Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
06-01-1948 - Giornata: 16 - Busto Arsizio - Comunale


Pro Patria et Libertate Calcio - Alessandria US 3 - 2 (2 - 0)
RETI: 25. Turconi A. [Pr] , 43. Bertolucci S. [Pr] , 55. Cavigioli E. [Pr] 64. Stradella C.[A], 87. Sotgiu P.[A]

Alessandria US Diamante Luigi, Della Frera Giuseppe, Di Gennaro Silvio, Gallea Cesare, Rosetta Francesco, Tortarolo Francesco, Armano Gino, Pietruzzi Mario, Stradella Carlo, Coscia Aristide, Sotgiu Pietro All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
PRO PATRIA ET LIBERTATE CALCIO: Uboldi; Marelli, Fossati; Patti, Borra, Martini; Bertolucci, Bonelli, Candiani, Turconi, Cavigioli. All.: Biffi Aldo

Arbitro: Guarda Bruno (Venezia)
Note
Angoli: 5-7 (3-3). Spettatori: 10.000 oppure 12.000. Incasso: 3.000.000 lire. Giornata non troppo fredda, cielo coperto, a tratti leggera nebbia. Terreno in ottimo stato. Inizio gara ore 14.30

Commento
È una di quelle partite al termine delle quali ogni cronista è profondamente e sinceramente convinto di poter sostenere la tesi più sballata con la stessa facoltà di un dogma. In tribuna stampa c’era chi affermava che la Pro Patria avrebbe dovuto vincere con 5 o 6 reti di scarto, che propendeva per un meritato pareggio, chi opinava che l’Alessandria avrebbe anche potuto vincere, senza che tale vittoria assumesse minimamente le caratteristiche di un furto. In fondo, è stata una partita di assurdi, con 5 reti di cui almeno 3 potevano essere facilmente risparmiate. E poiché le due, tecnicamente e stilisticamente pregevoli, sono state equamente divise, una di qua e l’altra di là, noi venivamo con questo a dare ragione a coloro che hanno un debole per il verdetto di parità. Ma dobbiamo onestamente aggiungere che la Pro Patria ha giocato un gran primo tempo, con tanta evidente superiorità e anche tante azioni conclusive arrivate fin sull’uscio del gol e non tradotte il tale valuta pregiata solo perché l’odierna prima linea bustese era vacua e inconsistente e forse risentiva assai della forzata avanzata di Antoniotti e delle ancora eccessive rotondità di Candiani. Con questa considerazione veniamo ineluttabilmente a dare ragione a quelli che pensano che non soltanto il verdetto di vittoria bustese sia ineccepibile, ma che avrebbe, anzi, dovuto essere aggravato da un maggiore scarto di reti. Se non che non bisogna sottovalutare il formidabile finale alessandrino. Per ben 30 minuti dei 45 della ripresa (e per amore dell’esattezza aggiungeremo che si tratta dei primi 15 e degli ultimi 15) l’Alessandria ha letteralmente «aggredito» la difesa biancoblù; e se non l’ha letteralmente scardinata è perché questa difesa, non solo per valori singoli, ma anche per complesso sincrono e armonico, è senz’altro una delle migliori attualmente esistenti in Italia. E allora vedete che, in fondo, anche chi è del parere che i grigi meritassero una soddisfazione, proprio tutti i torni non ha. Non vorremmo che voi lettori credeste che queste righe siano tracciate con l’intento di farvi tutti felici. La verità è che noi stessi lo crediamo e lo pensiamo; e se nel gioco del calcio esistesse una tabella di punteggio di merito e noi dovessimo esprimere il nostro giudizio, non sapremmo sinceramente quali pesci pigliare. Per fortuna in questo sport i gol sono decisivi e inappellabili come l’arbitro, anche se spesso assolvono i colpevoli e condannano gli innocenti. E giacché la parola arbitro è scaturita dalla penna, vi diremo subito che il sig. Guarda, di Mestre, è stato un direttore di