Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1939/1940
Serie B
10-12-1939 - Giornata: 11 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Livorno US 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 71. Pietruzzi M.[A] 16. Viani (II) V. [Li]

Alessandria US Roggero Secondo, Bigando Giovanni, Petermann Franco, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Cresta (I) Luigi, Carassa Giuseppe, Fibbi Arrigo, Pietruzzi Mario, Foglia Mario, Rosso Angelo Triestino All.: Faroppa Vittorio

Formazione avversaria
LIVORNO US: Agostini; Tabor, Del Buono; Capaccioli, Baldoni (II) Rutilio, Tori; Costanzo, Stua, Viani (II) Vinicio, Zidarich, Cattaneo Angelo. All.: Piselli Pietro

Arbitro: Dattilo Generoso (Roma) [Bollo, Paniati]
Note
Angoli: 6-1. Spettatori: 4.500 Tempo freddo, terreno viscido e fangoso Inizio gara ore 14:30

Commento
La squadra grigia non ha potuto schierare in campo il centravanti Rossi, infortunatosi a Sanremo, ed il suo posto è stato affidato a Pietruzzi, ritornato in squadra dopo due mesi di assenza in seguito a contusione. Partita giocata col massimo impegno dai ventidue atleti, azioni interessantissime e incertezza sino alla fine della partita. Nel primo tempo l’Alessandria ha bersagliato con tiri piazzati di Fibbi, Foglia e Pietruzzi la rete livornese, ma l’ottimo Agostini è riuscito in modo superbo ed anche fortunoso a sventare i tiri degli avanti grigi. La compatta squadra livornese, però, in una azione di contrattacco al 16’ è riuscita a violare la rete alessandrina con un tiro di Viani II. Azione apparsa viziata da fuorigioco, ma che l’arbitro Dattilo ha convalidato. Indi lotta aperta, azioni travolgenti incisive dei due attacchi e predominio della mediana livornese nei confronti di quella alessandrina, che ha avuto Parodi inspiegabilmente fermo ed impreciso. L’azione offensiva degli alessandrini è valsa a riportare le squadre alla pari al 20’ del secondo tempo, su incursione di Rosso e tiro radente di Pietruzzi, ottimamente incuneatosi tra Tabor e Del Buono. Tre tiri dei livornesi hanno poi trovato Roggero vigilissimo ed Agostini ha visto la sua rete minacciata seriamente in particolar modo negli ultimi minuti della partita. Si sono distinti in campo livornese Agostini, Del Buono, Baldoni, Zidarich, Viani e Cattaneo. L’Alessandria complessivamente ha disputato un’ottima partita: inferiori al normale rendimento Parodi e Rosso. (Andrea Canestri, «La Gazzetta dello Sport», 11 dicembre 1939) In una partita vivacemente combattuta, sul campo dei grigi piemontesi, ben lanciati in questa stagione e decisi quindi in modo serio a conseguire un nuovo successo, l’undici amaranto ha realizzato un ottimo pareggio che conferma e sottolinea i miglioramenti avvenuti nella compagine. Da aggiungere anzi subito che il Livorno è rimasto in vantaggio per oltre due terzi dell’incontro, grazie al punto segnato al 17’ del primo tempo da Viani II ed è stato raggiunto soltanto per effetto di un’azione in cui la sfortuna ha avuto la sua parte. Gli alessandrini tenevano moltissimo alla vittoria, sia perché avrebbero consolidato la propria posizione di avanguardia in classifica sia perché, maggiormente felici nelle gare esterne, erano debitori al loro pubblico di un risultato più convincente di quelli sinora dati sul terreno del Littorio; ma soprattutto perché difronte stava una compagine di grido, tra le aspiranti più quotate alla promozione, e pertanto un’affermazione a sue spese avrebbe avuto maggior significato e valore. Da ciò si potrà immaginare quanto sia stato l’ardore degli avversari contro i quali l’Unione ha dovuto impegnarsi, e come sia riuscita difficoltosa questa trasferta piemontese. Ma alla loro volta, anche i livornesi chiedevano molto a questa tappa: chiedevano la possibilità di continuare a nutrire valide aspirazioni al fine che si sono preposto in partenza di campionato, e per il quale alita la passione di tutta la folla dei loro