Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
11-01-1948 - Giornata: 17 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Triestina US 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 86. rig. Coscia A.[A] 33. Begni M. [Tr]

Alessandria US Diamante Luigi, Della Frera Giuseppe, Di Gennaro Silvio, Gallea Cesare, Rosetta Francesco, Tortarolo Francesco, Armano Gino, Coscia Aristide, Stradella Carlo, Lushta Riza, Sotgiu Pietro All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
TRIESTINA US: Striuli; Zorzin, Blason; Radio, Sessa, Giannini; Rossetti, Trevisan, Bernard, Tosolini, Begni. All.: Rocco Nereo

Arbitro: Camiolo Eliseo (Milano)
Note
Angoli: 10-1 (5-0). Spettatori: 8.000-8.500 («Tuttosport» e «Corriere dello Sport), 11.000 («La Gazzetta dello Sport») oppure 17.000 («Stampa Sera»). Tempo coperto, terreno pesante Inizio gara ore 14.30

Commento
SOSPIRONE PER I GRIGI A DUE MINUTI DALLA FINE Sul terreno a fondo gelato ed a superficie viscida ed attaccaticcia, i triestini parvero dapprincipio lenti ed impacciati. Per tutto il primo tempo, essi furono, individualmente battuti in velocità. Come squadra invece, alla fine del primo tempo stesso, risultavano in vantaggio per uno a zero. Aveva segnato al 33’ Begni, riprendendo un pallone basso proveniente dalla destra, che per poco Tosolini già non aveva spedito in rete pochi secondi prima. L’Alessandria aveva preso a dominare fin dai primi minuti, ma i suoi attacchi si erano urtati subito in uno sbarramento difensivo dalla natura ermetica. Mediano destro sull’ala sinistra, terzino sinistro sull’ala destra, centro sul centro, e Trevisan e Giannini sulle mezze ali; e dietro a tutti Zorzin in vesto di terzino volante. Tosolini colmava lo spazio libero fra questo schieramento ed i tre uomini di punta. Un che di misto fra il «sistema» ed il «metodo» come si usa da molti in questo momento in cui più nessuno giuoca limpidamente secondo nessuno dei due dogmi. Questo sbarramento triestino è stato il vincitore della giornata. Esso ha trovato come alleati i pali in parecchie occasioni, ma anche di per sé, è risultato saldo, forte, consistente, tenace. Su manovra non è stato battuto mai, che, per giungere al risultato pari, i grigi hanno avuto bisogno di un calcio di rigore ottenuto da Gallea intrufolandosi e cadendo fra due avversari, e convertito da Coscia a due minuti dal termine. Alle spalle dello sbarramento stesso, Striuli ha sfoderato una mezza dozzina di parate veramente grandi. Una sola volta il portiere triestino avrebbe dovuto essere battuto: nel primo tempo su tiro di Stradella, ed in quella occasione il palo venne in suo aiuto. Bella squadra, dalla tenuta forte, la Triestina. Sicuro come terzino volante Zorzin, efficace Sessa, energico Trevisan, e guizzante Rossetti, che alla ripresa prese il posto di Bernard. Difficile da battere davvero la difesa, che ha giganteggiato al momento in cui l’incontro è divenuto battaglia. L’Alessandria è stata all’attacco per quasi ottanta minuti su novanta. Ha premuto senza perforare. Si è invischiata nel fango di quello stesso terreno che è una sua specialità. Il giuoco stretto, minuto, basso ha nociuto ai suoi attaccanti e favorito i difensori avversari. Nessuna azione ad ampio respiro, nessun giuoco in profondità. Dietro agli attaccanti si sono prodigati in lavoro di rifornimento, impostato però in modo mal pratico, Gallea e Tortarolo ed a tratti perfino i terzini. Della Frera, che ha buone doti, si è fatto cogliere fuori posizione, come sistemista, nell’azione della rete di Begni ed in altra del secondo tempo che avrebbe potuto costargli ugualmente cara. Più sicuro, come posizione e come uso di ambi gli arti, Di Gennaro. Chi è migliorato molto come centro mediano poliziotto, è Rosetta, che, pur preso ad un