gara attento, scrupoloso, perfetto nell’applicazione della regola del vantaggio… sino a tre minuti dalla fine; quando, cioè, ne ha fatta una grossa: quella di lasciarsi sfuggire uno sfacciato fuorigioco di Stradella (da cui è poi nata l’azione della seconda rete alessandrina), un fuori gioco di almeno tre metri, lui che ne aveva esattamente «pescato» certi di appena venti centimetri! Ma andiamo per ordine. E poiché le reti sono tante, troppe ahimè per lo spazio assegnatoci, descriviamole in stile conciso. La prima viene al 26’ e nasce da una bella palla che Bonelli smista a Cavigioli e Di Gennaro blocca intelligentemente con le mani. Ma non sempre le cose intelligenti ricevono il giusto premio: sulla punizione, Borra fa spiovere una palla immune da pecche sulla rete alessandrina. Cadrebbe, se toccasse terra, due o tre metri dietro i terzini, due o tre metri innanzi a Diamante. Questi esita a uscire e comunque arriva sul posto una frazione infinitesimale di tempo dopo la terza di Turconi, che devia la palla adagiandola in rete. Al 34’, in fase di mischia, arriverebbe il pareggio se non ci fosse Fossati a compiere un miracoloso salvataggio. Poi c’è da segnalare, al 40’, un gol che Stradella vorrebbe fare e invece non fa perché adagia la palla nelle mani di Uboldi. Niente di male, d’altronde, perché l’alessandrino era in fuorigioco e Guarda se ne era accorto. Tre minuti più tardi seconda rete bustocca, la più insulsa che si sia mai vista su un campo di gioco. Dato e non concesso che la prima potesse essere messa parzialmente sulla coscienza di Di Gennaro, in questa senz’altro diamo e concediamo lautamente che possa essere inscritta come grave macchia sulla fedina calcistica di Della Frera e Diamante. Il terzino spedisce indietro al portiere senza necessità, in diagonale da sinistra. Palla debole, alla quale tuttavia Bertolucci corre dietro più per giustificare la propria presenza in campo che non con la sicumera di raggiungerla. Diamante esce in presa diretta e respinge di piede, o, meglio, tanta di respingere, poiché realizza invece il più spettacolare dei «lisci»; cosicché Bertolucci ha tempo e agio per arrivare sulla palla; e per essere sicuro di non sbagliare, pur essendo a una spanna dalla rete, la accompagna nel sacco con tre o quattro sapienti tocchi, come se avesse ancora dinanzi a sé degli avversari da scartare! Sinora solo la Pro Patria ha giocato; e l’Alessandria ha dato la sensazione di aspettare a distanza. Difatti la squadra grigia appare trasformata nella ripresa, assumendo uno schieramento ben altrimenti offensivo. Il dormiente quadrilatero si risveglia ed ha buon gioco contro una Pro Patria che gioca metà metodo (all’attacco) e metà sistema (in difesa), quanto dire con canoni stilistici che non sono, in fondo, né carne né pesce. Ma al 10’, in un contrattacco bustese, un fallo di Gallea su Candiani provoca una punizione a tre quarti di campo, e nella azione che ne segue Turconi devia di tacco sui piedi di Cavigioli, il quale insacca. La Pro Patria scuote il proprio torpore grazie anche al gioco superbo della propria linea mediana, dove Martini è un vero gladiatore. Ma questa è la partita degli assurdi; ed è in fase di ripresa biancoblù che i grigi segnano. La Pro Patria è in angolo al 19’; lo tira Armano: una testa (forse quella di Gallea) devia il cuoio a sinistra, dove irrompe Stradella che non perdona. Un minuto più tardi lo stesso Stradella (che, in complesso, è stato fra i migliori in campo impegnando a fondo quel grandissimo mediano sistemista che è