Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
09-05-1948 - Giornata: 34 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Fiorentina ACF 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 25. Coscia A.[A]

Alessandria US Diamante Luigi, Delaude Giacomo, Tortarolo Francesco, Coscia Aristide, Rosetta Francesco, Gallea Cesare, Sotgiu Pietro, Soffrido Luigi Vittorio, Stradella Carlo, Lushta Riza, Armano Gino All.: Roncali Michele con D.T. Erbstein Ernő Egri

Formazione avversaria
FIORENTINA ACF: Moro; Eliani, Furiassi; Acconcia, Compiani, Magli (II) Augusto; Marchetti, Gregorin, Galassi, Valcareggi, Gei. All.: Ferrero Luigi

Arbitro: Poggipollini Eriprando (Ferrara)
Note
Infortunato: 26’ Compiani [F, passato all’ala e poi uscito da campo al 45’] Angoli: 7-1 (4-1). Spettatori: 6.000 oppure 8.000. Giornata afosa e cielo coperto. Inizio gara ore 16.00

Commento
Prima della partita gli uomini non erano buoni in casa grigia. A parte la crisi nella direzione tecnica della squadra, in faticosa elaborazione per il probabile ritiro di Kovács – mentre la squadra è affidata per il momento al consigliere della società signor Roncali con l’assistenza di Erbstein – si nutrivano apprensioni per la linea dei terzini, in quanto, perdurando l’assenza di Della Frera, anche Di Gennaro non era in grado di giocare per lo stiramento di cui era rimasto vittima nella partita col Bari. Ma tutti i dubbi scomparivano dopo soli cinque minuti: i grigi, pieni di slancio e con un gioco quasi elegante e velocissimo, diedero subito a vedere di essere in piena vena. Solo al 12’, quando Stradella dovette uscire perché colpito alla fronte, si temette che la sfortuna, ancora una volta, volesse metterci il suo zampino. Ma il centravanti grigio rientrava col turbante dopo cinque minuti, dimostrando di non essere che leggermente menomato e, sgusciando subito velocissimo fra i terzini avversari, impegnò Moro in una strabiliante parata. Ci dilungheremo, per quanto permetta lo spazio, nella cronaca, perché essa vale a chiarire quanto fu superiore l’Alessandria. Al 24’ del primo tempo calcio d’angolo contro i toscani, che Moro alla disperata rimette in corner; tira per la seconda volta Stradella, Gallea mette al centro, Coscia raccoglie e batte inesorabilmente Moro. La Fiorentina reagisce, ma subito dopo capita l’incidente di Compiani, col conseguente spostamento. Ed è sempre l’Alessandria che comanda il gioco e specialmente Eliani dimostra di non essere nella sua migliore giornata. Al 31’ e al 35’, altri due angoli e Moro continua nelle sue prodezze, con una perfetta presa su colpo di testa di Sotgiu. Al 5’ della ripresa, dopo una parata su tiro di Sotgiu, Moro, applauditissimo, trattiene un tiro formidabile e insidioso di Lushta. Al 16’ la più bella azione della partita: tira Coscia, tira ancora Stradella e poi Soffrido, e da ultimo Armano: Moro alza in angolo con un intervento prodigioso. Al 21’ punizione battuta da Gallea e ancora Moro manda in angolo. Al 26’, 32’ e 37’ altre fenomenali parate di Moro su tiri di Sotgiu, Stradella e Armano, l’ultimo deviato ancora in angolo. I grigi insistono sempre e al 39’ Stradella manda alto un buon pallone. Ma la Fiorentina non si dà ancora per vinta e al 41’ impegna Diamante in una parata di pugno. Poi la fine, dopo una rete segnata da Sotgiu e annullata per fuori gioco dello stesso. La Fiorentina è stata inferiore all’attesa nei terzini e superiore ad ogni elogio nel portiere. L’Alessandria è apparsa piena di volontà e abile nel gioco velocissimo: imbattibile la difesa, forte la mediana e molto migliorato l’attacco. Giornata afosa e cielo semicoperto. Al 12’ di gioco Stradella, colpito da Compiani, deve uscire dal campo per cinque minuti e rientra fasciato alla fronte per un sopracciglio spaccato. Al 26’, sempre del primo tempo, Compiani si produce casualmente una distorsione ad una caviglia e, in conseguenza, Acconcia passa centromediano, Valcareggi diventa mediano destro, Marchetti interno sinistro e Compiani va all’ala destra e non rientrerà in campo per la ripresa. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 10 maggio 1948) 1-0 contro la Fiorentina L'ALESSANDRIA FA UN PASSO INDIETRO PER LA SALVEZZA Tre giocatori sono stati applauditi ieri a scena aperta: Rosetta e Tortarolo, per l’Alessandria, e Moro per la Fiorentina. Il pubblico non ha sbagliato ed ha scelto a suoi beniamini gli uomini che hanno dato sprazzi di classe. Si possono ricordare almeno quattro parate di Moro su tiri di Sotgiu, Lushta, Armano e Gallea e alcuni magnifici interventi del mediocentro e dell’improvvisato terzino alessandrino. Giusti sono stati quindi gli applausi per questi episodi, tanto più che sarebbe stato vano riservarli per il gioco d’insieme: questo non c’è stato. La posizione delle due squadre imponeva un tema che non permetteva vaste costruzioni. I grigi dovevano ricercare la vittoria ad ogni costo per evitare la retrocessione. Ai fiorentini invece la buona posizione in classifica concedeva una certa cautela per evitare brutte avventure. Così è stato fatto o dello stato d’animo prudenziale è stato particolarmente vittima Eliani, che non voleva compromettere le sue possibilità di partecipare all’incontro Italia-Inghilterra. La partita ha avuto un inizio burrascoso, quando Stradella, correndo incontro a Moro per un pallone decisivo, è andato successivamente a urtare contro una scarpa di Compiani, e si è prodotta una ferita al sopracciglio. La folla è esplosa in fischi e altre manifestazioni di sdegno, ma l’arbitro Poggipollini, agendo con diplomazia, ha potuto poi riportare la gara su un binario… possibile, aiutato anche da Stradella stesso, che è rientrato con una benda in fronte e si è subito prodotto in un tiro difficile. Il goal decisivo è venuto al 24’: su corner dalla sinistra si è prodotto un pauroso assembramento nell’area viola. La palla è stata respinta e ripresa da parecchi giocatori; è rimbalzata sulla traversa, e finalmente è finita in rete, ad opera di Coscia, in un groviglio di giocatori. Al 31’ Soffrido ha impegnato in modo difficile Moro e dieci minuti dopo Eliani, a portiere battuto, è riuscito a rinviare un tiro di Lushta. Nella ripresa la Fiorentina si è presentata con soli dieci uomini, dato che lo zoppicante Compiani non è più venuto a fare da comparsa all’ala. Lushta e Armano hanno chiamato Moro a due difficili parate, mentre Acconcia e Galassi dall’altra parte, hanno sfiorato i montanti. Al 37’ Stradella ha alzato al volo, da due passi, sopra la traversa, e al 40’ Soffrido ha ripetuto il salvataggio di Eliani, rinviando dalla linea un tiro di Valcareggi, mentre Diamante era preso in contropiede. Un goal finale di Sotgiu è stato annullato dall’arbitro per fuori gioco. A sette giorni di distanza e con due vittorie consecutive i grigi hanno fatto dimenticare la disgraziata partita di Torino. Il compito che li attende per la salvezza è ancora duro, ma essi hanno ora ritrovato l’animo per tentare l’impresa. (Paolo Bertoldi, «Stampa Sera», 10 maggio 1948) La folla ha lasciato il campo con un respirone di sollievo. Gli ultimi dieci minuti della contesa erano stati tremendi. La rete di vantaggio che aveva l’Alessandria poteva, da un istante all’altro, essere annullata; i fiorentini, nei loro attacchi per due volte sfiorarono il pareggio; poi Sotgiu riuscì a segnare una seconda rete, ma l’arbitro annullò per fuori gioco. I grigi portarono in salvo il risultato. Ma quanto duro lavoro e quanta tenacia dovettero spendere per conquistarlo e poi per difenderlo! La Fiorentina, è vero, non aveva nulla da perdere, pur tuttavia lottò con tale vigore da rendere grama la vita ai grigi. I quali hanno giocato il tutto per tutto e nelle loro azioni talvolta affannose è affiorata una netta superiorità di azioni, una più grande quantità di attacchi e di tiri. Soltanto una volta il pallone è penetrato nella rete – lo dirò in seguito –, tutte le altre volte la classe del portiere Moro fece argine all’ondata di assalti con un repertorio di parate tali da