Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1938/1939
Serie B
16-10-1938 - Giornata: 5 - Palermo - Michele Marrone


Palermo AC - Alessandria US 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 69. Celant R. [Pa] 45. Robotti L.[A]

Alessandria US Cassetti Bruno, Turino Giuseppe, Bigando Giovanni, Cresta (I) Luigi, Parodi Pasquale, Ghidini Ferruccio, Massiglia Armando, Robotti Luciano, Fibbi Arrigo, Di Santo Riccardo, Ghezzi Renato All.: Cattaneo Renato

Formazione avversaria
PALERMO AC: Roggero; Rigotti, Bedendo; De Rosalia, Costenaro, Santillo (I) Gennaro; Di Falco, Rier, Baldinotti, Clerici, Celant. All.: Halmos Armand

Arbitro: Mazzarini Gino (Roma)
Note
Spettatori: 4.000. Angoli: 9-3 Tempo bello, terreno buono Inizio gara ore 14.30

Commento
Molte polemiche sorsero da parte degli sportivi locali quando, alla vigilia dell’incontro tra i grigi dell’Alessandria ed i palermitani, avevamo previsto che la squadra piemontese era capace di realizzare allo Stadio Marrone qualsiasi sorpresa, costituendo nel suo complesso unità pericolosa sotto tutti i punti di vista. Ad alcuni le nostre note parvero quasi assurde, ad altri del tutto impossibili ad essere realizzate: sia i primi che i secondi sono però serviti a dovere, dato che l’Alessandria è riuscita a cogliere sul rettangolo di gioco palermitano un meritato risultato di parità che poteva essere anche la vittoria assoluta. Dopo tutto se esaminiamo le varie fasi che hanno caratterizzato l’incontro tra siciliani e piemontesi vediamo che il successo completo dell’Alessandria non poteva affatto far gridare al miracolo; l’undici di Robotti ha dimostrato infatti di saper tenere a giusto freno l’avversario che come al solito ha svolto un ottimo gioco di difesa con una mediana ben salda, mentre ha difettato all’attacco che ha preferito quasi sempre tessere un gioco di seconda linea, lasciando solo al centro Di Falco e alle due ali Baldinotti e Celant il compito di realizzare. Ma sia il primo che il secondo si rendevano deficienti nel tiro conclusivo. Se infatti facciamo un calcolo di quante azioni offensive tra attacchi e tiri di punizione, calci d’angolo il Palermo ha messo al suo attivo e tiriamo alla fine la somma, vediamo benissimo che su una media di 4 di queste azioni il quintetto palermitano riusciva ad impegnare una sola volta e, quasi sempre non seriamente, l’estremo difensore alessandrino. Una prova questa alquanto chiara della deficienza dell’attacco palermitano. In questa alternativa di azioni poco redditizie da parte del Palermo, l’Alessandria riusciva a segnare il suo punto con Robotti al 45’ del primo tempo, proprio quando l’arbitro stava per mandare i 22 atleti agli spogliatoi per il riposo. Partiva infatti dal piede del centro alessandrino un tiro di circa 15 metri che Roggero non riusciva a fermare. Nella ripresa, dopo che all’inizio l’Alessandria era quasi sul punto di consolidare meglio il suo primo punto con una nuova rete, si ristabiliva l’equilibrio nell’andamento del gioco. I grigi cominciavano a risentire la stanchezza della foga iniziale. Gli isolani, invece, si riprendevano anzitutto alla ricerca del pareggio. Fu infatti durante questo periodo che il Palermo riusciva con Celant, unico uomo deciso e preciso della prima linea, a realizzare il pareggio; al 24’ infatti Clerici passava un pallone all’estrema sinistra palermitana. Tiro angolato di Celant ed ecco ristabilite le sorti della partita. Era tutto da rifare sia per il Palermo che l’Alessandria. Negli ultimi minuti spettava all’undici di Santillo di assediare la roccaforte di Cassetti, di rasentare la vittoria, ma non conquistarla. Del Palermo si sono distinti Roggero, Celant e Santillo; dell’Alessandria Robotti, Cassetti e Parodi. Nel primo tempo in un violento scontro l’alessandrino Ghezzi ed il palermitano Rigotti erano costretti a lasciare il campo rientrando a riprendere il gioco dopo quasi 10 minuti con le teste fasciate. Nella ripresa