ammiratori. Se gli unionisti sono rimasti a lungo con la vittoria in pugno, occorre tuttavia dichiarare francamente che il pareggio costituisce il giusto esito dell’incontro. Perché se gli amaranto hanno palesato una classe migliore, non si può dimenticare il numero prevalente delle offensive sviluppate dall’Alessandria. Ma l’Agostini di ieri era quello delle grandi occasioni, ed ha sfoggiato tutto il repertorio proprio dei più celebrati portieri, salvandosi anche in talune occasioni in maniera davvero miracolosa; una grande giornata del viareggino, insomma, pur dovendosi obiettivamente segnalare come qualche volta egli abbia pure avuto fortuna; è del resto risaputo che ancora di questa i guardiani della rete hanno bisogno. In una situazione, però, già si è accennato, è intervenuto il fattore contrario: nel momento in cui i grigi hanno potuto pareggiare, quando Agostini, già guizzato con perfetta tempestività ad artigliare l’ennesimo pallone, è invece malauguratamente scivolato sul terreno infido. Prodezze di Agostini, dunque, per un conto; ma a continuare la analisi degli uomini in lotta, si deve pur ricordare che gli attaccanti locali, per quanto attivi ed intraprendenti, hanno denunciato notevoli manchevolezze proprio nella dote che più si richiede ai giocatori di prima fila: il tiro. Essi – quasi tutti giovanissimi – sapevano svolgere con insistenza piacevoli azioni d’assalto, al cui termine, però, non si vedeva emergere l’irresistibile realizzatore che trova il modo di battere anche il più prestigioso portiere. Tale la deficienza maggiore della squadra, ché per il resto mette in mostra due terzini decisi e forti colpitori, un estremo difensore forte come Roggero, cui non è certo mancata ieri l’opportunità di sfoggiare numeri brillanti, e una mediana col centro Parodi, buon distributore, ai cui lati rendono un tenace Caligaris ed un rude, forse troppo rude, Cresta. Ma appunto la robustezza del gioco è apparsa comune a tutti gli atleti della retroguardia piemontese, che inoltre trovavano le condizioni propizie per applicarle, causa lo stato del campo. Il terreno di giuoco era infatti pesante, con vaste zone di fango consistente ove non era possibile manovrare con agilità e con precisione. E di ciò ha risentito maggior danno la squadra rivelatasi più tecnica: quella amaranto. Avere attaccato con minore frequenza non significa invero che il quintetto unionista sia risultato inferiore a quello avversario; giova anzi mettere in chiaro come si siano spesso osservate combinazioni veramente pregevoli, per quanto il fondo lo consentisse. Piace in particolare rievocare un buon quarto d’ora del primo tempo, dopo il punto segnato, e un paio di assai lunghi periodi nella ripresa, specie verso la fine. Si vedeva allora la squadra la squadra muoversi con autorità e ordine, legando gli uomini in un complesso organico. Dove la compagine risulta, tuttavia, sempre efficace è nello schieramento arretrato; non occorre ripetersi per Agostini, ma si vuole dare risalto agli altri, per esempio a Del Buono, sempre più a posto, ed a Baldoni, i cui progressi seguitano, mentre Tori ha fornito una gara notevole per generosità ed impegno. Il migliore di tutti si è peraltro dimostrato Capaccioli, forse il numero uno in campo, sia per tecnica che per continuità d’azione; gli rimane appena da curare di più l’intesa con Tabor, il quale da parte sua richiede ulteriore lavoro. Tra gli avanti, si è rilevato ieri con soddisfazione l’estro di Stua, ripresentatosi vicino alla linea per cui si distinse nella stagione passata; ed anche Viani ha sfoggiato ottimi spunti. Zidarich si è assai prodigato, ma gli difetta tuttora la convinzione nelle fasi risolutive. Mentre Cattaneo ha svolto un buon lavoro, ma non ancora col brio del principio di stagione, Costanzo, pur sempre tecnico, non poteva trovare di suo gusto il clima della lotta. Il pomeriggio rigido, tutto grigio e con una sottile nebbia che