Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1947/1948
Serie A
13-06-1948 - Giornata: 39 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Lazio SS 2 - 2 (1 - 1)
RETI: 26. Stradella C.[A], 63. Coscia A.[A] 20. De Andreis C. [La] , 70. De Andreis C. [La]

Alessandria US Giorcelli Anselmo, Ottonello Giovanni, Di Gennaro Silvio, Gallea Cesare, Rosetta Francesco, Tortarolo Francesco, Armano Gino, Soffrido Luigi Vittorio, Stradella Carlo, Coscia Aristide, Frugali Fabio All.: Dadone Umberto con D.T. Erbstein Ernő Egri

Formazione avversaria
LAZIO SS: Giubilo; Antonazzi, Piacentini; Alzani, Rosi, Brunetti Cesare; Puccinelli, Magrini, Penzo, Flamini, De Andreis. All.: Tognotti (II) Orlando Virgilio.

Arbitro: Longagnani Florindo (Modena)
Note
Angoli: 4-2 (0-2). Spettatori: 2.000. Cielo semicoperto, giornata calda e afosa, terreno erboso e secco. Inizio gara ore 17:00.

Commento
La Lazio ultima ospite di Serie A TRISTE COMMIATO AD ALESSANDRIA: 2-2 I grigi si sono giocati ieri il lumicino della speranza, che una vittoria ottenuta con la Lazio avrebbe lasciato acceso sia pure di flebile luce. Battuti di sorpresa verso la meta del primo tempo, sono riusciti prontamente a raggiungere il pareggio, andando anzi in vantaggio poco dopo l’inizio della ripresa, Una rigorosa condotta di gioco – unita magari a un pizzico di fortuna – avrebbe a questo punto portato l’Alessandria al successo, ma neppure questa volta, la squadra ha saputo trovare se stessa. Dopo aver subito una seconda rete laziale, la Alessandria ha dovuto all’esitazione di Flamini e al coraggio di Giorcelli l’aver evitalo un ennesimo rovescio casalingo. La partita, iniziatasi di fronte ad un pubblico ben scarso, è finita così quasi nel disinteresse, dopo essersi trascinata – letteralmente trascinata – dal primo al novantesimo minuto. Né dovevano ingannare i fittizi sprazzi d’energia, le rare volate dei giocatori alla vana ricerca della palla: ieri non si parlava più di melodo e di sistema, di marcamento o di tecnica. Quel poco, pochissimo di discreto ce l’ha presentato la Lazio, forte, se non altro, dell’esperienza di qualche elemento; per l’Alessandria, invece, sono stati un’altra volta guai, quasi dappertutto: in difesa, in mediana, all’attacco. È ormai inutile muovere critiche o cercare colpevoli di questi errori che così amaramente si scontano. Quando si sia detto che solo Gallea e Rosetta e, a tratti, Di Gennaro non sono scomparsi nel marasma, si è detto tutto, melanconicamente tutto. E non ci resta quindi che dar pochi cenni della partita, limitati – si può dire – al racconto dei goals. Apriva la serie al 19’ del primo tempo De Andreis che, libero da… impegni con i difensori avversari, arrivava giusto a raccogliere una punizione calciata da circa metà campo. Sulle ali della riscossa i grigi pareggiavano al 27’ con Stradella, che di testa, girava un allungo di Gallea. Nella ripresa, invece, al 18’ era Coscia a battere Giubilo, dopo essere stato giudiziosamente imbeccato dal centroavanti ed al 25’ ancora De Andreis a ripetere la prodezza del primo tempo: sulla punizione calciata da Alzani, l’intraprendente ala riusciva ancora a fare bottino. E la difesa grigia stava a guardare. Come le stelle. Già, almeno, ferma così. (Gigi Boccacini, «Stampa Sera», 14 giugno 1948) I punti segnati dalle due contendenti sono in gran parte dovuti ad autentici infortuni dei portieri che si sono lasciati sorprendere dalle azioni risolutive o per la lentezza d’intervento, o per uscite a vuoto sul tocco finale dei palloni che sono rotolati inesorabilmente