certo punto dal nervosismo comune a tutta la squadra pelli risultato che sfuggiva di mano, ha trovato modo di fare cose pregevoli sul difficile terreno. Complessivamente, i grigi che hanno evidentemente quest’anno molto più linea che nella stagione scorsa, meritano di essere rivisti alla prova in condizioni migliori. V’è materia di interesse nella loro squadra. (Vittorio Pozzo, «Stampa Sera», 12 gennaio 1948) Non si venga a dire che la Triestina è una squadra metodista; oggi contro l’Alessandria la sua tattica è stata quella di difendersi ad oltranza e per difendersi il suo schieramento doveva essere adeguato al compito prefisso, sicché Zorzin, Sessa e Giannini per tutto l’incontro furono gli angeli custodi di Armano, Straella e Sotgiu, mentre Blason, piazzato innanzi a Striuli, ne proteggeva la casa; e gli altri, salvo tre avanti, a costruire la ragnatela dove erano costretti a manovrare i grigi. Gli ospiti rinunciarono, quindi ad ogni manovra di attacco. Ormai sui campi di gioco contro squadre sistemiste bisogna rassegnarsi ad osservare queste tattiche più o meno antisistemiste che conducono ad una monotonia continua di attacchi e ad una continua difesa. Non più due squadre in lotta aperta e serrata, bensì una che attacca, l’altra che si difende. Buon per la Triestina essere in possesso di uomini energici, decisi e soprattutto calmi; nel duro lavoro in area di rigore i tentennamenti, le incertezze ed i cattivi piazzamenti possono costare cari, e mentre per quasi tutto l’incontro la difesa funzionò come un cronometro, verso la fine della gara, quando la vittoria pareva acquisita dagli ospiti, questi, assediati e sospinti, commisero due falli in area: sul primo Camiolo ci passò sopra riportando il pallone sulla linea; sul secondo invece, a quattro passi dalla rete di Striuli, concesse il rigore. E con questo rigore l’Alessandria poté pareggiare. Ma prima, che inferno, in quell’area di rigore triestina che pareva essere stregata! Miracolose la parate di Striuli, senza parlare di tutta quella sequenza di tiri che hanno stampato quattro o cinque volte il pallone sui pali. Questa di oggi potrebbe essere benissimo battezzata la giornata dei pali. S’incominciò subito con un tiro di Tortarolo nell’angolo sinistro di Striuli all’incontro dei pali, poi Stradella a portiere battuto fece battere la palla nel bel mezzo della traversa, infine Armano con un tiro di rara potenza colpiva la facciata interna del montante ed il pallone saltellando sulla linea veniva calciato lontanto dal magnifico Blason. Tutta la squadra grigia era protesa all’attacco, il controllo di Rosetta a Bernard (che in seguito cambiò posto con Rossetti) era inesorabile; solo una volta uno scivolone lo fece abbandonare la preda e su questo infortunio nacque l’azione della rete triestina. Gallea si era portato subito in area riuscendo ad intercettare un’azione di Tosolini, ma un lungo rimando riportò la palla nei pressi dell’area e Bernard, spostatosi sull’ala, poteva servire Rossetti. Con molta accortezza il biondo giocatore deviò sulla sinistra offrendo il pallone all’accorrente Begni il cui tiro fu secco e preciso. Diamante era battuto (28’). Questa rete insperata segnò l’inizio del solito gioco ostruzionistico fatto di lente rimesse di palloni oltre campo, con piccolo repertorio di accorgimento che servirono a far trascorrere il tempo, mentre l’Alessandria con i suoi sei calci d’angolo non riusciva a passare per l’energica difesa opposta dagli avversari. Nella ripresa gli attaccanti grigi assunsero lo schieramento logico, quello cioè che li aveva portati contro la Salernitana e contro la Roma alle brillanti affermazioni. Coscia ritornò al suo posto di interno sinistro e Lushta, mancando Pietruzzi, mezzo destro. Sembra un nonnulla, ma si vide subito