si farà più densa nella ripresa, non ha impedito al pubblico di convenire numeroso allo stadio dei grigi. Notato un forte gruppo di soldati livornesi e viareggini dal quale, a un certo punto, si sono levate le note dell’inno amaranto. Al comando del signor Dattilo, il cui arbitraggio è riuscito impeccabile, le squadre si sono così schierate […]. Dopo il calcio d’inizio, toccato ai toscani, gli antagonisti si producono in alcune schermaglie, senza spingere ancora a fondo; il primo tentativo più deciso si nota solo al 5’, quando Foglia impegna con un raso terra l’agilissimo Agostini, il quale poco dopo neutralizza, uscendo con decisione, un’incalzante discesa di Carassa. Di contro, qualche tiro da parte di Viani e Costanzo; ma, insomma, il giuoco tarda ad aprirsi. Primo angolo al 10’, contro Agostini, il quale è in tal modo riuscito a salvarsi fortunosamente; nessuna conseguenza, peraltro. Quattro minuti dopo, una discesa Viani-Cattaneo-Costanzo; il traversone di quest’ultimo viene intercettato a tempo da Roggero e respinto, ma i livornesi tornano subito avanti e Stua impegna, non irresistibilmente, il guardiano avversario. Ancora una discesa unionista, stavolta coronata da pieno successo: Capaccioli allunga in profondità a Stua, il quale passa a Viani che si insinua fra i terzini e segna brillantemente al 17’. E il Livorno conserva ancora per un buon tratto l’iniziativa, sfoggiando anzi, come già accennato, il suo giuoco migliore; i piemontesi avventano solo qualche raffica, tuttavia pericolosa, come al 21’, quando Agostini salva miracolosamente in angolo, alzando il piede dalla posizione di tuffo in cui si era gettato, e come al 23’, quando si ha un altro calcio dalla bandierina. Alla mezz’ora, poi, si assiste ad un ulteriore ultimo intervento del guardiano viareggino. Le situazioni vanno quindi alternandosi: al 33’ Agostini toglie dai piedi la palla a Foglia, avanzante tutto solo; e un minuto dopo, la difesa alessandrina spezza di forza un’azione amaranto da rete. Gli ultimi dieci minuti prima dell’intervallo rivedono prevalentemente i labronici, che si basano sull’efficace lavoro costruttivo di Stua, mentre le più rade incursioni piemontesi riescono non organizzate. Ancora un angolo infruttuoso contro l’Unione al 45’. I grigi avanzano in apertura di ripresa e al 2’ una punizione eseguita da Parodi costringe Agostini in angolo, di nuovo senza effetti. Al 6’ il Livorno vede sfumare un sicuro punto: Cattaneo si lancia sul pallone, allungato da Bigando a Roggero, il quale ha un attimo di arresto; ma il debole tocco dell’ala sinistra fa uscire a un palmo dal bersaglio. Dopo un incidente a Capaccioli, colpito da Cresta, i settentrionali riprendono ad attaccare, subendo però, senza danno, un angolo al 10’. Anche Viani resta colpito, al 19’: mentre era sul punto di segnare, viene trattenuto con una autentica presa di cintura. Sulla velocissima reazione, i locali pareggiano con Pietruzzi al 20’, mentre Agostini scivola nella parata. Adesso i grigi, galvanizzati dal successo e lanciati dagli alti clamori della folla, si lanciano con foga sulle retrovie toscane, over però si regge bene all’urto. Ma, verso il 25’, gli amaranto tornano a distendersi e un tiro di Zidarich esce di poco alto. Subito dopo, una intesa fra Cattaneo e Viani sfiora la realizzazione. Al 27’, poi, Roggero para portentosamente un bolide di Cattaneo. Si ha ora il modo di ammirare alcune ottime combinazioni della prima fila unionista ed al 29’ un forte raso terra di Zidarich è fermato da un virtuosismo di Roggero. Dopo la mezz’ora, Viani cade proprio mentre sta per tirare. Il giuoco va poi alternandosi vivacissimo, ma è il Livorno a portare le minacce più serie: 33’, tiro di Stua, parato; 34’, salto cavalleresco di Cattaneo, irrompente sul portiere rivale; 36’, pallone basso dell’ala sinistra, arrestato da Roggero. Però, al 38’, è la volta dei piemontesi ad incalzare; ed ancora al 43’ una fase