Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
06-05-1948 - Giornata: 33 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Bari US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 21. Soffrido L.[A]

Alessandria US Diamante Luigi, Delaude Giacomo, Di Gennaro Silvio, Tortarolo Francesco, Rosetta Francesco, Gallea Cesare, Sotgiu Pietro, Soffrido Luigi Vittorio, Stradella Carlo, Coscia Aristide, Armano Gino All.: Erbstein Ernő Egri

Formazione avversaria
BARI US: Costagliola; Pietrasanta, Pellicari; Carlini, Maestrelli, Isetto; Orlando, Vörös, Tontodonati, Tavellin, Spadavecchia. All.: Plemich Ferenc

Arbitro: Carpani Giuseppe (Milano)
Note
Infortunato: 20’ Di Gennaro [A, passato all’ala destra] Angoli: 4-2 (2-1). Spettatori: 6.000. Giornata calda.

Commento
Se tutti i grigi avessero sempre giocato con la volontà e col coraggio sfoggiati contro il Bari, oggi non si troverebbero, come purtroppo si trovano, con l’acqua alla gola. Perciò, più che ai due punti odierni che erano indispensabili, fa bene sperare per le sorti dell’Alessandria questo nuovo spirito che anima i giocatori ai quali, proprio in un momento cruciale, si presenta una nuova crisi nella direzione tecnica. Infatti oggi non si è visto sul terreno di gioco l’allenatore Kovács, ma il suo amico Erbstein, il quale pare abbia preso provvisoriamente sotto le sue cure questa squadra. Ma, purtroppo, ancora una volta la sfortuna ha perseguitato l’Alessandria mettendo fuori causa Di Gennaro, il quale difficilmente potrà giocare domenica. A tutti i grigi un elogio per la meritata vittoria; i migliori, fra tutti, Tortarolo, generosissimo, Coscia, strenuo e combattivo lavoratore, e Soffrido, che non si è mai risparmiato e ha il merito della rete decisiva. E nell’elogio vanno accomunati anche i baresi che nulla lasciarono di intentato per evitare l’insuccesso. In una partita come quella di oggi dove tutt’e due i contendenti avevano bisogno di vincere non si deve, non si può cercare il bel gioco e la lotta ha avvinto fino all’ultimo secondo il pubblico, una lotta quasi senza esclusione di colpi, ma che tutti i giocatori hanno saputo contenere sopra una linea complessivamente cavalleresca. Merito anche dell’arbitro Carpani che non si è mai stancato di infliggere punizioni da una parte e dall’altra, di richiamare chi intendeva sorpassare i limiti della lotta sportiva, di rimettere pace nei piccoli battibecchi. La cronaca dovrebbe essere piuttosto lunga perché il gioco velocissimo e a spostamenti fulminei ha spesso creato azioni buone per la rete. Diremo soltanto che, a più riprese, specialmente Tontodonati, Vörös e Orlando hanno avuto tra i piedi o sulla testa il pallone buono, senza mai saperne approfittare; che molto spesso Stradella, Armano, Soffrido e Sotgiu sono stati ad un pelo dalla segnatura. Tutte le occasioni però sono sfumate per la precipitazione e l’organismo. Dei due portieri, Diamante non ha mai avuto un lavoro difficile mentre Costagliola ha dovuto salvarsi da situazioni criticissime. L’unica rete è venuta al 21’ del primo tempo. Armano sfuggiva a Pellicari e centrata, Soffrido interveniva e, con un tiro fulmineo a filo d’erba, batteva Costagliola. Sole e caldo, nessun incidente nella partita aspramente combattuta. Di Gennaro, al 20’ del primo tempo, si produceva uno strappo alla coscia destra. Starà fuori campo qualche minuto, poi rientrerà zoppicante all’ala destra. Tortarolo retrocede a terzino, Coscia a mediano mentre l’attacco grigio cambia continuamente. Anche nel Bari, lo scambio di posto fra Vörös e Tontodonati dopo 20’. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 7 maggio 1948) I GRIGI STRAPPANO AL BARI IL PUNTO DELLA VITTORIA: 1-0 I grigi sono tornati alla vittoria sul campo del Moccagatta che dal 29 febbraio scorso, quando l’Inter fu battuta 1-0, non registrava più alcun successo. Invero l’Alessandria ha avuto nel corso della dura ed emozionante partita, un sensibile predominio malgrado l’infortunio toccato al 18’ del primo tempo a Di Gennaro, che è uscito dal campo zoppicante per finire in seguilo all’ala destra, inefficace. Tortarolo retrocedeva terzino e Coscia mediano sinistro. II Bari, forte di tutti i suoi elementi in piena efficienza, ha lottato accanitamente nei due tempi con vigore ed energia ammirevoli. Ha pure creato numerose situazioni assai pericolose e che peraltro non ha saputo sfruttare per i tiri sfuocati o imprecisi di Vörös e Tontodonati, i più intraprendenti della linea attaccante biancorossa. Dopo alterne vicende l’Alessandria è pervenuta alla vittoria al 17’ del primo tempo, per merito di Stradella che strappava il pallone a Carlini e lo allungava ad Armano. Questi procedeva velocemente fino sulla linea di fondo, quindi saettava al centro. Soffrido con un tiro raso terra, segnava. Immediata è stata la reazione barese e tra l’altro, a un minuto dalla ripresa Vörös e Tontodonati giunti soli davanti a Diamante hanno fallito in pieno il segno. Più accanita che mai è stata la lotta nel secondo tempo in cui l’Alessandria ha cercato di consolidare il tenue vantaggio e il Bari si è lanciato a tutto vapore per giungere almeno al pareggio. I grigi, più accorti e prudenti, hanno controllato abilmente l’avversario che sul finire ha avuto a subire il quarto calcio di angolo e due calci di punizione che per poco non facevano aumentate il passivo di Costagliola. Un lungo applauso ha coronato la tanto attesa vittoria grigia. (Giovanni Camagna, «La Stampa», 7 maggio 1948) Il successo, dopo oltre due mesi – l’ultima completa affermazione dei grigi risale al 29 febbraio contro l’Inter – ha arriso finalmente all’Alessandria in virtù di un secco pallone calciato decisamente rasoterra da Soffrido che ha sorpreso Costagliola in parte ostacolato nella visuale dall’affannoso schieramento di una diecina di uomini davanti alla sua rete. Poi si è ripreso a lottare animosamente nei due campi con accentuata acredine, mentre al 17’ Di Gennaro, in seguito ad uno strappo muscolare ad una gamba è finito immobilizzato all’ala destra sostituito da Tortarolo che, con Coscia, è stato il più strenuo contendente in maglia grigia. Il Bari, lanciato da Carlin con allunghi precisi, ha tentato più volte il gol, ha variato temi e situazioni spostando alcuni uomini di prima linea o sostituendoli brillantemente nella fase culminante così da scompigliare le linee avversarie, creando orgasmo e difficoltà di manovra. Ma non ha saputo cogliere l’attimo propizio per folgorare in rete la sfera già abilmente manovrata a metà campo. L’inizio è a netto favore dei grigi, attivi, intraprendenti, audaci nelle loro scorribande. Due belle azioni di Stradella e di Armano, poi i biancorossi sono in angolo. Per una diecina di minuti l’Alessandria preme assiduamente sotto la rete del bravo Costagliola e l’ex grigio Pietrasanta emerge per i suoi solidi interventi e rimandi. Al 13’ fuga incontenuta di Vörös e Tontodonati che si passano abilmente la palla; interviene velocissimo Delaude e Diamante sventa il grave pericolo. Poi è Pietrasanta che da metà campo calcia deciso a fil di palo e a malapena è ancora Diamante che sventa il possente tiro. Al 17’ si ha l’azione risolutiva a favore dei grigi. Stradella allunga ad Armano, questi sfugge alla vigilanza del suo diretto avversario e manda verso il centro il pallone che Soffrido raccoglie e senza indugio spedisce rasoterra in rete. Tardivo intervento di Costagliola e il punto è segnato. Subito dopo Di Gennaro è a terra dolorante; riprenderà in seguito zoppicante all’ala destra, ma assolutamente nullo. I grigi benché menomati premono ancora con raffiche offensive assai pregevoli ed il Bari è nuovamente in angolo al 24’ cui consegue una tremenda mischia risolta dal robusto intervento di Pietrasanta. Al 28’ è l’Alessandria in angolo e subisce quindi un calcio di punizione senza conseguenze. Ad un minuto dal riposo Tortarolo, accecato dal sole, fallisce in pieno la palla; Vörös e Tontodonati hanno ormai via libera perché Delaude è tagliato fuori dalla lotta; poche folate ed eccoli in area di rigore. Tontodonati