Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1938/1939
Serie B
09-10-1938 - Giornata: 4 - Salerno - Littorio


Salernitana USF - Alessandria US 3 - 1 (1 - 1)
RETI: 26. Valese A. [Sa] , 51. Valese A. [Sa] , 76. Bergonzini M. [Sa] 34. Parodi P.[A]

Alessandria US Cassetti Bruno, Turino Giuseppe, Bigando Giovanni, Caligaris Luigi, Parodi Pasquale, Ghidini Ferruccio, Massiglia Armando, Robotti Luciano, Fibbi Arrigo, Cresta (I) Luigi, Ghezzi Renato All.: Cattaneo Renato

Formazione avversaria
SALERNITANA USF: Narducci; Canazza Ronzan, Zaramella; Cenci, Zambianchi, Trotter; Carella, Valese, Corsanini, Iacovazzo, Bergonzini. All.: Hänsel Franz.

Arbitro: Magrini Aldo (Perugia) [Puccellato, Zito]
Note
Angoli: 4-4. Spettatori: 7.000. Giornata di sole, terreno leggermente sdrucciolevole.

Commento
La Salernitana ha conquistato la sua prima vittoria in Serie B. Il successo – chiaro, anzi luminosissimo, come vedremo più oltre – è giunto a proposito: non solo per trarre la squadra dalla incomoda posizione di coda, in cui era stata momentaneamente cacciata (più da un calendario terribilmente ostico in partenza che per effetto del proprio valore), quanto per tappare la bocca a quella parte dei tifosi locali che andavano mugugnando sulle emergenze negative delle ultime imprese. Per questa specie di tifosi – pochi, in verità – di scarsa fede, e di facile smontatura, quel fanalino di coda aveva assunto forme spettrali e irriducibili. Sbagliati gli acquisti, fuori di strada i dirigenti, poco accorto, se non proprio incapace, il pur ottimo Hänsel; insomma, il sottile veleno del pessimismo, iniettato dagli immancabili nerofumisti per temperamento, minacciava di propagarsi fra le file, allontanando così il cuore della folle dalle vicende e dalle sorti della squadra. Indubbiamente gli stessi che non avevano saputo conferire il dovuto equilibrio alla propria fiducia nelle possibilità della compagine, saranno stati i primi a caprioleggiare di gioia alla fine dell’odierna tenzone. Non per la vittoria in sé, ma per la maniera brillante con cui essa ha potuto fasciarsi dei fatidici colori locali. Già lo scarto (che sarebbe stato più netto e meglio rispecchiante il quadro dell’incontro, se Narducci non si fosse lasciato tradire dalla traiettoria di un lungo tiro di Parodi) e il valore, la fama e la stessa posizione in classifica dei battuti potrebbero bastare ad illuminare sufficientemente la portata di questo primo e sonante successo realizzato, al di là di ogni aspettativa, dagli undici meravigliosi alfieri del calcio salernitano. Ma va detto di più e di meglio ad onore dei vittoriosi. La squadra che avevamo visto in lizza, quindici giorni or sono, contro la Atalanta che fu, di certo, un osso più ben duro di quello che non sia apparsa l’Alessandria oggi – pur mostrando inevitabili squilibri di forma, d’inquadratura e di amalgama ci sembrò tuttavia destinata a realizzare una congrua evoluzione. Non mancammo – ricordate? – di alimentare le speranze dei tifosi in quella occasione. Però non avremmo giammai immaginato di dover sottolineare (a soli quindici giorni di distanza), con parole di caldo e incondizionato elogio, la metamorfosi clamorosa attraverso la quale la squadra si è presentata alla nostra osservazione. Gli è che risolti convenientemente alcuni problemi di inquadratura (il ritorno di Zambianchi nel cuore della squadra era quello che ci voleva, anzitutto, né si può dire che non sia stato indovinato l’esperimento Corsanini al centro della prima linea) e progredito con ritmo più accelerato del prevedibile il processo incubativo della compagine – il tutto infiammato da un ardore agonisti che potrebbe essere di esempio e monito a molti dei cosiddetti assi classicheggianti nelle squadre di più alta levatura – ne è venuta fuori una partita incandescente e scintillante, che per lunghi tratti si è risolta in un autentico gaudio per gli occhi e per gli spiriti delle molte migliaia di appassionati presenti oggi al Littorio. La saldezza delle retrovie salernitane era cognita. Ciò che ha sbalordito – è la parola – è stato il comportamento dell’attacco. Legato abbastanza bene al centro da Corsanini (anche se questo non ha potuto dare risalto alle sue doti di realizzatore nel ruolo inusitato) galvanizzato e fuso da due fini, pugnaci e inesauribili tessitori quali si sono confermati Iacovazzo, e forte di due ali ognora pronte e