Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
15-02-1948 - Giornata: 22 - Torino - Comunale


Juventus FC - Alessandria US 6 - 1 (4 - 0)
RETI: 3. Muccinelli E. [Ju] , 9. Boniperti G. [Ju] , 19. Boniperti G. [Ju] , 39. Muccinelli E. [Ju] , 50. Muccinelli E. [Ju] , 69. Magni P. [Ju] 73. Lushta R.[A]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Della Frera Giuseppe, Di Gennaro Silvio, Coscia Aristide, Valdirosa Ranieri, Tortarolo Francesco, Armano Gino, Albertelli Lanfranco, Stradella Carlo, Lushta Riza, Sotgiu Pietro All.: Reposi Giuseppe con D.T. Savojardo Amilcare

Formazione avversaria
JUVENTUS FC: Sentimenti (IV) Lucidio, Gibellino, Rava, Depetrini, Parola, Locatelli, Muccinelli, Cergoli, Boniperti, Magni, Sentimenti (III) Vittorio. All.: Cesarini Renato.

Arbitro: Pieri Riccardo Cesare (Trieste)
Note
Angoli: 5-2. Spettatori: 17.000 (paganti: 15.450). Incasso: 3.363.000 lire. Cielo coperto, temperatura fresca, terreno soffice Inizio gara ore 14.30

Commento
Questo succede quando la Juventus si dimentica che giuoca in casa. La squadra bianconera vinceva per due a zero dopo una diecina di minuti, per tre a zero dopo venti, per quattro a zero alla fine del primo tempo. Questa progressione dice che la Juventus ha dominato in lungo e in largo e che l’Alessandria non ha avuto modo di contenerne il giuoco. Nel secondo tempo sono venute altre due reti juventine mentre l’Alessandria ha, come si suol dire, salvato l’onore verso la mezz’ora, quando segnare non significava più nulla. Perdere per sei a zero o per sei a uno, in fondo non c’è differenza. Giuoco, comportamento di squadre e di atleti, tutto deve essere giudicato sulle risultanze del primo tempo, il solo che abbia valore. Nel secondo la Juventus ha condotto il can per l’aia, ha divagato, non s’è più impegnata, ha lasciato che l’Alessandria facesse qualche sgroppata, si vedeva che non la temeva e che le permetteva di farsi da fare. Tutto sommato, una bella Juventus, ma una delusione di partita. Non c’è stato avversario per la squadra bianconera che è passata quando e come ha voluto. Ma bisogna anzitutto esporre le attenuanti dell’Alessandria. Essa è venuta a Torino mancante di Rosetta, Pietruzzi, Gallea e con due esordienti: il portiere Giorcelli e il centromediano Valdirosa. Quindi, una squadra un po’ traballante. Le assenze, specie quelle di Rosetta e Gallea si sono fatte sentire, e non diciamo di Giorcelli perché sembra che peggiori siano, in questo momento, le condizioni di Diamante. L’Alessandria, per quanto non lo applichi solo da ora, è tuttavia una novizia del sistema. Lo fa approssimativamente, dimenticandolo spesso, di modo che in certi momenti non c’è più né sistema né metodo, gli avversari scorrazzano liberi, è un correre affannoso di difensori disorientati che cercano salvataggi di fortuna. Il sistema vuole una preparazione razionale, impone una disciplina tattica, esige un senso esatto della posizione. L’Alessandria, ieri ha dimenticato tutto del sistema, s’è scoperta paurosamente in difesa, non ha creato volume di giuoco all’attacco, è rimasta a mezza strada fra una tattica che richiede una rigorosa osservanza dei compiti e il suo estro che sembra voler evadere da ogni formola. Noi non abbiamo ritrovato più l’Alessandria della tradizione. Lasciamo andare il sistema che è una tattica che forse l’Alessandria non capisce a fondo, ma è la stesura del giuoco che è mancata. Altre volte l’azione dei grigi avvinceva. Poteva essere scarsamente realizzatrice, ma creava un torrente di giuoco, infittiva gli attacchi, li elaborava con un virtuosismo tecnico che suscitava l’ammirazione, appagava l’occhio nello stesso tempo che convinceva anche l’esperto più freddo. Ieri, nulla di tutto questo. All’attacco, un solo uomo di una certa statura: Armano. Per il resto, confusione, lentezze, imprecisioni. Fuori fase i mediani laterali, mancanza di ogni