Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
01-01-1948 - Giornata: 15 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Roma AS 4 - 0 (2 - 0)
RETI: 25. Stradella C.[A], 40. Stradella C.[A], 62. Stradella C.[A], 89. Stradella C.[A]

Alessandria US Diamante Luigi, Della Frera Giuseppe, Di Gennaro Silvio, Gallea Cesare, Rosetta Francesco, Tortarolo Francesco, Armano Gino, Coscia Aristide, Stradella Carlo, Pietruzzi Mario, Sotgiu Pietro All.: Dadone Umberto

Formazione avversaria
ROMA AS: Risorti, Jacobini, Contin, Puppo, Andreoli, Dell’Innocenti, Ferrari, Di Paola, Amadei, Zsengellér, Pesaola. All.: Senkey (I) Imre

Arbitro: Pera Vittorio (Firenze)
Note
Angoli: 10-3 (3-0). Spettatori: 11.000 («La Gazzetta dello Sport), 10.500 («Corriere dello Sport») oppure 7.000 («Tuttosport»). Incasso: 2.000.000 lire. Giornata tiepida e soleggiata, terreno pesante. Inizio gara ore 14.30

Commento
INIZIATO BEN E L’ANNO PER I “GRIGI,, Due partite sette reti Martedì a Busto Arsizio, formazione immutata - Sperano i tifosi in un buon risultato Due partite, quattro punti, sette reti all’attivo, nessuna al passivo! Ecco il lieto bilancio che attendevamo dopo tante prove sfortunate. L’Alessandria di questo memento è veramente una squadra completa: forte nell’estrema difesa possiede una mediana di ferro imperniata su quel Reset a che migliora di domenica in domenica e con Gallea che dà tono a tutta la squadra con il suo gioco maschio e tecnico ad un tempo. La prima linea ha dato contro la Salernitana e più ancora contro la Roma la prova di quanto può fare. Specialmente giovedì centro i giallo-rossi ha dimostrato una tecnica meravigliosa: gioco a terra, ali scattanti, due mezze ali che hanno servito il centro attacco in maniera superba. E Stradella non si è fatto pregare affatto: una partita maiuscola la sua, quattro reti segnate, tre o quattro azioni personali che potevano fruttare a tre reti. Bravo Stradella, sei il giocatore più discusso, hai dato a i tuoi sostenitori, noi compresi, molte delusioni, ma ora vai forte e dimostri che sei un centro avanti completo, dallo scatto bruciante e con un senso della rete invidiabile. Amadei, il quasi nazionale, sembrava un tuo allievo! Già contro la Salernitana avevamo avuto l’impressione che la squadra fosse quasi a punto: l'esclusione di Lustha che da tempo predicavamo, ha sveltito la manovra della prima linea e giunti a questo punto possiamo guardare all’avvenire con sicurezza e con una certa spavalderia. Vedrete che tante squadre finiranno dietro all’Alessandria! Lo diciamo da molto tempo, ne siamo ora più che certi. E ribadiamo la nostra convinzione che la squadra di quest’anno è ben più forte di quello dell'anno scorso senza i Bertoni, i Rava. A rezzi ecc. Martedì a Busto ci attende una partita assai dura per diverse ragioni; il campo è piccolo, la squadra bustocca tenace e caparbia. In casa sua fa paura a chiunque lenti di sfondare, ma l’Alessandria dovrà impostare una partita basata sulla tecnica, sulle triangolazioni, sul gioco raso a terra per sconvolgere il gioco velante e maschio dei padroni di casa. Albertelli è un centro avanti imprevedibile, penserà Rosetta a centrali neutralizzarlo lo come si conviene. Cari «grigi» avete fatto un regalo magnifico al vostro Presidente per Capodanno: fate in modo che la Befana sia ugualmente generosa e ritornate a casa con almeno un punto. Se dovessimo scommettere per voi lo faremmo, la nostra fiducia è ora ben salda non perché siamo eccessivamente ottimisti, ma perché siamo certi che poche squadre hanno le vostre possibilità. E le possibilità devono necessariamente essere sfruttate fino in fondo. (Enzo Garavelli, Il Piccolo, 03/01/1948) Giornata tiepida e piena di sole. Gioco vivace, scintillante, sbrigativo, malgrado il terreno assai pesante che ha deformato non poco lo sviluppo delle azioni. Verso la metà del secondo tempo Amadei è passato all’ala destra e Ferrari al centro. La Roma non ha fortuna sul campo alessandrino. Nello scorso campionato in questo stesso mese, quando