in rete. A parte questa premessa però non si può dire che gli estremi guardiani abbiano giocato male: tutt’altro; entrambi sono stati impegnati in perigliosi interventi ed hanno salvato sempre il possibile nel corso di un’accanita contesa che è stato il canto d’addio per i grigi all’attuale campionato e pure alla massima divisione, essendo ormai segnata la loro sorte. Così, data la natura della disputa che non aveva elementi eccezionali per sollevare la sorte dei contendenti dalle posizioni ormai segnate e il caldo intenso incombente sul terreno del Moccagatta, lo sviluppo delle azioni si è mantenuto ad un livello mediocre per emergere a tratti, quando la possibilità di acciuffare la vittoria si è profilata più nettamente a favore dell’uno o dell’altro schieramento. Ma sono state raffiche improvvise, saltuarie, inorganiche, non mantenute e nutrite con il dovuto spirito combattivo e la tenacia necessaria, quando la tecnica e lo stile sbucavano man mano sotto l’incalzare del tempo che accorciava il limite della lotta. Così si è giunti stancamente alla fine come alla liberazione da un peso snervante che aveva provato la resistenza di tutti gli atleti, senza vinti né vincitori. Esatto responso in fondo, di una competizione senza brividi di passione o di pugnace attrattiva che sarebbe stato lecito attendersi in altre contingenze. Le prima avvisaglie partono dagli azzurri e De Andreis e Flamini assaltano per primi la roccaforte di Giorcelli. Poi è Piacentini che libera sulla linea fatale un tiro di Armano, mentre Soffrido, servito da Tortarolo, sfiora poco dopo il palo ed Antonazzi con un acrobatico intervento toglie dal piede dello stesso Soffrido il pallone diretto in rete. Al 10’ una cannonata di Armano è debolmente respinta con le palme delle mani da Giubilo e Piacentini completa l’opera del compagno liberando e rinviando lontano. Ecco De Andreis nuovamente alle prese con gli estremi difensori grigi: sta per segnare, ma Rosetta rimanda la palla proprio sul limite della porta. Ed ecco al 20’ il primo punto laziale. Alzani batte una punizione da metà campo; la palla è diretta verso la porta: Giorcelli, che esce dai pali, con le mani batte l’aria e De Andreis, intervenuto fulmineo spostandosi sulla destra, manda liberamente nella rete incustodita. Al 25’ tremenda mischia sotto Giubilo, che ancora si salva da par suo. Ma un minuto dopo, su situazione identica alla precedente, il punto grigio: Gallea calcia una punizione da cinquanta metri; uscita a vuoto di Giubilo e Stradella di testa, con le spalle rivolte verso la rete, manda la palla in porta. Uno a uno. Ora i grigi sono lanciati e Coscia, Stradella ed Armano sono a stretto contatto ripetutamente con l’estrema difesa azzurra, ma Antonazzi libera sempre in tempo. La prima parte delle ostilità finisce con una cannonata di Tortarolo su calcio di punizione che esce a fil di palo. La ripresa s’inizia con una serie di calci di punizione contro la Lazio: l’arbitro punisce i più irruenti giocatori e si registrano ora fasi più combattive. Bella azione di Stradella che pressato da due terzini riesce tuttavia a piazzare il tiro a fil di palo. Al 19’, su rinvio di Ottonello, la palla perviene ancora a Stradella che supera due avversari e quindi la spedisce a Coscia che segna irresistibilmente il secondo punto. Frugali effettua la sua prima azione vivace e porge a Soffrido un proficuo pallone: ne segue un potente tiro che scuote il palo e la palla rimbalza fuori. Antonazzi si butta in seguito su Frugali, cade, ferma il pallone e solleva proteste, ma