accordo fra questi e i difensori, vuoto in alcune parti del campo e eccessivo affollamento in alcune altre, nessun telaio di giuoco, nessuna divisione di mansioni, nessuna disciplina di squadra; e intendiamo, naturalmente, disciplina tattica. Che la compagine stia attraversando un periodo di disorientamento, lo si intuisce facilmente come si intuisce che questa condizione di crisi tecnica non potrà durare eterna. L’Alessandria ne uscirà e rientrerà nel solco della tradizione, ma dovrà rifarsi alla tendenza antica che è quella di macinare abbondantemente il proprio giuoco, e non temere che ve ne sia di troppo perché cedono le squadre che ne sfornano poco, non quelle che ne producono in abbondanza. Ad un’Alessandria appannata ha fatto riscontro una Juventus tutta tersa e lucente di giuoco. La squadra bianconera ha sopraffatto la sua avversaria, l’ha immobilizzata, l’ha scardinata. Una Juventus scatenata, insomma. Andò in vantaggio nei primi minuti, presto lo raddoppiò, poi preso lo slancio dilagò nel campo dei grigi, incontenibile. C’è un neo nel risultato, ed è costituito dal primo goal segnato al 4’. L’azione era partita da un passaggio di Magni. La palla andava a Boniperti che convergeva sul portiere e tirava. Parata di Giorcelli che non riusciva a trattenere la sfera, come un fulmine interveniva Muccinelli che con la mano se la aggiustava sul piede e segnava. L’arbitro non vide, gli alessandrini discussero a lungo, ma Pieri non volle sentir ragioni. Non è certo questo goal irregolare che abbia tagliato le gambe ai grigi, e il fatto che ne siano venuti altri cinque dimostra che la sconfitta ha ben altri motivi, ma occorre però rilevare che questo episodio si verificava pochi istanti dopo che l’Alessandria aveva mancano per poco il gol in seguito ad un centro di Armano su errore di Rava. La squadra che per un soffio non era andata in vantaggio, aveva poi dovuto subire le conseguenze di un errore arbitrale. Certo ne restò un poco scossa, tentennò anche più di quel che potesse temere e la Juventus la inchiodò presto ad un risultato di due a zero. Questo secondo goal veniva al 9’ ancora su lungo passaggio di Magni che imbeccava Boniperti affiancato a Valdirosa. Ostacolato dall’avversario il centravanti passava a Muccinelli e riaveva immediatamente la palla svincolato dal controllo di Valdirosa. Tiro di sinistro rasoterra, tuffo inutile di Giorcelli e palla nella rete. In vantaggio di due reti dopo circa dieci minuti di giuoco, la Juventus aveva virtualmente già partita vinta. L’Alessandria in questo breve periodo aveva abbozzato solo alcune azioni. Effettivamente non s’era ancora distesa ad un’offensiva organizzata, cosicché quando appena cominciava a mettere in moto il suo meccanismo, già si trovava a dover ricuperare uno svantaggio pressoché incolmabile. Da una parte una squadra che sicura del fatto suo giuocava con la tranquilla sicurezza di chi si sente padrona della situazione; dall’altra un’unità che, già inferiore tecnicamente all’avversaria, aggravava questa inferiorità con un giuoco affannoso che moltiplicava non le possibilità ma gli errori. Sorvoliamo su tutto quello che è secondario. Ce ne sarebbe da riempire delle colonne. Quando la Juventus avanzava il campo si spopolava. Terzini e mediani grigi correvano in ogni direzione, raramente in quella giusta. Una squadra senza bussola. Al 19’ da un calcio di punizione per fuori gioco di Sentimenti III nasceva il terzo gol. Il portiere mandava a Valdirosa fuori dall’area, per riavere quindi la palla e effettuare il rinvio, ma il passaggio era stato fatto senza tener conto dell’avversario, Valdirosa fu costretto a rinviare come poté, la palla giunse a Cergoli e un attimo dopo l’aveva sul piede Boniperti: tiro e rete. Tutto questo nel giro di pochi secondi. Poi anche l’Alessandria ebbe la sua occasione di segnare e la provocò un bel passaggio di Albertelli in