Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1939/1940
Serie B
21-01-1940 - Giornata: 16 - Lucca - Porta Elisa


Lucchese Libertas US - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 78. Di Benedetti D. [Lu]

Alessandria US Roggero Secondo, Bigando Giovanni, Petermann Franco, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Cresta (I) Luigi, Rosso Angelo Triestino , Fibbi Arrigo, Cerutti Enrico, Pietruzzi Mario, Ghezzi Renato All.: Faroppa Vittorio

Formazione avversaria
LUCCHESE LIBERTAS US: Tavoletti; Asin, Pescini; Puccini, Piccini, Pennacchi; Coppa, Colli, Di Benedetti, Lippi, Capra. All.: Rosetta Virginio.

Arbitro: Moretti Giorgio (Genova)
Note
Espulso: 89’ Coppa [L]. Angoli: 7-3. Terreno pessimo.

Commento
Mediante il suo schieramento difensivo con soli tre uomini all’attacco e che molto spesso arretravano per dare mano forte alle retrovie, l’Alessandria è andata vicinissima ad uscire imbattuta dallo Stadio lucchese. Infatti, soltanto a 12’ dalla fine i rossoneri toscani sono riusciti a battere l’agile Roggero, frustrando tutti gli sforzi esclusivamente difensivi compiuti dagli alessandrini. È naturale che col sistema instaurato, e data la natura del terreno in parte gelato e in parte viscido, la partita si arroventasse spesso per le continue mischie, ma l’Alessandria è riuscita sempre ad uscirne incolume anche perché alcuni gravi falli erano sfuggiti all’arbitro, il quale aveva anche annullato una rete segnata da Capra al 32’ del primo tempo. L’Alessandria insisteva nel suo gioco anche nella ripresa ed era anzi in questo periodo che riusciva pure ad inscenare qualche puntata offensiva senza, peraltro, potere giungere fino a Tavoletti. Il sistema dei grigi sembrava ormai destinato a dare i suoi buoni frutti quando invece, al 33’, i toscani raggiungevano il successo; era Puccini che calciava una punizione da metà campo dei grigi; Di Benedetti, fuggito per un istante al continuo controllo cui era stato sottoposto, riusciva a battere Roggero con un pallone difficilissimo. Le ultime battute erano ancora a favore della Lucchese che, dopo avere respinto l’immediata reazione alessandrina, beneficiava ancora di un calcio d’angolo. L’Alessandria non ha forzatamente figurato allo stadio lucchese poiché il gioco da lei adottato è stato tecnicamente povero: si deve alla smagliante giornata di Parodi e di Bigando se essa è riuscita a resistere così a lungo agli attaccanti lucchesi. Nelle file rossonere hanno naturalmente bene figurato mediana e terzini, sempre liberissimi nei loro compiti, mentre l’attacco si è continuamente impigliato nella fitta rete dei difensori avversari. La Lucchese mancava ancora degli infortunati Olasi, Azimonti e Zandali. L’Alessandria mancava del mediano Ghidini. Al 30’ della ripresa Capra, contuso, usciva per una decina di minuti. Al 44’ della ripresa Coppa era espulso per avere reagito ad un’entrata violenta di Caligaris. (Dino Grilli, «La Gazzetta dello Sport», 23 gennaio 1940) Chi aveva assistito all’incontro con la Pro Vercelli, alla mezz’ora della ripresa (quando ancora le porte erano inviolate) pensava ormai di trovarsi di fronte alla seconda edizione di una partita in cui la costanza e la fortuna di una squadra che si difende avrebbe avuto ragione, ancora una volta, della continuata offensiva di un’altra che inutilmente si era accanita in un assedio sterilissimo. Molti se la rifacevano con l’arbitro, reo di aver annullata una rete validissima e di non aver concesso almeno un rigore per le malefatte commesse nella loro area dai grigi; altri imprecavano alla sfortuna e alla poca decisione degli avanti rossoneri, seppure un po’ di ragione avessero gli uni e gli altri, occorreva constatare di trovarsi di fronte ad una partita che appartengono