poiché l’azione è avvenuta in area di rigore, l’arbitro lascia correre. Al 25’ su un’apparentemente innocua punizione tirata da oltre metà campo da Alzani, la palla, tagliata obliquamente, perviene a De Andreis che si butta a media altezza sulla sfera di cuoio, la raccoglie di testa e la sospinge bassa nell’angolo a destra di Giorcelli, letteralmente sorpreso. Due a due. Ora si lotta accanitamente nei due settori per la ricerca affannosa della vittoria. Alzani manda in corner al 32’, Flamini giunge solo tre minuti dopo davanti a Giorcelli ed il pallone, picchiato e ripicchiato su due uomini, di rimbalzo viene preso da De Andreis che interviene velocissimo. L’ala laziale però a porta vuota fallisce il tiro. Le ultime battute sono veramente infuocate: nei due campi si lotta a ferri corti. Un tiro radente di Penzo è fermato miracolosamente a terra; altra tremenda mischia sotto Giubilo: nell’estrema area azzurra si contano una quindicina di uomini protesi alla ricerca del successo. Gallea batte al 40’ un altro calcio di punizione proprio sul limite dell’area di rigore laziale; la palla urta contro il palo e ritorna in campo; viene ripresa e calciata finché Piacentini la manda nuovamente in corner al 43’. Ancora poche battute, poi la fine. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 14 giugno 1948) Neppure in quest’ultima partita casalinga i grigi hanno saputo dare una vittoria al loro pubblico accorso, seppure in scarso numero, al Moccagatta. Il risultato di parità è equo perché nessuno dei due contendenti ha mostrato tecnica e agonismo. L’insufficienza di tutti i reparti e il poco impegno degli uomini in campo hanno dato vita ad azioni fiacche che raramente hanno interessato. Dell’Alessandria è apparso prematuro il rientro di Di Gennaro, ancora a corto di allenamento, mentre in tutti gli altri componenti è apparsa evidente la sfiducia. I grigi hanno tuttavia attaccato in prevalenza e qualche loro azione avrebbe potuto anche ottenere qualche risultato se lo slegamento della prima linea non avesse fatto naufragare ogni azione. Contro un sestetto difensivo schierato a barriera avanti a Giubilio, i grigi hanno costantemente insistito accentrando il gioco, senza un solo allungo alle ali, lasciando pressoché inoperoso Frugali che nelle poche azioni in cui è intervenuto ha sempre mostrato d’essere pericoloso. La Lazio è andata in vantaggio al 19’, dopoché Rosetta con una rovesciata aveva salvato la rete da una palla calciata da De Andreis. Sarà la stessa ala sinistra laziale a pervenire al successo raccogliendo una punizione battuta da Alzani da poco oltre la metà campo. Su un’altra punizione calciata da Gallea, Stradella al 27’ può pareggiare. All’inizio del secondo tempo assistiamo a qualche azione di discreta fattura. Al 10’ Stradella mette fuori di poco, a conclusione di una discesa condotta da Gallea, Soffrido e Coscia. Al 18’ Stradella avuta la palla da Ottonello la smista a Coscia, spostato al centro, che mette in rete. Soffrido poco dopo alza alle stelle un facile pallone. Sono trascorsi sei minuti ed Alzani, battendo un’ennesima punizione, dà a De Andreis la possibilità di ripetere, con un giusto colpo di testa, la prodezza del primo tempo. Giorcelli sul finire dell’incontro salva con un disperato tuffo sui piedi di Flamini una rete sicura. (Enrico Reposi, «Tuttosport», 14 giugno 1948) L’Alessandria desiderava fortemente chiudere al Moccagatta e congedarsi dalla Divisione superiore con una vittoria e per questo erano stati messi in squadra anche alcuni giocatori come Rosetta, Tortarolo