profondità e Stradella, ma, come intuendo il pericolo, Sentimenti IV era uscito dai pali e il tiro del centravanti alessandrino lo colpì in pieno. La squadra grigia forzò a questo punto la sua offensiva, investì la difesa bianconera, si poté anche pensare che avesse ritrovato il filo del suo giuoco. Al 29’ su un calcio di punizione ffettuato quasi dal corner sulla sinistra, Stradella irrompeva sul portiere buttatosi in tuffo e riusciva a carpirgli la palla terminando poi nello slancio entro la rete mentre Parola salvava quasi sulla linea bianca. Ma quando la Juventus riprese il suo ritmo di giuoco, riapparvero nell’Alessandria squarci e scuciture che denotavano la fragilità del tessuto. Magni mancò un tiro a visuale libera. Al 39’ allungo di Magni sulla sinistra, terreno libero per tutti, Boniperti e Muccinelli soli e gol dell’estrema destra. La ripresa non doveva più avere che uno scarso interesse. Deciso l’incontro, deciso a favore della Juventus il confronto sul terreno tecnico, non c’era più nulla da attendersi. Venne al 5’ il quinto gol originato da una discesa di Parola. L’azione si infittì nel campo avversario, Boniperti lottava a lungo con Di Gennaro poi passava raso terra al centro e a pochi metri dal fondo. Usciva Giorcelli per bloccare ma Muccinelli lo preveniva e deviava nella rete. La Juventus insisteva, Cergoli veniva atterrato in area quando era avviato, solo, a segnare; poi contrattacchi dei grigi, insistenti, volenterosi, ostinati, ma di scarsa consistenza. Al 24’ azione lunga di Sentimenti III in corpo a corpo con un paio di avversari, manovra serrata per il possesso della palla e infine, quasi sulla linea di fondo, centro dosato: Magni raccoglieva e segnava a mezza altezza da una diecina di metri. Quattro minuti dopo il gol dei grigi. Sotgiu, uscito vittorioso da uno scontro con Gibellino avanzava e tirava. Parata a mani aperte di Sentimenti IV, Lushta riprendeva e con un bel tiro segnava sulla sinistra del portiere. Nell’ultimo quarto d’ora giuoco senza rilievo. Rava si spostava all’estrema sinistra ed era sostituito da Magni, Boniperti sbagliava un’occasione che era sembrata facile, poi lo stesso Boniperti era costretto ad uscire per qualche minuto dal campo in seguito ad un fallo avversario. Quando rientrava mancavano due minuti alla fine: giunse quindi appena in tempo a veder l’arbitro che rimandava tutti negli spogliatoi. Dicevamo che la Juventus s’era dimenticata che giuocava in casa, ma non è così. Forse l’ambiente non c’entra. È una squadra fredda la Juventus, sa isolarsi, è di un metallo che la ruggine dell’ostilità non intacca. Ieri fra squadra e pubblico s’è fatta la pace. L’abbiamo vista sbrigliata, brillante, estrosa come di solito avveniva solo in campo avversario. Il pubblico l’ha applaudita spesso a scena aperta, c’era allegrezza sulle gradinate, lo spettacolo di quel giuoco che colava fluido, sempre nuovo e sempre fresco, scatenava ondate di applausi. Rientrava Locatelli, si rivedeva Cergoli, Boniperti al centro dimostrava di essere ritornato sulla parabola ascendente. Non una Juventus d’eccezione ma una Juventus quale avrebbe dovuto essere sempre, cioè della sua statura normale e con le sue normali possibilità. Ora bisogna dare stabilità a questo giuoco che s’è sprigionato, farne una consuetudine. Non dovrebbe poi essere tanto difficile. (Ettore Berra, «Tuttosport», 16 febbraio 1948) LA JVUENTUS ERA IN VENA: SEI RETI ALL'ALESSANDRIA Formazione tutta italiana, quella della Juventus, per l’occasione. Al primo momento in cui i bianconeri hanno avuto una maggior disponibilità di mezzi tecnici, sotto forma di uomini guariti da ferite od indisposizioni, subito hanno fatto un balzo in alto come giuoco e come rendimento. Il loro primo tempo è stato il migliore dei due: giuoco veloce, spigliato, sbrigativo, azioni in profondità e qualche giuocatore in ottima disposizione di fisico