Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1939/1940
Serie B
31-12-1939 - Giornata: 13 - Alessandria - Littorio


Alessandria US - Siena AC 2 - 0 (2 - 0)
RETI: 6. Fibbi A.[A], 18. Rosso A.[A]

Alessandria US Roggero Secondo, Bigando Giovanni, Petermann Franco, Ghidini Ferruccio, Parodi Pasquale, Cresta (I) Luigi, Carassa Giuseppe, Fibbi Arrigo, Pietruzzi Mario, Foglia Mario, Rosso Angelo Triestino All.: Faroppa Vittorio

Formazione avversaria
SIENA AC: Pierluigi; Angeletti, Passalacqua; Biasotto, Pellegatta, Martelli; Renoldi, Dapas, Romano Nerino, Solbiati, Gambini. All: Macchi Alberto

Arbitro: Carminati Mario (Milano) [Miglio, Delleani]
Note
Angoli: 3-2 (3-0) oppure 3-3. Spettatori: 3.000 Giornata soleggiata ma rigida, terreno gelato Inizio gara ore 14:30

Commento
La squadra grigia non è scesa in campo nella formazione annunciata ed ha presentato l’attacco guidato da Pietruzzi e Cresta I nel ruolo di mediano sinistro. Partita a forte andatura, la squadra di Parodi, finché la mediana ha potuto svolgere il gioco di spola con l’attacco, ha dominato in campo sottoponendo l’estrema difesa bianconera ad un strenuo lavoro difensivo. Il centrosostegno Pellegatta, che è stato il migliore della compagine senese, ha giocato quasi tutto il primo tempo all’altezza dei terzini. L’Alessandria è stata favorita nella marcatura delle due reti da intempestive uscite di Pierluigi, al quale sono in parte imputabili le reti realizzate da Fibbi e Rosso. Dopo la mezz’ora di gioco i grigi hanno incominciato a rallentare il ritmo delle azioni. Solo Fibbi ha tenuto il campo con bravura cercando di trascinare i compagni all’attacco; distinto Carassa, estremamente impreciso nei tiri Rosso, pressoché nulli Foglia e Pietruzzi. La squadra toscana, minata nel morale per gli infortuni di Pierluigi, non ha saputo reagire e le sue azioni, alcune pericolose, prevalentemente individuali, hanno trovato in Roggero un portiere imbattibile. Passalacqua, Romano e Galbiati sono stati i più redditizi, unitamente al centrosostegno Pellegatta. Per la cronaca, dopo due tiri iniziali degli alessandrini bloccati da Pierluigi, l’area bianconera è presa d’assalto: uno spiovente tradisce l’intervento di Pierluigi, la palla è contesa da vari giocatori e Fibbi, in posizione arretrata, ha la possibilità di calciare al volo da oltre venti metri; il portiere a causa di una parata difettosa lascia sgusciare la palla in rete. Spronati dal successo i grigi insistono ed al 18’, su centro di Carassa, Rosso riesce a precedere l’uscita di Pierluigi collocando in rete. Brioso contrattacco senese che trova Roggero vigilissimo ad arrestare la palla sotto la traversa. Ancora due parate di fortuna di Pierluigi e termine del primo tempo. Nella ripresa il gioco langue: l’Alessandria, perduto il collegamento tra la mediana e l’attacco, è costretta a giocare nella propria metà campo. Roggero blocca di bravura tiri di Solbiati e Romano e tra i grigi Pietruzzi fallisce un tiro da pochi metri e l’ala sinistra Rosso tre volte di fronte alla porta avversaria, con tiri che potevano essere decisivi, manda alle nuvole puerilmente. Giornata fredda nonostante il sole, terreno duro e gelato che ha reso difficile il controllo della palla; nessun incidente degno di nota. Partita cavalleresca. (Andrea Canestri, «La Gazzetta dello Sport», 1º gennaio 1940) Non il terreno reso duro ed infido dal gelo, non cinque gradi sotto zero sono sufficienti a giustificare la povertà tecnica e stilistica, il confusionismo e l’arruffio che hanno fatto dell’incontro fra l’Alessandria ed il Siena una delle più misere e brutte partite che la nostra memoria ricordi. Può essere giusto che abbia vinto la squadra piemontese in quanto è quella che, nel complesso dei novanta minuti, ha attaccato di più e meno peggio, ed anche perché il Siena ed i suoi uomini, a turno, chi più chi meno, hanno capitalizzato la più rilevante somma di errori, ma, in fin dei conti, se l’incontro si fosse chiuso sul niente di fatto avrebbe avuto, per lo meno, il merito di una conclusione logica, degna dello svolgimento. Anche gli spettatori disseminati nei vari posti dello stadio del Littorio (nonostante che un tiepido sole velato avesse reso la giornata meno polare ed infame di quanto si potesse temere) in numero quanto mai esiguo, si sono limitati, alla