un altro tono di gioco, un gioco più preciso, aggressivo e spigliato. E, naturalmente, come era avvenuto nel primo tempo, anche in questa seconda parte si accentuava vieppiù quella superiorità di attacchi che doveva durare ininterrotta per quasi quaranta minuti. Prodigi i difensori triestini ne compirono a ripetizione, ma a lungo andare il lavoro strenuo, continuo e snervante si fece sentire e appunto quando Stradella con uno scatto improvviso e dopo uno scambio con Armano scattò verso la rete ancora una volta il palo respingeva (20’). Rosetta calciava dal limite un pallone che Striuli con un salto acrobatico riusciva a deviare in angolo. Il primo dei quattro angoli della ripresa contro la Triestina. Non era ancora finito, tutta la squadra grigia serrava gli avversari come in una morsa, si può dire che a difendere la loro porta ed il punto erano nove triestini: ebbene, per poco non avvenne il secondo fattaccio in seguito ad un lungo rinvio di Blason. Entrò in possesso della palla Rossetti, tutto solo; compì pochi passi innanzi, il gol pareva inevitabile quando partì il tiro, Diamante però riuscì ad attanagliare la palla rinviandola lontano dove Sotgiu l’allungava a Stradella. Nuova volata del centrattacco, tiro e nuovo palo (32’). La partita era ormai agli sgoccioli, chi poteva sperare di fronte al serrato gioco difensivo dei triestini? Invece, dopo un nuovo palo di Coscia ed una miracolosa parata di Striuli su tiro di Stradella, ecco l’azione del rigore. Azione chiara, lineare. Sotgiu (spostato interno destro) ad Armano, questi a Gallea, che si spingeva in area scartando successivamente Giannini e Zorzin quando Trevisan gli si faceva incontro e nel tentativo di ostacolarlo lo sgambettava a tre metri dal portiere. Rigore realizzato da Coscia con un forte tiro a destra di Striuli. I triestini diedero una chiara dimostrazione della loro potenza difensiva. Non un rinvio sbagliato, tutti i palloni colpiti alla perfezione; peccato che la squadra abbia voluto insistere sulla tattica difensiva che fece anche dei mediani, di Tosolini e di Trevisan degli autentici difensori. Comunque lo scopo è stato raggiunto in parte anche se la dea Fortuna fu benigna con loro. I grigi non giocarono affatto male. Una cervellotica formazione iniziale tolse gran forza di penetrazione al loro attacco, dove Lushta, in non buona giornata, si lasciò troppe volte imbrigliare dagli avversari e Sotgiu, con il suo palleggio personale, favorì l’opera dei difensori giuliani. Sempre possente la difesa dove Di Gennaro fece cose egregie e la mediana che con Stradella, Armano e Coscia diede vivacità alla gara e tono al gioco. L’arbitro Camiolo fu un direttore energico e preciso. (Augusto Rangone, «Tuttosport», 12 gennaio 1948) L’incontro è stato condotto dagli ospiti, festeggiatissimi, con un gioco che ha sovvertito tutti i piani degli alessandrini. Oltre alla solida difesa, imperniata sull’agilissimo Striuli e sui possenti terzini, cinque mediani saldamente schierati su tutto il fronte hanno costituito un baluardo invulnerabile ai tentativi di penetrazione dei grigi che hanno palesato il loro punto debole nelle mezze ali a volte arretrate, altre volte spiazzate nel porgere aiuto ai compagni di linea. Così si è avuto un lungo periodo di supremazia alessandrina che non è riuscito a prevalere sulla mobilissima ed efficacissima difesa alabardata, mentre nelle rare incursioni offensive sviluppate dagli ospiti per merito di Rossetti, Bernard e Begni la rete grigia ha corso qualche serio pericolo e Begni, appunto, è riuscito a segnare in tale contingenza. Poi è venuto – sul finale dell’accanita disputa, quando i grigi, dopo aver usufruito di dieci calci d’angolo, di altrettanti calci di punizione mentre altri dieci palloni calciati da Stradella, Armano