imperversava un freddo siberiano e il terreno di gioco era ridotto prevalentemente a una lastra di ghiaccio e in altre zone ad una vera palude, non riuscì a vincere tali difficoltà e a manovrare il suo talento, cosicché perse l’incontro per 1-0 dopo una lotta entusiasmante… Oggi lo stadio comunale è apparso in migliori condizioni, ma ugualmente difficile è stato per molti mantenersi in equilibrio e svolgere le trame offensive secondo l’abituale tecnica. I romani non sono riusciti a dosare i passaggi, a smarcarsi in tempo ed a fronteggiare vantaggiosamente gli avversari che parevano delle gazzelle irraggiungibili nelle rincorse del pallone cui hanno saputo imprimere uno stile e una praticità sorprendenti. Così tutti i piani romanisti sono crollati ed è emersa luminosamente la tenace combattività degli alessandrini che si sono mantenuti all’attacco per oltre un’ora dominando a loro talento la pugnace pattuglia giallorossa. Indubbiamente l’Alessandria attraversa un periodo di progresso e di rendimento in tutte le sue linee. In difesa è ritornato Di Gennaro non ancora completamente ristabilito, ma tutto è proceduto ottimamente. La mediana è veramente il redditizio fulcro di tutta la compagine. Tra gli attaccanti è emerso su tutti Stradella, in gran forma, autore dei quattro gol e di altri tiri irresistibili. Coscia instancabile e onnipresente è stato un prezioso elemento costruttore per l’attacco e demolitore delle azioni avversarie. Con questo nuovo acclamato successo i grigi affrontano con maggiore confidenza le imminenti prove dello snervante campionato con fondate speranze di una buona finale affermazione. Non è scoccato ancora il minuto di gioco che già la Roma è in corner per un tiro obliquo di Stradella. Nella susseguente azione Sotgiu scatta, colpisce la palla che urta contro uno spigolo del palo e finisce fuori. Subito dopo ancora Sotgiu manda al centro un pallone: Armano che sarà lasciato libero dal suo diretto avversario per quasi tutto l’incontro tira deciso e ancora l’asta verticale rimanda la sfera di cuoio. Questo ardente inizio conferisce altissime attrattive alla disputa e il pubblico segue ondeggiando il susseguirsi vivace e preciso del gioco, dominato dagli alessandrini. Nuova mischia sotto Risorti, il migliore dei romani, artefice di interventi e rimandi spettacolosi, il quale in una difficile respinta è duramente colpito e si deve far massaggiare all’arto sinistro. Per un attimo l’assedio dei grigi è interrotto da una discesa romanista effettuata da Ferrari, che allunga a Dell’Innocenti. Questi scocca il tiro che Diamante blocca. Quindi lotta accanita tra Amadei e Rosetta; la spunta il centromediano grigio. Zsengellér interviene con una puntata decisa verso la rete alessandrina e il tiro finisce alto. L’offensiva giallorossa pare placarsi di fronte a questi insuccessi. La linea attaccante non si ritrova, né sempre è alimentata a tempo dal gioco dei mediani. La fiamma pugnace nata da queste azioni pregevoli a metà campo e sfumate nel momento conclusivo, si spegne tosto e riprende così la danza indiavolata sotto la roccaforte romanista, che sembra tetragona a tutti gli assalti. Stradella, Armano, Sotgiu scaraventano palloni su palloni e Risorti, con balzi felini, interviene sempre a tempo: a terra, in alto, a media altezza, bloccando tutto e respingendo ovunque. «Rete stregata» sembra concludere la folla di fronte a tanto inconcludente, combattivo infuriare azioni sviluppate non con orgasmo e precipitazione, ma con calma e ordine ammirevoli. Al 25’ i grigi colgono meritatamente il premio della loro fatica. Gallea, attento e preciso, lancia da metà campo Stradella. Agile e sinuoso l’attaccante alessandrino con una marcia travolgente supera in corsa tre avversari e da una decina di metri batte, questa volta con un tiro diagonale a mezza altezza, l’ultimo disperato intervento di Risorti. Il pubblico scatta in un frenetico applauso che si rinnova poco dopo per una potente stoccata di Coscia, respinta con le palme delle mani dal