra con il suo gioco maschio e tecnico ad un tempo. La prima linea ha dato contro la Salernitana e più ancora contro la Roma la prova di quanto può fare. Specialmente giovedì centro i giallo-rossi ha dimostrato una tecnica meravigliosa: gioco a terra, ali scattanti, due mezze ali che hanno servito il centro attacco in maniera superba. E Stradella non si è fatto pregare affatto: una partita maiuscola la sua, quattro reti segnate, tre o quattro azioni personali che potevano fruttare a tre reti. Bravo Stradella, sei il giocatore più discusso, hai dato a i tuoi sostenitori, noi compresi, molte delusioni, ma ora vai forte e dimostri che sei un centro avanti completo, dallo scatto bruciante e con un senso della rete invidiabile. Amadei, il quasi nazionale, sembrava un tuo allievo! Già contro la Salernitana avevamo avuto l’impressione che la squadra fosse quasi a punto: l'esclusione di Lustha che da tempo predicavamo, ha sveltito la manovra della prima linea e giunti a questo punto possiamo guardare all’avvenire con sicurezza e con una certa spavalderia. Vedrete che tante squadre finiranno dietro all’Alessandria! Lo diciamo da molto tempo, ne siamo ora più che certi. E ribadiamo la nostra convinzione che la squadra di quest’anno è ben più forte di quello dell'anno scorso senza i Bertoni, i Rava. A rezzi ecc. Martedì a Busto ci attende una partita assai dura per diverse ragioni; il campo è piccolo, la squadra bustocca tenace e caparbia. In casa sua fa paura a chiunque lenti di sfondare, ma l’Alessandria dovrà impostare una partita basata sulla tecnica, sulle triangolazioni, sul gioco raso a terra per sconvolgere il gioco velante e maschio dei padroni di casa. Albertelli è un centro avanti imprevedibile, penserà Rosetta a centrali neutralizzarlo lo come si conviene. Cari «grigi» avete fatto un regalo magnifico al vostro Presidente per Capodanno: fate in modo che la Befana sia ugualmente generosa e ritornate a casa con almeno un punto. Se dovessimo scommettere per voi lo faremmo, la nostra fiducia è ora ben salda non perché siamo eccessivamente ottimisti, ma perché siamo certi che poche squadre hanno le vostre possibilità. E le possibilità devono necessariamente essere sfruttate fino in fondo. (Enzo Garavelli, Il Piccolo, 03/01/1948) L’allenatore della Salernitana ha escogitato un sistema di [illeggibile] in effetto un rigidissimo schieramento difensivo dei terzini. Quattro terzini, uno dei quali (Buzzegoli), volante, un centrattacco (Benedetti) che giocava centrosostegno e talvolta anche a ridosso al portiere, e tre avanti. Tale schieramento significa, in partenza, rinuncia ad ogni azione offensiva coordinata, con l’eventuale sfruttamento delle azioni da contrattacco condotte dai suoi uomini di punta. In fatto di velocità e decisione i salernitani dimostrarono possederne abbastanza ma, come gioco di squadra essi lasciarono molto a desiderare. La velocità, la foga, la decisione sono, per una squadra, coefficienti di valore rilevanti, ma se non vengono integrati da un gioco di assieme che sappia sfruttare queste qualità, esse riescono più dannose che utili. Viani, forse di fronte alla modesta levatura tecnica dei suoi elementi, ha pensato allo schieramento cui ho accennato cercando di sfruttare le buone risorse difensive dei suoi uomini e lasciando poi al caso tutto il resto. Come conseguenza di questa tattica, la Salernitana dovette difendersi per oltre settanta minuti, e tre sole reti l’Alessandria riuscì a segnare nel primo tempo; ma la superiorità dei grigi è stata schiacciante. Soltanto la stanchezza degli alessandrini provati da uno sforzo continuo per il ritmo velocissimo impresso al gioco nel primo tempo, non consentì di trasformare in reti palloni facilissimi. L’Alessandria per contro ha giocato una gara piena di slancio e di aggressività. Arginate le prime azioni offensive dei salernitani poteva disporre dell’avversario attraverso tutta una fioritura di passaggi che riuscivano a mantenere una costante pressione in area, ma la difesa chiusa, serrata e decisa non