Fossati) si mangia un gol, si può dire, già fatto. Al 22’ Pietruzzi smista a Stradella spostato sulla destra, nello spazio del limite dell’area di rigore Stradella tira prontamente, stampando il proietto sulla traversa. L’offensiva riprende implacabile, ma la difesa biancoblù è imbattibile. Solo al 42’ i grigi passano. Un allungo a Stradella, che è in nettissima evidente posizione di fuorigioco, ma Guarda non se avvede e nell’azione che ne segue, dopo una duplice respinta di Uboldi in extremis, la palla perviene sui piedi di Sotgiu che realizza. Il campo diviene una bolgia per le giuste proteste del pubblico; ed evitiamo di pensare cosa sarebbe successo se questo gol avesse dato all’Alessandria il pareggio, o peggio ancora, la vittoria. Buon per Guarda che la partita si chiude sul risultato acquisito. (Giuseppe Sabelli Fioretti, «Tuttosport», 7 gennaio 1948) Prima dell’incontro, a mezzo dell’altoparlante, Coscia e Borra, i due capitani, hanno invitato gli spettatori a contribuire al fondo «pro disoccupati». Un mazzo di garofani rosso è stato poi offerto in campo agli ospiti dai tigrotti. È parso per un attimo che la partita si dovesse intravedere attraverso un velario di fitta nebbia. Al fischio d’inizio però una folata di venticello ha messo a fuoco il rettangolo. Visione, quindi, chiara su tutta la scena e grosso respiro di sollievo del numeroso pubblico accorso (oltre mille alessandrini) allo Stadio di via XX Settembre. Ha vinto la Pro Patria, quasi a conferma che sul suo campo (Torino escluso) non si passa. Il punteggio che segna la partita è di tre a due, ovverosia uno di quei punteggi che non soddisfano nessuno a pieno e che lasciano aperta la via a cento «se» e ad altrettanti «ma». Vediamo: il tre a due non può soddisfare certamente i grigi ed è naturale anche perché oltre alla sconfitta segna sul suo contenuto due grossi errori del portiere Diamante, il secondo, poi, quanto mai grave. Il tre a due non può soddisfare che a metà anche i tigrotti che per quanto incompleti si sono visti sfuggire una più chiara vittoria su una squadra forte, volitiva, negli ultimi minuti di giuoco, a cagione di una svista arbitrale veramente… paradossale. I tigrotti hanno giocato con cuore e slancio, secondo la consuetudine loro. Bella prerogativa, diremmo, della squadra bustocca. Tuttavia hanno denunziato nettamente l’assenza di un giocatore regista quale è Antoniotti. Grosso lavoro; molte azioni, predominio chiarissimo nel primo tempo: ma i frutti sono maturati, con la complicità di Diamante. Ottima la difesa grazie soprattutto alla giornata stupenda di Fossati e copertura efficace anche nello scambio di giuoco – difesa e attacco – di un magnifico Martini. L’attacco, privo di Antoniotti, è parso il fraseggiare di attori ottimi ai quali manchi però l’ausilio del maestro suggeritore. Ottime Cavigioli che ha riscattato la brutta prova fornita all’Arena poco tempo fa. Ricco il lavoro di spola dell’eccellente Turconi. Fuori posto al centro l’interno Bonelli. Gran lavoratore Candiani e in ombra completa Bertolucci. L’Alessandria deve aver risentito, con riguardo al primo tempo, il contraccolpo degli errori del portiere. Attacco slegato, inconcludente. Nella ripresa, dopo la terza rete bustese, si è scossa ed è passato all’attacco sbagliando qualche buona occasione con Sotgiu, colpendo una traversa, realizzando con una prodezza di Stradella e risegnando un altro punto, magari meritato, ma in netta posizione di fuori giuoco, come vedremo più in là. Ottimi Rosetta, Della Frera, Stradella e