e di spirito. Alla ripresa, con un vantaggio sostanziale di quattro reti, portato presto a cinque, il tono delle azioni calò alquanto, ed un po’ la squadra si disarmò. Non v’era più ragione per sfiatarsi, non v’era motivo di impegnarsi a fondo alla ricerca di un risultato che già si aveva in tasca. In complesso, la partita va annoverata fra quelle buone, da parte della Juventus nella stagione. Boniperti era in vena. Aveva sulla schiena il numero 8, ma nella posizione e negli intendimenti, il numero 9, e lavorò, sgusciò via, tentò, si impegnò in modo egregio per tutta la durata dell'incontro. L’uomo più continuativo in campo. Al centro mediano avversario si era data, evidentemente l’istruzione di «tenerlo»: ed il giovane Valdirosa ubbidì attaccandosi senza successo a maglia, calzoncini, braccia. Muccinelli, quando la partita non è del tipo «corpo a corpo» emerge. Per quanto concerne Gibellino è un peccato che disponga di un piede solo per i suoi rinvii. Locatelli non ha bisogno che di lavoro dopo il lungo riposo, e Parola, che sta sviluppando una tendenza al giuoco alto, fu, al solito, sostanzioso e consistente. Sentimenti IV fu in errore al punto segnatogli da Lushta: errore alla «Campelli»: rinviò corto a mani piatte sul piede di un avversario irrompente. Saldo e tenace Depetrini. L’Alessandria fu battuta in tutti i dipartimenti del giuoco: in velocità, in brio, in tattica, in combinazione, in valori individuali, in difesa, in attacco. La squadra ha avuto il risultato precluso, fin dai primi istanti, nettamente, senza essere subissata nel vero senso della parola, si è sentita tagliata fuori senza attenuanti e senza rimedi, da ogni possibilità di affermazione. In tutto e per tutto è riuscita a mettere in mostra qualche lavoro d’intesa a metà campo, nella «zona di nessuno». Evidentemente l’undici dei grigi che mancava ieri di qualche elemento di rilievo – vedi Rosetta, Gallea e Pietruzzi – sta attraversando un momento difficile. Ogni critica individuale, in simili circostanze, invece di aiutare, opprimerebbe. Sono stati tanti i punti segnati nell’incontro, che la loro descrizione minuta prenderebbe maggior spazio del consentito. Bisogna limitarsi all’elencazione. Muccinelli segnò il primo da posizione di mezz’ala sinistra aiutandosi colle mani, e gli alessandrini protestarono a lungo verso l’arbitro. Seguirono due reti, una più bella dell’altra di Boniperti, e chiuse la serie, per il primo tempo, ancora Muccinelli con un tiro preciso a seguito di un secco giro su sé stesso. Di nuovo Muccinelli segnava all’inizio della ripresa portando letteralmente via dalle mani del portiere, il pallone su centro basso di Boniperti. E per ultimo Magni spediva in rete da pochi passi a seguito di una mischia. L’Alessandria salvava l’onore verso il termine, quando Sentimenti IV respingeva a palme aperte un forte tiro di Sotgiu, servendo così Lustha che infilava di precisione un angolo della rete. Giornata fredda, numeroso pubblico, discreto campo. (Vittorio Pozzo, «Stampa Sera», 16 febbraio 1948) Sorpresa non tanto per il risultato in sé, quanto per la buona qualità di gioco che la Juventus ha saputo fornire. La spiegazione della metamorfosi si ha in parte leggendo la formazione. Tornava Locatelli che ricostituiva la mediana tipo, c’era Rava sulla presenza del quale fino alla vigilia non si giurava, tornava anche Cergoli e tutti sembravano risvegliarsi da un lungo torpore, tanto era veloce la loro azione. Contro questa squadra capitava un’Alessandria veramente in cattivo arnese, rattoppata in difesa e all’attacco con l’esordiente Giorcelli tra i pali, un altro esordiente – Valdirosa – al centro della mediana in luogo di Rosetta, con la riserva Albertelli interno destro e Lushta tutt’altro che risoluto nell’azione. Come poteva tale squadra contrapporsi a una Juventus? Giocando il tutto per tutto e partendo a grande velocità. È