lasciava concretare in punti il lavoro che i grigi andavano svolgendo innanzi a Masci. Parve allora che il gioco alessandrino troppo concentrato al centro dovesse cadere nell’errore commesso domenica scorsa dal Torino a Bergamo, quando un’improvvisa irruzione di Sotgiu diede a Pietruzzi la possibilità di un fulmineo intervento sul portiere Masci nel momento stesso in cui questi attanagliava il pallone, e diede anche ai compagni di squadra il «la» per lo svolgimento tattico del gioco che in simili casi si deve condurre. Ed allora, con l’apertura alle ali, la minaccia incombente si concretò in modo tangibile. A dare l’avvio fu Gallea, oggi il migliore giocatore in campo, con un largo spiovente sulla sinistra; Coscia interveniva e con un colpo in testa preciso riusciva a deviare in rete (23’). I granata salernitani accusarono il colpo, il loro sistema difensivo che aveva fino allora resistito agli assalti frontali incominciava a sgretolarsi sotto i colpi della prima fila grigia: prima Stradella, poi Armano, poi Lushta, poi ancora Stradella furono sul punto di segnare, ma la seconda rete non venne che un quarto d’ora dopo, quando nel frattempo Onorato e Vaschetto si erano portati minacciosamente sotto Diamante e il portiere doveva bloccare il tiro finale di Vaschetto. La pressione dei grigi però non accennava a diminuire e l’area salernitana era invasa ad ogni istante, la difesa degli ospiti cercava sbrigare il duro lavoro con interventi di fortuna e Dagianti in un’ennesima azione commetteva un così chiaro fallo di mano che l’arbitro puniva con il rigore Coscia trasformava la punizione nella seconda rete (39’). Due minuti dopo la più bella e nitida azione della partita. Rapido palleggio di Gallea e Stradella, deviazione ad Armano, centro perfetto ripreso da Sotgiu e terzo gol fatto (41’). La ripresa fu tutto un ribollire di azioni in area salernitana. L’Alessandria sapeva mettere in vetrina una così brillante trama di gioco che per lunghi momenti i granata non potevano opporsi e siccome questi attacchi sfociavano tutti in area, qui funzionava il muro dei difensori serrati e protesi a guardia della propria porta. Enumerare gli interventi di Masci, le occasioni perdute, le discese talvolta anche isolate di Stradella, Lushta, Armano e Sotgiu sarebbe troppo lungo. La Salernitana tentava alleggerire la pressione attraverso lunghe parate a pugno e salvarsi anche in angolo, ma erano, come ho detto, attacchi di contropiede quelli sui quali la Salernitana contava di raggiungere un qualche successo. Ma Rosetta, Della Frera, Tortarolo e Coscia oggi furono con Gallea imbattibili. Dalla cronaca credo avere offerto quello che fu il gioco e la superiorità dell’Alessandria. È questa una squadra in ascesa; essa ha così bene assimilato il sistema da offrire al suo pubblico la sensazione precisa della sua forza. Peccato che talvolta l’azione dei suoi attaccanti pecchi di individualità. Occorre riconoscere alla Salernitana doti combattive di prim’ordine; mai un momento di tregua, mai uno sfasamento, una lotta continua, un impegno ammirevole contro avversari superiori. Sotto questo aspetto i suoi giocatori – dove Buzzegoli è il deus ex machina – vanno ampiamente lodati. (Augusto Rangone, «Tuttosport», 29 dicembre 1947) La Salernitana nettamente battuta SU UN CAMPO..DI PATTINAGGIO L'ALESSANDRIA FILA SICURA: 3-0 Nel primo tempo l’Alessandria, pur essendo superiore, non ha dominato; ebbene ha segnato tre reti. Nel secondo ha spadroneggiato come voleva: goals nemmeno uno. Se tutto fosse stato in proporzione avrebbe dovuto vincere con mezza dozzina di reti di scarto. Resta comunque all’attivo dei grigi una ripresa condotta a tutta andatura, una serie vertiginosa di attacchi, da giocolieri ed equilibristi dei terreni difficili. Forse sarebbe stato più saggio risparmiare le forze nel finale, a risultato ormai acquisito in vista dell’incontro di giovedì prossimo, ma lo spettacolo offerto dagli alessandrini valeva pure il generoso dispendio di energie. Si è visto in questi secondi quindici