alla categoria di quelle «segnate» e contro le quali difficilmente si reagisce. È venuta la rete al 33’ della ripresa e molti timori sono scivolati, insieme alle speranze degli alessandrini che, partiti con un presupposto tattico difensivo, credevano ormai di aver fatto trionfare il loro sistema. Del resto, il punto lucchese, segnato da Di Benedetti da una posizione impossibile, non toglie nulla ai meriti essenzialmente difensivi dell’Alessandria, la quale era riuscita sino dall’inizio a instaurare un sistema di controllo che impediva agli avanti rossoneri di entrare in are di rigore alessandrina. Così si assisteva ad una pressione costante della Lucchese – merito di una mediana che riforniva costantemente –, senza però veder culminare le azioni in qualche tiro pericoloso. Roggero lavorava, è vero, ma i suoi interventi erano quasi sempre per uscite su spioventi o su tiri dalla bandierina. Il sistema arbitrale del «lasciar correre» favoriva, inoltre, lo spingi e respingi dei difensori alessandrini, tra i quali Bigando e Parodi emergevano come salde colonne. Per nulla impressionati dai calci d’angolo (al 7’ se ne registravano già tre in favore della Lucchese), i grigi pensavano solo a spazzare la loro area, bloccando Di Benedetti con due uomini, affidando ai laterali di fermare le ali lucchesi e controllando gli interni rossoneri con i propri interni. In queste condizioni, se era possibile vedere una mediana lucchese padrona di tutti i palloni e se qualche volta l’attacco combinava qualche azione brillante, non si arrivava mai a veder scoccare il tiro fatale o che, per lo meno, obbligasse Roggero ad un intervento di gran classe. Si è continuato così a lungo perché nessun fatto nuovo si è verificato fino al 33’ della ripresa, come abbiamo accennato. C’era stato, è vero, un goal di Capra al 32’ del primo tempo, ma l’arbitro Coletti aveva annullato per fuori giuoco suscitando un sacco di proteste giustificatissime, in quanto che la posizione del giuocatore era regolare. Resi ancor più sicuri da questo vero regalo, gli alessandrini stringevano ancor più le loro fila, senza guardar troppo per il sottile, tanto che la partita andava avanti tra continue proteste del pubblico per la mancata concessione di calci di rigore. La musica non è cambiata nella ripresa: se nulla c’è, si può dire che gli alessandrini, forse più freschi nel trio di attacco, hanno cominciato a farsi vivi, pur senza riuscire a giungere sino a Tavoletti, che per tutta la partita non ha avuto l’onore di toccare un pallone partito da un piede avversario. C’è stato Cerutti che al 10’ si è trovato solo in area lucchese, ma si è impappinato e il «fattaccio» non è avvenuto; ancora al 20’ Cerutti ha avuto l’occasione della rete (anche i terzini lucchesi si lasciavano trasportare dall’ansia di cercare la rete avversaria), ma questa volta Asin lo ha ripreso e tutto è finito in un capitombolo in società. Niente intervento arbitrale (forse per compenso) e siamo di nuovo in mischie sempre più dure in area alessandrine: Capra è costretto ad uscire di campo per una diecina di minuti. Mancano dodici minuti alla fine e si batte un’ennesima punizione da metà campo alessandrino: calcia Puccini verso sinistra e Di Benedetti, quasi sulla linea della porta, batte Roggero con un tiro quasi impossibile. È la vittoria e i grigi si afflosciano, tanto che devono ancora incassare un paio di calci d’angolo. Capra si fa sorprendere a reagire ad uno nuovo sgambetto del suo mediano e l’arbitro lo espelle. Ma è la fine che il pubblico saluta con un applauso meritato verso la squadra vittoriosa. Abbiamo detto meritato, poiché l’attrezzatura difensiva degli alessandrini – che vantavano un sestetto in smagliante giornata – era tale da render difficilissimo