insidiose, il reparto di punta biancoceleste giammai impressionato delle qualità e della fama di cui erano preceduti gli avversari, si è persino concesso il lusso di fare dell’accademia. Brillanti nel gioco di testa, rapidi nello scatto, decisi e tempestivi negli interventi, i cinque attaccanti salernitani hanno, con chiara frequenza, imbrigliato i difensori avversari in una così fitta rete di passaggi volanti e precisi che non si è mai potuto dubitare che la vittoria non dovesse premiare gli atleti migliori in campo. Una sola nube, al 33’ del primo tempo causata dal citato infortunio toccato a Narducci, e che permetteva ai grigi di portarsi in pareggio. Ma una nube solitaria, ché dopo pochi minuti di sbandamento venne decisamente fugata da una pronta e gagliarda reazione. Nella ripresa la superiorità – stilistica, tattica e agonistica – dei locali, fu ancora più manifesta e il successo assunse forme più consone al divario dei valori in lizza. Che altro va detto per dare giusto rilievo alla sfolgorante affermazione di una squadra che – vedrete – scriverà ancora di simili bellissime pagine nel suo primo campionato della divisione dei cadetti? Dovremmo ora fare una graduatoria dei vittoriosi. Non è forse questa l’occasione in cui tutti e undici gli atleti meritano di essere accomunati in una sola vibrante lode senza odiose distinzioni? Tuttavia se un primato deve essere aggiudicato ad ogni costo, esso non può che toccare a Valese, il piccolo prodigioso Valese dipanatore delle più arruffate matasse in difesa e artefice primo delle più brillanti azioni di attacco. La vecchia e cara Alessandria, in fatto di stile e di slancio… ah, quanto è lontana dal ricordo! Sempre salda in difesa; infatti sia Cassetti che Turino e Bigando hanno assolto da gagliardi atleti – al vecchio Parodi spetta la palma fra i grigi – il loro compito e si sono mostrati sempre pronti ed equilibrati negli interventi. Slegato e improduttivo l’attacco dal quale sono rilevabili il discreto lavoro di difesa svolto dagli interni e qualche buona sgroppata dell’ala Massiglia. Oculato l’arbitraggio. Erano presenti il Federale e il Podestà. In veste di spettatore c’era anche Sallustro che con ogni probabilità guiderà l’attacco biancoceleste domenica a Vercelli. E ora brevissimi cenni sui quattro gol di cui bellissimi, come che scaturiti da manovre limpide e irresistibili, i primi due della Salernitana. Al 23’ incursione di un lungo periodo di incalzante superiorità, la Salernitana apriva la segnatura, su breve passaggio di Corsanini, Valese spediva decisamente in rete. Dieci minuti dopo un tuffo fuori tempo di Narducci su tiro forte sferrato da Parodi da una trentina di metri ristabiliva l’equilibrio. Al 6’ della ripresa la Salernitana riguadagnava la quota della vittoria con una manovra e un gol entusiasmanti: passaggio in profondità di Iacovazzo, centro perfetto di Bergonzini, pronto intervento di testa di Valese, nulla da fare per il portiere. All’11’ un gol di Carella annullato per un precedente fallo sul portiere. Al 25’ il gol del consolidamento: passaggio bene dosato di Corsanini, fuga irresistibile di Bergonzini che dopo essersi liberato di Turino ingannava con abile finta Cassetti fattoglisi incontro e segnava a porta vuota. (Arturo Collana, «Il Littoriale», 10 ottobre 1938) La partita si è risolta con uno smagliante e meritato trionfo della Salernitana. La compagine è stata dominata per quasi tutta l’intera durata dell’incontro. Trovatasi di fronte ad una squadra snella, agile, praticante un gioco veloce rasoterra, la massiccia unità piemontese si è disorientata, limitandosi solamente ad arginare le pericolose puntate dei guizzanti moschettieri locali. Della squadra salernitana è superfluo tessere l’elogio dei singoli, poiché tutti hanno giocato meravigliosamente. Però è da citare la prova veramente superiore di Valese, il migliore in senso assoluto fra i ventidue. Oltre al prestigioso campione «indigeno», va menzionato Iacovazzo. Buoni gli altri. Dell’Alessandria, poco da dire. Il suo migliore uomo è stato Parodi. Buoni i terzini. Discreto il lavoro di Cassetti. Indeciso l’arbitraggio. Sono stati battuti quattro calci d’angolo per parte: due nel primo tempo e due nella ripresa. Un goal di Carella è stato annullato per inesistente fuori gioco. Al 34’ del secondo tempo Bergonzini ha preso un «palo» su un’azione dell’intera linea attaccante. Narducci