minuti un Della Frera misurato e preciso confermare le buone speranze che si hanno in lui, si e visto Rosetta, che dello strano schieramento dei salernitani era lasciato libero, fare il bello e il brutto tempo nella sua area di influenza. Gallea, uno dei migliori in campo, sospingeva gli avanti con regolarità e Coscia compiva dei virtuosismi nel fango. All’attacco Armano si «beveva» il suo terzino ad ogni fuga ed eseguiva buoni centri (eccessivamente forti, però), Lustha si divertiva a driblare [sic] e pure Stradella, Pietruzzi e Sotgiu avevano spunti pregevoli. Se, nell’euforia degli attacchi, questi avanti sciupavano del goals incredibili chi se ne accorgeva? Il pallone sempre ballonzolante nell’area di Masci, fermava l’attenzione di tutti. Il resto quasi pareva non contare. Per verità dalla squadra campana ci si aspettava qualcosa di più, come gioco. È vero che i suoi atleti stentavano a stare in piedi su quel campo… di pattinaggio, ma a parte la resistenza fisica e il fiato hanno messo in mostra ben pochi pregi tecnici. In difesa Buzzegoli ha avuto qualche buon rimando e Masci degli interventi precisi. Nessuna delle reti subite può essergli addebitata. La prima, al 22’, è stata realizzata su punizione calciata da Gallea, in seguito a fallo di Iacovazzo. La palla è spiovuta davanti alla porta e Coscia prontissimo ha deviato di testa in porta. Lo stesso Coscia, al 38’, ha segnato il secondo punto su rigore concesso per un ingenuo e vistoso scapaccione dato alla palla da Dagianti. Due minuti dopo Armano, lanciato da Stradella, fuggiva velocemente e centrava. Il suo cross era raccolto da Sotgiu libero e solo: un tiro. Rete. Tre a zero. Proprio all’inizio della ripresa pareva che l’Alessandria dovesse aumentare il bottino con un goal di Stradella, ma l’arbitro, non a torto, ha annullato per fuori gioco. Iniziava poi la sarabanda finale in area salernitana, durante la quale, un po’ per imprecisione e un po’ per sfortuna, gli avanti grigi non hanno più trovato la via giusta per segnare. «Poco male – ha detto negli spogliatoi il presidente dell’Alessandria rag. Moccagatta – benedetti ragazzi, per Capodanno, vedete di fare attenzione a tirare giusto in porta. Punti in casa non dobbiamo perderne più, per avere un’annata felice senza incubi di retrocessione». Questo è il programma dell’Alessandria per il 1948. (Paolo Bertoldi, «Stampa Sera», 29 dicembre 1947) La Salernitana non ha saputo mantenere le promesse della vigilia e ha deluso per il suo comportamento, improntato prevalentemente a difendersi anziché distendersi franca e tenace all’attacco. Difatti la compagine granata ha mantenuto costantemente Buzzegoli a terzino centrale e Benedetti a centromediano, sovente arretrate le mezze ali, di guisa che è venuto a mancare quasi sempre la linea offensiva nel suo pieno spiegamento, lasciando all’improvvisazione dei singoli attaccanti il compito di tentare, molto saltuariamente, di superare l’estremo baluardo difensivo avversario. In simili condizioni è facile comprendere come gli ospiti, che pure hanno saputo realizzare in queste prime competizioni nella massima divisione lusinghieri successi, abbiano volontariamente rinunciato alla lotta pugnace e aggressiva, accettando le iniziative degli avversari, badando soprattutto a difendersi, sia pure con accanimento, dai rinnovati e ben sostenuti attacchi dei grigi. Costoro pur mancanti di Di Gennaro indisposto hanno assunto subito il comando delle azioni, mantenendolo con ritmo serrato per quasi tutto l’incontro, salvo rare incursioni granata, alcune ben congegnate, altre veramente pericolose per cui non siamo riusciti a comprendere la sistematica errata tattica assunta dagli uomini di Tori, riluttanti a sviluppare le offensive nell’area di Diamante. Se così fosse stato l’andamento della partita avrebbe assunto probabilmente ben altra fisionomia e non si sarebbe verificato l’affannoso assedio nella seconda parte della gara, quando la metà campo dei granata è stata letteralmente occupata e mantenuta dagli alessandrini in una