si assume il tiro decisivo. Il gioco sembra fatto: Diamante non osa uscire dai pali, ma la palla finisce a lato, forse per l’eccessivo effetto ricevuto in partenza. È stata questa l’azione più pregevole e pericolosa svolta dai baresi e che per un soffio li ha privati del pareggio. La ripresa è più accanita che mai. L’Alessandria tende ad aumentare il lieve vantaggio; il Bari lancia tutti i suoi uomini all’attacco per tentare almeno la divisione della posta. È una lotta serrata ed avvincente che tiene gli animi in continua apprensione. Sovente si notano capovolgimenti nei due campi; ad una nutrita offensiva grigia risponde una bellissima raffica biancorossa, alimentata dai mediani e dai terzini schierati a metà campo e tutti protesi per l’identica meta. Al 14’ Pellicari commette un fallo di mano in area di rigore su azione di Armano, ma l’arbitro lascia correre. Poi il Bari è in angolo per la terza volta, ma corre tosto veloce alla riscossa. Due sventole di Tontodonati falliscono di poco il bersaglio. Quindi è la volta di Armano, Stradella e Sotgiu che non riescono a realizzare facili situazioni. Al 23’ una cannonata di corsa di Vörös sibila presso l’asta trasversale, cui risponde una fucilata di Armano, bloccata da Costagliola. Al 37’ il Bari beneficia di un calcio di punizione dal limite dell’area di rigore. È un momento di viva apprensione e tutti sono sospesi a quel tiro che può decidere le sorti della partita; ma la parabola del pallone è debole ed il pericolo è sventato. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 7 maggio 1948) Pochissimo pubblico ha applaudito la tanto sospirata vittoria alessandrina e non possiamo invero dare torto agli assenti, in quanto che non hanno perso nulla di eccezionale. La partita rivestiva importanza eccezionale ai fini della retrocessione e forse per questo gli atleti, da entrambe le parti estremamente eccitati, poco hanno fatto vedere in fatto di tecnica. L’Alessandria ha vinto in virtù di un gol al 21’ segnato da Soffrido dopo che già per due volte aveva mancato facili occasioni di segnare con Armano e Stradella, entrambi venuti a trovarsi soli davanti a Costagliola. La lacuna dei grigi, già altra volta accennata, è la mancanza di una precisa condotta di gara. Ogni atleta fa per conto suo e rare volte si assiste ad azioni congegnate fra due o più elementi; e il gioco vive su prodezze individuali, tutte partite da cardiopalmo. Il Bari, dal canto suo, non ha fatto di meglio. Ottimo in difesa e nella mediana, la linea attaccante vive delle prodezze di Tontodonati. Bloccato lui, gli altri vagolano nel buio. Oggi si è difeso abbastanza bene e con ordine nel primo tempo. Poi, ad un periodo iniziale di offensive grigie senza per altro alcune pericolosità, ha fatto parecchia confusione nella sua area. Quando ha capito che avrebbe potuto passare ha attaccato, ma lo ha fatto senza alcuna convinzione di raggiungere almeno il pareggio. È triste vedere giocare al calcio così come lo abbiamo visto noi oggi. Batte il calcio d’inizio l’Alessandria e su azione Armano-Stradella sfuma la prima occasione favorevole ai grigi. I quali però insistono all’attacco e al 4’ beneficiano di un calcio d’angolo senza esito. Qualche minuto dopo un pallone calciato da Armano picchia sulla traversa. Al 20’ l’ala destra barese fugge in netto fuorigioco e Diamante deve uscire alla disperata per salvare la sua rete. Sul rinvio fuga di Armano sulla destra e cross; Stradella, di sinistro, rimette al centro, dove Soffrido non ha difficoltà a segnare nell’angolo basso a destra di Costagliola. Durante questa azione Di Gennaro, colpito ad una coscia, deve poi passare all’estrema destra, dove rimarrà inutilizzabile per tutto il resto della partita. Dopo un calcio d’angolo per il Bari e uno per l’Alessandria, ha termine il primo tempo. Il secondo tempo si svolge senza troppe emozioni. Tiri di Armano, Stradella e Coscia escono di poco. Qualche pallone sbagliato in pieno dagli attaccanti grigi e due corner a favore dell’Alessandria, controbilanciati