il Palermo spostava Di Falco all’estrema destra, mentre Baldinotti passava a guidare l’attacco. («La Gazzetta dello Sport», 17 ottobre 1938) PALERMO-ALESSANDRIA 1-1 Partita condotta con molto impeto da ambo le parti e divisione dei punti, malgrado una buona superiorità dei giallorossi. Al 45’ di gioco, Robotti, su centro di Ghezzi, è sfuggito ai terzini locali infilando imparabilmente la rete di Roggero. Nella ripresa il Palermo ha assunto con autorità il comando. Al 24’ Celant ha marcato il punto del pareggio. («La Stampa», 17 ottobre 1938) IL MERITATO PAREGGIO DI PALERMO Dopo la sconfitta di Salerno, la squadra alessandrina si è ritrovata in buona efficienza sul campo palermitano riuscendo a chiudere alla pari 1-1 dopo essere stata in vantaggio con la rete segnata magistralmente da Robotti ed aver sfiorato ancora meritatamente il successo nel corso della ripresa. Passare imbattuti sul difficile campo dei compagni di Costenaro, di fronte ad un pubblico che spronava i propri rappresentanti alla prima vittoria casalinga, costituisce un’affermazione che cancella in parte lo scacco subito la domenica precedente a Salerno. Lo spostamento di Ghidini a mediano destro è valso a normalizzare il gioco della difesa; tra l’altro, Ghidini è stato il miglior uomo in campo. Cresta, nel ruolo di mediano, è tornato il giocatore di altissimo rendimento e Di Santo, nel suo esordio come interno sinistro, ha giocato con bravura e con prodigalità mentre Ghezzi all’estrema sinistra si è comportato mediocremente anche prima della contusione riportata in uno scontro di testa con Rigotti, l’ex-giocatore dell’Alessandria. Ghezzi è stato sottoposto ad una medicazione che ha richiesto 3 punti di sutura. Fibbi, pur giocando egregiamente, non segue ancora con continuità le azioni; Massiglia e Robotti in buona forma. Ancora lento Parodi; in miglioramento Turino e Bigando. Alla partita ha assistito il concittadino prof. Arturo Mensi, Segretario Federale di Enna. («Il Piccolo», 22 ottobre 1938) RISULTATI Anconitana-Padova 0-1 Atalanta-Vigevano 1-1 Fanfulla-Fiorentina 0-0 Pro Vercelli-Salernitana 3-0 Siena-Casale 1-0 Spezia-Sanremese 0-3 Spal-Verona 3-3 Venezia-Pisa 1-0 CLASSIFICA: Padova 8; Fiorentina, Venezia 7; Atalanta, Pro Vercelli, Siena, Vigevano 6; Alessandria, Anconitana, Fanfulla, Sanremese 5; Palermo, Spezia, Verona 4; Casale, Pisa, Salernitana, Spal 3 Il punto sul campionato Quelli della lettera B Sempre si cambia in testa alla classifica A quanto pare le diciotto della serie B devono essersi strette in santa lega per far ammattire i tifosi. Da qualche tempo i risultati a sorpresa imperversano, e le squadre altalenano dagli altari alla polvere, con olimpica disinvoltura. Date un'occhiata, ad esempio, ano Spezia. Due. settimane fa è andato nientemeno che a pareggiare a Firenze e, dopo appena sette giorni si è fatto battere, in maniera piuttosto brusca, sul proprio terreno del « Picco », dai sanremesi. In questa occasione si era parlato non troppo favorevolmente del portiere Malerbi. che alcuni tifosi volevano addirittura ribattezzare in Maldestri. Ancora una sosta di sette giorni e la sconfitta subita in .casa dagli spezzini viene rivendicata dalla bella vittoria da essi ottenuta nella trasferta-di Salerno. Torna a fiorir la viola... ... che pur dianzi langua. Dopo la disavventura corsa al «Berta>, ad opera dello Spezia, la Fiorentina aveva ancora dovuto subire un tempo d'arresto impostole .dal lodigiani 'con un bel doppio zero. Gli amatori del bisticci avrebbero potuto cosi affermare: i lodigiani e di Giotto. Ma era elidente che la Fiorentina non potesse seguitare a lungo nei lasciar cadere dalla bisaccia della sua classifica altri punti per la strada. La partita con la Spai non si presentava eccessivamente pericolosa ma, intanto, i viola dovevano affrontar la privi del loro centravanti Di Benedetti, il quale, giocando sul campo fanfullino, aveva riportato un colpo al piede destro che,-nel corse