Gallea. Ventitreesimo protagonista l’arbitro, Guarda di Mestre e quasi quasi il peggiore in campo, se si considera il suo compito facilitato al massimo dall’esemplare correttezza dei giocatori. Mancanza di discernimento nella valutazione dei falli, troppe azioni fermate per fuori giuoco di posizione, per non dire dell’ultimo, quando si è verificato il fuori giuoco grosso come una casa che ha dato il secondo gol all’Alessandria. Panoramica del giuoco. Iniziano i bustesi a grande andatura. Buon lavoro per la difesa grigia che si salva in tre angoli consecutivi. Al 25’ Turconi lancia Cavigioli; Di Gennaro vedendosi sorpassato ferma con le mani. La punizione la batte Borra: sul pallone a quattro passi dalla porta entra Turconi che di testa insacca alle spalle di un Diamante impalato. Grosso pericolo al 31’ per i grigi: un tiro di Bertolucci esce di un palmo. Al 34’ prima azione di rilievo dei grigi con Stradella prima e Armano poi: l’intervento di Fossati libera la porta. Al 35’ fugge Armano il quale è tenuto però in area da Patti, la punizione di Gallea è parata da Uboldi. 40’: punizione di Tortarolo fuori area, Uboldi salva magnificamente deviando, Stradella accorre e sbaglia bersaglio. Al 43’ Della Frera solo passa indietro al proprio portiere, Diamante esce mentre Bertolucci si fa sul pallone; Diamante è in vantaggio, ma preferisce, anziché tuffarsi, colpire di piede. Bertolucci così ha la meglio ed esce alle sue spalle col pallone fra i piedi. Nella ripresa i tigrotti premono ancora dopo che Armano ha mandato al 3’ alto sulla traversa. Al 10’ si verifica un fallo di Gallea su Candiani; la punizione è tirata da Martini, raccoglie Turconi che passa ottimamente a Cavigioli il quale entra di prepotenza e al volo di sinistro insacca. La Pro insiste e ottiene un angolo; ma la sua pressione è effimera e infatti l’Alessandria che passa al contrattacco e ottiene al 15’ e al 16’ due angoli. Al 18’ ottimamente Armano lancia Stradelli, i bustesi salvano in angolo. Il tiro è calciato da Armano e sulla battuta Gallea tocca di testa a Stradella che smarcato sulla sinistra, tutto solo, insacca imparabilmente. Occasione mancata di Stradella al 20’. Al 22’ duetto Pietruzzi-Stadella, il centrattacco tira forte: una testa bustese manda il pallone a sbattere sulla traversa, il pericolo è passato. Sul finire della partita, dopo alterne azioni velocissime, l’Alessandria raccorcia le distanze. È Stradella che in netta posizione di fuori giuoco – cinque metri abbondanti – va via e si fa su Uboldi: parte un tiro fortissimo. Uboldi in un tuffo disperato riesce a deviare, raccoglie Tortarolo che tira in rete, Uboldi con un balzo devia nuovamente. Raccoglie stavolta Sotgiu che non ha difficoltà a battere il bravo portiere. (Dado Como, «Corriere dello Sport», 7 gennaio 1948) La gara non ha mantenuto tutte le belle promesse formulate alla vigilia sulla base delle ottime prestazioni fornite recentemente dalle due squadre. Il primo tempo, soprattutto, è piaciuto poco: da una parte c’era una Pro Patria che non riusciva a svolgere bel gioco (e l’assenza di Antoniotti si faceva sentire, perché all’attacco mancavano ordine e chiarezza di idee) e dall’altra parte giocava un’Alessandria «molle» che dava tuttavia l’impressione di volere studiare l’avversario e di dar tempo al tempo; forse, insomma, all’insufficienza organica dell’attacco bustese corrispondeva una certa sicurezza degli alessandrini nei proprii mezzi. Allo scadere del 45’ di gioco la Pro Patria si trovò in vantaggio per 2-0. Dieci uomini dopo il riposo i gol bustesi erano diventati tre, alla fine della partita, ferma la Pro Patria sulla quota raggiunta col successo di Cavigioli, l’Alessandria si trovò battuta per una sola lunghezza. Qui è bene descrivere subito le azioni che hanno determinato il punteggio finale così che il lettore abbia netta la sensazione di quanto è accaduto. 