da altrettanti per il Bari. Gli ultimi dieci minuti registrano una rabbiosa quanto vana reazione degli ospiti che non giungono nemmeno a molestare Diamante e su una inutile scena di isterismo di Costagliola l’arbitro fischia la fine. (Enrico Reposi, «Tuttosport», 7 maggio 1948) FINALMENTE RITORNA ALLA VITTORIA L'UNDICI GRIGIO Dopo la brutta prova di Torino, la vittoria sul Bari - La formazione di domani Troppi pseudo sportivi, ci avevano rimproverati perché sabato scorso avevamo invitato il pubblico a non inveire contro i giocatori durante la partita ed a sorreggere con l’applauso le ultime contese nelle quali, con la forza della disperazione si deve tentare di salvare il nome del calcio alessandrino. È venuta l’onta di Torino ma sugli spalti il grido di «forza grigi!» ha spronato ancora lo sconnesso nucleo di giocatori malpreparati, privi di gioco di coesione, puerili fino all’esasperazione. Il pubblico ha applaudito ed ha fatto bene, solo pochi si sono lasciati trascinare dal disappunto ed hanno beccato Stradella che ha giocato senza dubbio la sua più brutta partita dell’annata. C’è nei dirigenti volontà di risorgere, c’è nella folla la pacata volontà di sfuggire al disonore della retrocessione, c’è ancora il filo della speranza e tutti debbono portare la loro parola d’incitamento. La quadrata squadra barese, dove emerge l’ex grigio Pietrasanta, facilitata dall’infortunio di Di Gennaro è stata superata dopo 90’ di gioco a ritmo accelerato, zeppo di svarioni e di incertezze, di lacune e di prodigalità, perché di volta in volta Delaude o l’infaticabile Tortarolo, Rosetta o Gallea, Coscia o Soffrido, hanno compiuto cose egregie. Del resto, tutti hanno giocato con impegno. Se gli avanti sono mancati nella manovra e decisione in area avversaria è perché hanno avuto un cattivo insegnamento; se a troppi fa difetto il fiato è causa della inadeguata preparazione dei singoli elementi in quanto tra i vari allenatori, Kovács, Dadone, Reposi e Savojardo, mancava intesa e coordinamento sul lavoro da eseguire. Citiamo la bella prova di Delaude a conferma che anche gli elementi provenienti dalla C possono maturare nel vivaio grigio. Valorizziamo le riserve e andiamo adagio a mettere nel ferro vecchio i Frugali, i Traini, i Valdirosa, gli Ottonello, ecc. Buttiamo piuttosto nel ferrovecchio i cacciavite della tecnica di alto rango. Tra le file dei grigi ci vogliono elementi che abbiano sangue nelle vene, elementi che possono rinforzarsi sulle rive del Tanaro o del Bormida senza le Terme di Salice, di Salsomaggiore o di… Caracalla. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 8 maggio 1948) RISULTATI: Internazionale-Torino 0-1 Juventus-Milan 2-1 Lazio-Livorno 4-1 Lucchese-Atalanta 1-1 Modena-Napoli 1-0 Salernitana-Pro Patria 5-0 Sampdoria-Roma 2-1 Triestina-Bologna 1-0 Vicenza-Genoa 0-3 Riposa: Fiorentina CLASSIFICA: Torino 50; Milan 43; Triestina* 39; Juventus, Atalanta 37; Modena 36; Fiorentina, Bologna 35; Lazio 31; Genoa, Internazionale, Livorno 29; Pro Patria 28; Lucchese, Sampdoria 27; Bari, Roma, Salernitana, Alessandria 26; Napoli 23; Vicenza* 21. *: una gara in meno MARCATORI 19 gol: Mazzola (Torino) 18 gol: Boniperti (Juventus), Gabetto (Torino) 16 gol: Quaresima (Inter) 15 gol: Bassetto (Sampdoria), Loik (Torino), Pernigo (Modena) 14 gol: Puricelli (Milan), Turconi (Pro Patria) Il punto sul campionato Quinta vittoria consecutiva del Torino contro l’Inter grazie ad un gol realizzato da Mazzola a pochi minuti dal termine che aveva permesso ai granata di portare a sette i punti di distacco dal Milan che era uscita battuta, al termine di una gara combattuta, contro la Juventus, i bianconeri avevano agganciato l'Atalanta fermata sul pareggio a Lucca. Di misura la Triestina si era imposta ai danni del Bologna, riducendo a quattro i punti di distacco dai rossoneri. Partita guardinga del Modena contro il Napoli, penultimo: la rete era stata realizzata da Pernigo. In fondo alla classifica il Vicenza che aveva subito una sonora sconfitta dal Genoa.