portiere. Al 30’ Gallea non trova altra soluzione per fermare Zsengellér che mandarlo a terra: il tiro di punizione è effettuato da Amadei, ma Diamante, intuendone la traiettoria, riesce a bloccare. Al 40’ il secondo gol: Sotgiu velocissimo sfugge a tutti e dall’estremo limite manda al centro; Stradella al volo calcia; respinge Risorti; riprende fulmineo a pochi passi Stradella e folgora in rete, mentre il portiere è ancora a terra. A pochi minuti dalla fine veloce incursione di Amadei in area. Ora è solo a cinque passi da Diamante; il punto sembra inevitabile quando Tortarolo piomba sul temuto avversario strappandogli la palla. Nella ripresa subito al 1’, Di Gennaro, in un errato intervento per mandare la palla al portiere, calcia in angolo. Ne avviene una mischia sotto la porta di Diamante, finché la palla viene nuovamente in campo romanista. Ora è la volta di Risorti di difendersi audacemente ed egli effettua alcune spettacolose uscite che hanno del miracoloso e che riscuotono molti applausi. Con audacia temeraria Risorti riesce così più volte a strappare a terra il pallone ad Armano, a Sotgiu e a Stradella, evitando un più largo punteggio. Più volte la Roma deve subire calci d’angolo e calci di punizione finché al 17’ Armano fugge velocissimo, allunga a Pietruzzi e questi dà a Stradella che, con tocco irresistibile, segna il terzo punto. Al 20’ una cannonata di Gallea da venti metri è deviata in corner in modo ammirevole da Risorti. Ora Amadei scambia il suo posto di centro con Ferrari, ma anche così modificato l’attacco romanista non riesce a manovrare con spigliatezza e rendimento. Al 28’ un altro tiro di Armano è respinto dallo spigolo del palo e così è per Sotgiu, che si vede deviare da Risorti con la punta delle dita un pericoloso pallone. Siamo alle ultime battute: ancora due audacissime uscite di Risorti che blocca la palla a terra strappandola dai piedi di Sotgiu e di Armano, poi al 44’ l’ultimo punto. Ne è involontario protagonista Zsengellér che, nel tentativo di allungare la palla a Risorti, lo inganna con la traiettoria e il portiere non riesce a bloccare la palla. Stradella interviene fulmineo e segna a porta vuota il quarto punto. L’ultima stoccata è di Amadei, il quale velocissimo fugge dall’ala e scocca un tiro potentissimo diagonalmente. Diamante riesce a intuire la traiettoria e blocca. Su quest’ultimo disperato tentativo romanista si chiudono le ostilità dell’attraentissima partita. Il pubblico applaude calorosamente e in modo particolare il portiere Risorti, che raccoglie vivissime congratulazioni. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 2 gennaio 1948) Grande partita dell’Alessandria. Contro la Roma i grigi hanno saputo svolgere un gioco così convincente e redditizio da fare rimanere di stucco. Una grande squadra oggi, un’unità piena di brio, di slancio, di assieme, che agiva con sincronia perfetta in ogni reparto, svolgendo azioni briose e tecnicamente perfette. Poche squadre avrebbero potuto resistere alla travolgente avanzata degli avanti alessandrini, sicuri dei rifornimenti offerti loro dai mediani e tranquilli alle spalle da una difesa mobilissima e possente. Che i grigi siano in crescendo lo si vide domenica scorsa contro la Salernitana, ma allora la squadra neopromossa si preoccupò di arginare le avanzate, esplicando una tattica difensiva che poi risultò inefficace; la partita con una Roma in piena efficienza ebbe, in sostanza, lo stesso andamento dell’altra, con in più l’incisività dell’attacco grigio dove tutti i suoi componenti hanno saputo dare un saggio delle loro qualità. Le quattro reti, unitamente a quattro o cinque pali, dicono chiaramente della superiorità della compagine grigia, ma indubbiamente non in modo aderente alla realtà. Salvo rare azioni di contrattacco, effettuate dalla Roma che riuscì a impegnare pochissime volte il pur brillante Diamante, la gara fu tutta un susseguirsi di azioni grigie condotte attraverso lo svolgimento dei più impensati tempi di attacco, creati e svolti con la