quello che fece, ma l’intelaiatura del suo gioco fragile come una ragnatela doveva presto frantumarsi ed il ragno rinunziare al suo sogno. L’attacco dell’Alessandria, che sui campi esterni è solitamente poca cosa, era ieri ridotto ancora peggio e dopo aver sudato le sette tradizionali camicie per portare in area la palla, se la rigirava dall’uno all’altro giocatore, senza riuscire mai a mettersi a contatto con Sentimenti IV. Ben altrimenti agiva la Juventus, alla quale Muccinelli e Boniperti davano vigore e intraprendenza. Sempre smarcati i due giocatori riuscivano più volte a portarsi in area di rigore, riuscendo a battere il giovane portiere sei volte. Senza la complicità di Pieri, che non vide almeno tre falli di rigore in area, il passivo sarebbe stato anche superiore. Non erano passati quattro minuti di gioco che già la Juventus, che si muoveva con autorità, era in vantaggio. Magni lanciava Boniperti che si incuneava fra i terzini e tirava improvvisamente. Parata a mani aperte di Giorcelli, intervento velocissimo di Muccinelli che toccava mandando in rete. Sei minuti dopo seconda rete: dopo uno scambio velocissimo fra Boniperti e Muccinelli, tiro del centravanti bianconero. Al 20’ è ancora Boniperti che segnava su passaggio di Magni, quindi l’Alessandria si vede privata dell’opera di Stradella che per dieci minuti sta fuori in seguito a uno scontro con… il palo della porta juventina. Magni sciupa una magnifica occasione al 35’ in seguito a un passaggio di Boniperti, ma Muccinelli rimedia quattro minuti dopo all’errore del compagno e, in seguito a una sua intesa con Boniperti, viola per quarta volta la rete dei grigi. Nella ripresa il gioco diminuisce d’interesse. È la Juventus che non spinge più a fondo e si accontenta di controllare l’avversario. Tuttavia al 5’ in seguito ad una bella azione ancora fra Boniperti e Muccinelli, questi segna il quinto gol, soffiando la palla dalle mani di Giorcelli. Al 24’ su centro di Sentimenti III, Magni chiude la serie delle reti juventine. Soltanto al 28’ Sotgiu riusciva a concludere una sua azione con un tiro che Sentimenti IV respingeva a mani aperte e che Lushta, intercettando, riusciva a mandare in rete. (Piero Molino, «Corriere dello Sport», 16 febbraio 1948) Contro un’Alessandria a «scartamento decauville» la Juventus ha avuto facile compito per assegnarsi una sostanziosa vittoria: i grigi si sono presentati privi del portiere titolare Diamante, sofferente di uno strappo che ne aveva affievolito la forma, del mediocentro Rosetta, impossibilitato all’ultimo momento per crampi di stomaco, di Gallea e Pietruzzi. Hanno presentato due giovanissimi esordienti: il guardiano Giorcelli e il centrosostegno Valdirosa, due elementi che promettono, ma ancora acerbi per i confronti della massima serie, specialmente per una partita impegnativa e difficile contro una risorgente Juventus. Le conseguenze si leggono nel risultato, per quanto Giorcelli abbia saputo anche distinguersi in qualche puntiglioso intervento. Una partita tutta di attacco, ché anche i grigi hanno palesato notevoli velleità offensive impegnando sovente i reparti arretrati torinesi che hanno avuto in Parola e in Gibellino due soliti piloni e nei laterali della mediana due consumate volpi. L’attacco degli striscioni è stato molto attivo e ha esibito ottime combinazioni bene impostante e sovente con vividi sprazzi di intelligenza. I più giovani sono stati quelli che hanno combinato di più, mostrando una piacevole intesa e freschezza di estro. Agli ospiti il merito di non essersi mai avviliti, anche quando il punteggio saliva a proporzioni piuttosto allarmanti. L’Alessandria ha sempre giostrato coraggiosamente. I suoi uomini di maggiore anzianità ed esperienza sono stati quelli battutisi meglio, almeno per dare ordine e una certa razionalità alle operazioni. Al 3’ prima segnatura dopo combinazione tra Locatelli – che