e Coscia sono stati respinti dai pali in modo esasperante, e la folla era ormai rassegnata alla sconfitta – il calcio di rigore per un fallo su Gallea che doveva essere trasportato a braccia fuori dal campo per un duro scontro con Blason. Coscia trasformava la massima punizione e la divisione dei punti, se ha amareggiato gli alabardati, ha per lo meno evitato un’immeritata sconfitta ai giocatori grigi. Subito i triestini muovono decisi all’assalto della rete di Diamante sviluppando i loro attacchi al centro e col concorso delle ali. Sono queste le prime schermaglie dei triestini, pugnaci all’offesa solidissimi in difesa per lo schieramento assunto e mantenuto per tutta la disputa. Al 7’ un’azione volante dei grigi mette vivo entusiasmo nel pubblico: Armano, Lushta, Sotgiu superano lo sbarramento degli avversari e Stradella conclude l’azione velocissima con un secco tiro che Striuli salva in angolo. La Triestina è ancora in corner al 14’, al 24’ e al 26’ cui succedono tremende mischie sotto la rete alabardata, invano bersagliata da ogni lato. Ovunque i difensori granata intervengono con estrema decisione che ostacola e sorprende gli avanti grigi e tanta attività resta sterile. Ad aggravare l’orgasmo nelle file degli alessandrini – che non riescono a trovare lo spiraglio adatto per far capitolare gli avversari – ecco una seria minaccia triestina rappresentata da Bernard che, solo, davanti a Diamante, fallisce per un soffio il bersaglio. Ma la palla è presto ripresa da Rossetti che allunga a Begni. Questi avanza di qualche passo e infila l’angolo basso sulla sinistra del portiere, impossibilitato a intervenire. Riprendono i grigi a premere sotto la rete dei triestini i quali sono nuovamente in angolo; poi Armano è sepolto sotto tre avversari accorsi per togliergli un pallone. Una cannonata di Lushta sibila a fil di palo, un altro tiro alto nell’angolo destro è deviato in modo spettacoloso in corner da Striuli. La ripresa è prevalentemente caratterizzata da un sostenuto assalto alla rete degli ospiti che sembra tetragona a tutti i rabbiosi tentativi degli alessandrini; è una fatica di Sisifo che si ripete a ogni istante. Attacchi robusti dei grigi cui fanno riscontro altrettante rotture dei decisi e precisi granata mentre la rete, bersagliata a destra e a manca, sembra fatata e intangibile. Nessun pallone riesce a vulnerarla e quando l’abilità di Striuli è esaurita, i pali concorrono a infrangere l’ardore combattivo dei locali. Al 23’, in un improvviso rovesciamento della situazione, la Triestina rompe l’assedio e lancia Bernard che avanza, poi allunga il pallone a Begni. Ormai l’attaccante alabardato è a pochi passi da Diamante; l’impresa pare aprire le speranze a un nuovo successo degli ospiti, ma questa volta il portiere riesce ad agguantare la sfera di cuoio e a salvare sulla linea la rete insidiata. Con rinnovato ardore, i grigi riprendono l’interrotto assedio. Un fallo triestino sulla linea fatale, dà modo a Rosetta di piazzare un potente tiro nell’angolo alto che Striuli salva in corner. Al 29’ Stradella, da una diecina di metri, con una magnifica azione personale, sferra un potente tiro e ancora l’asta trasversale salva gli ospiti. Al 37’ decimo calcio d’angolo. Mischia furibonda: tutta la Triestina è raggomitolata in poco spazio; da uno spiraglio, Coscia calcia deciso: il palo nuovamente respinge. È una disdetta snervante ed opprimente. La sorte sembra ormai segnata, quand’ecco al 41’ Gallea, spintosi nell’area di rigore, è prima travolto e poi colpito nel pauroso groviglio da due avversari. L’arbitro punta, inflessibile, malgrado le proteste dei triestini, il dito verso il disco bianco del rigore. Gli animi trepidanti sono sospesi al tiro di Coscia che abilmente inganna Striuli e lo batte inesorabilmente: uno a uno. Un minuto dopo, la Triestina corre un altro serio pericolo; su un ennesimo calcio di punizione effettuato da una ventina di metri da Rosetta, con un balzo felino il portiere intuisce la traiettoria della palla e riesce ad abbrancarla tra l’incrocio dei pali salvando la sua squadra dalla sconfitta. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 12 gennaio 1948) Quale delle due squadre sarà la più scontenta del risultato? Non può esserne contenta la Triestina che si è vista sfuggire la vittoria a quattro minuti dalla fine, e su rigore; non può esserne contenta l’Alessandria che ha attaccato e lottato tenacemente e si è vista respingere dai pali quattro palloni di cui almeno due a portiere battuto. Ma, ragionando con mente calma, il risultato salomonico della divisione dei punti può quasi sembrare equo. Però se c’è stata una squadra che meritava di vincere, questa è senza dubbio l’Alessandria. Si potrà obiettare che la formidabile ed esemplare partita giocata dai difensori alabardati, e tra i difensori ci mettiamo anche le mezze ali, meritava un premio e il ragionamento sarebbe giusto se non ci fossero di mezzo i quattro pali colpiti. Con quanto sopra detto si è già data una sommaria fisionomia di quello che è stata la partita: un attacco quasi continuo, spesso tramutato in assedio, dei grigi e una difesa manovrata e abilissima degli alabardati. La Triestina non si è affatto impressionata per il fango, ha subito adottato una tattica difensiva intelligente, ha mandato parecchie volte i tre uomini di punta dell’attacco a molestare la retroguardia alessandrina, ma soprattutto ha messo in mostra undici uomini scattanti e preparatissimi che sovente arrivavano robustamente per primi sulla palla. Gli undici uomini sono da elogiare in blocca, ma tra essi bisogna segnalare Striuli e Blason. Il primo ha parato tutto, anche quello che sembrava impossibile parare; il secondo è stato l’uomo che spadroneggiava nella sua area e lo sa Armano il quale, benché a tratti vincitore di serrati duelli, ha potuto soltanto di rado essere pericoloso. Alessandria: la decisione presa all’ultimo minuto di sostituire Albertelli con Lushta, non è risultata indovinata. L’albanese è stato presto stroncato dal fango e non ha mai potuto rendere molto. Ma ai grigi va riconosciuto il merito di una strenua combattività, di una tenacia perseverante, anche se queste doti hanno avuto il solo premio del calcio di rigore. I due gol della giornata. Al 33’ di gioco pallone lungo a Rossetti che centra, finta di Bernard e palla a Begni che, libero, non ha difficoltà a segnare. Al 41’ della ripresa, subito dopo l’unico angolo contro l’Alessandria, Gallea minaccioso entra in area di rigore avversaria: gli si fanno incontro parecchi avversari che lo atterrano. Mentre il mediano grigio viene portato fuori, Coscia tira il rigore concesso senza titubanza da Camiolo e segna il gol del pareggio. Cielo coperto, temperatura mite, terreno fangoso. Nessun incidente di rilievo, salvo un violento scontro tra Rosetta e Tortarolo e l’uscita di Gallea per due minuti nell’azione del rigore. A metà del primo tempo scambio di posto tra Bernard e Rossetti. Altrettanto hanno fatto Coscia e Lushta all’inizio della ripresa. Al 25’ sempre della ripresa ancora scambio tra Sotgiu e Lushta. I combattenti alessandrini hanno offerto un ricco mazzo di fiori alla Triestina. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 12 gennaio 1948) BRUTTA LA POSIZIONE DI CLASSIFICA DEI "GRIGI" Bisogna porre rimedio alle pecche della prima linea allenando meglio i giocatori E la scalogna continua… Cinque pali, una superiorità d’azioni pressoché ininterrotta, un assedio di ottanta minuti alla porta avversaria e alla fine un pareggio conquistato in extremis e per di più con l’ausilio di un calcio di rigore. Vediamo quindi di analizzare con la maggiore serenità possibile la partita e di trarne delle logiche conclusioni. Diremo anzitutto che il ritorno di Lustha ha accentuato la già abituale lentezza della linea di attacco: il buon Riza non è assolutamente in forma e la sua presenza in squadra ha dato risultato negativo. La prima linea ha creato tante azioni, ma dobbiamo dire che la manovra è sempre risultata lenta e caotica, senza trame di gioco classico, senza passaggi in profondità e raso terra che tagliano fuori qualunque avversario (vedi contro la Roma) e pertanto hanno avuto buon gioco i pur validi difensori triestini. A ciò ha influito in maniera indubbia la pessima giornata dei mediani laterali che mai si sono inseriti con autorità nella manovra d’attacco e mai hanno sostenuto con piglio deciso gli attaccanti. Per queste ragioni è nato un gioco a valanga senza idee precise nel quale Stradella, ancora una volta il migliore della prima linea, non sempre è stato servito bene. Armano veloce ed insidioso si è perduto in azioni individuali. Sotgiu, Coscia e Lustha hanno giocato onestamente, ma non certo all’altezza di due mezze ali sistemiste appena superiori alla media. Bravissimo Rosetta, in netta ripresa Di Gennaro, non a posto Della Frera che denuncia sempre maggiormente poca familiarità a calciare con ambedue i piedi con grave pericolo per l’intera difesa. C’è qualcuno che si preoccupa di correggere i difetti dei vari giocatori? C’è qualcuno che li allena atleticamente a seconda delle esigenze del fisico di ciascuno? Diremmo di no stando a quanto si vede, ma non tocca a noi far notare che molti giocatori non sanno correre, che qualcuno gioca novanta minuti senza cambiare una sola volta la concezione del gioco come se gli avversari fossero tutti tonti e non capissero dopo dieci minuti l’ingenuità di chi sta loro di fronte. Stando così le cose si può ben affermare che la squadra c’è e ben salda, ma che ha bisogno di essere maggiormente curata nella preparazione sia atletica che tattica. Non bisogna dimenticare che il calendario è duro, e le gare che ci attendono, a cominciare da quella di domani con la Lazio, presentano serie incognite: ed è bene che i grigi si sveglino. (Enzo Garavelli, «Il Piccolo», 17 gennaio 1948) RISULTATI: Bari-Sampdoria 0-2 Genoa-Atalanta 1-1 Juventus-Fiorentina 3-0 Livorno-Torino 1-3 Milan-Salernitana 2-0 Modena-Lucchese 3-0 Napoli-Bologna 1-1 Roma-Internazionale 2-3 Vicenza-Lazio 3-1 riposa: Pro Patria CLASSIFICA: Milan, Torino* 25; Internazionale* 22; Juventus 20; Triestina 19; Atalanta, Bologna, Pro Patria 17; Fiorentina, Genoa, Modena 16; Livorno, Roma, Alessandria, Lazio 15; Salernitana 14; Lucchese 13; Bari 12; Sampdoria, Vicenza 11; Napoli 9. *: una gara in più MARCATORI 15 gol: Quaresima (Inter) 11 gol: Boniperti (Juventus), Mazzola (Torino) 9 gol: Loik (Torino), Puricelli (Milan), Zapirain (Inter) 8 gol: Bassetto (Sampdoria), Carapellese (Milan), Dalla Torre (Genoa), Lorenzi (Inter), Menti (Torino), Tieghi (Livorno), Turconi (Pro Patria) Il punto sul campionato Decisa ad imporre la sua classe la capolista Torino aveva espugnato il campo del Livorno con i gol di Gabetto e la doppietta di Martelli mantenendosi in vetta alla classifica in compagnia del Milan vittoriosa sulla Salernitana con i gol di Carapellese e Degano. Al termine di una gara palpitante l’Inter aveva ottenuto la vittoria in casa della Roma. La Juventus aveva avuto la meglio sulla Fiorentina con le marcature di Kincses, doppietta e Boniperti. Nella parte bassa della graduatoria il Napoli, ultimo in classifica, non era andato oltre il pari casalingo contro il Bologna perdendo terreno dal Vicenza e dalla Sampdoria che avevano vinto i loro rispettivi match contro Lazio e Bari.