fine della partita, a battere le estremità inferiori sulle gradinate di cemento per riattivare la circolazione intorpidita, ma hanno rinunziato a quegli applausi che, come si sa, salutano sempre la vittoria dei padroni di casa, e ciò perché lo spettacolo era stato tanto brutto da non compensare il sacrificio di quasi due ore di immobilità, all’aperto, in una temperatura così immite. Non avevamo più veduto il Siena dallo scorso campionato e dobbiamo riconoscere che a quel perfetto, ma delicato ingranaggio quale era la compagine bianconera di allora, è bastato cambiare un paio o tre di rotelline, perché tutto l’organismo ne risenta in modo tale da rendere irriconoscibile la squadra di oggi da quella della precedente stagione. Sorvoliamo pure sulla incapacità di controllare il pallone che ieri poteva essere derivato unicamente dalle condizioni del terreno, ma non si può ammettere che anche la mancanza del senso di posizione, l’imprecisione e l’inopportunità del passaggio, l’assenza di ogni tema e schieramento tattico, la confusione e l’improvvisazione di tutti e di ciascuno, debbano essere ritenute, pure queste, come conseguenze dello stato del campo. Auguriamoci, piuttosto, che si tratti di una giornata nera, anzi nerissima, di una di quelle giornate infelici che, nel giro del faticoso torneo, possono capitare a tutti e sulle quali non è opportuno insistere e tanto meno costruire un giudizio dell’effettivo valore e delle possibilità di una squadra. Forse, le due reti subite nella prima fase della partita per altrettante papere madornali dell’estremo difensore toscano, può darsi che abbiano influito in modo deleterio sul morale degli altri dieci atleti bianconeri, i quali però avrebbero dovuto ricordare che, rimanendo ancora 72 minuti di giuoco, uno scarto di due punti non rappresenta mai un distacco incolmabile. Del resto, non abbiamo avuto l’impressione di un collasso dell’undici toscano, anche perché, mentre nel primo tempo il Siena ha dovuto, quasi sempre, rinchiudersi in una disperata ed affannosa difesa, nella seconda parte, invece, ha attaccato in prevalenza e rabbiosamente, seppure non efficacemente. Erano infatti attacchi sterili che rivelavano la loro impotenza nel modo stesso con cui venivano costruiti. Quel continuo alzare il pallone in area avversaria contro competitori più prestanti ed abili nel giuoco di testa, quello insistere sui compagni strettamente marcati, quella incapacità a trovare il varco utile da cui far passare la palla erano tutti sintomi rivelatori e premonitori dell’inevitabile naufragio di ogni azione offensiva. A tutto ciò aggiungasi l’imprecisione dei tiri a rete, tre soli dei quali sono stati indirizzati nel rettangolo utile. In tutto l’incontro, e sarà facile capire come e perché il Siena non sia riuscito a violare la rete dei rivali, i quali, anche a detta di tutti i presenti, erano ben lontani dal loro rendimento abituale. Dopo quanto abbiamo esposto, sarà facile capire come non sia possibile fare una cronaca dettagliata di questa arruffatissima e sconclusionata partita. Basterà limitarci ad un sintetico riepilogo dei novanta minuti, attraverso gli unici episodi risolutivi dell’incontro. Si parte a tutta andatura ad opera dei grigi, che si rovesciano a ondate minacciose nell’area bianconera. Non sono passati sei minuti e già il primo pallone è finito alle spalle di Pierluigi, in un modo tale da lasciare tutti di stucco: giuocatori e spettatori. In un ennesimo attacco alessandrino, il pallone, battuto e ribattuto fra attaccanti e difensori, finisce al limite dell’area sui piedi di Fibbi, il quale si decide a indirizzare verso la casa toscana un tiro senza pretese. La palla batte in terra davanti al portiere, liberissimo, gli sguscia fra le mani e finisce in rete. Passano pochi minuti e l’estremo difensore toscano si decide ad una uscita, oltre l’area, così intempestiva che soltanto l’imprecisione della rovesciata dell’attaccante piemontese non permette alla sfera di adagiarsi per la seconda volta nella rete ospitale. Non è bastata, però, nemmeno questa paura del pericolo corso, perché ecco che al 18’, su centro dell’ala Carassa, Pierluigi si esibisce in una seconda passeggiata fuori dai pali, ma in modo che Rosso può, questa volta, facilmente prevenirlo e segnare nuovamente per gli alessandrini. Il colpo