suscitare grandi ovazioni da parte del pubblico. L’Alessandria mancava dei suoi due terzini Della Frera e Di Gennaro, entrambi infortunati, e ciò aveva portato ad una formazione di fortuna che in effetti si dimostrò indovinata soprattutto per il generoso gioco di Tortarolo, quale terzino, il migliore giocatore in campo e per l’ottimo apporto di Rosetta. Ma dove l’Alessandria seppe emergere fu nella volontà impressa nella lotta, una volontà acre che mi ricordava il gioco di giovedì scorso svolto dall’Inter a Milano contro i campioni; gioco serrato, deciso, robusto, che alla fine si fece sentire e fu quando la Fiorentina approfittando della stanchezza degli avversari sferrò decisa il suo attacco e per poco non riuscì a passare. Questi momenti furono i migliori dei viola i quali, per tutta la ripresa, dovettero fare a meno di Compiani infortunatosi verso la metà del primo tempo. Certo oggi si giocò senza tanti complimenti, troppo forte era la posta per non tentare di raggiungere il traguardo; e in questa dura contesa i grigi furono ammirevoli. Talvolta la loro azione appariva chiara, talvolta si ingarbugliava per la ricerca del successo personale, poi si frantumava anche per errori dovuti all’orgasmo dei giocatori; ma in ogni istante furono presenti la decisione, il cuore, la tenacia combattiva. La Fiorentina non desistette un solo istante dalla lotta; costretta in angolo un paio di volte nei primi minuti cercava l’azione di sorpresa per giungere ad un risultato positivo. Ma i terzini Delaude, Rosetta e Tortarolo non lasciavano mai via libera agli avversari. L’Alessandria fu sul punto di segnare all’11’ quando Stradella si buttò sulla palla con tale impeto da finire entro la porta di Moro mentre questi riusciva a respingere il pallone. Questa azione costò cara all’attaccante. Trasportato fuori campo rientrava dopo cinque minuti con la testa fasciata. L’Alessandria intanto continuava a premere con insistenza, otteneva due calci d’angolo consecutivi, sul secondo di questi segnava la rete della vittoria. Calciata da Stradella la palla spioveva in area, sette od otto giocatori erano ad attenderla, un groviglio di uomini proprio ad un metro dalla linea bianca, poi si vide il pallone in fondo alla rete. Chi aveva segnato? Non mi fu possibile individuare il giocatore, se non quando i grigi corsero ad abbracciare Coscia. Evidentemente lui era l’autore del gol. E dopo la rete la pressione fu ancora più forte. L’Alessandria non si sentiva tranquilla per quanto Compiani spostato all’ala lasciasse un certo respiro agli attaccanti meno controllati da Gregorin. Due o tre buone occasioni, tiri a rete bloccati con perfetta scelta del tempo da Moro e nella ripresa la Fiorentina, come dissi, lasciò Compiani negli spogliatoi. I grigi iniziavano le scorrerie dei loro attacchi nei primi minuti, Moro bloccava un difficile pallone di Lushta con una parata di eccezione perché il tiro fu effettuato con una girata improvvisa che soltanto un grande difensore poteva intuire. Poi un periodo di dieci minuti di superiorità fiorentina. Acconcia a porta vuota sbagliò il tiro, mentre più tardi la stessa occasione non era sfruttata da Galassi. L’incitamento del pubblico, a questo punto, servì a sorreggere la squadra. Il palleggio si fece più preciso, l’azione più scorrevole, i tiri più frequenti. E appunto in questo periodo Moro fu autore di una spettacolosa parata su tiro di Armano. La partita assumeva un ritmo serrato, allorché gli attacchi fiorentini si facevano insistenti. L’Alessandria si salvava bene tutta serrata in difesa, respingeva, si prodigava, correva all’attacco, imbastiva un’azione perfetta, allungo di Lushta a Sotgiu, tiro e rete annullata dall’arbitro. Quindi la fine. Nel corso della cronaca non ho citato nessun giocatore della Fiorentina eccetto il portiere Moro. La squadra ha giocato con molta energia, ma ha palesato i soliti difetti all’attacco, cioè l’imprecisione nei tiri e nei passaggi. I collegamenti sono mancati, il marcamento degli avversari