e Di Gennaro, appena convalescenti da gravi infortuni. Ma l’aspirazione non è diventata realtà soprattutto per due ragioni: la giornata piuttosto oscura di Soffrido e l’aver trascurato troppo un Frugali in ottima forma. Giornata semicoperta e ventilata, nessun incidente; al 22’ del primo tempo scambio di posto tra Gallea e Tortarolo; al quarto d’ora dalla fine altro scambio tra Armano e Soffrido. Già al 2’ Flamini aveva sprecato una buona occasione e al 10’ Armano aveva sparato sul portiere un eccellente pallone. Al 14’ Rosetta salvava sulla linea fatale un tiro di De Andreis; sei minuti dopo la Lazio andava in vantaggio su punizione battuta da Alzani e raccolta da De Andreis che metteva in rete con la cooperazione involontaria di Ottonello. Dopo una furiosa mischia sotto la rete laziale, al 26’, l’Alessandria pareggiava su punizione calciata da Gallea e trasformata da Stradella, mentre Giubilo era uscito a vuoto. Più nulla da segnalare sino al 10’ della ripresa quando si svolgeva la più bella azione di tutta la partita: autori Gallea, Soffrido, Coscia e Stradella, il quale però sparava fuori. L’Alessandria insisteva accanitamente e realizzava al 18’ con Coscia. Pareva che ormai i grigi avessero in mano la tanto sospirata vittoria, non tanto per il gol di vantaggio quanto per la superiorità di gioco che in quel momento palesavano; sarebbe bastato che Soffrido al 20’ avesse spinto in rete un ottimo pallone invece di sprecarlo con una fucilata passata alta sulla traversa, o che l’arbitro avesse concesso il rigore al 21’ per sgambettamento in area di Frugali. Invece, al 24’, un banale fallo faceva attribuire una punizione contro l’Alessandria: batteva ancora Alzani e De Andreis, lasciato completamente libero, poteva di testa battere imparabilmente il pur ottimo Giorcelli. (Carlo Gallia, «La Gazzetta dello Sport», 14 giugno 1948) FINITO IL CAMPIONATO PER I "GRIGI" Acquisti e cessioni - Giocatori che ritornano, altri se ne vanno Armano alla Juventus per 16 milioni? - A rezzi vorrebbe ritornare - Rosetta e Di Gennaro se ne vanno Il sipario è calato senza che il pubblico abbia chiamato alla ribalta gli attori, gli orchestrali ed il maestro. Triste rinuncia ad un salvataggio probabile fino alle ultime battute, gioco volonteroso ma povero di tecnica, ed il solito sistema applicato con ingenuità adamantina. Il pubblico, scarso, apatico e irriverente verso alcuni nostri giocatori, ha incominciato ad abbandonare lo Stadio prima del termine della partita. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 19 giugno 1948) RISULTATI: Atalanta-Fiorentina 1-0 Bologna-Bari 0-0 Genoa-Torino 1-2 Juventus-Salernitana 2-0 Livorno-Sampdoria 1-1 Milan-Napoli 3-0 Roma-Triestina 1-3 Pro Patria-Modena 0-1 Vicenza-Lucchese 1-3 Riposa: Internazionale CLASSIFICA: Torino* 61; Juventus 48; Milan, Triestina 47; Atalanta 42; Modena 41; Bologna 39; Fiorentina 37; Pro Patria, Lazio* 36; Internazionale 35; Bari, Lucchese 34; Genoa, Livorno 33; Roma, Sampdoria 32; Napoli, Salernitana 30; Alessandria* 29; Vicenza 24. *: una gara in più. MARCATORI 27 gol: Boniperti (Juventus) 25 gol: Mazzola (Torino) 22 gol: Gabetto (Torino) 20 gol: Bassetto (Sampdoria) 18 gol: Amadei (Roma) 17 gol: Conti U. (Lucchese), Pernigo (Modena) Il punto sul campionato In coda alla classifica vi era grande bagarre per evitare di retrocedere in Serie B, sorte che era toccata al Vicenza. In terz'ultima posizione, a pari punti, il Napoli sconfitto dal Milan andato in gol con la doppietta di Puricelli e Carapellese e la Salernitana battuta dalla Juventus.