pericolosissima si svolge sotto la rete toscana. Era tuttavia scritto che non vi fossero vincitori. (Guglielmo Zanda, «Corriere del Tirreno», 11 dicembre 1939) L’atteso confronto fra alessandrini e livornesi si è chiuso con un pareggio che rispecchia esattamente il valore delle squadre in campo. Ad una Alessandria aggressiva, migliorata dalle ultime partite, si è opposto un Livorno organico e fortissimo nel sestetto difensivo. Sono i grigi che portano le prime minacce alla rete di Agostini, il quale ha modo di esibirsi in tuffi prodigiosi su tiri di Pietruzzi e Fibbi. Al 16’, su contrattacco livornese, la palla perviene al centro Viani II, piazzato fra i terzini grigi; benché ostacolato, il livornese scocca un tiro secco radente che batte Roggero. La reazione alessandrina non si fa attendere: al 21’ Pietruzzi raccoglie di testa una centrata di Carassa, ma Agostini è pronto a deviare in angolo, un minuto dopo lo stesso Agostini salva con un bellissimo tuffo la rete livornese da un saettante tiro di Fibbi e così fino alla fine del primo tempo è il portiere alessandrino che, coadiuvato anche da un pizzico di fortuna, sventa ogni attacco alessandrino. Nella ripresa la partita non cala affatto di tono e le azioni si susseguono velocissime; dopo un bel salvataggio di Roggero su tiro di Costanzo, al 20’ abbiamo il pareggio dei grigi; il mediano Cresta I lancia Rosso; l’ala alessandrina, dalla linea di fondo, centra; Agostini esce e rinvia corto; riprende Pietruzzi che segna. Gli amaranto si gettano all’attacco per riconquistare il vantaggio ed è la volta del portiere grigio di neutralizzare con belle parate ti di Costanzo, Stua, Viani II. Il fischio finale di Dattilo vede nuovamente l’Alessandria all’attacco. («Gazzetta del Popolo», 11 dicembre 1939) ALESSANDRIA-LIVORNO 1-1 L’incontro è stato movimentatissimo e condotto a tutta andatura, specialmente da parte dei grigi che hanno, all’inizio, impegnato ripetutamente il portiere Agostini il quale ha liberato la propria rete tre volte consecutive in modo fortunoso. Al 16’, in seguito ad un capovolgimento della situazione, i livornesi sono riusciti a segnare il loro punto in netto fuori giuoco, con il giocatore Viani. I grigi hanno continuato a pressare l’estrema difesa livornese ed hanno ottenuto il pareggio al 20’ della ripresa, con un tiro radente di Pietruzzi. In complesso, giuoco vivacissimo da ambo le parti. («La Stampa», 11 dicembre 1939) La squadra livornese presentatasi sul campo alessandrino decisa a confermare la clamorosa vittoria ottenuta otto giorni fa contro il Padova ha iniziato a grande andatura; poi a grado a grado ha dovuto ripiegare di fronte alle ordinate offensive degli alessandrini che si sono succedute ad ondate progressive e travolgenti, tanto che il portiere Agostini ha liberato la propria rete tra le altre, tre volte in un modo veramente fortunoso, rendendosi vani gli attacchi dei grigi. In seguito verso il 16’ i livornesi in un improvviso rovesciamento delle situazioni sono riusciti a sorprendere i difensori alessandrini che erano piazzati a metà campo per nutrire gli attacchi dei propri avanti e con un’azione in profondità, apparsa in fuori gioco, a segnare il punto. Favoriti dal successo, gli amaranto hanno giocato prevalentemente in difesa con la certezza di poter raggiungere il termine della partita in vantaggio, ma la squadra alessandrina spronata caldamente dal pubblico ed effettivamente meritevole almeno del pareggio, è riuscita dopo rabbiosi tentativi a ristabilire il pareggio al 20’ della ripresa su azione impostata dall’ala sinistra Rosso che concludeva con un tiro radente di Pietruzzi. Tra gli amaranto oltre alla meravigliosa partita disputata dal portiere Agostini che ha effettuato parate veramente fantastiche, si sono distinti i due terzini. Salda e mobile la linea mediana. Velocissime le ali e pericoloso il trio centrale d’attacco in modo particolare le azioni veloci e incisive