è stato reso vano dalla maggiore velocità dei grigi; forse ha contribuito a tutto ciò il fatto della mancanza di Avanzolini sostituito da Compiani; ma tutto l’organismo della squadra mi parve squilibrato, specialmente nel reparto difensivo dove Furiassi fu nettamente superiore ad Eliani. Questo terzino era l’oggetto di attenzione da parte di tutti, ma devo dire che in tutto l’incontro ben poche volte è riuscito ad emergere, la sua azione fu incolore, i suoi rimandi non sempre perfetti. L’impressione che si trovi in un periodo di declino è apparsa evidente e questo alla vigilia della partita contro l’Inghilterra non ci voleva. A meno che l’aria di Cuneo non lo rimetta in carreggiata… La nuova formazione degli attaccanti grigi è parsa indovinata, ma non è questo o quel reparto che si è messo in evidenza oggi. È lo spirito che dall’inizio alla fine ha sorretto i giocatori sì da renderne un fascio di energie e di volontà. E questo è il miglior elogio che si può fare alla squadra. Ottimo l’arbitro Poggipollini. (Augusto Rangone, «Tuttosport», 10 maggio 1948) L’elogio migliore di questa tremenda disputa, in cui i grigi erano lanciati alla conquista della vittoria per sottrarsi alla retrocessione ed i viola per agguantare il quinto posto in classifica, va tributato a Moro, artefice di numerose acrobatiche parate a terra, a mezza altezza, a fil di palo e che a volte hanno assunto l’aspetto diabolico, così mirabile, classico, tempestivo, avventuroso è stato il comportamento dell’estremo difensore viola. Nessun tiro effettuato oggi con rapidità, precisione o improvvisazione da parte degli attaccanti grigi, che hanno mutato tattica e sistema per tentare di superare la bravura del portiere avversario, è riuscito a prevalere. I suoi interventi hanno stroncato ogni più impensata abilità e l’unico punto che ha varcato la sua soglia non gli è assolutamente imputabile. Esso è scaturito da un calcio d’angolo (ben sette ne sono stati tirati contro i viola) da cui è conseguita un’affannosa mischia nello spazio di due metri. In una selva di gambe in azione Coscia ha trovato chissà come l’esatto spiraglio per far rotolare la sfera di cuoio, mentre Moro, coperto dai suoi stessi compagni, nulla ha potuto fare per salvare anche quel pallone. I grigi hanno combattuto con grande ardore ed accanimento la battaglia per le note considerazioni e si è visto finalmente, dopo tante sterili prove, non solo volontà e decisione, ma anche ordine e tecnica, nelle file dei locali, quasi sempre saggiamente disposte e pronte ad ogni intervento. Gli alessandrini hanno condotto, dopo alterne vicende, buona parte della sudata disputa nella metà campo degli ospiti e la difesa viola ha avuto un lavoro assillante ed affannoso. Essa tuttavia ha retto egregiamente sotto l’infuriare delle raffiche avversarie e Moro ha giganteggiato anche nelle situazioni più disperate in cui forse ben pochi sarebbero riusciti vantaggiosamente, così serrate erano le offensive insorgenti da ogni parte. Nella ripresa, come già abbiamo accennato, i viola si sono presentati privi di Compiani e dopo aver resistito solidamente alle nuove discese in linea dei grigi martellanti a ritmo accelerato la roccaforte fiorentina, hanno reagito nell’ultimo quarto d’ora con un ritmo robusto, deciso ed a volte travolgente, da far prevedere da un attimo all’altro il capovolgimento della situazione. Sembrava che gli ospiti potessero giungere non solo al pareggio, ma anche alla vittoria, così vigorosa, controllata e metodica è stata in questa ultima parte la loro attività offensiva. Ma al momento di definire l’opera sviluppata, è mancato o per precipitazione o per un soffio, il tocco propizio del successo. I grigi partono di scatto e Sotgiu e Soffrido impegnano Moro con tiri diagonali ben dosati. All’11’ Stradella, a contatto con il portiere, è colpito da Compiani e resterà stordito per alcuni minuti. Al 24’ i viola subiscono il primo calcio d’angolo al quale segue subito dopo un altro. È una schermaglia snervante