ha fatto il suo rientro in squadra accennando a volersi avviare verso un nuovo periodo di brillanti prestazioni – e Magli; violento pallone di Boniperti intercettato, ma non trattenuto da Giorcelli. L’ala destra Muccinelli, strettosi al centro, intercettava la palla chiaramente con la mano; se la portava in posizione di tiro e la ficcava in rete. L’arbitro convalidava. Le segnature proseguivano su un ritmo di nove. Al 9’, infatti, avanzata travolgente tra Magni e Boniperti. Di Gennaro tentava di ostacolarli, ma il centravanti chiamava Muccinelli in causa: tocco corto, palla che tornava a Boniperti e finiva alle spalle del portiere. Al 19’ allungo di Depetrini a Boniperti con tiro esatto e poderoso di mezzo volo: terza rete fatta. Al 39’ lancio di Boniperti operato da Sentimenti III, passaggio accorto in profondità sul quale calava Muccinelli come un falchetto, con tiro e segnatura da lontano. Nella ripresa uguale fisionomia. Parola, al 5’, avanzava sicuro dalle retrovie e dava il via all’azione lanciando Boniperti, tutto spostato sulla destra; traversone in piena area fermato a terra dal portiere, pronto intervento di Muccinelli che raccoglieva la palla sfuggita al guardiano e la mandava in porta. Al 23’ calata di Sentimenti III vivacemente ostacolata; pallone in area del portiere, dove Magni destreggiandosi con abilità riusciva a realizzare la sesta ed ultima rete juventina. Al 28’, sulla linea laterale, Gibellino, alle prese con Sotgiu, scivolava a terra, l’ala grigia aveva via libera e tentava il bersaglio; Sentimenti IV respingeva corto e Lushta, postato un po’ all’indietro, riusciva, tra un groviglio di giocatori, a intravvedere il corridoio giusto per infilarvi la palla della bandiera. Al 10’ della ripresa Rava, risentendo il dolore alla caviglia, si spostava all’ala destra, sostituito da Magni nel ruolo di terzino; Sentimenti III passava a giocare da interno. I due centravanti, per lievi incidenti di gioco, rimanevano entrambi qualche minuto fuori campo; Stradella dal 29’ al 33’ del primo tempo, Boniperti dal 41’ al 44’ della ripresa. (Umberto Maggioli, «La Gazzetta dello Sport», 16 febbraio 1948) La Juventus è ritornata alla vittoria sul suo campo con un risultato notevolissimo battendo per sei a uno l’Alessandria. Così è stato sfatato l’incantesimo che la voleva piegata in due sul proprio terreno e, nel contempo, gli appassionati hanno avuto il piacere di vedere in azione una formazione da cui possono sperare giorni radiosi per l’avvenire. Gibellino di domenica in domenica affina la propria tecnica, acquista sicurezza nei passaggi, nei rimandi, si sta impadronendo a fondo dell’arte di giocare il sistema e, soprattutto, non ha più quei momenti di esitazione propri delle reclute, ma è calmo e sempre presente a se stesso. Degli altri difensori e mediani non diciamo essendo essi conosciutissimi. Boniperti e Muccinelli, inseriti opportunamente tra gli anziani, hanno dato brio, nuove idee e animosità all’apparato attaccante. Boniperti si è ripreso dalla crisi di demoralizzazione in cui era caduto dopo l’avventura viennese, ora ha nuovamente la faretra colma di innumerevoli frecce. Il ragazzo pareva avesse perduto quell’estro calcolato di organizzatore di attacchi che con l’abilità nel toccare la palla avevano fatto di lui in breve tempo uno dei centravanti più apprezzati della penisola, ora l’ha ritrovato. In quanto alla sua abilità di palleggiatore sappiamo che è frutto di lavoro intenso negli allenamenti, sappiamo che Boniperti ha provato mille e mille volte a fare lo shoot, a calciare, a scartare a destra e sinistra e di ciò gli rendiamo merito [...]