Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
25-04-1948 - Giornata: 31 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Modena FC 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Diamante Luigi, Delaude Giacomo, Di Gennaro Silvio, Coscia Aristide, Tortarolo Francesco, Gallea Cesare, Sotgiu Pietro, Soffrido Luigi Vittorio, Stradella Carlo, Pietruzzi Mario, Armano Gino All.: Kovács Lajos

Formazione avversaria
MODENA FC: Corazza; Silvestri, Braglia; Malinverni, Neri, Menegotti; Milani, Bertoni (I) Sergio, Pernigo, Sentimenti (V) Primo, Del Medico. All.: Mazzoni Alfredo.

Arbitro: Bonivento Ferruccio (Venezia)
Note
Infortunato: 81’ Pietruzzi [A, passato all’ala destra]. Angoli: 5-1 (3-1). Spettatori: 6.500. Giornata calda, terreno duro. L’inizio della gara fu posticipato di mezz’ora per evitare concomitanza con la gara di trotto. Inizio gara ore 15.30

Commento
Anche contro i canarini modenesi, saldissimi in difesa, l’attacco grigio non è riuscito a prevalere, malgrado l’insistente martellare rinnovatosi per oltre un’ora dell’accanita tenzone. È stata una lotta dura, sostenuta, furibonda, che a tratti ha assunto l’aspetto di un duello senza esclusione di colpi, mantenuta altissima ed incontenuta anche quando il caldo incombente stremava le forze di tutti gli atleti protesi ad assalire e difendere le rispettive posizioni. Ha prevalso il sistema difensivo modenese che ha avuto in Corazza un audace e talvolta temerario portiere; la coppia dei terzini, con Neri, i quali hanno costituito una barriera insormontabile agli attacchi dei grigi. Costoro si sono impegnati a fondo, come l’importanza della posta richiedeva; hanno mantenuto e nutrito le azioni offensive nell’estrema area modenese per tre quarti dell’incontro; hanno sviluppato trame a destra, a manca e al centro assiduamente, a volte con tiri secchi e rapidi, ma nessun pallone è riuscito a varcare la linea fatale. Effettivamente manca all’attacco alessandrino l’uomo di punta che sappia sfruttare l’attimo propizio con un intervento deciso e risolutivo; lo stoccatore franco e sicuro che non indugia in passaggi inutili e si sofferma sul pallone quel tanto da permettere alla difesa di sventare il pericolo in atto; il coordinatore, in sostanza, che sfrutti e realizzi. Così si è perduto un altro punto preziosissimo, allontanando sempre più la possibilità di portare in salvo la pericolante compagine, destinata ormai alla retrocessione. E pure oggi ha lottato con ardore ammirevole, si è buttata con volontà ed energia sorprendenti; ha attanagliato da ogni parte gli avversari con duri colpi che sembravano da un momento all’altro destinati a far capitolare la roccaforte modenese, e sempre per un soffio gli ospiti si sono salvati. Poi, si sono avute azioni di contropiede da parte di Milani, Bertoni I, Pernigo, Sentimenti V e Del Medico, impegnando a volte paurosamente Diamante rimasto solo in difesa della rete, poiché i terzini erano protesi a metà campo a nutrire l’attacco ai compagni. E anche in queste rare contingenze, gli attaccanti canarini hanno fallito il bersaglio con tiri errati o tiri di nessuna penetrazione. In conclusione, è stata la partita delle forti emozioni e delle grandi delusioni. L’Alessandria, che ha dominato per oltre tre quarti dell’incontro, varando temi e situazioni, profondendo tutte le migliori energie, ma rassegnata all’ingrata sorte, è mancata ancora una volta all’ardente aspettativa del pubblico, ansioso di salutare i grigi vittoriosi e lanciati verso la zona di salvezza. La folla è uscita ancora una volta amareggiata per l’andamento della disputa, pur ammirata per il comportamento dei suoi beniamini ed anche per l’omogenea compagine modenese che ha saputo battersi brillantemente anche nelle più dure contingenze, salvandosi dalla sconfitta in virtù del suo gioco calmo, ordinato, tempestivo sempre nel frantumare le trame offensive degli avversari. E questo è stato il pregio migliore della pattuglia canarina. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 26 aprile 1948) Continua la teoria delle partite pari. Niente da dire, il Modena ha meritato il risultato per l’energica difesa opposta ad una linea attaccante che per settanta minuti è riuscita a stazionare nei pressi della sua area di rigore senza mai ottenere che la forte pressione facesse saltare la… diga. Merito dei difensori oppure demerito degli attaccanti? Nessun dubbio che i difensori giocarono una grande partita, come nessun dubbio deve sussistere sulla poca efficienza dell’attacco alessandrino. Un attacco che rimane per così lungo tempo a contatto con la difesa e non riesce a vincere l’ostacolo, è perché non possiede la necessaria forza di penetrazione, il mordente ed anche l’abilità indispensabile per trovare uno spiraglio della rete. Ed il male che sta distruggendo l’Alessandria risiede proprio nel suo attacco. I suoi componenti giocano, lottano e corrono ma senza un nesso logico, senza una tattica prestabilita, senza quell’idea costruttrice necessaria perché il funzionamento del reparto non si frazioni e si frantumi. Il rendimento di questo attacco risente anche dell’orgasmo determinato dalla speciale e delicata situazione in cui vengono a trovarsi i suoi componenti. E ciò spiega l’affannoso lavoro, il desiderio di far bene, il dispendio continuo delle energie senza ottenere dal lavoro l’adeguato compenso. Tutto questo che vado dicendo dovrebbe essere in contrapposto con la cronaca della partita che dovrei narrarvi e che si limita per lunghi periodi di tempo ad un vero assedio alla porta modenese ed al numero abbastanza cospicuo dei calci d’angolo ottenuti, di cui alcuni dovuti a tuffi disperati del portiere Corazza. Ma è appunto nei frangenti delicati che la calma e l’accortezza del giocatore deve spiccare; momenti che gli avanti alessandrini ebbero numerosi con il risultato che si è visto. Per contro il Modena non pensò soltanto a difendersi, esso tentò anche il momento opportuno per sferrare il «colpo gobbo» una prima volta all’inizio, quando l’ala destra Milani sbagliò un’occasione elementare, poi quando Del Medico ebbe via libera per uno scivolone di Delaude, si trovò innanzi a Diamante e si lasciò carpire la palla; e poi ancora, verso la fine della partita quando tutti i grigi proiettati innanzi lasciarono libero Milani il quale fece una grande corsa appoggiando poi a Sentimenti il quale sparò fuori. Ma quante invece furono le occasioni per i grigi! Come enumerarle tutte? Molte sciupate banalmente, altre sprecate per eccessivo palleggio, altre ancora perdute per la lentezza nell’esecuzione nella fase finale e due o tre per sfortuna, altre neutralizzate dai coraggiosi interventi del portiere modenese oppure di quell’autentica colonna che è Braglia. Racconterò brevemente le più importanti. Il primo tiro difficile lo effettuò Armano, un tiro forte raso terra, ma Corazza con un gran tuffo deviava in angolo. Subito dopo Stradella veniva a trovarsi tu a tu con il portiere ed il pallone andava proprio a sbattere contro l’imponente figura del difensore. Nella ripresa fu tutto un susseguirsi di tiri da parte degli avanti grigi, tiri a lato od alti, poi un seguito di rimandi a tre o