fra difensori ed attaccanti che si contendono la palla più volte respinta e ritornante minacciosa allo stesso punto, finché Coscia riesce a spingerla in fondo alla rete, consacrando così la vittoria dei grigi. Nella ripresa, dopo che Moro ha bloccato nuovi tiri di Coscia, Sotgiu e Lushta, al 9’ si verifica la prima seria minaccia per l’Alessandria, fortunosamente superata. Su rimessa laterale il pallone perviene ad Acconcia, che avanza veloce. Diamante esce invano per ostacolare in extremis l’azione dell’avversario che, a porta vuota, calcia alto. Al 17’ magnifica azione volante della prima linea alessandrina: Coscia allunga a Soffrido, questi a Stradella ed Armano effettua incorsa un tiro a fil di palo. È ancora Moro che, con un balzo, devia la sfera in angolo. Poi è Galassi che, tutto solo davanti a Diamanti, non riesce a piazzare il tiro che finisce a lato. Risponde Gallea al 20’ con un tiro di punizione da metà campo, alto proprio all’incrocio dei pali. Questa volta il punto sembra segnato, ma è ancora Moro, applauditissimo, che salva in corner. Nuovo intervento spettacoloso del portiere viola su due altre perfette stoccate di Sotgiu e Stradella e quindi di Lushta, salvato quest’ultimo in angolo. Poi la Fiorentina prende quota e preme assiduamente con folate impressionanti che fanno trattenere il fiato agli appassionati locali. Al 41’ si ha l’azione più pericolosa sotto la rete grigia: Diamante respinge con le palme delle mani un secco tiro di Valcareggi; raccoglie Gei ma rimanda Delaude. Nuovo bolide di Marchetti e questa volta Coscia rinvia lungo a Stradella, questi al volo manda a Sotgiu che, con un tocco irresistibile, segna raso terra. Ma il punto è annullato per fuori gioco. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 10 maggio 1948) Dopo i successi casalinghi C’E' ANCORA UNA SPEANZA PER LA SQUADRA GRIGIA Domani i “grigi,, a Torino per l’Italia - Inghilterra-Le condizioni di Della Frera e Di Gennaro Per la seconda volta i grigi, con una nuova vittoria di misura, hanno colto il punteggio pieno al Moccagatta, ritrovando la volontà e l’entusiasmo dei giorni migliori. Il pubblico ha continuamente sorretto i suoi beniamini durante i 90 minuti di veloce ed incerta contesa, cooperando efficacemente al conseguimento della sospirata affermazione. Con il risultato di domenica le speranze di evitare la retrocessione si sono rafforzate, e speriamo in qualche buon successo nelle partite esterne, senza del quale la permanenza in Serie A resterebbe preclusa. Nel rilevare la magnifica forza di volontà, palesata domenica dai grigi, torna logico constatare che le nostre critiche verso la squadra, allenatori e dirigenti, se pur aspre, erano giuste e furono efficaci. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 15 maggio 1948) RISULTATI: Bari-Lazio 2-1 Bologna-Modena 3-3 Livorno-Genoa 1-1 Lucchese-Juventus 2-2 Pro Patria-Internazionale 2-0 Roma-Napoli 1-0 Sampdoria-Salernitana 6-3 Torino-Atalanta 4-0 Vicenza-Triestina 1-1 Riposa: Milan CLASSIFICA: Torino* 52; Milan 43; Triestina 40; Juventus 38; Modena, Atalanta* 37; Bologna* 36; Fiorentina 35; Lazio* 31; Genoa, Livorno, Pro Patria 30; Sampdoria, Internazionale* 29; Bari, Lucchese, Roma, Alessandria* 28; Salernitana 26; Napoli 23; Vicenza 22. *: una gara in più MARCATORI 21 gol: Mazzola (Torino) 20 gol: Boniperti (Juventus) 19 gol: Gabetto (Torino) 17 gol: Bassetto (Sampdoria) 16 gol: Pernigo (Modena), Quaresima (Inter) Il punto sul campionato Sesta vittoria consecutiva della capolista Torino che si era sbarazzato dell’Atalanta con quattro gol realizzati da Mazzola, doppietta, Menti e Gabetto. Pari della Triestina, terza in classifica, che era stata fermata a Vicenza. Lucchese e Juventus hanno giocato a rincorrersi ed alla fine è stata la parità a prevalere. Spettacolo e gol nel 3-3 tra Bologna e Modena. Un gol di Amedei aveva dato alla Roma la vittoria contro il Napoli inguaiando i partenopei che avevano un punto di vantaggio sul Vicenza fermata sul pari dalla Triestina.