è accusato dai bianconeri che, da questo momento fino alla fine del tempo, non riusciranno quasi più a varcare la linea di metà campo e dovranno ripiegare in angolo al 28’, al 29’ e al 31’ e difendersi alla disperata dalla travolgente ma imprecisa pressione grigia. In questo periodo, una bella parata volante di Pierluigi salva la rete da un quasi sicuro goal. Nella ripresa, il Siena sembra deciso a giuocare il tutto per tutto pur di rimontare il distacco, ma si tratta, purtroppo, soltanto di intenzioni e di buona volontà, che se riescono a spingere l’intraprendenza dei padroni di casa, non arrivano però che a pareggiare il numero degli angoli, costringendo i difensori grigi a salvarsi oltre la linea di fondo al 1’, al 15’, al 27’ e nulla più. Alla mezz’ora, gli alessandrini sembrano risvegliarsi, ma anche gli atleti piemontesi non riescono ad azzeccarne più una giusta, tanto da essere rumoreggiati dal pur fedelissimo pubblico. Fra queste alterne scorribande si arriva così alla fine, sul risultato acquisito al 18’ del primo tempo; una fine attesa con ansioso desiderio dagli assiderati e scontenti spettatori. (Mario Guarducci, «Corriere del Tirreno», 1º gennaio 1940) Sul campo del Littorio, gelato per il freddo pungente di questi giorni, i grigi hanno battuto per 2-0 la compagine bianconera del Siena che, letteralmente dominata nel primo tempo, è passata all’offensiva nella ripresa, tentando inutilmente, per deficienze del suo quintetto attaccante, di capovolgere il risultato. I punti sono stati segnati al 6’ da Fibbi e al 18’ da Rosso, pure del primo tempo. («La Stampa», 1º gennaio 1940) Terreno gelato per il freddo intenso di questi giorni; a tratti è apparso il sole a mitigare la rigida temperatura: gioco spigliato e realizzatore nel primo tempo, sconclusionato nella ripresa. La disputa si è risolta in una vittoria grigia con un punteggio che dovrebbe apparire chiaro e convincente, ma che avrebbe dovuto concretarsi in alta forma per dare la valutazione delle forze locali non ancora sistemate a dovere. All’inizio infatti i compagni di Parodi hanno attaccato con ordine e decisione ed hanno portato subito attacchi veloci sotto la rete di Pierluigi, che ha abusato nelle uscite alcune delle quali fuori tempo e che sono costate la sconfitta indipendentemente dall’ardore combattivo profuso dai grigi all’apertura delle ostilità. Così, dopo un infruttuoso tentativo di Foglia e di Rosso, al sesto minuto Fibbi tirava fortemente in rete da una ventina di metri; la palla schizzava sul terreno gelato e filava dritta in rete tra la delusione della difesa bianconera. Pochi minuti dopo in una furiosa mischia sotto Pierluigi, questi usciva a vuoto, la palla perveniva ancora a Carassa che a volo la mandava di poco oltre l’asta trasversale. Al 18’ altra azione risolutiva sotto la porta degli ospiti, nuova uscita del portiere senza risultato e tocco finale di Rosso il quale conquistava così il secondo punto. L’attacco grigio funziona ancora egregiamente e sovente la difesa senese deve retrocedere affannosa per salvarsi da altre raffiche offensive di Fibbi, Pietruzzi e Rosso. A tratti la situazione si capovolge e Dapas ci fa assistere ad alcuni bei tiri, che però mancano di precisione. Il primo tempo termina con due nuove vigorose offensive grigie, che per poco non aumentano il bottino. Nella ripresa sono invece gli ospiti che assumono il comando delle azioni e le mantengono a lungo. («Il Littoriale», 2 gennaio 1940) ALESSANDRIA-SIENA 2-0 Domenica nella ripresa i grigi incominciarono a subire il gioco del Siena. La mediana era accartocciata alla difesa, Cresta all’altezza di Petermann aveva perduto di vista Rosso in giornata nera e Foglia svolazzava inconsciamente come le foglie nell’autunno triste. Visione poco lieta di un anno in agonia. Ci accorgemmo più tardi che i grigi, vedendole maglie bianconere del Siena, ebbero l’impressione di trovarsi di fronte al Tigullia; per giunta, il centrosostegno Pellegatta portava il fazzoletto alla fronte proprio come, Bertolini, e quindi l’Alessandria fu presa dall’incubo come alla vigilia di Natale. Chi fu il migliore dei grigi? Si potrebbe dire Fibbi o, meglio ancora, Roggero ed anche Ghidini o Bigando. ma la voce della coscienza ci sussurra che il migliore dei grigi è stato Pierluigi. Il Siena ha pagato lo scotto