25’ di gioco: palla che viaggia verso Cavigioli, tentando di cogliere l’Alessandria (proiettata all’attacco) in contropiede: Di Gennaro, intuito il pericolo, non trova di meglio che bloccare la sfera con le mani provocando così il calcio di punizione. Siamo circa a metà campo, leggermente da parte alessandrina. Il tiro viene battuto da Borra e finisce in piena area, a pochi passi da Diamante la cui incertezza sul da farsi è palese: Turconi, pronto, mette nel sacco. Battuta bene la punizione, effettuato bene il tiro da parte di Turconi, ma la rilevata incertezza del portiere ha concorso a rendere inevitabile il gol. 43’: palla sulla sinistra bustese, lunga. Della Frera le sia fa sopra e, mentre Bertolucci incalza, si volta e tenta il passaggio al portiere, di traverso. Palla un poco debole: Diamante le esce incontro, mentre Bertolucci la rincorre a sua volta. Il portiere tenta il rinvio di piede, lo fallisce, resta sul posto e a Bertolucci, sempre tenacemente in azione, non resta che il facile compito di segnare a porta vuota. Altro gol bustese, quindi, ma gli errori di Della Frera e Diamante sono stati enormi. Ripresa. 10’: fallo di Gallea su Candiani, punizione battuta da Martini, tocco di Turconi in area, palla leggermente deviata a destra, tiro a volo di Cavigioli e gol fatto. Qui, niente da dire. Finora è l’unico gol irreprensibile. 19’: calcio d’angolo della Pro Patria (è il terzo nel giro di quattro minuti). Lo tira Armano, dal mucchio si leva la testa di Gallea che devia la palla verso sinistra, entrata di Stradella e gol. 42’: rimessa laterale effettuata da Gallea e ricevuta da Armano, l’ala lancia in profondità verso il centro e laggiù Stradella (in nettissimo fuori gioco segnalato energicamente dal guardialinee, ma non visto dall’arbitro) riceve la palla e se ne va imperterrito verso Uboldi. Tiro e respinta, altro tiro (Tortarolo) e altra respinta, terzo tiro (Sotgiu) e gol. Putiferio sulle gradinate, proteste concitate e giustissime dei giocatori bustesi, ma l’arbitro tiene duro e sancisce il secondo gol alessandrino. È chiaro che 3 dei 5 gol della giornata (2 bustesi e 1 alessandrino) sono stati tutt’altro che convincenti. I due primi della Pro Patria, è vero, sono nati col concorso di errori commessi da una difesa che solitamente non ne commette (specie Della Frera di solito non ci casca) e che dopo tutto gli errori vanno pagati, comunque è certo che la partita avrebbe potuto benissimo terminare alla pari senza per questo far gridare allo scandalo. Se la Pro Patria ha comunque vinto lo deve principalmente ai suoi difensori: Fossati, Borra, Uboldi, Martini (questi è stato il migliore in campo per la somma di lavoro intelligentissimo svolto senza mai un attimo di sosta). Patti e Marelli si sono battuti molto bene e specie nel secondo tempo quando cioè l’Alessandria ha tirato fuori le unghie. L’attacco ha mancato di forza di penetrazione (una volta tanto, come abbiamo visto e giova ripeterlo, tre gol non rispecchiano l’effettiva capacità realizzatrice della squadra che li ha segnati) vuoi perché Bonelli è stato un centravanti di fortuna e di ripiego vuoi perché Candiani non ce l’ha fatta a cavarsi dalla stretta (metaforica, s’intende) in cui Gallea lo ha serrato per tutto l’incontro, vuoi perché Cavigioli non è mai stato, a parte l’azione del gol, di molta utilità. Si sono salvati Bertolucci e Turconi, ma ciò non è bastato a conferire al quintetto la necessaria autorità offensiva. Nell’Alessandria si sono distinti Di Gennaro, Rosetta, Tortarolo, Gallea, Pietruzzi, Stradella. Sulla coscienza di Della Frera (il quale tuttavia ha avuto modo di dare frequenti dimostrazioni della sua bella capacità) pesa l’errore che ha permesso alla Pro Patria di segnare il primo gol. Nera la giornata di Diamante. Quanto a Stradella è doveroso anche ricordare la bellissima azione che per un soffio non s’è concluso in gol al 22’ della ripresa: passaggio intelligente di Pietruzzi, scatto del centravanti, fuga velocissima, magnifico tiro eseguito da destra a sinistra in piena corsa, Uboldi in volo senza colpire la palla che picchia invece contro la traversa e rimbalza via dall’altra parte. È stat ala più bella azione della partita e, anche per essa, forse l’Alessandria non avrebbe meritato di perdere. Il signor Guarda ha arbitrato molto bene nel primo tempo; nella ripresa non ha convinto nella valutazione del fuori gioco e non ha visto quelle che, come abbiamo detto, ha portato l’Alessandria alla marcatura del suo secondo gol. Circa 12.000 spettatori, molti dei quali venuti da Alessandria a bordo di cinque autopullman. Nessun incidente. In tribuna erano parecchi giocatori del Milan e dell’Internazionale. Prima dell’incontro i due capitani, Coscia e Borra, hanno rivolto un appello agli sportivi affinché diano il loro contributo alla sottoscrizione pro disoccupati. (Danilo Mazzuccato, «La Gazzetta dello Sport», 7 gennaio 1948) PASSO FALSO A BUSTO La possibilità del pareggio alessandrino è rimasta stampata sulla traversa stampata sulla traversa che Stradella ha colpito al 22’ della ripresa. È così finita con la vittoria di misura dei bustocchi questa strana partita che la Pro Patria, ad un certo momento conduceva con tre reti a zero. Mancava alla squadra lombarda Antoniotti, e l’assenza di questo attaccante di grande valore le ha nuociuto, perché indubbiamente con Candiani a lato il giovane centravanti avrebbe potuto costituire un serio pericolo per la difesa grigia. Ma pur tenuto conto della circostanza, si può tranquillamente affermare che la Pro non è apparsa irresistibile e che non avevano completamente torto gli alessandrini se alla fine erano piuttosto neri. Tra tutte le reti subite li tormentava soprattutto la seconda «carpita» da Bortolucci al 43’, in seguito a un autentico infortunio della difesa. Della Frera (che a parte questo incidente ha condotto con Rosetta un incontro magistrale) in una fase di gioco non pericolosa allungava a Diamante. Il pallone, tirato corto indugiava però sul limite dell’area cosicché il portiere alessandrino aveva un attimo di perplessità se uscire o meno. Si decideva infine per la sortita, mentre l’ala sinistra bustese volava verso la sfera contesa. Diamante giungeva un attimo prima e calciava per rinviare; per un falso rimbalzo tirava però la palla sullo stesso Bertolucci che era pronto a spedirla nella porta vuota. Prima aveva segnato Turconi al 27’ su calcio di punizione, partendo da una posizione che a qualcuno è parsa in fuori gioco, e l’Alessandria aveva perso un paio di occasioni facili con Armano e Stradella. Nel secondo tempo altra rete di Cavigioli, al 10’ e quindi improvviso mutamento di scena. Al 19’ Stradella, al quale le quattro reti segnate domenica scorsa hanno