. Muccinelli, certamente non così di classe come il compagno, un po’ debole nel calciare, ha però una marcata sensibilità dell’azione che sa segnare e sfruttare. L’Alessandria priva di Gallea, Rosetta e Diamante ha giocato con il quadrilatero sfasato, e con un buco in luogo del centromediano ed è crollata. (Piero Maria “Martin” Zoccola, «L’Unità», 17 febbraio 1948) Dopo il disastro di Torino SVEGLIA GRIGI SE NON SI VUOLE RETROCEDERE Domani a V icenza si ritorna alla classica formazione - Gallea indisposto Kovacs riprende il suo posto di allenatore con la Commissione tecnica Dopo il disastro di Torino tante cose si sono scritte e dette, tanti commenti ironici, sorrisetti d’intesa tra coloro che la sanno lunga, catastrofiche previsioni, l’Alessandria sembra già in B. Cerchiamo invece di mantenere una certa calma, di scrutare fino in fondo alla piaga e di prendere tempestivamente dei provvedimenti draconiani e coraggiosi. Venuti a mancare Gallea, Rosetta, Pietruzzi, s’imponeva una formazione di ripiego, naturalmente con gli uomini a disposizione: la prima linea doveva essere all’incirca quella di Savojardo, la mediana imperniata su Valdirosa ha dimostrato che le persone preposte alla formazione della squadra sono per lo meno incompetenti. Non si manda un giovane che da poco tempo gioca al calcio, che non ha mai giocato neanche in B, che è notoriamente lento per la sua stessa costituzione fisica allo sbaraglio contro un Boniperti scattante e tecnico e contro una Juventus in ripresa. Ma vogliamo andare al di là dell’episodio Valdirosa, al quale non facciamo alcuna colpa, e desideriamo esaminare la squadra nel suo complesso. La squadra è mancata in pieno, non è esistita, gli stessi torinesi obbiettivi hanno dichiarato di non aver mai visto una compagine tanto alla deriva. E allora? Possibile che tutto sia perduto? Ci rifiutiamo di crederlo, di pensarlo. Si ritorni immediatamente all’antico, ritornino coloro che curavano la squadra prima, rientri subito Pietruzzi mezzo destro, Coscia mezzo sinistro, Stradella al centro, Gallea, Rosetta, Tortarolo, sempre che le condizioni fisiche di ciascuno lo permettano e certamente rivedremo l’Alessandria della partita contro il Torino, contro la Roma. Non ci sarà forse qualcuno che vorrà dimostrare il contrario, immaginiamo, perché nel calcio i miracoli sono possibili sì, ma se una squadra andava forte due mesi orsono, curata, allenata, affiatata moralmente come si conviene, deve andare nuovamente forte a meno che non esistano delle ragioni, che preferiamo ignorare, capaci di sabotare l’opera di chi per la squadra soffre, spende tempo e denaro. (Enzo Garavelli, «Il Piccolo», 21 febbraio 1948) RISULTATI: Bari-Atalanta 3-0 Genoa-Lucchese 1-1 Milan-Lazio 5-2 Modena-Internazionale 2-0 Napoli-Torino 0-0 Pro Patria-Bologna 1-0 Roma-Fiorentina 0-1 Triestina-Sampdoria 2-0 Vicenza-Livorno 1-0 Riposa: Salernitana CLASSIFICA: Milan 33; Torino 30; Juventus, Triestina 27; Internazionale 25; Bologna, Fiorentina 24; Modena, Pro Patria 22; Atalanta 21; Roma 20; Livorno 19; Bari 18; Genoa, Lazio, Lucchese, Vicenza 17; Alessandria16; Sampdoria, Salernitana* 15; Napoli 12. *: una gara in meno MARCATORI 16 gol: Quaresima (Inter) 14 gol: Boniperti (Juventus) 13 gol: Mazzola (Torino) 11 gol: Puricelli (Milan), Tieghi (Livorno) 10 gol Bassetto (Sampdoria), Carapellese (Milan), Menti (Torino), Turconi (Pro Patria) 9 gol: Dalla Torre (Genoa), Gabetto (Torino), Loik (Torino), Lorenzi (Inter), Zapirain (Inter) 8 gol: Amadei (Roma), Cappello (Bologna), Coscia (Alessandria), Galassi (Fiorentina), Pernigo (Modena), Pesaola (Roma) Il punto sul campionato Il pareggio del Torino in casa del Napoli, ultimo in classifica annunciato subito dopo la fine dell’incontro aveva raccolto piu’ applausi della netta e meritata vittoria del Milan contro la Lazio che aveva permsso ai rossoneri di avere tre punti di vantaggio sui granata. A pari punti della Juventus la Triestina che aveva battuto la Sampdoria con la doppietta di Begni. Caduta dell’Inter sul campo del Modena con le reti di Bertoni e Pernigo. Un gol di Colpo aveva dato alla Pro Patria la vittoria contro il Bologna.