collaborazione dei mediani; azioni che si concretavano ne modo detto poc’anzi. La Roma di fronte a una squadra superiore visto che non poteva batterla in linea tecnica, cioè con l’azione manovrata, cercò nella ripresa, di adottare il gioco largo e in profondità e appunto nella ripresa ebbe qualche buono spunto che la condusse dinanzi a Diamante, ma il portiere dell’Alessandria era anche lui in stato di grazia, anche quando Di Gennaro con un passaggio indietro effettuava un tiro che lo sorprendeva a mezza strada; e anche quando, scivolato sul terreno gelato riusciva a riprendere la palla sfuggitagli in seguito a un tiro di Di Paola. Il gioco degli ospiti però lamentò molte lacune specialmente in difesa, dove la poca mobilità degli uomini non riusciva a frenare le incursioni di Armano e Sotgiu e a contenere le azioni del centroattacco Stradella. Come squadra sistemista lasciò nel suo complesso a desiderare; il quadrilatero centrale si sfaldò per contenere gli attaccanti grigi e il suo gioco troppo preoccupato di distruggere le trame dell’avversario non poteva pensare a costruire le proprie. Di qui il continuo, assillante lavoro dei giocatori in maglia rossa e i tentativi di Amadei, sempre eccellente ma non ancora a posto fisicamente, per sottrarsi al controllo di Rosetta, e le puntate di Di Paola, certamente uno dei più brillanti all’attacco. Forse lo stato del terreno viscido e sdrucciolevole non permise ai giallorossi di svolgere un gioco più preciso, ma credo piuttosto che l’alta levatura tecnica dell’avversario l’abbia prima sorpresi e poi disorientati. E buon per la Roma aver avuto un portiere come Risorti, che si produsse in una lunga serie di difficili parate che salvarono la squadra da una sconfitta clamorosa. Stradella segnò le quattro reti per i grigi, due nel primo tempo e due nella ripresa. Tutto un repertorio di tiri ora potenti, ora insidiosi, ora prontissimi. Il centrattacco dei grigi fu semplicemente spettacoloso. E se esso fu il realizzatore, Coscia, Armano, Sotgiu e Pietruzzi furono non soltanto dei collaboratori ma anche dei tiratori. Armano, poi che migliora di partita in partita, condusse superbe azioni e con lui il bravissimo Coscia, che con il suo gioco tutto finte teneva legate le pedine del reparto attaccante con i mediani attraverso un gioco brillantissimo. Rifare la storia della partita non mi sembra necessario. Il mio taccuino registra subito nei primi minuti due pali: uno di Sotgiu con un colpo di testa a portiere battuto e l’altro di Armano il quale, sfruttando un passaggio lungo di Sotgiu, operava una conversione sulla rete; la palla batteva nella facciata interna e schizzava fuori. Al 25’, però, dopo una lunga superiorità dell’Alessandria, Stradella imbeccato da Pietruzzi sfuggiva alla sorveglianza di Andreoli. Una corsa di una ventina di metri e un tiro irresistibile. Risorti era nettamente battuto. Dopo una bella bloccata di Diamante su punizione calciata da Amadei, si arrivava al 40’ e alla seconda rete. Ancora il guizzante Sotgiu si porta in area e tira, Risorti para ma la palla gli sfugge, riprende Stradella di testa e il secondo gol è fatto. Nuovo palo di Sotgiu nella ripresa, passaggio di Di Gennaro al portiere che crea un’azione pericolosa, una serie di calci d’angolo contro la Roma, qualche fuga bellissima di Armano con tiri parati in modo eccellente, ancora un palo di Stradella ed infine al 17’ su un attacco in linea creato da Coscia e sviluppato da Armano e Pietruzzi, Stradella con un tiro fulmineo segna la terza rete. Poi il centrattacco grigio, autore di una magnifica rovesciata, cade e resterà fuori campo per cinque minuti. Intanto Armano colpirà nuovamente il palo interno e finalmente, dopo due o tre belle parate di Risorti, al 44’ Stradella intercetta con uno scatto deciso la palla passata indietro da Contin a Risorti e la devia in rete imparabilmente. Aggiungo che tutti i giocatori grigi meritano il più vivo elogio per il loro comportamento. Per la Roma una sola attenuante: quella di trovare oggi una squadra