di Zidarich. («Il Littoriale», 12 dicembre 1939) L’Alessandria ha giocato contro il Livorno la miglior partita di questa stagione al Campo del Littorio. Com’è tradizione, essa si è trovata di fronte alla compagine livornese in piena forma; infatti, i labronici sono apparsi ottimamente inquadrati, fisicamente superiori agli alessandrini, forti e pericolosi in ogni azione e su ogni settore dell’attacco, granitici nel sestetto di retroguardia. Forse l’elevato gioco dei toscani ha preso quota allorché Agostini sventò fortunosamente tre azioni da rete ottimamente impostate dai grigi e Viani II segnò al 16’ del primo tempo una rete, viziata da fuori gioco. Trovatasi in vantaggio e protetta notevolmente dalla fortuna, la squadra ospite ebbe buon gioco e miglior risalto della nostra squadra costretta a giocare con orgasmo per rimontare lo svantaggio e lottare contro l’avversa sorte. Occorre notare che all’attacco grigio è venuto a mancare il collegamento tra le mezze ali e Parodi, il quale a Sanremo ed a Torino aveva giocato come nei giorni della sua forma migliore. Il quintetto dell’Alessandria, forse leggero nei confronti della salda difesa amaranto, ha giocato con scioltezza e penetrazione. Fibbi ha giocato meglio che nelle partite precedenti, ma si ostina ancora in titubanze inspiegabili quando si trova nell’area di rigore. Ottima la partita di Carassa; prodigo Foglia che si è esaurito sul terreno pesante; intelligente Pietruzzi ed in ombra Rosso il quale troppe volte anziché stringere al centro e puntare in rete, converge verso la linea di fondo. Caligaris è stato il migliore della mediana; Cresta ha avuto una ripresa magnifica. Animoso ma non ancora a posto Petermann; una colonna il prodigo Bigando ed a difesa della rete Roggero si è comportato da portiere di classe effettuando parate che hanno strappato calorosi applausi al pubblico. L’arbitro Dattilo, di Roma, noto per la sua avversione ai calci di rigore, ha errato nel fischiare il fallo commesso ai danni di Carassa nell’area di rigore, per poi far calciare la punizione oltre il limite; sarebbe stato meglio non rilevare il fallo che ricorrere al palliativo di portare la palla fuori dell’area di rigore. Questo, per un arbitro internazionale, sembra una nota fuori tono. («Il Littoriale», 16 dicembre 1939) RISULTATI: Atalanta-Vigevano 6-0 Catania-Pisa 1-1 Fanfulla-Anconitana 1-3 Lucchese-Sanremese 2-0 Padova-Molinella 5-0 Pro Vercelli-Palermo 4-3 Siena-Verona 5-1 Udinese-Brescia 0-1 CLASSIFICA: Brescia 16; Atalanta 15; Alessandria, Anconitana, Lucchese 14; Udinese 13; Fanfulla, Livorno, Siena, Verona 12; Palermo, Pro Vercelli 11; Padova 9; Pisa, Sanremese, Vigevano 8; Catania 6; Molinella 3 IL PUNTO SUL CAMPIONATO I due migliori allori della giornata sono andati a coglierli fuori campo il Brescia a Udine, conservando il comando assoluto, e l’Anconitana a Lodi, guadagnando il terzo seggio della classifica che testimonia la sua costante e sicura ascesa. Sia a Lodi che a Udine si sono svolti incontri regolari, dove si sono imposte le squadre meglio centrate e più meritevoli. Se la caduta del Fanfulla non stupisce dopo i tre “fallimenti” consecutivi della squadra, la caduta dell’ancora inviolato stadio Moretti ha un poco sorpreso. Successi parziali hanno pure colto fuori campo il Livorno sul difficile terreno alessandrino e il Pisa sul risorto campo catanese. L’Atalanta ha potuto continuare indisturbata la marcia sbaragliando il Vigevano con 6 goal – di cui quattro segnati da Gaddoni – e la Lucchese si è rifatta dell’ultima battuta d’arresto con una chiara affermazione sui sanremesi. Gli altri due grossi punteggi della giornata sono merito del Siena e del Padova, questo finalmente risorto con il ritorno del suo grande Cappello, autore di due reti. Contestatissima la vittoria della Pro Vercelli sul Palermo. Si è eguagliato domenica il massimo delle segnature: 35 reti! («La Gazzetta dello Sport», 11 dicembre 1939)