della partita giocata il 1º gennaio del 1939 e vinta in seguito ad un tiro improvviso che il portiere Cassetti con benevolenza lasciò entrare a filo della traversa dopo averne osservata la traiettoria. Domenica è stato il portiere della squadra senese a far le veci di Cassetti ed i grigi collocarono due reti nel primo tempo con la compiacenza dell’incerto Pierluigi. La squadra locale ha girato nella prima mezz’ora, fin quando la mediana ha tenuto il collegamento con l’attacco ed in virtù del gioco di costruzione svolto da Fibbi. Per fortuna l’Alessandria ha potuto vivere sul vantaggio iniziale; altrimenti, come giuoco, il livello si è paurosamente abbassato ed il mancato appoggio della linea di sostegno ha messo a nudo l’inefficienza di Pietruzzi e di Foglia, entrambi irriconoscibili, e la fragilità di Carassa sempre zoppicante. Forse Faroppa, conscio delle precarie condizioni della squadra e della fragilità dell’attacco, aveva dato ordini di svolgere un gioco di prudente difesa. Certo la partita di domenica non ha portato un raggio di luce su quella che dovrà essere la formazione tipo della squadra; ci sono troppi giocatori a disposizione e tutti pressoché dello stesso livello. Occorre trovare l’inquadratura a seconda delle condizioni del terreno e della stagione invernale. Speriamo che il nuovo anno porti miglior orientamento nelle file dei grigi; altrimenti non si potrà mai far affidamento sul rendimento della squadra. («Il Piccolo», 7 gennaio 1940) RISULTATI: Anconitana-Vigevano 3-1 Livorno-Catania 7-0 Lucchese-Brescia 2-1 Padova-Fanfulla 3-0 Palermo-Molinella 1-0 Pisa-Atalanta 4-4 Pro Vercelli-Verona 5-1 Udinese-Sanremese 2-0 CLASSIFICA: Atalanta 18; Anconitana, Brescia, Lucchese, Udinese 17; Alessandria, Livorno 16; Fanfulla, Palermo, Pro Vercelli, Siena 13; Padova, Verona 12; Vigevano 10; Pisa, Sanremese 9; Catania 7; Molinella 5 Il punto sul campionato FRA I CADETTI 4 squadre inseguono la capolista Atalanta In una giornata caratterizzata da un'alta segnatura — 37 gol, un primato — l'Atalanta ha potuto finalmente realizzare una. sua viva aspirazione: quella di rimanere sola al cornando del girone. Finora nell'agitato mondo dei cadetti un'impresa simile era riuscita solo al Brescia, ma per poco che dopo due domeniche a fianco delle rondinelle s'era portata precisamente la squadra bergamasca. Ieri sconfitta la sua rivale sul pericoloso campo della Lucchese, la compagine di Borgioli ha potuto portarsi In vantaggio, sia pure per un solo punto, grazie ad un prezioso pareggio colto sul gelato terreno del neroazzurri pisani. Veramente dall'Atalanta ci si poteva attendere, di più ieri, ma si vede che 11 Fisa ha trovato, dinanzi allo squadrone bergamasco, risorse inaspettate. Lo dice il curioso punteggio della partita (4-4), partita che, del resto, è stata salvata dall'Atalanta solo In virtù, delle sue note doti di recupero. E, ancora una volta, Il cannoniere degli atalantini è stato l'ex-granata Gaddoni, autore di ben tre gol. Si sbaglierebbe però di grosso chi credesse che la posizione dell'Atalanta sia delle più sicure. Per effetto, infatti, dei successi della Lucchese sul Brescia,. dell'Anconitana sul Vigevano e dell'Udinese sulla sfortunata Sanremese, quattro squadre: Brescia, Lucchese, Udinese e Anconitana, inseguono la capolista ad un solo punto di distacco. E' poco, è troppo poco perché l'Atalanta debba andar fiera del suo primato. SI tratta, è ormai noto, di unità forti e Intraprendenti che possono da un momento all'altro dare lo sgambetto alla capofila. In altre parole si vuole dire che per la compagine di Borgioli s'inizia ora un periodo assai difficile; essa diventa la squadra da battere e dovrà guardarsi da tutti gli attacchi. L'incontro con la Lucchese di domenica prossima acquista appunto per questo uno specialissimo Interesse. A due punti dall'Atalanta seguono poi Livorno e Alessandria che ieri, superando nettamente Catania e Siena, hanno dimostrato di essere rientrate in possesso del loro migliore rendimento. Per il resto poco da segnalare. La Pro Vercelli si è prontamente ripresa regolando chiaramente il pur forte Verona e il Padova ha battuto senza attenuanti il Fanfulla, in piena serie contrarla/Questo vuol dire che il Padova è finalmente sulla strada della rinascita? Ci auguriamo di si (La Stampa - Mar, 01/01/1940)