quattro metri da Corazza protetto da un muro difensivo composto da sei o sette modenesi, ed infine un’ennesima puntata di Stradella che da due metri colpiva ancora Corazza. Ma reti, zero. Occorre parlare degli altri reparti alessandrini dove oggi mancava Rosetta, infortunato. Tortarolo non fece rimpiangere l’assente. Giocò una partita ammirevole togliendo al guizzante Pernigo ogni possibilità di svolgere qualche azione di rilievo. Debuttava tra i grigi il terzino Delaude, la sua fu una buona e convincente prova. Certo le forze di questi reparti difensivi integrati da Di Gennaro, Gallea e Coscia e dal bravo Diamante non trovano adeguata rispondenza in un attacco sterile e fragile. Un gol si può subire, ma se gli attaccanti non riescono a segnarne nessuno, il risultato sarà sempre negativo. Com’è avvenuto ai grigi in tante partite. Il Modena giocò la gara con grande animo e con qualche spunto tecnico pregevole. Troppo preoccupata la mediana, non riuscì quasi mai a svolgere un proficuo lavoro di attacco, riuscendo soltanto a minacciare Diamante in quelle poche occasioni cui ho accennato all’inizio di questa cronaca. L’arbitro Bonivento assunse il suo compito abbastanza bene, qualche «svista» su fuori gioco, e qualche azione fermata senza tener conto della famosa regola del vantaggio. (Augusto Rangone, «Tuttosport», 26 aprile 1948) Si vede proprio che il destino ha deciso che l’Alessandria non debba più gustare il sapore della vittoria con le conseguenze che ne derivano. Oggi, a parte i soliti difetti dell’attacco grigio, sarebbe stato giusto che almeno una rete premiasse la continua pressione alessandrina. Il Modena, coriaceo e maestro nella difesa, non sarebbe stato per nulla mortificato da una vittoria grigia di misura, vittoria che sarebbe in ogni caso venuta se le porta difesa magistralmente da Corazza non si fosse mostrata addirittura stregata. L’Alessandria è stata almeno 80’ all’attacco. Per una diecina di minuti a ridosso dell’area di rigore avversaria, ha chiamato sovente all’opera Corazza, ma non è riuscita a passare. È stata una cosa esasperante, spiegabile solo in parte con l’abilità della difesa modenese. Tutta la squadra grigia ha dato quanto poteva per vincere, anche Pietruzzi che pure ha fatto rimpiangere Lushta alla cui sostituzione si era arrivati all’ultimo momento. Se un appunto si può muovere a questo giocatore è quello di aver troppo insistito sullo sfondamento al centro senza chiamare più sovente in causa le ali, specie Armano che torna dall’aver giocato nella retroguardia alessandrina sulla quale si nutrivano apprensioni per l’assenza di Rosetta e per l’esordio di Delaude. Tutto è finito quasi alla perfezione. Tortarolo, magnifico per gioco e tenacia, non ha fatto rimpiangere il titolare e Delaude si è meritato ampiamente i galloni. Anche Diamante, raramente impegnato da pericolose puntate modenesi di contropiede, non ha commesso alcun errore. Del Modena c’è da notare il grande lavoro difensivo svolto sovente da otto uomini e sovente fortunato. Mai la squadra ha potuto svolgere qualche attacco manovrato. Sole e gran caldo. Partita corretta, lieve incidente a Pietruzzi che al 36’ della ripresa scambia di posto per qualche minuto con Armano e a Menegotti, che al 40’ della ripresa si produce fortuitamente una leggera distorsione. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 26 aprile 1948) ZERO A ZERO CON IL MODENA Per i grigi pericolo in vista L’Alessandria ha giocato all’attacco durante quasi tutti i novanta minuti, ma per l’insufficienza dell’attacco e specialmente delle mezze ali non è riuscita a trovare la fase risolutiva dell’incontro. Bisogna anche aggiungere che il portiere modenese Corazza ha parato in modo ammirevole, e forse anche con un pizzico di fortuna due tiri da un metro di Stradella. Nell’Alessandria ha dominato la mediana con Gallea, Tortarolo e Coscia. Anche Di Gennaro ha fatto un’ottima prova, mentre discreto è stato il debutto di Delaude. I numeri migliori nel gioco del Modena sono stati dati dai terzini Silvestri e Braglia, sicuri o precisi su ogni pallone. Buono il primo tempo di Bertoni e il complessivo rendimento di Sentimenti V. («Stampa Sera», 26 aprile 1948) TRE INCONTRI IN OTTO GIORNI Torino - Bari - Fiorentina Soffrido, Rosetta, Della Frera, Tortaroio, Lustha e Armano infortunati - Esordirà domenica Ottonello Anche i canarini del Modena, hanno svolazzato al campo Moccagatta ripartendo col bagaglio di un prezioso punto. L’odissea prosegue e la situazione peggiora fino ad intaccare il morale dei nostri sportivi. Domenica scorsa, gli spalti del nostro campo hanno dato una chiara visione della crisi: tra le file del nostro pubblico troppi vuoti e sporadici incoraggiamenti per non elencare le disapprovazioni ed i rimbrotti ai giocatori. Gli sportivi debbono rendersi conto della gravità del momento e comprendere quanto sia deleterio fischiare i nostri giocatori anziché sostenerli nei periodi di crisi. Avevamo, a tempo opportuno, appoggiata la formazione dei «Fedelissimi», ma la cosa non è stata di gradimento, neppure per i dirigenti dell’Alessandria, ed oggi ne subiamo le conseguenze. Contro il Modena, fermo restando l’errato schieramento dell’attacco, i grigi non hanno avuto fortuna ed il portiere modenese ha fatto il resto. L’esordio di Delaude è stato ottimo se si considera che il ragazzo proviene da squadra di Prima Divisione ed era a diretto confronto con la velocissima ala Del Medico. Un gladiatore Tortarolo; buona la ripresa di Armano e prodigo Soffrido. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 30 aprile 1948) RISULTATI: Bari-Lucchese 1-0 Bologna-Fiorentina 1-0 Genoa-Internazionale 2-1 Lazio-Triestina 3-1 Livorno-Juventus 0-0 Milan-Roma 2-2 Pro Patria-Napoli 3-1 Salernitana-Atalanta 0-0 Torino-Sampdoria 3-2 Riposa: Vicenza CLASSIFICA: Torino 46; Milan 43; Triestina* 37; Bologna, Juventus 35; Atalanta 34; Fiorentina 33; Modena* 32; Internazionale, Lazio 29; Pro Patria 28; Livorno 27; Genoa, Sampdoria 25; Bari, Lucchese, Roma, Salernitana, Alessandria 24; Napoli, Vicenza 21. *: una gara in meno MARCATORI 17 gol: Boniperti (Juventus), Gabetto (Torino), Mazzola (Torino) 16 gol: Quaresima (Inter) 14 gol: Bassetto (Sampdoria), Pernigo (Modena), Puricelli (Milan), Turconi (Pro Patria) 13 gol: Menti (Torino), Tieghi (Livorno) 12 gol: Amadei (Roma), Loik (Torino) Il punto sul campionato Il Torino aveva incrementato il vantaggio sul Milan portandolo a tre punti di vantaggio. I granata avevano faticato più del previsto in quanto la Sampdoria non si era lasciata intimorire dal blasone degli avversari. I rossoneri avevano smarrito i momenti migliori stagionali avuti nei mesi invernali ed erano stati bloccati sul pareggio dalla Roma riuscendo ad agguatare il pari soltanto a pochi minuti dalla fine con Puricelli. Caduta della Triestina, terza in classifica, per mano della Lazio che aveva avuto in Penzo il giocatore decisivo. Il gol di Biavati aveva dato al Bologna il successo contro la Fiorentina agguantando la Juventus fermata sul pareggio a Livorno. Sconfitta del Napoli, fanalino di coda del torneo, assieme al Vicenza che aveva osservato il turno di riposo, battuto dalla Pro Patria.