dato una bella fiducia, infilava in porta su passaggio di Gallea. La famosa traversa fermava poi, come abbiamo detto, un tiro dello stesso grigio, e Sotgiu spediva a lato in altre due occasioni. Al 43’ Sotgiu otteneva ancora una rete, dopo che Uboldi aveva fermato due saette consecutive di Stradella e di Tortarolo. La pressione grigia si faceva più insistente, ma era troppo tardi per il pareggio. La Pro Patria, ad ogni buon conto, spediva tutti i palloni a lato con saggia e non del tutto inutile precauzione. (Paolo Bertoldi, «La Stampa», 7 gennaio 1948) I grigi chiusi in difesa hanno sferrato la loro offensiva quando i padroni di casa avevano già tre reti all’attivo. Il rabbioso contrattacco alessandrino si concludeva con due reti, una di Stradella al 19’ ed una seconda al 43’ ad opera di Sotgiu. («L’Unità», 7 gennaio 1948) DOMANI LA TRIESTINA CONTRO I "GRIGI" AL MOCCAGATTA Rimaneggiamenti in prima linea: Pietruzzi a riposo, Coscia interno destro - Lustha o Alberelli? Con la sconfitta di Busto, che la squadra non ha meritato, s’impone una domanda: può l’Alessandria continuare a regalare punti per la forma disastrosa del suo portiere? Mai nessuno ha osato parlare di Diamante, ottimo ragazzo, moralmente ineccepibile, ma da troppo tempo il portiere grigio denuncia un’incertezza assolutamente spaventosa. Tra i pali se la cava discretamente, quando si tratta di uscire sono dolori e l’intera difesa risente di questo vuoto alle spalle. Diamante ha bisogno di riposo: sappiamo che Bani non è in gran forma, ma Giorcelli è una promessa e se il morale lo assisterà potrà diventare qualcuno. A Busto la squadra dopo un primo tempo guardingo ha tirato fuori le unghie ed ha segnato due magnifiche reti, sfiorandone una terza con uno spettacoloso tiro di Stradella contro il palo a portiere battutissimo. Dei giocatori in ripresa Di Gennaro, leggermente sfasati Della Frera e Tortarolo, ottimo Rosetta, magnifico Stradella, a posto Coscia e Pietruzzi, insidiosi Armano e Sotgiu. La squadra ha dunque girato a dovere ed ha dimostrato anche al pubblico bustese che il calcio non è fatto soltanto di foga e di fiato. (Enzo Garavelli, «Il Piccolo», 10 gennaio 1948) RISULTATI: [4 gennaio 1948] Atalanta-Vicenza 2-0 Fiorentina-Internazionale 1-0 Genoa-Roma 2-4 Juventus-Modena 0-1 Lazio-Torino 0-0 Lucchese-Sampdoria 2-1 (giocata il 6 gennaio 1948) Milan-Bari 8-1 Salernitana-Livorno 2-4 Triestina-Napoli 1-0 riposa: Bologna CLASSIFICA: Milan, Torino* 23; Internazionale* 20; Juventus, Triestina 18; Pro Patria* 17; Atalanta, Bologna, Fiorentina 16; Genoa, Livorno, Roma, Lazio* 15; Modena, Salernitana, Alessandria* 14; Lucchese 13; Bari 12; Sampdoria, Vicenza 9; Napoli 8. *: una gara in più MARCATORI 15 gol: Quaresima (Inter) 11 gol: Mazzola (Torino) 10 gol: Boniperti (Juventus) 9 gol: Loik (Torino), Puricelli (Milan) Il punto sul campionato Il Torino, capolista, era stato fermato sul campo della Lazio facendosi raggiungere dal Milan che aveva dominato dal punto di vista tecnico-tattico e fisico il Bari. La coppia di testa aveva staccato di tre lunghezze l’Inter che erra uscita sconfitta dal campo della Fiorentina: decisiva la rete di Badiali. Reduce da due trasferte vittoriose consecutive la Juventus aveva avuto una ricaduta in casa ripiombando nel suo gioco sterile facendosi sconfiggere dal Modena. Una rete di Tosolini aveva permesso alla Triestina di superare il Napoli, ultimo in classifica con un punto in meno di Vicenza, sconfitta a Bergamo dall'Atalanta e Sampdoria sconfitta, di misura, dalla Lucchese.