serie di attacchi in cui è emersa ancora una volta la bravura del portiere Masci, a liberare la sua rete dal tiro serrato avversario e che si è fatto applaudire per alcuni suoi interventi veramente ammirevoli, mentre Onorato, bellicoso e pugnace, e Vaschetto sono stati i migliori fra gli attaccanti, allorché sono riusciti a rovesciare il fronte ed a minacciare la roccaforte alessandrina. In campo grigio sono nettamente emersi Coscia, instancabile, Lushta e Sotgiu sempre alle prese con gli estremi difensori granata. Possente il giuoco di Rosetta e Gallea, calmi, metodici, lavoratori pregevoli in difesa e all’attacco. Il campo di giuoco non era in condizioni ideali e i salernitani ne hanno sofferto maggiormente le conseguenze, incapaci di reggersi in piedi, di controllare la palla, di intuirne a tempo la traiettoria, per cui molte loro azioni si sono smarrite nel fango che ha finito per stremare le forze di tutti i contendenti, alcuni dei quali sono usciti da questa tremenda disputa quasi irriconoscibili per il fango che li ricopriva per tutto il corpo. Le ostilità si aprono con una fuga di Onorato che scocca il suo tiro da media altezza, Diamante balza sulla palla e la respinge. L’esordio combattivo dei granata si manifesta subito dopo con una bella intesa fra Onorato e Vaschetto che effettua un tiro diagonale, robusto: ancora Diamante blocca la sfera e rimanda. Lo squillo pugnace della Salernitana che si annuncia con queste due azioni, presaghe di altre ben congegnate e risolutive resta senza eco; il suo ardore offensivo non riesce a costruire altri piani pregevoli e anche il quintetto grigio in marcia risoluta sotto la rete di Masci la fa restare senza eco. Lushta e Pietruzzi sono sovente alle prese con gli estremi difensori granata, poi al 18’ un forte tiro raso terra di Stradella è respinto dal palo. Ed ecco al 24’ il primo punto originato da un involontario fallo di mano di Tori. Tira da quaranta metri, su calcio di punizione, Gallea; la palla perviene a Coscia che di testa gira impeccabilmente in rete. La serie degli attacchi grigi prosegue ininterrotta; Stradella colpisce ancora lo spigolo del palo e Lushta si vede respingere due tiri magistrali da Masci, in altrettanti disperati interventi. Altra mischia in area granata: i grigi premono continuamente; si difendono gli ospiti con rapidi spostamenti ed affannosi interventi, resi più aspri dal viscido terreno che manda sovente a gambe all’aria attaccanti e difensori in una paurosa sarabanda. Al 39’ in una turbinosa azione Dagianti respinge con il pugno la palla nell’area fatale: calcio di rigore; Coscia accenna a calciare di sinistro, inganna il portiere che si protende verso quella presunta traiettoria, mentre il capitano dei grigi spinge la palla verso l’angolo destro, segnando così il secondo punto. Un minuto dopo fuga di Armano, centro e Stradella che devia a Sotgiu: in corsa, l’agile ala alessandrina infila netto nell’angolo basso di Masci: 3-0. Tale punteggio non muterà nella ripresa che pur vede l’assoluto predominio grigio martellare senza soste l’estrema area degli ospiti. È una lotta accanita e tenace che avvince anche se non sarà conclusiva per gli attaccanti grigi. In questa lotta tremenda, fra il fango e la tenacia avversaria, la difesa granata si erge solida e combattiva in tutti i settori e nessun altro punto viene segnato. Tuttavia a tratti i salernitani sono riusciti a portare l’attacco alla rete di Diamante applaudito moltissimo per l’intercettazione della palla su un tiro di Vaschetto. Un’altra sventola di Buzzegoli è stata deviata dal portiere grigio con le palma della mano [sic]. Gli ultimi cinque minuti sono di dominio salernitano, nel quale periodo la squadra ospite lanciata con grande ardimento alla conquista del punto della bandiera compie ogni sforzo per riuscire nel suo intento. È qui che l’Alessandria ha subito due calci d’angolo, parecchi calci di punizione, che la rete ha corso qualche serio pericolo, senza peraltro pervenire all’agognata meta. Un lungo applauso ha accomunato vincitori e vinti al termine dell’avvincente contesa. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 29 dicembre 1947) Il fatto che nella ripresa l’Alessandria non abbia più segnato non deve trarre in inganno sulla fisionomia complessiva della partita. Essa è stata dominata in lungo e in largo dai grigi i quali, soprattutto nella prima mezz’ora del secondo tempo, hanno letteralmente imbottigliato gli avversari nella loro linea di porta. Se in questo lungo periodo di assoluto predominio non sono venute altre reti valide (una c’era stata già al 2’ della ripresa per opera di Stradella, ma giustamente annullata per fuori gioco dello stesso) la colpa è un po’ degli attaccanti grigi che stringevano troppo al centro e il merito va attribuito a Masci che ha parato tutto malgrado egli non avesse sempre la sicurale libera, coperto com’era sovente dai suoi stessi compagni che gli facevano mucchio davanti. Anche l’arbitro, in tutto il resto ottimo, dev’essere chiamato in causa per la sterilità grigia. Difatti al 13’ della ripresa egli non ha creduto di concedere un secondo rigore per l’atterramento, avvenuto ad opera di ben tre avversari, di Stradella che era col pallone tra i piedi a due metri da Masci. Da tutto quanto precede, si deduce che la vittoria dell’Alessandria è stata più facile del previsto. Quanto alla Salernitana va detto che essa ha piuttosto deluso. Si è avuta oggi l’impressione che il suo famoso sistema di gioco ad altro non serva se non a creare un’indescrivibile confusione. Ma forse è stata l’Alessandria a far naufragare il sistema Viani… Nella squadra grigia l’assenza di Di Gennaro non si è avvertita. Tortarolo per primo ha giocato benissimo. Ottimi i mediani e, come al solito, eccellente Della Frera. Benissimo hanno giocato Armano e Sotgiu, ma l’elogio va rivolto a tutta la compagine. I gol: al 24’ Tori commette un fallo su Armano; batte la punizione Gallea e Coscia, spintosi in avanti, riprende di testa e segna. Al 39’ Dagianti, in piena area di rigore, ferma con le mani un pallone pericoloso; la massima punizione viene tirata da Coscia che batte Masci ingannato da una finta dell’alessandrino. Al 41’ gol da manuale: fugge Stradella che passa ad Armano; traversone preciso da destra a sinistra e Sotgiu con perfetto tiro batte l’esterrefatto Masci. Pallido sole con lievissimo velo di nebbia, terreno gelato, ricoperto da una leggera patina di fango. Nessun incidente, ma Onorato è stato per due volte ammonito dall’arbitro per gioco scorretto. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 29 dicembre 1947) RISULTATI: Bari-Genoa 0-2 (a tavolino; sospesa all’86’ sul risultato di 0-1 per invasione di campo) Bologna-Lazio 0-0 Livorno-Napoli 1-0 Lucchese-Pro Patria 2-0 Milan-Modena 2-1 Roma-Juventus 2-3 Sampdoria-Fiorentina 0-0 Torino-Triestina 6-0 Vicenza-Internazionale 1-4 riposa: Atalanta CLASSIFICA: Milan, Torino* 20; Internazionale* 18; Juventus, Bologna* 16; Triestina, Genoa* 15; Fiorentina, Salernitana 14; Roma, Livorno, Pro Patria 13; Atalanta, Bari, Alessandria, Lazio 12; Lucchese, Modena 11; Vicenza 9; Napoli, Sampdoria 8. *: una gara in più. MARCATORI 14 gol: Quaresima (Inter) 10 gol: Boniperti (Juventus), Mazzola (Torino) 8 gol: Lorenzi (Inter), Menti (Torino), Zapirain (Inter) 7 gol: Bassetto (Sampdoria), Carapellese (Milan), Loik (Torino), Tieghi (Livorno), Turconi (Pro Patria) Il punto sul campionato Era continuata la convivenza in testa alla classifica tra Torino e Milan. I granata erano tornati al successo rifilando sei reti alla Triestina con i gol di Gabetto, Menti, doppietta, Loik e Maroso. I rossoneri hanno avuto la meglio, faticando più del previsto, del Modena, sconfitto di misura. Distanziata di due punti dalla vetta della graduatoria l’Inter uscita vincitrice da Vicenza: mattatore della gara il capocannoniere Quaresma. Senza durezza e dando vita ad una partita pregevole, sotto ogni punto di vista, la Juventus espugnava il campo della Roma. La partita Bari-Genoa venne sospesa all’86’ per invasione di campo sul punteggio di 0-1.