non è stato impegnato. Il goal segnatogli va addebitato alla scarsa copertura dei terzini. In nessun momento dell’incontro la squadra alessandrina ha dato segni di pericolosità. Basta vedere il lavoro svolto da Cassetti, mentre Narducci non è stato minimamente impegnato tranne che in due occasioni nel secondo tempo. («La Gazzetta dello Sport», 10 ottobre 1938) L’undici salernitano ha colto una magnifica vittoria. L’Alessandria è stata presa in velocità ed al 23’ ha subito il primo punto, segnato da Valese. I grigi non si sono disuniti e hanno pareggiato ad opera di Parodi, al 33’. Nel secondo tempo però Valese, al 5’, marcava un nuovo punto. Al 18’ Bergonzini, con un secco tiro, portava a tre i goal per i suoi colori. («La Stampa», 10 ottobre 1938) Appena conosciuto l’esito della partita di Salerno i commenti hanno avuto un solo tono: «non abbiamo difesa». Ciò non costituiva una novità ma troncava la speranza di poter fare affidamento sul duo Bigando-Turino. Ma notizie, giunteci da nostri colleghi salernitani, hanno fatto rilevare che la difesa ha giocato senza infamia e senza lode ma che la mediana ha fatto peggio per la pessima giornata di Caligaris e per la lentezza di Parodi in confronto al gioco indiavolato degli ospitanti; mediocre è stato il rendimento dell’attacco. Quindi la causa della sconfitta di Salerno va ricercata nel comportamento di tutti i giocatori, i quali credevano di poter passare indisturbati sul campo dei neo-promossi. Avevamo rilevato ai tecnici locali che mantenere vicini di squadra Turino e Caligaris voleva dire formare un reparto poco chiaro e vulnerabilissimo da parte degli avversari, i quali, prima di affrontare l’Alessandria, logicamente si informano e poi hanno la possibilità di constatare sul campo quale è la via migliore per arrivare a rete. Hänsel era abbastanza intelligente per non vedere le falle della squadra grigia. A Salerno i giocatori alessandrini si sono trovati a disagio perché il campo, causa recenti nubifragi, era viscido e irregolare e perché gli ospitanti giocarono con una velocità indiavolata senza rispettare la tecnica di gioco. Ma se il terreno era sdrucciolevole per i nostri, lo era anche per i salernitani meno abituati a giocare nel fango. La rete per l’Alessandria è stata realizzata da Parodi nel primo tempo. Il migliore dei nostri è stato Cassetti. La prima rete degli avversari è stata provocata da Bigando che si è lasciato sgusciare dai piedi, a causa del terreno, un facilissimo pallone. («Il Piccolo», 15 ottobre 1938) RISULTATI: Casale-Spal 2-1 Fiorentina-Spezia 2-2 Padova-Palermo 1-0 Pisa-Atalanta 1-1 Sanremese-Fanfulla 0-0 Siena-Pro Vercelli 1-1 Verona-Anconitana 0-0 Vigevano-Venezia 0-0 CLASSIFICA: Fiorentina, Padova 6; Anconitana, Atalanta, Venezia, Vigevano 5; Alessandria, Fanfulla, Pro Vercelli, Siena, Spezia 4; Casale, Palermo, Pisa, Salernitana, Sanremese, Verona 3; Spal 2. IL PUNTO SUL CAMPIONATO Quella di domenica è stata la giornata più magra fra quante fin qui svoltesi per il campionato dei Cadetti. La più magra perché ha visto il minor numero di reti segnate (16) e il minor numero di vittorie: 3 soltanto, le altre 6 partite essendosi chiuse alla pari (fra cui tre per 0-0). Specialmente sorprendenti fra questi pareggi quelli ottenuti dallo Spezia allo Stadio Berta e dal Fanfulla a Sanremo: il primo perché ha avuto dirette ripercussioni sulla classifica, mentre il secondo ha dato modo alla squadra lodigiana di risollevarsi prontamente dallo scacco subito otto giorni prima sul proprio terreno. Intanto la Fiorentina si vede raggiunta alla testa della graduatoria dal Padova, che infliggendo la prima sconfitta al Palermo ha consegnato una delle poche vittorie della giornata. Le altre due squadre vittoriose meritano la citazione, trattandosi dei primi successi di due nuove promosse: il Casale e la Salernitana. Specialmente non priva di significato l’affermazione della Salernitana, per il netto risultato che la caratterizza e perché ottenuta su una delle squadre più quotate: quella dei grigi alessandrini, che fuori campo non sono ancora riusciti a raccogliere… del grano. E pensare che sono invece proprio quelli in trasferta i punti più preziosi… Ma la testa del gruppo non è tanto lontana, poiché c’è ancora una decina di squadre nello spazio di 2 punti, e tutti i congiungimenti sono quindi possibili. («Il calcio illustrato», 12 ottobre 1938)