formidabile e come gioco e come combattività. Ottimo l’arbitraggio di Pera facilitato dal contegno cavalleresco dei giocatori (Augusto Rangone, «Tuttosport», 2 gennaio 1948) Alla fine della partita l’applauso più prolungato e più entusiastico è stato tributato a Risorti. Il portiere giallorosso se lo era ben meritato e la Roma deve a lui solo se la sua sconfitta non ha assunto proporzioni ancor più catastrofiche. Perché gli spettacoli di oggi al Moccagatta sono stati due: lo splendente gioco d’attacco dei grigi e la lunga catena delle superbe parate del portiere romanista che, tra l’altro, per ben quattro volte è stato salvato dai pali. Ma, tolto Risorti, la Roma ci ha fatto vedere ben poco. Ad Alessandria si attendevano si attendevano particolarmente Amadei, Zsengellér e Delli Innocenti, ma nessuno dei tre si è elevato dalla mediocrità di tutto l’assieme. Rosetta ha letteralmente annullato il centrattacco avversario, il quale, al 22’ della ripresa, ha cambiato posto con Ferrari. Zsengellér e Delli Innocenti, obbligati quasi sempre a manovrare nella propria metà campo, non hanno effettuato che lavoro di tamponamento e non sempre abilmente. Altra musica se si parla dell’Alessandria. A parte qualche insolita battuta a vuoto nei due terzini e in Tortarolo, tutta la squadra ha dato una nuova dimostrazione di quello che può e sa fare. Contro la Salernitana aveva trovato un muro tirato su senza arte ma sufficiente a costruire una barriera e vi è passata tre volte. Contro la Roma, che ha messo in mostra un gioco molto più tecnico e più aperto dei campani, ha segnato quattro reti e potevano essere molte di più. Dove trovare il migliore dei grigi? In Stradella che, oltre ai quattro gol, ha svolto una pregevole massa di gioco, in Coscia sempre presente in tutte le azioni, in Armano e Sotgiu sempre pericolosissimi, in Gallea e Rosetta, stroncatori di ogni velleità romanista e costruttori di trame impeccabili? Non sapremo proprio chi scegliere. Tutta la squadra costituisce un blocco quasi perfetto che costruisce trame su trame per tutti i novanta minuti; la nota più consolante poi è che l’attacco ha ormai imparato perfettamente il tiro a rete: gli avanti grigi hanno tirato in porta da tutte le posizioni non appena se ne è presentata l’occasione. Ecco le fasi salienti della partita: al 1’ di gioco traversa su colpo di testa di Sotgiu; al 3’ palo di Armano; al 6’ parata di Risorti che resta a terra tramortito. Al 16’ e al 17’ reti mancate per un soffio da Sotgiu e Stradella; al 25’ prima segnatura; Gallea dà a Stradella, il quale, con azione sorprendente, supera ben cinque avversari e batte il portiere giallorosso uscito vanamente. Solo al 30’ e al 34’ Diamante è chiamato a un facile lavoro su punizione battuta da Amadei e su tiro di Ferrari. Al 40’ seconda rete: Sotgiu stanga, Risorti para a mani aperte, riprende Stradella che insacca. Al 45’ altro palo di Sotgiu. La ripresa è in tutto simile al primo tempo. Dopo parecchi calci d’angolo, al 17’, Armano con azione personale trascina avanti tutto l’attacco grigio, poi dà a Pietruzzi, passaggio a Stradella e terzo gol. Al 28’ nuovo palo di Armano e al 44’ segna ancora Stradella su errato passaggio indietro di Delli Innocenti. Impeccabile l’arbitraggio di Pera che ha avuto il compito facilitato dal cavalleresco contegno di tutti i giocatori. Tiepido sole, terreno piuttosto pesante, leggeri incidenti a Rosetta, Sotgiu e Stradella e Risorti. Al 23’ della ripresa Amadei e Ferrari si sono scambiati i posti, così pure hanno fatto Stradella ed Armano per qualche minuto verso la fine della partita. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 2 gennaio 1948) LA SQUADRA PIEMONTESE FILA A TUTTO VAPORE I grigi hanno vinto con una tattica ed uno stile impeccabili, entusiasmando il folto pubblico accorso al campo Moccagatta. Il terreno era pesante ed infido per il disgelo e su di esso gli ospiti si sono trovati a disagio, mentre gli alessandrini hanno manovrato a loro talento. Mai si è vista la compagine grigia sviluppare le sue trame con tanto ordine e chiarezza. Risorti, il migliore dei giallo-rossi, ha salvato la sua squadra da una ben più clamorosa sconfitta, buttandosi con coraggio tra i piedi degli avversari per evitare alcuni pericolosi tiri a rete. Nonostante la sua bravura la sua porta è stata violata quattro volte, due per tempo e sempre per merito dell’estroso Stradella. Il centrattacco alessandrino è apparso in gran forma, pugnace e sbrigativo quanto mai, sempre alle prese con l’estrema difesa degli ospiti. Egli è stato autore di tiri spettacolosi, alcuni bloccati in modo sorprendente dal portiere, altri deviati dai pali. Stradella ha realizzato al 25’ su pallone allungato da Gallea, ed al 40’ del primo tempo su centro di Sotgiu e nella ripresa, al 17’ su azione Armano-Pietruzzi ed al 44’ per un’uscita a vuoto di Risorti. Tutta la pattuglia grigia ha giocato in modo lodevole e il pubblico ha tributato calorosi applausi. («La Stampa», 2 gennaio 1948) Due partite, quattro punti, sette reti all’attivo, nessuna al passivo! Ecco il lieto bilancio che attendevamo dopo tante prove sfortunate. L’Alessandria di questo momento è veramente una squadra completa: forte nell’estrema difesa possiede una mediana di ferro imperniata su quel Rosetta che migliora di domenica in domenica e con Gallea che dà tono a tutta la squadra con il suo gioco maschio e tecnico ad un tempo. La prima linea ha dato contro la Salernitana e più ancora contro la Roma la prova di quanto può fare. Specialmente giovedì centro i giallorossi ha dimostrato una tecnica meravigliosa: gioco a terra, ali scattanti, due mezze ali che hanno servito il centro attacco in maniera superba. E Stradella non si è fatto pregare affatto: una partita maiuscola la sua. Quattro reti segnate, tre o quattro azioni personali che potevano fruttare atre reti. Bravo Stradella, sei il giocatore più discusso, hai dato ai tuoi sostenitori, noi compresi, molte delusioni, ma ora vai forte e dimostra che sei un centro avanti completo, dallo scatto bruciante e con un senso della rete invidiabile. Amadei, il quasi nazionale, sembrava un tuo allievo! Già contro la Salernitana avevamo avuto l’impressione che la squadra fosse quasi a punto: l’esclusione di Lustha che da tempo predicavamo, ha sveltito la manovra della prima linea e giunti a questo punto possiamo guardare all’avvenire con sicurezza e con una certa spavalderia. Vedrete che tante squadre finiranno dietro all’Alessandria! Lo diciamo da molto tempo, ne siamo ora più che certi. E ribadiamo la nostra convinzione che la squadra di quest’anno è ben più forte di quello dell’anno scorso senza i Bertoni, i Rava. Arezzi, ecc. (Enzo Garavelli, «Il Piccolo», 3 gennaio 1948) RISULTATI: Atalanta-Napoli 2-1 Bari-Pro Patria 1-3 (sul campo neutro di Napoli) Internazionale-Bologna 2-1 Lazio-Lucchese 1-0 Modena-Triestina 0-0 Sampdoria-Milan 0-0 Torino-Fiorentina 5-0 Vicenza-Juventus 0-1 riposa: Livorno CLASSIFICA: Torino* 22; Milan 21; Internazionale* 20; Juventus 18; Triestina, Bologna* 16; Genoa, Pro Patria* 15; Atalanta, Fiorentina, Salernitana, Alessandria, Lazio 14; Roma, Livorno 13; Bari, Modena 12; Lucchese 11; Sampdoria, Vicenza 9; Napoli 8. *: una gara in più MARCATORI 15 gol: Quaresima (Inter) 11 gol: Mazzola (Torino) 10 gol: Boniperti (Juventus) 9 gol: Loik (Torino) 8 gol: Lorenzi (Inter), Menti (Torino), Zapirain (Inter) Il punto sul campionato Il nuovo anno era iniziato con il Torino capolista solitaria della Serie A: i granata avevano suscitato l’entusiasmo degli appassionati al cospetto della Fiorentina che è stata costretta ad inchinarsi alle cinque reti realizzate da Mazzola, Gabetto, Mertelli e dalla doppietta di Loik. Il Milan era stato bloccato sul campo della Sampdoria scivolando al secondo posto. L’Inter, di misura, era riuscita a superare il Bologna con la rete decisiva di Muci al novantesimo. La rete di Arpas aveva consentito alla Juventus di espugnare il campo del Vicenza. Il decisivo gol di Remondini aveva dato alla Lazio la vittoria contro la Lucchese.