della, settimana, lo costringeva a mettersi in letto. Mancando Di Benedetti veniva chiamato in squadra un giovane: Paoletti, un. ragazzo proveniente dalla squadra del Signa, del quale si par lava molto bene. L'attacco denunciava la sua sterilità da qualche tempo e l'allenatore giustamente se ne preoccupava. Sembra che la crisi sia stata superata: Infatti la Fiorentina è tornata a segnare e l'avversaria che ne ha fatto le spese è stata la povera Spai,, il risveglio della quale viene rimandato di settimana in sttimana. In testa alla graduatoria si è avuto un nuovo cambio della guardia. Il Padova è la guardia smontante, mentre la Fiorentina è ancora quella montante. Questa volta da... capoposto ha funzionato il Fanfulla che ha tutto bene regolato, per lo scambio delle consegne. Pare quasi che il Padova fosse, l'altra domenica, riuscito ad arrampicarsi momentaneamente sull'albero della cuccagna: giunto In cima non ha. saputo resistervi ed è scivolato giù, sino al quinto posto Quinto posto reale ed illusorio nel medesimo - tempo, in quanto un solo punto separa l'unità padovana da quella Fiorentina. Anzi, ai piani superiori della classifica si delinea un folto a sembramento. Stavolta la graduatoria somiglia in modo strano ad una vettura tranviaria nell'ora del massimo affollamento, attorno al mezzogiorno. La ressa è tale che tra la prima e la quattordicesima classificata si notano soltanto -quattro punti di differenza, mentre soltanto due dividono la capintesta e la ottava. Il fattaccio alessandrino I nerazzurri dell'Atalanta si sono fatti rispettare ad Alessandria, e si sono fatti tanto rispettare che hanno terminato per mancar essi di rispetto ai loro ospiti. Ad un certo momento pareva che le sorti dovessero volgere favorevoli ai grigi: l'arbitro decretava un calcio di rigore contro la porta di Borgloil. Bìbbi (i tifosi alessandrini si domandano perché i calci di rigore, visto che anche Robotti ti sa sbagliare, non vengono fatti battere da Parodi) prendeva una congrua rincorsa, ma non riusciva che a scrostare la vernice di un paletto; sul rimbalzo riprende-, va Robotti ma allora interveniva Borgioli a dire che era proibito. Questo episodio dava l'inizio alla serie di azioni che dovevano concludersi con la sconfitta locale. Borgioli riceveva l'omaggio di una forte pallonata in piena faccia, ma non se ne dava per inteso. A due minuti dalla fine del primo tempo si avevano due goal a botta e risposta: uno di Sostegni e uno dell'alessandrino Di Santo, il quale girava, di testa, un centro di Marsiglia. Era evidente che, in quel momento. Di Santo, per eseguire il colpo di testa, doveva essersi tolto l'aureola. Ancora un episodio, quello risolutivo, in zona Cesarini. Al 43° minuto punizione di Ravasi; raccolta di Nicolosi e il fattaccio alessandrino fu. Piemontesi e veneti e Verona è andato a purgarsi a Sanremo. Una bella dose: quattro palloni ad uno. I vercellesi non hanno avuto la sorte benigna a Pisa. Dopo aver resistito per quasi tutta, la partita si vedevano battuti verso la fi¬ ne, al 38', da un tiro di Tonali, sferrato nel corso di una confusa mischia seguita ad una punizione battuta da Morigero. Bella battaglia a Casale. Molta gente: le casse del neri a stella si sono lievemente rimpinguate: ottomila lire d'introito, un «bordereau » che non si registrava da parecchio tempo. Vera giornata di gala veneto-monferrina, in quanto nelle file veneziane, in rispettiva veste di allenatore e di mediocentro, si producevano due autentiche glorie calcistiche casalesl: Barbeslno e Castello. Tra i locali si facevano parecchio ammirare l'anziano De Marchi, sempre valido sulla breccia, e il non meno anziano Boltri. Ottime parate forniva anche il bravo Miglio. I nero-verdi possiedono ima salda difesa dove l'opera dlValinasso è bene integrata da Tortora e Gattoronchierl. Anche la mediana si distingue. La prima linea, che conta buone unità, sa manovrare ma stenta a concludere. (La Stampa, 24/10/1938)