il compito degli attaccanti lucchesi, specialmente sopra un terreno in gran parte gelato e nel resto viscido. Completamente liberi di lavorare, gli uomini arretrati della Lucchese non hanno fallito un pallone e il rifornimento si può dire sia stato costante, mentre le tamponature e gli arresti delle affioranti velleità avversarie erano fatte con sicurezza. Non si può parlare dell’attacco avversario, vissuto costantemente in ombra e spesso riunito nella propria area per scongiurare qualche pericolo. La partita di ieri ci ha mostrato un’Alessandria troppo preoccupata di difendere la sua porta per poterla noi mettere all’altezza delle altre squadre che abbiamo veduto allo stadio del Littorio: una squadra, insomma, che deve la sua posizione attuale a quei punti guadagnati in Sicilia in apertura di campionato, quando gli isolani erano tutt’altro che carburati. La fulgida giornata di Bigando e di Parodi le ha consentito ieri di salvarsi da una sconfitta che avrebbe dovuto essere più gravosa. Delle linee arretrate lucchesi abbiamo già detto; gli avanti si sono lasciati prendere in un giuoco stretto in area avversaria ove difficilmente, date le condizioni del terreno, si poteva scartare l’uomo posto a controllo. Il più volenteroso Lippi, il più tecnico e pericoloso Capra, anche se una occasione facilissima è stata da lui mancata nel primo tempo. (Dino Grilli, «Corriere del Tirreno», 22 gennaio 1940) La vittoria dei rossoneri è stata il frutto di una chiara superiorità di giuoco sugli ospiti piemontesi i quali hanno però resa dura la vita agli avversari, tanto è vero che a dodici minuti dalla fine le due squadre erano ancora 0-0. Al 33’ Di Benedetti segnava il punto della vittoria, ed i rabbiosi contrattacchi finali dell’Alessandria non avevano esito. («La Stampa», 22 gennaio 1940) La squadra grigia, dopo aver tenuto in iscacco la compagine lucchese per cinquanta minuti, ha dovuto cedere la vittoria agli ospitanti in seguito ad una rete realizzata in netta posizione di fuori gioco. La tattica difensiva dell’Alessandria non ha avuto fortuna, e criticarla per il suo risultato negativo, a fatto compiuto, non è cosa simpatica; quindi resta la considerazione che l’attacco travolgente dei toscani non ha potuto disporre a piacimento della squadra alessandrina e al disopra del risultato resta la dimostrazione di compattezza degli uomini di Parodi. Un’incursione nell’area avversaria di Cerutti, rimasto solo di fronte al portiere, è stata stroncata da un intervento di un terzino che ha provocato un pauroso capitombolo dell’attaccante grigio. Fallo evidentissimo e rigore indiscutibile, ma l’arbitro ha creduto bene di non rilevarlo per non umiliare la macchina da reti lucchese con una prima sconfitta casalinga. C’era la tradizione da rispettare, ed il direttore dell’incontro l’ha assecondata privando i grigi di un’affermazione nella roccaforte toscana. La sconfitta di domenica scorsa è di quelle che stimolano maggiormente nei giocatori la volontà di vittoria e siamo certi che tutti vorranno lottare con sempre maggior impegno, in particolar modo nelle partite casalinghe, giocando senza fronzoli, ed imitare le altre squadre quando si deve vincere a tutti i costi. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 27 gennaio 1940) RISULTATI: [14ª giornata] Fanfulla-Siena 3-1 (giocata il 18 gennaio 1940) [16ª giornata] Atalanta-Fanfulla 3-1 Livorno-Brescia 3-3 Palermo-Padova 1-3 Pisa-Verona 3-0 Pro Vercelli-Catania 4-0 Sanremese-Anconitana 1-1 Siena-Molinella 4-0 Udinese-Vigevano 1-2 CLASSIFICA: Atalanta 24; Brescia 22; Anconitana, Livorno, Lucchese 21; Alessandria, Udinese 19; Fanfulla, Padova, Pro Vercelli 17; Siena 15; Verona 14; Palermo 13; Pisa, Vigevano 12; Sanremese 10; Catania 8; Molinella 6.